gestione dellaclasse e problematiche relazionali

Antonella Cambria
laboratorio docenti neoassunti- IC Via Merope 14-04-2016
28-04-2016
LA CLASSE
IERI
OGGI
IL DOCENTE
Ristabiliva
l’ordine
Propone delle attività in
modo’’ attraente”
Chiarisce la validità
dell’offerta formativa
Indica la strada per il
successo scolastico
LA GESTIONE
DELLA CLASSE
Gestire la classe
significava
saper tenere la
disciplina
Gestire una classe
Significa:
- conoscere i propri
studenti
- motivarli
- riconoscerli come
soggetti.
IL DOCENTE OGGI
CONOSCE ciò che accade intorno a lui e si pone dentro le dinamiche
nella classe
SI PRESENTA in modo positivo e trasmette energia
ADEGUA il proprio comportamento sapendo che l’intervento sul
singolo può avere un effetto globale, il cosiddetto “effetto onda”
RISPETTA per ricevere RISPETTO
Si pone come un PUNTO DI RIFERIMENTO
Comunica di avere INTERESSE per gli STUDENTI come PERSONE
IL DOCENTE OGGI
Dimostra PROFESSIONALITÀ
Trasmette FIDUCIA
COINVOLGE gli studenti in ciò che si intende fare
CAPISCE i loro interessi
PROPONE compiti reali che li portino a trovare procedimenti a loro
idonei
VALUTA anche gli errori come una risorsa per fornire strategie di
correzione e di autoregolazione
COMPLESSITÀ DEL GRUPPO CLASSE
COSTITUITO da:
Alunni in posizione di DIPENDENZA dal docente
• Alunni che possono aspirare a rapporti privilegiati con il
docente e il gruppo può essere vissuto come ostacolo
Numero elevato di componenti : molteplici relazioni sociali e
sottogruppi coesi/ostili/in conflitto…
Dinamiche relazionali, movimenti di attrazione-repulsione
Ruoli: individualità, leader, gregario, rifiutato, isolato,
collaborativo…
CARATTERISTICHE ALL’INTERNO DELLA CLASSE
• Imprevedibilità dei fatti
• Multidimensionalità della comunicazione
• Immediatezza degli interventi
• Simultaneità delle azioni
• Dominio pubblico delle prestazioni dei ragazzi
• Storicità ( componenti, provenienza, vicende , cambio
insegnanti…)
GESTIONE DELLA CLASSE
Di cosa si
occupa
Affrontare la
diversità del
gruppo classe e
delle sue
In che cosa
consiste
Fare scelte
organizzative
e didattiche
dinamiche
Promuovere
l’interesse
Incoraggiare la
partecipazione
Conoscere le
variabili che
influenzano la
gestione
L.D’Alonzo
Cosa
richiede
Occuparsi
dell’ambiente
fisico e sociale
dell’aula
Porre
attenzione ai
bisogni degli
alunni
Ripensare il
ruolo
dell’insegnante
Affrontare la
diversità del
gruppo classe e
delle sue
dinamiche
LACOSTRUZIONE
DELLA
RELAZIONE
La relazione complessa insegnante-alunno
tiene conto di altri attori che partecipano
all’organizzazione scolastica:
 Colleghi
 Dirigente
 Personale
 Operatori di servizi
 ……
Docenti: nuova sensibilità verso i genitori
Genitori:
 Sono ansiosi per la crescita e allo sviluppo
psicofisico del figlio
 Privilegiano gli aspetti affettivi relazionali
 Fanno difficoltà a capire le regole
Assenti
Sottomessi
Collaborativi
Sfidanti
LA FAMIGLIA CONSIDERA ? RICHIEDE ? COLLABORA ?
Una buona collaborazione tra scuola e famiglia è basilare per il
successo della gestione delle relazioni scolastiche:
• includere nelle decisioni scolastiche i genitori rendendoli
corresponsabili
• aiutare i genitori ad incrementare e/o creare una autonomia nei
figli
• trovare e definire dei canali per comunicare tra scuola e
famiglia e viceversa riguardo i programmi, il comportamento e
l’atteggiamento scolastico dei figli
• fornire informazioni e fare proposte alle famiglie su come
supportare gli studenti a casa con i compiti o con altre attività
• reperire servizi e risorse per rinforzare la programmazione
scolastica, l’apprendimento degli studenti ma soprattutto le
pratiche della famiglia
• ………………



Genitoriale – l’insegnante utilizza modalità di
comunicazione di tipo affettivo, comprensione e
accudimento
Direttiva -l’insegnante è un rappresentante della
scuola, ha una comunicazione valutativa. La
dimensione è istituzionale
Competente – l’insegnante sostiene la relazione
con i genitori per condividere la lettura del
percorso scolastico in funzione di obiettivi di
apprendimento/ dimensione collaborativa


L’insegnante gestisce delle relazioni
asimmetriche o per ruolo o per conoscenza
All’interno di una relazione possiamo pensare
solo quando siamo in contatto con le nostre
emozioni
La professionalità relazionale coinvolge il rapporto tra insegnante
e alunno, insegnanti e genitori, operatori e utenti: rapporti che
possono favorire od ostacolare il processo di crescita


Teoria dell’attaccamento ( Bowbly,1969),
regolata dalla capacità dell’adulto di
rispondere ai bisogni dell’alunno
(l’attaccamento alla madre diventa un
modello di esplorazione del mondo sociale)
Tipologie di attaccamento: sicuro, ansioso,
evitante, disorganizzato
Modello ecologico



Classe e scuola sono microsisitemi (ambiente
immediato in cui vive l’alunno)
Relazione tra casa e scuola è un mesosistema
(zona di relazione tra due o più contesti)
E’ necessario analizzare le relazioni tra
questi due ambienti sociali per comprendere
lo sviluppo dell’alunno
U.BRONFENBRENNER, Ecologia dello sviluppo umano
VALORE APPRENDITIVO DEL CONTESTO
«Nella fase di accoglienza : luogo di incontro tra la scuola
e la famiglia, di reciproca presentazione, conoscenza,
scambio informativo e soprattutto di consapevole
collaborazione»
D.M.18 settembre2002,n.100
C.M.10gennaio2014,n.28
L’AULA
• Ambiente asettico o vissuto?
• Seduti con chi si vuole od obbligati con un compagno?
• Banchi ad anfiteatro oppure a file orizzontali?
Le modalità di accoglienza stabiliscono UNA RELAZIONE e
definiscono nel tempo il modo in cui l’allievo può sentirsi
accettato o cercare accettazione.
Occuparsi
dell’ambiente
fisico e sociale
dell’aula
SPAZIO COLLETTIVO E SPAZIO INDIVIDUALE
Condivisione di regole comuni concordate a livello di
consiglio di classe ( alcuni esempi)
Spazio individuale
Collocazione materiali
Materiale necessario
Avere del materiale di riserva in classe
Tenere sul banco solo il materiale necessario
Controllo periodico del materiale
Spazio collettivo
Dimensioni, abbinamento aula-classi
Disposizione banchi: a U, singoli, in file, disordinati,
raggruppati…..
Finestre, porta, cestino spazzatura
Assegnazione dei posti agli alunni, pulizia
Mobili, attaccapanni, cartelloni, lim, vdp
Personalizzazione, addobbi
STABILIRE LE REGOLE DELLO SPAZIO COLLABORATIVO
CLASSE
significa definire chiaramente ciò che l’insegnante si aspetta
Le Regole dovrebbero essere:
1.Poche
2.Chiare
3.Condivise
4.Concise
5.Espresse in modo positivo
6.Espresse graficamente
La classe è un sistema aperto con regole implicite valide solo
al suo interno
QUATTRO FATTORI DI QUALITÀ DEL CONTESTO CLASSE
Si individuano quattro fattori che sembrano avere un’influenza
diretta sull’apprendimento dei comportamenti:
1. Aspettative riguardo ai risultati degli studenti
2. Ambiente ordinato in classe
3. Buone relazioni a livello orizzontale e verticale
4. Ambiente fisico della classe
Creemers et Reezigt ( 1999)
IL PROCESSO DI COMUNICAZIONE
Ogni forma di comunicazione implica non solo una
trasmissione di informazioni, ma una relazione e un incontro
reciproco tra i soggetti, tra i rispettivi repertori, tra i differenti
ruoli.
L’intelligenza emotiva
è ciò che permette di comprendere il messaggio dell’altro
nella sua integrità di contenuto cognitivo ed emozionale
L’intelligenza emotiva si esercita con l’ascolto
LA COMUNICAZIONE EFFICACE: LA RELAZIONE DI AIUTO
La relazione d'aiuto : C.Rogers1951
"una relazione in cui almeno uno
dei due protagonisti ha lo scopo di
promuovere nell'altro la crescita, lo
sviluppo, la maturità ed il
raggiungimento di un modo di agire
più adeguato e integrato»
la conoscenza e la padronanza delle
proprie qualità personali, emozionali e
relazionali aiuta a diminuire la
la conoscenza del sé e del proprio
complessità della relazione.
modo di relazionarsi con gli altri
diventa fondamentale . Non è
sufficiente conoscere il disagio o la
patologia di chi andiamo ad aiutare,
ma è indispensabile conoscere noi
stessi e i meccanismi che utilizziamo
nella relazione.
LA COMUNICAZIONE EFFICACE: LA RELAZIONE EMPATICA
Alla base della comunicazione efficace oltre che alla
RELAZIONE DI AIUTO c’è l’EMPATIA , ovvero la capacità di:
• Fornire un supporto emotivo e cognitivo all’altro
• Sentire e di essere presenti nella relazione
• Comprendere i bisogni e richieste, in maniera non giudicante
• Gestire la complessità interpersonale
LA CAPACITÀ RELAZIONALE
Capacità di sentire, di essere presenti nella relazione, di
saper entrare in contatto con l’altro, comprenderne le
richieste, i bisogni, il punto di vista.
Non si tratta tanto di capire razionalmente, quanto di
sentire ; questo è il senso dell’espressione “essere In
contatto”: con l’interlocutore e con se stessi.
La capacità relazionale è la capacità di gestire
La complessità interpersonale
OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO
DI RELAZIONE
E UNO DI CONTENUTO
Il rapporto deve essere reciproco
3 livelli per comunicare
verbale
Para verbale
Non verbale
parole
Tono
Timbro di
voce
Volume
Linguaggio
del corpo
STRATEGIE RELAZIONALI
NELLA GESTIONE DELLA CLASSE
1. COMUNICAZIONE NON VERBALE
2. PRESENZA EFFICACE
3. CONTROLLO PROSSIMALE E CONTATTO
OCULARE
4. EFFETTO ONDA
5. USO RINFORZO
6. VOCE
7. CONTATTO
L’ELEMENTO FONDAMENTALE PER LA COSTRUZIONE
DI UNA COMUNICAZIONE EFFICACE È L’ASCOLTO
Fattori facilitanti o ostacolanti l’ascolto
Saper utilizzare e
dare il feedback
L’insegnante
nell’
essere
disponibile alla
comunicazione
ASCOLTO
ATTIVO
Comprendere i reali
bisogni
dell’interlocutore
Saper
individuare
e superare
gli ostacoli
1. Transazioni semplici e complementari in situazioni comunicative
più facili, in quanto si condividono valori e atteggiamenti e bisogni
Prof., ha visto il
mio libro??
2. Transazioni incrociate
3. Transazioni conflittuali
Products_LIBRO_978-88-6137-781-3_Z331_Lagestione-della-classe_pdf_Lagestionedellaclasse.pdf
PROMOZIONE DEL CLIMA
POSITIVO IN CLASSE
Il clima risulta da molteplici fattori sia interni che esterni che regolano
la vita e lo sviluppo di una classe:
:
• norme della classe
• ruolo dei contesti familiari
ed extrascolastici
• politica educativa della scuola.
All’interno di questa complessità,
un ruolo determinante è rivestito dalle
modalità di gestione della classe, dalle
caratteristiche di ogni singolo docente,
unite alla qualità della relazione
insegnante -alunno nonché alla qualità
dell’istruzione
Il clima positivo risulta
essere un fattore di
«protezione» sia per gli
apprendimenti che per
il benessere generale
dello studente
(Wentzel, 1997).
IL CLIMA È ESPRESSIONE DELLA CULTURA ORGANIZZATIVA DELLA
SCUOLA.
1. Il clima è costituito da un sistema di valori condivisi
che diventano un punto di riferimento per la vita quotidiana
della scuola; es.: l’importanza assegnata, nelle diverse scuole,
all’uso di premi e punizioni.
Se una determinata pratica entra a far parte della cultura di una
scuola gli interventi degli insegnanti non saranno casuali ed
estemporanei, ma seguiranno un criterio generale di coerenza.
Il clima di una scuola (e di una classe) varia anche in relazione alla
sensazione di efficacia degli insegnanti e alle aspettative che essi
hanno rispetto alle potenzialità degli studenti;
Le variazioni rispetto a queste due dimensioni incidono radicalmente
sulla motivazione sia degli studenti che degli insegnanti, come una
sorta di “effetto Pigmalione” allargato.
Lucia Valle , l’insegnante come regista di climi educativi.
dall’asimmetria di potere al riconoscimento reciproco,
SSIS/UNIVE-Psicologia dell’educazione
2. Il clima risultato di una costruzione dotata di significati
l’insegnante, in quanto figura di riferimento, ha l’onere di predisporre
situazioni educative in cui sia possibile il riconoscimento reciproco.
3. Clima manipolatorio e competitivo
l’insegnante esercita un potere manipolatorio.
I valori dominanti l’obbedienza e la dipendenza.
Concepisce l’errore cognitivo dei suoi alunni come una trasgressione
4.Clima integrativo e di riconoscimento reciproco
L’educatore esercita la propria autorevolezza in virtù del riconoscimento
che gli allievi fanno della sua competenza e quindi a tutela della sua
mission formativa.
Lucia Valle , l’insegnante come regista di climi educativi.
dall’asimmetria di potere al riconoscimento reciproco,
SSIS/UNIVE-Psicologia dell’educazione
4.Nel clima integrativo e di riconoscimento
reciproco diventano più evidenti e riconoscibili
i ruoli tutoriali, cooperativi, facilitanti, mediativi
esercitati dall’insegnante e i ruoli di
ricerca, di processo, di sperimentazione, di
applicazione e di riformulazione
esercitati dagli alunni;
«Un clima di classe
positivo è determinato
da un livello di
aspettative elevato che
gli insegnanti hanno nei
confronti degli allievi e
di se stessi». (Fischer)
CLIMI DI CLASSE
Particolarmente interessante, ai fini della gestione della classe,
è la tematica sui climi di classe (Kurt Lewin).
Gli aspetti che caratterizzano la leadership all’interno di un
gruppo sono:
• i leader autoritari impongono l’attività al gruppo
• i leader democratici coinvolgono l’intero gruppo nelle
decisioni sulle scelte da compiere
• i leader permissivi non influenzano le scelte dei membri del
gruppo, né controllano la loro attività.
LA SCUOLA , AMBIENTE SOCIALE , PROMOTRICE
DI BENESSERE
Il clima classe riguarda la percezione collettiva che alunni e
insegnanti hanno del loro stare dentro la classe, che influenza,
la motivazione, l’impegno e l’insieme degli atteggiamenti.
Docenti ed alunni devono STAR BENE A SCUOLA.
Dove non fosse possibile respirare un clima
positivo diventa fondamentale
RIFLETTERE E PORSI DELLE DOMANDE.
Possibile intervento: carte del clima che hanno la funzione di
attivare un processo narrativo di tipo generativo.
L’APPRENDIMENTO




Area cognitiva
Motivazionale
Emotiva
Affettiva
Ogni apprendimento si iscrive in un campo che
include bisogni, desideri, emozioni, affetti,
pregiudizi, ostacoli, risorse (Kurt Lewin).
I vissuti emotivi influiscono nell’incontro con l’altro e
sono influenzati a loro volta dalle interazioni tra
individuo e ambiente.
L’INEGNANTE PUÒ CONROLLARE IL
PROCESSO DI APPRENDIMENTO CON:
L’ANALISI DELLE SITUAZIONI PROBLEMATICHE DIVERSE:
caratteristiche degli allievi, la previsione di quali aspetti
possano essere accattivanti per la classe
L’USO DI STRATEGIE FORMATIVE DIFFERENZIATE: tempi di
apprendimento variabili da studente a studente e
tipologia degli stili di apprendimento, rispetto della
diversità di ciascuno
IL RISPETTO DEGLI STILI E DEI TEMPI DI APPRENDIMENTO
LA MEDIAZIONE CULTURALE
«Modalità di elaborazione dell’informazione che
permane nel tempo e si generalizza a compiti
diversi» (Boscolo 1981)






Globale/analitico
Sistematico/intuitivo
Verbale/visuale
Impulsivo/riflessivo
Dipendente/ non dipendente dal campo
Convergente/divergente
I TEMPI DELL’APPRENDIMENTO
Impariamo
Il 10% di ciò che leggiamo
Il 20% di ciò che ascoltiamo
Il 30 % di ciò che vediamo
Il 50 % di ciò che ascoltiamo e vediamo
Il 70 % di ciò che discutiamo
Il 90 % di ciò che spieghiamo a qualcun’altro (attenzione
alla modalità)
(W.GLASSER)
CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA
•
•
•
•
La scuola è una comunità di apprendimento
La classe è considerata come ambiente di crescita
L’apprendimento e e la conoscenza hanno una natura sociale
L’insegnante è un mediatore-facilitatore di apprendimenti
L’APPRENDIMENTO è:
• ATTIVITA’ ORIENTATA a migliorare la conoscenza per la
comunità di cui si è membri non più acquisizione di
informazioni
• PROCESSO ATTIVO: azione soggettiva dell’alunno e
interazione con conoscenze proposte da altri ( E.Morin)
• CAPACITA’ DI ATTIVAZIONE: il soggetto è attivo nel proprio
processo di apprendimento come pure in quello di gruppo (J.S.
Bruner)
EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA –
DIMENSIONE METACOGNITIVA
CAPIRE LA FINALITA: sollecitare l’alunno a domandarsi COSA
APPRENDE e PERCHE’ lo sta apprendendo
TROVARE LA MOTIVAZIONE ESTRINSECA dell’apprendere
RIORGANIZZARE E FINALIZZARE la conoscenza: analisi della
situazione di partenza (la scuola non sola agenzia educativa:
saperi informali e non formali)
APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO e non meccanico ( Novak)
«Apprendere in modo significativo significa saper risolvere
problemi nella realtà quotidiana. La risoluzione di problemi dà
uno scopo all'apprendimento che può diventare "significativo"
per la persona solo se essa ne comprende l'utilità per i suoi
scopi»
( David Jonassen)
IL RUOLO DEL DOCENTE
DISTINZIONE TRA ISTRUTTORE E EDUCATORE
ISTRUTTORE
Riproduce indicazioni sempre uguali
Impartisce istruzioni
Finalizza le azioni ai risultati immediati ( profitti)
Terminata l’attività, chiude i contatti e va a casa
unidirezionalità
EDUCATORE
Escogita strategie sempre nuove ed innovative
Consiglia tecniche individualizzate
Sceglie intenzionalmente le azioni da compiere
atteggiamenti educativi: autorevolezza, reciprocità,
incoraggiamento
Rispetta e valorizza i ritmi di ciascuno
Ripensare il
ruolo
dell’insegnante
ATTEGGIAMENTI EDUCATIVI
Incoraggiare la
partecipazione
INTENZIONALITÀ: Riflettere individualmente, parlare con gli
studenti e con i colleghi. Interrogarsi INSIEME. Prima di parlare e
di agire in modo automatico, ricordarsi di ascoltare.
AUTOREVOLEZZA: prevedere l’assertività, linguaggio chiaro e
diretto. Prendere atto del bisogno degli alunni di rendersi
indipendenti ; concordare con loro alcune regole pratiche di
comportamento.
RECIPROCITÀ: dialogo e scambio
INCORAGGIAMENTO: vedere gli aspetti positivi e non solo i rischi
dei comportamenti. Aver fiducia nelle risorse degli allievi.
RIMOTIVAZIONE: degli alunni e dell’insegnante (preparazione
collegiale delle lezioni, non individuale, anche di discipline
diverse; cooperare e negoziare con i propri studenti la
costruzione del sapere) .
DOCENTE COME FACILITATORE DELLA COMUNICAZIONE
Professionalità, personalità , valori, caratteristiche
Porre
attenzione ai
bisogni degli
alunni
L’educatore è un facilitatore della comunicazione (Carl R. Rogers):
-Autenticità nella comunicazione
-Accettazione: predisposizione ad ascoltare l’altro
-Comprensione empatica
COMPRENDE I FATTORI PRESENTI
NELLA CLASSE
Conoscenze e vissuti diversi
Emozioni
Comportamenti
Apprendimenti
Demotivazione
Scoraggiamento
Insuccesso
Diversità
Affrontare la
IL DOCENTE INCLUSIVO
diversità del
gruppo classe e
delle sue
dinamiche
• Ha come obiettivo di far raggiungere a tutti gli studenti il
massimo grado possibile di apprendimento e di
partecipazione sociale.
• Valorizza le differenze presenti nel gruppo classe, che
diventano a loro volta base dell’azione didattica inclusiva e
della differenziazione degli stili di insegnamento dei docenti.
UNA DIDATTICA INCLUSIVA
• è centrata sui bisogni e sulle risorse personali in modo che
ogni alunno possa diventare protagonista del proprio
processo di apprendimento, qualunque siano le sue
capacità, le sue potenzialità
• rispetta gli stili e i ritmi di apprendimento
la classe inclusiva richiede:
al docente di:
• occuparsi dei bisogni degli studenti
• ripensare il ruolo dell’insegnante
• porre attenzione all’ambiente dell’aula in senso fisico e sociale
agli studenti di:
•
•
•
•
capire le finalità che si vogliono raggiungere
essere attratti dalla proposta educativa
focalizzare il successo
sentirsi in grado di rispondere alla richiesta dell’insegnante
per non assumere comportamenti evasivi
STRATEGIE MESSE PIÙ FREQUENTEMENTE IN ATTO
PER LA CLASSE MULTICULTURALE
Strutturazione di percorsi individualizzati per uno o due alunni
stranieri nuovi arrivati o comunque con una competenza in L2 non
equivalente ai nativi;
Predisposizione di materiali specifici che consentano di acquisire i
primi strumenti per comunicare nelle classi ad alta presenza di
alunni non italofoni.
Laboratori linguistici e di alfabetizzazione, che possono essere
organizzati utilizzando personale aggiuntivo o gli stessi insegnanti
di classe, per lavorare in maniera mirata sui bisogni specifici degli
alunni stranieri.
Laboratori interculturali
Interventi del mediatore culturale /linguistico
LA RICERCA PEDAGOGICA: CONOSCERE I MODELLI PIÙ
IMPORTANTI DI GESTIONE DELLA CLASSE
•
•
•
•
•
JACOB KOUNIN
Presenza efficace in
classe
Slancio e
consapevolezza
Condurre più attività
contemporaneamente
Didattica diversificata
Effetto onda
LEE CANTER
Costruire un rapporto
educativo sui diritti reciproci
Fissare regole e richiedere
rispetto
Assumere un ruolo
autorevole
Promuove atteggiamenti
collaborativi
Guidare e orientare il
percorso degli studenti
WILLIAM CLASSER
Soddisfazione dei bisogni
degli allievi
Imparare e lavorare con gioia
Privilegiare l’approfondimento
e l’analisi
Privilegiare gestione del lead
management (approccio
educativo facilitatorio,
attraverso coinvolgimento,
sollecitazione
FREDRIC JONES
Precisa organizzazione della
classe fisica
Ruolo della comunicazione
non verbale
Strategia di conduzione della
lezione
Uso di un sistema di incentivi
VERSO UN MESTIERE NUOVO?
« De nouvelles compétences professionnelles pour enseigner » «
Philippe Perrenoud
1. Organiser et animer des situations d'apprentissage
2. Gérer la progression des apprentissages
3. Concevoir et faire évoluer des dispositifs de
différenciation
4. Impliquer les élèves dans leurs apprentissages et leur
travail
5. Travailler en équipe
6. Participer à la gestion de l'école
7. Informer et impliquer les parents
8. Se servir des technologies nouvelles
9. Affronter les devoirs et les dilemmes éthiques de la
profession
10.Gérer sa propre formation continue
GESTIRE LA DIDATTICA
Fare scelte
organizzative e
didattiche
Analisi dei
fabbisogni
formativi
Valutazione
formazione
Progettazione/
piano formativo
Erogazione
formazione
DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA
come forma efficace e flessibile di un lavoro scolastico
che tenga conto delle caratteristiche peculiari del soggetto
Didattica Individualizzata
Consiste nelle attività che può
svolgere l’alunno per potenziare le
proprie abilità ed acquisire
specifiche competenze.
L’azione individualizzata pone
obiettivi comuni per tutta la classe,
ma adatta le metodologie in
funzione delle caratteristiche
individuali degli alunni.
Assicura a tutti il conseguimento
delle competenze fondamentali del
curricolo.
Didattica Personalizzata
Calibra l’offerta didattica
sulla specificità a livello
personale dei bisogni
educativi degli alunni di una
classe
Considera le differenze
individuali sotto il profilo
qualitativo
Ha l’obiettivo di dare a ogni
alunno l’opportunità di
sviluppare al meglio le
proprie potenzialità e quindi
può porsi obiettivi diversi
per ogni alunno
MODELLI DI APPRENDIMENTO
LEARNING BY DOING
Apprendimento attraverso il fare, attraverso l’operare, le azioni.
In questo modo il soggetto prende coscienza del perché è
necessario conoscere e utilizzare le conoscenze.
Concetto di efficacia: offrire la possibilità di apprendimento
effettivo ai soggetti, individui diversi per vissuti, contesti,
capacità e attitudini.
Tende a creare un contesto educativo non competitivo ma
collaborativo
IL COOPERATIVE LEARNING
Metodologia di apprendimento che si fonda sulla cooperazione,
intesa non solo come tecnica ma come progetto da adottare
nella vita di classe.
E’ caratterizzato da una forte interdipendenza positiva tra i
membri. Ha bisogno di progettazione, non si improvvisa.
Elaborazione italiana di Comoglio (1996) si articola su
quattro dimensioni:
l'insegnamento individualizzato, la comunità di
apprendimento, la valutazione autentica e la cognizione
distribuita.
Nel gruppo cooperativo, affrontando situazioni complesse
e sfidanti, i ragazzi imparano ad imparare, le risorse
personali vengono valorizzate e si sviluppano abilità
cognitive talvolta superiori rispetto a quelle richieste dai
compiti tradizionali.
Principi che caratterizzano i gruppi cooperativi
1.
2.
3.
4.
5.
il
il
il
il
il
principio
principio
principio
principio
principio
della leadership distribuita
del raggruppamento eterogeneo
dell'interdipendenza positiva
dell'acquisizione delle competenze sociali
dell'autonomia del gruppo
• Migliorano il senso di appartenenza (gruppo di lavoro), la
motivazione e l’integrazione
• Diminuiscono l’ansia da prestazione e le problematiche
comportamentali
Ricadute:
sui risultati degli studenti
Sulle relazioni più positive tra gli studenti
Maggiore benessere psicologico
UN MODELLO DI COOPERATIVE LEARNING
PEER TUTORING
Metodo basato su di un approccio cooperativo dell'apprendimento.
Gli allievi vengono divisi in coppie o in piccoli gruppi e si sceglie di
volta in volta uno di loro per svolgere il ruolo di docente e spiegare ai
suoi compagni il tema da trattare o aiutarlo a procedere di volta in
volta con più indipendenza.
I tutors possono smettere gli abiti dello studente "passivo" e per
assumere un ruolo responsabile e propositivo, nel quale ciascuno
possa misurare le proprie capacità di comunicazione e, nel
confrontarsi con le risposte della classe, verificare gli effetti concreti
del proprio lavoro.
La Peer Education inoltre presuppone che i tutor abbiano acquisito
delle specifiche competenze relazionali, e la capacità di crearsi un
metodo di lavoro.
LA CLASSE INTESA COME GRUPPO DI
LAVORO
Conoscere le
variabili che
influenzano la
gestione
ha bisogno dei seguenti elementi :
OBIETTIVI: sono una “tensione verso il futuro” e creano una
forma di identificazione dei membri di un gruppo.
METODO: da un lato definizione dei criteri per l’azione del
gruppo e dall’altro le modalità che strutturano, nel tempo e
nello spazio, l’intervento di un gruppo.
RUOLI: ciascun membro del gruppo può apprendere, se trova il
giusto spazio, ad assumersi ruoli diversi ed esserne mano a
mano sempre più consapevole ( il conservatore, il negoziatore, il
realizzatore, il creativo, il comunicatore, ecc.)
LA CLASSE INTESA COME GRUPPO DI LAVORO
LEADERSHIP: un buon leader deve avere una serie di
caratteristiche come la flessibilità, l’orientamento al dialogo,
l’inserimento nelle situazioni, la lealtà verso le decisioni del
gruppo, l’attenzione alle relazioni personali, il riconoscimento
della competenza.
COMUNICAZIONE: la comunicazione “fa” il gruppo.
AMBIENTE: è dato dall’insieme delle percezioni, dei vissuti, dei
sentimenti del gruppo e dipende dai modelli culturali dei gruppi.
DALLA CLASSE TRADIZIONALE ALLA CLASSE COOPERATIVA
From Traditional to Cooperative Learning
From …
To …
“A good class is a
“Learning involves
quiet class.”
healthy noise.”
Figure 1. From traditional to cooperative learning.
(Adapted from Kagan & Kagan, 2009)
“This is an
“ This is collaborative
independent task.”
teamwork.”
“Keep your eyes on
your paper.”
“Ask your partner for
help.”
“Sit quietly.”
“Get up and look at what
others did.”
“Talking is cheating.”
“Talking is learning.”
(Kagan & Kagan, 2009)
LA CLASSE, UNO SPAZIO PER IL CAMBIAMENTO E LA
CRESCITA
L’attività di gruppo può diventare lo “spazio per un cambiamento
osservabile”, per predisporre, realizzare, valutare trasformazioni
nelle seguenti relazioni:
•relazione con se stesso (autorappresentazione)
•relazione con gli altri ( rappresentazione della comunità)
•relazione con gli adulti (rappresentazione di un riferimento)
QUALI STRUMENTI?
• Programmazione/progettazione didattica annuale e
preparazione delle singole unità
• Scelta della metodologia didattica: lezione, lavoro di gruppo,
ricerca, laboratorio, didattica laboratoriale
• Equilibrio tra momenti di ascolto e momenti di attività
• Momenti di empowerment per rendere lo studente da passivo
strumento di processi definiti da altri a soggetto creativo e
partecipe, consapevole delle proprie capacità e con un certo
grado di autonomia e di autostima..
• Criteri di valutazione
• Distinzione tra valutare e misurare
AZIONI DEL CONSIGLIO DI CLASSE
Il CdC può:
. Costruire/adottare un modello di gestione della classe
condiviso, mettendo assieme i diversi modelli di gestione della
classe (punti forti e aspetti da migliorare)
• decidere quali impegni comuni assumere come team
per orientarsi verso una gestione della classe su idee di
apprendimento significativo e comprensione profonda
• accordarsi su percorsi e progetti di ricercazione
• Può fare monitoraggi significativi
ESEMPIO DI
MONITORAGGIO1
QUALE TIPO DI LEZIONE ?
Lezione ricettiva-sequenziale: focus su erogazione di informazioni
/dimostrazioni ed esercitazioni
guidate.
Lezione ricettiva-collaborativa: focus su erogazione di brevi input
informativi, discussione e lavoro in
piccoli gruppi.
Lezione simulativa e/o
a scoperta guidata:
focus su soluzione di problemi di
difficoltà graduale e crescente,
struttura ricorsiva.
Lezione collaborativa:
focus sulla produzione collaborativa e
il project work.
Lezione rovesciata
prima studio a casa e poi trattazione
in classe.
(modello Flipped classroom/
classe inversée):
EVENTUALE SCHEDA DI OSSERVAZIONE DEGLI STUDENTI
Disposizione dei banchi
Studenti che:
• prendono appunti
• disturbano
• dichiarano che non hanno svolto i compiti richiesti a casa
Studenti che intervengono per:
• fare domande e precisazioni
• proporre attività
• chiedere aiuto
• mostrare il prodotto del loro apprendimento
Osservazione di comportamenti:
• Presenza di leaders che monopolizzano l’attenzione degli insegnanti
• Livello di attenzione percepito nei vari momenti
• Modalità di collaborazione tra studenti
• Modalità d’uso del libro
• Disponibilità alla collaborazione con l’insegnante
Promuovere
l’interesse
UNA NUOVA PROSPETTIVA NELLA ZIONE
Valutare significa «dare valore»
Cosa?
TUTTE LE DIMENSIONI DELL’ESPERIERZA FORMATIVA:
acquisizione conoscenze, vissuti emotivi, motivazione, impegno,
fatica, sforzo, punto d’arrivo e percorso per raggiungerlo, studio
individuale e apprendimento cooperativo, competenze
scolastiche…
Livelli di valutazione:
Percorso
coinvolgimento
Risultato
VALUTAZIONE
dell’apprendiment
o in relazione al
gruppo
Domande guida
INDIVIDUALE:
quale contributo hai dato, quanto hai imparato da/con gli altri,
cosa hai migliorato di te in questa esperienza e come? Quanto
hai migliorato gli altri, quali contenuti hai assimilato, che
padronanza hai, chi ti ha aiutato di più a apprendere meglio,
come il gruppo ha migliorato le competenze di tutti, come vuoi
essere aiutato per apprendere meglio, come pensi di aiutare gli
altri e di contribuire al successo del gruppo?
DI COPPIA
o DI
GRUPPO
come valutiamo il lavoro di gruppo, quali le criticità e come sono
state superate, quale collaborazione e coinvolgimento, quale
valorizzazione del contributo di tutti, come migliorare la
collaborazione?
DI CLASSE
valutare il senso del gruppo, chi ha partecipato più/ meno, chi
ha portato contributi, chi ha più influenza quando parla, chi è
autoritario, direttivo, conciliatore, decisionale, creativo, chi si è
impegnato, chi ha dato sostegno, accoglienza, aiuto, rispettate
le regole del gruppo? Qualcuno escluso/bloccato/ aggredito,
create tensioni, comunicazione (monopolizzare/facilitare),
contributi (idee proposte disaccordi),integrazione di gruppo,
obiettivi: chiari, chiariti, accettati, collaborazione, competizione,
procedure efficaci, ascolto,
COME VALUTARE
Aggiungere alla modalità quantitativa, una metodologia di
valutazione qualitativa:
• metodi narrativi
• riflessioni metacognitive
• questionari di autovalutazione individuale e collettiva: metodo
di studio, incidenza dell’autostima sull’apprendimento, schede
valutazione della motivazione, questionari sul clima di classe e
sulla collaborazione di gruppo (carte del clima).
• composizioni scritte, orali, progetti, portfolio
METACOGNIZIONE ED AUTOVALUTAZIONE
Autovalutazione
valutare se stessi per prendere coscienza
del proprio livello di maturazione e delle
proprie conquiste
valutare un proprio elaborato.
La raccolta delle opinioni degli alunni costituisce un momento
d’espressione nel quale essi possono manifestare entusiasmi,
gratificazione ma anche disagi e difficoltà.
Autovalutazione
termometro
per il docente che misura, almeno in parte,
la validità delle strategie didattiche adottate
per l’alunno che comincia a prendere
coscienza di se stesso e delle proprie
potenzialità ed attitudini.
COSA PUÒ FARE L’INSEGNANTE?
INTERROGARSI !
RICERCARE E
AGIRE!
IL METODO DELLA RICERCAZIONE
Kurt Lewin, propose una metodologia nuova per poter affrontare la
dinamica delle relazioni tra l’individuo e la situazione reale,
all’interno di una mutua relazione tra persone.
La metodologia della ricerca-azione si concretizza:
A. nella ricerca partecipata il cui valore principale sta nel concepire
l’impegno sociale come momento centrale dell’educazione
B. nella ricerca-azione in classe il cui fondamentale valore è di
permettere agli insegnanti di divenire consapevoli del loro
essere educatori, migliorandone così la professionalità.
LA RICERCA ZIONE – «CATALIZZATORE DEL CAMBIAMENTO»
(Pourtois 1981)
OSSERVARE
valutare
Le fasi
richiedono un
momento di
VALUTAZIONE
dopo ciascuna
di esse per
decidere se si
può passare
alla fase
successiva.
RIPIANIFICARE
AGIRE
RICERCAZIONE
AGIRE
PIANIFICARE
OSSERVARE
D
O
C
E
N
T
E
R
I
F
L
E
S
S
I
V
O
IL RUOLO DELL’OSSERVAZIONE NEL CONTESTO SCOLASTICO
È funzionale ad un approccio che non considera l’educazione
come semplice trasmissione di conoscenze.
Consente di distaccarsi dal proprio ruolo e di poter vedere con
occhio diverso il proprio operare.
Permette di essere maggiormente consapevoli e di assumere un
atteggiamento di partecipazione.
E’ importante che:
• le nostre osservazioni dell’alunno siano formulate in termini
di comportamento
Il comportamento sia descritto così come avviene e non
interpretato
Per evidenziare nella pratica quotidiana informazioni che consentono la
costruzione dinamica del progetto personalizzante delle attività educative
IL DOCENTE OSSERVATORE
COME DEVE ESSERE
COSA DEVE SAPER FARE
1.Essere competente per
capire il rapporto di
causa-effetto del fenomeno
osservato
1.Saper rilevare gli affetti, lo stile personale
e le intenzioni (comunicazione
interpersonale relativa ai messaggi non
verbali).
2. Essere intuitivo per
comprendere le tendenze
personali che possono
inficiare il giudizio
2. Saper rilevare la comunicazione
interpersonale relativa ai messaggi verbali.
IL DOCENTE OSSERVATORE
3.Avere esperienza e
ricchezza di esperienze
sociali
3. Saper rilevare la
comunicazione interpersonale
relativa ai messaggi misti
(messaggi verbali e non verbali).
4.Possedere un’intelligenza
4. Saper rilevare la
sociale che favorisce la
comunicazione interpersonale
corretta valutazione degli altri relativa al contesto.
nel saper predire un loro
probabile comportamento