CONCETTA DE FALCO AUTRICE DI “…E MASTICAI LA VITA”
PROTAGONISTA A NEAPOLISANIT CON GLI STUDENTI DEL
DIAZ DI OTTAVIANO DELLA GIORNATA SUI DISTURBI DEI
COMPORTAMENTI ALIMENTARI.
Nell’ ambito del Progetto Alternanza Scuola Lavoro si è tenuta presso il
centro NeapoliSanit una giornata dedicata alle tematiche legate al
disturbi dei comportamenti alimentari, a cui hanno preso parte gli alunni
del liceo Armando Diaz di Ottaviano, che hanno incontrato Concetta De
Falco, autrice del libro “ …. E masticai la vita Dall’ assenza al vuoto
fertile”per la collana Psicologia di Editrice Domenicana Italiana.
De Falco, laureata in lettere ha insegnato italiano nelle scuole medie e superiori e per un
periodo anche all’ estero come docente per stranieri. Impegnata a vario titolo nell’
assistenza agli immigrati e nel volontariato, si cimenta per la prima volta come scrittrice
con un libro che parte da un’ esperienza vissuta in prima persona, in cui si racconta per
condividerla con tutti coloro che hanno difficoltà a rapportarsi con se stessi. Un lavoro
quanto mai attuale, in particolare per i quei ragazzi e soprattutto quelle ragazze, che si
ritrovano nel tunnel dell’ anoressia o della bulimia, di chi si sente escluso, di chi si lascia
andare o è lasciato andare. Di chi , per richiamarsi al titolo del libro, si è fatto masticare
dalla vita e dalla vita si è sentito mangiato, di chi di quella sofferenza si è sentito vittima,
ma che potrà poi avere la forza per comprendere che è sempre possibile ritrovare in se,
un atteggiamento maturo riguardo alla propria travagliata storia e decidere quindi che non
è più tempo di lasciarsi mettere in ginocchio, di non piegarsi dinanzi al destino e ad uno
stato ritenuto sino ad allora immodificabile.
Il vissuto emotivo, affettivo e relazionale emerge di petto con tutto il suo bagaglio di
sofferenza, solitudine, fallimenti per poi ripartire lungo il viaggio della rinascita. «Il mio
viaggio è iniziato- scrive De Falco- con un treno... Finalmente mi sono attaccata al treno
giusto, per ricominciare il viaggio della mia vita, e allora ho cominciato a stare meglio, a
stare nella mia vita, a guardarla con i miei occhi, e non con quelli degli occhiali deformanti
dell'immagine che mi ero costruita per non soffrire, ma che mi impediva di amare e quindi
di vivere...».
Un viaggio che ha appassionato e coinvolto non poco gli alunni del liceo Armando Diaz,
come ci ha spiegato Adriana De Falco,una delle insegnanti del liceo, che ha potuto
constatare sul campo mediante il test di gradimento come gli alunni si siano sentiti
partecipi, grazie a questa sorta di esperienza-racconto, di problemi che investono
fortemente il loro vissuto e di come abbiano apprezzato le attività del progetto Alternanza
scuola lavoro di NeapoliSanit. Una delle studentesse che ha partecipato al progetto ha
invece così commentato l’ esperienza con Concetta De Falco: “Un’esperienza sicuramente
molto positiva che ci ha fatto comprendere molte cose, che ci fatto capire come la nostra
forza interiore sia un elemento fondamentale per poter ritrovarsi con se e con gli altri e che
comunque dobbiamo sempre tenere vivo, presente, il valore assoluto che ha la nostra
vita”.
Il confronto con gli studenti ha colpito favorevolmente la stessa autrice di “E masticai la
vita”. “ I ragazzi - ci ha infatti dichiarato - hanno reagito molto bene, hanno mostrato
grande interesse, che ha sorpreso anche me, che quasi non mi aspettavo, credo perché
quando parli con schiettezza e sincerità delle cose, delle esperienze vissute, quando vai
direttamente al punto senza girarvi troppo intorno, le reazioni stesse sono poi altrettanto
forti ed immediate. Di conseguenza è stata un’ esperienza molto emozionante per me, ma
da quello che ho percepito, anche per loro”.
Ma come è nata l’ idea di scrivere “E masticai la vita”?
“In realtà- risponde De Falco- l’ idea di scrivere il libro non è mia, mi è stata proposta da
una persona in particolare che mi ha invogliato a farlo e, senza quella forte spinta,
probabilmente non l’ avrei mai fatto. Ho deciso quindi di cimentarmi nell’ esperienza, un
po’ per mettere una distanza da certi eventi ormai relegati al passato, ma anche per poter
dare una testimonianza ed essere quindi in qualche modo una sorta di riferimento per chi
può ritrovarsi a dover convivere con problematiche simili .
In particolare quali punti credi possano toccare quelle corde all’interno della mente,
del cuore, della coscienza, del vissuto di un ragazzo che si ritrova prigioniero di se
stesso, e che di conseguenza ha difficoltà ad esprimerlo e quindi a relazionarsi con
gli altri.
“ Penso che attraverso la lettura del libro -ribatte De Falco- si possa giungere ad accettare
il disagio che può nascere quando non ci si sente adeguati a certe aspettative che altri ci
danno, ma anche noi stessi. E questo in sintesi il messaggio stesso del libro, ovvero quel
sentirsi inadeguati, che va al di là del disturbo alimentare che può esserci o meno. Un
problema che è soprattutto di natura relazionale e sociale, poiché nasce dal fatto che ci
creiamo delle aspettative su noi stessi e rispetto all’ idea che gli altri avrebbero di noi di cui
magari non siamo neanche consapevoli”.
Quando c’è un problema del genere, come si trova la forza di chiedere aiuto e a chi.
E se non si riesce a comunicare questa forza, chi deve capire, non sottovalutare,
che hai bisogno di uscire da un tunnel.
“Bella domanda questa: In primo luogo- sostiene la scrittrice di Somma Vesuviana - chi
dovrebbe capire è chi ti sta più vicino, familiari, amici, la scuola, tutta la rete dei tuoi
rapporti, però anche quando questo non accade, è importante dare dignità a questa
sofferenza, non vergognarsene e quindi anche essere in grado da soli di poter appoggiarsi
a qualcuno e poter chiedere aiuto. In fondo soprattutto per questo ho deciso di scrivere il
libro e di parlarne con gli studenti quest’oggi”.