Indice Escursioni Suggerite

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Hotel Ariston
Indice Escursioni Suggerite
(clicca la voce che ti interessa)
Entro le Mura di Paestum
Fuori le Mura di Paestum
La Penisola Sorrentina e il Golfo di Napoli
i templi
l’heraion
sorrento - piano di sorrento
l’anfiteatro romano
la torre di paestum
vico equense
la basilica
la necropoli preistorica di gaudio
castellammare di stabia
pompei
il tempio di nettuno
il foro
La Costiera Amalfitana
ercolano ed il vesuvio
il foro italico
amalfi
capri
la cinta muraria
vietri sul mare
ischia
il saccello ipogeo
ravello e scala
il tempio di atena
minori
Il Parco Nazionale del Cilento
marina di camelota
scavi di velia
palinuro
Via Laura, 13 - 84047 Capaccio, Paestum (SA) - Tel. +39.0828.851333 - Fax +39.0828.851596
Hotel Ariston
Quelle che suggeriamo qui di seguito sono solo alcune delle splendide escursioni che vale la pena concedersi
in questa area così ricca di storia, cultura e radiosi paesaggi senza tempo.
Entro le Mura di Paestum
i Templi
Le rovine di Paestum rimasero nascoste tra boscaglie e paludi fino alla
metà del XVIII secolo, quando la costruzione della strada verso Sud,
voluta da Carlo III, le riportò nuovamente alla luce.
Gli scavi iniziati nel 1907 hanno consentito la scoperta di significativi
monumenti e reperti di vario genere: la cinta muraria, il Foro, l’Anfiteatro,
abitazioni, complessi termali e tanti altri resti. Particolarmente significativi
i tre templi dorici situati nell’area sacra al centro della città.
l’Anfiteatro Romano
Presso il Foro è situato l’Anfiteatro romano a terrapieno con un muro di
terrazzamento. La costruzione risale all’età tardo-repubblicana ma subì
delle modifiche nel II secolo d.C e nel 1829 fu tagliata in due dalla strada.
La cavea ha uno sviluppo ridotto e l’arena non è molto ampia. L’Anfiteatro
aveva tre ingressi dall’esterno alla platea (oggi se ne vedono solo due).
la Basilica
Il più grande e il più antico dei tre templi dorici risale alla metà del VI
secolo a.C. Poiché la sua struttura non rispettava i canoni dell’architettura
sacra, gli archeologi del Settecento lo scambiarono per un edificio pubblico
profano e gli diedero quindi il nome di Basilica. Il rinvenimento al suo
interno di un altare a di altri significativi reperti ha, però,
permesso di attribuire il tempio alla dea Hera.
Il tempio, di stile dorico, è periptero ha cioè le colonne su tutti i lati
(18 sui lati lunghi e 9 sulla facciata). Le colonne della Basilica presentano
alla sommità un diametro sensibilmente inferiore rispetto a quello della
base e sono caratterizzate da un’entasi, cioè un rigonfiamento del fusto,
a circa metà dell’altezza. I capitelli presentano una corona di foglie bacellate
nella parte bassa; altri, nel lato occidentale, sono decorati anche da una
fascia raffigurante palmette e fiori di loto.
La cella, preceduta da un caratteristico pronao (portico con colonne tipico
dei templi greci), era divisa in due navate da una fila di colonne;
dal fondo della cella si accedeva all’adito. L’altare, lungo quanto la fronte
del tempio, si trova a est. Dell’aspetto esterno del fregio e delle parti
in pietra della cornice e dei frontoni non si sa molto,
mentre sono pervenuti molti elementi del rivestimento in terracotta
delle parti più alte della Basilica.
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il Tempio di Nettuno
Vicino alla Basilica, su una lieve altura, sorge il più bello e
il meglio conservato dei tre templi dorici: il Tempio di Nettuno.
Il monumento risale alla metà del V secolo a.C. ed è tuttora noto come
Tempio di Nettuno anche se si sa che non era dedicato a Posidone.
Gli oggetti rinvenuti hanno infatti permesso di stabilire che l’edificio
era dedicato ad Hera Argiva, dea della fecondità e della maternità.
Il tempio è di tipo periptero e presenta 6 colonne sulla facciata e 14 sui
lati lunghi. Le colonne, alte quasi 9 metri, sono rastremate in alto e
presentano un rigonfiamento a metà del fusto; queste sono caratterizzate da
24 scanalature invece delle canoniche 20. Sull’abaco (mensola che completa
il capitello) poggia l’architrave decorato da una fascia sporgente.
La parte superiore, caratterizzata da frontoni triangolari, costituisce il tipico
fregio dorico. Il tetto, oggi crollato, era costituito da un soffitto ligneo
interno e da un tetto coperto da tegole di terracotta. Importanti per
la datazione del tempio sono alcuni accorgimenti come la leggera curvatura
della scalinata, l’inclinazione verso l’interno, appena percettibile,
delle colonne e la leggerissima curvatura verso il basso della
trabeazione delle due fronti.
All’interno, un alto gradino segna il passaggio dal prònaos
(il vestibolo anteriore), composto da due colonne tra pilastri,
alla cella (il nucleo del tempio destinato a custodire il simulacro divino).
La cella, sopraelevata, è divisa in tre navate. Contrapposto al prònaos vi è
l’opistòdomos (vestibolo posteriore). Davanti al tempio ci sono i resti di
due bòmoi per sacrifici. Sulla sinistra del tempio sono stati rinvenuti
i resti di due altari, numerosi cippi e un piccolo tempio.
il Foro
Seguendo dalla fronte del Tempio di Nettuno un sentiero verso
nord, si raggiunge l’area del Foro che risale ad un periodo successivo
all’insediamento della colonia latina (273 a.C.). Il Foro di Paestum
è uno tra i più antichi e dinteressanti Fori rettangolari dell’epoca romana.
Il piazzale è circondato da un porticato con colonne doriche, mentre
gli elementi della trabeazione sono quasi completamente scomparsi.
Il Foro aveva intorno una serie di edifici pubblici e numerose botteghe.
Il lato sinistro del Foro inizia con una serie di tabernae cioè di botteghe
alle cui spalle si sviluppa una serie di locali, destinati a terme pubbliche,
costruiti ad opera di Marco Tullio Venneiano nella prima metà
del III secolo d.C. Nel portico meridionale è stata rinvenuta una statua
in bronzo raffigurante il sileno Marsia, simbolo della libertà.
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Sul lato meridionale del Foro, dopo alcune botteghe e un edificio quadrato
nel quale si è riconosciuto il Macellum (mercato di generi alimentari),
si trova un edificio rettangolare comunicante col precedente e con ingresso
principale sul Foro: la Curia (caratterizzata come tale da un suggestum,
cioè tribuna oratoria). Questo edificio con muri scanditi da semicolonne
che inquadrano delle nicchie e i vani di accesso,
fu edificato tra il I e il II secolo.
il Foro Italico
Al centro del lato lungo settentrionale, il portico del Foro si interrompe
in corrispondenza dell’edificio noto come Tempio Italico,
progettato intorno al 273 a.C.
Il tempio è innalzato su un alto podio e vi si accede da una scalinata
sul lato sud che è preceduta da un semplice altare rettangolare.
L’edificio era circondato da un colonnato (6 colonne sulla fronte e 8 sui lati
lunghi) sormontato da capitelli corinzi decorati con 4 grandi volute e
da altrettante teste femminili. Le colonne sostenevano
una trabeazione di ordine dorico.
La parte interna dell’edificio, delimitata dalle colonne, conteneva la cella,
divisa in tre ambienti, per questo si pensò alla consacrazione del tempio
alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva).
la Cinta Muraria
La cinta muraria di Paestum rappresenta uno dei più grandiosi e meglio
conservati sistemi di fortificazione delle città della Magna Grecia.
Si sviluppa per quasi cinque chilometri, con uno spessore medio di
5 metri, assumendo la forma di un pentagono. In corrispondenza
dei quattro punti cardinali si aprono quattro grandi porte: a est Porta
Sirena, a ovest Porta Marina, a nord Porta Aurea e a sud Porta Giustizia.
Le mura sono rinforzate da torri a pianta circolare, semicircolare e quadrata
e sono attraversate da numerosi piccoli varchi (le cosiddette postierle),
usati forse come uscita di emergenza o per poter raggiungere velocemente
la campagna circostante.
il Saccello Ipogeo
Un recinto arcaico, costeggiato dalla Via Sacra, circonda il Sacello ipogeo
costruito alla fine del VI secolo a.C. Questo monumento è un cenotafio a
forma di tomba a camera, costruito con blocchi di calcare e con
una copertura a doppio spiovente, costituita da lastre calcaree ricoperte
da tegole d’argilla. L’ingresso è scavato nella roccia e fu usato solo
una volta per deporvi il ricco corredo (costituito da idrie e anfore),
attualmente esposto nel Museo, e subito dopo fu murato dall’esterno.
L’interno è decorato di fine stucco bianco.
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Fuori le mura di Paestum
il Tempio di Atena
l’Heraion
Lungo la Via Sacra sorge il Tempio di Atena, noto anche con il nome di
Tempio di Cerere. Questo monumento, costruito alla fine del VI secolo
a.C., è il secondo in ordine cronologico e il più piccolo dei tre templi dorici.
L’Heraion è uno dei più famosi santuari della Magna Grecia.
L’edificio fu costruito nel VI secolo a.C. sul Sele, a 9 chilometri da Paestum.
Al centro del santuario era posizionato il tempio maggiore, dedicato ad
Hera Argiva, circondato da tempietti minori. In questo santuario sono stati
rinvenuti significativi reperti, ora conservati nel Museo di Paestum.
Il Tempio di Atena, poggiato su un basamento di tre gradini,
doveva trovarsi al centro di un piccolo santuario, del quale ci sono
pervenuti l’altare con il pozzo sacrificale, le fondazioni di altri due altari e
colonne votative. È di tipo periptero e conserva tutte le colonne originali
(6 sui lati corti e 13 sugli altri).
Le colonne poggiano su uno stilobate preceduto da due gradini;
nonostante un certo rigonfiamento, si presentano strutturalmente
più snelle e con un echino abbastanza schiacciato.
I capitelli del colonnato dorico esterno sono decorati da corone di foglie
in rilievo. La cella, all’interno dell’edificio, si trova su un alto basamento e
in origine era preceduta da un porticato sostenuto da 8 colonne ioniche.
Si riscontrano, inoltre, i resti di due scale che portavano
alle zone alte della cella.
la Torre di Paestum
La Torre di Paestum è una rozza costruzione a tronco di cono
con merlatura su sporti. L’interno è diviso in due ambienti sovrapposti;
è possibile accedere all’ambiente superiore tramite una scala esterna;
un’altra scala conduce alla terrazza da cui si può godere
uno splendido panorama.
la Necropoli Preistorica di Gaudo
Nel 1943, nei pressi della Masseria Gaudo, fu scoperta una vasta necropoli
preistorica. Successivi scavi hanno portato alla luce numerose tombe
a forno ricavate nel calcare, attribuibili a popolazioni dell’Asia Minore.
Inoltre sono stati rinvenuti numerosi altri reperti (vasi, brocche, bicchieri,
armi di selce e di rame), ora conservati al Museo di Paestum.
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Amalfi e il Golfo di Napoli
Amalfi, la Gloriosa Repubblica Marinara
Centro turistico di risonanza internazionale, deve la sua fama alle sue
incomparabili bellezze ed alla dolcezza del suo clima.
La sua storia secolare, la bellezza del paesaggio, il mare, i monumenti
rappresentano un cocktail formidabile ed irripetibile. Incuneata tra i Monti
Lattari, disseminati di agrumeti, ed il mare, Amalfi è la perla della costa
che da lei prende il nome. Il paese è formato da case bianche abbarbicate
alla roccia, in un intreccio di vicoli e scale, ed è addossato ad uno scosceso
pendio scavato nel vallone del fiume Canneto.
Una natura solare, intatta e selvaggia che crea un’atmosfera magica.
Il porto turistico è attrezzatissimo anche per raggiungere le splendide
spiaggette come quella di Santa Croce. Fra il ‘900 ed il 1100 il commercio
amalfitano toccava i maggiori porti del Mediterraneo e la città si era
affermata come potente repubblica. I navigatori amalfitani conoscevano
già l’uso della bussola ed i suoi statuti prevedevano un ordinamento ed una
regolamentazione dei rapporti marittimi che costituiscono i primi esempi
del moderno diritto di navigazione.
Il suo monumento principale è senz’altro costituito dal Duomo di
Sant’Andrea, con la maestosa scalinata formata da 57 gradini, meta sognata
da tutte le giovani coppie che scelgono Amalfi per sposarsi.
Lo storico porto, oltre che essere punto obbligato per tutti i dipartisti e per
fare escursioni lungo tutta la costa, fino a Capri e Sorrento, rivive ancora
oggi i fasti del passato repubblicano, essendo teatro della Regata Storica
delle Repubbliche Marinare, che si svolge, in costumi medioevali, ogni
4 anni a giugno. Da non perdere anche una tappa al Museo della Carta,
ancora oggi prodotta e raffinata con tecniche settecentesche.
D’estate Amalfi è la capitale della mondanità e del divertimento con
innumerevoli manifestazioni, come la Sagra del limone, in omaggio al
prodotto tipico della Costiera ed allo squisito liquore da esso derivato, ed i
laboratori d’arte creativa.
Vietri sul Mare
La città di Vietri è la patria della ceramica con produzione di qualità
artistica riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Questa produzione
è talmente radicata nella storia e cultura della città da dare vita al Museo
della Ceramica. Ed è grazie alla produzione ceramica che a Vietri è
possibile visitare la fabbrica di ceramiche Solimene, unica opera italiana
dell’architetto Paolo Soleri, allievo di Frank Lloyd Wright, considerata uno
dei capolavori dell’architettura italiana del XX secolo.
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La Penisola Sorrentina
e Il Golfo di Napoli
Ravello e Scala
Sorrento - Piano di Sorrento
Ravello è insieme a Positano ed Amalfi uno dei centri più noti della
Costiera Amalfitana. Posta in alto rispetto agli altri comuni della costa
dona al turista incantevoli panorami ed un clima estivo più mite. Ma
Ravello è famosa anche per ospitare il Centro Universitario Europeo per
i Beni Culturali nella Villa Rufolo una delle più belle ville della costa, da
visitare assieme al suo Antiquarium. Molto interessante anche la visita al
Duomo ed al suo Museo.
Raggiungibile facilmente in autobus, oltre i vicoli caratteristici e le botteghe
artigiane la patria di Torquato Tasso offre, a chi arriva, la possibilità di
visitare il Museo “Correale di Terranova” a carattere artistico-archeologico
ed il Museo della Tarsia Lignea a carattere artistico.
Posto di fronte a Ravello è il Comune di Scala il più antico paese della
costiera. A Scala oltre alla visita al Duomo ed al Palazzo Vescovile è
possibile fare una escursione nella riserva naturale della “Valle delle Ferriere.
Vico Equense
Minori
Interessante la visita alla “Villa Marittima” di epoca romana ed il suo
Antiquarium.
Molto vicino a Sorrento c’è il Piano di Sorrento che ospita, all’interno della
Villa Fondi, il Museo Archeologico “G. Vallet” di recente costituzione.
Ci si arriva rapidamente con la Circumvesuviana, offre al visitatore le Terme
dello Scrajo e la possibilità di visitare l’Antiquarium Silio-Italico ed il
Museo Mineralogico Campano.
Castellammare di Stabia
Raggiungibile con la Circumvesuviana la città di Castellammare di Stabia
offre molti motivi di visita. Si va, infatti dagli scavi della Villa di Stabia e
all’Antiquarium Stabiano alle cure termali ricche di ben 28 sorgenti.
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Pompei
Capri
Il più conosciuto sito archeologico forse del mondo Pompei dà a chi la
raggiunge la possibilità di visitare una città romana per intero, così come è
riemersa da sotto la lava dell’eruzione del Vesuvio del 76 d.C.
Famosissima come luogo tuistico, Capri è facilmente raggiungibile via mare
direttamente da Positano. Oltre alle bellezze naturalistiche (grotta Azzurra)
ed agli stupendi panorami, a Capri è possibile visitare Villa Jovis, i Giardini
di Augusto e Villa S. Michele col suo Museo “Axel Munthe” a carattere
archeologico ed il Museo “Diefenbach” a carattere artistico
ed il Museo “I. Cerio” a carattere demoetnoantropologico.
Oltre all’importanza archeologica, Pompei è forse ancora più famosa per il
“turismo religioso”. Conosciutissimo, e visitatissimo, infatti, è il Santuario
della Madonna del Rosario. Inoltre è possibile visitare il Museo del
Pontificio Santuario della Madonna del Rosario e
il Museo Vesuviano “G. B. Alfano”, a carattere specialistico.
Ercolano ed il Vesuvio
La città di Ercolano fu seppellita insieme a Pompei dall’eruzione
del Vesuvio nel 79 d.C.. A differenza di Pompei, qui la colata penetrò
lentamente all’interno degli edifici coprendo, senza modificarne la
posizione, mobili ed oggetti. Questa è una delle ragioni per cui ad Ercolano
sono stati rinvenuti così tanti reperti ben conservati. L’effetto di questa
massa ardente fu la carbonizzazione di abiti, fogli di papiro e legno, che non
furono distrutti, cosicché ancora oggi si possono osservare travi, mobili,
scale, e tralicci e avere un’idea delle usanze del tempo. E’ inoltre possibile
visitare l’Antiquarium. Ma la notorietà degli scavi non deve far dimenticare
che da Ercolano è possibile raggiungere il cono del Vesuvio tramite un
percorso all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio e visitare il Museo
Vulcanologico dell’Osservatorio Vesuviano.
Ischia
L’isola di Ischia è famosissima per le sue stazioni Termali, sparse nei vari
comuni dell’isola, ma oltre alle cure termali ed ai bagni di mare sull’isola
di Ischia e possibile anche visitare il Museo Civico a carattere storico e
l’Osservatorio Geofisico che si trovano nel Comune di Casamicciola,
ma ci sono anche il Museo del Mare ed il Museo delle Armi, Armature e
Strumenti di Tortura entrambe nel comune di Ischia Ponte. Mentre nel
Comune di Lacco Ameno ci sono il Museo Archeologico di Pithecusae ed
il Museo e gli Scavi Archeologici di Santa Restituta.
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Parco Nazionale del Cilento
Marina di Camerota
Scavi di Velia (Elea)
Marina di Camerota è una frazione di Camerota, paesino cilentano alle
falde del Monte Bulgheria.Per motivi strategici legati alla difesa dagli
attacchi dei pirati saraceni, i paesi del Cilento costiero erano situati su
alture meglio difendibili situate a poca distanza dal mare e l’antico borgo di
Camerota non fa eccezione.
Gli scavi di Velia per i romani o Elea per i greci rappresentano uno dei
gioielli del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. I resti di
questa antica città si trovano nel territorio di Ascea Marina, importante
località balneare situata tra Agropoli e Palinuro. La felice posizione
geografica di Velia (Elea), situata al centro delle antiche rotte commerciali
tra Grecia ed Etruria la rese molto ricca e potente. I suoi scavi oggi
arricchiscono l’offerta di turismo balneare del Cilento costiero. Mare e
cultura è il binomio d’oro che ogni località italiana può offrire e che rende
unica la vacanza nel nostro paese. Il turista può immergersi la mattina nel
mare cristallino di Agropoli Santa Maria di Castellabate, Acciaroli, Pioppi,
Palinuro o Marina di Camerota e il pomeriggio può rivivere l’emozione
di passeggiare tra le strade o l’agorà (il foro) di Velia dove sicuramente
passeggiarono anche grandi filosofi della scuola eleatica come Parmenide,
Zenone e Melisso. L’antica acropoli di Elea (Velia), dove oggi sorge una
interessante fortificazione medioevale, ospita delle rappresentazioni teatrali
molto suggestive all’aperto. Uno degli elementi di richiamo di questi scavi
è la famosa Porta Rosa, unico esempio di arco greco del IV secolo, un vero
gioiello dell’architettura dell’epoca.
La marina di Camerota ha uno splendido mare e vanta spiagge di sabbia
fine. Il sito più suggestivo della sua costa è Punta degli Infreschi, uno dei
tratti più incontaminati d’Italia, dove non è stato costruito nulla.
Il litorale di Marina di Camerota è una meta di grande prestigio per il
turismo estivo ed è noto per le sue grotte dove sono stati rinvenuti i resti
dell’Homo Camerotensis, un uomo preistorico risalente a circa 540.000
anni prima di Cristo, contemporaneo dell’uomo di Neanderthal da cui
differiva solo per la caratteristica del mento più prominente.
Ma la straordinaria bellezza non si ferma qui: le grotte sono intervallate
da calette a cui si accede solo dal mare, costoni rocciosi e spiagge
incontaminate, tutto a pochi metri da uliveti e macchia mediterranea.
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Palinuro e il fascino delle sue grotte
Palinuro è una delle principali località turistiche della Campania.
La sua costa incontaminata regala al visitatore distese incantevoli di
spiaggia e tantissime piccole insenature, baie nascoste e grotte marine.
Proprio le bellissime grotte marine rappresentano una grande attrazione per
i tanti turisti che ogni estate vengono a visitarla. La Grotta Azzurra deve il
suo nome ai giochi di luce creati da un condotto a 20 metri di profondità
che permette la penetrazione della luce solare. La Grotta d’argento deve
invece il suo nome ai riflessi argentei provocati dal calcare depositato sul
fondo, mentre la Grotta del sangue deve il suo nome a piccole alghe rosse.
La Grotta dei Monaci mostra ai tanti visitatori delle formazioni calcaree
che assumono la forma di monaci in preghiera.
Anche dal punto di vista naturalistico Palinuro presenta delle sorprese, tra
la macchia mediterranea, cespugli di mirto, ginestre ed erica è possibile
trovare la famosa Primula Palinuri, un originale fiore che cresce
solo in questa zona.
Da visitare il palazzo baronale Rinaldi. Nel 1814 vi dimorò il re di
Napoli (cognato di Napoleone) Gioacchino Murat, che venne in zona
per ispezionare i fortini della costa e potenziarli per eventuali attacchi di
nemici; non può mancare una visita all’Antiquarium,
che espone reperti di una necropoli del VI sec. a.C.
Immancabile la visita all’Arco naturale, un enorme arco di roccia che si
protende verso il mare, ed alla piccola baia alle sue spalle.
Il Capo Palinuro può vantare antichi insediamenti umani le cui tombe sono
databili intorno al VI sec. a.C. e i reperti trovati indicano la presenza di una
colonia greca.
La sua storia c legata alla storia della città della Molpa, di cui restano due
ruderi: il castello e la chiesa parrocchiale di San Giuliano, risalente al 1100.
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