Histoire du soldat di I.Stravinsky | MusicaLiceo

Histoire du soldat di I.Stravinsky
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Redazione MusicaLiceo 2017
Histoire du soldat
di I.Stravinsky
Sala Filarmonica 17 febbraio 2017
Il concerto di venerdì 17 febbraio alla Sala Filarmonica ha visto l’esecuzione
dell’Histoire du Soldat di Stravinsky nella riduzione per trio ad opera dello stesso
compositore, con l’attore Roberto Puliero a fare da narratore, accompagnato da
Alessandro Cotogno al violino, Marco Bruschetti al clarinetto e Emilia Campagna al
pianoforte . L’opera, storia da leggere, recitare e danzare in 2 parti, venne composta
nel 1918 da uno Stravinsky reso spiantato dalla recente rivoluzione russa, su libretto
dell’amico Charles-Ferdinand Ramuz. Per far fronte alla propria difficile situazione
economica, i due amici progettarono di realizzare uno spettacolo di marionette, da
portare in tourneé in tutta la Svizzera.
Per la storia i due autori si basarono sue due fiabe popolari russe ispirate alla
leggenda di Faust: un soldato in congedo sulla via del ritorno viene avvicinato dal
diavolo che in cambio del suo violino gli dona un libro magico e lo invita a passare tre
giorni da lui. Ma, ritornato al suo paese natìo, il soldato si accorge che invece che
tre giorni sono passati tre anni. Rimasto solo al mondo, il soldato utilizza il libro
magico per arricchirsi enormemente, rimanendo però infelice. Giunge poi in un reame
straniero dove la figlia del sovrano è gravemente malata. Il re offre la mano della
figlia a chiunque riesca a guarirla. Dopo aver riottenuto dal diavolo il suo violino, il
soldato suonandolo guarisce la principessa e i due convolano a nozze. Passano gli anni e
la principessa implora il soldato di portarla a visitare il suo paese natale. Lui
inizialmente rifiuta, ma alla fine è vinto dalla nostalgia. Non appena varcate le soglie
del regno, però, viene catturato dal diavolo che lo conduce con sé all’inferno.
Nell’opera parti narrate e parti musicali si alternano in uno scambio equo, ma a
catturare l’attenzione del pubblico è stata l’originale interpretazione di Roberto
Puliero, che ha tradotto personalmente l’opera in dialetto veronese, dando al testo
un’insolita impronta folkloristica. Una scelta che si è rivelata vincente, riuscendo a
creare un grande coinvolgimento che in una rappresentazione più seriosa e “filologica”
sarebbe venuto a mancare.
Gli strumentisti hanno offerto un’esecuzione di alto livello, mostrando grande
affiatamento e riuscendo a districarsi con abilità in una partitura non semplice, che
presenta una grande varietà di generi e stili, come nella danza della principessa, che
mescola il tango, il valzer e il ragtime.
Di questa fiaba tragicomica rimane impresso il messaggio finale: non si può vivere la
felicità presente rimpiangendo quella passata. “Una felicità è già tutto, due è come se
non esistessero”. Un insegnamento sempre attuale, soprattutto in un’epoca come la nostra
in cui le persone sembrano spesso troppo impegnate a guardare avanti o indietro a sé per
riuscire a godere appieno del presente.
Niccolò Turella 4BC