ATTI DEL SEMINARIO MEDICINA DEI FALCHI Con il patrocinio di Provincia di Foggia Assessorato alle Risorse Ambientali Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Foggia Relatore ANTONIO DI SOMMA Direttore del Dubai Falcon Hospital MANFREDONIA (FG), OASI LAGO SALSO Sabato 6 giugno 2009 Mattina Ore 9.00 Apertura dei lavori Dott. Giancarlo Frattarolo – Presidente Consorzio di Bonifica Montano del Gargano Avv. Stefano Sabino Francesco Pecorella, Assessore alle Risorse Ambientali della Provincia di Foggia; Dr. Zaccaria Di Taranto, Presidente Ordine Medici Veterinari della Provincia di Foggia; Dr. Vincenzo Rizzi, Presidente Centro Studi Naturalistici Onlus; Dr. Klaus Friedrich, Presidente SivasZoo Ore 9.30 Malattie dei falconiformi e presidi terapeutici (I parte). Ore 10.30 Coffee break Ore 11.00 Malattie dei falconiformi e presidi terapeutici (II parte). Ore 11.45 Clostridiosi Ore 12.30 Tricomoniasi Discussione Ore 13.30 Pausa pranzo (a buffet) Pomeriggio Ore 14.30 Aggiornamenti sulla terapia dell'aspergillosi Ore 16.00 Escursione guidata all’Oasi Lago Salso – Progetto Life Natura Salvaguardia Dei Rapaci Della ZPS “Promontorio del Gargano Ore 18.00 Termine dei lavori e consegna attestati 2 Segreteria Organizzativa: Nazario Iannacone SivasZoo c/o Fondazione Bioparco di Roma V.le del Giardino Zoologico, 20 - 00197 Roma Tel. 329/2018711-348/9207615 [email protected] www.sivaszoo.it Vincenzo Rizzi Centro Studi Naturalistici Onlus – Progetto LIFE “Rapaci del Gargano” Via Vittime Civili, 64 – 71100 Foggia Tel. 0881-712318, fax 0881-296109 www.centrostudinatura.it www.lifegargano.it [email protected] Maurizio Marrese Centro Studi Naturalistici ONLUS Via Vittime Civili, 64 – 71100 Foggia Tel. 0881-712318, fax 0881-296109 www.centrostudinatura.it [email protected] Giuseppe Agnelli Centro Studi Naturalistici ONLUS Via Vittime Civili, 64 – 71100 Foggia Tel. 0881-712318, fax 0881-296109 www.centrostudinatura.it Matteo Caldarella Centro Studi Naturalistici ONLUS Via Vittime Civili, 64 – 71100 Foggia Tel. 0881-712318, fax 0881-296109 www.centrostudinatura.it 3 Visita clinica dei falchi ed esami diagnostici Antonio Di Somma Med. Vet., dir. Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti Sommario Con la continua crescita del numero di falchi che vivono in cattività e’ richiesto al medico veterinario uno specifico aggiornamento professionale e una maggior conoscenza del delicato equilibrio psico-fisico degli uccelli da preda. L’arte della diagnosi nella medicina dei rapaci si basa sul riuscire a raccogliere una completa informazione tramite questionario con domande mirate, eseguire un veloce ma esauriente esame fisico, raccogliere numerosi dati dagli esami collaterali e quindi interpretare tutte le informazioni raccolte. (1) Infine terminare la visita avendo inflitto al falco meno danni possibili, sia fisici che psicologici. Ottenere una buona anamnesi e' un punto fondamentale per arrivare alla diagnosi. Inoltre conoscere i più comuni segni clinici di malattia aiuta nella formulazione di diagnosi differenziali. Anche se il falco può presentare un evidente sintomo spesso il problema e’ più complesso ed il primo sintomo che appare può anche non essere il più grave. E’ difficile, se non impossibile, condurre un adeguato esame fisico su un rapace spaventato e combattivo se non viene anestetizzato, non solo e’ difficile ma può risultare anche pericoloso per il veterinario, per il suo assistente e per il paziente stesso. E’ raccomandata sempre l’anestesia con isoflorano o con la combinazione di isoflorano e una premedicazione iniettabile mediante ketamina/medetomidina. Una volta ottenuta la diagnosi definitiva e’ importante seguire ogni caso con il trainer del falco e sviluppare un programma di medicina preventiva. Introduzione Si ritiene che l’arte della falconeria sia originata 4000 anni fa sugli altopiani dell’Asia centrale, in un’area corrispondente agli attuali stati di Corea, Giappone e Cina. Ancora oggi queste regioni possiedono le più alte concentrazioni di uccelli da preda adatti alla falconeria come Sacri, Pellegrini, Lanari e Aquile. (2) La passione per la falconeria si propagò quindi lungo la rotta del commercio della seta fino al mondo arabo e quindi arrivò in Europa ai tempi delle crociate. La caccia con i rapaci e' quindi lo sport più antico del mondo. Il termine rapace deriva dal latino rapere ,ovvero afferrare o stringere e viene impiegato per indicare in generale qualsiasi uccello da preda. (3) Oggi i rapaci sono mantenuti in cattività per varie ragioni che includono riabilitazione, spettacoli di volo, centri di allevamento, attività di pest control e di falconeria. (4) Obbiettivi della relazione 1) come raccogliere un’esauriente anamnesi. 2) riassumere le basi dell’esame fisico del rapace includendo le tecniche di contenimento dell’animale . 3) come raccogliere le informazioni sufficienti per arrivare alla diagnosi compiendo vari esami collaterali. 4 Cosa devi chiedere Durante il primo incontro fra il veterinario e il suo paziente, avviene una serie di importanti dinamiche. Per primo il falco e’ avvicinato, catturato e mantenuto costretto nonostante i suoi sforzi per sfuggire alla presa. Una volta contenuto, il falco viene esaminato dal veterinario per accertarsi delle sue condizioni. Mentre il veterinario e’ impegnato ad eseguire l’esame clinico, e’ il contenimento del falco che attira l’attenzione e la preoccupazione del trainer. (5) Nulla può distruggere la fiducia di un falconiere verso il suo veterinario più velocemente di un incompetente contenimento del falco durante l’esame fisico. E questo a buona ragione poiché i danni inferti alle penne primarie e alla coda possono rivelarsi addirittura incompatibili con il futuro di agonismo o di riabilitazione del soggetto, avendo danneggiato seriamente le sue capacità di volo. E' importante tener presente la possibilità' di danni iatrogeni e intanto rapportarsi con il trainer per instaurare un rapporto di fiducia e per apprendere nuove tecniche di manipolazione del falco. Quando ti viene presentato un rapace per la visita e’ essenziale ricevere un’anamnesi la più dettagliata possibile. Ricorda di essere paziente e spendere tempo per ottenere informazioni circa l’alimentazione e qualsiasi altra storia del falco, poiché queste note potranno rilevarsi fondamentali per la diagnosi. (6) L’anamnesi si verte su un questionario da rivolgere al proprietario del rapace mentre ancora il falco e’ incappucciato sul pugno o e’ contenuto nel trasportino. (7) Questionario del Dubai Falcon Hospital: Provenienza del rapace? Ragione della visita e problema attuale? Durata del problema? Tipo di cibo? E’ stato somministrata preda abbattuta con armi da fuoco? Il falco e’ riluttante ad ingerire o mangiucchia a piccoli bocconi? Altri falchi con lo stesso problema? Hai notato cambiamenti nella voce del falco? Hai notato cambiamenti nel carattere? E stato visitato da altri veterinari ? Qual’e’ il suo alloggio? Cambiamenti nell’appetito? Qual’e’ la sua performance nel volo? Le feci sono normali? Per risparmiare tempo ognuna di queste domande ha risposte già codificate per cui il falconiere deve solo selezionare la casella corrispondente. Osservazione del paziente L'osservazione del falco prima di eseguire l'esame fisico e' indispensabile. Non e' possibile cominciare l'osservazione nel mezzo di una normale clinica per piccoli animali poiché il falco sentirà la presenza di un cane o di un gatto come quella di un predatore e questo aumenterà lo stress della visita. (7) La maggior parte dei falchi addestrati arriverà già con adeguato cappuccio e "geti" (lacci di cuoio che assicurano le zampe contro tentativi di fuga) . Per i falchi che arrivano nel trasportino sarà cura del veterinario procurarsi cappucci e geti di varie misure per i vari tipi di rapaci. I manufatti in pelle per la falconeria "made in Italy" sono famosi nel mondo e facilmente reperibili. 5 Gli uccelli selvatici in genere e i falchi in particolare possiedono un enorme capacità di nascondere segni di malattia fino al punto in cui e' impossibile non manifestare malessere. Questa e' una strategia di sopravvivenza in quanto l'apparenza del segno di malattia rende l'animale selvatico a rischio di predazione. (8) Devi osservare il falco attentamente: annota il tipo e la frequenza degli atti respiratori, la posizione delle ali, se il piumaggio e’ arruffato o aderente, la postura sui 2 arti, la velocità di reazione allo stress. La frequenza respiratoria di un falco a riposo e' da 11 a 28 atti al minuto. Lo stress test può servire per determinare intolleranza allo sforzo. La condizione del piumaggio va valutata attentamente controllando le primarie eventualmente danneggiate. Lo stato di idratazione e' stimato elevando una plica cutanea a livello delle dita del falco. Le condizioni fisiche e il peso del falco sono in genere direttamente correlate per cui un uccello in buone condizioni ha un peso corporeo adeguato per la sua specie e per il suo sesso (il maschio e' circa un terzo più piccolo della femmina). Il peso corporeo e' controllato mediante apposita bilancia con trespolo mentre le condizioni corporee sono valutate tramite palpazione manuale dei muscoli pettorali. E' questo il momento di effettuare anche l'esame delle feci che e' semplice e procura molte informazioni. In clinica a volte bisogna aspettare che il falco deponga le feci su superficie non contaminata, falchi incappucciati di solito sono stimolati appena viene rimosso il cappuccio poiché lo stress di ritrovarsi in ambiente non familiare stimola l'escrezione. Se ciò non avviene bisogna depositare alcune gocce di acqua tramite una siringa direttamente nella bocca del rapace. (8) Contenimento ed esame fisico L’esame fisico non può essere condotto senza un adeguato contenimento dell’animale. Il paziente rapace può essere molto più difficile da contenere rispetto a un cane o a un gatto ed un’esatta tecnica e’ essenziale perché il contenimento sia un episodio senza stress per veterinario, assistente ed animale. Qualsiasi cosa richiesta per l’esame fisico e la raccolta di campioni dovrebbe essere preparato prima di manipolare l'animale. Ricorda che i falchi sono particolarmente suscettibili allo stress e i falchi malati lo sono ancora di più. L'esame fisico andrebbe eseguito in maniera più rapida possibile e in quasi tutti i casi e preferibile anestetizzare l'animale. Logicamente va valutato il rischio dell'anestesia rispetto al solo contenimento manuale del falco. (9). In Dubai Falcon Hospital usiamo indurre l'anestesia con una miscela di Ketamina (3 mg /kg) e medetomidina (0,06 mg/kg) e mantenere quindi l'anestesia tramite isoflorano somministrato via maschera facciale. Nello stadio dell’esame fisico nulla può essere trascurato poiché potrebbe risultare difficile se non impossibile riaddormentare o ricontenere di nuovo l’animale. Per non tralasciare nulla e' importante adottare una routine 'step by step': il miglior approccio e' una logica progressione dalla testa alla coda. Prima di iniziare l’esame e' meglio prestare attenzione al tipo e alla frequenza respiratoria per assicurarsi che il paziente non sia in pericolo di vita durante l'esame fisico. Nella regione della testa osserviamo gli occhi, le orecchie, le narici, il becco, la bocca e l'orofaringe. Gli occhi devono apparire non infiammati e simmetrici. Le narici vanno esaminate per eventuali detriti o sierosità. La cheratina del becco deve essere liscia e senza crack o deviazioni. La lingua, la glottide e l'orofaringe vanno osservati per eventuali masse, placche o aeree infiammatorie. Il collo va palpato per stimare il gozzo e la presenza di eventuali corpi estranei. Per l'esame dei sistemi cardiovascolare e respiratorio ricorriamo all'auscultazione. Auscultazione dei polmoni, sacchi aerei e cuore prevede porre lo stetoscopio sia sul lato dorsale che su quello ventrale dell'uccello. Normalmente non sono udibili suoni respiratori 6 poiché il tessuto polmonare non si espande attivamente. Il battito cardiaco e' facilmente udibile su entrambi i lati e il suo rate e' intorno ai 350 battiti al minuto. La palpazione dell'addome e' particolarmente difficile poiché l'area addominale e' stretta e gli organi sono situati profondamente: risulta importante specialmente nei casi di ascite o di epatomegalia. Le ali andrebbero esaminate separatamente per ogni evidenza di fratture o lussazioni, umettare con alcool le piume aiuta per evidenziare traumi dei tessuti molli. Un’ala leggermente abbassata rispetto all'altra può indicare rottura del tendine del muscolo sopracoricoideo.(10) Le zampe vanno estese per evidenziare asimmetrie ed e' fondamentale esaminare con buona luce e aiuto di occhiali ingrandenti la superficie palmare dei piedi per non trascurare la presenza di primi stadi di pododermatite, relativamente frequente nei falchi mantenuti in cattività. Ultimo doveroso sguardo alla condizione di tutto il piumaggio e specialmente alle condizioni delle remiganti primarie e secondarie e alle penne della coda: ricorda che si può anche ottenere un’eccellente guarigione dell'animale ma, se hai trascurato una primaria danneggiata, quel falco non volerà mai nemmeno discretamente. Per veterinari impegnati nella medicina dei rapaci può risultare utile diventare familiari con le tecniche di imping (riparazione di penne primarie, secondarie e della coda mediante innesti). Esami diagnostici L’esame fisico dei rapaci risulta più veloce di quello dei mammiferi ma di solito procura meno informazioni e quasi sempre non e’ diagnostico. Per raccogliere ulteriori informazioni e’ essenziale tutta la rete degli esami diagnostici da compiere sull’animale ancora manualmente contenuto e che prevede esame radiografico nelle due proiezioni, esame ematologico e profilo biochimico, prelievo di campione dalla mucosa esofagea, esami citologici e colturali, esami microbiologici, esami tossicologici. Inoltre, nell’esperienza del nostro ospedale, molte volte risulta indispensabile l’esame endoscopico a livello dei sacchi aerei. Radiografie correttamente posizionate sono imperative per una corretta interpretazione. Se lo sterno e le vertebre non sono perfettamente sovrapposti nella posizione ventrodorsale, se le ali non sono estese simmetricamente e le zampe non sono estese al massimo avrai difficoltà a valutare polmoni, sacchi aerei e fegato. Nella proiezione laterale, la tendenza e' quella di ruotare eccessivamente l'uccello abbassando entrambe le ali a livello del tavolo. Questo non permette allo sterno di essere parallelo all'asse del tavolo radiologico e rende l'interpretazione degli organi addominali falsata. (11) Il sangue dovrebbe essere prelevato per l'esame emocromocitometrico e per il profilo biochimico. La venipuntura può essere effettuata dalla vena mediale metatarsale, dalla brachiale o dalla cutanea ulnare superficiale e infine dalla vena giugulare destra. Il prelievo dall'ala va effettuato solo in paziente in anestesia per la tendenza a sanguinare dopo il prelievo e per i molteplici rischi di ematoma, lacerazione della vena e anche fratture dovute o improprio contenimento. (6) L'esame ematologico nei pazienti aviari e' uno dei punti più importanti nel pannello diagnostico. Forse non esiste altro singolo test che procura tante informazioni circa lo stato di salute del soggetto. (12) Il profilo leucocitario varia tra le varie specie di falchi e la valutazione del leucogramma include la morfologia dei leucociti e la classificazione dei vari tipi. Gli eterofili tossici possono indicare setticemia, infezioni virali o fungine. (13) 7 Il profilo biochimico negli uccelli e' di difficile valutazione poiché i risultati sono influenzati da molti fattori: i dati più consistenti derivano da Proteine totali, AST, acidi biliari e acido urico. Altri esami collaterali come l’esame delle feci e l’esame delle urine dovrebbero già essere stati eseguiti e quindi avrai già in mano i risultati. Gli esami parassitologici includono esame microscopico diretto e dopo flottazione delle feci ed inoltre esame diretto e dopo colorazione del campione dalla mucosa del gozzo. Le indicazioni per l'esame delle urine sono poliuria e anomala apparenza delle reni all'esame radiografico. Per eseguire il campionamento devi aspirare con siringa la parte liquida e trasparente delle escrezioni evitando contaminazioni da feci ed urati. L'esame endoscopico con endoscopio rigido 2,7 mm e' diventata parte integrante dell'esame diagnostico dato il grande numero di informazioni e per la possibilità non solo di visione diretta ma anche di campioni bioptici da vari organi come fegato, milza , reni e tessuto polmonare. Logicamente l'abilita' del veterinario deve essere supportata da esami citologici, colturali e istopatologia da parte di laboratori sensibilizzati. Comunque l'esame endoscopico e ' quasi sempre diagnostico ed assolutamente essenziale per diagnosticare gli stadi precoci di aspergillosi, quando la malattia fungina riserva la prognosi più favorevole. Conclusioni La raccolta dell’anamnesi e’ essenziale per la visita clinica del rapace. Viene consigliato di preparare un questionario da sottoporre al falconiere. L’osservazione attenta del rapace e la raccolta di feci e urine deve precedere la fase di contenimento del falco. L’esame fisico deve essere eseguito metodicamente e deve obbligatoriamente essere integrato dalla rete degli esami collaterali diagnostici. Bibliografia 1)Echols S, (1999), Collecting diagnostics samples in avian patients, Vet Clin North Am Exot Anim Pract, 621-649 2)Remple D, Gross C, ( 1998), Falconry and birds of prey in the Gulf, Motivate Publishing, Dubai, 7-9 3)Cooper J.E (2001), Birds of prey-health and disease, Blakwell Publishing, Oxford 1-8 4)Jones M.P, (2004), Raptor nutrition, Western Veterinary conference proceedings, 459-462 5)Harris D.J, (2001), Avian Restraint and Physical Exam, Atlantic Coast Vet Conference, 28-32 6)Tell A, (2004), Performing a Physical examination, Blood Sample Collection, and Quarantine Evaluation of Avian Patients, Western Vet Conf 7)Forbes N.A, (1996), Manual of Raptors, Pigeons and Waterfowl, BSAVA ,Gloucestershire, 2123 8)Heindenreich M,( 1997), Birds of Prey Medicine and Management, Blackwell Science,Oxford, 72-75 9)Bennet R. A (2002), Avian Clinical and Diagnostic Techiques, Atlantic Coast Vet Conf, 56-59 10)Coles B.H. (1997), Avian Medicine and Surgery,II ed., Blackwell Science, Oxford, 26-43 11)Lightfoot T.L.,(2001), Hospital Precautions and Procedures to Avoid Disaster in Avian Medicine, Atlantic Coast Vet Conf, 113-115 12)Harris D.J., (2003), Essential Avian Laboratory Testing, Western Veterinary Conference 13)Rupley A. E., (2002), Diagnostic Specimen Sampling in Birds, Western Veterinary Conference 8 Enterotossemia da Clostridium perfrigens Antonio Di Somma Med. Vet., dir. Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti Sommario Negli ultimi anni vi e’ stato un gran dibattito sulla patogenicità del Clostridium Perfrigens (precedente nome; Clostridium Welchi) nella medicina dei rapaci. La pericolosità del C. perfrigens e’ considerata dai vari ricercatori in maniera completamente differente. Per Gerlach e’ un normale commensale del tratto digerente dei rapaci, dei fagiani e di tutti gli uccelli che hanno 2 ciechi ben sviluppati. Per Hendereicht e Isenbugel e’ un colonizzatore che provoca enterite mortale e gangrena gassosa a livello muscolare dopo ferita penetrante. Illustri ricercatori che si occupano di falchi come Coles, Forbes, Samour e Cooper non lo citano nemmeno come causa di malattia nei falchi. Per Wernery in “ Raptor Biomedicine” e’ un pericoloso patogeno opportunista, responsabile di un numero alto di morti improvvise e apparentemente senza motivo nei rapaci. Ma allora dov’e’ la verità? Patogenesi Le Clostridiosi sono malattie provocate da batteri del genere Clostridium che sono batteri bastoncellari, gram positivi, anaerobici e produttori di spore. Le malattie più frequenti negli uccelli sono provocate da Clostridium perfrigens e botulinum. Le malattie da Clostridi sono una minaccia costante per quasi tutte le specie aviarie e anche in molti mammiferi. I Clostridi sono organismi produttori di tossine e da queste dipende la loro patogenicità. Il Clostridium Perfrigens e’ comune nel terreno e anche nel tratto intestinale di molti animali ( compreso l’uomo) e causa malattie solo in particolari condizioni. Il carattere ubiquitario dei Clostridi rende la loro eradicazione virtualmente impossibile e per il controllo della malattia si rende obbligatoria la profilassi curando l’igiene della carne offerta come cibo e cercando di evitare tutti i fenomeni stressanti che possono danneggiare il già delicato sistema immunitario dei falchi. I falconieri spesso congelano grandi quantità di cibo per i falchi che vengono scongelate e utilizzate al momento del bisogno. Se il processo di congelamento e’ lento si sviluppano le condizioni ideali per la moltiplicazione batterica. Ancora più pericolosa e’ la pratica dello scongelamento in acqua calda che diventa un brodo colturale per il Clostridium. Segni clinici Clostridium perfrigens può essere responsabile di entrotossemia con enterite necrotica, di dermatomiosite con gangrena gassosa e inoltre può essere contaminante e colonizzare le pododermatiti ( intrattabili casi di bumblefoot). L’enterossemia acuta e subacuta , come anche l’enterite emorragica, sono dovute a Clostridium perfrigens dei tipi A e B. Gli animali colpiti possono morire anche entro una sola ora dall’inizio dei segni clinici. Nella forma iperacuta viene notata solo severa depressione e morte nell’arco di poche ore. Nella forma acuta il falco e’ anoressico, depresso e rigurgita qualsiasi cibo gli venga somministrato . Le feci sono prima diarroiche per poi diventare emorragiche e fortemente maleodoranti. Il quadro sintomatologico non e’ patognomonico e’ può essere ricollegato a vari tipi di malattie acute. Diagnosi Data l’importanza di una diagnosi precoce si utilizza il risultato del Gram stain su materiale fecale e il corteo sintomatologico per iniziare la terapia antibiotica e di supporto. Il 9 ritrovamento di grandi quantità batteri bastoncellari gram-positivi e’ comunque di relativo valore diagnostico poiché vengono ritrovati anche in feci di falchi asintomatici. All’esame macroscopico post mortem si noterà enterite emorragica,cardiomegalia ed epatomegalia. I campioni post mortem devono includere materiale intestinale da animali morti da poche ore poiché i clostridi sono precoci invasori dei cadaveri e il loro ritrovamento tardivo non ha valore diagnostico. La diagnosi di enterotossiemia da Clotridiosi e’ data dall’identificazione di tossine clostridiche nel duodeno degli animali. Il Clostridium può essere coltivato anche da materiale fecale di animale in vita ma il suo ritrovamento non ha un grande significato in quanto e’ normale commensale della flora intestinale. La corretta procedura diagnostica consiste quindi in coltura anaerobica, antibiogramma e test per la tossina ( la più patogena e’ l’alfatossina lecitinasi). Terapia L’enterotossemia clostridica e’ spesso diagnosticata troppo tardi e il falco muore prima del possibile trattamento. Comunque la terapia antibiotica con amossicillina e tetracicline può essere efficace. In supporto alla terapia antibiotica anche la terapia reidratante per via endovenosa o intraossea ed in aggiunta adsorbenti intestinali . E’ riportato che l’uso di antisiero iperimmune di origine bovina può essere utilizzato con discreto successo. Profilassi E’ importante stare attenti alla pratica dello scongelamento della carne ed evitare assolutamente di scongelare la carne in acqua calda dove si verificano le condizioni ideali per il moltiplicarsi del Clostridium perfrigens. Spesso le teste di pollo e i colli di pollo sono contaminati da sangue, muco e rigurgito dallo stomaco. Questi prodotti dovrebbero essere accuratamente sciacquati in acqua fredda prima e dopo il processo di congelamento. Esiste un vaccino inattivato prodotto in Germania ( Enterovac) da ripetere ogni anno. E’ prodotto da 4 differenti ceppi di Clostridium perfrigens. Conclusioni Il Clostridium perfrigens e’ un patogeno opportunista che vive nell’apparato digerente dei falchi. L’enterotossemia ( molte volte dal quadro iperacuto e fatale) avviene quando, per un qualsiasi motivo, si rompe il delicato equilibrio e si riduce la resistenza dell’ospite . Le tossine prodotte dal Clostridium in moltiplicazione vengono allora assorbite attraverso la mucosa intestinale e causano la mortale enterossemia. 10 Tricomoniasi in falchi da alte prestazioni Antonio Di Somma Maddalena Garlinzoni Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti La Tricomoniasi e’ la più comune fra le malattie che colpiscono i rapaci. L’obiettivo di questo studio e’ stato di stabilire la prevalenza di falchi per uso sportivo che sono affetti da Trichomonas negli Emirati Arabi. Il tasso di infezione nei colombi, naturali portatori e serbatoi della malattia, e’ stato investigato in quanto questi animali giocano un ruolo importante nell’addestramento e nell’alimentazione dei rapaci. Nel periodo fra Settembre 2000 e Marzo 2002 , un totale di 2654 falchi sono stati esaminati al Dubai Falcon Hospital. 85 sono stati i rapaci risultati positivi per Trichomonas gallinae (percentuale di positività del 3,1%). Per stabilire la prevalenza della malattia nei colombi, ne sono stati esaminati 3 gruppi, tutti usati per l’addestramento dei falchi. La percentuale di colombi positivi per Trichomonas e’ stata più alta di quella rilevata da un precedente lavoro di Bailey negli Emirati arabi (1997). Il range di animali positivi dei tre gruppi e’ risultato fra il 52% e il 99%. Nei falchi il trattamento con Carnidazolo (25 mg/kg per una volta) e’ stato meno efficace di quello con Dimetridazolo (50/70 mg/kg per 5 giorni). Nei colombi il trattamento con Carnidazolo (per 1 o 2 giorni) e’ risultato non risolutivo mentre dopo la terapia con Dimetridazolo (20 g in 30 litri di acqua da bere) tutti gli uccelli erano negativi. Considerazioni di questo studio: l’aumentata consapevolezza dei falconieri e l’uso di carni alternative hanno ridotto le percentuali di falchi affetti da Tricomoniasi. Il Dimetridazolo e’ veramente efficace e sicuro nei falchi nonché essenziale per il trattamento dei colombi. Materiali e metodi. Presso il Dubai Falcon Hospital sono stati esaminati 2654 falchi durante il periodo fra Settembre 2000 e marzo 2002. Percentuali di falchi inseriti in questo studio: 38% pellegrini (Falco peregrinus), 20% sacri (Falco cherrug), 8% girfalchi (Falco rusticolus), 19% ibridi girfalco/pellegrino, 13% ibridi girfalco/sacro , 2% altre specie. Alcuni di questi falchi sono stati presentati per routinarie vaccinazioni e sverminazioni mentre altri presentavano segni clinici di malattia. Tutti i falchi esaminati sono stato testati per il Trichomonas. I campioni per la ricerca sono stati raccolti dall’orofaringe e dal gozzo mediante tamponi umidi. Per umidificare i campioni e’ stato preferito il ringer lattato. Il range di protozoi mobili identificati e’ andato da 1 a 65 per campo microscopico (100X). In vetrini ben preparati abbiamo verificato che i protozoi cominciavano a non esibire più movimenti dopo 20 minuti e risultavano tutti morti quando il vetrino si essiccava (circa 65 minuti dalla raccolta). Questo fa pensare che in ambiente umido (acqua da bere) il parassita possa sopravvivere molte ore anche in assenza del suo ospite. Tricomoniasi in falchi Su 2654 falchi testati, 85 (percentuale del 3%) sono risultati positivi per Trichomonas gallinae. Su questo numero di uccelli positivi 29 (34%) erano stati presentati in ospedale per 11 segni clinici riferibili alla malattia mentre 58 ( 66%) raggiungevano la nostra struttura per vaccinazioni di routine. La distribuzione della malattia e’ stata uniforme fra le varie specie. I segni clinici riferiti sono stati generici : vomito, anoressia, scarsa performance nel volo, riduzione del peso corporeo, debolezza. Solo in 6 uccelli sono state ritrovate larghe placche caseose nell’orofaringe. Tutti questi ultimi 6 falchi presentavano problemi nell’ingoiare il cibo e la terapia, oltreché medica, e’ stata anche chirurgica con attenta rimozione delle placche. Trattamento medico: i falchi positivi sono stati divisi in 2 gruppi. 72 falchi sono trattati con Carnidazolo (25 mg/kg per una sola volta) e 13 sono stati quelli trattati con Dimetridazolo (50/70 mg/kg per 5 giorni). Tutti gli uccelli trattati con Dimetridazolo sono stati ritestati nei giorni successivi al trattamento e sono risultati negativi dopo solo 2 giorni di terapia. Del gruppo dei falchi trattati con Carnidazolo ne sono stati ritestati 20 soggetti dopo breve termine e uno di questi risultava ancora positivo. Lo stesso soggetto appariva positivo dopo altri 2 trattamenti con Carnidazolo e 1 ciclo di metronidazolo (50 mg/kg per 5 giorni). Lo stesso falco e’ risultato invece negativo dopo il trattamento con Dimetridazolo (70 mg/kg per 5 giorni). Tutti i falchi hanno sopportato bene i trattamenti ed i sintomi (se la Tricomoniasi era l’unico problema) sono scomparsi. Tricomoniasi nei colombi In Marzo 2002 abbiamo controllato 3 differenti gruppi di colombi per determinare la percentuale di colombi infetti. Tutti gli animali testati appartenevano a falconieri che li utilizzavano per addestramento dei falchi. Colombi viaggiatori da un centro di allevamento che opera in isolamento: 95.8% positive su un totale di 310 uccelli esaminati. Colombi non viaggiatori da Dubai: 26 positivi su un totale di 49 esaminati (51%). Colombi viaggiatori acquistati in Iraq: 49 positivi su un totale di 50 esaminati (98%). Questi risultati concordano con lo studio di Bailey in U.A.E del 1997 che denotava un minor tasso di infezione da Trichomonas in uccelli catturati recentemente, comunque le nostre percentuali di positività sono significativamente più alte. Per controllare l’efficacia del trattamento sono stati selezionati colombi di 3 mesi di età dal primo gruppo (allevamento chiuso). Tutti gli uccelli selezionati non presentavano lesioni visibili, tutti però erano positivi per Trichomonas, presentavano ottimo stato di salute generale e non avevano lesioni da Pox nelle parassitosi intestinali. I colombi sono stati divisi in 4 gruppi: I gruppo: trattamento con Dimetridazolo (Emtryl )666 mg per litro di acqua da bere per 7 giorni. II gruppo:trattamento con Carnidazolo (1 compressa di Spatrix per un giorno). III gruppo: trattamento con Carnidazolo (1 compressa di Spartrix per 2 giorni consecutivi ). IV gruppo: gruppo di controllo, nessun trattamento. Tutti i 4 gruppi sono stati confinati in voliere isolate e l’acqua veniva cambiata 2 volte al giorno. Dopo 8 giorni tutti gli uccelli trattati con Dimetridazolo risultavano negativi mentre 16 erano quelli positivi nel II gruppo (Carnidazolo per un giorno) e 3 quelli positivi del III gruppo (Carnidazolo per 2 giorni). Tutti gli uccelli del IV gruppo risultavano invece ancora positivi. Da notare che i colombi del I gruppo erano negativi già dopo 3 giorni di trattamento con Dimetridazolo. Alla fine del mese di Marzo 2002 abbiamo trattato circa 5000 colombi del medesimo centro di allevamento. Dopo 5 giorni di trattamento 31 giovani colombi presentavano i segni 12 neurologici tipici della tossicità relativi al trattamento con Dimetridazolo ma tutti sono migliorati quando abbiamo sospeso il farmaco. Conclusioni I colombi che sono utilizzati per l’addestramento dei falchi in Dubai presentano un’alta prevalenza di positività per Trichomonas gallinae.Tuttavia i falchi da noi controllati hanno manifestato una minor prevalenza della malattia rispetto agli studi in Medio Oriente di Bailey e Samour (1997). La consapevolezza dei falconieri circa la trasmissione della malattia e’ migliorata grazie al lavoro degli staff dei vari Falcon Hospital. Siamo personalmente testimoni che molti gruppi di falconieri evitano ormai di cibare i falchi con i colombi. Richiamano e addestrano i rapaci con “ logori” inanimati. Il trattamento con Carnidazolo e’ stato generalmente efficace nei falchi ma uno di questi ha manifestato resistenza al farmaco dopo 3 trattamenti. Il trattamento con Dimetridazolo e’ stato efficace nei rapaci dopo soli 2 giorni di terapia. Per il trattamento profilattico nei colombi il Dimetridazolo e’ da ritenere abbastanza sicuro se somministrato in periodi non troppo caldi. Diagnosi precoce e trattamento dei positivi, asintomatici soggetti sono requisiti fondamentali per evitare il propagarsi della malattia nei falchi. Ulteriori studi sono in programma per rilevare la naturale resistenza nei falchi e per determinare la patogenicità dei differenti ceppi di Trichomonas. 13 Facciamo il punto su: l’Aspergillosi nei falchi Antonio Di Somma Med. Vet., dir. Dubai Falcon Hospital, Dubai, Emirati Arabi Uniti Le infezioni fungine rimangono una causa di significativa mortalità per tutto il mondo animale, nonostante le più recenti ricerche e l’emergenza di nuovi agenti antifungini. L’Aspergillosi aviare e’ un’opportunistica infezione che occorre in animali immunocompromessi o quando questi vengono a contatto con un grande numero di spore fungine. L’Aspergillosi e’ anche la più comune delle malattie negli uccelli selvatici mantenuti in cattività. L’Aspergillosi può occorrere in tutte le specie aviari ma ci sono alcuni falchi marcatamente più predisposti come girfalchi, astori, giovani poiane codarossa e aquile reali. Fra le cause predisponenti vanno annoverate la scarsa ventilazione dei locali, lo stress legato alle manipolazioni per la falconeria (abbassamento del peso corporeo) ed il caldo-umido (specialmente per girfalchi). Aspergillus fumigatus e’ l’agente eziologico più comune ma anche A. flavus, A. niger e A. terreus sono frequentemente isolati. Il trattamento più efficace e’ nelle infezioni localizzate o diagnosticate precocemente mentre casi più gravi sono considerati al di là di ogni possibile terapia con mortalità che si avvicina al 100/100. Segni clinici I segni clinici sono vari e dipendono dalla gravità della malattia. Possiamo includere perdita di peso, inappetenza, dispnea, stridore inspiratorio, ridotta performance nel volo, tachipnea. Possibile notare anche piumaggio arruffato e, nei casi più gravi, anoressia e biliverdinuria. Sono discretamente frequenti gravi casi di infezioni dei seni paranasali che causano ostruzioni degli stessi e finanche osteolisi. Diagnosi La diagnosi non e’ mai semplice poiché tali sintomi respiratori possono essere comuni anche ad altre patologie come la Micobatteriosi e la Clamidofilosi. I problemi ematologici comprendono leucocitosi, eterofilia, monocitosi e la presenza di eterofili tossici e linfociti reattivi. Possibile anche l’elevazione degli enzimi epatici. Un quadro ematico normale comunque non esclude la presenza della malattia. Le anomalie radiologiche includono opacità nei sacchi aerei e ispessimento della trama bronchiale ma non sono patognomoniche e quasi sempre tardive rispetto all’insorgenza della malattia. La diagnosi definitiva e’ sempre affidata all’endoscopia dei sacchi aerei con l’evidenziazione di placche coalescenti e granulomi. Il conseguente esame citologico e colturale dei tessuti prelevati per biopsia e’ basilare per la diagnosi. Le alterazioni del quadro elettroforetico non sono specifiche e possono essere specialmente utili per monitorare il decorso piuttosto che per la prima diagnosi. Infezioni acute mostrano aumento delle proteine totali e delle betaglobuline mentre quelle croniche mostrano un aumento delle gammaglobuline a volte unito all’aumento anche delle betaglobuline. La titolazione dell’antigene galattomannano, diffusa nella medicina umana, ha dato risultati inattendibili in altro studio effettuato nel nostro ospedale. Spesso la diagnosi clinica si basa su più esami collaterali piuttosto che su un unico risultato, tanto e’ vero che anche la coltura da reperto bioptico di una colonia di Aspergillus può insorgere per contaminazione ambientale ed e’quindi finanche questa da vedere nel contesto generale diagnostico. 14 Trattamento La diagnosi di Aspergillosi dovrebbe essere sempre confermata dato che il trattamento prevede la somministrazione a medio - lungo termine di farmaci costosi e anche potenzialmente tossici. Il trattamento si dimostra più efficace se la somministrazione sistemica (usando Itraconazolo o Voriconazolo) e’ accompagnata da nebulizzazione e applicazione del principio attivo sulle lesioni in corso di endoscopia. A volte e’ necessaria l’asportazione chirurgica delle lesioni. Anni fa la mia struttura ha iniziato un approccio terapeutico con il Voriconazolo che e’attualmente considerato la terapia di scelta dell’Aspergillosi anche in altre specie aviari. Il Voriconazolo e’ un triazol-derivato di seconda generazione derivato dall’evoluzione in laboratorio del Fluconazolo. E’ commercializzato in composizioni per via endovenosa e in compresse da 50 e 200 mg. Da noi viene utilizzato attualmente alla dose di 12,5 mg/kg BID o di 18 mg/kg SID. Il Voriconazolo e’ preparato sciogliendo le compresse da 200 mg in 20 ml di soluzione salina e conservando la soluzione non utilizzata in frigorifero. La terapia con Voriconazolo ha un costo di circa un euro al giorno per un falco di 800 grammi (pellegrina). Nei falchi il Voriconazolo e’ ben tollerato ai dosaggi terapeutici anche quando viene la terapia generale e’ abbinata a quella locale e alla nebulizzazione. Negli ultimi mesi il mio ospedale sta mettendo a punto un protocollo per la somministrazione del Posaconazolo nei falchi. Il Posaconazolo (Noxafil-Shering) e un nuovo potente triazol derivato che e’ un risultato dell’evoluzione in laboratorio della molecola dell’Itraconazolo ed e’ commercializzato dall’anno 2007 per pazienti umani affetti da Aspergillosi e refrattari al trattamento con Amfotericina o Itraconazolo. Il Posaconazolo inibisce la sintesi dell’ergosterolo che e’ un componente essenziale della membrana fungina inibendone la crescita. Il suo meccanismo di azione e’ fondamentalmente lo stesso degli altri triazol derivati ma il suo effetto inibitore e’ significantemente maggiore. Il Posaconazolo e’ attivo anche per la terapia e la prevenzione di altre specie fungine come Scedosporium, Candida e Histoplasma. In studi in vitro effettuati da circa un anno su colture fungine da falchi il Posaconazolo ha avuto un’azione sempre uguale o superiore all’Itraconazolo e in alcuni casi superiore anche a quella del Voriconazolo. Questi risultati di MIC 90 si allineano perfettamente a quelli effettuati in studi su casi di Aspergillosi umani. Il prodotto e’ commercializzato in soluzione orale alla concentrazione di 40 mg/ml ed ha un costo molto elevato (terapia costa 4 euro giornalieri per kg di peso di falco). Abbiamo utilizzato il Posaconazolo alla dose di 12.5 mg/kg BID in falchi con sicura diagnosi di Aspergillosi e non abbiamo rilevato nessuno degli effetti indesiderati elencati per pazienti umani. Il prodotto e’ sempre stato utilizzato per somministrazione tramite siringa e tubo metallico direttamente nel gozzo al mattino mentre veniva somministrato nel cibo (inoculazione in quaglia eviscerata) alla sera. Abbiamo sviluppato questo protocollo per evitare lo stress all’animale di essere incappucciato e contenuto per 2 volte al giorno. Dopo la somministrazione al mattino e’ stato offerto del cibo. Finora le endoscopie di controllo (ancora in corso) si sono mostrate soddisfacenti ma il tasso di successo e’ risultato uguale o inferiore rispetto a quello del Voriconazolo. Gli aggiornamenti saranno dati durante la comunicazione orale in quanto lo studio e’ ancora in corso. 15