LIFE – Environment CAMI: Caratterizzazione dell’Acquifero Metodologie odologie Integrate Integr con Met Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze Geologiche Ambientali e Marine Università degli Studi di Ferrara – Dipartimento di Scienze della Terra EUREKOS S.r.l. ARPA - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia – Dipartimento Provinciale di Pordenone ABL - Acque del Basso Livenza S.p.A. TNO - Netherlands Organisation for Applied Scientific Research Caratterizzazione dell’Acquifero con Metodologie Integrate Acqua e ambiente L’acqua è una risorsa naturale alla base della vita stessa sul nostro pianeta. In questi ultimi anni si sta sempre più sviluppando la consapevolezza che, anche nelle regioni in cui è abbondante, l’acqua è comunque una risorsa limitata, il cui uso indiscriminato, accompagnato da una scarsa tutela delle falde acquifere, può rappresentare una seria minaccia al suo mantenimento ed al suo utilizzo da parte delle generazioni future. L’Unione Europea ha sempre dimostrato grande sensibilità per le tematiche ambientali ed in particolare per quelle connesse al ciclo dell’acqua. Queste trovano infatti ampio riscontro tra gli obiettivi del programma LIFE, tramite la promozione del concetto di gestione sostenibile delle acque di falda e di superficie. In questo quadro gli enti di ricerca, le imprese pubbliche e private e tutti gli operatori nel campo ambientale della Unione Europea e non, sono chiamati a sostenere un ruolo professionale rilevante. È sulla base di questa valutazione che si è proposto ed ottenuto la possibilità di attuare una delle direttive più importanti per la salvaguardia delle risorsa Acqua. FRIULI VENEZIA GIULIA Fiume Tagliamento: località Ragogna (UD). Il progetto CAMI ITALIA Il progetto CAMI (Caratterizzazione dell’Acquifero con Metodologie Integrate), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma LIFE, contribuisce ad attuare la direttiva 2000/60/CE e successive modifiche, mettendo a punto e sperimentando un insieme integrato di metodi finalizzati alla definizione e caratterizzazione dei distretti idrografici, all’analisi dell’impatto ambientale delle attività umane sulla risorsa idrica ed alla valutazione della sostenibilità del loro sfruttamento. La direttiva sulle acque 2000/60/CE introduce un concetto innovativo nella legislazione europea, che è la gestione delle risorse idriche basata sui bacini idrografici piuttosto che sui limiti amministrativi. Il progetto CAMI ha consentito di sviluppare un pacchetto integrato basato su indagini geofisiche, geochimiche e di monitoraggio a livello di bacino idrico, sviluppato nell’area test di Torrate di Chions (PN). Torre piezometrica dell’acquedotto gestito dall’ABL (Torrate di Chions). Distretto idrografico e area test Una componente sostanziale del progetto CAMI è sperimentale, basata sulla realizzazione di campagne di indagine sul territorio nell’area pedemontana a cavallo tra Friuli Venezia Giulia e Veneto e delimitata dai fiumi Tagliamento, Meduna-Cellina e Livenza. È un’area caratterizzata da spesse conoidi alluvionali fortemente permeabili che ospitano uno dei più importanti acquiferi delle due regioni. L’elevata permeabilità dei depositi, l’intensa attività agricola ed il recente incremento dell'urbanizzazione rendono questo acquifero particolarmente vulnerabile all’inquinamento. Bacino idrografico del fiume Tagliamento e inquadramento geografico dell’area di studio. Azioni programmate nell’area test Le indagini sul terreno e le analisi geochimiche hanno permesso tra l’altro di: 1) individuare i serbatoi di alimentazione e la loro interazione tramite le analisi isotopiche dell’ossigeno (d18O) e di attività del tritio (isotopo a vita breve dell’idrogeno) su campioni provenienti dai corpi idrici sotterranei, dalle acque meteoriche e da alcune acque superficiali; 2) conoscere compiutamente il sottosuolo, sia con la ricostruzione tridimensionale del sistema degli acquiferi sotto sfruttamento sia con la caratterizzazione dei parametri petrofisici, idraulici e idrochimici; 3) determinare le caratteristiche idrodinamiche dell’acquifero durante lo sfruttamento. Vista panoramica dell’area test dalla torre dell’acquedotto. Articolazione del progetto Acquisizione con metodologie geofisiche (sismica) nell’area test. Il progetto si articola in una serie di compiti ed azioni che si svilupperanno secondo le fasi di seguito indicate: 1) raccolta ed elaborazione dati esistenti; 2) analisi delle stratigrafie, costruzione del modello geologico preliminare e pianificazione delle indagini geofisiche; 3) realizzazione della campagna geochimica ed isotopica; 4) esecuzione delle indagini geofisiche; 5) interpretazione dei dati geofisici ed integrazione del modello idrogeologico; 6) interpretazione idrogeologica, modellizzazione dell’acquifero, 7) realizzazione di carte tematiche, carte delle aree di ricarica/dispersione, vulnerabilità, ecc.; 8) modello dell’acquifero con il programma REGIS; 9) costruzione di un modello delle risorgive; protocollo per caratterizzare i bacini idrografici (D2000/60/CE); 10) diffusione tramite sito WEB (presentazione degli stadi di avanzamento, dei risultati intermedi e finali), newsletters, conferenze, seminari e materiale multimediale. Obiettivo finale del progetto A conclusione del progetto, basandosi sulla metodologia adottata, verrà creato un protocollo di indagine e di monitoraggio che garantisca un’omogeneità di risultati in diversi contesti idrogeologici, come esplicitamente previsto dalle direttive Comunitarie. PA R T E N E R COMPITI OBIETTIVI Struttura organizzativa: compiti e obiettivi assegnati ai partecipanti del progetto CAMI OGS, in qualità di beneficiario del progetto, ha proposto ai sei partner operanti nel settore tecnico-scientifico (due Enti e tre Istituzioni pubbliche e una Struttura privata) un progetto pilota multidisciplinare indispensabile per l’attuazione della normativa europea tramite i programmi comunitari LIFE. Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS • Coordinamento e Divulgazione • Integrazione geofisica per un modello di distretto idrografico • Gestione delle attività e presentazione delle relazioni alla commissione L’apporto della geofisica nel progetto ha contribuito a caratterizzare la geologia dell’area test mediante l’individuazione delle eterogeneità verticali e laterali delle proprietà fisiche nei mezzi nei quali gli acquiferi sono confinati. Le metodologie impiegate a diverso grado di penetrazione e risoluzione sono state le seguenti: Georadar - GPR, Gravimetria, Prospezione Geoelettrica e sismica a riflessione. Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze Geologiche Ambientali e Marine • Applicazione della Geochimica isotopica nella caratterizzazione di un acquifero La caratterizzazione isotopica delle acque circolanti (piovane, di superficie e di falda) nelle aree di ricarica del sito campione ha consentito di definire il bacino di alimentazione fornendo informazioni sui rapporti reciproci tra le varie acque. Sono state determinate le composizioni isotopiche dell’ossigeno 18, l’attività del Tritio e la composizione del Radon nei campioni d’acqua raccolti. Università degli Studi Di Ferrara Dipartimento di Scienze della Terra • Caratterizzazione qualitativa e dinamica degli acquiferi attraverso l’integrazione di metodologie geofisiche e geochimiche L’UNIFE ha contribuito a fornire il modello idrogeologico concettuale del sistema acquifero e la messa a punto della metodologia integrata geofisico-chimica che ha permesso la conoscenza e la valutazione del comportamento delle falde presenti nell’area in esame in base alle prove di pompaggio, all’installazione di sonde multiparametriche e alla parametrizzazione geofisica del sottosuolo con metodologie non invasive (metodo magnetotellurico e con il metodo TDEM). Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze Geologiche Ambientali e Marine Università degli Studi di Ferrara Dipartimento di Scienze della Terra • Validazione dell’applicazione dei dati geofisici e geochimici, integrazione del database e miglioramento delle conoscenze idrogeologiche del bacino di approvvigionamento PA R T E N E R COMPITI OBIETTIVI Acque del Basso Livenza S.p.A. ABL - Servizi Idrici Interregionali Oltre al supporto logistico per l’esecuzione delle campagne geofisiche e idrogeologiche, il compito dell’ABL è stato quello di fornire il database idrogeologico contenente i dati dei pozzi di emungimento nell’area test per la costruzione del modello idrogeologico finale e per la valutazione critica dei risultati ottenuti e la diffusione degli stessi a livello internazionale. Eurekos S.r.l. • Applicazione integrata di metodi geofisici rapidi e ad alta risoluzione: termografia aerea e GPR su un sistema di risorgive per la modellizzazione dei flussi e la valutazione della vulnerabilità L’obiettivo principale del compito assegnato è l’applicazione della metodologia rapida e precisa in grado di definire i meccanismi idrogeologici che concorrono alla formazione ed al mantenimento di un sistema di risorgive in pianura con la mappatura termografica delle aree di risorgiva e la ricostruzione termografica delle anomalie termiche. L’azione è stata accompagnata da una mappatura stratigrafica della stratigrafia di superficie per la ricostruzione e la correlazione dei livelli di movimento delle acque con il metodo GPR. ARPA - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia Dipartimento Provinciale di Pordenone • • • • Acquisizione ed elaborazione dei dati analitici Acquisizione ed elaborazione di dati meteorologici Prelievo campioni di acque piovane, di pozzo e di fiume Diffusione dei risultati L’ARPA di Pordenone ha fornito la composizione chimica delle acque piovane, di superficie e di falda di circa 500 pozzi monitorati nella provincia di Pordenone. L’analisi dei dati pregressi e quelli campionati per le analisi isotopiche hanno permesso di creare i modelli di correlazione delle acque circolanti nell’area di indagine. Netherlands Organisation for Applied Scientific Research TNO-NITG • Trattamento dei dati geoidrologici • Modello di circolazione dell’acqua nel sottosuolo Realizzazione di un Sistema Informativo geo-idrogeologico REGIS v4 della Pianura Friulana. EUREKOS S.r.l. ARPA - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia Dipartimento Provinciale di Pordenone ABL - Acque del Basso Livenza S.p.A. TNO - Netherlands Organisation for Applied Scientific Research Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS COMPITO 1 Rilievo Georadar - GPR (Ground Penetrating Radar) Sono state eseguite diverse campagne di acquisizione dove sono state individuate le superfici di discontinuità presenti nel primo sottosuolo. I corpi, stratificazioni o strutture presenti nel terreno, aventi diversa permeabilità elettrica (costante dielettrica), hanno indotto rifrazioni e riflessioni del campo generando interferenza. Sono state individuate aree umide sulla base della risposta delle onde elettromagnetiche immesse nel sottosuolo con un’antenna monostatica da 100 MHz. Panoramica dell’area di acquisizione in prossimità dell’acquedotto di Torrate, zona interessata dall’acquisizione sismica Analisi dei profili acquisiti (radargrammi) Rilievo microgravimetrico La prospezione gravimetrica ha lo scopo di rilevare le anomalie del campo gravitazionale terrestre causato dalle variazioni di densità dei corpi prossimi alla superficie terrestre. Lungo i profili sismici 2D e in prossimità dei pozzi d’acqua dell’acquedotto, è stato eseguito un rilievo micrigravimetrico di dettaglio [è stato utilizzato il Gravimetro LaCoste-Romberg (L&R)]. Sono stati istituiti 15 circuiti gravimetrici, per un totale di 200 stazioni gravimetriche la cui ubicazione dei punti sperimentali, coincidevano con le 3 linee sismiche 2D. L’equidistanza tra le singole stazioni è stata mediamente di circa 50 metri. Da un punto di vista qualitativo, si osservano: a) la presenza di una generalizzata diminuzione dell’anomalia di gravità procedendo da Ovest verso Est, più marcata nell’intervallo compreso fra le stazioni gravimetriche 1120-1590 con un gradiente medio di circa –0.400 mGal km-1; b) la presenza di un lieve accenno di “alto gravimetrico”, ampiezza di circa 0.100 mGal, nell’intervallo compreso fra le stazioni gravimetriche 1681-1800. Da un punto di vista qualitativo, si osservano: a) la presenza di una generalizzata e marcata diminuzione dell’anomalia di gravità procedendo da Sud verso Nord con un gradiente medio di circa –0.650 mGal km-1; b) la presenza di due discontinuità in corrispondenza delle stazioni 2300-2291 e 22012190. Da un punto di vista qualitativo, si osserva: a) la presenza di una generalizzata e marcata diminuzione dell’anomalia di gravità procedendo da Sud verso Nord con un gradiente medio di circa –0.700 mGal km-1. La tomografia elettrica per la conoscenza del sottosuolo La tomografia elettrica è un metodo geofisico per la conoscenza del sottosuolo: rapido, efficiente ed economico, con impatto ambientale praticamente nullo. La prospezione geoelettrica utilizza misure di resistività a corrente continua per ottenere informazioni sul parametro “resistività apparente”. Questa è legata alla resistività propria delle diverse situazioni litologiche presenti nel sottosuolo che è controllata principalmente dai seguenti fattori: • tipo litologico • grado di saturazione dei pori • porosità • salinità del fluido presente nei pori • temperatura • presenza di sostanze organiche (idrocarburi, solventi, ecc.) • presenza di argilla • fratturazione • presenza di cavità I contrasti di resistività tra le diverse situazioni consentono quindi di fornire interessanti ed utili informazioni sulla situazione del sottosuolo del sito indagato. Il modello di resistività dell’area di Torrate Il modello di resistività tridimensionale dell’acquifero Il metodo consiste nell’immissione di una corrente nel terreno per mezzo di due o più elettrodi definiti “elettrodi di corrente” e nel misurare in vari punti del terreno con almeno due “elettrodi di potenziale” la differenza di potenziale (ddp) indotta dalla circolazione della corrente immessa. La distribuzione del potenziale elettrico sul piano di campagna ottenuta dalle misure di ddp eseguite, permette lo studio della distribuzione geometrica della corrente nel sottosuolo e quindi della distribuzione geometrica delle varie strutture a differente resistività elettrica. Dai risultati ottenuti dalle acquisizioni e l’interpretazione dei parametri geofisici ottenuti, è stato possibile identificare nell’area d’indagine alternanze dei depositi argillosi e dei depositi ghiaiosi, determinare la loro posizione e la loro forma nel sottosuolo, osservare come cambiano nel tempo i valori dei parametri elettrici del sottosuolo per verificare variazioni dell’acquifero, quali forma e tipo di acqua. L’interpretazione dei dati di campagna è passata dall’interpretazione grafica per confronto con la risposta di modelli semplici, all’inversione tomografica assistita dal computer con ricostruzione 3D del sottosuolo. Il metodo sismico 2D applicato allo studio degli acquiferi Per conoscere ed indagare la struttura del sottosuolo esistono metodi diretti, che prevedono di “scavare” il terreno attraverso carotaggi o trivellazioni, e metodi indiretti, che non necessitano di perforazione e che sono impiegati comunemente per la ricerca di idrocarburi, minerali, acquiferi o per applicazioni ingegneristiche. Uno di questi metodi di prospezione indiretta è la “sismica a riflessione”, una metodologia che si basa sullo studio della propagazione di onde sismiche (onde acustiche a bassa frequenza) prodotte artificialmente tramite vibrazioni, masse battenti, ecc. L’energia che si genera da questi “piccoli terremoti” si propaga nel terreno e viene riflessa in modo diverso a seconda delle caratteristiche fisiche dei differenti mezzi che attraversano. L’energia, che torna in superficie, viene registrata da appositi ricevitori (geofoni) posti a una certa distanza dalla sorgente. L’energia, che si propaga nel terreno, segue le leggi dell’ottica. Un esempio di dato sismico registrato è mostrato nella figura a fianco. Esempio di tracce registrate dai geofoni dopo uno scoppio. Le linee colorate identificano le riflessioni dagli acquiferi. Utilizzando le distribuzioni di velocità e i dati, si può ottenere un’accurata immagine degli acquiferi presenti nel sottosuolo. Nella figura sopra, una sezione sismica ottenuta dall’elaborazione di dati acquisiti in un’area tra S. Vito al Tagliamento e Villotta di Chions (PN). Il metodo sismico 3D applicato allo studio degli acquiferi L’acquisizione sismica 3D si avvale della stessa metodologia usata nella sismica a riflessione tradizionale (massa battente, geofoni e registrazione) ma ci permette di studiare in maniera più accurata le variazioni delle proprietà del sottosuolo (per es. le variazioni laterali degli acquiferi individuati) in un’area estesa (vedi figura a sinistra). È un tipo di acquisizione che richiede molto tempo, molta strumentazione e quindi i suoi alti costi ne limitano l’impiego. Campo di velocità 3D ottenuto dalla tomografia dei dati acquisiti. Nella figura sono evidenti le profondità e la morfologia degli acquiferi presenti nel sottosuolo. Nella figura a destra sono messi a confronto il risultato dell’indagine sismica e le misure effettuate in un pozzo, eseguite nei pressi del rilievo, sulle indicazioni precedentemente fornite dalla sismica. Si può notare come il dato sismico riproduca in maniera accurata la stratigrafia e le velocità del materiale ottenute dalle misurazioni di pozzo. Ovviamente il metodo sismico ha dei limiti per quel che riguarda la risoluzione verticale (definizione degli spessori) che sono funzione dei parametri di acquisizione e della profondità. Nel nostro caso si riescono a determinare correttamente le profondità degli acquiferi (errore del metro) e risolvere spessori dell’ordine dei 5-10 metri. Dall’analisi della morfologia si possono definire gli spessori degli acquiferi, la loro dimensione e quindi la loro sfruttabilità (convenienza economica). Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze Geologiche Ambientali e Marine COMPITO 2 Applicazione della Geochimica isotopica nella caratterizzazione di un acquifero La caratterizzazione isotopica delle acque circolanti (piovane, di superficie e di falda) nelle aree diricarica del sito campione ha consentito di definire il bacino di alimentazione fornendo informazioni sui rapporti reciproci tra le varie acque. Sono state determinate le composizioni isotopiche dell’ossigeno 18, l’attività del Tritio e la composizione del Radon nei campioni d’acqua raccolti. Per raggiungere questi scopi sono stati installati alcuni pluviometri dedicati collocati a quote crescenti; sono stati prelevati, inoltre, campioni di acqua di pozzi e di fiumi con frequenza mensile. Utilizzando apposite strumentazioni sui campioni prelevati si è misurato: a) composizione isotopica dell’ossigeno; b) attività tritio; c) contenuto in radon. Mappa dei campionamenti delle acque. Spettrometro di massa: serve per la misurazione della composizione isotopica dell’ossigeno. Contatore a liquido scintillante: serve per la misurazione dell’attività del tritio e il contenuto in radon. Pluviometro: serve a prelevare campioni di pioggia per effettuare le analisi isotopiche. I grafici riportano la variazione del contenuto di tritio ed ossigeno 18 da gennaio 2005 a dicembre 2006 nei siti scelti. Questi parametri hanno permesso di definire la quota media di alimentazione dell’acquifero (ovvero l’area dove si infiltra l’acqua) ed i tempi di permanenza dell’acqua nel sottosuolo. Università degli Studi di Ferrara Dipartimento di Scienze della Terra COMPITO 3 Caratterizzazione qualitativa e dinamica degli acquiferi attraverso l’integrazione di metodologie geofisiche e geochimiche L’UNIFE ha contribuito a fornire il modello idrogeologico concettuale del sistema acquifero e la messa a punto della metodologia integrata geofisico-chimica che ha permesso la conoscenza e la valutazione del comportamento delle falde presenti nell’area in esame in base alle prove di pompaggio, all’installazione di sonde multiparametriche e alla parametrizzazione geofisica del sottosuolo con metodologie non invasive (metodo magnetotellurico e con il metodo TDEM). In particolare, per la definizione delle unità acquifere che si sviluppano nel sottosuolo, sono stati raccolti, omogeneizzati ed archiviati i dati stratigrafici esistenti nel territorio che si estende in destra idrografica del fiume Tagliamento tra Spilimbergo, a nord, e la zona di Torrate, a sud. Sulla base dei dati stratigrafici puntuali ed utilizzando criteri idrogeologici sono state realizzate diverse sezioni idrogeologiche interpretative e la definizione del modello idrogeologico concettuale. L’analisi dei dati ha messo in evidenza che l’area di studio è caratterizzata dalla presenza di due sistemi idrogeologici differenziati che si sviluppano a nord e a sud della fascia delle risorgive. Per la definizione del comportamento idrodinamico ed idrogeochimico degli acquiferi sono state realizzata campagne di misura in situ del livello piezometrico e dei parametri chimico-fisici (pH, conducibilità elettrica, temperatura) degli acquiferi. Inoltre, sono stati anche prelevati campioni d’acqua sia per un’ulteriore verifica delle misure sia per la realizzazione delle analisi chimiche in alcuni pozzi selezionati. Infine, nel campo pozzi di Torrate, l’installazione di una sonda multiparametrica che misura in continuo il livello piezometrico e dei parametri chimico-fisici degli acquiferi ci permette la valutazione dell’influenza dello sfruttamento sulle caratteristiche qualitative e quantitative degli acquiferi. Metodo elettromagnetico TDEM per la ricerca dell’acqua in profondità Per caratterizzare la distribuzione in profondità della resistività elettrica dell’area di studio, una tecnica rapida ed efficiente è il cosiddetto TDEM (Time-Domain Electromagnetic Method). Effettuando sul terreno un numero sufficiente di punti di misura, si ottiene un’immagine 3D della distribuzione della resistività elettrica nel sottosuolo. Questa viene correlata con le caratteristiche petrografiche-idrochimiche degli acquiferi e con le eventuali anisotropie geotettoniche del territorio; la ripetizione nel tempo consente il monitoraggio dell’evoluzione quali-quantitativa degli acquiferi. Metodo d’indagine “TDEM” In alto lo schema del “sondaggio”: in una spira, generalmente quadrata, di filo conduttore isolato dal terreno, si fa scorrere una corrente pulsata. Con la bobina ricevente (foto in basso) si misura il campo magnetico indotto, che dipende dalla distribuzione della resistività al di sotto della spira. COMPITO 4 Eurekos S.r.l. Applicazione integrata di metodi geofisici rapidi ed ad alta risoluzione: termografia aerea e GPR su un sistema di risorgive per la modellizzazione dei flussi e la valutazione della vulnerabilità. L’obiettivo principale del compito assegnato è l’applicazione della metodologia rapita e precisa in grado di definire i meccanismi idrogeologici che concorrono alla formazione ed al mantenimento di un sistema di risorgive in pianura con la mappatura termografica delle aree di risorgiva e la ricostruzione termografica delle anomalie termiche. L’azione è stata accompagnata da una mappatura stratigrafica della stratigrafia di superficie per la ricostruzione e la correlazione dei livelli di movimento delle acque con il metodo GPR. Applicazioni Indagini termografiche sul territorio Il paesaggio dell’area di risorgiva tra Torrate e Marignana (PN) Indagini Ground Penetrating Radar (GPR) Lo scopo di questa indagine è l’applicazione di rapide e precise metodologie di indagine per il riconoscimento dei meccanismi idrogeologici responsabili della formazione e dell’esistenza di polle di risorgiva. Questo è stato ottenuto applicando i metodi termografici e GPR. In particolare il metodo termografico è stato impiegato per lo studio delle anomalie termiche determinate dalla risalita delle acque fino alla superficie. La termografia è stata supportata da rilievi GPR per la mappatura della stratigrafia del suolo prossimo alla superficie e alla ricostruzione e correlazione dei livelli che permettono la risalita delle acque. ARPA - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia – Dipartimento Provinciale di Pordenone Acquisizione ed elaborazione dei dati analitici Acquisizione ed elaborazione di dati meteorologici Prelievo campioni di acque piovane, di pozzo e di fiume Diffusione dei risultati COMPITO 5 L’ARPA di Pordenone ha fornito la composizione chimica delle acque piovane, di superficie e di falda di circa 500 pozzi monitorati nella provincia di Pordenone. L’analisi dei dati pregressi e quelli campionati (azione di supporto per il DiSGAM) per le analisi isotopiche hanno permesso di creare i modelli di correlazione delle acque circolanti nell’area di indagine. Sono stati raccolti e rielaborati dati analitici e storici, derivanti da indagini pregresse per la determinazione di composizione ed inquinamento delle falde su oltre 500 pozzi della Provincia di Pordenone (anni 1994 - 2004), e di 37 pozzi della rete di monitoraggio delle falde della provincia di Pordenone. La raccolta delle acque piovane, di pozzo e di fiume sono finalizzate alla caratterizzazione degli acquiferi e del loro stato di vulnerabilità. Acque del Basso Livenza S.p.A. ABL – Servizi Idrici Interregionali COMPITO 6 Validazione dell’applicazione dei dati geofisici e geochimici, integrazione del database e miglioramento delle conoscenze idrogeologiche del bacino di approvvigionamento. Oltre al supporto loggistico per l’esecuzione delle campagne geofisiche e idrogeologiche, il compito dell’ABL è stato quello di fornire il database idrogeologico contenente i dati dei pozzi di emungimento nell’area test per la costruzione del modello idrogeologico finale e per la valutazione critica dei risultati ottenuti e la diffusione degli stessi a livello internazionale. ABL affronta il problema della gestione delle risorse idriche già da molti anni mediante l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia per la progettazione, costruzione ed esercizio dell’acquedotto. Con la partecipazione a questo progetto si intende ottenere un pacchetto tecnico-scientifico di metodologie integrate, che permettano la pianificazione delle quantità di risorse idriche da destinare a vari usi (civile, agricolo, industriale), il monitoraggio dell’impatto sulla risorsa idrica di nuovi insediamenti industriali e civili e la quantificazione delle acque sotterranee. L’ABL ha deciso di realizzare un pozzo fino a una profondità di circa 500 m sotto il piano campagna visto la possibile presenza di ulteriori acquiferi individuati dall’analisi integrata dei dati geofisici. Netherlands Organisation for Applied Scientific Research TNO-NITG Trattamento dei dati geoidrologici Modello di circolazione dell’acqua nel sottosuolo COMPITO 7 Realizzazione di un Sistema Informativo geoidrogeologico REGIS v4 della Pianura Friulana. Il REGIS v4 è un sistema geoidrologico regionale interattivo e aperto, con estensioni specifiche che gestisce e amministra una quantità di dati relazionali provenienti da potenti DBMS. REGIS ha una funzionalità specifica standard che permette l’immagazzinamento anche diretto di informazioni geografici congiunte a dati geologici per la manipolazione e la valutazione a scala regionale e locale di problematiche ambientali necessarie per la gestione e pianificazione dei territori investigati (ex. studio del comportamento chimico-fisico degli acquiferi per la protezione delle acque etc.). Sviluppo di un Modello Numerico del Flusso Sotterraneo della pianura friulana Architettura di REGIS v4 (TNO). Le stratigrafie di 1800 pozzi disponibili nell’area del modello, hanno permesso di definire spazialmente gli orizzonti argillosi e ghiaiosi e di localizzare gli acquiferi principali della pianura friulana nei depositi Plio-Quaternari. È stato così creato il modello solido con l’ausilio del software GMS 6.0 (Groundwater Modelling System from EMS-i) con il quale è stato possibile realizzare i modelli di flusso delle acque freatiche sulla base dei parametri idrogeologici raccolti dai dati di campagna e da quelli storici. Area del Modello Area del modello idrogeologico e ubicazione dei pozzi con stratigrafia. Applicazione REGIS v4 per l’analisi dei principali livelli freatimetrici nel tempo. Modello solido concettuale. L’analisi del modello matematico di flusso è stato sviluppato con il software MODFLOW, validato in base ai dati idrogeologici presenti e aggiornati di continuo. Il modello implementato sarà così lo strumento di rappresentazione e di calcolo sufficientemente versatile per la rappresentazione dei scenari futuri e di gestione delle acque della pianura friulana. Analisi e modello di flusso della falda a nord delle risorgive con Modflow. Caratterizzazione dell’Acquifero con Metodologie Integrate Numeri di CAMI Project Number: LIFE04 ENV/IT/000500 Telephone: +39(0)4021401 Fax:+39(0)40327307 LIFE Project Name: WATER BEARING CHARACTERIZATION WITH INTEGRATED METHODOLOGIES Project start date: 01/12/2004 Project location: ITALIA IT – FRIULI VENEZIA GIULIA AND VENETO Project end date: 31/05/2007 Total budget: € 1.172.659,00 Beneficiary: ISTITUTO NAZIONALE DI OCEANOGRAFIA E DI GEOFISICA SPERIMENTALE – OGS EC contribution: € 560.869,00 Project Website: http://www.cami-life.net L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale è un ente pubblico di ricerca che svolge attività scientifiche volte alla conoscenza della Terra e delle sue risorse. Nell’ambito delle discipline di propria competenza, l’Ente è in grado di gestire sia la fase di acquisizione di dati geofisici in terra ed in mare, sia le successive fasi di valutazione e interpretazione dei risultati. Per raggiungere gli obiettivi previsti nel suo Piano Triennale, OGS si organizza in dipartimenti scientifici che attualmente sono: Dipartimento di Geofisica della Litosfera, Dipartimento di Oceanografia, Dipartimento di Oceanografia Biologica, Dipartimento per lo sviluppo delle Ricerche e delle tecnologie Marine, Centro di Ricerche Sismologiche. ISTITUTO NAZIONALE DI OCEANOGRAFIA E DI GEOFISICA SPERIMENTALE Borgo Grotta Gigante 42/C – 34010 Sgonico (Trieste) – Tel. +39 04021401 – Fax +39 040327307 Via Treviso, 55 – 33100 Udine – Tel. +39 0432 522433 – Fax +39 0432 522474 N. verde 800844944 http://www.ogs.trieste.it [email protected] © 4/2007 - OGS, gruppo GEBA – Realizzazione: Alessandro Affatato – Designer: Nino Bon – Stampa: Stella – Trieste Postal address: BORGO GROTTA GIGANTE N° 42/c, 34010, SGONICO (TRIESTE)