economia e territorio L L'IMMAGINE REGIONALE FRA MARKETING DEL TURISMO E MARKETING TERRITORIALE a pianificazione territoriale richiede in misura sempre maggiore, in virtuÁ di una crescita esponenziale di complessitaÁ delle trame regionali 1, competenze interdisciplinari sempre piuÁ integrate. In parallelo alla necessitaÁ di una programmazione consapevole della varietaÁ delle componenti in gioco, l'opera di promozione dell'immagine territoriale assume un ruolo sempre piuÁ importante per la tenuta stessa del modello concettuale e della vivacitaÁ operativa della regione. Con `immagine territoriale' si intende l'immagine ± quasi il `volto' pubblico e percepibile ± che, attraverso vari canali comunicativi, una regione presenta. Questo ritratto della regione eÁ messo a fuoco all'interno di strategie attive di promozione (campagne informative degli enti pubblici, materiale illustrativo delle attivitaÁ istituzionali, educazione scolastica, ecc.) e allo stesso tempo attraverso ricadute di attivitaÁ di istituzioni esterne (programmi televisivi, articoli su riviste, materiale di promozione turistica, ecc.). Nella gestione di una realtaÁ territoriale eÁ entrata in gioco una necessaria azione di public relations tesa ad aumentare la `visibilitaÁ' di una regione e la sua `riconoscibilitaÁ'. Alla formazione di tale immagine territoriale contribuisce una serie di attori di diversa natura, schematicamente raggruppabili in quattro categorie: a. gli enti pubblici che, attraverso propaganda diretta e indiretta, comunicano un'immagine della regione legata al suo assetto e alla sua efficienza istituzionali, assegnando denotazioni e connotazioni nelle aree di loro competenza; b. gli enti di promozione turistica, che elaborano campagne per la valorizzazione del patrimonio naturalistico, architettonico, artistico, contribuendo a costruire un'immagine appetibile di richiamo; c. gli enti pubblici e privati che si occupano dell'attrazione di investimenti, di capitali e di attivitaÁ produttive, commerciali e di ricerca, che operano cioeÁ nel crescente settore del marketing territoriale; d. i mass media (di diversa natura, dalla stampa alla televisone, dalla pubblicistica di settore a LOMBARDIA NORD-OVEST Nella pianificazione territoriale si sta rivelando sempre piuÁ determinante, sotto il profilo concettuale e operativo, la promozione dell'immagine di una determinata regione. La disciplina geografica, in virtuÁ della sua tradizione di studio del territorio, del paesaggio e delle loro implicazioni antropiche, si rivela preziosa sia per l'analisi dei meccanismi utilizzati dall'industria del turismo e dal marketing territoriale sia, in un'ottica interdisciplinare, per il rilancio turistico di aree come la Lombardia nord-occidentale. Davide Papotti 27 3/2001 Nelle immagini proposte dalla `Toscana Film Commission' e dalla `Film Commission Torino Piemonte' si colgono due esempi di promozione dell'immagine regionale e urbana in relazione all'attrazione di attivitaÁ cinematografica, con conseguenti, positive ricadute per la visibilitaÁ turistica. Internet), sia quelli legati all'informazione di cronaca che quelli votati all'informazione specialistica. Se da un lato un profondo rinnovamento sta coinvolgendo, anche in ambito italiano, il pensiero politico relativo al concetto di regione (Coppola, 1997; Grillotti di Giacomo, 1997), dall'altro lato eÁ proprio la progressiva complessitaÁ delle forme di comunicazione che rende sempre piuÁ imponente il processo di immaginazione, come notato giaÁ dagli studiosi in relazione all'immagine turistica: ``Naturalmente le fonti dell'informazione, nella societaÁ d'oggi, sono molteplici e, nel campo specifico del turismo, oltre a quelle, ormai classiche, delle guide turistiche (o pubblicazioni ad esse assimilabili) e delle speciali carte turistiche, si affiancano la pubblicitaÁ, che talvolta contribuisce alla formazione di mappe mentali diverse da quelle reali, e la stessa telematica'' (Innocenti, 2000, p. 48). L'immagine territoriale acquista sempre maggiore importanza in un processo di crescente competizione, fra aree regionali, per l'attrazione di risorse (siano esse attivitaÁ economiche o flussi turistici). Essa viene a configurarsi come un `biglietto da visita' del territorio, fatto di formule definitorie facilmente memorizzabili, di immagini comodamente riconoscibili, di marchi che tendono a rappresentare sinteticamente l'allure del territorio, selezionata e manipolata a seconda del target di riferimento, del pubblico di destinatari di volta in volta individuato. In questo modo il territorio regionale viene a essere sottoposto a una vera e propria `mercificazione'. Tale processo di riduzione della complessitaÁ territoriale alla dimensione di un oggetto economico pubblicizzabile e vendibile non si esprime solo attraverso l'assestato mercato delle proprietaÁ immobiliari, ne solamente attraverso l'ottica di computo fiscale dei catasti, ne ancora solo attraverso l'applicazione di criteri valutativi econometrici fondati sull'analisi di dati statistici. Quello che viene definito space packaging, l'`impacchettamento dello spazio', si fonda piuttosto sul piuÁ immateriale intreccio delle immagini territoriali, sui `volti' che vengono assegnati a differenti contesti geografici (aree metropolitane, province, regioni) in varie e differenti sedi di promozione. Lo stratificarsi di differenti strategie promozionali legate a diverse finalitaÁ puoÁ portare alla compresenza di plurime immagini territoriali relative alla stessa area (Ashworth-Goodall, 1988). Le diverse immagini proposte possono essere del tutto o in parte in competizione fra di loro e portare a una percezione conflittuale della medesima area territoriale. Il coordinamento d'immagine eÁ una componente importante per il successo e la credibilitaÁ delle strategie adotta- Si utilizza qui il termine `regione' con il significato, strettamente funzionale al discorso, di territorio accomunato dalla presenza di alcuni caratteri di affinitaÁ e ruotante intorno ad alcuni elementi (istituzionali o de facto) di polarizzazione. Il termine non eÁ dunque impiegato in so- vrapposizione piena e obbligata con la realtaÁ amministrativa corrispondente. Per una recente disamina del concetto geografico di regione, osservato anche attraverso l'evoluzione storica del termine, si veda Grillotti di Giacomo, 1997. 1 3/2001 28 LOMBARDIA NORD-OVEST te. La compenetrazione fra enfasi diversificate su vari aspetti e potenzialitaÁ del territorio deve mantenersi nei limiti di una complementaritaÁ che eviti il piuÁ possibile aree di contrasto e di contraddizione. L'inevitabile selezione sottesa alla creazione di questi marchi territoriali regionali apre le porte al rischio che il geografo John Urry (1995) definisce the consumption of space, il consumo dello spazio. L'utilizzo di una certa immagine territoriale provoca il `consumo' di alcune componenti territoriali a scapito di altre; come il modo specifico che ciascuno possiede nel camminare lascia una precisa impronta nel consumo della suola delle scarpe, cosõÁ il modo di procedere di un organismo territoriale produce speculari `consumi territoriali'. L'attenzione ai processi di elaborazione e di affinamento delle immagini territoriali rientra dunque fra le nuove sfide e frontiere conoscitive della geografia, che puoÁ giovarsi con profitto degli strumenti interpretativi offerti dal marketing turistico e dal marketing territoriale. controllo dei prezzi, alla formazione professionale, ecc.), ora fra le iniziative prese da privati singoli o associati'' (Innocenti, 2000, p. 62). Milman e Pizam (1995) hanno definito l'immagine nel campo del marketing turistico individuandone tre componenti principali: a. il prodotto (all'interno del quale vanno compresi il prezzo, le attrazioni, il carattere di esclusivitaÁ, il fascino di eleganza, ecc.); b. il personale (che comprende in generale il comportamento dei lavoratori del settore turismo con i quali il cliente viene a contatto, e che quindi include guide, operatori degli alberghi e dei ristoranti, accompagnatori, personale dei mezzi di viaggio, ecc.); c. l'ambiente, cioeÁ l'insieme delle caratteristiche propriamente geografiche della localitaÁ, da quelle naturali (quantitaÁ di verde, salubritaÁ dell'aria, ecc.) a quelle contingenti (andamento climatico e atmosferico), da quelle antropiche (usi, costumi, tradizioni) a quelle infrastrutturali (alberghi, campeggi, ostelli, ristoranti, musei, ecc.). Il nucleo di maggiore interesse per gli studi geografici risiede ovviamente nella terza catego- L'IMMAGINE TERRITORIALE E IL MARKETING TURISTICO Il marketing turistico ha natura intermedia fra il marketing dei servizi (in quanto si propone di vendere, all'interno di un pacchetto integrato o singolarmente, servizi di natura turistica quali ospitalitaÁ, ristorazione, guida, informazioni) e il marketing del prodotto (in quanto si propone di vendere, se non proprio il territorio in seÂ, almeno la sua immagine, intesa come un vero e proprio prodotto) (Peroni, 1998). In altra prospettiva, il marketing turistico si profila come un marketing misto anche dal punto di vista istituzionale, in quanto esso coinvolge sia agenti privati che agenti pubblici: ``Nella fase di organizzazione del viaggio, il potenziale turista puoÁ trarre informazioni utili, oltre che dalle guide e dalle carte turistiche, dalla pubblicitaÁ, che si puoÁ rivelare, a seconda dei casi, piuÁ o meno efficace, inquadrandosi ora tra gli strumenti di promozione o addirittura di politica turistica attivati dagli enti pubblici (assieme al LOMBARDIA NORD-OVEST 29 3/2001 Un esempio di immagine turistica dell'area varesina: il lago di Monate e, sullo sfondo, Cadrezzate. La provincia eÁ particolarmente ricca di laghi, interessanti sia sotto il profilo ambientale e paesaggistico sia per le varie attivitaÁ sportive che vi si possono praticare, dal canottaggio alla vela, al windsurf (foto Antonio Bandirali). ria: la parte di immagine che chiama in causa direttamente il fattore di percezione dell'ambiente, sia nelle sue fattezze naturali che in quelle antropiche. Le immagini di maggior successo sono quelle ad altissima riconoscibilitaÁ, meglio se corroborate da un carattere indiscutibile di unicitaÁ 2. In tale prospettiva l'attivitaÁ turistica comporta una buona dose di autoreferenzialitaÁ, nel senso che parte del soddisfacimento del turista risiede nella possibilitaÁ offertagli di riconoscere dal vivo cioÁ che gli eÁ stato promesso in fase promozionale e di convincimento (Ashworth-Goodall, 1988). Le figurazioni efficaci del turismo mondiale sono immagini storicamente consolidate 3. Il turismo tende a `far piovere sul bagnato' 4, nel senso che il successo tende a instaurare un circolo virtuoso (o vizioso, a seconda dei punti di vista): piuÁ una meÂta ha successo, piuÁ attrae persone, piuÁ ottiene successo, e cosõÁ via. Una parallela classificazione delle componenti dell'immagine turistica eÁ presentata da Fregonese e MuscaraÁ, che distinguono tre ``fattori diversi e interagenti'': i ``dati oggettivi della realtaÁ geografica, concreti, quantificabili, tratti da informazioni, letture, atlanti, carte, ecc.''; i ``fattori soggettivi, che derivano dall'individuo, sia come persona, con i suoi bisogni, le sue motivazioni, i suoi atteggiamenti, sia come componente di un gruppo sociale, con il suo ruolo da rappresentare e da declinare''; i ``fattori derivanti dalle proposte, dalle suggestioni, dalle comunicazioni, dai mass media'' (1995, p. 99). Se la classificazione di Milman e Pizam eÁ concentrata sul prodotto turistico, quella del geografo e della psicologa italiani eÁ maggiormente concentrata sul contesto. Tale ottica da un lato si sofferma sui fattori che rendono il messaggio promozionale customer-oriented, attento cioeÁ alle specificitaÁ del mercato cui si rivolge, e dall'altro tende a storicizzarlo, cioeÁ a inserirlo in tendenze comunicative e mode promozionali che hanno un preciso ciclo di vita (periodo pioniere di proposta innovativa, consolidamento di mercato, senescenza e decadimento di efficacia). La rinnovata attenzione degli operatori turistici nei confronti dell'immagine territoriale va letta anche all'interno della necessitaÁ, stimolata dalla crescita di consapevolezza della domanda, di fornire un'offerta sempre piuÁ sofisticata (Vertullo, 1996). Il contesto entro il quale il fattore geografico si trova a essere applicato nelle operazioni di marketing eÁ sempre piuÁ competitivo e sempre piuÁ esigente. L'industria turistica, che mantiene tassi di crescita superiori a quelli della maggior parte degli altri comparti produttivi, eÁ chiamata a svolgere un ruolo quantitativamente e insieme qualitativamente sempre piuÁ rilevante: ``Oggi, tuttavia, non eÁ piuÁ sufficiente offrire un pacchetto turistico standard; i clienti vogliono scegliere tra diversi pacchetti, vogliono che essi siano adattati ai loro desideri e ai loro biso- La mancanza di unicitaÁ ± cioeÁ la mancanza di elementi turistici che possano essere definiti come esclusivi e caratterizzanti di una specifica meta ± rappresenta una forte pregiudiziale per la promozione dell'attivitaÁ turistica (Judd, 1995). 3 Come sottolineano Lawton e Page commentando la tripartizione di Milman e Pizam, per quanto riguarda l'ambito urbano ``le cittaÁ che trovano facile proiettare un'immagine turistica sono caratterizzate da paesaggi urbani (cityscapes) memorabili, o da icone quali la torre Eiffel a Parigi, l'Opera di Sidney o la Statua della libertaÁ di New York'' (1997, p. 127) 4 A simile metafora interpretativa rimanda il volume L'acqua scende a valle (Cammelli, 1998), interessante saggio autobiografico che riporta riflessioni teoriche congiunte a esperienze pratiche di lavoro. 2 3/2001 30 LOMBARDIA NORD-OVEST gni e, cosa ancora piuÁ importante, la domanda stagnante ha cambiato un mercato dominato dal venditore in un mercato dominato dal compratore'' (Oppermann, 1997, p. 2). Essere capaci di andare al di laÁ del `pacchetto turistico standard' significa anche rinnovare l'immagine turistica dei territori, renderla piuÁ flessibile e adattarla alle esigenti aspettative di un pubblico i cui gusti evolvono in continuazione. Seguendo la scalaritaÁ delle segmentazioni di mercato, si possono indagare le differenze nelle caratteristiche di un'immagine turistica ove si confrontino insieme piuÁ livelli: dal locale al regionale, al nazionale, fino all'internazionale. Questo vale nei due versi della medesima direzione: l'immagine territoriale di un'area a destinazione turistica puoÁ concentrarsi sul dettaglio locale, puntare su una localitaÁ precisa e fondarsi quasi esclusivamente su di essa. Oppure puoÁ mirare a un'immagine regionale, qualora il marchio sia giaÁ affermato e diffuso o comunque conveniente da adottare. Oppure ancora all'immagine nazionale, agganciandosi ai parametri associati al contesto globale dello stato (la marca-Italia con le sue connotazioni internazionali) (Floch, 1997). L'incontro fra diverse scale di indagine, come sostenuto da alcuni autori (Pearce 1987, 1990, 1992, 1997; Mathieson, 1985) risulta importante per capire le complesse interrelazioni del fenomeno, e le reciproche influenze che lo possono caratterizzare. La scala di intervento rappresenta d'altronde un problema di definizione primario anche nel settore della progettazione territoriale e del governo istituzionale del territorio 5. L'importanza delle strategie di marketing turistico non risiede solamente nella capacitaÁ di attrazione a distanza in una fase preliminare di vendita del prodotto. Proprio perche in grado di condizionare le aspettative relative al viaggio, l'immagine di marketing tende a influenzare i comportamenti dei turisti durante lo stesso svolgimento della vacanza (Laws, 1995). Intervenendo sulle scelte di ricreazione degli utenti, l'immagine di marketing eÁ percioÁ indirettamente in grado di incidere sulle dotazioni infrastrutturali e sullo sviluppo delle attivitaÁ nella localitaÁ turistica. In un certo senso, e subordinatamente a un equilibrio bilanciato fra creazione di aspettative e loro soddisfacimento, il marketing turistico non si limita a rilevare e amplificare le potenzialitaÁ giaÁ presenti in loco, 5 Fregonese e MuscaraÁ identificano nello scarso coordinamento delle diverse scale territoriali una delle chiavi delle difficoltaÁ progettuali nel contesto italiano: ``Per altro verso, si tratta di dare strumenti e contenuti precisi a quelle politiche locali che finora si sono spesso concretate in disordinate quando non anche concorrenti e in ogni caso poco efficaci iniziative di tipo municipalistico. Del resto, con l'istituzione delle regioni, l'intera materia torna oggetto di riflessione mentre l'avvio dei programmi regionali in materia turistica potraÁ diventare l'occasione per quell'incontro con la politica urbanistica che non ha trovato ancora attuazione ne a scala nazionale ne a scala locale'' (1995, p. 189). LOMBARDIA NORD-OVEST 31 3/2001 Lungo la cosiddetta `sponda magra' del lago Maggiore, turisticamente meno sfruttata e nota del versante piemontese, Laveno rappresenta con il suo golfo la localitaÁ di maggior traffico commerciale e turistico grazie alle strutture del porto, che si propone come un'immagine geografica dotata di un forte potere di attrazione (foto Antonio Bandirali). di formazione e la manipolazione delle immagini territoriali utilizzate nell'industria del turismo: ``Al suo cuore, l'industria turistica `vende' immagini della geografia di diverse parti del mondo. Se il marketing turistico vuole essere efficace nel soddisfare le aspettative degli operatori e insieme dei loro clienti, la comprensione della geografia dei luoghi che la gente vuole visitare o pubblicizzare deve essere una componente fondamentale del suo sistema'' (Bertazzon-Crouch-Draper-Waters, 1997, p. 36). ma a sua volta tende a crearle, o almeno, a selezionarle e potenziarle. Il gradiente di informazione geografica contenuto negli strumenti di promozione turistica assume inoltre una notevole importanza nella formazione del feel for the place, del `sentimento del luogo', cioeÁ quella complessa rete di immagini mentali, impressioni dirette o mediate, conoscenze derivate dai mass-media, stereotipi individuali o collettivi che definiscono nell'animo dei potenziali turisti una determinata regione (Boyer-Viallon, 2000; Cogno-Dall'Ara, 1999). Appare abbastanza ovvio che l'ottica di studio del geografo non coincide in toto con le categorie sintetiche e `di marca' che interessano il potenziale turista: ``Le risorse che il turismo vende, siano esse utilizzate dagli operatori turistici che `vendono vacanze' o siano esse racchiuse e descritte in una `guida turistica', non coincidono con le risorse ambientali o con i paesaggi cosõÁ come vengono scientificamente descritte dai geografi'' (Fregonese-MuscaraÁ, 1995, p. 98). L'attuale amplissima disponibilitaÁ di informazioni di natura latamente geografica su carta stampata, alla televisione e in rete sposta l'ago della bilancia sul processo di affinamento dell'immagine, conduce cioeÁ a mettere in secondo piano la necessitaÁ informativa a favore della strategia di convincimento (Innocenti, 2000, pp. 63-64). Se ogni pacchetto turistico appoggia la sua appetibilitaÁ e il suo fascino di richiamo su un'immagine territoriale, quest'ultima deve essere comprensibile e facilmente riconoscibile, deve cioeÁ affondare in un comune `vocabolario iconografico' geografico. Il marketing turistico eÁ in questo senso strettamente correlato al livello di educazione geografica della societaÁ, e si inserisce in un complesso meccanismo di fattori in gioco che coinvolge l'editoria e la pubblicistica legate al settore turistico, alla stampa e all'educazione scolastica. La geografia sembra la disciplina piuÁ indicata, in virtuÁ della sua lunga tradizione di riflessione sui temi del territorio, del paesaggio, del senso di appartenenza, del radicamento spaziale, a studiare i meccanismi 3/2001 IL MARKETING TERRITORIALE L'avanzato processo di semplificazione e ottimizzazione delle immagini identitarie dei luoghi eÁ correlato a una rinnovata attenzione degli studiosi del marketing alle tematiche territoriali, legate non solo alla funzione turistica, ma anche alla capacitaÁ di attrazione di attivitaÁ economiche e di capitali. I fattori decisionali che stanno alla base degli investimenti non seguono piuÁ solamente criteri di pura convenienza economica, ma coinvolgono anche un gradiente di `disponibilitaÁ territoriale'. Tale quoziente di apertura non riguarda solo la presenza di una dotazione di spazi liberi da destinare a sede di industrie e di uffici, ma anche un'apertura immateriale verso le sempre crescenti esigenze di qualitaÁ della vita. Il marketing territoriale non eÁ piuÁ interessato solamente alla promozione di convenienze localizzative basate su criteri fiscali, di legislazione economica, di disponibilitaÁ di manodopera, di incentivazioni ± cioeÁ sui parametri classici sui quali si sono sviluppate le agenzie ad esso preposte (Paradiso, 1998) ±, ma anche all'immagine territoriale globale, alla percezione collettiva del `successo' o dell'`insuccesso', dell'appetibilitaÁ o dell'inappetibilitaÁ di uno spazio geografico (Bellini, 2000). Le strategie di marketing territoriale, di conseguenza, non si esauriscono nella sola sfera economica. Il marketing territoriale eÁ costretto quindi ad affondare le proprie radici in una visione complessa e integrata del territorio: ``[...] nella realtaÁ operativa la strategia competi32 LOMBARDIA NORD-OVEST marketing turistico rappresenta un settore specialistico e finalizzato: ``Il turismo eÁ intimamente connesso al processo di marketing dei luoghi per il modo in cui esso viene spesso utilizzato come un fulcro per il rilancio, la rivitalizzazione e le strategie di promozione regionali. Il turismo eÁ all'apparenza quasi universalmente considerato dai governi come uno dei maggiori meccanismi per attrarre investimenti, creare occupazione, e promuovere la crescita economica regionale'' (Hall, 1997, p. 63) 6. Il processo di formazione di un'immagine per il marketing territoriale eÁ essenzialmente un processo di selezione. All'interno del multiforme spettro di anime caratterizzanti un territorio ± le sue caratteristiche morfologiche, i suoi valori paesaggistici, i suoi aspetti demografici, il suo tessuto economico, le sue caratteristiche sociali, le sue inclinazioni culturali ± viene scelta una serie di elementi `bandiera' che possano risultare, per vari motivi, di particolare attrazione per attori esterni, e che possano es- tiva posta in essere da un'area geografica poggia su tre pilastri: a) la dimensione economica; b) la dimensione ambientale; c) la dimensione dell'appartenenza'' (Caroli, 1999, p. 33). I valori di attrazione non si basano solamente sui vantaggi competitivi per l'avviamento di attivitaÁ produttive o di servizi, ma anche sulla qualitaÁ ambientale del territorio, sul senso di identitaÁ della collettivitaÁ, sulla coesione regionale, sulla vivibilitaÁ generale dell'area. La costruzione di immagini di attrazione nel marketing territoriale si avvicina, in alcune delle sue componenti, al tipo di messaggio lanciato da una campagna di marketing turistico. Alcuni fattori che possono potenzialmente attrarre una multinazionale a impiantare un nuovo impianto di produzione in una determinata area (qualitaÁ dell'ambiente, appetibilitaÁ residenziale della zona, efficienza della rete dei trasporti, ecc.) possono sovrapporsi, almeno in parte, alle motivazioni che portano un turista a trascorrere le sue vacanze nella medesima zona. Vi sono aree di incastro in cui confluiscono immagini prodotte dal marketing turistico e strategie di marketing territoriale. Nella prospettiva piuÁ sintetica e allargata del marketing territoriale (la valorizzazione di un territorio a 360 gradi) il LOMBARDIA NORD-OVEST Il rapporto fra turismo e rivitalizzazione generale dell'economia e della vivacitaÁ socio-culturale di una regione eÁ stato un tema assai discusso fra i geografi (WilliamsShaw, 1988; Hall D., 1991; Hall M., 1994). 6 33 3/2001 Uno dei `marchi' forti dell'immagine storico-artistica del Varesotto eÁ il suggestivo eremo di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno, edificato su una rupe a picco sulle acque del Verbano e raggiungibile anche dal lago (foto Antonio Bandirali). 66). Queste tre parole riassumono bene il punto di incontro interdisciplinare fra geografia e marketing: se `investibilitaÁ' riassume bene la qualitaÁ che il marketing territoriale si propone di sviluppare, e `visitabilitaÁ' esprime con efficacia il fulcro dell'impegno di promozione turistica, la voce sintetica di `vivibilitaÁ' sembra essere uno stimolante campo di studi per la geografia contemporanea, che puoÁ ritrovare una rinnovata funzione nello studio del ruolo del territorio nel tema centrale della qualitaÁ della vita. In quest'ottica la dimensione spaziale assume quattro possibili valenze metaforiche (Hall M., 1997): il luogo come carattere; il luogo come un ambiente stabile; il luogo come fornitore di servizi; il luogo come divertimento e ricreazione. La complessitaÁ dell'immagine territoriale che deriva da questa concezione delinea un de- sere compatibili con la percezione che gli abitanti del luogo hanno di se stessi e del proprio stile di vita: ``La promozione di un'immagineluogo diviene una questione di mercificazione del luogo stesso svolta attraverso una rigorosa selezione dalle sue molte caratteristiche'' (Madsen, 1992, p. 633). Proprio per la complessitaÁ dei valori in gioco, il marketing territoriale eÁ qualcosa di piuÁ di una semplice operazione di pubblicizzazione. Questo eÁ avvertibile anche nel tipo di concezione che gli operatori del settore hanno del proprio lavoro, che consiste nell'``adattare il `prodotto', cioeÁ il luogo, affinche esso appaia piuÁ desiderabile al `mercato''' (Holcomb, 1993, p. 134). Le qualitaÁ che bisogna potenziare attraverso il marketing territoriale, secondo Hall, sono tre: ``vivibilitaÁ, investibilitaÁ e visitabilitaÁ'' (1997, p. 3/2001 34 LOMBARDIA NORD-OVEST spaziale di territorio eÁ soprattutto correlato a fenomeni endogeni di sfruttamento. La competizione per l'uso del suolo avviene dunque fra attori interni, rinviando a una posizione marginale o strettamente concentrata in alcune localitaÁ ad alto valore simbolico (i centri storici, i punti panoramici, i piccoli centri d'arte) i fenomeni esogeni di fruizione turistica. La situazione trova un correlativo d'immagine nella diffusione del ritratto della regione ± e in particolar modo dell'area milanese e del pedemonte ± come territorio a fortissima vitalitaÁ economica (Lanzani, 1996; Mainardi, 1998). Nel panorama delle immagini regionali appare prevalente il ruolo trainante del settore economico, con conseguente compressione della visibilitaÁ turistica. Le immagini tradizionali della Lombardia centro-settentrionale sono consolidatissime per quanto riguarda la produttivitaÁ commerciale, industriale e terziaria, e si prestano a una funzione di attrazione legata al marketing territoriale, ma concedono meno spazio al marketing turistico. La radicata tradizione di una funzione turistica storicamente precoce, consolidatasi alla fine dell'Ottocento (la necessitaÁ di ricreazione e di rigenerazione dall'atmosfera della cittaÁ, correlata all'avvento di una borghesia commerciale e imprenditoriale) 7, se da un lato ha segnato una prima zonizzazione turistica della regione (che privilegiava gli assi direzionali dei flussi turistici in uscita dalla cittaÁ verso le aree pedemontane e montane), dall'altro ha costruito i presupposti per una precoce obsolescenza del sistema. In virtuÁ del progressivo aumento della mobilitaÁ e dello stesso raggio d'azione e di spostamento del turista, le mete di riferimento sono state individuate in un'area esterna alla regione, e il ruolo della Lombardia nel mondo del turismo si eÁ sempre di piuÁ sbilanciato sul versante dell'outgoing, del turismo in `uscita', rispetto al turismo di incoming, cioeÁ `in entrata'. Il divario tra una forte immagine territoriale e una sem- licato equilibrio fra componenti materiali e componenti immateriali e mentali e fa comprendere come il problema del rilancio e della rivitalizzazione dei luoghi non possa essere legato solamente alle funzioni e alle categorie economiche. Le strategie di marketing territoriale non rappresentano solamente un livello superficiale di `pubblicitaÁ' del territorio, un momento non strutturale di promozione, ma possono costituire la sede e l'occasione per un ripensamento delle ottiche stesse di progettazione territoriale. Come afferma Fretter, il marketing territoriale ``richiede un approccio orientato alla domanda piuttosto che l'approccio guidato dall'offerta tipico della tradizionale progettazione urbanistica. Come tale, esige un approccio piuÁ flessibile ai piani di sviluppo. Soprattutto, richiede la ricerca attiva del desiderabile piuttosto che la prevenzione reattiva dell'indesiderato'' (1993, p. 165). Quest'ultimo punto sembra cogliere tutte le potenzialitaÁ concettuali del marketing territoriale, che potrebbe altrimenti venire tacciato di essere una superficiale vernice di trucco per nascondere la mancanza di progettualitaÁ piuÁ fondate e normative. Il passaggio dalla reactive prevention of the undesirable alla pro-active pursuit of the desirable implica anche una capacitaÁ critica di ascolto di quelle che sono le potenzialitaÁ di un territorio, la volontaÁ e l'abilitaÁ di individuare radicate linee di sviluppo che coniughino sviluppo economico e immagine culturale e turistica di una regione. Á ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA REALTA DELLA LOMBARDIA NORD-OCCIDENTALE Conservando in filigrana l'inquadramento teorico e concettuale sinteticamente delineato fin qui, si vorrebbero ora proporre alcune griglie di lettura per la realtaÁ lombarda, con particolare attenzione nei confronti delle province nordoccidentali e uno sguardo ai recenti avvenimenti di cronaca. Nella realtaÁ fortemente antropizzata e industrializzata della regione lombarda il consumo LOMBARDIA NORD-OVEST Sul caso del Varesotto si rimanda allo studio di Brusa, 1979. 7 35 3/2001 Un esemplare caso di immagine turistica composta da uno scenario ambientale panoramico e insieme da un percorso devozionale costruito dall'uomo: da quasi quattro secoli il Sacro Monte di Varese rappresenta una delle maggiori testimonianze artistiche e spirituali della Lombardia. Inconfondibili e notissime sono dunque diventate le immagini della Via sacra delle cappelle e, alla sommitaÁ, del borgo di Santa Maria, qui in uno scorcio ripreso dal portico dell'XI cappella della Resurrezione (foto Antonio Pontiggia, da S. Colombo, Carissima Varese..., Varese, Edizioni Lativa, 1998). pre piuÁ debole immagine turistica ha segnato il ruolo minoritario del turismo di ricreazione, a fronte di uno sviluppo di tutto rilievo delle forme di turismo maggiormente correlate all'immagine di marketing territoriale (turismo d'affari e congressuale). La mobilitaÁ e la flessibilitaÁ del mondo turistico rendono sempre piuÁ complesso il quadro del turismo e invitano a delineare future evoluzioni. Lo studio del marketing territoriale e turistico, e anche qui eÁ primario il ruolo del dibattito geografico sul tema, si deve oggi inscrivere all'interno della ridefinizione del sapere territoriale indotta dai caratteri della contemporaneitaÁ: ``Il marketing dei luoghi dovrebbe essere considerato in relazione alle idee di globalizzazione, di flessibilitaÁ economica, di postmoderno, di ereditaÁ, di identitaÁ e delle cangianti trame di produzione e di consumo'' (Hall M., 1997, p. 62). La genesi e lo sviluppo degli studi di marketing dei luoghi sono da leggersi in concomitanza all'avvento del postmoderno come categoria interpretativa all'interno delle scienze sociali (Holcomb, 1993). La progressiva visualizzazione dell'immagine turistica (Miossec, 1977) che connota l'attivitaÁ turistica eÁ affiancata da un processo di artificializzazione che corrobora il carattere effimero delle immagini e delle strutture turistiche. I processi di virtualizzazione dell'attivitaÁ turistica (Minca, 1996) ridanno centralitaÁ ai nuclei di attrazione urbana. Nel caso di Milano, le affluenze di massa a un evento fieristico come la Borsa internazionale del turismo (Bit) confermano il ruolo primario svolto dalle attivitaÁ di promozione e pubblicizzazione degli spazi turistici, avvenimenti che da strumenti organizzativi e di coordinamento dell'offerta stanno diventando, almeno in parte, finalitaÁ turistiche esse stesse. Sempre di piuÁ il turismo si compone di auto-rappresentazioni e, per ottimizzare i tempi di fruizione e le modalitaÁ di utilizzo, si sta moltiplicando la costruzione di spazi turistici artificiali. La presenza di un'area metropolitana quale quella milanese potrebbe creare un indotto turistico per questo nuovo tipo di strutture (parchi tematici, musei della memoria, luoghi `disneyficati', luoghi turistici della nostalgia cosõÁ come definiti da Claudio Minca nel suo Spazi effimeri, 1996 e descritti da Marc Auge per l'area metropolitana parigina, 1997). I recenti tragici eventi terroristici che hanno segnato profondamente la psicologia sociale in ogni parte del mondo hanno rilevanti effetti sul turismo, in due direzioni. Da una parte essi hanno colpito direttamente l'immaginario turistico proprio perche rivolti contro simboli (le torri gemelle del World Trade Center a New York e il Pentagono di Washington D.C.) che erano insieme marchi di primaria importanza per l'immagine nazionale (in quanto segni del successo economico, dell'avanzamento tecnologico, della sicurezza difensiva), ma anche, nel caso dei grattacieli newyorkesi, luoghi turistici essi stessi. Gli ultimi piani di una delle torri erano infatti attrezzati come balcone panoramico (skydeck) sul lower Manhattan. Nella prospettiva di duplicazione artificiale degli spazi turistici, le decine di migliaia di turisti che visitavano questa postazione panoramica potevano accedere a una piccola sala cinematografica per seguire un filmato girato da una telecamera montata su un elicottero in volo tra i grattacieli di Manhattan. La sensazione di essere realmente a bordo del velivolo era suggerita, oltre che dalla consapevolezza di essere a 400 metri di altezza dal suolo, dal fatto che i sedili del cinema fossero montati su una speciale piattaforma che si inclinava seguendo e simulando le evoluzioni dell'elicottero. Il secondo piano sul quale gli eventi americani hanno toccato l'immaginario turistico eÁ il fatto che gli attentati sono stati compiuti utilizzando aerei di linea, mezzo di spostamento che rappresenta uno degli strumenti privilegiati di mobilitaÁ turistica. Insieme dunque sono stati colpiti i mezzi e una meÂta di turismo, e in questo modo gli scenari turistici sono entrati a far parte ex abrupto, con tragica immediatezza, dei crimescapes, i paesaggi della criminalitaÁ, come definiti da Mark Monmonier (1997). Il mondo turistico diventa cioeÁ un protagonista delle LOMBARDIA NORD-OVEST 37 3/2001 L'ottocentesca Villa Ponti a Varese, sede del Centro congressi della Camera di Commercio varesina, coniuga prestigio architettonico-ambientale del complesso e moderna funzionalitaÁ dei servizi congressuali, uno dei settori turistici piuÁ importanti della Lombardia (foto Antonio Bandirali). nelle quali l'area nord-occidentale della regione Lombardia ha giaÁ individuato da tempo potenziali risorse di sviluppo per il settore. Proprio in relazione alla crisi delle compagnie aeree eÁ da segnalare la difficoltaÁ in cui si dibatte la fino a poco tempo fa assodatissima e radicatissima immagine territoriale della Confederazione elvetica, che ha dovuto affrontare successivi e iterati attacchi ai suoi caratteri di efficienza e di sicurezza: prima lo stop a tutti i voli della compagnia aerea di bandiera, la Swissair, poi la strage perpetrata da uno squilibrato nella sede di un'assemblea cantonale e infine il recentissimo (24 ottobre) disastro sull'asse autostradale del San Gottardo. Eventi catastrofici che, colpendo l'immagine tradizionalmente rassicurante dell'area contigua al settore nordoccidentale della regione lombarda, proiettano ``emerging cartographies of danger'', sempre secondo la definizione di Monmonier (1997, pp. 286-296). Le conseguenze di questi eventi sul settore turistico, al di laÁ degli immediati crolli delle prenotazioni turistiche e delle evidenti difficoltaÁ delle compagnie aeree, sono da calcolare sul lungo periodo e anche sul versante dell'immagine territoriale. Nella possibile ri-zonizzazione delle mete turistiche che ne conseguiraÁ potrebbe riapparire il valore di contiguitaÁ dell'area di destinazione (rivalorizzando quindi aree adiacenti alle grandi regioni metropolitane e raggiungibili via treno o automobile) e insieme il potere di attrazione di forme turistiche `morbide' e psicologicamente tranquillizzanti quali l'agriturismo, il turismo verde, il turismo dei centri minori, il turismo lacuale, tutte categorie 3/2001 38 LOMBARDIA NORD-OVEST rio) puoÁ essere di notevole aiuto all'elaborazione di strategie di marketing turistico e di marketing territoriale e alla loro `congruitaÁ culturale' (la loro capacitaÁ di appoggiarsi a valori territoriali effettivamente operanti nella storia di un paese e non semplicemente di facciata o addirittura imposti per strategie di vendita). EÁ auspicabile dunque, pur all'interno di una visione pragmatica dei valori economici in gioco, investire in una rinnovata enfasi sull'elemento umano: ``una localitaÁ non eÁ solamente uno spazio nel quale lavorare per una paga. [Vi sono] spazi ai quali le persone sono rimaste profondamente attaccate. Queste localitaÁ sono spazi che sono arrivati a possedere significati sociali radicati e condivisi per le persone, significati e valori che hanno un'influenza su tutti gli aspetti delle loro vite e che aiutano a dar forma al chi queste persone sono in virtuÁ del dove esse si trovano'' (Hudson, 1988, pp. 493-494). In questa prospettiva puoÁ essere assegnato un importante ruolo educativo al sapere geografico che, grazie alla capacitaÁ sintetica e alla dimensione pluralistica connaturate alla disciplina, puoÁ fornire gli strumenti concettuali e operativi per non dimenticare nessuno dei fattori in gioco quando si parla di spazio e di territorio. ombre sulla mobilitaÁ delle persone e delle merci nella zona. Per riprendere i termini sopra delineati da Fretter, nel mondo turistico si rischia un arretramento che riporti alla reactive prevention of the undesirable; slittamento psicologico e operativo che potrebbe ridurre la quantitaÁ e l'intensitaÁ della mobilitaÁ turistica, sia su scala nazionale che su scala internazionale. In questo scenario ritorna ad assumere importanza centrale il senso residenziale degli abitanti, il radicamento territoriale che puoÁ restituire energia all'immagine geografica degli spazi. Uno dei problemi piuÁ delicati nella messa a fuoco e nella divulgazione di un'immagine territoriale per l'utilizzo di marketing risiede infatti nel rapporto con l'immagine percepita dagli abitanti, quella che sta alla base del senso di appartenenza di una comunitaÁ (Laws, 1995). Il bagaglio concettuale offerto dalla geografia della percezione (che puoÁ essere utile per la comprensione dei meccanismi individuali e collettivi di conoscenza spaziale e di memorizzazione delle immagini geografiche) e dalla geografia umanistica (attraverso la ricostruzione delle immagini letterarie e artistiche che hanno contribuito a forgiare l'immagine di un territo- BIBLIOGRAFIA Ashworth Gregory John - Goodall Brian, Tourism images: Marketing considerations, in B. Goodall - G.J. Ashworth (a cura di), Marketing in the Tourism Industry, Londra, Routledge, 1988. Brusa Carlo, Evoluzione di un'immagine geografica. Il Varesotto turistico, Torino, Giappichelli, 1979. Cammelli Stefano, L'acqua scende a valle. 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