Statistica per le ricerche di mercato A.A. 2011/12 Prof.ssa Tiziana Laureti Dott. Luca Secondi 19. Il posizionamento - La mappa delle percezioni Il perceptual mapping nella comunicazione pubblicitaria 1 Il posizionamento del prodotto come decisione strategica di marketing Il posizionamento del prodotto è una decisione strettamente connessa a quella della selezione dei segmenti di mercato in cui l’impresa decide di competere. Il posizionamento di mercato di un prodotto o di una marca consiste nella percezione che del prodotto o della marca hanno i clienti, relativamente alla posizione dei prodotti o delle marche concorrenti. La decisione di posizionamento consiste nell’identificare le dimensioni su cui costruire tale percezione all’interno dei segmenti di mercato di riferimento. Costruire un posizionamento necessita in primo luogo della comprensione delle motivazioni e delle aspettative dei clienti che costituiscono i vari segmenti. Per tale motivo è difficile riuscire ad assumere tale decisione in assenza di una chiara identificazione dei segmenti che compongono il mercato. 2 Il posizionamento del prodotto come decisione strategica di marketing Il posizionamento di un prodotto viene definito sempre in termini relativi a quello dei concorrenti, identificati dai clienti di riferimento. Di conseguenza, il posizionamento del prodotto o della marca è influenzato: dalle decisioni dell’impresa, volte a costruirlo o modificarlo; dalle decisioni dei concorrenti volte a modificare il loro posizionamento; ogni volta che un concorrente agisce nel mercato agisce anche sul sistema di percezioni che i clienti hanno di quel mercato, ridefinendo la posizione di tutti i prodotti. La decisione di posizionamento assume un carattere strategico I clienti sulla base delle loro percezioni relative valutano le varie alternative di prodotto o di marca presenti nel mercato e decideranno i propri acquisti. 3 Il posizionamento del prodotto come decisione strategica di marketing È possibile distinguere due fasi relative alla decisione di posizionamento: 9 una fase analitica, analitica in cui l’impresa rileva il posizionamento attuale del proprio prodotto, linea di prodotti o marca, all’interno del mercato di riferimento; 9 una fase decisionale, decisionale in cui l’impresa decide di consolidare il proprio posizionamento, se questo è coerente con gli obiettivi di mercato stabiliti, oppure di modificarlo (riposizionamento). Costruire un posizionamento per un prodotto, una linea o una marca significa identificare delle dimensioni su cui differenziare il proprio prodotto da quello dei concorrenti. Le dimensioni sulle quali viene costruito il posizionamento sono: i. gli attributi del prodotto; ii. i benefici ricercati dal cliente; iii. le occasioni e le modalità di utilizzo; iv. il posizionamento dei concorrenti. 4 Il posizionamento del prodotto come decisione strategica di marketing i. Gli attributi del prodotto La modalità tipica di differenziazione di un prodotto, e quindi di costruzione del suo posizionamento, è costituita dagli attributi che lo caratterizzano. Un prodotto può essere percepito differente da un altro perché possiede degli attributi che altri non posseggono, oppure perché ne possiede in quantità o qualità diverse da quelle dei concorrenti. Gli attributi possono essere: • tangibili, le caratteristiche tecniche, il prezzo, la disponibilità di servizi di supporto; • intangibili, l’immagine della marca, il prestigio connesso alla marca, il paese d’origine. Ad esempio un’automobile posizionata sulla base delle prestazioni meccaniche, oppure di prestigio della marca. 5 Il posizionamento del prodotto come decisione strategica di marketing ii. I benefici ricercati dai clienti Un prodotto può essere posizionato in funzione degli specifici benefici che uno o più segmenti di clientela richiedono. I benefici vengono soddisfatti se il prodotto possiede determinati attributi. I clienti non necessariamente sono in grado di risalire dagli attributi ai benefici e riescono ad esprimere le proprie necessità solo in termini dei benefici ad esempio il posizionamento di una marca nel settore dei giocattoli alle esigenze dei bambini fino a tre anni d’età, oppure di una banca che posiziona i propri prodotti finanziari soprattutto per il segmento delle piccole imprese, o una compagnia aerea che si posiziona sul beneficio della convenzione economica. 6 Il posizionamento del prodotto come decisione strategica di marketing iii. Le occasioni e le modalità di utilizzo L’impresa cerca di far percepire il proprio prodotto come particolarmente adatto a determinate occasioni o modalità di utilizzo. Ad esempio, ¾ una marca di bagnoschiuma posizionata sull’occasione d’uso della palestra; ¾ una banca i cui servizi possono essere usufruiti solo on line; ¾ un’impresa che produce componenti meccanici utilizzabili solo in presenza di una certa tecnologia. 7 Il posizionamento del prodotto come decisione strategica di marketing iv. Il posizionamento dei concorrenti Il posizionamento può essere costruito in funzione del posizionamento dei concorrenti. L’impresa cerca di far conoscere i propri prodotti come particolarmente vicini o, al contrario, particolarmente lontani da quelli di specifici concorrenti. Questo si verifica quando nel mercato sono presenti imprese/prodotti/marche con un posizionamento molto chiaro e distintivo che può funzionare come benchmark; benchmark questo posizionamento può essere sfruttato anche da imprese concorrenti per fini di imitazione o di forte distinzione. È il caso di tutti i mercati liberalizzati nell’ultimo decennio in Europa (telefonia, servizi di trasporto aereo, distribuzione di energia ecc.), in cui i nuovi entranti hanno cercato di costruire il proprio posizionamento in funzione di quello del monopolista preesistente. 8 Il posizionamento del prodotto come decisione strategica di marketing Qualunque siano le dimensioni su cui il posizionamento è costruito, le ricerche di marketing forniscono un grande supporto nella fase di analisi del posizionamento del prodotto dell’impresa relativamente a quello dei concorrenti. La posizione relativa può essere identificata in termini di distanze quindi tutte le metodologie di ricerca e le tecniche di analisi impiegabili per le decisioni di posizionamento forniscono delle rappresentazioni delle percezioni dei clienti relativamente alle distanze intercorrenti fra i diversi prodotti/marche presenti nel mercato. Tali rappresentazioni sono riprodotte graficamente tramite delle mappe dette mappe delle percezioni, e le procedure relative vengono definite di perceptual mapping. 9 Il posizionamento del prodotto come decisione strategica di marketing Le tecniche statistiche per il perceptual mapping (1/4) La costruzione delle mappe di percezione può avvenire mediante l’uso di tre diverse tecniche statistiche di analisi multivariata: 1. analisi discriminante 2. multidimensional scaling (MDS) 3. analisi delle corrispondenze L’analisi discriminante e l’analisi delle corrispondenze sono tecniche di posizionamento attribute based, dal momento che la loro applicabilità è vincolata alla scelta, come primo step dell’analisi, degli attributi e delle caratteristiche degli “oggetti” indagati su cui realizzare il posizionamento stesso. 10 Le tecniche statistiche per il perceptual mapping (2/4) Analisi discriminante L’input dell’analisi discriminante è costituito dai “punteggi” ottenuti dagli “oggetti” da posizionare sugli attributi prescelti per l’analisi; le scelte dei punteggi, che vengono forniti dal campione di clienti contattato, per ipotesi sono quantitative. Partendo da questi giudizi, l’analisi discriminante individua le dimensioni (legate agli attributi prescelti) che distinguono al meglio i prodotti/servizi, i marchi, le aziende o i personaggi valutati. L’analisi individua le combinazioni lineari degli attributi che spiegano al meglio le differenze nelle valutazioni dei diversi “oggetti”. oggetti Le combinazioni lineari individuate sono ortogonali e costituiscono le dimensioni di sintesi su cui viene graficamente realizzato il posizionamento. Nella mappa di output sono rappresentati: • gli attributi di partenza, partenza utilizzando la correlazione lineare con le dimensioni discriminanti; • gli “oggetti” del posizionamento, posizionamento utilizzando lo score medio degli oggetti stessi sulle dimensioni discriminanti. 11 Le tecniche statistiche per il perceptual mapping (3/4) Multidimensional scaling È una tecnica di posizionamento non attribute based: l’input necessario per la costruzione delle mappe è costituito da semplici valutazioni di similarità reciproca attribuite agli “oggetti” da posizionare. Eventuali valutazioni sulle caratteristiche degli “oggetti” stessi o valutazioni di preferenza possono servire ad interpretare la mappa, arricchendone il contenuto informativo, ma non contribuiscono in alcun modo a determinare la configurazione del posizionamento. Il vantaggio rispetto alle tecniche attribute based è che in questo caso non si corre il rischio di inficiare l’analisi trascurando attributi rilevanti o imponendo spazi di posizionamento già pre-strutturati al campione da intervistare. Problemi: complessità delle procedure di raccolta dei dati di similarità; i risultati dell’analisi sono particolarmente sensibili al numero e alle caratteristiche degli “oggetti” analizzati. 12 Le tecniche statistiche per il perceptual mapping (4/4) Analisi delle corrispondenze È la tecnica di mapping multidimensionale che ha guadagnato più popolarità negli ultimi anni, da un lato per la sua “robustezza” robustezza statistica e dall’altro per l’estrema semplicità dei dati di input richiesti. Questa analisi consente di costruire mappe di percezione a partire da semplici giudizi di presenza/assenza di più caratteristiche per ogni prodotto/servizio, azienda o personaggio sottoposto ad analisi. Si tratta di una tecnica statistica quantitativa che permette di “lavorare” con dati “qualitativi” (in particolare variabili dicotomiche). Il dato di input è costituito da una matrice di dati non negativi, indicanti la frequenza con cui un prodotto, un servizio, un personaggio sono stati associati ad un particolare attributo, ad una situazione d’uso, ad un bisogno. Le valutazioni espresse su scale continue vanno “categorizzate”, ovvero rese qualitative, per essere utilizzabili dall’analisi, con evidente perdita di contenuto informativo. Le mappe di output rappresentano congiuntamente oggetti e attributi. 13 Analisi delle corrispondenze L’analisi delle corrispondenze è una tecnica di analisi multivariata che consente di ricavare una rappresentazione grafica delle righe e delle colonne di una tabella di contingenza o, più in generale, di una matrice di dati relativi a variabili qualitative, nel medesimo spazio a bassa dimensionalità. Questo risultato è ottenuto assegnando “punteggi” numerici alle righe e alle colonne della matrice di dati; i punteggi evidenziano l’interrelazione tra righe e colonne e sono attribuiti in unità “corrispondenti”, in modo che righe e colonne possano essere rappresentate nello stesso spazio. L’analisi delle corrispondenze ha visto consolidare la propria fama di prezioso strumento di indagine solo dopo il 1980, e ancora più recenti sono le prime applicazioni in ambito marketing. 14 Analisi delle corrispondenze L’analisi delle corrispondenze possiede numerose caratteristiche che contribuiscono alla sua utilità nell’ambito delle ricerche di mercato, soprattutto per la sua capacità di analizzare simultaneamente l’andamento di più variabili categoriche. La natura multivariata può consentire di rilevare l’eventuale esistenza e tipologia di interrelazioni strutturali, la flessibilità dei vincoli sui dati di input; l’unica richiesta è quella di utilizzare una matrice di dati rettangolare, avente elementi non negativi. Per quanto riguarda l’analisi di posizionamento multidimensionale, questa prende avvio dalle percezioni dei consumatori/utenti, sintetizzate ad esempio, in una matrice categorica che segnala la frequenza del “match” fra gli “oggetti” esaminati e gli attributi scelti per descriverli. L’analisi delle corrispondenze è stata utilizzata per controllare l’efficacia delle campagne pubblicitarie in Francia (Marc, 1971); sono stati condotti due studi di posizionamento, prima e dopo la campagna pubblicitaria, per riscontrare le modifiche nelle percezioni legate alla campagna stessa. 15 Analisi delle corrispondenze La tecnica di analisi delle corrispondenze può essere utile anche nella fase di disegno di un nuovo prodotto o di modifica di un prodotto esistente; esistente mediante la raccolta di informazioni di tipo binario (si/no) sull’apprezzamento dei consumatori per svariate caratteristiche di una nuova offerta, è possibile ottenere indicazioni per una scelta opportuna della base per la segmentazione e delle strategie di marketing mix. L’interesse per valutazioni di tipo qualitativo (“associazioni”) deriva dalla difficoltà di raccogliere valutazioni tipo “rating” su scale quantitative, necessarie come input di altre tecniche di mapping quali analisi discriminante e analisi dei fattori. Tali difficoltà crescono al crescere del numero di valutazioni richieste agli intervistati e all’aumentare del peso dell’analisi di attributi “emozionali” e/o “intangibili”. L’interesse per il tipo di input richiesto dall’analisi delle corrispondenze è legato anche alla possibilità di integrare direttamente il posizionamento degli “oggetti” con informazioni qualitative su benefici ricercati, situazioni d’uso, caratteristiche socio-demografiche degli intervistati. 16 Analisi delle corrispondenze Applicazione dell’analisi delle corrispondenze La tabella seguente riporta i risultati di una ricerca effettuata su un campione di 250 donne acquirenti di capi di abbigliamento prodotti da alcune delle più note griffe italiane; A tale campione è stato richiesto di associare una serie di caratteristiche degli articoli a ciascuna marca conosciuta e al brand ideale. Ad esempio: • 35 donne intervistate hanno dichiarato che la visibilità sulle riviste dei capi Emporio Armani è elevata; • 130 che un prezzo adeguato sarebbe una caratteristica desiderabile per il brand ideale. Esempio tratto da Molteni e Troilo, 2007 17 Analisi delle corrispondenze Aspetti metodologici e interpretativi Indicata con X la matrice costituita dalla tabella di contingenza riportata nella tabella precedente, risulta evidente che si tratta di una matrice “prodotto-attributo” di dimensioni 7x14. In generale sono considerate matrici “oggetto-variabili categoria” quelle in cui: ¾ il termine “oggetto” indica, a seconda dei casi, i prodotti, i servizi, i consumatori/utenti, le aziende, le organizzazioni o i personaggi pubblici coinvolti nello studio di marketing; ¾ il termine “variabile” si riferisce alle “caratteristiche” degli oggetti studiati giudicate rilevanti. Queste caratteristiche possono essere attributi, variabili del marketing mix, manifestazioni di gusti e attitudini da parte degli intervistati. 18 Analisi delle corrispondenze La matrice X relativa alle associazioni di n oggetti con q variabili in generale è di dimensioni nxp, con le q variabili rappresentate da insiemi di colonne (una colonna per ogni “categoria” di ciascuna variabile, per un totale di p colonne) e gli oggetti sui quali “misurare” le variabili rappresentati nelle n righe. Nell’esempio le variabili considerate sono già dicotomiche e, pertanto, in questo caso, p=q. L’idea sottostante all’analisi delle corrispondenze è quella di ottenere un’efficace rappresentazione grafica delle righe e delle colonne della matrice di dati originaria in un numero di dimensioni quanto più ridotto possibile, dove il termine “efficace” implica la minimizzazione della perdita di varianza spaziale. Ogni riga di X rappresenta un punto appartenente ad uno spazio di pdimensionale (nell’esempio, si hanno 7 profili di punti riga appartenenti ad uno spazio a 14 dimensioni, essendo 14 il numero delle colonne) Ogni colonna di X costituisce un punto appartenente ad uno spazio ndimensionale (nell’esempio, si hanno 14 profili di punti colonna appartenenti ad uno spazio a 7 dimensioni, essendo 7 il numero delle righe). 19 Analisi delle corrispondenze Il problema risolto dall’analisi delle corrispondenze è quello di proiettare in modo “ottimale” i profili riga e colonna, appartenenti rispettivamente: a spazi euclidei a n e p dimensioni, in sottospazi a k dimensioni, con k basso (con k = 2 o k = 3), dove l’ottimalità si ottiene con la minimizzazione della somma ponderata dei quadrati delle distanze tra il sottospazio e i punti dello spazio originario. I due sottospazi k-dimensionali individuati (uno per i profili riga e uno per i profili colonna) sono caratterizzati da una “corrispondenza geometrica”, che consente una rappresentazione congiunta. L’origine del sistema di coordinate in cui rappresentare i profili riga e colonna viene individuato nel profilo medio dei due insiemi di punti. La possibilità di rappresentare congiuntamente nello stesso spazio i profili riga e colonna è legata alla stretta relazione esistente tra le coordinate dei due insiemi di punti; da un punto di vista geometrico, un particolare profilo riga verrà attratto in una posizione nel sottospazio che corrisponde alle categorie (profili colonna) dominanti nel profilo riga stesso, simmetricamente, un particolare profilo colonna verrà attratto dal profilo di riga dominante. 20 Analisi delle corrispondenze È possibile rappresentare nelle mappe profili riga o colonne “supplementari” rispetto ai profili che hanno effettivamente contribuito a determinare la direzione degli assi. Occorre scegliere, in via preliminare, i profili “rilevanti”, o “attivi” che vengono inseriti fin da subito nell’analisi, distinguendoli dai profili “passivi” ovvero dai profili che si vogliono rappresentare dopo aver determinato gli assi della mappa e che quindi sono giudicati utili per incrementare il contenuto informativo della mappa stessa, senza che si desideri una loro influenza diretta nell’individuazione degli assi principali. Nell’esempio considerato il brand ideale potrebbe essere più correttamente considerato come punto “passivo”. 21 Analisi delle corrispondenze Va sottolineata la scelta del tipo di distanza rispetto alla quale viene definito il sottospazio ottimale nell’ambito dell’analisi delle corrispondenze. Tale distanza, nota come “chi-quadrato”, è sostanzialmente simile a quella euclidea, se non per il fatto che ciascun termine quadratico è “pesato” utilizzando l’inverso della frequenza relativa corrispondente al termine stesso. La scelta della distanza “chi-quadrato” è dovuta alla proprietà di invarianza, invarianza riassunta nel principio di distributional equivalence: • se due righe aventi identici profili colonna sono aggregate, le distanze tra colonne rimangono immutate; • se due colonne aventi identici profili riga sono aggregate, le distanze tra righe rimangono immutate. Profili identici implicano dati di partenza uguali o proporzionali. 22 Aspetti metodologici Analisi delle corrispondenze e interpretativi La dimensionalità massima del sottospazio individuabile attraverso l’analisi è pari al minimo tra il numero delle colonne meno uno (p -1) e il numero delle righe meno uno (n – 1). Indicando con s la dimensionalità del sottospazio scelto, se s = k = Min(n – 1, p – 1) L’analisi delle corrispondenze consente una rappresentazione perfetta dei dati di input, ovvero non si ha alcuna perdita di varianza spaziale nel sottospazio ottenuto attraverso l’analisi. Nell’esempio, ipotizzando che il brand ideale venga considerato supplementare, il massimo valore di s è pari a 5 e, pertanto, il sottospazio a 5 dimensioni individuabile consentirebbe di riprodurre esattamente le distanze tra i diversi profili riga e tra i diversi profili colonna. Si ha un’approssimazione nel caso generale in cui: s < Min (n – 1, p – 1) l’analisi delle corrispondenze consente una rappresentazione “sintetica” dei dati di input in uno spazio a bassa dimensionalità, al prezzo di perdere parte della varianza spaziale di partenza. 23 Analisi delle corrispondenze Interpretazione dei risultati Per quanto riguarda l’interpretazione dei risultati, una prima considerazione importante riguarda la variazione spaziale complessiva di ciascun insieme di punti; tale variazione, definita “inerzia totale”, è definita dalla somma ponderata delle distanze al quadrato dei punti dai rispettivi profili medi. La variazione spaziale complessiva è equivalente per entrambi gli insiemi di punti. La visualizzazione di ciascun insieme di punti rivela l’esistenze di similarità e differenze all’interno di esso, mentre la rappresentazione congiunta mostra la corrispondenza tra i due insiemi. Le distanze fra punti appartenenti a insiemi diversi non possono essere interpretate in quanto le distanze non approssimano alcuna quantità definita. In una procedura di analisi delle corrispondenze il principale aiuto per l’interpretazione dei risultati deriva dalla possibilità di scomporre in diversi modi l’inerzia totale. È possibile scomporre l’inerzia totale rispetto agli assi principali. 24 Analisi delle corrispondenze Interpretazione dei risultati Nell’esempio, il primo asse principale spiega il 66,4% dell’inerzia totale, mentre il secondo asse principale spiega il 17,9%. Pertanto, la mappa realizzata limitandosi alle prime due dimensioni spiega oltre l’84,3% di varianza spaziale dei punti. 25 Analisi delle corrispondenze Interpretazione dei risultati La costruzione della mappa avviene considerando i punteggi dei punti riga e colonna nelle due dimensioni considerate. Dalla figura si può notare che la prima dimensione (in orizzontale) contrappone i concetti di tendenza moda e vestibilità alla classicità del capo mentre la seconda (in verticale) contrappone gamma di accessori a prezzo adeguato. 26 Analisi delle corrispondenze Interpretazione dei risultati L’analisi del contributo parziale all’inerzia consente di quantificare con precisione l’importanza di ciascun punto nel determinare la direzione degli assi principali e permette di interpretare con maggiore precisione il significato degli assi. Un punto può contribuire in modo rilevante all’inerzia di un determinato asse per un duplice motivo: quando possiede una massa elevata e/o quando rivela una significativa distanza dal profilo medio, pur avendo massa ridotta. La tabella nella slide seguente (contributo del punto all’inerzia della dimensione) conferma che la direzione del primo asse principale è fornita in particolare da: • classicità (29,5%) • vestibilità (17,2%); • anticipazione tendenze di moda (15,9%); La direzione del secondo asse è fornita da: • prezzo adeguato (53,5%); • gamma di accessori (11,8%). 27 Analisi delle corrispondenze Interpretazione dei risultati 28 Analisi delle corrispondenze Interpretazione dei risultati 29 Analisi delle corrispondenze Interpretazione dei risultati Una volta individuata la corretta interpretazione del significato degli assi, si passa allo studio del posizionamento relativo dei punti “oggetto” (brand) nelle dimensioni individuate. In questo senso, complementare all’analisi del contributo parziale all’inerzia è l’analisi della qualità della rappresentazione di uno specifico profilo nel sottospazio individuato, fornita dall’indicazione sul contributo relativo del t-esimo asse principale all’inerzia dell’i-esimo profilo riga e jesimo profilo colonna. Queste quantità sono indipendenti dalla massa dei profili riga o colonna ed è possibile mostrare che si tratta di correlazioni al quadrato; tanto più si avvicinano all’unità, tanto migliore è la rappresentanza dell’i-esimo profilo riga e del j-esimo profilo colonna sul t-esimo asse. Sommando tali quantità per gli assi di interesse in una specifica analisi di posizionamento, si ricava la quantità globale della rappresentazione di ciascun profilo La somma dei contributi relativi per tutti gli assi considerabili è pari a 1 (100%). 30 Analisi delle corrispondenze Interpretazione dei risultati La qualità della rappresentazione del brand Giorgio Armani e del brand ideale risulta piuttosto modesta, con un’inerzia spiegata intorno al 20%; la posizione di tali punti sulla mappa proposta va quindi interpretata con grande cautela essendo scarsamente rappresentativa delle percezioni espresse; per tutti gli altri brand appare soddisfacente, se non elevata. Questo risultato evidenzia che la percentuale di inerzia spiegata da un determinato numero di dimensioni considerate in generale non si distribuisce uniformemente per tutti i profili rappresentati. Nell’esempio, osservando la posizione relativa dei brand, si può notare come: 9 Max Mara sia il brand più vicino al brand ideale con una percezione migliore rispetto ai competitor in termini di rapporto qualità-prezzo e un buon equilibrio tra classicità e innovatività. 9 Emporio Armani sembra avere un posizionamento simile a Max Mara, 9 Genny, invece, appare decisamente più orientata alla classicità e quindi contrapposta in tal senso a Calvin Klein e Dolce & Gabbana. 31 La rilevazione dell’effetto della pubblicità sul sistema percettivo e valutativo (1/7) Uno degli obiettivi della comunicazione pubblicitaria è aiutare il cliente nella “comprensione” del prodotto o della marca. Sistema percettivo Il cliente comprende il prodotto nel momento in cui lo associa ad una o più caratteristiche distintive e questo avviene se il bene si differenzia, per una pluralità di aspetti, dalla concorrenza. Una campagna pubblicitaria che ha come obiettivo la comprensione del prodotto comunica un preciso posizionamento dello stesso. Verificare l’efficacia di una campagna pubblicitaria che ha come obiettivo la definizione di un posizionamento significa costruire la mappa delle percezioni prima e dopo il lancio della campagna pubblicitaria. Il confronto delle due mappe consente di valutare il successo della campagna oggetto di analisi. 32 La rilevazione dell’effetto della pubblicità sul sistema percettivo e valutativo (2/7) Mappa percettiva È uno spazio multi-dimensionale che rappresenta le differenze e le similarità tra prodotti e marche appartenenti ad un particolare settore, così come percepite dai clienti. Per verificare le modifiche apportate da una campagna pubblicitaria a questo spazio percettivo, è indispensabile costruire la mappa delle percezioni prima dell’uscita della campagna. 33 La rilevazione dell’effetto della pubblicità sul sistema percettivo e valutativo (3/7) La costruzione della mappa prevede: i. l’identificazione degli attributi rilevanti, sulla base dei quali i clienti valutano i diversi prodotti/marche relativamente ad un dato settore, attributi identificabili attraverso la tecnica del focus group; ii. Attraverso un “sondaggio” si rileva il valore assegnato ad ogni prodotto/marca che si intende collocare sulla mappa, in funzione dell’intensità posseduta dagli attributi ritenuti rilevanti; iii. Si ricorre all’analisi delle corrispondenze allo scopo di rappresentare tali valori su due o più dimensioni. In questo modo si perviene ad una mappa spaziale del posizionamento percepito dei prodotti/marche, rappresentazione che descrive il grado di similarità/differenziazione esistente tra le diverse alternative di offerte. L’analisi di posizionamento dovrà essere replicata dopo la campagna pubblicitaria per poter verificare l’efficacia della stessa. Il target di questa seconda indagine dovrà essere composto da chi effettivamente è stato colpito dalla campagna pubblicitaria. 34 La rilevazione dell’effetto della pubblicità sul sistema percettivo e valutativo (4/7) Esempio Il limite di questa verifica è rappresentato principalmente dall’impossibilità di isolare l’effetto della comunicazione pubblicitaria nella determinazione di un differente posizionamento percepito. 35 La rilevazione dell’effetto della pubblicità sul sistema percettivo e valutativo (5/7) Con riferimento al sistema valutativo, la pubblicità può prefiggersi come obiettivo quello di modificare l’importanza relativa attribuita dal cliente alle diverse caratteristiche di una certa classe di prodotto Sistema valutativo In questo caso, la comunicazione aziendale è volta ad influenzare le preferenze del cliente circa la composizione del mix di attributi o benefici che caratterizzano il prodotto “ideale”. Lo strumento che può essere utilizzato per indagare l’efficacia della comunicazione a livello valutativo è rappresentato dalla mappa delle preferenze La mappa delle preferenze indica, rispetto ad alcune caratteristiche rilevanti, la dimensione dei segmenti di mercato che ricercano una definita combinazione di attributi e benefici del prodotto. La mappa può essere costruita prima del lancio della campagna pubblicitaria e confrontata con quella realizzata dopo la campagna stessa, al fine di verificare se la comunicazione è riuscita a ri-orientare le preferenze di alcuni segmenti di mercato. 36 La rilevazione dell’effetto della pubblicità sul sistema percettivo e valutativo (6/7) La costruzione della mappa delle preferenze presuppone di rilevare le dimensioni ritenute importanti nella scelta di un determinato bene. I mix di attributi e benefici che caratterizzano i prodotti ideali vengono identificati attraverso una survey e la successiva applicazione della conjoint analysis. L’analisi delle corrispondenze rappresenterà su due dimensioni i segmenti rilevati. Limite Punto di debolezza Æ non può essere isolato l’effetto della variabile pubblicità nella variazione delle preferenze dei consumatori. Soprattutto a livello percettivo, valutativo e conativo, è difficile ottenere dei risultati corretti circa l’efficacia di una campagna pubblicitaria: la pubblicità è solo uno degli elementi del marketing mix che l’impresa può far variare nel tempo. 37 La rilevazione dell’effetto della pubblicità sul sistema percettivo e valutativo (7/7) 38