ASSISTENZA AL PAZIENTE CON PATOLOGIA MENTALE DOTT.SSA PAOLA MOSCA LA PERSONA MENTALMENTE SANA HA: EFFICIENTE PERCEZIONE DELLA REALTA’ Saper interpretare la realtà circostante Saper valutare le proprie reazioni Non fraintendere le persone Non sfuggire davanti hai compiti difficili CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO Essere fiduciosi nelle proprie capacità di controllarsi (pulsioni aggressive e sessuali) Conformarsi volontariamente alle norme sociali AUTOSTIMA ED ACCETTAZIONE Sentirsi a proprio agio tra gli altri Essere spontanei nelle situazioni CAPACITA’ DI INSTAURARE LEGAMI AFFETTIVI costruire e mantenere legami affettivi essere sensibili ai sentimenti altrui PRODUTTIVITA’. Entusiasmo della vita Operosità in abilità produttive Nessuna fatica per le richieste quotidiane I CRITERI CHE IDENTIFICANO UN COMPORTAMENTO ANORMALE SONO: DEVIAZIONE DALLE NORME STATISTICHE DEVIAZIONE DALLE NORME SOCIALI COMPORTAMENTO NON ADATTIVO (quando ha effetti nocivi sull’individuo) ANGOSCIA PERSONALE (considera l’anormalità in termini soggettivi di angoscia dell’individuo) NESSUNA DI QUESTE DEFINIZIONI CONSIDERATE ISOLATAMENTE FORNISCE UNA DESCRIZIONE ESAUSTIVA O QUANTOMENO SODDISFACENTE DI COMPORTAMENTO ANORMALE. QUANDO, DUNQUE, POSSIAMO PARLARE DI SALUTE MENTALE E QUANDO DI MALATTIA MENTALE? 1 LA SALUTE MENTALE E’ LA CAPACITA’ DELL’INDIVIDUO DI: stabilire soddisfacenti e mature relazioni partecipare alle modificazioni dell’ ambiente risolvere i propri conflitti addattarsi elasticamente alle situazioni rendendo sopportabili le frustrazioni della vita avere una buona immagine di se’ IN BASE ALL’EVENTUALE PRESENZA DI UNO O PIU’ SEGNI O SINTOMI, POSSIAMO FARE UNA DISTINZIONE TRA: PERSONE MALATE: quando presentano in modo persistente sintomi o comportamenti che rientrano nelle classiche categorie di diagnosi. PERSONE SANE: con una vera salute mentale senza una vera malattia mentale (con stato psichico precario) CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI MENTALI: PSICOSI: Alterazione della personalità; Frattura con la realtà adattamento sociale compromesso IN PASSATO NEVROSI: Personalità non compromessa Rapporto con la realtà mantenuto Conflittualità interna ed esterna DAL 1994 IL DSM-IV CLASSIFICA I DISTURBI IN: d. schizofrenici d. dell’umore (depressione e mania) d. della personalita’ d. da abuso e dipendenza da sostanze d. del comportamento d. dell’ ansia d. delirante (paranoide, di gelosia, erotico, di grandiosità, mistico) altri 2 MALATTIA MENTALE UNO SGUARDO AL PASSATO ANTICHI CINESI EGIZIANI EBREI LA PERSONA CON DISTURBO MENTALE ERA POSSEDUTA DA SPIRITI MALIGNI RIMEDI: I fase: preghiera, incantesimo, magia, purganti II fase: flagellazione, privazione di cibo, abbondante sanguinamento IPPOCRATE ( V sec. a. C.) RIGETTA LA DEMONOLOGIA LA MALATTIA MENTALE E’ UN FENOMENO NATURALE, CON LA ROTTURA DELL’EQUILIBRIO TRA I LIQUIDI CORPOREI RIMEDI piacevoli: bagni calmanti, massaggi, dieta appropriata non piacevoli: salassi, purganti, limitazioni meccaniche questa visione progressista si arresto’ nel medioevo con il ritorno di primitive superstizioni e convinzioni demoniache. i malati venivano curati con: pratiche di tortura digiuni forzati percosse condanne a morte LEGGE N. 36 DEL 1904 “ LEGGE SUI MANICOMI E SUGLI ALIENATI. DISPOSIZIONE SUI MANICOMI E SUGLI ALIENATI. CUSTODIA E CURA istituiva l’ospedale psichiatrico prevedeva il ricovero obbligatorio solo per i matti pericolosi la legge fu immediatamente contestata perche’: provvedimento di polizia inadeguata trasformava l’ospedale in carcere 3 prevedeva l’internamento temporaneo o definitivo NELLA SECONDA META’ DEL NOVECENTO INIZIO’ A SVILUPPARSI UN ATTEGGIAMENTO TERAPEUTICO GRAZIE A: MALARIOTERAPIA INSULINOTERAPIA 1) TERAPIE BIOLOGICHE E FARMACOLOGICHE ELETTROSHOCK LITIO CARBONATO ANTIDEPRESSIVI 2) CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE, PSICOANALISI, SCIENZE PSICOSOCIALI LEGGE N. 431 DEL 1969 “PROVVIDENZE PER L’ASSISTENZA PSICHIATRICA” abolizione iscrizione al casellario giudiziario ricovero volontario istituzione dei “centri d’igiene mentale (cim) LEGGE DI RIFORMA PSICHIATRICA N. 180 DEL 1978 “ACCERTAMENTI E TRATTAMENTI SANITARI VOLONTARI E OBBLIGATORI” abolizione del ricovero coatto per pericolosita’ e pubblico scandalo istituzione dei ”servizi psichiatrici di diagnosi e cura” (spdc) per il ricovero divieto di ricovero negli ospedali psichiatrici passaggio della gestione al servizio sanitario nazionale (ssn) 4 ACCERTAMENTI E TRATTAMENTI SANITARI di norma volontari, quando si realizzano con il consenso della persona obbligatori , riguardano l’intero ambito medico e non solo l’area psichiatrica ESISTONO TRE FORME D’INTERVENTO: ASO (accertamento sanitario obbligatorio): si effettua quando una persona si rifiuta di sottoporsi ad un controllo medico; l’accertamento viene proposto da uno psichiatra con l’indicazione delle motivazioni del provvedimento e il luogo dell’effettuazione (spdc,csm,dsb);una copia viene inviata al sindaco che ne emana l’ordinanza: solo a questo punto l’aso puo’ essere realizzato TSO EXTRAOSPEDALIERO O A DOMICILIO: si effettua su proposta di un medico che ne indica i motovi e la durata; permette all’equipe assistenziale di seguire il paziente a domicilio è l’ultima forma di ricovero coercitivo esistente nel nostro paese TSO OSPEDALIERO restrizione temporanea della libertà di un cittadino evento straordinario IL TSO SI REALIZZA IN PRESENZA DELLE SEGUENTI CONDIZIONI: esistenza di alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi rifiuto del paziente a curarsi impossibilita’ ad effettuare trattamenti extraospedalieri PROCEDURA PER L’EFFETTUAZIONE DEL TSO I passo: proposta di un medico II passo: convalida da parte di un medico del servizio sanitario nazionale III passo: invio di entrambi i certificati al sindaco del comune dove viene effettuato il tso IL SINDACO: 1) emette la ordinanza 2) notifica entro 48 ore al giudice tutelare (che verifica le motivazioni e vigila sui diritti del malato) DURATA DEL TSO il tso ha una durata temporale di sette giorni al termine puo’ essere cessato o prorogato se il medico lo ritiene necessario in entrambi i casi i certificati vanno inviati al sindaco (che emette l’ordinanza di proroga di tso) e al giudice tutelare il tso puo’ anche cessare prima dei sette giorni e trasformarsi in ricovero volontario 5 DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE venne istituito nel 1994 con il progetto OBIETTIVO 1994/96 “TUTELA DELLA SALUTE MENTALE” esso e’ la risposta istituzionale al problema psichico e’ l’organizzazione assistenziale piu’ adatta a soddisfare i bisogni di salute mentale e’ considerata la piu’ idonea a garantire l’unitarieta’ degli interventi e la continuita’ terapeutica OBIETTIVI DEL DSM presa in carico dei pazienti con gravi disturbi psichiatrici, ma anche con disturbi di personalita’ e con dipendenze da sostanze promuovere la salute mentale in un determinato territorio e non solo preoccuparsi di erogare cure attuare un intervento non solo prettamente sanitario, assumendosi una responsabilita’ piu’ globale a livello preventivo, curativo e riabilitativo garantire una continuita’ terapeutica realizzata dal collegamento fra le strutture sanitarie e gli altri servizi presenti sul territorio IL DSM E’ INOLTRE CARATTERIZZATO DA: presa in carico globale del paziente e della sua famiglia si trova a cavallo di diverse aree istituzionali, in una zona di confine con i servizi sanitari distrettuali, i servizi sociali, il tribunale e il carcere L’INTERA ATTIVITA’ ASSISTENZIALE SI ESPLICA NECESSARIAMENTE ATTRAVERSO UN LAVORO D’EQUIPE, CHE E’ CONDIZIONE FONDAMENTALE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI L’ASSISTENZA EROGATA DAL DSM SI REALIZZA IN DIVERSI CONTESTI: ambulatoriale a domicilio in ospedale in strutture intermedie l’idea portante di questo approccio all’assistenza psichiatrica e’ che l’attivita’ di tutela della salute mentale deve identificarsi con il territorio, con lo spostamento dell’intervento dall’ospedale direttamente nel tessuto sociale I PRINCIPALI SERVIZI DEL DSM SONO: CSM (CENTRO DI SALUTE MENTALE): e’ la sede organizzativa e di coordinamento dell’intera attivita’ del dipartimento. 6 Gli interventi sono: farmacologico psicoterapico: incontri individuali e di gruppo terapeutico-riabilitativo: attivita’ e strategie riabilitative con lo scopo di sviluppare le competenze personali e sociali per il reinserimento sociale il csm e’ aperto 12 ore al giorno, svolge attivita’ ambulatoriale e a domicilio, quest’ultima sia programmata che urgente CENTRO DIURNO DI RIABILITAZIONE PSICHIATRICA e’ ubicato nel territorio si svolgono attivita’ e programmi riabilitativi per pazienti che hanno parziale autonomia si realizzano gruppi di animazione, di discussione, di pittura, di musicoterapia o attivita’ piu’ semplici COMUNITA’ TERAPEUTICHE RIABILITATIVE PROTETTE sono a carattere abitativo per utenti che hanno bisogno di interventi riabilitativi e assistenziali di lunga durata con diverse caratteristiche in base alle patologie dei pazienti e dei livelli assistenziali necessari COMUNITA’ TERAPEUTICHE E GRUPPI APPARTAMENTO sono a carattere residenziale per pazienti che non possono vivere nel contesto familiare e non hanno un sufficiente grado di autonomia scopo e’ restituire un adeguato grado di autonomia per il reinserimento in famiglia e nella sicieta’ SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA si trova all’interno dell’ospedale generale per pazienti acuti e sub-acuti in regime di ricovero volontario o coatto si effettuano interventi urgenti si formulano le prime diagnosi, si impostano terapie e sipianificano progetti terapeutici in collaborazione con gli operatori del territorio 7 LA SOFFERENZA PSICHICA GUARIGIONE O COMPENSO la malattia mentale e’ un evento che si fonde con l’esistenza della persona, determinando un processo d’ adattamento interno ed esterno c’e’ da puntualizzare che: la guarigione non e’ solo la scomparsa dei sintomi la guarigione non e’ solo un semplice ritorno allo stato precedente alla malattia la dimensione salute e la dimensione malattia sono fortemente intrecciate fra loro la guarigione non e’ solo un cambiamento interno, ma anche una modificazione delle relazioni esterne Non si parla dunque di guarigione, ma di ritorno alla normalita’ dovuto ad un periodo di compenso, in cui c’e’ un riadattamento tra esigenze esterne ed esigenze interne. Non si puo’ parlare neppure di cronicita’, intesa come processo involutivo e irreversibile, ma piuttosto di vulnerabilita’ soggettiva che fa cadere l’uomo in un nuovo episodio psicotico successivamente ad un evento stressante. La vita di queste persone e’ caratterizzata da una serie di tentativi e successivi fallimenti tali da alimentare frustrazione ed impotenza che portano ad un progressivo allontanamento dalle altre persone. Nel contempo, le persone che sono in relazione con l’individuo attuano un processo di rifiuto nei confronti di quest’ultimo. Si crea cosi’ una spirale viziosa che porta l’individuo ad allontanarsi e ad essere allontanato dall’ambiente di appartenenza. Con il perdurare di questa situazione, la persona finisce con lo stabilizzarsi in un ruolo sociale estremamente povero di relazioni umane e di stimoli, mostrandosi chiuso a qualsiasi possibilita’ di cambiamento. Tutto questo e’ cio’ che accade a coloro che sono definiti erroneamente pazienti psichiatrici cronici. Il paziente psichiatrico puo’ essere recuperato, anche se parzialmente, se si dispongono di tutti i mezzi, delle strutture e degli strumenti per aumentare le competenze sociali dell’individuo. Esiste la cronicita’ individuale in una fetta di pazienti definiti come “revolving door”, poiche’ presentano un numero abbastanza elevato di ricoveri durante l’anno:essi alternano periodi di relativo benessere a periodi in cui eventi stressanti modificano il loro equilibrio psichico e tendono a rifugiarsi di volta in volta all’interno del reparto, che e’ visto come l’unico luogo nel quale rifiugiarsi e difendersi dal resto della collettivita’. questo si verifica quando c’e’ una carente rete di collegamento con la dimensione sociale. La programmazione e il coinvolgimento dei pazienti nelle attivita’ sono finalizzate al recupero delle loro capacita’ da utilizzare nell’ambiente, altrimenti gli utenti del servizio hanno comportamenti validi solo nella realta’ del servizio psichiatrico e la dimissione e’ vissuta come un fallimento. 8 Il trattamento, i servizi e le strutture sono importanti, ma sono insufficienti se non sono sostenuti da una valida relazione interpersonale. con essa: si riducono l’emarginazione e l’isolamento si instaurano significativi legami con gli operatori le parole che utilizziamo, i gesti che mostriamo e l’espressione del volto possiedono incredibili potenziali, favorendo l’ambiente terapeutico di cui il paziente ha bisogno. MEDICINA GENERALE L’ATTENZIONE SI RIVOLGE AL CORPO FISICO, TRALASCIANDO GLI ASPETTI RELAZIONALI PSICHIATRIA PRIVILEGIA IL MONDO MENTALE E SI RIVOLGE AL VISSUTO SI POSSONO INSTAURARE TRE TIPI DI RAPPORTI TRA GLI OPERATORI E IL PAZIENTE: atteggiamento psicoterapico: relazione che si sviluppa nel presente, in una situazione momentanea intervento psicoterapico: relazione che si sviluppa in un periodo di tempo relativamente limitato, con un obiettivo ben preciso processo psicoterapico: rapporto strutturato tra psicoterapeuta e paziente, richiede competenza tecnica ed e’ riservata esclusivamente ad uno psichiatra o uno psicologo E’ IMPORTANTE CHE L’IMPROVVISAZIONE E L’OPERATORE IL SIA TECNICISMO, ADEGUATAMENTE ENTRAMBI DANNOSI PREPARATO PER LA PER EVITARE COMUNICAZIONE TERAPEUTICA 9 L’OPERATORE E IL PAZIENTE PSICHIATRICO RELAZIONE D’AIUTO: rapporto tra una persona che fornisce aiuto ed un’altra che la riceve. l’operatore utilizza se stesso attraverso atteggiamenti che si concretizzano nel modo di porsi e la sua capacita’ di ascolto, di rassicurazione e di disponibilita’ assumono forti implicazioni terapeutiche e possono condizionare l’efficacia dell’intervento stesso LA RELAZIONE TRA OPERATORE E PAZIENTE PUO’ RIVELARSI UNA RELAZIONE TERAPEUTICA, IN CUI L’OPERATORE OSCILLA TRA COINVOLGIMENTO E DISTACCO QUESTA RELAZIONE CONSENTE UN MONITORAGGIO COSTANTE SIA DELLE FUNZIONI FISIOLOGICHE SIA DI QUELLE SOCIALI OGNI CONTATTO VERBALE E NON VERBALE PUO’ FORNIRE PREZIOSE INFORMAZIONI DI CUI DARE RESOCONTO ALL’EQUIPE L’OPERATORE DI AREA PSICHIATRICA E’ COLUI CHE: svolge attivita’ finalizzate al soddisfacimento dei bisogni riconosce le disabilita’ perse e fa leva sulle abilita’ presenti ha la funzione peculiare di sostegno nella quotidianita’ accompagna in un percorso a tappe il paziente BISOGNA MANTENERE LA GIUSTA DISTANZA Un’eccessiva può angosciare il paziente Un’eccessiva lontananza non permette di stabilire una relazione di aiuto BISOGNA CONSIDERARE IL FATTORE TEMPO e’ necessario rispettare i tempi necessari al paziente per instaurare un rapporto sufficientemente valido di fiducia, con un atteggiamento di disponibilita’ e di costanza. per l’operatore di salute mentale e’ necessario non entrare in merito al delirio, ma ascoltare con atteggiamento comprensivo rivolgendo l’attenzione ai sentimenti. 10 L’OSSERVAZIONE E’ UNA DELLE PRINCIPALI ATTIVITA’ NELL’ASSISTENZA DEI PAZIENTI PSICHIATRICI essa e’ da considerarsi duplice e speculare. L’OPERATORE: coglie i messaggi che il paziente esprime attraverso i comportamenti osserva se stesso le proprie emozioni sentimenti e pensieri L’EQUIPE MULTIDISCIPLINARE, COMPRENDE DIVERSE FIGURE PROFESSIONALI, QUALI: psichiatra infermiere psicologo terapista della riabilitazione psichiatrica operatore socio-sanitario assistente sociale la presa in carico l’elaborazione del progetto terapeutico lavoro di equipe interdisciplinale la realizzazione del progetto FATTORE DI PER SE’ TERAPEUTICO LE RISORSE E LE COMPETENZE PERSONALI DI CIASCUNO CREANO QUEL CLIMA TERAPEUTICO ESSENZIALE PER CURARE ED ASSISTERE IL MALATO LAVORO D’EQUIPE DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE SIMBOLICA Fissano incontri quotidiani il gruppo è contenitore dei vissuti degli operatori Programmano le loro attività si affrontano le reazioni e le emozioni dei singoli Discutono i programmi terapeutici Si scambiano informazioni Si supportano nelle scelte MODELLO OPERATIVO CON DUPLICE VALENZA facilita l’accostamento progressivo del paziente al trattamento frena le fantasie onnipotenti dei singoli. 11 SCHIZOFRENIA ( dal greco “scissione della mente”); DISTURBI DELL’UMORE (DEPRESSIONE E MANIA); DISTURBO DELIRANTE DISTURBO DI PERSONALITA’; DISTURBO DA ABUSO E DIPENDENZA DA SOSTANZE; DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO; DISTURBO D’ANSIA SCHIZOFRENIA SCISSIONE PSICHICA DISGREGAZIONE IDENTITA’ PENSIERO AFFETTIVITA’ SCHIZOFRENIA EPIDEMIOLOGIA: distribuzione indifferente nelle diverse aree geografiche e negli strati sociali; non differenze tra i sessi; inizio fra i 15 e i 45 anni; incidenza tra lo 0,5% e l’1,5% FATTORI SCATENANTI fattori genetici fattori neurochimici fattori di neurosviluppo fattori psicosociali (eventi di vita stressanti, fattori familiari e sociali, condizione socio-culturale svantaggiosa) LA SCHIZOFRENIA E’ disturbi del pensiero allucinazioni risposte emozionali inadeguate comportamento bizzarro 12 FUNZIONE PSICHICA: PERCEZIONE ALTERAZIONE/ DISTURBO: ALLUCINAZIONI CARATTERISTICHE: quelle uditive sono le piu’ frequenti vengono sentiti suoni laddove non esistono realmente: suoni di campanelli, sussurri, fischi, ma spesso sono voci che parlano in modo critico e sprezzante, con commenti minacciosi e persecutori rare sono le allucinazioni visive, olfattive e tattili FUNZIONE PSICHICA: PENSIERO ALTERAZIONE/ DISTURBO: FORMA E STRUTTURA CARATTERISTICHE: perdita delle associazioni (in cui i pensieri non sono correlati tra loro) e neologismo (costituito da parole con significato noto solo al paziente) ALTERIONE/ DISTURBO: CONTENUTO DEL PENSIERO CARATTERISTICHE: delirio, pensiero patologico, idea irrealistica dal contenuto anomalo, incongruo, bizzarro. FUNZIONE PSICHICA: AFFETTIVITA’ ALTERAZIONE/ DISTURBO: INADEGUATA O INCONGRUA CARATTERISTICHE: le emozioni espresse sono inadeguate alla situazione o al contenuto del pensiero ALTERAZIONE/ DISTURBO: APPIATTIMENTO ESPRESSIONI AFFETTIVE CARATTERISTICHE: indifferenza emotiva verso ambiente circostante e scarsa reattivita’ agli stimoli, sia nell’espressione verbale che non verbale 13 OSTILITA’ E DIFFIDENZA ALTERAZIONE/ DISTURBO: CARATTERISTICHE: i pazienti sono estremamente sensibili a ogni percezione di offesa. FUNZIONE PSICHICA: COMPORTAMENTO ALTERAZIONE/ DISTURBO: COMPORTAMENTO BIZZARRO,MANIERISMI, POSTURA CATATONICA CARATTERISTICHE: bizzarrie nell’aspetto e nell’abbigliamento, movimenti ripetitivi e afinalistici, a volte stravaganti e inappropriati, stupor catatonico con espressioni mimiche fatue negativismo, mutacismo FUNZIONE PSICHICA: COSCIENZA DELL’IO ALTERAZIONE/ DISTURBO: DEPERSONALIZZAZIONE, DEREALIZZAZIONE CARATTERISTICHE: c’e’ sentimento id estraneita’ dal proprio corpo, si sente cambiato, diverso, impersonale con perdita di senso della realta’ e contatto tra cose e persone. LA CURA DELLA SCHIZOFRENIA CONSISTE: trattamento di tipo farmacologico con antipsicotici trattamenti socioriabilitativi con interventi finalizzati al recupero dell’autonomia e dell’autosufficienza del paziente psicoterapia GLI OBIETTIVI PRIORITARI DELL’ASSISTENZA SONO: promuovere l’autonomia nelle attivita’ di vita quotidiana creare un ambiente terapeutico favorire l’interazione tra paziente e ambiente circostante 14 LA SCHIZOFRENIA INTERFERISCE CON LA VITA QUOTIDIANA DELLA PERSONA aspetto e igiene personale alimentazione e assunzione di liquidi sonno e riposo eliminazione fecale e urinaria funzionalita’ sensoriale e cognitiva sessualita’ sicurezza personale relazione interpersonale CHI ASSISTE E’: LA l’elemento di sostegno per il malato la persona sulla quale riversare le ansie e ricevere rassicurazione e contenimento dell’angoscia la figura che simboleggia funzioni di tipo materno o paterno una figura significativa per il paziente PRESENZA DELL’OPERATORE E’ FLESSIBILE NEL PASSAGGIO DALLA DIPENDENZA ALL’AUTONOMIA DEL PAZIENTE i tre momenti da gestire sono: fase sostitutiva dell’io: “faccio al posto tuo” fase di sostegno: “faccio con te” fase dello stimolo all’autonomia: “non faccio io perche’ vedo che sei in grado di farlo tu” E’ FONDAMENTALE CHE L’OPERATORE POSSIEDA LA COMPETENZA DI COGLIERE LO SCARTO TRA CAPACITA’ E INCAPACITA’ DEL PAZIENTE A SODDISFARE PER SE’ E DA SE’ I PROPRI BISOGNI FONDAMENTALI 15 EPISODIO ALLUCINATORIO DEL PAZIENTE SCHIZOFRENICO L’OBIETTIVO DELL’APPROCCIO RELAZIONALE E’ ORIENTARE IL PAZIENTE ALLA REALTA’ E GARANTIRNE LA SICUREZZA INTERVENTI DELL’INFERMIERE 1) osservare il paziente per identificare segni di allucinazione (risate fuori luogo, movimento labbra in assenza di suoni, smorfie) 2) quando e’ possibile, stabilire il contenuto delle allucinazioni:“ cosa vede in questo momento?” “ cosa le dice la voce?” 3) accertare la reazione del paziente alla allucinazione 4) riconoscere i sentimenti e le emozioni che il paziente prova rispetto al sintomo 5) offrire un fedback di sostegno: “so che tu vedi, ma io non lo vedo” MOTIVAZIONI 1. il riconoscimento precoce aiuta a prevenire risposte aggressive del paziente all’imperativo dell’allucinazione 2. conoscere il contenuto puo’ aiutare a stabilire un livello di osservazione, necessario alla sicurezza del paziente 3. le allucinazioni possono spaventare o confondere il paziente che puo’ avere bisogno di una supervisione attenta 4. cio’ favorisce la fiducia e aumenta il senso di sicurezza e di realta’ 5. puo’ aiutare a distinguere a riconoscere il reale dall’irreale DISTURBO DELIRANTE il disturbo delirante o paranoia e’ una patologia a se’ stante o espressione della schizofrenia o della psicosi maniacodepressiva. Il sintomo predominante e’ la produzione di idee irrazionali nelle quali il malato crede fermamente, irremovibile a qualsiasi tentativo di convincimento o di discussione ESISTONO DIVERSI DELIRI IN BASE AI CONTENUTI: deliri di persecuzione: di gelosia , di riferimento, di rivendicazione, erotomanico delirio depressivo: di rovina, di colpa, nichilistico, ipocondriaco delirio somatico: di trasformazione corporea, di influenzamento (eco, trasmissione del pensiero) delirio di grandezza: erotico, mistico L’OBIETTIVO PRINCIPALE E’ QUELLO DI AIUTARE IL MALATO A DISTINGUERE IL DELIRIO DALLA REALTA’ 16 INTERVENTI DELL’INFERMIERE 1. cercare un rapporto diretto spiegando chi siamo 2. evitare di convincere il paziente con motivazioni razionali; ascoltarlo con atteggiamento comprensivo senza nascondere la difficolta’ a comprendere 3. non entrare in merito al contenuto del delirio; fornire un ascolto attento e non investigativo, incoraggiandolo a parlare 4. porre dei limiti ad argomenti ripetitivi e favorire quelli realistici 5. evitare di screditare o denigrare: non scherzare se dice cose bizzarre e non minimizzare MOTIVAZIONI 1. chiamare il paziente per nome lo aiuta a mantenere il contatto con la realta’ e la sua identita’ 2. un approccio di sostegno favorisce la fiducia, rivolgendo l’attenzione alle emozioni e alla angoscia del paziente 3. discutere del contenuto puo’ indurre il paziente a percepire l’operatore come una minaccia; evitare i contrasti 4. concentrarsi su aspetti della comunicazione o situazioni molto concrete aiuta la persona a distogliere il suo pensiero 5. il delirio diminuisce il senso di inadeguatezza e mancanza di valore della persona DISTURBI DELL’UMORE: DEPRESSIONE E MANIA l’umore e’ l’espressione emotiva delle nostre attivita’ mentali in ogni persona il tono dell’umore presenta delle oscillazioni dal ritmo piu’ vario in un individuo il tono dell’umore maggiormente presente e’ definito come il temperamento dello stesso, al di la’ di oscillazioni occasionali Un paziente e’ affetto da disturbo dell’umore quando alcune emozioni predominano e persistono alterando e influenzando le relazioni interpersonali IL QUADRO CLINICO E’ CARATTERIZZATO DA: inadeguatezza della reazione emotiva il numero e la gravita’ dei sintomi che il malato presenta la compromissione del funzionamento lavorativo e sociale il tono dell’umore si altera in senso depressivo (con o senza ansia associata) e nel senso dell’euforia (mania) si puo’ giungere a quadri clinici di estrema gravita’, con un significativo rischio suicidario 17 I DISTURBI DELL’UMORE COMPRENDONO DISTURBI DEPRESSIVI DISTURBI BIPOLARI I DISTURBI DEPRESSIVI SI DIVIDONO IN : disturbo depressivo maggiore, in un episodio singolo o in piu’ episodi distanziati da almeno due mesi disturbo distimico, stato pressoche’ costante e continuativo per almento due anni depressione nas, fenomeni depressivi caratterizzati da sindromi parziali CARATTERISTICHE DELLA DEPRESSIONE Funzione psichica Alterazione/disturbo caratteristiche percezione allucinazioni Nella depressione psicotica comparire fenomeni possono allucinatori che sostengono i pensieri deliranti pensiero Forma strutturale del pensiero L’ideazione è rallentata e la concentrazione difficile, frequenti idee negative e pensieri di morte Contenuto del pensiero Il futuro è cupo, autosvalutazione, senso nelle di forme gravi deliri di rovina, colpa e vergogna affettività Congrua con il tono dell’umore Tendenza all’egocentrismo e al narcisismo, che scoraggiano il rapporto con gli altri Comportamento/volontà Movimento rallentato Rallentamento dell’attività generale motoria, dell’affaticabilità aumento quotidiane, diminuzione della libido, frequenti i disturbi del sonno, sia insonnia che ipersonnia Conoscenza dell’io Sensazione di essere inutile e incompetente, difficoltà di coping (far fronte) alla situazione, il suicidio spesso viene considerato come unica soluzione. 18 IL TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE E’: farmacologico, con antidepressivi; psicoterapia, costituisce un valido sostegno GLI OBIETTIVI PRIORITARI DELL’ASSISTENZA SONO: promuovere la sicurezza fisica, con particolare attenzione al possibile suicidio; assicurare la soddisfazione dei bisogni di base; assicurare esperienze e interazioni che rivalutino l’autostima; supportare la famiglia LA PIANIFICAZIONE ASSISTENZIALE DEVE ESSERE DIRETTA A RAGGIUNGERE: incolumita’ fisica del paziente; adeguata soddisfazione dei bisogni di base; adesione al programma terapeutico; innalzamento dell’autostima; espressione appropriata dei sentimenti con una certa progettualita’ per il futuro; riacquisizione della responsabilita’ di se’ e dell’indipendenza IL SINTOMO PIU’ FREQUENTE E’ LA REGRESSIONE IL PERSONALE SI SOSTITUISCE ALL’IO DEL PAZIENTE PER ASSICURARE LA SODDISFAZIONE DEI BISOGNI DI BASE IL RAPPORTO CHE SI CREA E’ MOLTO STRETTO E IL PAZIENTE E’ PIU’ COLLABORATIVO SE SI SENTE ACCETTATO E NON CRITICATO E SE SI COMPRENDE L’ANGOSCIA CHE LO PERVADE 19 I DISTURBI BIPOLARI i disturbi bipolari sono caratterizzati da oscillazioni dell’umore che vanno dalla profonda depressione all’astrema euforia , intervallati da periodi di normalita’. Quando i sintomi si presentano con rapide alternanze d’umore si parla di disturbo bipolare misto. Quando la fase maniacale si presenta in modo lieve si parla di ipomania, in cui non e’ necessario il ricovero in ambiente ospedaliero e non sono presenti spunti psicotici. LA FASE MANIACALE E’ CARATTERIZZATA DA: umore elevato, espanso o irritabile; attivita’ motoria eccessiva e sfrenata; presenza di spunti psicotici il rischio e’ la conseguenza di un comportamento impulsivo: spese eccessive, viaggi stravaganti, attivita sessuali incontrollate, rischi lavorativi e cosi’ via; possono essere compromessi matrimonio, lavoro, risparmi e reputazione. La fase depressiva ha le stesse caratteristiche del disturbo depressivo. Per formulare una diagnosi di disturbo bipolare e’ necessario che si siano verificati uno o piu’ episodi maniacali. CARATTERISTICHE PSICOPATOLOGICHE DELL’ECCITAMENTO MANIACALE Funzione psichica Alterazione/disturbo caratteristiche percezione allucinazioni Fenomeni allucinatori che sostengono i pensieri deliranti pensiero Forma e struttura (incoerente) Fuga di idee, facilità disidratazione, disorganizzato, alla linguaggio incoerente e accelerato (logorrea) Contenuto del pensiero (delirio) Deliri di grandezza con sfumate idee di riferimento o persecuzione affettività Affettività congrua con il dell’umore tono Esaltazione ed euforia senza plausibili motivazioni, irritabilità alla limitazione dell’espansività Comportamento/volontà Movimento, iperattività motoria comportamento giocherellone e scherzoso, continua ricerca di soddisfazioni, iperfagia o inappetenza, perenne movimento, isonnia Conoscenza dell’io concetto di se’ grandioso, elevata autostima, scarsa autocritica 20 IL TRATTAMENTO DELL’EPISODIO MANIACALE CONSISTE IN: sommonistrazione di farmaci stabilizzatori dell’umore (sali di litio) in associazione a neurolettici per l’effetto sedativo e per gli spunti psicotici; ricovero in ambiente ospedaliero, spesso in tso. GLI OBIETTIVI DELL’ASSISTENZA SONO: garantire la sicurezza; assicurare la soddisfazione dei bisogni fondamentali; favorire il contatto con la realta’; aiutare il paziente a ristabilire un sonno regolare; aiutare il paziente a ristabilire abitudini alimentari giuste. L’ASSISTENZA IN FASE MANIACALE E’ UN COMPITO DIFFICILE PER L’OPERATORE DI AREA PSICHIATRICA FUNZIONE CONTENITIVA delimitare il comportamento espansivo, definendo i confini (il reparto e’ il contenitore); isolare da altri pazienti per smorzare i toni aggressivi e provocatori; evitare competizioni simmetriche; controllare gli eventuali effetti collaterali della terapia prescritta (ipotensione, tremore, febbre, vomito diarrea); quando realmente necessario ricorrere all’uso di vincoli di contenzione meccanica. FUNZIONE FILTRANTE mantenere fermezza e pazienza in funzione del tempo di evoluzione e di risoluzione della crisi; rimanere coerenti, non discutere, stabilire dei limiti sono aspetti essenziali per il successo di questo intervento TUTTI I COMPORTAMENTI E GLI INTERVENTI DELL’EQUIPE CURANTE VERRANNO RICONOSCIUTI DAL PAZIENTE UNA VOLTA SUPERATA LA FASE MANIACALE PER QUELLA DELL’ELABORAZIONE DEPRESSIVA 21 IL SUICIDIO il suicidio e’ ”un qualsiasi atto umano volto a provocarsi intenzionalmente la morte”; si tratta di suicidio solo quando le evidenze indicano che la morte e’ stata autoindotta e intenzionale. NON TUTTI I GESTI SUICIDARI ESITANO IN SUICIDIO: tentato suicidio: l’atto non determina la morte, c’e’ modesta intenzionalita’ e manipolazione degli altri; mancato suicidio: l’esito non e’ la morte benche’ ci sia una marcata intenzionalita’ autosoppressiva equivalenti suicidari: sono comportamenti in cui c’e’ una mascherata componente autolesiva RICORDIAMO CHE: alcune persone ricorrono alla morte, considerata unica soluzione ai loro problemi, e l’unica motivazione che li spinge e’ smettere di vivere altre persone non desiderano veramente morire, ma con il loro gesto cercano di comunicare sentimenti di disperazione e chiedere l’aiuto degli altri LE VARIABILI CHE CONDIZIONANO LA VOLONTA’ DEI PAZIENTI SONO: caratteristiche di pre-degenza: situazioni stressanti, storia della famiglia, serieta’ della malattia; ammissione al reparto: il ricovero, volontario o coatto, puo’ essere vissuto come un fallimento o come l’occasione per lenire i loro problemi e ricevere aiuto; percezione: il paziente puo’ interpretare in maniera diversa le intenzioni dell’operatore LA PERCEZIONE E’ INFLUENZATA DA: interazione con i professionisti, includendo tutte le relazioni che si instaurano tra il malato e il gruppo curante; salvaguardie ambientali, considerando sia le misure strutturali che quelle procedurali; terapie farmacologiche; supporto esterno FAVORIRE LA PREVENZIONE DEL SUICIDIO interventi motivazioni Interventi con i professionisti 1_ Intraprendere il colloquio in un ambiente protetto 1_ Scegliere un posto tranquillo e sicuro 2_ Mantenere un atteggiamento privo di giudizio e premuroso 2_ tale atteggiamento puo’ aumentare l’autostima del paziente 3_ Osservare,mentre parla, l’espressione del viso, i gesti, lo 3_ cogliere le differenze tra la comunicazione verbale e sguardo e il tono della voce quella non verbale 4_ Incoraggiare a esprimere i suoi pensieri e sentimenti 4_ si mira a favorire un senso di fiducia tra le parti 5_ Mantenere il segreto professionale, ad eccezione che ci sia un 5_ le informazioni devono essere condivise dall’intera equipe pericolo per la sua incolumità o degli altri curante quando necessario 22 interventi motivazioni SALVAGUARDIE AMBIENTALI 1_ togliere dall’ambiente oggetti potenzialmente pericolosi 1_ controllare l’ambiente e’ l’intervento prioritario che non va dato per scontato 2_ controllare gli oggetti contundenti che il paziente puo’ avere 2_ aumenta il senso di protezione della persona e garantisce con se’ e dopo i pasti assicurarsi che tutti gli oggetti vengano una certa sicurezza rimessi al loro posto TERAPIA FARMACOLOGICA 1_ collaborare alla somministrazione dei farmaci e supervisionare che quelli per via orale vengano inghiottiti 1_ si rilevano tempestivamente eventuali effetti collaterali e si e’ sicuri dell’effetiva assunzione della terapia SUPPORTO ESTERNO 1_ osservare il comportamento del paziente e dei parenti 1_ raccogliere dati sui rapporti che il paziente sta vivendo PARLARE CON IL PAZIENTE DEL RISCHIO, PERCHE’: diminuisce nel paziente il desiderio di metterlo in atto; se il suicidio e’ un modo di comunicare i sentimenti, verbalizzare fa emergere emozioni che allontanano l’atto; da’ la possibilita’ di analizzare i fattori che hanno determinato la crisi. AGGRESSIVITA’ E VIOLENZA i comportamenti aggressivi e violenti possono far parte della sintomatologia di gran parte dei disturbi mentali. IN LETTERATURA SI DISTINGUONO: aggressione verbale, attraverso affermazioni che feriscono con l’umiliazione, il disprezzo e la minaccia di violenza; aggressione fisica o eterodiretta, con l’intenzione di far del male a oggetti o persone; aggressione autodiretta, facendo di se stessi il bersaglio in caso di condotte violente, l’intervento del personale puo’ divenire preventivo in modo da bloccare l’agito nella fase dell’escalation del ciclo dell’aggressione, che comprende: fase del fattore scatenante: stato di osservazione dell’espressivita’ della persona e allerta; fase dell’escalation: aumenta lo stato di agitazione e il paziente minaccia a voce alta; fase critica: fase dell’eccitamento massimo, concentrarsi sulla sicurezza e le scelte sono il contenimento, la fuga o l’autoprotezione; fase del recupero: l’operatore sostiene il paziente nell’elaborazione dell’accaduto; fase della depressione post-critica: compaiono sentimenti di colpa, vergogna o rimorso 23 LE TECNICHE DI INTERVENTO IN CASO DI CRISI SONO: CONTENZIONE PSICOLOGICO-RELAZIONALE: attraverso una comunicazione chiara e adeguata si fa comprendere al paziente cosa stia accadendo; questo approccio ha probabilita’ di successo nella prima e nella seconda fase evitando cosi’ altre strategie a valenza coercitiva. il colloquio va fatto in presenza di altri operatori o dove questi ci possano osservare, bisogna tenere una distanza di sicurezza dal paziente e interromperlo quando ci si sente in pericolo TERAPIA FARMACOLOGICA: PER LA SEDAZIONE VANTAGGI: e’ indicata quando fallisce la contenzione relazionale e se vi si ricorre precocemente puo’ evitare la contenzione meccanica; SVANTAGGI: si puo’ incorrere nel sovradosaggio o nell’abuso da parte degli operatori perche’ e’ la via piu’ rapida per la tranquillizzazione del paziente; possono insorgere effetti collaterali e vanno monitorati i parametri vitali. LA CONTENZIONE FISICA e’ una procedura utilizzata per evitare che un paziente arrechi danno a se’ o ad altri; i mezzi di contenzione sono applicati al corpo e allo spazio per limitare i movimenti volontati l’attuazione di tale provvedimento assistenziale e’ giustificata dal solo interesse terapeutico e non deve assolutamente avere valenza punitiva o custodialistica. CIRCOSTANZE ECCEZIONALI GIUSTIFICANO IL RICORSO ALLA CONTENZIONE FISICA E SONO: situazione di emergenza e di imminente pericolo; auto- ed eterolesionismo; protezione di presidi medicali; pericolo di caduta nel tentativo di alzarsi o muoversi; incoscienza o stato di ebrezza; trasporto in barella; nel pre- e post-operatorio; mantenere la corretta posizione di un supporto ortopedico. 24 REGOLE NELLA CONTENZIONE FISICA O MECCANICA interventi motivazioni 1_ accertarsi della prescrizione medica (orale e scritta) 1_ la presrizione e’ un atto medico, vengono indicati: motivazione, tipo di contenzione e durata 2_ porre i vincoli e posizionare il paziente con la presenza 2_ piu’ operatori garantiscono il controllo e la di altro personale sicurezza 3_ osservare il paziente ogni15-30 minuti rilevando i 3_ si valuta la eventuale presenza di abrasioni o di parametri vitali compromissione della circolazione 4_ garantire la possibilita’ di movimento ogni 2 ore per 4_ se la situazione lo permette, il paziente deve 10 minuti e valutare gli effetti dannosi della stessa muoversi 5_ assistere il paziente nella soddisfazione dei bisogni di 5_ durante l’assunzione la posizione deve essere base comoda per evitare l’aspirazione di cibo e liquidi 6_ garantire il comfort e la sicurezza durante tutto il 6_ la sicurezza e’ l’obiettivo prioritario periodo 7_ supportare e comprendere le emozioni e i sentimenti 7_ per rendere la contenzione meno traumatica ed del paziente in quella situazione invasiva, contenere il paziente sotto il profilo psicologico ed emotivo con la rassicurazione e la nostra proposta di aiuto 8_ valutare se diminuisce lo stato di agitazione e se il 8_ rimuovere un mezzo di contenzione per volta e paziente e’ pronto per la riduzione o la rimozione della valutare la reazione del paziente per ridurre il rischio contenzione di lesioni LA CONTENZIONE FISICA VANTAGGI: riduce il dosaggio di farmaci e i probabili effetti collaterali soddisfa il bisogno del paziente di essere bloccato, a volte si tranquillizza spontaneamete gia’ durante la preparazione SVANTAGGI: alimenta angosce in altri pazienti e negli operatori puo’ supportare il delirio persecutorio di alcuni pazienti puo’ compromettere la relazione terapeutica richiede la presenza costante di operatori sanitari 25 I DISTURBI DI PERSONALITA’ la personalita’ e’ il modo di vivere, di sentire, di pensare, di agire e di reagire di una persona la personalita’ e’ determinata da: elementi biologici di tipo ereditario elementi acquisiti durante il processo di apprendimento nell’ambiente di vita eventuali patologie riconducibili alla personalita’ sono diagnosticabili solo in eta’ adulta. DISTURBI DI PERSONALITA’ GRUPPO A STRANO GRUPPO B DRAMMATICO GRUPPO C ANSIOSO GRUPPO A STRANO Comportamenti bizzarri ed eccentrici Paranoide Schizoide schizotipico GRUPPO B DRAMMATICO Comportamenti esibizionisti, impulsivi ed imprevedibili. Antisociale Borderline Istrionico narcisista GRUPPO C ANSIOSO Sentimenti di ansia e insicurezza Evitante Dipendente Ossessivo-compulsivo Passivo-aggressivo 26 DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’ instabilita’ emotiva, oscillazione dell’umore; relazioni interpersonali instabili, con sentimenti esagerati e opposti; identita’ personale compromessa, cosi’ come l’orientamento sessuale, gli scopi della vita, gli amici e il partner; carente autocontrollo; atti di minaccia con comportamenti autolesivi CURA E ASSISTENZA DEL PAZIENTE BORDERLINE La pianificazione della terapia e’ direttamente correlata al tipo di manifestazione psicopatologica; La gestione del malato e’ difficile e complessa; l’operatore impatta continuamente con la loro ambivalenza espressiva e comportamentale e tollerare questa alternanza non e’ affatto facile; il suo compito e’ quello di coglierla, evidenziarla e ristabilire un equilibrio. La rielaborazione dei vissuti e’ possibile solo attraverso il confronto e la supervisione all’interno dell’equipe curante I DISTURBI DA ABUSO E DIPENDENZA DA SOSTANZE sono il rapporto patologico che alcuni individui stabiliscono con determinate sostanze (caffeina, tabacco, alcol, cannabinoidi, oppiacei) L’ABUSO, o uso improprio,: e’ l’assunzione ripetuta di una sostanza (per almeno un mese) in quantita’ tale da provocare problemi di uso somatico, psichico, relazionale e sociale dei quali la persona e’ consapevole LA DIPENDENZA: oltre ai sintomi conseguenti all’abuso, sono presenti fenomeni di tolleranza e astinenza LA TOLLERANZA, o assuefazione, e’ la diminuzione della sensibilita’ del soggetto alla sostanza, con aumento del fabbisogno per ottenere gli effetti desiderati L’ASTINENZA e’ l’insieme di sintomi che insorgono dopo l’interruzione o la forte riduzione dell’uso della sostanza L’ALCOLISMO l’alcolismo, o etilismo, e’ una condizione morbosa che rappresenta la risposta patologica a varie condizioni di disagio caratterizzato da un uso improprio di sostanze alcoliche E’ UNA SORTA DI COMPENSAZIONE DOVUTA A’: sindrome depressiva sindrome ansiosa disturbo di personalita’ stato di poverta’ deriva sociale e familiare 27 INTOSSICAZIONE ACUTA DA ALCOL LE MANIFASTAZIONI CLINICHE SONO: STATO DI EUFORIA: con tasso tra i 50 e i 100mg/100ml; STATO DI EBBREZZA: tra i 100 e i 200mg/ml, si ha innalzamento del tono dell’umore con irritabilita’ e disforia, tono depresso, aumento del respiro e della frequenza; STATO DI UBRIACHEZZA: livelli superiori a 200mg/100ml, con alito alcolico, disartria, atassia motoria e diplopia; UBRIACHEZZA PATOLOGICA: l’episodio insorge improvvisamente dopo qualche minuto dall’ingestione di alcol e dura qualche ora; si accompagna ad agiti violenti o pantoclastici, deliri transitori, confusione mentale, allucinazioni LE COMPLICANZE DELL’ALCOLISMO SONO: DELIRIUM TREMENS: insorge in soggetti alcol-dipendenti alcuni giorni dopo la sospensione o una marcata riduzione; fluttazione dei livelli di vigilanza, con disorientamento nello spazio e nel tempo e agitazione psicomotoria; possono essere presenti allucinazioni, ipertermia, sudorazione e stati convulsivi; DEMENZA ALCOLICA: e’ una complicanza tardiva con progressivo deterioramento della memoria e delle facolta’ cognitive; ALLUCINAZIONE ALCOLICA: dopo 24-48 ore dall’interruzione del potus IL TRATTAMENTO DELL’ALCOLISMO SI AVVALE DI: FARMACOTERAPIA; TRATTAMENTO AVVERSATIVO CON DISULFIRAM: si somministra per via orale e se viene ingerito alcol compaiono vomito, nausea, vampate di calore, aumento di pressione e frequenza; PERCORSI PSICOTERAPEUTICI; GRUPPI DI SOSTEGNO (alcolisti anonimi fondata sul self help) DISTURBI DELL’ANSIA caratteristica centrale e’ l’insorgenza in modo incomprensibile ed improvviso di uno stato d’ansia senza un reale oggetto o pensiero di pericolo Il fattore scatenante la reazione ansiosa non e’ l’oggetto in se’, ma cio’ che esso rappresenta simbolicamente LO STATO D’ANSIA SI MANIFESTA CON: disagio; senso di terrore stato di allarme aumento della pressione arteriosa aumento della frequenza respiratoria quando i sintomi si presentano massiccaimente e con grande intensita’ si parla di attacco di panico 28 I DISTURBI D’ANSIA VENGONO DISTINTI IN: disturbo acuto da stress; fobia sociale; agorafobia; disturbo d’ansia generalizzata; disturbo da attacco di panico; disturbo ossessivo-compulsivo APPROCCIO RELAZIONALE AL PAZIENTE ANSIOSO OBIETTIVO: AIUTARE IL PAZIENTE A PADRONEGGIARE LA SITUAZIONE EMOTIVA interventi motivazioni 1_ avere un atteggiamento calmo, quando si approccia il 1_ l’ansia e’ contagiosa e puo’ essere trasmessa al paziente paziente, cosi’ egli ha la sensazione di essere capito e rassicurato 2_ allontanare persone presenti e diminuire gli stimoli 2_ un ambiente troppo stimolante puo’ aumentare i livelli ambientali di ansia 3_ rassicurare il paziente, comprendere la sua sofferenza e 3_ la partecipazione affettiva dell’operatore in qualita’ di restare accanto a lui ascoltatore rende la relazione piu’ profonda 4_ parlare con il paziente in modo semplice, chiaro e con 4_ quando l’ansia e’ intensa, il paziente comprende solo messaggi brevi le comunicazioni piu’ elementari 5_ collaborare nella somministrazione dei farmaci 5_ monitorare l’azione dei farmaci ansiolitici e valutarne l’effetto controllare la riduzione dei sintomi 6_ fornire al paziente spiegazioni semplici su quanto si sta 6_ anche verbalizzare l’azione puo’ contenere l’ansia ansiolitici per facendo 7_ quando il livello di ansia e’ diminuito, incoraggiare il 7_ puo’ far esprimere al paziente i fattori ansiogeni paziente a parlare della sua esperienza responsabili del suo stato 29 IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO la caratteristica principale di questo disturbo e’ il “lavorio continuo”, sia sul piano mentale che su quello comportamentale, per neutralizzare i contenuti mentali che turbano e dai quali ci si puo’ “sentire assediati” IL CONTENUTO DEL PENSIERO PUO’ ESSERE: un’idea, un’immagine, una parola, un ritornello una paura (es. contaminazione o sporco) un impulso i sintomi raggiungono un’intensita’ tale da interferire marcatamente con la vita sociale e lavorativa LA TERAPIA FARMACOLOGICA IN PSICHIATRIA gli psicofarmaci non sono l’unico strumento di cura in psichiatria, ma rientra in una strategia d’intervento integrale per rispondere alla richiesta d’aiuto di chi soffre tutti i farmaci hanno effetti collaterali e rischi la meta’ dei farmaci prescritti non vengono assunti la compliance dei paziente permane un problema FARMACO INDICAZIONE AZIONE EFF. COLLATERALI Ansiolitico (benzodiazepine) Disturbo d’ansia, agitazione, In tutte le patologie dove c’è Eccessiva sudorazione astinenza, preanestesia, una quota d’ansia più o meno anticonvulsionante elevata Disturbo depressivo, stati Miglioramento del tono Ipotensione ortostatica, depressivi dell’umore a lungo termine aumento di peso, effetti antidepressivi sulla funzione sessuale Stabilizzatori dell’umore Disturbi dell’umore, epilessia, Ridurre le oscillazioni Nausea, vomito, tremori, (litio, carbomazepina, acido convulsioni dell’umore cefalea, aumento della valroico) minzione, compressione renale e della coscienza (effetti legati a livelli tossici) Antipsicotici (tradizionali, di Schizofrenia, eccitamento nuova generazione) maniacale Riduzione di sintomi psicotici Ipotensione ortostatica, compromissione epatica, aumento di peso, ginecomastia, galalettorrea, scialorrea, disfunzioni sessuali, rallentamento motorio, acatisia. Sindrome maligna, discinesia tardiva 30 LA GESTIONE DELLA TERAPIA FARMACOLOGICA durante la somministrazione della terapia farmacologica in psichiatria, spesso l’operatore puo’ incorrere in situazioni come: il rifiuto della terapia la richiesta incessante di farmaci la non compliance alla terapia l’inizio di un trattamento e’ spesso il risultato di una contrattazione tra lo psichiatra e il malato salvo particolari situazioni di necessita’, la terapia non deve essere imposta, ma discussa, cercando la collaborazione del paziente. IL RIFIUTO DELLA TERAPIA in tale circostanza l’infermiere e l’oss fungono da mediatori tra il medico e il malato il farmaco e’ vissuto dal paziente come un’invasione intollerabile e incontrollabile LA VIA DI SOMMINISTRAZIONE RIVESTE MOLTA IMPORTANZA: la via orale richiama la relazione con la figura materna, e’ di piu’ facile gestione, e’ preferita dal paziente se e’ in gocce la via intramuscolare non e’ gradita al paziente peche’ ha una modalita’ piu’ penetrativa la via endovenosa da’ una connotazione piu’ medicalizzata se il rifiuto e’ netto, cercare di convincere il paziente senza toni imperativi se il rifiuto persiste, aspettare il turno successivo o quando il paziente e’ piu’ tranquillo evitare di somministrare la terapia all’insaputa del paziente, potrebbe diventare ostile, perdendo cosi’ la fiducia RICHIESTA DI FARMACI per alcuni pazienti i farmaci non bastano mai, perche’ attribuiscono al farmaco valenze positive e gratificanti questi sentimenti possono condurre alla dipendenza e’ importante non cedere alle continue richieste, ma ridefinirle e parlare con il malato sui motivi che lo portano ad avere continuamente bisogno del farmaco spesso la parola assume valenza farmacologica in grado di modificare i comportamenti LA NON-COMPLIANCE ALLA PRESCRIZIONE MEDICA IN PSICHIATRIA LA MANCATA COMPLIANCE HA A CHE FARE CON: i vissuti del paziente come la sfiducia, l’ambivalenza, il rifiuto degli effetti inderiderati spiacevoli lo stato di malattia che ne impedisce a volte l’assunzione e’ comunque sempre importante informare il paziente in modo semplice, chiaro e corretto: rafforza la relazione di fiducia e agevola la compliance. 31