«Via via che i lumi crescono, la mente umana sembra ingrandirsi e i limiti indietreggiano.» Condorcet La diffusione geografica dei lumi può in una certa misura dedursi della […] loro diffusione sociale. Per quasi ciascun Stato, si può grosso modo tracciare lo schema seguente: la corte è normalmente il centro del gusto, delle maniere e delle idee venute dalla Francia e alcune di queste attitudini sono imitate dai postulanti che gravitano intorno all’aristocrazia e l’alto personale domestico. In provincia, i centri di amministrazione laica o clericale, le sedi del parlamento raggruppano (degli) ecclesiastici e (dei) laici istruiti in numero considerevole, essi copiano i salotti e creano dei centri locali, luoghi di scambi di idee. […] I grandi porti, come Liverpool, Amburgo, Bordeaux e Marsiglia, sono anch’essi dei centri culturali e intellettuali. Ma questo, almeno in Francia non è dovuto all’attività commerciale, ma piuttosto alla prosperità degli armatori e dei banchieri che possono offrirsi il lusso di «vivere nobilmente». […] Sappiamo bene che le idee del secolo non si diffusero rapidamente. Il movimento che raggiunge il suo apogeo a Parigi tra il 1750 e 1765 progredisce nelle province per infondersi nella generazione che precede la Rivoluzione. I suoi esordi in Germania sono fermati e anche particolarmente osteggiati dal movimento Sturm und Drung degli anni 1770. Più a est, è l’avvento al trono di Caterina II e di Stanislao Poniatowski che favorisce la sua penetrazione in Russia e in Polonia. Contemporaneamente, le idee, la moda, i criteri di comportamenti sociali, presi in prestito alla Francia, forgiano poco a poco la società civilizzata dell’Europa continentale e in una certa misura dell’Inghilterra. Nel 1776, l’italiano Caraccioli, da convertito appassionato, pubblica un libro che egli intitola con eloquenza L’Europa francese, di cui si può riassumere l’essenziale in alcune righe: “Quando, adornato delle sue grazie e del suo fascino, il XVIII secolo è cominciato, più di un popolo d’Europa, dal punto di vista dei costumi e dei saperi, era rimasto al XV secolo. La distanza si è accorciata e ora, ogni europeo è più o meno francese”. Normann Hampson, Histoire de la pensée européenne, t. 4, Éditions du Seuil, coll. »Points Histoire », 1972