Antonella Cambria laboratorio docenti neoassunti- IC Via Merope 14-04-2016 28-04-2016 LA CLASSE IERI OGGI IL DOCENTE Ristabiliva l’ordine Propone delle attività in modo’’ attraente” Chiarisce la validità dell’offerta formativa Indica la strada per il successo scolastico LA GESTIONE DELLA CLASSE Gestire la classe significava saper tenere la disciplina Gestire una classe Significa: - conoscere i propri studenti - motivarli - riconoscerli come soggetti. IL DOCENTE OGGI CONOSCE ciò che accade intorno a lui e si pone dentro le dinamiche nella classe SI PRESENTA in modo positivo e trasmette energia ADEGUA il proprio comportamento sapendo che l’intervento sul singolo può avere un effetto globale, il cosiddetto “effetto onda” RISPETTA per ricevere RISPETTO Si pone come un PUNTO DI RIFERIMENTO Comunica di avere INTERESSE per gli STUDENTI come PERSONE IL DOCENTE OGGI Dimostra PROFESSIONALITÀ Trasmette FIDUCIA COINVOLGE gli studenti in ciò che si intende fare CAPISCE i loro interessi PROPONE compiti reali che li portino a trovare procedimenti a loro idonei VALUTA anche gli errori come una risorsa per fornire strategie di correzione e di autoregolazione COMPLESSITÀ DEL GRUPPO CLASSE COSTITUITO da: Alunni in posizione di DIPENDENZA dal docente • Alunni che possono aspirare a rapporti privilegiati con il docente e il gruppo può essere vissuto come ostacolo Numero elevato di componenti : molteplici relazioni sociali e sottogruppi coesi/ostili/in conflitto… Dinamiche relazionali, movimenti di attrazione-repulsione Ruoli: individualità, leader, gregario, rifiutato, isolato, collaborativo… CARATTERISTICHE ALL’INTERNO DELLA CLASSE • Imprevedibilità dei fatti • Multidimensionalità della comunicazione • Immediatezza degli interventi • Simultaneità delle azioni • Dominio pubblico delle prestazioni dei ragazzi • Storicità ( componenti, provenienza, vicende , cambio insegnanti…) GESTIONE DELLA CLASSE Di cosa si occupa Affrontare la diversità del gruppo classe e delle sue In che cosa consiste Fare scelte organizzative e didattiche dinamiche Promuovere l’interesse Incoraggiare la partecipazione Conoscere le variabili che influenzano la gestione L.D’Alonzo Cosa richiede Occuparsi dell’ambiente fisico e sociale dell’aula Porre attenzione ai bisogni degli alunni Ripensare il ruolo dell’insegnante Affrontare la diversità del gruppo classe e delle sue dinamiche LACOSTRUZIONE DELLA RELAZIONE La relazione complessa insegnante-alunno tiene conto di altri attori che partecipano all’organizzazione scolastica: Colleghi Dirigente Personale Operatori di servizi …… Docenti: nuova sensibilità verso i genitori Genitori: Sono ansiosi per la crescita e allo sviluppo psicofisico del figlio Privilegiano gli aspetti affettivi relazionali Fanno difficoltà a capire le regole Assenti Sottomessi Collaborativi Sfidanti LA FAMIGLIA CONSIDERA ? RICHIEDE ? COLLABORA ? Una buona collaborazione tra scuola e famiglia è basilare per il successo della gestione delle relazioni scolastiche: • includere nelle decisioni scolastiche i genitori rendendoli corresponsabili • aiutare i genitori ad incrementare e/o creare una autonomia nei figli • trovare e definire dei canali per comunicare tra scuola e famiglia e viceversa riguardo i programmi, il comportamento e l’atteggiamento scolastico dei figli • fornire informazioni e fare proposte alle famiglie su come supportare gli studenti a casa con i compiti o con altre attività • reperire servizi e risorse per rinforzare la programmazione scolastica, l’apprendimento degli studenti ma soprattutto le pratiche della famiglia • ……………… Genitoriale – l’insegnante utilizza modalità di comunicazione di tipo affettivo, comprensione e accudimento Direttiva -l’insegnante è un rappresentante della scuola, ha una comunicazione valutativa. La dimensione è istituzionale Competente – l’insegnante sostiene la relazione con i genitori per condividere la lettura del percorso scolastico in funzione di obiettivi di apprendimento/ dimensione collaborativa L’insegnante gestisce delle relazioni asimmetriche o per ruolo o per conoscenza All’interno di una relazione possiamo pensare solo quando siamo in contatto con le nostre emozioni La professionalità relazionale coinvolge il rapporto tra insegnante e alunno, insegnanti e genitori, operatori e utenti: rapporti che possono favorire od ostacolare il processo di crescita Teoria dell’attaccamento ( Bowbly,1969), regolata dalla capacità dell’adulto di rispondere ai bisogni dell’alunno (l’attaccamento alla madre diventa un modello di esplorazione del mondo sociale) Tipologie di attaccamento: sicuro, ansioso, evitante, disorganizzato Modello ecologico Classe e scuola sono microsisitemi (ambiente immediato in cui vive l’alunno) Relazione tra casa e scuola è un mesosistema (zona di relazione tra due o più contesti) E’ necessario analizzare le relazioni tra questi due ambienti sociali per comprendere lo sviluppo dell’alunno U.BRONFENBRENNER, Ecologia dello sviluppo umano VALORE APPRENDITIVO DEL CONTESTO «Nella fase di accoglienza : luogo di incontro tra la scuola e la famiglia, di reciproca presentazione, conoscenza, scambio informativo e soprattutto di consapevole collaborazione» D.M.18 settembre2002,n.100 C.M.10gennaio2014,n.28 L’AULA • Ambiente asettico o vissuto? • Seduti con chi si vuole od obbligati con un compagno? • Banchi ad anfiteatro oppure a file orizzontali? Le modalità di accoglienza stabiliscono UNA RELAZIONE e definiscono nel tempo il modo in cui l’allievo può sentirsi accettato o cercare accettazione. Occuparsi dell’ambiente fisico e sociale dell’aula SPAZIO COLLETTIVO E SPAZIO INDIVIDUALE Condivisione di regole comuni concordate a livello di consiglio di classe ( alcuni esempi) Spazio individuale Collocazione materiali Materiale necessario Avere del materiale di riserva in classe Tenere sul banco solo il materiale necessario Controllo periodico del materiale Spazio collettivo Dimensioni, abbinamento aula-classi Disposizione banchi: a U, singoli, in file, disordinati, raggruppati….. Finestre, porta, cestino spazzatura Assegnazione dei posti agli alunni, pulizia Mobili, attaccapanni, cartelloni, lim, vdp Personalizzazione, addobbi STABILIRE LE REGOLE DELLO SPAZIO COLLABORATIVO CLASSE significa definire chiaramente ciò che l’insegnante si aspetta Le Regole dovrebbero essere: 1.Poche 2.Chiare 3.Condivise 4.Concise 5.Espresse in modo positivo 6.Espresse graficamente La classe è un sistema aperto con regole implicite valide solo al suo interno QUATTRO FATTORI DI QUALITÀ DEL CONTESTO CLASSE Si individuano quattro fattori che sembrano avere un’influenza diretta sull’apprendimento dei comportamenti: 1. Aspettative riguardo ai risultati degli studenti 2. Ambiente ordinato in classe 3. Buone relazioni a livello orizzontale e verticale 4. Ambiente fisico della classe Creemers et Reezigt ( 1999) IL PROCESSO DI COMUNICAZIONE Ogni forma di comunicazione implica non solo una trasmissione di informazioni, ma una relazione e un incontro reciproco tra i soggetti, tra i rispettivi repertori, tra i differenti ruoli. L’intelligenza emotiva è ciò che permette di comprendere il messaggio dell’altro nella sua integrità di contenuto cognitivo ed emozionale L’intelligenza emotiva si esercita con l’ascolto LA COMUNICAZIONE EFFICACE: LA RELAZIONE DI AIUTO La relazione d'aiuto : C.Rogers1951 "una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato» la conoscenza e la padronanza delle proprie qualità personali, emozionali e relazionali aiuta a diminuire la la conoscenza del sé e del proprio complessità della relazione. modo di relazionarsi con gli altri diventa fondamentale . Non è sufficiente conoscere il disagio o la patologia di chi andiamo ad aiutare, ma è indispensabile conoscere noi stessi e i meccanismi che utilizziamo nella relazione. LA COMUNICAZIONE EFFICACE: LA RELAZIONE EMPATICA Alla base della comunicazione efficace oltre che alla RELAZIONE DI AIUTO c’è l’EMPATIA , ovvero la capacità di: • Fornire un supporto emotivo e cognitivo all’altro • Sentire e di essere presenti nella relazione • Comprendere i bisogni e richieste, in maniera non giudicante • Gestire la complessità interpersonale LA CAPACITÀ RELAZIONALE Capacità di sentire, di essere presenti nella relazione, di saper entrare in contatto con l’altro, comprenderne le richieste, i bisogni, il punto di vista. Non si tratta tanto di capire razionalmente, quanto di sentire ; questo è il senso dell’espressione “essere In contatto”: con l’interlocutore e con se stessi. La capacità relazionale è la capacità di gestire La complessità interpersonale OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI RELAZIONE E UNO DI CONTENUTO Il rapporto deve essere reciproco 3 livelli per comunicare verbale Para verbale Non verbale parole Tono Timbro di voce Volume Linguaggio del corpo STRATEGIE RELAZIONALI NELLA GESTIONE DELLA CLASSE 1. COMUNICAZIONE NON VERBALE 2. PRESENZA EFFICACE 3. CONTROLLO PROSSIMALE E CONTATTO OCULARE 4. EFFETTO ONDA 5. USO RINFORZO 6. VOCE 7. CONTATTO L’ELEMENTO FONDAMENTALE PER LA COSTRUZIONE DI UNA COMUNICAZIONE EFFICACE È L’ASCOLTO Fattori facilitanti o ostacolanti l’ascolto Saper utilizzare e dare il feedback L’insegnante nell’ essere disponibile alla comunicazione ASCOLTO ATTIVO Comprendere i reali bisogni dell’interlocutore Saper individuare e superare gli ostacoli 1. Transazioni semplici e complementari in situazioni comunicative più facili, in quanto si condividono valori e atteggiamenti e bisogni Prof., ha visto il mio libro?? 2. Transazioni incrociate 3. Transazioni conflittuali Products_LIBRO_978-88-6137-781-3_Z331_Lagestione-della-classe_pdf_Lagestionedellaclasse.pdf PROMOZIONE DEL CLIMA POSITIVO IN CLASSE Il clima risulta da molteplici fattori sia interni che esterni che regolano la vita e lo sviluppo di una classe: : • norme della classe • ruolo dei contesti familiari ed extrascolastici • politica educativa della scuola. All’interno di questa complessità, un ruolo determinante è rivestito dalle modalità di gestione della classe, dalle caratteristiche di ogni singolo docente, unite alla qualità della relazione insegnante -alunno nonché alla qualità dell’istruzione Il clima positivo risulta essere un fattore di «protezione» sia per gli apprendimenti che per il benessere generale dello studente (Wentzel, 1997). IL CLIMA È ESPRESSIONE DELLA CULTURA ORGANIZZATIVA DELLA SCUOLA. 1. Il clima è costituito da un sistema di valori condivisi che diventano un punto di riferimento per la vita quotidiana della scuola; es.: l’importanza assegnata, nelle diverse scuole, all’uso di premi e punizioni. Se una determinata pratica entra a far parte della cultura di una scuola gli interventi degli insegnanti non saranno casuali ed estemporanei, ma seguiranno un criterio generale di coerenza. Il clima di una scuola (e di una classe) varia anche in relazione alla sensazione di efficacia degli insegnanti e alle aspettative che essi hanno rispetto alle potenzialità degli studenti; Le variazioni rispetto a queste due dimensioni incidono radicalmente sulla motivazione sia degli studenti che degli insegnanti, come una sorta di “effetto Pigmalione” allargato. Lucia Valle , l’insegnante come regista di climi educativi. dall’asimmetria di potere al riconoscimento reciproco, SSIS/UNIVE-Psicologia dell’educazione 2. Il clima risultato di una costruzione dotata di significati l’insegnante, in quanto figura di riferimento, ha l’onere di predisporre situazioni educative in cui sia possibile il riconoscimento reciproco. 3. Clima manipolatorio e competitivo l’insegnante esercita un potere manipolatorio. I valori dominanti l’obbedienza e la dipendenza. Concepisce l’errore cognitivo dei suoi alunni come una trasgressione 4.Clima integrativo e di riconoscimento reciproco L’educatore esercita la propria autorevolezza in virtù del riconoscimento che gli allievi fanno della sua competenza e quindi a tutela della sua mission formativa. Lucia Valle , l’insegnante come regista di climi educativi. dall’asimmetria di potere al riconoscimento reciproco, SSIS/UNIVE-Psicologia dell’educazione 4.Nel clima integrativo e di riconoscimento reciproco diventano più evidenti e riconoscibili i ruoli tutoriali, cooperativi, facilitanti, mediativi esercitati dall’insegnante e i ruoli di ricerca, di processo, di sperimentazione, di applicazione e di riformulazione esercitati dagli alunni; «Un clima di classe positivo è determinato da un livello di aspettative elevato che gli insegnanti hanno nei confronti degli allievi e di se stessi». (Fischer) CLIMI DI CLASSE Particolarmente interessante, ai fini della gestione della classe, è la tematica sui climi di classe (Kurt Lewin). Gli aspetti che caratterizzano la leadership all’interno di un gruppo sono: • i leader autoritari impongono l’attività al gruppo • i leader democratici coinvolgono l’intero gruppo nelle decisioni sulle scelte da compiere • i leader permissivi non influenzano le scelte dei membri del gruppo, né controllano la loro attività. LA SCUOLA , AMBIENTE SOCIALE , PROMOTRICE DI BENESSERE Il clima classe riguarda la percezione collettiva che alunni e insegnanti hanno del loro stare dentro la classe, che influenza, la motivazione, l’impegno e l’insieme degli atteggiamenti. Docenti ed alunni devono STAR BENE A SCUOLA. Dove non fosse possibile respirare un clima positivo diventa fondamentale RIFLETTERE E PORSI DELLE DOMANDE. Possibile intervento: carte del clima che hanno la funzione di attivare un processo narrativo di tipo generativo. L’APPRENDIMENTO Area cognitiva Motivazionale Emotiva Affettiva Ogni apprendimento si iscrive in un campo che include bisogni, desideri, emozioni, affetti, pregiudizi, ostacoli, risorse (Kurt Lewin). I vissuti emotivi influiscono nell’incontro con l’altro e sono influenzati a loro volta dalle interazioni tra individuo e ambiente. L’INEGNANTE PUÒ CONROLLARE IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO CON: L’ANALISI DELLE SITUAZIONI PROBLEMATICHE DIVERSE: caratteristiche degli allievi, la previsione di quali aspetti possano essere accattivanti per la classe L’USO DI STRATEGIE FORMATIVE DIFFERENZIATE: tempi di apprendimento variabili da studente a studente e tipologia degli stili di apprendimento, rispetto della diversità di ciascuno IL RISPETTO DEGLI STILI E DEI TEMPI DI APPRENDIMENTO LA MEDIAZIONE CULTURALE «Modalità di elaborazione dell’informazione che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi» (Boscolo 1981) Globale/analitico Sistematico/intuitivo Verbale/visuale Impulsivo/riflessivo Dipendente/ non dipendente dal campo Convergente/divergente I TEMPI DELL’APPRENDIMENTO Impariamo Il 10% di ciò che leggiamo Il 20% di ciò che ascoltiamo Il 30 % di ciò che vediamo Il 50 % di ciò che ascoltiamo e vediamo Il 70 % di ciò che discutiamo Il 90 % di ciò che spieghiamo a qualcun’altro (attenzione alla modalità) (W.GLASSER) CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA • • • • La scuola è una comunità di apprendimento La classe è considerata come ambiente di crescita L’apprendimento e e la conoscenza hanno una natura sociale L’insegnante è un mediatore-facilitatore di apprendimenti L’APPRENDIMENTO è: • ATTIVITA’ ORIENTATA a migliorare la conoscenza per la comunità di cui si è membri non più acquisizione di informazioni • PROCESSO ATTIVO: azione soggettiva dell’alunno e interazione con conoscenze proposte da altri ( E.Morin) • CAPACITA’ DI ATTIVAZIONE: il soggetto è attivo nel proprio processo di apprendimento come pure in quello di gruppo (J.S. Bruner) EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA – DIMENSIONE METACOGNITIVA CAPIRE LA FINALITA: sollecitare l’alunno a domandarsi COSA APPRENDE e PERCHE’ lo sta apprendendo TROVARE LA MOTIVAZIONE ESTRINSECA dell’apprendere RIORGANIZZARE E FINALIZZARE la conoscenza: analisi della situazione di partenza (la scuola non sola agenzia educativa: saperi informali e non formali) APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO e non meccanico ( Novak) «Apprendere in modo significativo significa saper risolvere problemi nella realtà quotidiana. La risoluzione di problemi dà uno scopo all'apprendimento che può diventare "significativo" per la persona solo se essa ne comprende l'utilità per i suoi scopi» ( David Jonassen) IL RUOLO DEL DOCENTE DISTINZIONE TRA ISTRUTTORE E EDUCATORE ISTRUTTORE Riproduce indicazioni sempre uguali Impartisce istruzioni Finalizza le azioni ai risultati immediati ( profitti) Terminata l’attività, chiude i contatti e va a casa unidirezionalità EDUCATORE Escogita strategie sempre nuove ed innovative Consiglia tecniche individualizzate Sceglie intenzionalmente le azioni da compiere atteggiamenti educativi: autorevolezza, reciprocità, incoraggiamento Rispetta e valorizza i ritmi di ciascuno Ripensare il ruolo dell’insegnante ATTEGGIAMENTI EDUCATIVI Incoraggiare la partecipazione INTENZIONALITÀ: Riflettere individualmente, parlare con gli studenti e con i colleghi. Interrogarsi INSIEME. Prima di parlare e di agire in modo automatico, ricordarsi di ascoltare. AUTOREVOLEZZA: prevedere l’assertività, linguaggio chiaro e diretto. Prendere atto del bisogno degli alunni di rendersi indipendenti ; concordare con loro alcune regole pratiche di comportamento. RECIPROCITÀ: dialogo e scambio INCORAGGIAMENTO: vedere gli aspetti positivi e non solo i rischi dei comportamenti. Aver fiducia nelle risorse degli allievi. RIMOTIVAZIONE: degli alunni e dell’insegnante (preparazione collegiale delle lezioni, non individuale, anche di discipline diverse; cooperare e negoziare con i propri studenti la costruzione del sapere) . DOCENTE COME FACILITATORE DELLA COMUNICAZIONE Professionalità, personalità , valori, caratteristiche Porre attenzione ai bisogni degli alunni L’educatore è un facilitatore della comunicazione (Carl R. Rogers): -Autenticità nella comunicazione -Accettazione: predisposizione ad ascoltare l’altro -Comprensione empatica COMPRENDE I FATTORI PRESENTI NELLA CLASSE Conoscenze e vissuti diversi Emozioni Comportamenti Apprendimenti Demotivazione Scoraggiamento Insuccesso Diversità Affrontare la IL DOCENTE INCLUSIVO diversità del gruppo classe e delle sue dinamiche • Ha come obiettivo di far raggiungere a tutti gli studenti il massimo grado possibile di apprendimento e di partecipazione sociale. • Valorizza le differenze presenti nel gruppo classe, che diventano a loro volta base dell’azione didattica inclusiva e della differenziazione degli stili di insegnamento dei docenti. UNA DIDATTICA INCLUSIVA • è centrata sui bisogni e sulle risorse personali in modo che ogni alunno possa diventare protagonista del proprio processo di apprendimento, qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità • rispetta gli stili e i ritmi di apprendimento la classe inclusiva richiede: al docente di: • occuparsi dei bisogni degli studenti • ripensare il ruolo dell’insegnante • porre attenzione all’ambiente dell’aula in senso fisico e sociale agli studenti di: • • • • capire le finalità che si vogliono raggiungere essere attratti dalla proposta educativa focalizzare il successo sentirsi in grado di rispondere alla richiesta dell’insegnante per non assumere comportamenti evasivi STRATEGIE MESSE PIÙ FREQUENTEMENTE IN ATTO PER LA CLASSE MULTICULTURALE Strutturazione di percorsi individualizzati per uno o due alunni stranieri nuovi arrivati o comunque con una competenza in L2 non equivalente ai nativi; Predisposizione di materiali specifici che consentano di acquisire i primi strumenti per comunicare nelle classi ad alta presenza di alunni non italofoni. Laboratori linguistici e di alfabetizzazione, che possono essere organizzati utilizzando personale aggiuntivo o gli stessi insegnanti di classe, per lavorare in maniera mirata sui bisogni specifici degli alunni stranieri. Laboratori interculturali Interventi del mediatore culturale /linguistico LA RICERCA PEDAGOGICA: CONOSCERE I MODELLI PIÙ IMPORTANTI DI GESTIONE DELLA CLASSE • • • • • JACOB KOUNIN Presenza efficace in classe Slancio e consapevolezza Condurre più attività contemporaneamente Didattica diversificata Effetto onda LEE CANTER Costruire un rapporto educativo sui diritti reciproci Fissare regole e richiedere rispetto Assumere un ruolo autorevole Promuove atteggiamenti collaborativi Guidare e orientare il percorso degli studenti WILLIAM CLASSER Soddisfazione dei bisogni degli allievi Imparare e lavorare con gioia Privilegiare l’approfondimento e l’analisi Privilegiare gestione del lead management (approccio educativo facilitatorio, attraverso coinvolgimento, sollecitazione FREDRIC JONES Precisa organizzazione della classe fisica Ruolo della comunicazione non verbale Strategia di conduzione della lezione Uso di un sistema di incentivi VERSO UN MESTIERE NUOVO? « De nouvelles compétences professionnelles pour enseigner » « Philippe Perrenoud 1. Organiser et animer des situations d'apprentissage 2. Gérer la progression des apprentissages 3. Concevoir et faire évoluer des dispositifs de différenciation 4. Impliquer les élèves dans leurs apprentissages et leur travail 5. Travailler en équipe 6. Participer à la gestion de l'école 7. Informer et impliquer les parents 8. Se servir des technologies nouvelles 9. Affronter les devoirs et les dilemmes éthiques de la profession 10.Gérer sa propre formation continue GESTIRE LA DIDATTICA Fare scelte organizzative e didattiche Analisi dei fabbisogni formativi Valutazione formazione Progettazione/ piano formativo Erogazione formazione DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA come forma efficace e flessibile di un lavoro scolastico che tenga conto delle caratteristiche peculiari del soggetto Didattica Individualizzata Consiste nelle attività che può svolgere l’alunno per potenziare le proprie abilità ed acquisire specifiche competenze. L’azione individualizzata pone obiettivi comuni per tutta la classe, ma adatta le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali degli alunni. Assicura a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo. Didattica Personalizzata Calibra l’offerta didattica sulla specificità a livello personale dei bisogni educativi degli alunni di una classe Considera le differenze individuali sotto il profilo qualitativo Ha l’obiettivo di dare a ogni alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e quindi può porsi obiettivi diversi per ogni alunno MODELLI DI APPRENDIMENTO LEARNING BY DOING Apprendimento attraverso il fare, attraverso l’operare, le azioni. In questo modo il soggetto prende coscienza del perché è necessario conoscere e utilizzare le conoscenze. Concetto di efficacia: offrire la possibilità di apprendimento effettivo ai soggetti, individui diversi per vissuti, contesti, capacità e attitudini. Tende a creare un contesto educativo non competitivo ma collaborativo IL COOPERATIVE LEARNING Metodologia di apprendimento che si fonda sulla cooperazione, intesa non solo come tecnica ma come progetto da adottare nella vita di classe. E’ caratterizzato da una forte interdipendenza positiva tra i membri. Ha bisogno di progettazione, non si improvvisa. Elaborazione italiana di Comoglio (1996) si articola su quattro dimensioni: l'insegnamento individualizzato, la comunità di apprendimento, la valutazione autentica e la cognizione distribuita. Nel gruppo cooperativo, affrontando situazioni complesse e sfidanti, i ragazzi imparano ad imparare, le risorse personali vengono valorizzate e si sviluppano abilità cognitive talvolta superiori rispetto a quelle richieste dai compiti tradizionali. Principi che caratterizzano i gruppi cooperativi 1. 2. 3. 4. 5. il il il il il principio principio principio principio principio della leadership distribuita del raggruppamento eterogeneo dell'interdipendenza positiva dell'acquisizione delle competenze sociali dell'autonomia del gruppo • Migliorano il senso di appartenenza (gruppo di lavoro), la motivazione e l’integrazione • Diminuiscono l’ansia da prestazione e le problematiche comportamentali Ricadute: sui risultati degli studenti Sulle relazioni più positive tra gli studenti Maggiore benessere psicologico UN MODELLO DI COOPERATIVE LEARNING PEER TUTORING Metodo basato su di un approccio cooperativo dell'apprendimento. Gli allievi vengono divisi in coppie o in piccoli gruppi e si sceglie di volta in volta uno di loro per svolgere il ruolo di docente e spiegare ai suoi compagni il tema da trattare o aiutarlo a procedere di volta in volta con più indipendenza. I tutors possono smettere gli abiti dello studente "passivo" e per assumere un ruolo responsabile e propositivo, nel quale ciascuno possa misurare le proprie capacità di comunicazione e, nel confrontarsi con le risposte della classe, verificare gli effetti concreti del proprio lavoro. La Peer Education inoltre presuppone che i tutor abbiano acquisito delle specifiche competenze relazionali, e la capacità di crearsi un metodo di lavoro. LA CLASSE INTESA COME GRUPPO DI LAVORO Conoscere le variabili che influenzano la gestione ha bisogno dei seguenti elementi : OBIETTIVI: sono una “tensione verso il futuro” e creano una forma di identificazione dei membri di un gruppo. METODO: da un lato definizione dei criteri per l’azione del gruppo e dall’altro le modalità che strutturano, nel tempo e nello spazio, l’intervento di un gruppo. RUOLI: ciascun membro del gruppo può apprendere, se trova il giusto spazio, ad assumersi ruoli diversi ed esserne mano a mano sempre più consapevole ( il conservatore, il negoziatore, il realizzatore, il creativo, il comunicatore, ecc.) LA CLASSE INTESA COME GRUPPO DI LAVORO LEADERSHIP: un buon leader deve avere una serie di caratteristiche come la flessibilità, l’orientamento al dialogo, l’inserimento nelle situazioni, la lealtà verso le decisioni del gruppo, l’attenzione alle relazioni personali, il riconoscimento della competenza. COMUNICAZIONE: la comunicazione “fa” il gruppo. AMBIENTE: è dato dall’insieme delle percezioni, dei vissuti, dei sentimenti del gruppo e dipende dai modelli culturali dei gruppi. DALLA CLASSE TRADIZIONALE ALLA CLASSE COOPERATIVA From Traditional to Cooperative Learning From … To … “A good class is a “Learning involves quiet class.” healthy noise.” Figure 1. From traditional to cooperative learning. (Adapted from Kagan & Kagan, 2009) “This is an “ This is collaborative independent task.” teamwork.” “Keep your eyes on your paper.” “Ask your partner for help.” “Sit quietly.” “Get up and look at what others did.” “Talking is cheating.” “Talking is learning.” (Kagan & Kagan, 2009) LA CLASSE, UNO SPAZIO PER IL CAMBIAMENTO E LA CRESCITA L’attività di gruppo può diventare lo “spazio per un cambiamento osservabile”, per predisporre, realizzare, valutare trasformazioni nelle seguenti relazioni: •relazione con se stesso (autorappresentazione) •relazione con gli altri ( rappresentazione della comunità) •relazione con gli adulti (rappresentazione di un riferimento) QUALI STRUMENTI? • Programmazione/progettazione didattica annuale e preparazione delle singole unità • Scelta della metodologia didattica: lezione, lavoro di gruppo, ricerca, laboratorio, didattica laboratoriale • Equilibrio tra momenti di ascolto e momenti di attività • Momenti di empowerment per rendere lo studente da passivo strumento di processi definiti da altri a soggetto creativo e partecipe, consapevole delle proprie capacità e con un certo grado di autonomia e di autostima.. • Criteri di valutazione • Distinzione tra valutare e misurare AZIONI DEL CONSIGLIO DI CLASSE Il CdC può: . Costruire/adottare un modello di gestione della classe condiviso, mettendo assieme i diversi modelli di gestione della classe (punti forti e aspetti da migliorare) • decidere quali impegni comuni assumere come team per orientarsi verso una gestione della classe su idee di apprendimento significativo e comprensione profonda • accordarsi su percorsi e progetti di ricercazione • Può fare monitoraggi significativi ESEMPIO DI MONITORAGGIO1 QUALE TIPO DI LEZIONE ? Lezione ricettiva-sequenziale: focus su erogazione di informazioni /dimostrazioni ed esercitazioni guidate. Lezione ricettiva-collaborativa: focus su erogazione di brevi input informativi, discussione e lavoro in piccoli gruppi. Lezione simulativa e/o a scoperta guidata: focus su soluzione di problemi di difficoltà graduale e crescente, struttura ricorsiva. Lezione collaborativa: focus sulla produzione collaborativa e il project work. Lezione rovesciata prima studio a casa e poi trattazione in classe. (modello Flipped classroom/ classe inversée): EVENTUALE SCHEDA DI OSSERVAZIONE DEGLI STUDENTI Disposizione dei banchi Studenti che: • prendono appunti • disturbano • dichiarano che non hanno svolto i compiti richiesti a casa Studenti che intervengono per: • fare domande e precisazioni • proporre attività • chiedere aiuto • mostrare il prodotto del loro apprendimento Osservazione di comportamenti: • Presenza di leaders che monopolizzano l’attenzione degli insegnanti • Livello di attenzione percepito nei vari momenti • Modalità di collaborazione tra studenti • Modalità d’uso del libro • Disponibilità alla collaborazione con l’insegnante Promuovere l’interesse UNA NUOVA PROSPETTIVA NELLA ZIONE Valutare significa «dare valore» Cosa? TUTTE LE DIMENSIONI DELL’ESPERIERZA FORMATIVA: acquisizione conoscenze, vissuti emotivi, motivazione, impegno, fatica, sforzo, punto d’arrivo e percorso per raggiungerlo, studio individuale e apprendimento cooperativo, competenze scolastiche… Livelli di valutazione: Percorso coinvolgimento Risultato VALUTAZIONE dell’apprendiment o in relazione al gruppo Domande guida INDIVIDUALE: quale contributo hai dato, quanto hai imparato da/con gli altri, cosa hai migliorato di te in questa esperienza e come? Quanto hai migliorato gli altri, quali contenuti hai assimilato, che padronanza hai, chi ti ha aiutato di più a apprendere meglio, come il gruppo ha migliorato le competenze di tutti, come vuoi essere aiutato per apprendere meglio, come pensi di aiutare gli altri e di contribuire al successo del gruppo? DI COPPIA o DI GRUPPO come valutiamo il lavoro di gruppo, quali le criticità e come sono state superate, quale collaborazione e coinvolgimento, quale valorizzazione del contributo di tutti, come migliorare la collaborazione? DI CLASSE valutare il senso del gruppo, chi ha partecipato più/ meno, chi ha portato contributi, chi ha più influenza quando parla, chi è autoritario, direttivo, conciliatore, decisionale, creativo, chi si è impegnato, chi ha dato sostegno, accoglienza, aiuto, rispettate le regole del gruppo? Qualcuno escluso/bloccato/ aggredito, create tensioni, comunicazione (monopolizzare/facilitare), contributi (idee proposte disaccordi),integrazione di gruppo, obiettivi: chiari, chiariti, accettati, collaborazione, competizione, procedure efficaci, ascolto, COME VALUTARE Aggiungere alla modalità quantitativa, una metodologia di valutazione qualitativa: • metodi narrativi • riflessioni metacognitive • questionari di autovalutazione individuale e collettiva: metodo di studio, incidenza dell’autostima sull’apprendimento, schede valutazione della motivazione, questionari sul clima di classe e sulla collaborazione di gruppo (carte del clima). • composizioni scritte, orali, progetti, portfolio METACOGNIZIONE ED AUTOVALUTAZIONE Autovalutazione valutare se stessi per prendere coscienza del proprio livello di maturazione e delle proprie conquiste valutare un proprio elaborato. La raccolta delle opinioni degli alunni costituisce un momento d’espressione nel quale essi possono manifestare entusiasmi, gratificazione ma anche disagi e difficoltà. Autovalutazione termometro per il docente che misura, almeno in parte, la validità delle strategie didattiche adottate per l’alunno che comincia a prendere coscienza di se stesso e delle proprie potenzialità ed attitudini. COSA PUÒ FARE L’INSEGNANTE? INTERROGARSI ! RICERCARE E AGIRE! IL METODO DELLA RICERCAZIONE Kurt Lewin, propose una metodologia nuova per poter affrontare la dinamica delle relazioni tra l’individuo e la situazione reale, all’interno di una mutua relazione tra persone. La metodologia della ricerca-azione si concretizza: A. nella ricerca partecipata il cui valore principale sta nel concepire l’impegno sociale come momento centrale dell’educazione B. nella ricerca-azione in classe il cui fondamentale valore è di permettere agli insegnanti di divenire consapevoli del loro essere educatori, migliorandone così la professionalità. LA RICERCA ZIONE – «CATALIZZATORE DEL CAMBIAMENTO» (Pourtois 1981) OSSERVARE valutare Le fasi richiedono un momento di VALUTAZIONE dopo ciascuna di esse per decidere se si può passare alla fase successiva. RIPIANIFICARE AGIRE RICERCAZIONE AGIRE PIANIFICARE OSSERVARE D O C E N T E R I F L E S S I V O IL RUOLO DELL’OSSERVAZIONE NEL CONTESTO SCOLASTICO È funzionale ad un approccio che non considera l’educazione come semplice trasmissione di conoscenze. Consente di distaccarsi dal proprio ruolo e di poter vedere con occhio diverso il proprio operare. Permette di essere maggiormente consapevoli e di assumere un atteggiamento di partecipazione. E’ importante che: • le nostre osservazioni dell’alunno siano formulate in termini di comportamento Il comportamento sia descritto così come avviene e non interpretato Per evidenziare nella pratica quotidiana informazioni che consentono la costruzione dinamica del progetto personalizzante delle attività educative IL DOCENTE OSSERVATORE COME DEVE ESSERE COSA DEVE SAPER FARE 1.Essere competente per capire il rapporto di causa-effetto del fenomeno osservato 1.Saper rilevare gli affetti, lo stile personale e le intenzioni (comunicazione interpersonale relativa ai messaggi non verbali). 2. Essere intuitivo per comprendere le tendenze personali che possono inficiare il giudizio 2. Saper rilevare la comunicazione interpersonale relativa ai messaggi verbali. IL DOCENTE OSSERVATORE 3.Avere esperienza e ricchezza di esperienze sociali 3. Saper rilevare la comunicazione interpersonale relativa ai messaggi misti (messaggi verbali e non verbali). 4.Possedere un’intelligenza 4. Saper rilevare la sociale che favorisce la comunicazione interpersonale corretta valutazione degli altri relativa al contesto. nel saper predire un loro probabile comportamento