WHAT’S UP? Valentina Casali Per un welfare aziendale efficace l’importante è comunicare! Il welfare aziendale non è un beneficio per pochi, ma un’opportunità per tutti. Nondimeno, affinché lo sia, un piano di welfare aziendale dev’essere adeguatamente veicolato. Non si tratta solo di informare le persone affinché percepiscano il reale valore delle iniziative, ma anche di rendere l’accesso ai servizi il più agile possibile. Da una recente ricerca sul tema a cura di OD&M Consulting è risultato che un importante aspetto per la buona riuscita di un piano di welfare consiste nel comunicarne adeguatamente le finalità. Spesso i dipendenti colgono il reale valore delle iniziative, e di conseguenza sviluppano un attaccamento maggiore nei confronti dell’azienda, se percepiscono come finalità la cura dei loro bisogni. Mentre il livello di soddisfazione scende, dunque non si registrano effetti positivi in ter- mini di miglioramento del clima aziendale e aumento della produttività, quando la finalità percepita è il contenimento dei costi. Anche l’utilizzo di strumenti di comunicazione diversificati – come la presenza di un manuale di gestione del piano o l’organizzazione di incontri di approfondimento sulle singole iniziative – ha impatti importanti. A monte, nella progettazione di un piano di welfare aziendale, risulta fondamentale l’ascolto dei bisogni della popolazione. Tale analisi sociodemografica – realizzata tramite survey specifiche, interviste individuali o focus group – permette di differenziare l’offerta in base alla domanda, migliorando l’esperienza del ‘cliente’ finale dei servizi di welfare. Calare un piano standardizzato dall’alto, nella logica top-down, non è mai una buona idea, soprattutto quando si ha a che fare con popola- zioni aziendali vaste e differenziate. Mentre coinvolgere le persone nella costruzione del piano è il necessario punto di partenza per far sì che l’investimento vada a buon fine. È sulla base di queste premesse che le aziende devono fare di tutto per comunicare con i propri dipendenti: mettersi in ascolto e informare, rispetto all’offerta dei benefit e alle iniziative di conciliazione vita-lavoro a disposizione, diventano assi portanti di una buona politica di welfare aziendale. Se dare ascolto e informare sono utili nella fase di progettazione del piano, quando lo si va a implementare occorre studiare output per la fruizione immediata dei servizi da parte dei dipendenti. In questo, la tecnologia ci viene in soccorso. Sono tantissime, oggi, le piattaforme web per la fruizione userfriendly dei benefit. Con un semplice clic, Michelangelo Buonarroti, “Giudizio Universale” (particolare) (1536-1541, affresco 13,7x12,2 m, Cappella Sistina) 16 maggio/giugno 2015 &SVILUPPO ORGANIZZAZIONE what’s up? stando comodamente seduti alla scrivania, i dipendenti possono avere chiara la situazione del proprio ‘portafoglio welfare’ e del pacchetto di servizi tra i quali scegliere. Ulteriori evoluzioni in senso Welfare 3.0 prevedono un approccio multichannel (o multi-device). Non solo, dunque, piattaforme personalizzabili, ma anche voucher digitali e tool componibili a seconda delle esigenze della singola azienda, fino all’utilizzo di veri e propri social network per la veicolazione dei messaggi verso l’interno (ai dipendenti) e verso l’esterno (ai clienti o ai possibili futuri dipendenti). Tutto ciò con grandi ritorni in termini di brand reputation, appetibilità dell’azienda nel mercato, miglioramento della attraction e retention dei talenti. Ultimo tassello, altrettanto basilare, è il monitoraggio. Adottare metriche precise di misurazione dei dati aiuta a conoscere l’efficacia di ciascuna iniziativa e a valutare la necessità di eventuali modifiche. La parola alle imprese… house organ, riunioni in ogni punto vendita) è stato fortemente coinvolto e informato. Il portale dedicato (www. NoiNovacoop.it) è il cuore dell’intero piano e si pone come punto di riferimento principale per conoscere nel dettaglio le iniziative e rimanere aggiornati. Il grande impegno della fase di lancio ha permesso di focalizzare l’attenzione sul progetto, anche grazie al passaparola, ottenendo così, fin dall’avvio, ottimi risultati. A due mesi dalla start up si registra un risultato superiore al 55% del totale dei dipendenti iscritti al portale. Il piano di welfare è anche un efficace strumento di comunicazione interna, infatti la predisposizione di un numero e un indirizzo mail dedicati permettono di raccogliere suggerimenti e reclami e rispondere in time. L’aggiornamento continuo sul lancio di nuove iniziative, insieme alla raccolta e all’analisi dei feedback, contribuisce a rendere efficace la comunicazione del piano. La gestione delle iniziative rende necessaria la creazione di una struttura o l’individuazione di figure di riferimento, nel nostro caso, all’interno della Direzione HR. Chi se ne occupa ha il compito di raccogliere le informazioni e le richieste da parte delle direzioni aziendali coinvolte nelle diverse iniziative. Per comprendere e fare propria la cultura del welfare, le funzioni aziendali, dai vertici fino agli operatori di punto vendita, devono sentirsi parte del progetto, condividendone i valori e operando, a partire dai responsabili di punto vendita, capi reparto e capi ufficio, per trasferirli all’interno della cooperativa.” Sulla base di queste considerazioni, abbiamo chiesto ad aziende del panorama nazionale e internazionale di raccontarci la loro esperienza. Come fare per comunicare in modo efficace ai dipendenti i piani di welfare? A quali figure demandare la diffusione di una cultura del welfare nelle organizzazioni e affidare la gestione delle iniziative, dal momento della progettazione fino al loro monitoraggio? Matteo Canato, Responsabile della Formazione e Selezione di Nova Coop “I 4.700 lavoratori di Nova Coop, azienda piemontese della grande distribuzione, hanno partecipato fin dal principio alla definizione del piano di welfare aziendale Noi Nova Coop attraverso focus group e questionari. Il personale, con una massiccia campagna di comunicazione (brochure, &SVILUPPO ORGANIZZAZIONE Barbara Cottini, Direttore Risorse Umane di Gi Group “Innanzitutto è bene specificare che, nella progettazione del piano welfare, ci siamo affidati a dei professionisti. Grazie al supporto di un primo partner, sulla base di un’analisi socio-demografica già esistente, abbiamo selezionato alcuni servizi standard che potessero coprire le esigenze di tutta la popolazione aziendale; una popolazione giovane, con un’età media intorno ai 32 anni, per il 78% composta da donne. Piuttosto che aggiungere, almeno nella prima fase di start up, nuovi servizi ad hoc, abbiamo preferito valorizzare alcune iniziative che già avevamo, integrandole nel piano. Abbiamo poi coinvolto un secondo partner con il quale abbiamo costruito una piattaforma che sarà attiva dalla fine di giugno. Si tratta di una piatta- maggio/giugno 2015 17 what’s up? forma userfriendly, in cui i dipendenti vedranno esplicitati tutti i servizi di cui potranno beneficiare, utilizzando un portafoglio welfare predefinito in base alla categoria di appartenenza (dirigente, quadro, dipendente). Per quanto riguarda la comunicazione, abbiamo utilizzato un video, divulgato attraverso la posta elettronica di tutti i 1.300 ‘colleghi’ – è così che amiamo definire le persone che lavorano con noi –, per spiegare loro tre concetti chiave delle politiche del personale di Gi Group. La prima, che il benessere delle persone è uno degli obiettivi strategici dell’azienda; la seconda, che consideriamo centrale l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata; la terza, che i servizi e le convenzioni del piano personalizzato Gi Well sono stati pensati per loro. Abbiamo poi deciso di stampare delle carte aziendali che abbiamo spedito a casa dei colleghi con lo scopo di confermare l’appartenenza all’azienda e la partecipazione all’iniziativa, e come supporto all’accesso del servizio. Vogliamo che le persone colgano la portata di questa azione e che siano orgogliose di far parte di Gi Group. Ovviamente abbiamo tanti spazi per migliorare ancora e in futuro, grazie all’aiuto del nostro partner, ci occuperemo di monitorare i risultati di questo investimento per avvicinare sempre di più i servizi offerti alle esigenze dei dipendenti.” Donato Fiore, Direttore Risorse Umane di Sonepar Italia “Soprattutto dopo un periodo di crisi, si registra una diffidenza di fondo delle strutture organizzative nei confronti della direzione aziendale e la corretta comunicazione diventa strategica, al di là della bontà dell’iniziativa stessa. In Sonepar abbiamo scelto due modalità. Considerando l’importanza della risorsa ‘tempo’, abbiamo ritenuto utile allo scopo un supporto 18 maggio/giugno 2015 multimediale che raggiungesse tutte le persone nello stesso momento; un video, dunque, della durata di 3 mi- nuti, che illustrava in modo intuitivo il funzionamento del piano e del portale. Ha fatto seguito un roadshow sul territorio, volto a illustrare ai dipendenti le finalità del progetto, come la riduzione del cuneo fiscale, a vantaggio soprattutto della piramide bassa della popolazione aziendale che più aveva sofferto negli ultimi anni. Nel corso delle diverse tappe, abbiamo dialogato con i destinatari dei servizi spiegando loro la logica win win delle iniziative. È stato fondamentale affidarci a un partner esterno, che ci ha fornito aiuto nella progettazione del piano, individuando tramite un’indagine di employee satisfaction – realizzata con survey elettronica che ha coinvolto tutti i dipendenti – le esigenze della popolazione sulle quali costruire il pacchetto benefit. Lo stesso provider è stato un elemento determinante per il successo dell’operazione, poiché ci ha fornito una piattaforma di facile utilizzo e un supporto costante ai dipendenti nell’accesso ai servizi di welfare. Rispetto alle figure che in azienda si sono occupate di diffondere la cultura del welfare e di comunicare adeguatamente il piano, in Sonepar abbiamo affidato questo ruolo ai middle manager. I quadri intermedi sono, infatti, stati formati per dare risposte ed evitare quel meccanismo di alienazione dei dipendenti che spesso segue l’introduzione di una novità. Il tutto, con un importante funzione di coordinamento affidata alla Direzione HR. Per concludere, rispetto a un progetto che è partito soltanto 4 mesi fa possiamo ritenerci soddisfatti. Oltre il 50% di 1.400 dipendenti a oggi utilizza il portale per usufruire dei benefit. Nel prossimo futuro prevediamo di aumentare il paniere dei servizi, rinnovando il nostro impegno all’ascolto delle persone.” Elisa Menuzzo, Vice President di Came “Came – azienda trevigiana riconosciuta in Italia e nel mondo nel settore della home & building automation – per lo sviluppo del progetto welfare aziendale ha puntato a soluzioni finalizzate a migliorare l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata dei propri dipendenti. Al fine di supportare le esigenze di conciliazione vita-lavoro, Came ha infatti elaborato una policy aziendale rivolta alle neomamme, dipendenti delle società italiane del Gruppo. Il piano propone, per donne con figli di età inferiore ai 3 anni di età, delle misure di flessibilità che agevo- &SVILUPPO ORGANIZZAZIONE what’s up? lino la gestione dei tempi dedicati al lavoro e di quelli dedicati alla famiglia, regolamentando l’utilizzo delle ore di allattamento, il part time e la flessibilità di orario. Il welfare, inteso come miglioramento del potere d’acquisto dei dipendenti, è anche al centro di un piano di flexible benefit. Ciascun dipendente può scegliere, all’interno di una gamma di servizi, come allocare il budget messo a disposizione dall’azienda, costruendo un pacchetto che meglio si adatta alle proprie esigenze. Welfare infine è per Came sinonimo di salute e buona alimentazione. Attraverso Food@Work, Came si propone di promuovere la cultura del benessere alimentare e trasmettere la consapevolezza che un’alimentazione corretta e sostenibile è fonte di salute e benessere per la persona e per il territorio. La comunicazione del progetto di welfare aziendale é stata affidata al dipartimento HR che, in collaborazione con il dipartimento marketing, ha studiato e messo in atto una serie di processi per la comunicazione efficace del piano ai dipendenti. A tale scopo, le HR si sono avvalse di strumenti quali l’intranet aziendale, l’e-mail e la bacheca. Sono stati realizzati dei video introduttivi dove la Vice presidente Elisa Menuzzo ha presentato e illustrato ciascun progetto. I video sono stati accompagnati da una presentazione dei singoli progetti e dalla descrizione della policy; in alcuni casi anche corredati da un manuale didattico/ esplicativo.” Giancarlo Santarello, Direttore HR e Organizzatore del Gruppo Nexion “L’approccio al welfare in Nexion – Gruppo industriale leader nella progettazione, produzione e commercializzazione di attrezzature per &SVILUPPO ORGANIZZAZIONE officine e gommisti presente in tutto il mondo – è partito dall’esigenza di contenere il costo del lavoro senza deprimere, anzi aumentando, il potere di acquisto dei lavoratori. Il programma di welfare sarebbe stato finanziato da una parte della retribuzione dei dipendenti. Non si trattava, dunque, di una concessione aziendale, ma di un accordo tra azienda e personale sulla base di una convenienza reciproca. Dal punto di vista comunicativo si è trattato di una sfida difficilissima per una serie di motivi: l’opposizione sindacale al tipo di approccio; la complessità della materia; la necessità normativa di convincere tutti i dipendenti ad aderire, pena la decadenza del piano; la necessità di individuare un ‘pacchetto di benefit’ che potesse incontrare l’interesse dell’intera popolazione aziendale. Allo scopo di diffondere l’importanza di un siffatto progetto, abbiamo proceduto a sensibilizzare la popolazione sui possibili benefici. Questo, attraverso incontri, tenuti dai vertici aziendali, con tutti i dipendenti. È stata poi condotta un’indagine sui bisogni di welfare e quelli di conciliazione vitalavoro. I risultati sono stati presentati alle organizzazioni sindacali degli stabilimenti di Correggio, le quali si sono dichiarate contrarie, ponendo di fatto un freno alla bilateralità dell’iniziati- va. Si è pertanto ritenuto di sviluppare un piano di welfare proponendolo – come normativamente previsto, per poter ottenere i vantaggi di defiscalizzazione – a gruppi omogenei di lavoratori, individuati in dirigenti, quadri e personale direttivo: per un totale di 78 persone, a condizione che tutti aderissero. Si è quindi proceduto a informare il personale interessato e, attraverso i capi gerarchici, anche il personale non coinvolto in questa prima fase, spiegando le ragioni della scelta aziendale e i possibili sviluppi per quanto riguardava la popolazione esclusa. Nel frattempo, anche coloro che non hanno potuto aderire al piano hanno avuto la possibilità di utilizzare le convenzioni ottenute dall’azienda per l’erogazione dei servizi ai propri dipendenti. Durante le fasi di progettazione e implementazione del piano l’azienda ha supportato il progetto attraverso la pubblicazione di numeri speciali dell’house organ aziendale, messaggi pubblicati sulla intranet e momenti di incontro gestiti dalla direzione HR. Una volta raccolte tutte le adesioni, il piano è stato attivato e gestito attraverso un portale dedicato. L’andamento del piano, in termini di gestione e di qualità di servizi, è oggi costantemente monitorato da una commissione, costituita da 4 dipendenti, con la quale gli aderenti al piano possono dialogare attraverso un indirizzo mail dedicato, segnalando le loro difficoltà, ponendo quesiti e fornendo suggerimenti. Il successo del welfare in Nexion parte dal presupposto che anche un welfare che ha come finalità la riduzione del costo del lavoro può essere vissuto positivamente dai dipendenti. L’importante, secondo noi, è la coerenza con il percorso e i progetti aziendali, il coinvolgimento dei lavoratori interessati e la corretta comunicazione.” maggio/giugno 2015 19