PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Pagina Rev. 00 Data 13.06.2013 GRUPPO DI LAVORO 1 di 27 firma Medico Igienista: Dr. Antonino Trimarchi Medico Psichiatra: Dr.ssa Fabrizia Brighenti Medico Psichiatra: Dr.ssa Maria Chieco Psicologa Psicoterapeuta: Dr.ssa Maria Luisa Girardi Psicologo Clinico: Dr. Pietro Grussu (Owner) Medico Ginecologa: Dr.ssa Eleonora Leotta Medico Psichiatra: Dr.ssa Federica Pasetto Medico Pediatra: Dr.ssa Lorena Pisanello Medico Pediatra: Dr. Flavio Rossetti Medico Ginecologo: Dr. Paolo Lucio Tumaini Pubblicato nel sito web aziendale 00 Rev. 13.06.2013 Prima stesura Data Motivazione Dr. P.Grussu Dr. M. Bonamici Dr. F. Viero Owner Verifica RGQ Approvazione DIR PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 2 di 27 INDICE pagina 1. PREMESSA 4 2. SCOPO 4 3. TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI 4 4. SEZIONE IVG OLTRE IL 90° GIORNO 5 4.1 INTRODUZIONE 5 4.2 MODALITÀ DI INTERVENTO 6 4.2.1 Ruolo dello psichiatra 7 4.2.2 Procedure di riferimento del DMI 9 4.3 CASI PARTICOLARI 9 4.3.1 Soggetti minorenni 9 4.3.2 Donne straniere 9 4.3.3 Soggetti interdetti 10 4.4 PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO 10 5. SEZIONE DEPRESSIONE POSTNATALE E PSICOSI PUERPERALE 10 5.1 PSICOLOGIA E PSICOPATOLOGIA IN GRAVIDANZA E DOPO IL PARTO 10 5.2 DEPRESSIONE MAGGIORE POSTNATALE: DEFINIZIONE 12 5.2.1 Depressione postnatale: fattori di rischio 13 5.2.2 Depressione postnatale: fattori protettivi 13 5.3 PSICOSI PUERPERALE: DEFINIZIONE 13 5.3.1 Psicosi puerperale: fattori di rischio 14 5.4 PREVENZIONE 15 5.4.1 Prevenzione primaria 15 5.4.2 Prevenzione secondaria 16 5.4.2.1 Donne che desiderando una gravidanza, chiedono di sospendere la terapia psicofarmacologica prima del concepimento 17 5.4.2.2 Donne in cui una gravidanza si instaura durante il trattamento farmacologico in atto 18 5.4.2.3 Donne che giungono per la prima volta all’attenzione dello psichiatra durante la gravidanza per un disturbo psichiatrico 5.5 PRINCIPI DI TRATTAMENTO 18 19 PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 3 di 27 5.5.1 Allattamento 21 5.6 CURA DELLA PAZIENTE CON DEPRESSIONE POSTNATALE 21 5.6.1 Paziente che si rivolge al CF spontaneamente, o su invio da parte del MMG o PLS 22 5.6.2 Paziente che si rivolge al CSM spontaneamente, o su invio del ginecologo curante, del MMG, o del PLS o del CF 22 5.7 CURA DELLA PAZIENTE CON PSICOSI PUERPERALE 23 6. PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO 24 7. CRITERI DI ACCETTAZIONE 24 8. MODALITÀ DI VALUTAZIONE 25 9. MODALITÀ DI DIFFUSIONE 26 10. RIFERIMENTI NORMATIVI 26 11. BIBLIOGRAFIA 26 12. ALLEGATI 27 13. IDENTIFICAZIONE DELLE MODIFICHE 27 PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 4 di 27 1. PREMESSA L’Azienda ULSS17 da diversi anni ha posto particolare attenzione ai percorsi di salute che caratterizzano la gravidanza, il parto e il puerperio. Soprattutto il Dipartimento Materno Infantile, con le attività offerte alla popolazione dall’UOC Ostetricia e Ginecologia e dall’UOC Pediatria, e il Distretto Este-Montagnana con le attività del Servizio Consultorio Familiare e del Servizio Età Evolutiva Neuropsichiatria Infantile, appartenenti all’UOC Inter-Distrettuale MIEEF, hanno sviluppato molteplici Procedure Operative e PDTA con l’intento di migliorare l’efficienza e l’efficacia dei propri servizi dedicati all’utenza perinatale. Il PDTA “Percorso Nascita” dell’Azienda ULSS 17, in particolare, riporta al suo interno un insieme di Servizi offerti alla donna, al bambino e all’intera famiglia nell’area della salute riproduttiva, utilizzando modalità di intervento multiprofessionali e multidisciplinari, in stretta e continua collaborazione ospedale-territorio. Il presente PDTA “Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità” esplicita i presupposti scientifici, la metodologia e la sequenzialità di alcuni interventi specialistici integrati messi in atto di fronte ad alcune problematiche psicologiche, psicosociali e psichiatriche della maternità quali l’IVG oltre il 90° giorno, la depressione postnatale e la psicosi puerperale. 2. SCOPO Lo scopo del presente PDTA è quello di descrivere i percorsi assistenziali, attivati in gravidanza e dopo il parto dai Servizi Territoriali e Ospedalieri dell'Azienda ULSS 17, per contribuire alla realizzazione di interventi socio-sanitari integrati relativi a) alle richieste di IVG dopo il 90° giorno e b) all'individuazione precoce delle donne a rischio di depressione postnatale o psicosi puerperale e la loro cura. 3. TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI CF Servizio Consultorio Familiare CSM Centro Salute Mentale DHPO Day-Hospital Psichiatrico Ospedaliero DMI Dipartimento Materno Infantile DSM DSM-IV Dipartimento Salute Mentale Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, IV edizione DSM IV-TR Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, IV edizione, Testo Revisionato PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 5 di 27 Du Variante Du dell'antigene D del Fattore Rh FISH GdL Fluorescent in situ Hybridization Gruppo di Lavoro MIEEF Maternità Infanzia Età Evolutiva Famiglia MMG Medico di Medicina Generale ICD-10 Classificazione Internazionale delle Malattie,decima edizione IVG Interruzione Volontaria di Gravidanza PDTA Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale PLS Pediatra di Libera Scelta UOC Unità Operativa Complessa RMN Risonanza Magnetica Nucleare SPDC Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura SSRI Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina URP Ufficio Relazioni con il Pubblico 4. SEZIONE IVG OLTRE IL 90° GIORNO 4.1 INTRODUZIONE La Legge 194/78 “Norma per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione di gravidanza” riconosce il valore sociale della maternità, sottolinea la necessità di tutelare la vita umana fin dal suo inizio, all’interno di un contesto di procreazione cosciente e responsabile. In particolare, l'art. 6 della suddetta Legge prevede la possibilità di effettuare una IVG oltre il 90° giorno in due condizioni: a) quando la gravidanza o il parto comportino grave pericolo per la vita della donna; b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna. I punti previsti dall'art. 6 vengono accertati da un Medico del servizio Ostetrico-Ginecologico dell'Ente Ospedaliero in cui deve praticarsi l'intervento (art. 7), che a tal fine può avvalersi della collaborazione di Specialisti. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 6 di 27 4.2 MODALITÀ DI INTERVENTO L’UOC Ostetricia e Ginecologia, in riferimento a quanto riportato nell’art. 6 della Legge 194/78, è attualmente il servizio Ostetrico-Ginecologico ospedaliero dell’Azienda ULSS 17 deputato ad espletare le procedure relative all’IVG oltre il 90° giorno. La particolarità dell’IVG oltre il 90° giorno rende comunque necessario e doveroso un percorso integrato: infatti, non solo diverse figure specialistiche dell’Azienda ULSS 17 sono chiamate ad interagire e collaborare tra loro (Ginecologo, Psichiatra, Genetista, Pediatra, Ostetrica, Psicologo) ma anche diversi Dipartimenti di questa Azienda Sanitaria (p.e. Dipartimento Salute Mentale e Distretto Socio-Sanitario) con il coinvolgimento, se ritenuto necessario, anche dei MMG. Nella richiesta di IVG oltre il 90° giorno è dunque fondamentale la presa in carico della donna da parte del medico dell’UOC Ostetricia e Ginecologia, chiamato ad accertare la presenza dei requisiti riportati nell’art. 6 della Legge 194/78 e, qualora rilevati (anche in collaborazione con altri specialisti aziendali), garantire il diritto di interrompere la gravidanza espresso dalla richiedente. Perciò, nel caso del punto a dell'art. 6, il percorso attivato dall’UOC Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda ULSS17 prevede che il medico ginecologo della sede ospedaliera di Monselice: 1) accerti l'epoca gestazionale mediante visita ostetrica (valutazione fondo uterino), ecografia ostetrica e valutazione di ecografie precedenti; 2) acquisisca la documentazione dell'eventuale presenza di processi patologici del nascituro, quali rilevanti anomalie (cromosomiche, genetiche,…) e/o malformazioni e il loro possibile impatto sulla salute della donna; 3) non escluda la possibilità di eseguire analisi aggiuntive di completamento diagnostico quali esami radiologici (RMN) in caso di malformazioni; analisi immunoistochimiche in caso di infezioni; ricerche cromosomiche/genetiche (amniocentesi con eventuale FISH) nel sospetto di anomalie cromosomiche e/o genetiche; 4) faccia richiesta, in alcuni casi, di ulteriori visite specialistiche per accertare o meno la presenza di gravi patologie materne che con il prosieguo della gestazione comporterebbero grave rischio di vita per la donna (visita oncologica, nefrologica, cardiologica, .....) e per la sua salute mentale (visita psichiatrica); 5) promuovere altresì un colloquio integrato con la presenza sia della donna ed eventualmente il padre del bambino, qualora la donna lo desideri e lo richieda, sia degli specialisti coinvolti sul caso. Questo per comunicare con le dovute maniere alla donna e/o al suo partner (o al PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 7 di 27 tutore se in presenza di donna interdetta), anche in relazione all’attuale letteratura scientifica sull’argomento, gli effetti della patologia o delle anomalie riscontrate al nascituro o alla stessa donna. Tutto ciò per favorire nella donna una conseguente decisione libera e consapevole. Una volta accertati e documentati i requisiti richiesti dalla Legge 194/78, e in riferimento alla buona pratica clinica, si procederà al ricovero ospedaliero. Durante il ricovero si procederà a: compilazione della Cartella Clinica, con in allegato documentazione precedentemente prodotta; esecuzione di esami ematochimici di routine, con esecuzione di gruppo sanguigno e fattore Rh; redazione di relazione per il Direttore Sanitario, appositamente protocollata; visita anestesiologica per l'eventuale necessità di analgesia durante il travaglio e il parto; in condizione d’urgenza, visita Psichiatrica (se non eseguita in precedenza); somministrazione dei farmaci per induzione al travaglio e assistenza al parto abortivo; invio del feto per esame autoptico se necessario e/o smaltimento del prodotto abortivo secondo procedura operativa (POp-DMO-27); inibizione della lattazione; immunoprofilassi se gruppo sanguigno materno con fattore Rh negativo o Du; ripetizione di esami ematochimici, qualora siano insorti eventi avversi nel parto o postpartum; dimissione e programmazione della visita ginecologica di controllo a 30 giorni c/o gli Ambulatori Ostetrico-Ginecologi Territoriali (Divisionali o Consultoriali) ed eventuale suggerimento alla donna di usufruire di supporto psicologico presso le sedi dei Consultori Familiari territorialmente competenti. 4.2.1 Ruolo dello psichiatra Il medico ginecologo dell’UOC Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda ULSS17, di fronte alla richiesta della donna di volersi sottoporre a IVG oltre il 90° giorno, nei casi previsti dal punto b) dell’articolo 6 relativamente al pericolo per la salute psichica, farà eseguire una valutazione PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 8 di 27 psichiatrica della gestante. In tale situazione, il medico psichiatra verrà chiamato dal ginecologo dell’UOC Ostetricia e Ginecologia per effettuare una valutazione della condizione psicologica e della salute psichica della donna, in relazione alla gestazione ed ai possibili effetti che un prosieguo della stessa gravidanza avrebbe sulla salute mentale del soggetto richiedente l’IVG oltre il 90° giorno. Il medico ginecologo attenderà l’esito della valutazione psichiatrica prima di procedere con il ricovero ospedaliero finalizzato all’IVG. In termini concreti, il medico ginecologo dell’UOC Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda ULSS17 che riceve la richiesta della donna, prenota una visita psichiatrica al CSM prendendo contatto diretto con il medico psichiatra, per una iniziale presentazione del caso. La donna viene conseguentemente sottoposta, con tempistica celere, a visita psichiatrica presso il CSM secondo quanto riportato nella POp-DSM-CSM-03. Lo psichiatra, qualora lo ritenga necessario, può effettuare un ulteriore colloquio di valutazione della gestante a distanza di pochi giorni, sempre nel rispetto dei termini previsti dalla Legge. La valutazione psichiatrica si basa su anamnesi ed esame psichico. La raccolta anamnestica fornisce informazioni su eventuale familiarità psichiatrica e attuale situazione familiare, caratteristiche di personalità premorbosa, precedenti psicopatologici, stile di vita del soggetto e precedente livello di funzionamento. Un’attenzione specifica andrà rivolta all’eventuale episodio psicopatologico attuale ed alla possibile correlazione con la gravidanza in atto. L’esame psichico comprende invece la valutazione di sensorio, funzioni cognitive, umore, sentimenti e affettività, ideazione in forma e contenuto, percezione, comportamento, psicomotricità, ansia, atteggiamento del paziente nei confronti del medico e livello di consapevolezza e di attendibilità. Il suddetto percorso valutativo psichiatrico è previsto sia per donne che non risultano in carico al DSM, sia per quelle già conosciute dal DSM per attuali o pregresse patologie psichiatriche. Invece, nell’eventualità in cui una paziente già in carico presso il CSM manifesti al medico psichiatra la volontà di interrompere la gravidanza dopo il 90 giorno, lo psichiatra dovrà valutare le motivazioni della richiesta tenendo conto della psicopatologia in atto, e nel caso rilevi le condizioni previste dalla Legge, prenderà contatto immediatamente con il ginecologo curante per una condivisione del caso. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 9 di 27 Sulla base della visita psichiatrica effettuata, il consulente psichiatra valuterà in piena autonomia la sussistenza o meno della condizione prevista dalla Legge 194/78, ovvero se il prosieguo della gravidanza risulti pregiudizievole alla salute psichica della donna, ed invierà nel tempo più breve possibile una certificazione al ginecologo richiedente, in cui indicherà l’esito dell’accertamento. Solo ed esclusivamente in casi eccezionali, in condizioni di urgenza o per l’imminente scadenza dei termini temporali previsti dalla Legge per l’espletamento dell’IVG, la valutazione psichiatrica verrà eseguita in corso di ricovero nel reparto di ostetricia-ginecologia; in tali casi, la donna verrà informata dal ginecologo curante che l’espletamento dell’IVG è comunque subordinato al parere espresso dallo specialista psichiatra. 4.2.2 Procedure di riferimento del DMI - POp-DMI-OG-05 Rev 01del 04.02.2010: IVG oltre il 90° giorno - POp-DMI-OG-04 Rev 01del 04.02.2010: IVG prima dei 90 giorni: percorso ospedaliero - POp-DMI-OG-06 Rev 01del 02.02.2010: Nato morto - POp-DMI-OG-02 Rev 02del 16.12.2009: Ecografia del 2° trimestre - POp-DMI-OG-03 Rev 01del 04.12.2009: Diagnosi prenatale - POp-DMI-OG-27 - POp-DMI-OG-14 Rev 01del 16.12.2009: Procedura per l’analgesia epidurale in travaglio di parto - IO-DMI-OG-01 Rev 01del 04.12.2009: Amniocentesi:tecnica dell’esame e suo impiego - PO-DMI-OG-04 Rev 01del 16.12.2009: Organizzazione attività ambulatoriali specialistiche ostetrico-ginecologiche 4.3 CASI PARTICOLARI 4.3.1 Soggetti minorenni Nel caso in cui sia una donna di età inferiore ai diciotto anni a richiedere l’IVG oltre il 90° giorno, si applicherà la stessa procedura delle pazienti maggiorenni, secondo quanto affermato dall’articolo 12. 4.3.2 Donne straniere Nel caso in cui la richiesta di IVG oltre il 90° giorno provenga da una donna straniera regolarmente residente nel nostro Paese, il medico ginecologo dell’UOC Ostetricia e Ginecologia è chiamato a PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 10 di 27 porre particolare attenzione alla reale comprensione di quanto condiviso verbalmente con la paziente, nel rispetto dei valori e delle credenze espresse dalla cultura di appartenenza della donna e in funzione dei regolamenti aziendali e delle leggi vigenti nel territorio nazionale. 4.3.3 Soggetti interdetti Nel caso di richiesta di IVG oltre il 90° giorno presentata dalla donna interdetta o dal marito, deve essere sentito il parere del tutore. La richiesta presentata dal tutore o dal marito deve essere comunque confermata dalla donna. Il medico dell’UOC Ginecologia e Ostetricia trasmette quindi al giudice tutelare, entro il termine di sette giorni dalla presentazione della richiesta, una relazione contenente ragguagli sulla domanda di IVG oltre il 90° giorno e sulla sua provenienza, sull'atteggiamento comunque assunto dalla donna e sulla gravidanza e specie dell'infermità mentale di essa nonché il parere del tutore, se espresso. A seguito del parere positivo del giudice tutelare, secondo la Legge 194/78 espresso con uno specifico provvedimento entro cinque giorni dal ricevimento della relazione redatta dal medico ginecologo della struttura ospedaliera, la donna potrà quindi essere sottoposta a IVG oltre il 90° giorno presso l’UOC Ginecologia e Ostetricia. 4.4 PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO L’allegato n.1 descrive in termini grafici l’iter assistenziale offerto dall’Azienda ULSS 17 alla donna che richiede di interrompere la gravidanza oltre il 90° giorno. 5. SEZIONE DEPRESSIONE POSTNATALE E PSICOSI PUERPERALE 5.1 PSICOLOGIA E PSICOPATOLOGIA IN GRAVIDANZA E DOPO IL PARTO All’interno del ciclo di vita familiare l’arrivo di un bambino è per la coppia e per la famiglia uno dei periodi caratterizzato da maggiori cambiamenti. In questo vortice di cambiamenti e di responsabilità gran parte delle neo-mamme manifesta una condizione di benessere psicologico con elementi di sofferenza emotiva transitoria e circoscritta (Green e Kafetsios, 1997). Queste reazioni psicologiche possono però talvolta assumere connotati patologici. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 11 di 27 La nascita di un figlio è infatti un evento complesso che coincide con rapide modificazioni biologiche, sociali e psicologiche e corrisponde ad una crisi individuale che richiede notevoli capacità di adattamento psicologico e di riorganizzazione delle relazioni interpersonali e di coppia. Una tale situazione di cambiamento può talvolta determinare numerose manifestazioni psicopatologiche che possono essere così classificate: Stati confusionali ad insorgenza precoce, che persistono anche per alcuni giorni, a patogenesi incerta (alcuni di essi possono essere di origine infettiva o correlati all’eclampsia o ad una grave anemia) Disturbi post-traumatici da stress, legati in genere a parti estremamente difficoltosi per motivi ostetrici Disturbi d’ansia (attacchi di panico, stati d’ansia generalizzati, disturbi ossessivi anche a contenuto aggressivo nei confronti del neonato) Disturbi della relazione madre-bambino (es. trascuratezza verso il neonato, attaccamento ritardato, ostilità e rifiuto verso il bambino, maltrattamento infantile) “Maternity blues”: è una turba transitoria dell'umore caratterizzata da facilità al pianto, astenia, ansia, irritabilità, cefalea, difficoltà di concentrazione. Si verifica nei primi giorni successivi alla nascita del figlio con picco tra il terzo e il quinto giorno e con remissione, in genere, entro 7-10 giorni; in alcuni casi può evolvere verso un quadro depressivo vero e proprio. Secondo alcuni studi la sua frequenza è particolarmente elevata, interessando circa il 50% delle donne (40-80%). Depressione Minore (sovrapponibile al Disturbo Distimico del DSM-IV, ma con durata inferiore a due anni): è caratterizzata da una deflessione dell'umore associata ad astenia, insonnia, riduzione dell'appetito e del desiderio sessuale, sintomi somatici. L'aspetto più tipico di questa forma riguarda l'insicurezza circa la propria capacità materna, che può tradursi in una eccessiva preoccupazione per il bambino, costante richiesta d'aiuto, di sostegno e rassicurazione. Questo quadro può risolversi entro alcuni mesi senza reliquati, o può evolvere in Disturbo Distimico. Compare con maggiore frequenza dai tre ai sei mesi dopo il parto ed interessa il 10-15% delle donne. Depressione maggiore postnatale e Psicosi puerperale: questi due quadri clinici assumono particolare rilievo per la loro frequenza e gravità. Pertanto, in questo documento verranno descritti in maniera ampia e approfondita, come segue. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 12 di 27 5.2 DEPRESSIONE MAGGIORE POSTNATALE: DEFINIZIONE La diagnosi di depressione maggiore con inizio nel postpartum si caratterizza, secondo il DSM IVTR, per un esordio collocabile all’interno delle prime quattro settimane dopo il parto e per la presenza di almeno cinque tra i seguenti sintomi, per un periodo di almeno due settimane: umore depresso; perdita di interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno; insonnia o ipersonnia; significative alterazioni dell'appetito o del peso corporeo; agitazione o rallentamento psicomotorio; affaticabilità o mancanza di energia; sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o immotivati; diminuita capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione , quasi ogni giorno; pensieri ricorrenti di morte. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti; i sintomi non soddisfano i criteri per un Episodio Misto e non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o Condizione Medica Generale, né sono meglio giustificati da un lutto. Possono essere presenti deliri congrui o incongrui con l’umore, il cui contenuto riguarda spesso la maternità e l’accudimento del bambino. Le pazienti possono manifestare sentimenti eccessivi di inutilità e autoaccusa accompagnati da agitazione o rallentamento motorio, temono di danneggiare i propri figli, di essere causa di malattia per il loro inefficace accudimento, o possono convincersi che i loro figli non siano sani nonostante le rassicurazioni del pediatra. Il rischio di suicidio o di infanticidio deve essere attentamente valutato, soprattutto nella depressione delirante e/o con aspetti affettivi di tipo misto (depressivi e maniacali). In accordo con la più attuale letteratura scientifica (Perfetti et al., 2004; Born et al., 2004; Hendrick, 2003) nel presente PDTA ci si riferisce al quadro sopra descritto con il termine di Depressione Postnatale, il cui esordio va collocato nei primi 12 mesi dopo il parto. La prevalenza di tale disturbo è del 10-15% . 5.2.1 Depressione postnatale: fattori di rischio Recenti rassegne (Beck, 2001; Robertson et al., 2004) hanno identificato i più importanti fattori di rischio psicologici e psicosociali per la depressione postnatale. In particolare, quelli individuabili nella donna già prima della nascita del bambino risultano essere: condizione di coniugalità, PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale basso livello socioeconomico, bassa autostima, la depressione in gravidanza, l’ansia in gravidanza, la gravidanza non pianificata, una precedente storia di depressione, scarso supporto sociale, scarsa soddisfazione coniugale, recenti eventi stressanti. Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 13 di 27 Nell’immediato dopo parto ritroviamo invece come fattori di rischio la presenza di Maternity Blues, il temperamento del bambino e lo stress legato all’accudimento del nuovo nato. 5.2.2 Depressione postnatale: fattori protettivi La probabilità di incorrere dopo il parto in una condizione di depressione clinica sembra sensibilmente inferiore quando risulta essere presente, oppure viene sentito tale dalla donna, un atteggiamento personale o un atteggiamento proveniente dal contesto sociale di appartenenza che possiamo definire come globalmente positivo. Risultano infatti importanti fattori protettivi (Benvenuti et al., 2006) la presenza di : aspettative di tipo positivo riguardanti le proprie capacità personali buon grado di autostima relazione di coppia soddisfacente valido supporto sociale nell’intero periodo che va dalla gravidanza al puerperio adeguata preparazione alla genitorialità 5.3 PSICOSI PUERPERALE: DEFINIZIONE Secondo la classificazione del DSM IV-TR, si definisce Psicosi Post-Partum un Disturbo Psicotico Breve che esordisce entro quattro settimane dal parto e caratterizzato da uno o più dei sintomi seguenti: o deliri; PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 14 di 27 o allucinazioni; o eloquio disorganizzato; o comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico; o durata di almeno un giorno, ma meno di un mese, con successivo pieno ritorno al funzionamento premorboso; o il disturbo non è giustificato da un disturbo dell’Umore con manifestazioni psicotiche, da un Disturbo Schizoaffettivo, da Schizofrenia né è Indotto da Sostanze o Condizioni Mediche Generali. L’esordio di questo quadro, la cui incidenza è dello 0,1-0,2%, è generalmente acuto e la sintomatologia può comprendere alterazioni dell’affettività (in senso depressivo, maniacale o misto) e della coscienza, con perdita di contatto con la realtà. I contenuti del delirio sono generalmente collegati all’esperienza materna e possono essere congrui o incongrui con il tono dell’umore. Può manifestarsi intensa angoscia relativa alla propria incapacità di accudire il bambino, il quale spesso viene investito da proiezioni materne; possono verificarsi le condizioni per il suicidio della madre, l’infanticidio, o infanticidio-suicidio. 5.3.1 Psicosi puerperale: fattori di rischio I fattori di rischio riconosciuti associati alla psicosi puerperale sono i seguenti: primo parto; disturbi psichici pregressi (le donne affette da un disturbo affettivo sono sottoposte al 50% di rischio di ammalarsi di un episodio puerperale; una pregressa psicosi puerperale aumenta il rischio del 30% di malattia in successive maternità; il 70-80% delle psicosi puerperali ha luogo in donne che svilupperanno una malattia bipolare; disturbi ansiosodepressivi nel terzo trimestre di gravidanza); familiarità psichiatrica (prevalentemente per disturbi affettivi o disturbi puerperali nella madre della paziente); disturbi di personalità; condizione di non coniugalità; parto cesareo; patologia neonatale; PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 15 di 27 fattori biologici (dati ancora scarsi e controversi). 5.4 PREVENZIONE 5.4.1 Prevenzione primaria Gli interventi di prevenzione possono essere di tipo primario quando riducono la probabilità che una malattia/condizione si presenti in un individuo (Gordon, 1987). In tale ambito si collocano alcuni interventi distrettuali promossi dall’UOC MIEEF e rivolti a tutte le donne che durante la gravidanza si rivolgono al Servizio Consultorio Familiare: POp-DEM-MIEEF-CF-08 “Corso di Accompagnamento alla Nascita” Incontri di gruppo all’interno dei quali diversi operatori si alternano al fianco dei futuri genitori con la finalità di favorire il benessere biopsicosociale della gestante, del partner e del futuro nascituro in un'ottica di promozione della salute e di prevenzione del disagio. POp-DEM-MIEEF-CF-09 “Visita domiciliare nel dopo parto” Interventi di sostegno e assistenza alla madre e al neonato nelle prime settimane di vita con l'obiettivo di promuovere la fisiologia dell'adattamento neo-natale, l'allattamento al seno e il benessere della famiglia attraverso l'individuazione di eventuali segnali di patologia organica e/o disagio biopsicosociale. POp-DEM-MIEEF-CF-10 “Massaggio al bambino” Interventi di promozione e di sostegno alla relazione genitori-bambino attraverso il massaggio infantile. POp-DEM-MIEEF-CF-12 “Primi passi” Interventi di sostegno alla relazione genitori-bambino con l'obiettivo di facilitare e promuovere la disponibilità di un ambiente relazionale supportivo e sicuro. 5.4.2 Prevenzione secondaria Gli interventi di prevenzione possono essere di tipo secondario quando interrompono o rallentano l’evoluzione della malattia/condizione attraverso una iniziale rilevazione o trattamento (Gordon, 1987). PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 16 di 27 In tale ambito si collocano gli interventi dei PLS messi in atto nel corso di bilancio di salute del 1° mese (intervallo di tempo tra il 10° e il 40° gg di vita) e comunque entro le prime 8 settimane di vita del bambino. In particolare i PLS che svolgono la loro attività nel territorio dell’Azienda ULSS 17 indagano: 1. a livello anamnestico materno, la presenza di fattori di rischio per patologia psichiatrica e/o depressione postnatale; 2. con riferimento alla letteratura recente, pongono alla madre del bambino le “Domande di Wooley” (NICE, 2007). Perciò, attraverso domande dirette rivolte alla madre del bambino, il PLS individua i soggetti a rischio o quelli con disturbi psicopatologici (p.e. depressione) e li indirizza al servizio territorialmente competente (CF o DSM) per un approfondimento del caso. Oltre all’attività di prevenzione secondaria attivata dai PLS, sono presenti ulteriori interventi offerti dal Servizio Consultorio Familiare e dall’UOC Ginecologia e Ostetricia: POp-DEM-MIEEF-CF-11 “Prevenzione della depressione postnatale” Interventi a cura dei consultori familiari, finalizzati all’individuazione precoce delle donne psicologicamente sofferenti e a rischio di depressione postnatale attraverso la compilazione di questionari autosomministrati nelle ultime settimane di gravidanza e dopo 6-8 settimane dal parto. POp-DMI-02 “Screening ospedaliero della depressione postnatale” Interventi di individuazione precoce delle donne psicologicamente sofferenti e a rischio di depressione postnatale attraverso la compilazione di specifici questionari proposti a tutte le donne che accedono all’ambulatorio ospedaliero della gravidanza a termine. Se l'utente, in gravidanza o nel periodo postnatale, si rivolge al CF per un disagio emotivo correlato all'esperienza della maternità, viene attivata la seguente procedura: POp-DEM-MIEEF-CF-07 “Servizio di psicologia e assistenza sociale” Questa procedura consultoriale riporta le attività di ascolto, sostegno e psicoterapia al singolo e alla coppia nel periodo della gravidanza e del dopo parto relativamente a difficoltà, problematiche e psicopatologie collocabili nell'ambito generale della genitorialità, dell'accudimento del bambino e del rapporto di coppia. In tale contesto si collocano anche gli interventi iniziali del CF a favore della rilevazione o del trattamento delle donne con depressione postnatale. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Pagina Rev. 00 Data 13.06.2013 17 di 27 Qualora nell'ambito degli interventi di prevenzione primaria e secondaria attuati dal CF vengano rilevati dagli operatori (psicologo, educatore, ginecologo, ostetrica) segni o sintomi di patologia psichiatrica, la paziente verrà inviata all'attenzione dello psichiatra previa presentazione del caso e attivazione della POp-DSM-CSM-03 o POp-DSM-CSM-01. Nell’ambito della prevenzione secondaria si collocano anche gli interventi messi in atto dal DSM a favore delle donne già in carico per patologie psichiatriche pregresse, che costituiscono una popolazione a rischio per lo sviluppo di disturbi psichici nel post-partum. Esse verranno seguite a livello ambulatoriale sia nel corso della gravidanza che nel puerperio, allo scopo di rilevare precocemente eventuali segni o sintomi di malattia (POp-DSM-CSM-03). In situazioni particolari potranno essere programmate visite psichiatriche domiciliari (POp-DSMCSM-01) con il coinvolgimento dell'infermiere psichiatrico e dell'ostetrica del CF. Per le donne seguite dal DSM, che generalmente assumono una terapia psicofarmacologica e per le quali la sospensione della terapia rappresenta un fattore di rischio di ricaduta, in caso di gravidanza si pone il problema etico relativo al rapporto tra i rischi di una prosecuzione della terapia per il feto ed i rischi di ricaduta per la donna in caso di sospensione della terapia. Nella pratica clinica, possono verificarsi le seguenti situazioni: 5.4.2.1 Donne che desiderando una gravidanza, chiedono di sospendere la terapia psicofarmacologica prima del concepimento. In questa situazione, la decisione del medico si basa su diversi fattori, clinici ed anamnestici. Se si tratta di una donna in terapia con antidepressivi per un disturbo dell’umore, la durata di malattia ed il numero di episodi depressivi in anamnesi costituiscono i più importanti fattori predittivi di ricaduta; la sospensione della terapia farmacologica di mantenimento rappresenta un ulteriore fattore di rischio. Se il medico ritiene che il rischio di ricaduta sia elevato (lunga durata di malattia, numerosi episodi depressivi in anamnesi, gravità dei precedenti episodi) il trattamento farmacologico viene mantenuto, utilizzando i farmaci con il rapporto rischio/beneficio più favorevole (Imperadore, 2012). Se la donna è affetta da un disturbo affettivo o schizoaffettivo insorto più di due anni prima del concepimento, e il medico ritiene che il rischio di ricaduta sia limitato, il trattamento verrà progressivamente ridotto. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 18 di 27 Se la paziente è affetta da schizofrenia cronica o recidivante, il medico valuta il mantenimento della terapia farmacologica durante la gravidanza evitandone, se possibile, la somministrazione nel primo trimestre o riducendo la dose. In caso di riacutizzazione della patologia psichiatrica, che renda necessaria la ripresa della terapia, il medico prescrive i farmaci con il rapporto rischio/beneficio più favorevole, al dosaggio minimo efficace, e quando necessario fa ricorso al ricovero in SPDC o DHPO. 5.4.2.2 Donne in cui una gravidanza si instaura durante il trattamento farmacologico in atto. Anche in questo caso è necessario considerare, sulla base dell’anamnesi e delle caratteristiche cliniche della patologia in atto, il rischio di ricaduta; se esso è elevato, il trattamento farmacologico viene mantenuto, utilizzando i farmaci con il rapporto rischio/beneficio più favorevole. Se il medico ritiene che il rischio di ricaduta sia limitato, il trattamento viene gradualmente sospeso. In entrambi i casi le pazienti verranno seguite assiduamente a livello ambulatoriale (POp-DSMCSM-03), e quando possibile si cercherà la collaborazione dei familiari. 5.4.2.3 Donne che giungono per la prima volta all’attenzione dello psichiatra durante la gravidanza per un disturbo psichiatrico. La paziente viene sottoposta a visita psichiatrica (POp-DSM-CSM-03) e valutata dal punto di vista diagnostico. Se risulta affetta da depressione, l’indicazione per un trattamento farmacologico deve tener conto dell’eventuale presenza di sintomi ad impronta biologica come il “peggioramento mattutino, la variazione diurna dell’umore, la ridotta concentrazione, il rallentamento psicomotorio e le idee di colpa.” La presenza di una sintomatologia depressiva nell’ultimo trimestre della gravidanza è spesso correlata alla depressione postnatale, pertanto il medico valuterà la prescrizione di farmaci antidepressivi. La terapia sarà concordata con il ginecologo o con il pediatra, data la possibilità che insorgano nel neonato sintomi di astinenza da farmaci. Se la sintomatologia depressiva non è particolarmente grave, il medico prescriverà il solo trattamento psicoterapico. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 19 di 27 Se la sintomatologia depressiva appare correlata alla situazione di maternità/genitorialità, e non si ritiene necessario l'utilizzo di una terapia farmacologica, lo psichiatra invia la paziente al CF previa presentazione del caso. Se viene posta diagnosi di Disturbo Psicotico, lo psichiatra valuterà, in collaborazione con il ginecologo curante, i più opportuni interventi terapeutici in base ad una serie di fattori che comprendono: la gravità della patologia psichiatrica in atto e l’eventuale rischio per l’incolumità della donna e del feto, l’epoca gestazionale, il supporto familiare, l’anamnesi psichiatrica della paziente. Lo psichiatra deciderà quindi per un ricovero in SPDC (POp-DSM-SPDC-02) o DHPO (POp-DSM-DHPO-01) , o per uno stretto monitoraggio ambulatoriale, avvalendosi o meno di una terapia psicofarmacologica tenendo conto del rapporto rischi/benefici sia per la madre che per il feto; nel caso la gravida sviluppi una grave sintomatologia depressiva o una sintomatologia psicotica, l’impiego di psicofarmaci risulta molto spesso necessario. 5.5 PRINCIPI DI TRATTAMENTO Il trattamento delle donne con disordini mentali durante la gravidanza e il postpartum non differisce da quello utilizzato in altri periodi della vita, se non per alcune importanti considerazioni: qualunque sia il trattamento concordato, l'intervento deve essere tempestivo, per il potenziale impatto della malattia sul feto o sul bambino; gli interventi non farmacologici per le depressioni lievi e moderate (strategie di auto-aiuto, psicoterapia cognitivo comportamentale o interpersonale), dovrebbero avere un una soglia d'accesso più precoce e rapida per la donna in gravidanza o nel periodo postnatale rispetto la norma, anche in considerazione del diverso rapporto costo/beneficio dei farmaci psicotropi in queste circostanze. l'eventuale farmacoterapia dovrebbe: - possedere il più basso profilo di rischio per la mamma e per il feto; - permettere l'allattamento; - essere somministrata alla minima dose efficace e preferibilmente in monoterapia; - considerare ulteriori precauzioni in caso di neonati pretermine, o di basso peso. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 20 di 27 Nella scelta di una terapia psicofarmacologica per la donna in gravidanza o che sta allattando occorre considerare che per molti farmaci i rischi sono ancora incerti, visti i pochi dati disponibili, mentre per altri non esistono dati sulla sicurezza. Sulla base della letteratura ad oggi disponibile (Imperadore, 2012; Cassano et al.,1999) e delle più recenti linee-guida (Scottish Intercollegiate Guidelines Network, 2012), lo psichiatra deve attenersi alle seguenti raccomandazioni: utilizzare le benzodiazepine per brevi periodi e a basse dosi, prediligendo quelle ad emivita breve, a rapida metabolizzazione epatica (es: lorazepam); evitarne l'uso continuativo. tra gli antidepressivi, gli Inibitori della Ricaptazione della Serotonina sembrano aumentare il rischio di aborto spontaneo, ma non quello malformativo se assunti nel primo trimestre; se assunti nel 2°-3° trimestre possono determinare alcune complicanze nel neonato (basso peso, ridotto punteggio Apgar, sintomi da sospensione). La paroxetina è associata ad un rischio malformativo (difetti cardiaci congeniti) leggermente superiore rispetto ad altri SSRI. La fluoxetina è, tra gli SSRI, quello a rischio noto più basso in gravidanza. Gli antidepressivi triciclici possono essere utilizzati nel 2°-3° trimestre monitorando la pressione arteriosa e tenendo presente il rischio di astinenza nel neonato. L'uso degli Inibitori delle Monoaminoossidasi deve essere evitato sia in gravidanza che in allattamento. Gli stabilizzatori dell’umore (litio, carbamazepina, valproato, lamotrigina) sono associati ad aumentato rischio malformativo, ma la sospensione della terapia stabilizzante aumenta il rischio di ricaduta. In questa classe di farmaci è da evitare il valproato per il rischio teratogeno e di tossicità a lungo termine; negli altri casi, se si ritiene clinicamente indicato proseguire la terapia, è consigliabile monitorare i livelli ematici del farmaco per possibili alterazioni farmacocinetiche e metaboliche legate alla gravidanza, e sottoporre il feto ad indagini diagnostiche approfondite. Nel caso venga considerata la sospensione della terapia, il medico prescriverà una riduzione graduale per ridurre la probabilità di una ricaduta. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 21 di 27 relativamente agli antipsicotici sia di prima che di seconda generazione, i dati sono ancora limitati e controversi. Gli antipsicotici di prima generazione sono associati con basso peso alla nascita; olanzapina e clozapina sono invece associate ad aumentata crescita fetale. Il medico, quindi, monitorerà le pazienti per possibili alterazioni della crescita fetale. Aloperidolo, olanzapina, clozapina non sembrano associati ad aumentato rischio malformativo. 5.5.1 Allattamento Sulla base dei dati ad oggi disponibili, è possibile trarre le seguenti indicazioni: o Tra gli antidepressivi, sono compatibili con l’allattamento: paroxetina, sertralina, nortriptilina, imipramina. Da evitare fluoxetina, citalopram, escitalopram, doxepina. o Tra le benzodiazepine, somministrare quelle a breve emivita, a dosi frazionate, per brevi periodi. o Tra gli antipsicotici, evitare l’allattamento con clozapina. Nessun antipsicotico è consigliato per possibili effetti collaterali nel neonato (sedazione, sintomi extrapiramidali). o Gli stabilizzatori dell’umore hanno potenziali rischi per la salute del bambino; non rappresentano una controindicazione assoluta all’allattamento, ma non sono consigliati. Nei casi in cui la paziente gravida abbia assunto o stia assumendo psicofarmaci e, su indicazione dello psichiatra del DSM, voglia conoscere il rischio di danno al prodotto del concepimento, lo stesso DSM invia la richiesta di consulenza al Servizio di Genetica Clinica dell'Università di Padova, il quale raccoglie anche, tramite schede di follow-up, dati relativi all'esito della gravidanza. 5.6 CURA DELLA PAZIENTE CON DEPRESSIONE POSTNATALE Come sottolineato dal National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE, 2007), i trattamenti e le cure dovrebbero essere attivati nel rispetto delle necessità e delle scelte individuali manifestate dal soggetto, e previo consenso; quando possibile, il partner e/o i familiari dovrebbero essere coinvolti. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 22 di 27 La cura della paziente con Depressione Postnatale si diversifica a seconda della gravità della sintomatologia e del contesto in cui essa si manifesta. 5.6.1 Paziente che si rivolge al CF spontaneamente, o su invio da parte del MMG o PLS: viene valutata dallo psicologo consultoriale e, se presenta i sintomi di una depressione maggiore di grado severo, il professionista effettua l’invio presso il CSM. Gli interventi a favore della donna a rischio o con Depressione Postnatale sono riportati all'interno della procedura operativa POp-DEM-MIEEF-CF-07 “Servizio di psicologia e assistenza sociale” che descrive le modalità di intervento di tipo psicologico e di assistenza sociale attivate dal Servizio Consultorio Familiare anche nelle aree della gravidanza e del dopo parto. Tali azioni consultoriali possono trovare una ulteriore integrazione con le tipologie di intervento riportate nelle procedure POp-DEM-MIEEF-CF-09 “Visita domiciliare nel dopo parto”, POp-DEM-MIEEF-CF-10 “Incontri di massaggio al bambino” e POp-DEM-MIEEF-CF-12 “Primi passi”. 5.6.2 Paziente che si rivolge al CSM spontaneamente, o su invio del ginecologo curante, del MMG, o del PLS o del CF: viene sottoposta a visita psichiatrica ambulatoriale (POp-DSM-CSM-03) o, se necessario, domiciliare (POp-DSM-CSM-01) al fine di procedere ad una valutazione e successiva, eventuale, presa in carico. Trattamento: ricovero in SPDC (POp-DSM-SPDC-02), in situazioni di particolare gravità, come: elevato rischio suicidario, sintomi psicotici, insonnia ostinata, grave decadimento fisico, arresto psicomotorio, opposizione al trattamento, assenza di coscienza di malattia, mancanza di un adeguato supporto familiare e necessità di uno stretto monitoraggio della paziente; ricovero in DHPO (POp-DSM-DHPO-01), quando si rende necessario monitorare la paziente, ma le condizioni cliniche sono compatibili con la permanenza a domicilio per alcune ore al giorno e durante la notte, in presenza di un adeguato sostegno familiare; presa in carico ambulatoriale. Il trattamento prevede la somministrazione di farmaci antidepressivi, e quando necessario anche di ansiolitici (BDZ) o antipsicotici (depressione PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 23 di 27 con sintomi psicotici o disturbo affettivo di tipo misto); è necessario inoltre fornire un supporto psico-educazionale rivolto alla paziente e ai familiari, relativo a sintomi e decorso della malattia, obiettivi e durata della terapia, informazioni sulla terapia farmacologica e sui rischi di ricaduta. Il medico informerà altresì la paziente in merito al rapporto rischi/benefici dell’allattamento al seno, tenendo conto della terapia farmacologica assunta e dei più recenti dati di letteratura disponibili. Se la paziente viene ricoverata in SPDC o DHPO, dovrà essere seguita ambulatorialmente dopo la dimissione per un lungo periodo; il trattamento farmacologico va proseguito per 6 mesi-un anno. Risolta la fase acuta, il medico valuterà l’utilità di un trattamento psicoterapeutico individuale, che può essere attuato dallo psichiatra o dallo psicologo del CSM, eventualmente anche in collaborazione con il CF. 5.7 CURA DELLA PAZIENTE CON PSICOSI PUERPERALE Qualora la paziente sviluppi una Psicosi Puerperale, la gravità del quadro clinico ed il potenziale rischio per l’incolumità di madre e bambino rendono necessario un trattamento psichiatrico urgente. Il quadro psicopatologico può manifestarsi: Nei primi giorni dopo il parto, durante la degenza nel reparto di ostetricia. In questo caso il medico di reparto richiede una consulenza psichiatrica urgente (POp-DSM-CSM-02); Dopo la dimissione dal reparto di ostetricia. In tal caso possono verificarsi le seguenti situazioni: l’ostetrica consultoriale che si reca a domicilio (POp-DEM-MIEEF-CF-09) segnala allo psicologo del Servizio Consultorio Familiare di afferenza le problematiche di tipo psichiatrico rilevate, e se si evidenzia la presenza di una sintomatologia psicotica la paziente viene inviata all’attenzione dello psichiatra; il MMG, il PLS, il ginecologo curante o gli stessi familiari richiedono una visita psichiatrica urgente (POp-DSM-CSM- 03) in orario di apertura del CSM, oppure inviano la paziente in P.S. dove verrà richiesta consulenza psichiatrica (POp-DSM-CSM-02). Una volta posta la diagnosi di Psicosi Puerperale, la gestione del caso richiede interventi medici, psicologici e di assistenza articolati secondo il quadro clinico e la gravità della sintomatologia; in tutti i casi il trattamento farmacologico con antipsicotici assume un’importanza prioritaria. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Pagina Rev. 00 Data 13.06.2013 24 di 27 Nelle forme più gravi, il medico prescriverà il ricovero della paziente in ambiente psichiatrico (SPDC); il trattamento antipsicotico riduce inizialmente perplessità ed angoscia, e successivamente agisce anche su deliri e allucinazioni. In caso di rilevanti alterazioni dell’umore, il medico valuterà la possibilità di associare farmaci antimaniacali (come il carbonato di litio, carbamazepina o acido valproico), o antidepressivi. L’ospedalizzazione della paziente comporta generalmente l’interruzione dell’allattamento. Nei casi in cui le condizioni psicopatologiche della paziente siano compatibili con la permanenza a domicilio, in presenza di un adeguato sostegno familiare sia per la paziente che per il bambino, lo psichiatra attuerà uno stretto monitoraggio ambulatoriale, o si avvarrà di un ricovero presso il DHPO. Una volta superata la fase acuta della psicosi, il medico valuta l’utilità di attuare un trattamento psicoterapeutico per rendere possibile una elaborazione degli elementi che hanno sostenuto e caratterizzato la crisi. Tali interventi vengono attuati dallo psichiatra o psicologo del CSM. Qualora lo ritenga opportuno, lo psichiatra chiederà una collaborazione al Servizio Consultorio Familiare per l’attivazione di interventi a sostegno della genitorialità e/o del rapporto di coppia. 6. PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO L’allegato n.2 descrive in termini grafici l’iter assistenziale offerto dall’Azienda ULSS 17 alle donne con depressione postnatale e a quelle con psicosi puerperale. 7. CRITERI DI ACCETTAZIONE Riferimento - Manuale della Privacy (Delibera D.G. n.696 del 26/06/2008); - Procedura Organizzativa del Dipartimento Salute Mentale (PO-DSM-01); - Procedura Organizzativa derll’UOC Definizione esplicita del razionale Presenza in cartella clinica/utente del documento relativo al consenso del trattamento ai dati personali opportunamente firmato (STANDARD Definizione operativa: responsabilità nella raccolta e monitoraggio Tempi. Modalità e strumenti utilizzati nella raccolta/monitoraggio A chi va riferito il dato, come viene utilizzato per il processo di miglioramento L’operatore di ogni singolo UOC/Servizio che per primo accoglie la richiesta di aiuto/ricovero propone all’utente/paziente la firma del documento di autorizzazione al Entro il mese di gennaio di ogni anno, l’Owner del presente PDTA chiederà in forma scritta ai rispettivi RGQ del DSM, dell’UOC Ostetricia e Ginecologia e dell’UOC MIEEF A seguito della richiesta stilata dall’Owner, i diversi RGQ contattati per iscritto risponderanno sul raggiungimento o meno dello standard 100/100 previsto in questo PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Ostetricia e Ginecologia “Organizzazione Day-Surgery” (PO-DMI-OG03); - Istruzione Operativa IO “Definizione della Cartella Utente dell’UOC MIEEF” allegato alla Procedura Organizzativa “Organizzazione dell’UOC MIEEF” (PODEM-MIEEF-01) - Procedura Operativa “Servizio di psicologia e assistenza sociale” (POpDEM-MIEEFCF-07) Delibera D.G. n.1125 del 24.11.2011 Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 25 di 27 100/100) trattamento dei dati personali informazioni sulla corretta presenza in cartella clinica/utente del documento di autorizzazione al trattamento dei dati personali opportunamente firmato PDTA (ossia: tutte le cartelle dei pazienti/utenti, che usufruiscono dei servizi descritti nel presente PDTA, dovranno avere al loro interno il documento di autorizzazione al trattamento dei dati personali opportunamente firmato). I risultati relativi alla conferma o meno di tale standard verranno discussi in sede di incontro del GdL Realizzazione di almeno un Audit Clinico annuale L’Audit Clinico verrà effettuato dai Rappresentanti del GdL per la Gestione degli Audit Clinici Entro il mese di dicembre di ogni anno verrà realizzato almeno un Audit Clinico secondo specifiche checklist sviluppate con l’UQA e approvate dal GdL per la Gestione degli Audit Clinici I contenuti del verbale dell’Audit Clinico saranno discussi in sede di incontro del GdL 8. MODALITÀ DI VALUTAZIONE Alla luce dei risultati emersi a seguito dell’Audit Clinico, conseguentemente alla presenza o meno in cartella clinica/utente del documento di autorizzazione al trattamento dei dati personali PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Pagina Rev. 00 Data 13.06.2013 26 di 27 opportunamente firmato e/o in presenza di mutamenti organizzativi e/o normativi, si procederà alla revisione del PDTA 9. MODALITÀ DI DIFFUSIONE Copia integrale del presente PDTA è disponibile all’interno bacheca informatica dei PDTA, sito www.ulss17.it dell’Azienda ULSS 17, affinché possa essere consultabile da tutti gli operatori aziendali. 10. RIFERIMENTI NORMATIVI - Legge 22 maggio 1978 n. 194 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 22 maggio 1978) - “Raccomandazioni per le cure perinatali nelle età gestazionali estremamente basse” febbraio 2006 (“Carta di Firenze”) - Decreto Direzione Generale Sanità N° 327 del 22.01.2008, Atto n.70, “Atto di indirizzo per la attuazione della Legge 22 Maggio n. 194 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. - Presidenza del Consiglio dei Ministri, Comitato Nazionale per la Bioetica “Aiuto alle donne in gravidanza e depressione post-partum”, documento approvato nella seduta plenaria del 16/12/2005. 11. BIBLIOGRAFIA Beck C.T. (2001). Predictors of postpartum depression. Nursing Research, 50, 275-285. Benvenuti P., Valoriani V., Vanni D. (2006). Prevention of postnatal depression. Clinical Neuropsychiatry, 3, 39-56. Born L., Zinga J., Steiner M. (2004). Challenges in identifying and diagnosing postpartum disorders. Primary Psychiatry, 11, 29-36. Cassano G.B., et al. (1999). Trattato italiano di psichiatria. 2°edizione, vol.II, cap 64. di Renzo G.C. (2006). Ginecologia e Ostetricia. Verducci Editore. Gordon R. (1987). An operational classification of disease prevention. In J.A. Steinberg e M.M. Silverman (Eds.), Preventing mental disorders. Rockville, MD, USA: U.S. Department of Health and Human Services, pagg. 20-26. PDTA Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità Distretto Socio-Sanitario Dipartimento Materno Infantile Dipartimento Salute Mentale Rev. 00 Data 13.06.2013 Pagina 27 di 27 Green J.M., Kafetsios K (1997). Positive experiences of early motherhood: predictive variables from a longitudinal study. Journal of Reproductive and Infant Psychology, 15, 141-157. Hendrick V. (2003). Treatment of postnatal depression. British Medical Journal, 327, 1003-1004. Imperadore G. (2012). “Il trattamento farmacologico della depressione in gravidanza e nel postpartum”. Convegno “L’altalena emotiva della maternità”, Camposampiero, 28/01/2012. Musters C., McDonald E., Jones I. (2008). Management of postnatal depression. British Medical Journal, 337, 399-403. NICE National Institute for Health and Clinical Excellence (2007). Clinical guideline 45 “Antenatal and postnatal mental health. Clinical management and service guidance”. Perfetti J., Clark R., Fillmore C.M. (2004). Postpartum depression: identification, screening, and treatment. Wisconsin Medical Journal, 103, 56-63. Robertson E., Grace S., Wallington T., Stewart D.E. (2004). Antenatal risk factors for postpartum depression: a synthesis of recent literature. General Hospital Psychiatry, 26, 289-295. SIGN 127 Scottish Intercollegiate Guidelines Network (March 2012). Management of perinatal mood disorders. A national clinical guideline. Verlato et al. (2004). Guidelines for resuscitation in the delivery room of extremely preterm infants. Journal of Clinical Neurology, 19, 31-34. 12. ALLEGATI Allegato n.1: Flowchart delle attività aziendali integrate per l’IVG oltre il 90° giorno Allegato n.2: Flowchart delle attività aziendali integrate per la depressione postnatale e per la psicosi puerperale Allegato n.3: Parere del Comitato Etico per la Pratica Clinica dell’Azienda ULSS 17 13. IDENTIFICAZIONE DELLE MODIFICHE Il presente PDTA viene redatto nella prima versione con il carattere Times New Roman corpo 12; le parti revisionate saranno evidenziate utilizzando il carattere Times New Roman corpo 12 in corsivo fino alla successiva revisione, quando alle ulteriori modifiche il corsivo precedente sarà trasformato nel corpo 12 normale per lasciare in corsivo solo le ultime modifiche intervenute. Allegato n.1 (PDTA: “Gestione delle problematiche psicologiche e psichiatriche della maternità”) Richiesta di IVG oltre 90° giorno presentata dalla donna all’UOC Ginecologia e Ostetricia (POp-DMI-OG-05) Quali motivazioni sottostanno alla richiesta di IVG? Anomalie fetali (cromosomiche, mal formative, genetiche, infezioni,…)che comportino grave pericolo per la salute psichica materna ( POp-DMI-OG-02; POpDMI-OG_03 ) DONNA INTERDETTA Gravi malattie materne organiche e psichiche (tumori, patologie d’organo che la gestazione renderebbe fatali) Eventuali accertamenti diagnostici aggiuntivi no Esce dal processo Grave pericolo? no sì PRESA IN CARICO da UOC OSTETRICIA e GINECOLOGIA (POp-DMI-OG-02) si Richiesta di autorizzazione all’IVG indirizzata al Giudice Tutelare Induzione al travaglio e interruzione della gravidanza (Pop-DMI-OG07; POp-DMI-OG-14) no Esce dal processo