SALUTE PER GLI OCCHI PATOLOGIE PIÙ COMUNI, PROTEZIONE, PREVENZIONE. LIBERTÀ DI SAPERE LIBERTÀ DI SCEGLIERE I QUADERNI DELLA SALUTE DI FONDAZIONE VERONESI Fondazione Umberto Veronesi - Piazza Velasca 5, 20122 Milano Tel. +39 02 76 01 81 87 - Fax +39 02 76 40 69 66 [email protected] - www.fondazioneveronesi.it 20 SALUTE PER GLI OCCHI PATOLOGIE PIÙ COMUNI, PROTEZIONE, PREVENZIONE. LIBERTÀ DI SAPERE LIBERTÀ DI SCEGLIERE I QUADERNI DELLA SALUTE DI FONDAZIONE VERONESI 20 LE RISPOSTE DELLA SCIENZA DIRITTO DI PAROLA. 4 OCCHI, VISTA, SALUTE. OGGI RISPONDONO GLI ESPERTI. 5 GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI. QUALCHE CENNO DI FILOSOFIA PER COMPRENDERE MEGLIO IL FENOMENO DELLA VISIONE. LA SALUTE DEGLI OCCHI. FACCIAMO IL PUNTO. 7 PROTEGGERE LA VISTA DEI BAMBINI. 29 ONCOLOGIA OCULARE. 32 PATOLOGIE OCULARI. ALCUNE NOVITÀ IN AMBITO SCIENTIFICO. 36 LE RISPOSTE SCIENTIFICHE ALLE DOMANDE DI TUTTI. 41 11 OCCHIO AL SOLE! PROTEGGERE LA VISTA DAI RAGGI ULTRAVIOLETTI. 20 LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE OCULARI DEVE COMINCIARE SUBITO. FIN DA BAMBINI. 23 COMITATO SCIENTIFICO CHE HA PARTECIPATO AL PROGETTO MARIO GIOVANNI SIDERI DIRETTORE DELL’UNITÀ DI GINECOLOGIA PREVENTIVA ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA - MILANO MICHELE PEIRETTI MEDICO SPECIALISTA IN GINECOLOGIA ONCOLOGICA ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA - MILANO NICOLETTA COLOMBO RESPONSABILE DEL CENTRO DI ALTA SPECIALITÀ PER IL CARCINOMA OVARICO ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA - MILANO GIOVANNA GATTI ASSISTENTE DIREZIONE SCIENTIFICA E COMUNICATORE SCIENTIFICO, ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA, MILANO 3 Caro Amico, mai citazione può essere considerata più calzante, a mio avviso, per introdurre il tema al quale questo Quaderno è dedicato. Per ricordare subito un’altra citazione, gli occhi sono sì “specchio dell’anima” ma non solo. Sono organi delicatissimi, che non siamo abituati a curare con la dovuta attenzione affidandoci troppo spesso a soluzioni “fai da te”, senza consultare il medico specialista. «L'occhio è il punto in cui si mescolano anima e corpo.» Christian Friedrich Hebbel Forse perché vederci meno conseguente al trascorrere degli anni è un dato di fatto? Perché sembra naturale effettuare un controllo serio solo quando i problemi di vista si aggravano? Perché le cure di “pronto intervento” si acquistano sul bancone della farmacia o nei supermercati? Questa è solo una straordinaria comodità, ma non può costituire l’unica cura: non possiamo sostituirci al professionista dimenticandoci che anche gli occhi hanno bisogno di prevenzione, di terapie su misura, di attenzioni particolari come qualsiasi organo del nostro corpo. Oggi gli scienziati e i medici che si occupano della salute degli occhi ci raccontano come preservare la vista il più a lungo possibile, quali sono le semplici regole di igiene, quali patologie li aggrediscono e perché. Una breve sezione sarà dedicata anche all’oncologia oculare: perché, purtroppo, i tumori collegati a questi organi sono più frequenti di quanto si pensi. Scopriremo insieme se il sole, pronto a regalarci i suoi benefici indispensabili per mantenerci in salute, può danneggiare invece gli occhi e quali sono le strategie migliori per goderne “senza danni”. Gli occhi parlano di noi, è vero. Dobbiamo restituire loro le cure necessarie e corrette perché continuino a rappresentarci nel modo migliore, oltre a concederci a lungo l’opportunità di godere la visione del mondo in tutte le sue bellezze. Occupiamoci della vista fin da subito, nei primi giorni di vita dei bambini e continuando nel tempo con amore e costanza. Diventerà per tutti una preziosa abitudine di prevenzione e di salute. Umberto Veronesi 4 5 DIRITTO DI PAROLA. Innanzitutto grazie a Umberto Veronesi e alla Sua Fondazione. Umberto è una persona straordinaria, ma anche il suo gruppo alla Fondazione brilla di luce propria. Queste piccole meravigliose stelle sono animate da una grande energia. Il primo incontro proprio per la nascita di questo piccolo libro è stato un momento davvero piacevole per me. È bella l’aria che si respira lì su in alto, non solo per il “piano” dove ha sede la Fondazione, ma proprio per questa fucina di grandi personaggi. E per “rimirar le stelle” bisogna proprio utilizzare i nostri occhi. Questa piccola magica pallina che ci connette con il mondo. Luci, colori, immagini, scritte, visi, panorami, volti tutto viene catturato. L’immagine attraversa la cornea, il cristallino, il vitreo, arriva sulla retina (sulla macula): qui i recettori trasformano lo stimolo da luminoso a quantico, il segnale attraversa il nervo ottico, le vie ottiche, arriva dal centro della visione, qui partono una serie di releé e finalmente il cervello riconosce che quella immagine, proprio quella immagine è la foto di mia figlia, con i suoi occhioni blu, con il suo costumino, abbronzatissima e ridente al mare. Finito qui? No, assolutamente no, perché partono altri segnali e in un attimo “vedo“ dove l’ho scattata, ricordo il posto, l’ora, il profumo del mare, del vento marino e l’odore di fichi d’india, di foglie di mirto, insomma, d’estate. Un baleno: ecco, il nostro apparato visivo in un baleno ha già fatto, molto più velocemente del tempo che è trascorso a leggere queste righe. Un baleno. La maggior parte del nostro apprendimento, della nostra vita di relazione passa attraverso questo apparato, ed è ciò che mi affascina ancora ogni giorno mentre faccio il mio lavoro. Preservare questo bene così prezioso, è una priorità di ogni medico oculista ed è un vantaggio per tutti noi. Luigi Marino Primario Oculista Istituto Clinico Città Studi Milano OCCHI, VISTA, SALUTE. OGGI RISPONDONO GLI ESPERTI. Mi hanno detto che, in quanto miope, avrò figli con lo stesso difetto. La miopia si trasmette di generazione in generazione? Passo tutta la giornata davanti al computer per lavoro. I miei bambini, invece, non vorrebbero mai staccarsi da Tv e consolle dei videogiochi. Tutto questo danneggia la vista, vero? Mi hanno parlato di un esame specifico della vista per i bambini neonati. È davvero così utile? Un dubbio: lo strabismo è ereditario? Il calo della vista è fisiologico? Ho quarant’anni e non mi sembra di vederci più come una volta… Ho sentito dire che il trucco agli occhi può danneggiarli. Non vorrei rinunciare a sentirmi più sicura ma, al contempo, vorrei davvero non “fare danni”! Non so se sostituire gli occhiali con le lenti a contatto. Fanno male agli occhi? È vero che alcune malattie possono indebolire la vista o addirittura provocare ulteriori patologie dell’occhio? Non avevo mai sentito parlare di tumore alla palpebra finché non è stato diagnosticato a un conoscente. È grave? Prendere il sole al mare fa male agli occhi? Ma è vero che i mirtilli fanno bene alla vista? E che la glicemia alta può influenzare la capacità visiva degli occhi? Queste sono solo alcune delle tantissime domande che le persone comuni si pongono nel momento in cui qualcuno parla di “occhi”. Se ne parla troppo poco e spesso solo in modo superficiale, credendo di poter sostituire un’opinione comune, un’informazione letta su un giornale, l’esperienza di familiari e amici al parere dello specialista. L’occhio è molto delicato e necessita di cure specifiche che solo un medico è in grado di somministrare. GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI. QUALCHE CENNO DI FISIOLOGIA PER COMPRENDERE MEGLIO IL FENOMENO DELLA VISIONE. 6 7 Così come gli esami diagnostici per evidenziare anche solo eventuali difetti della vista andrebbero eseguiti sempre dall’oculista: è compito di un medico con esperienza e studi specifici effettuare la diagnosi corretta. È vero, la strumentazione oggi in uso è sempre più sofisticata, la tecnologia è in grado di colmare lacune e competenze, ma è bene non abbassare la guardia e occuparsi di questo straordinario bene con tutta la serietà necessaria. La scienza, anche in occasione di questo tema così interessante per tutti, è l’unica depositaria della vera conoscenza. CORNEA PUPILLA CRISTALLINO FOVEA UMORE ACQUEO NERVO OTTICO UMORE VITREO IRIDE RETINA COROIDE SCLERA Il bulbo oculare è posizionato nella cavità orbitaria, una struttura ossea che serve a proteggere questo organo così delicato. Il bulbo è composto da 3 sottili tuniche, la più esterna si chiama sclera tranne la porzione più anteriore che si chiama cornea - la tunica intermedia è la coroide, quella più interna è la retina. La cornea è una struttura trasparente priva di vasi sanguigni e rappresenta la prima “lente” che la luce incontra nel suo viaggio verso il cervello. La pupilla è il foro presente al centro dell’iride che consente il passaggio della luce: per effetto di un sistema di muscoli che regola la dimensione dell’iride, si dilata per far entrare maggior quantità di luce, e si restringe quando deve farne entrare una quantità minore, proprio come un obiettivo fotografico. 8 9 L’iride è composta da una fine muscolatura ricca di vasi sanguigni. L’iride contiene un pigmento a base di melatonina: maggiore sarà la quantità di pigmento, più l’iride assumerà un colore scuro vicino al marrone. l'inserzione dei muscoli detti “estrinseci” (che controllano il movimento degli occhi) e prosegue anteriormente con la cornea. L’umore acqueo è un liquido trasparente e incolore che si forma per secrezione dal corpo ciliare: è costituito da acqua, sali e sostanze proteiche. È importante perché partecipa al processo di rifrazione dell’occhio, ha il compito di nutrire, mantenere intatto e trasparente il cristallino, la cornea e contribuisce a contenere la pressione intraoculare. Nel processo di visione sono implicati: Il cristallino è la principale lente dell’occhio, permettendo la messa a fuoco dei raggi luminosi sulla retina. Si evolve continuamente, dal feto fino alla fine delle vita. L’umore vitreo o corpo vitreo è una massa gelatinosa trasparente e incolore che riempie i 4/5 posteriori del globo oculare. La sua funzione è quella di sostegno, riempiendo il bulbo oculare, e di protezione perché, anche se compresso, torna alla sua forma originaria. La retina contiene gli elementi sensibili alla luce, i fotorecettori che sono divisi in coni e bastoncelli. I coni sono responsabili della visione diurna e colgono con precisione dettagli e colori. I bastoncelli veicolano un’immagine meno nitida ma sono molto più sensibili alla luce e consentono di vedere anche di notte. La fovea è la zona di migliore definizione visiva, nella quale si concentra la maggior quantità di raggi luminosi e che consente la visione più distinta e precisa. È grazie alla fovea che possiamo leggere, distinguere particolari e oggetti molto piccoli e svolgere qualsiasi attività. La coroide è la parte vascolare dell’occhio umano, che comprende il tessuto connettivo. Lo scopo principale della coroide è di inviare ossigeno e altre sostanze nutritive alla retina. La sclera è il cosiddetto "bianco dell'occhio": si tratta di una membrana fibrosa opaca che costituisce i 5/6 della tunica esterna del bulbo oculare. La sclera ha una funzione strutturale e protettiva: mantiene la forma del bulbo oculare, proteggendo al contempo le strutture in esso contenute; consente • L'occhio, ovvero il sistema ottico che forma e proietta le immagini su una superficie sensibile. • La retina, in quanto superficie sensibile che raccoglie le immagini, ne fa una prima elaborazione e trasmette l'informazione ai centri superiori. • Infine il cervello, che elabora i dati provenienti dalla retina e "forma" l'immagine definitiva. La distanza tra i due occhi comporta il fatto che questi non vedano un oggetto dallo stesso punto di vista; il sovrapporsi delle immagini nel centro cerebrale determina l'effetto tridimensionale. Quando si osservano oggetti lontani, le immagini retiniche differiscono poco, e il senso del rilievo viene attenuato. 10 11 LA SALUTE DEGLI OCCHI. FACCIAMO IL PUNTO. La visione dei colori La visione dei colori è affidata ai coni che sono di tre tipi, ciascuno con diversa sensibilità alle varie lunghezze d’onda nel campo del visibile. La percezione dei vari colori è data dallo stimolo dei tre tipi di coni in diversa percentuale, in base alla composizione spettrale della radiazione. Lo stimolo contemporaneo e massimo dei coni fornisce la sensazione del bianco. Quando vi sono difetti in uno o più coni, si ha il daltonismo, un’anomalia nella percezione dei colori. IL PRESENTE È GIÀ FUTURO. È NATO L’OCCHIO BIONICO. Si chiama Argus e, in fase di sperimentazione, è già stato già impiantato su circa 30 pazienti con risultati davvero sorprendenti. In particolare, un uomo inglese di 73 anni, cieco da 30 anni a causa di una gravissima patologia come la retinite pigmentosa, grazie all’impianto di Argus ora vede la luce, distingue le strisce bianche sulla strada, riconoscere le ombre e appaia calzini di diverso colore. L'occhio bionico, prodotto dalla californiana Second Sight, è costituito da una minuscola telecamera montata su un paio di occhiali che trasmette le immagini captate a un chip posto sopra la zona centrale della retina. Il chip trasforma le immagini ricevute in segnali elettrici trasferiti poi al nervo ottico che, a sua volta, li invia alla parte del cervello che elabora gli stimoli visivi. Argus è un progetto molto ambizioso che ha dato i suoi frutti. È pronto, infatti, Argus II, la seconda generazione dell’occhio bionico, in grado di garantire un minimo di vista alle persone colpite da malattie degenerative della retina. La vista è davvero un bene prezioso. Purtroppo sono molti i paesi del mondo in cui la salute degli occhi non può essere preservata come dovuto. Secondo le stime mondiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) 2010 sull'andamento demografico del 2008 in materia di difetti della vista, nel mondo le persone affette da “cecità funzionale” dovuta a deficit visivi non corretti hanno raggiunto circa 285 milioni. Di queste, circa 246 milioni sono ipovedenti e oltre 39 milioni non vedenti, con una riduzione del 9% rispetto ai dati del 2004 (su un incremento di popolazione pari all’8%). Le cause maggiori dei deficit visivi sono rappresentate dai vizi di refrazione – miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia- (42%) ai quali è possibile rimediare grazie ad occhiali adeguati, e dalla cataratta (33%). Il 65% delle persone con disturbi visivi dovuti a ipovisione – condizione di acutezza visiva limitata- hanno un età maggiore di 50 anni. Sempre secondo i dati dell’OMS, circa l’85% della cecità nel mondo è evitabile e sono soprattutto le donne a soffrire di gravi problemi visivi. Per quanto riguarda il nostro paese, invece, oltre alle consuete patologie comuni dell’occhio, sono circa 2 milioni gli italiani (per lo più con età superiore a 65 anni) che soffrono di degenerazione maculare senile; oltre 500.000, invece, i pazienti con glaucoma e sarebbero almeno altri 250.000 gli italiani che non sanno di averlo. Ogni anno 500.000 italiani si sottopongono all’intervento di cataratta che colpisce 1 italiano su 3 in età avanzata. I DIFETTI PIÙ COMUNI DELLA VISTA – VIZI DI RIFRAZIONE OCCHIO NORMALE (O EMMETROPE) : l’immagine si forma sulla retina, dando così una visione nitida. MIOPIA : i raggi luminosi vanno a fuoco davanti alla retina. Può essere un difetto congenito o familiare oppure causato da un eccessivo utilizzo della vista. Si tratta di un difetto progressivo che tende ad aumentare con lo sviluppo fisico e richiede quindi ripetute messe a punto degli occhiali o delle lenti a contatto. 12 13 IPERMETROPIA : l’immagine si forma posteriormente alla retina, formando su questa cerchi di diffusione e quindi un’immagine confusa. È un difetto visivo che non consente una buona visione né da vicino né da lontano: l'occhio ipermetrope è un occhio più "corto" del normale, la curvatura della cornea è troppo lieve e questo provoca la messa a fuoco delle immagini dietro la retina. ASTIGMATISMO : difetto di curvatura della cornea. È una condizione di asimmetria della rifrazione oculare che produce un’ineguale rifrazione dei raggi luminosi nei vari meridiani; per questo motivo un punto luminoso, invece di formare un punto focale, risulta messo a fuoco su due linee focali disposte ad angolo retto, una anteriore ed una posteriore. PRESBIOPIA : non è un vero errore refrattivo, ma è la naturale perdita da parte dell’occhio della capacità di accomodare e cambiare la forma del cristallino per vedere da vicino. Una popolare teoria afferma che i piccoli muscoli all’interno dell’occhio che controllano il cristallino si stancano e perdono il loro tono con l’età. Gli studi più recenti attribuiscono la perdita dell’accomodazione al cristallino stesso. Al contrario del resto del corpo, che smette di crescere intorno ai vent’anni, il cristallino continua a crescere per tutta la vita; invecchiando e diventando più rigido e quindi resistente ai cambiamenti di forma. Il risultato è una graduale riduzione dell’accomodazione e una maggiore dipendenza dagli occhiali da lettura. MIOPIA IPERTROPIA PRESBITISMO ASTIGMATISMO MILIONI DI PRESBITI IN TUTTO IL MONDO. Secondo gli ultimi dati statistici, la presbiopia, ovvero la difficoltà a leggere da vicino senza occhiali, interessa circa 2 miliardi di persone nel mondo e circa 28 milioni solo in Italia, soprattutto nella popolazione che ha superato i 45 anni. Purtroppo, sono milioni le persone che non utilizzano un'adeguata correzione per guardare da vicino pur avendo difficoltà nello svolgere le proprie attività senza supporto correttivo. Nei paesi in via di sviluppo, il divario è più accentuato a causa dell'insufficiente presenza sul territorio di centri presso i quali effettuare un esame della vista accurato e di strutture di supporto che garantiscano la possibilità di usufruire di occhiali correttivi per vedere vicino. Le tecniche chirurgiche che utilizzano il laser proposte per risolvere la presbiopia sono in fase sperimentale e sono state limitate a un numero ristrettissimo di pazienti, molto selezionati. Non vi sono ancora dati attendibili e i risultati di queste tecniche appaiono difficilmente prevedibili. LA PATOLOGIA DEGLI ANNI 2000 SI CHIAMA “OCCHIO SECCO” La persistenza in spazi chiusi, l’aria condizionata, le luci artificiali, ma anche l’aumento delle temperature medie ambientali, lo stress e l’alimentazione non corretta sono causa della patologia oculare più comune, il cosiddetto “occhio secco”. Si definisce così la riduzione del film lacrimale, cioè lo strato di lacrime che è sempre presente sulla superficie della cornea e nel sacco congiuntivale che può essere prodotto in minore quantità oppure essere soggetto ad aumentata evaporazione. Oltre alle cause ambientali, questa patologia insorge spesso in età avanzata: dopo i 60 anni è comune riscontrare un deficit del film lacrimale acquoso, oppure nella popolazione femminile in occasione della menopausa. Ma vi possono essere anche altre cause: l’assunzione di alcuni farmaci, quali beta bloccanti, diuretici, miorilassanti e ansiolitici sono in grado di determinare, nel tempo, sintomi molto simili a quelli clinicamente osservabili 14 15 nelle forme da iposecrezione lacrimale primaria. Anche alcune patologie della superficie oculare possono modificare la quantità e la composizione del fluido lacrimale: il caso più evidente è quello delle blefariti (infiammazioni palpebrali), in cui l’infiammazione delle palpebre crea alterazioni nella produzione del secreto delle ghiandole contenute in esse, con conseguente alterazione del film lacrimale. L’uso non corretto di lenti a contatto, di qualsiasi tipo, indossate per troppe ore durante la giornata può essere causa di un’alterazione del film lacrimale. Bisogna sempre ricordare che le lenti a contatto sono comunque un corpo estraneo e che il loro uso deve essere subordinato a un ottimo stato del film lacrimale. La disidratazione comporta un continuo fastidio oculare, la sensazione di avere un corpo estraneo all’interno dell’occhio, prurito, bruciore, difficoltà ad aprire gli occhi. E non solo: anche desiderio di lavarsi o strofinarsi gli occhi, fastidio guardando la luce, affaticamento della vista durante la giornata… Gli occhi arrossati e meno luminosi sono quasi sempre segnale di cattivo stato di idratazione della superficie oculare. Ecco alcuni rimedi: Oltre all’utilizzo di sostituti lacrimali a livello topico (in Italia ne esistono più di 120 tipologie) grazie ai quali è possibile ristabilire la giusta quantità di film lacrimale con dosaggi che variano secondo le indicazioni del medico, può essere utile invece • Evitare l’esposizione diretta a sistemi di condizionamento o ai luoghi ventosi • Evitare ambienti troppo secchi • Non fumare • Sospendere, se possibile, l’uso delle lenti a contatto • Effettuare una pulizia frequente dei margini della palpebra • Usare gli occhiali da sole • Seguire un’alimentazione ricca di vitamine B3, B6 e B12 oltre che di Omega-3 e Omega-6 • Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua lontano dai pasti Una raccomandazione per tutti. Come in tutte le patologie è importante curare i sintomi fin dall’inizio, rivolgendosi a uno specialista prima che questa sindrome possa creare sofferenza cronica a carico della cornea. LE BANCHE DEGLI OCCHI ESISTONO. Il compito di una Banca degli occhi è raccogliere, selezionare, conservare e distribuire cornee idonee e altri tessuti oculari. Negli Stati Uniti, ad esempio, le Banche degli occhi raccolgono circa 90.000 cornee per anno, di cui il 52% viene distribuito per trapianto. Le Banche degli occhi europee raccolgono circa 40.000 cornee per anno, di cui il 52% viene distribuito per trapianto. Le Banche degli occhi italiane, censite dal Centro Nazionale Trapianti, raccolgono 10.000-12-000 cornee/anno, permettendo di eseguire circa 5.000 trapianti/anno in Italia. Il tempo di attesa può variare da uno a pochi mesi: viene garantita la disponibilità immediata di tessuti nel caso di situazioni cliniche urgenti (perforazione corneale in atto o imminente, dolore, fallimento di precedente trapianto), o particolari, come nel caso di pazienti in età pediatrica. 16 17 ALCUNE PATOLOGIE IMPORTANTI CHE COLPISCONO L’OCCHIO LA DEGENERAZIONE MACULARE SENILE È una malattia che colpisce la macula (porzione centrale della retina deputata alla visione nitida) e costituisce la principale causa di cecità dopo i 55 anni. È una patologia legata all’invecchiamento, conseguenza di progressive modificazioni che si verificano in strutture all’interno dell’occhio: retina, membrana di Bruch e coroide. La malattia inizia con la formazione di depositi e può evolvere in due forme: l’atrofia geografica (o “secca”), a progressione più lenta, oppure la neovascolare (o “umida”), più rapida nel compromettere la vista. Non è facile accorgersi dell’insorgenza della patologia: se colpisce un solo occhio è necessario un autoesame con la “griglia di Amsler”, ovvero un foglio a quadretti con un punto centrale. Coprendo prima un occhio e poi l’altro ci si può accorgere se c’è una distorsione delle linee rette nella zona visiva centrale; in questo caso bisogna consultare con urgenza l’oculista. Altri segnali sono uno sfocamento delle parole nella lettura e un’area scura o vuota al centro del campo visivo. Una dieta bilanciata, ricca di frutta e verdura e povera di grassi animali, l’abolizione del fumo, l’autocontrollo e controlli periodici dall’oculista sono i mezzi più efficaci per ridurre il rischio o per cogliere subito i segni della malattia e, quindi, controllarne l’evoluzione. LA CATARATTA Per consentire alla luce di passare il cristallino deve essere trasparente. La cataratta è una progressiva e costante opacizzazione del cristallino, causata solitamente dall’avanzare dell’età ma non solo. Le cause possono essere molteplici, quelle congenite presenti già alla nascita, patologie come il diabete, l’uso di farmaci come il cortisone o i chemioterapici oppure essere di natura sconosciuta. Il calo della vista solitamente avviene in modo lento; altri sintomi sono il facile abbagliamento, la sensazione di sdoppiamento delle immagini… Attualmente l’unica terapia è al rimozione chirurgica, ma gli scienziati hanno dimostrato che anche per la cataratta di può parlare di prevenzione. Secondo uno studio effettuato negli ultimi anni, l’assunzione di sostanze antiossidanti come le vitamine sarebbe in grado di proteggere dallo sviluppo della cataratta. Il consiglio degli esperti è, quindi, quello di consumare vitamine tramite frutta e verdura seguendo una dieta sana, ma anche di non fumare, perché è stata ormai riscontrata una stretta connessione tra il fumo e il precoce sviluppo della cataratta. IL GLAUCOMA Il glaucoma, causato da un aumento della pressione all'interna dell'occhio, provoca la progressiva riduzione della vista e del campo visivo. È una delle più frequenti cause di cecità nel mondo, anche se la cecità può essere prevenuta grazie a diagnosi e cura tempestive. L’aumento della pressione interna dell’occhio è provocata dall’umore acqueo che, prodotto continuamente, non riesce ad essere riassorbito/eliminato. L'aumento della pressione danneggia le fibre nervose del nervo ottico. Inizialmente il paziente continua a vedere l'oggetto che fissa e non si accorge che l'area di spazio che globalmente percepisce si sta riducendo. Vi possono essere diverse forme di glaucoma. Il Glaucoma cronico ad angolo aperto: è la forma più frequente e si verifica in seguito al restringimento progressivo delle vie di deflusso dell'umor acqueo a causa di materiale che si deposita a questo livello. Il Glaucoma acuto ad angolo chiuso: è meno frequente di quello descritto in precedenza e colpisce soprattutto le persone anziane. È causato da un’ampiezza ridotta dell’angolo formato da iride e cornea. I sintomi principali sono l'offuscamento della vista, gli aloni attorno alle luci, il dolore oculare violento, la nausea, etc. Esiste anche una forma di Glaucoma congenito, in cui il sistema di drenaggio, sin dalla nascita, non consente il deflusso regolare dell’umore acqueo causando l'aumento della pressione intraoculare. Il bambino presenta fotofobia (fastidio alla luce) e lacrimazione. Questo tipo di glaucoma colpisce un neonato ogni 10.000. 18 19 Il glaucoma si cura solitamente con l’uso di colliri, attraverso un intervento parachirurgico tramite laser e con terapia chirurgica, in modo tale da ripristinare il deflusso normale dell’umore acqueo: una volta colpiti da glaucoma, la malattia se pur curata persiste per tutta la vita. Gli specialisti consigliano di effettuare una visita di controllo ogni 2 anni circa agli adulti di mezza età per misurare la pressione dell’umore acqueo e ai soggetti più giovani appartenenti a famiglie a rischio: il glaucoma non è considerato strettamente ereditario, ma vi è comunque una maggiore predisposizione se i familiari sono stati colpiti da questa patologia. RETINOPATIA DIABETICA È la complicanza più frequente fra le persone che sono affette da Diabete di tipo 1. La retinopatia diabetica è la conseguenza di un danno ai piccoli vasi sanguigni (capillari) che irrorano la retina. Le due patologie sono strettamente legate tra loro: dopo 20 anni di diabete quasi tutti i pazienti affetti da Diabete di tipo 1 e circa il 60% dei pazienti con Diabete Mellito presentano almeno qualche segno di retinopatia. Le stesse probabilità di cecità – oggi purtroppo la retinopatia è una delle principali cause di cecità nei paesi più sviluppati- sono correlate alla durata e allo stato di compenso della malattia diabetica. Sono presenti 2 forme di retinopatia, non proliferante e proliferante. Nella forma non proliferante si forma un edema maculare che potrebbe portare a una riduzione della vista. La forma proliferante, invece, prevede la formazione di nuovi vasi sulla retina, sulla testa del nervo ottico, nel corpo vitreo e, nei casi più gravi, sull’iride. Questi hanno tendenza a sanguinare nel corpo vitreo, che perde così la sua trasparenza e non consente più ai raggi luminosi di raggiungere la retina, provocando gravi e improvvise perdita della vista. Con il passare degli anni questi vasi neoformati tendono a retrarsi provocando il distacco di retina. Per prevenire l’insorgenza della retinopatia diabetica e rallentarne la progressione è indispensabile un buon controllo della glicemia, della pressione e dei grassi. Finora l’unico trattamento della retinopatia diabetica efficace nel ridurre i rischi di cecità e la grave riduzione della vista è la fotocoagulazione della retina tramite laser. Se il trattamento laser è adeguato e tempestivo è possibile evitare una progressione del danno retinico. LE CONGIUNTIVITI. PATOLOGIE DA NON SOTTOVALUTARE. La congiuntivite è un processo infiammatorio della congiuntiva, una membrana sottile e trasparente che riveste la superficie anteriore dell’occhio e la superficie interna delle palpebre. Si tratta della più comune tra le malattie degli occhi in tutto l’emisfero occidentale. Le cause sono molteplici: allergie, agenti chimico-fisici, batteri, funghi, parassiti, virus. Si tratta di una patologia frequente perché la congiuntiva è particolarmente esposta agli agenti esterni: i sintomi sono il rossore degli occhi accompagnato quasi sempre da un’aumentata formazione di lacrime. Altri disturbi sono il prurito, la secrezione, il gonfiore delle palpebre, etc. Vi sono congiuntiviti acute, come quella provocata dai batteri, che possono guarire utilizzando semplicemente colliri a base antibiotica, oppure quelle virali, le cui cause molto spesso sono l’Adenovirus e l’Herpesvirus. Si tratta di una forma molto contagiosa, con decorso più lungo e difficoltoso rispetto a quella batterica, curata con terapia antibiotica adeguata. Esistono invece forme croniche, come le congiuntiviti allergiche, causate da reazioni a pollini, polveri domestiche, farmaci, mentre quelle da agenti fisico-chimici sono provocate dalle radiazioni (ultraviolette, infrarosse, raggi X), dal calore e da varie sostanze (acidi, alcali, sapone, tabacco, fertilizzanti). Anche per queste è necessario rivolgersi a un medico specialista che stabilirà la terapia più consona. OCCHIO AL SOLE! PROTEGGERE LA VISTA DAI RAGGI ULTRAVIOLETTI. 20 Un altro fattore importante di rischio è l’esposizione ai raggi ultravioletti del sole. Le radiazioni del sole danneggiano importanti proteine nel cristallino che filtrano e proiettano la luce sulla retina. Con il tempo, queste proteine non reggono e si opacizzano, dando così origine alla cataratta. Non è un vezzo, quindi, indossare lenti scure quando si è esposti al sole ma è oggi indispensabile per proteggere la vista nel lungo periodo. È importante scegliere occhiali in grado di bloccare il più possibile i raggi UV di tutti i tipi o di offrire un assorbimento UV fino a 400 nanometri. Indossare occhiali da sole con un livello di protezione anti-UV inferiore, non solo non garantisce un'adeguata protezione ma costituisce un vero e proprio rischio: la lente scura farà dilatare le pupille, consentendo il passaggio di una quantità ancora maggiore di raggi UV. La protezione solare degli occhi non si deve limitare al solo periodo primaverile ed estivo, ma deve diventare una buona abitudine durante tutto l’anno. I più esposti ai danni dei raggi solari sono i bambini e le persone anziane, per i quali è necessario scegliere occhiali in grado di abbattere sia i raggi UV che DOVE E QUANDO SI RISCHIA DI PIÙ c cm la cosiddetta “luce blu”, meno conosciuta, ma altrettanto pericolosa, corresponsabile nel In mantagna la neve Il 60% delle radiazioni determinare e nel favorire sia l’opacità del riflette più dell’80% si concentra tra le dei raggi UV 10 del mattino e le cristallino sia la maculopatia. 2 del pomeriggio Si definisce “luce blu” la radiazione luminosa compresa tra i 380 e i 520 nanometri: a queste lunghezze d’onda e in determinate condizioni di esposizione, l’occhio può essere soggetto a danni retinici di natura termica o fotochimica. Oltre il 90% dei raggi UV attraversa le nuvole L’intensità dei raggi, salendo di altitudine, aumenta del 4% ogni 300 metri L’ombra può ridurre di oltre il 50% le radiazioni Chi lavora al chiuso ha un’esposizione alle radiazioni UV pari al 10-20% di chi lavora all’aria aperta A mezzo metro di profondità la radiazione UV è ridotta solo del 40% rispetto alla superficie La sabbia chiara riflette più del 15% dei raggi 21 GLI ITALIANI E LA PROTEZIONE DEGLI OCCHI DAL SOLE • Solo il 15% degli italiani tende a indossare sempre gli occhiali da sole • Il 22% non li indossa quasi mai o mai e il 18% solo raramente • Circa l’80% dei bambini dai 4 ai 10 anni non li porta • Solo l’11 % dei bambini tra i 4 a i 10 anni, utilizza gli occhiali protettivi • Solo il 10 % degli over 55 acquista un paio di occhiali da sole • Il 48% degli italiani non protegge gli occhi dalle radiazioni ultraviolette • L’83% degli italiani è consapevole che un occhiale da sole contraffatto o mediocre possa causare danni agli occhi. Tutto questo secondo un sondaggio elaborato dall’Istituto Piepoli su 1.019 persone intervistate. I dati non sono davvero incoraggianti! Indossare occhiali da sole è il modo migliore per proteggere gli occhi dai danni provocati dai raggi solari. IL PRODOTTO GIUSTO PER LA SALUTE DEGLI OCCHI Lenti polarizzate, fotocromatiche, alla melanina, specchiate o con una colorazione adatta al difetto visivo del paziente… Sono tante le possibilità offerte oggi per la protezione degli occhi dal sole. È fondamentale che prima di ogni acquisto vi siano professionisti, sia nel campo optometrico sia oculistico, in grado di spiegare e consigliare in base ai dati personali acquisiti. Sempre secondo la Ricerca Piepoli, solo il 17% degli italiani possiede diverse paia di occhiali da sole differenziate per l’uso e il luogo di utilizzo (sport, spiaggia, città, guida). La maggior parte delle persone possiede un solo paio di occhiali che però devono essere rigorosamente a norma, ovvero riportare la dicitura della norma EN 1836/2006, contenere le caratteristiche tecniche della montatura e delle lenti, le eventuali limitazioni d’uso e l’indicazione del grado di protezione dai raggi ultravioletti. 22 LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE OCULARI DEVE COMINCIARE SUBITO. FIN DA BAMBINI. La norma UNI EN 1836 indica cinque categorie di filtri delle lenti solari, a cui corrispondono altrettanti numeri cardinali da 0 a 5. Per esempio, la categoria 0 indica un filtro da utilizzare con cielo coperto e in interni; la categoria 2 indica un filtro adatto ad una media luminosità solare; la categoria 4 un filtro protettivo per una luminosità solare molto intensa. In sintesi, quindi gli occhiali da sole, devono: • avere il filtro anti-UV • essere antiriverbero • filtrare anche la luce blu, le radiazioni ad alta energia nocive per la macula. È solo dal 1997 che il concetto di prevenzione delle patologie oculari ha cominciato a essere trattato a livello nazionale in modo più organico, sia in ambito pubblico sia privato. In ogni caso gli occhiali, di qualunque prezzo, sono dispositivi medici e pertanto dovrebbero riportare il foglietto illustrativo con le caratteristiche tecniche del filtro. Dai risultati emerge che tra il primo e il quinto anno di vita, meno del 40% dei figli degli intervistati è stato sottoposto a visite che nel 61% dei casi sono state suggerite dal medico di famiglia e solo per il 29% risultano essere state effettuate per iniziativa dei genitori stessi. Inoltre è emerso che il 6% dei bambini tra 1 e 5 anni presenta difetti visivi che vengono affrontati e corretti solo nel 4% dei casi. LE LENTI: UN MONDO DA SCOPRIRE… Gli occhiali sono un ausilio indispensabile di correzione della vista che risale ormai al XIII secolo. Negli ultimi anni, però, gli occhiali sono sia strumento pratico e funzionale che vero e proprio accessorio di moda. I risultati si possono osservare nella vita quotidiana dove sempre più persone indossano montature all’ultimo grido e, grazie alla più moderna tecnologia, lenti su misura delle proprie esigenze visive ed estetiche. Le lenti di oggi possono, infatti, rispondere alle principali esigenze della vita moderna. Possono essere leggere e sottili anche in presenza di poteri elevati, resistenti agli urti per una vita dinamica e sicura e resistenti ai graffi per garantire una visione nitida. Inoltre possono proteggere gli occhi dai raggi UV ed essere colorate per migliorare la visione in condizioni di luce intensa. Le lenti che si sono modificate maggiormente negli anni sono le multifocali o progressive che offrono una visione ottimale, da vicino, intermedio e lontano con un solo paio di occhiali. Non sono solo le caratteristiche tecniche a determinare la scelta delle lenti: l’ottico oggi, grazie a numerose strumentazioni all’avanguardia, nella costruzione della lente può tener conto per esempio dello stile di vita, della montatura e del modo in cui si indossano gli occhiali, per ottenere lenti che offrono una visione ottimale in tutte le direzioni dello sguardo. Come prendersi cura del proprio benessere visivo? È suggerita la visita oculistica di controllo, il medico specialista, infatti, verifica eventuali patologie, è poi utile il suggerimento della lente ideale da parte dell’ottico optometrista che è in grado di fornire la migliore soluzione visiva. In ambito privato, la Commissione Difesa Vista nel settembre 2008 ha avviato un’indagine condotta in 750 comuni italiani su un campione di 4.410 individui di età superiore ai 14 anni e sui genitori di 616 bambini di età compresa tra 1 e 13 anni. La ricerca ha messo in luce la scarsa accuratezza e la disinformazione in materia di salute oculare degli italiani. Ancora più allarmanti i risultati che riguardano i bambini dai 6 ai 13 anni: il 30% non è mai stato visitato da uno specialista malgrado vi sia, in effetti, una maggiore incidenza di problemi proprio in questa fascia di età. La popolazione al di sopra dei 14 anni è invece quella più accorta per ciò che riguarda la propria salute: l’85% ha effettuato almeno una visita completa della vista nella vita ma il restante 15% che non ha mai effettuato controlli è ancora costituito prevalentemente da giovanissimi (14/17 anni): dato, questo, che evidenzia come la scarsa di attenzione degli adulti in tema di prevenzione si rifletta negativamente sui propri figli. DIAGNOSI PRECOCE Qui di seguito l’elenco delle 10 visite consigliate vivamente durante la vita di una persona senza problemi di vista particolari dal Professor Lucio Buratto: l’obiettivo è quello di prevenire le patologie oculari ed effettuare la diagnosi precoce, in modo tale da poter anticipare il più possibile la cura 23 24 25 ENTRO IL PRIMO ANNO DI VITA Per ricercare eventuali patologie congenite (cataratta e altro) VERSO I 3 ANNI Per ricercare difetti visivi soprattutto monolaterali VERSO I 6 ANNI Prima di mandare il piccolo a scuola per ricercare difetti refrattivi (miopia, astigmatismo, ipermetropia) VERSO I 12 - 14 ANNI Per ricercare la miopia o altro (spinaci, cavoli, broccoli e cime di rapa), il granoturco e le uova sono particolarmente benefici per gli occhi, per il loro elevato contenuto in luteina e zeaxantina, due sostanze antiossidanti in grado di ridurre considerevolmente il rischio di cataratta. La “dieta per gli occhi sani” deve includere anche la vitamina E (presente in abbondanza nell'olio di semi di girasole, nelle mandorle, nel germe di grano) e la vitamina C, capace di prevenire il danno causato dall'esposizione ai raggi solari, assumibile consumando regolarmente agrumi, kiwi, fragole, lamponi, peperoni e broccoli. VERSO I 18 ANNI Per prepararsi alla patente, al lavoro, all’eventuale servizio militare VERSO I 40 ANNI Per la correzione della presbiopia DAI 50 AI 65 ANNI Per prevenire malattie come glaucoma, cataratta e altre Anche gli acidi-grassi Omega-3 (presenti in alcuni tipi di pesce, come il salmone, il tonno e le sardine), noti soprattutto per la loro azione cardioprotettiva, sono in grado di svolgere un ruolo protettivo anche sugli occhi, prevenendo la formazione di placche nei vasi retinici e quindi riducendo enormemente il rischio di degenerazione retinica, una delle principali cause di cecità. Una corretta alimentazione è quindi la migliore medicina preventiva per mantenere gli occhi in salute il più a lungo possibile. Per ricercare i primi segni della degenerazione maculare senile LA TABELLA DEGLI ALIMENTI UTILI PER LA SALUTE DELLA VISTA OGNI 5/7 ANNI OLTRE I 65 ANNI OGNI 2/3 ANNI ALIMENTAZIONE Una dieta corretta è utilissima alla salute degli occhi. La retina, infatti, è uno dei tessuti del corpo a più elevato metabolismo, e per questo, molto vulnerabile. Per garantirne il perfetto funzionamento è necessario l’apporto costante di principi nutritivi in grado di proteggerla. Altre parti dell’occhio, come la cornea e il cristallino, sono naturalmente colpite dal processo di ossidazione causato, prima di tutto, dai radicali liberi. E i globi oculari risentono molto della carenza di zinco e Vitamina C. I principi nutritivi indispensabili che non devono mai mancare sulla nostra tavola sono frutta e verdura. È stato dimostrato che i vegetali a foglia verde SI Tutte le qualità di verdure e di frutta Pesce Carne bianca Olio extravergine di oliva Pane integrale Cioccolato fondente Vino rosso (1-2 bicchieri al giorno) Mandorle, noci, nocciole Tè verde Legumi Sale Zuccheri raffinati Alcool Caffeina DA EVITARE Carni rosse Dolci IL PIÙ POSSIBILE Pane raffinato Bibite dolcificate Alimenti grassi Salumi Formaggi stagionati 26 27 IGIENE CARNE ROSSA E SOVRAPPESO DANNEGGIANO GLI OCCHI. Un recente studio pubblicato sull'American Journal of Epidemiology evidenzia una correlazione fra l’assunzione di carne rossa e l’insorgenza di una patologia grave che colpisce la retina, la degenerazione maculare senile, che può portare anche alla cecità. Ad esempio, le persone che consumano più di 10 porzioni di carne rossa alla settimana hanno il 50% di probabilità in più che la retina si deteriori con l'età rispetto a chi ne consuma meno di 5. Un altro studio riguardante questa malattia è stato condotto dall'Università di Melbourne: i ricercatori hanno scoperto che anche l'aumento di peso negli uomini di mezza età può far sviluppare la degenerazione maculare. Gli autori della ricerca hanno spiegato che l'obesità è uno stato pre-infiammatorio e che l'infiammazione vera e propria è direttamente coinvolta nell'insorgere della patologia. La ricerca è stata effettuata su circa 21.000 persone tra i 40 e i 65 anni, la cui circonferenza del punto vita è stata monitorata in confronto alla comparsa della patologia: negli uomini il rischio di manifestare la degenerazione maculare incrementa del 75% per ogni aumento di 0,1 del rapporto circonferenza vita/circonferenza glutei. L’ATTIVITÀ SPORTIVA Praticare tutti i giorni attività fisica è il segreto per stare bene in senso generale, ma anche per proteggere la vista. Consente di mantenere attiva la muscolatura, favorisce il ricambio interno, aiuta il corretto metabolismo. La salute degli occhi è legata al buon funzionamento degli organi del corpo, compreso il sistema cardiovascolare, il metabolismo epatico, il rendimento del cervello, che sono favorevolmente stimolati dall’attività sportiva regolare. Quale scegliere? Non esiste una vera e propria regola in questo, invece. Basta una camminata a passo veloce tutti i giorni della durata di 30 minuti per avere subito un beneficio generale e sentirsi davvero bene! Lavaggi frequenti: questo è il semplice consiglio per mantenere una buona pulizia dell’occhio. I lavaggi devono coinvolgere anche ciglia e sopracciglia, che hanno la funzione naturale di “raccoglitori” di elementi naturali in grado di danneggiare l’occhio, come polveri, particelle aeree, etc. Si tratta di vere e proprie barriere che vanno lavate con acqua abbondante e, nel caso della popolazione femminile, struccate con detergenti in grado di assicurare la rimozione totale dei cosmetici utilizzati. Anche la scelta dei prodotti è importante e non per un fattore connesso alla moda e ai marchi: i trucchi devono essere testati e garantiti perché più sicuri dal punto di vista della qualità. Si consiglia di scegliere quindi prodotti ipoallergenici o “per occhi sensibili”: questi non eliminano il rischio di dermatiti allergiche da contatto, che possono comunque essere causate da allergia della singola persona a una determinata componente del cosmetico. In sintesi, quindi, è bene effettuare più lavaggi del viso con acqua corrente durante la giornata o almeno un lavaggio completo la sera per l’igiene generale degli occhi e utilizzare sempre prodotti detergenti di qualità in caso di trucco agli occhi. 28 29 PROTEGGERE LA VISTA DEI BAMBINI CONSIGLI GENERALI Meglio evitare di leggere o scrivere con luce scarsa: per non affaticare gli occhi e mantenerli in una condizione di riposo visivo, la luce deve essere diretta sul testo quando si scrive e la stanza deve avere un'illuminazione di fondo. Leggere e scrivere al computer non è dannoso, purché almeno ogni due ore si faccia una pausa di riposo per gli occhi di qualche minuto. Non abusare delle lenti a contatto soprattutto se morbide: indossarle al massimo per 8-10 ore al giorno. Circa il 15% degli utilizzatori di lenti a contatto a causa dell'abuso presentano fenomeni d’intolleranza e allergia (irritazione, fotofobia, eccetera). Evitare, se possibile, l’esposizione degli occhi alle radiazioni UV prodotte da lampade abbronzanti: in quel caso non dimenticare mai di proteggere gli occhi con gli appositi occhialini. BAMBINI E SALUTE DEGLI OCCHI La visione non è innata e non resta uguale per tutta la vita, ma si modifica nel corso della crescita perché l'occhio è programmato per apprendere. Per questo è necessario fare molta attenzione ad alcuni atteggiamenti dei bambini, anche involontari, prima dell’età scolare, che potrebbero segnalare problemi di vista. Secondo i dati degli esperti della SOI (Società Oftamologica Italiana), il 6% dei bambini tra 1 e 5 anni presenta alterazioni visive, quali strabismo, astigmatismo e miopia. Più del 10% dei bambini, invece, presenta arrossamenti agli occhi, affaticamento a leggere e scrivere, mal di testa dopo aver visto la televisione, scritto al computer o durante una lettura prolungata. Disturbi che, spesso, dipendono da difetti di visione non ben identificati nella prima infanzia. BAMBINI E TV-VIDEOGIOCHI La Tv può essere un ottimo indicatore di difetti visivi: se il bambino tende ad assumere una posizione non retta, ma china la testa da un lato, chiude uno degli occhi, si avvicina molto allo schermo è bene sottoporlo a una visita da uno specialista. Per quanto riguarda, invece, i possibili danni visivi dovuti a una lunga permanenza davanti alla TV, oppure fissando la consolle di un videogioco, il rischio che corrono i bambini come gli adulti è quello definito della sindrome da “occhio secco”. È bene quindi interrompere la visione dopo un tempo ragionevole e abituare i bambini ad alternare la TV o i videogiochi con altre attività possibilmente all’aria aperta. BAMBINI ED ESPOSIZIONE SOLARE In spiaggia si vedono bimbi generalmente senza occhiali da sole e questo può danneggiare gravemente i loro occhi delicati. Fino ai 12 anni, infatti, l’occhio è immaturo e più sensibile ai raggi UV. Purtroppo le scottature solari prese prima dei 10 anni più facilmente delle altre possono tradursi in tumori pigmentati, melanomi, in tarda età. BAMBINI E MISURAZIONE DELLA VISTA Già al terzo/quarto anno di età uno specialista è in grado di misurare l’acuità visiva dei bambini. È compito dell’ortottista, dottore in Ortottica e assistenza oftalmologica, il 30 31 professionista sanitario specializzato nella prevenzione, valutazione e riabilitazione ortottica dei disturbi visivi, e nell’esecuzione di esami strumentali oculistici. L’ortottista può sottoporre il piccolo al test E di Albini, carattere di lettura per i bambini in età prescolare. Si richiede di riconoscere l'orientamento delle E iniziando da quelle più grandi, procedendo verso il basso fino alla riga in cui non si è più in grado di valutare l'orientamento di almeno metà dei caratteri. A questo punto i decimi che vengono indicati sulla destra (numeri piccoli) della riga precedente corrispondono alla capacità visiva dell'occhio esaminato. BAMBINI E LENTI A CONTATTO Non esiste un’età predefinita per indossare le lenti a contatto come alternativa degli occhiali. La decisione deve essere intrapresa dallo specialista, anche se vi sono casi di neonati ai quali sono state applicate le lenti a contatto a causa di problemi dell'occhio che non potevano essere curati altrimenti. Dopo la decisione positiva del medico, è necessario valutare se il bambino è grande e maturo abbastanza per indossare le lenti a contatto e quale sia il suo stile di vita, oltre ai suoi problemi visivi. Per l’utilizzo delle lenti a contatto da parte dei bambini più piccoli (0-3 anni) sarà inoltre fondamentale la collaborazione dei genitori, sia nelle fasi di applicazione e rimozione che per la quotidiana manutenzione delle stesse. Dopo i 7 anni d'età, l’occhio del bambino ha ormai assunto una struttura definitiva e i parametri contattologici sono quindi equivalenti a quelli dell’adulto. Si ritiene che dai 7 anni in poi il bambino sia autonomo nell’applicazione, nella rimozione e nella pulizia delle proprie lenti a contatto. IL 3D FA MALE AGLI OCCHI DEI PIÙ PICCOLI? Nintendo, azienda storica di videogiochi, sul proprio sito avverte che la nuova consolle di gioco portatile, il 3DS, non dovrà essere usata nella modalità a tre dimensioni da parte dei giocatori sotto i 6 anni. Come spiega il comunicato rilasciato dalla Compagnia "i bambini dai sei anni in giù potranno giocare solo in modalità 2D poiché esporre gli occhi a immagini in 3D per un lungo periodo può avere effetti negativi sulla vista". Il pericolo maggiore per i bambini di età inferiore ai 6 anni è lo strabismo, in quanto la vista non è completamente sviluppata fino a 7 anni e, giocando in 3D, i due occhi sono obbligati a guardare in direzioni diverse: uno si muove normalmente mentre l’altro fissa da un’altra parte con il risultato, in caso di esposizione prolungata, di una perdita del senso di profondità. Solo dopo i 7 anni, il bambino è in grado di percepire correttamente la visione stereoscopica in 3D. Nintendo ha comunque messo in guardia anche gli adulti, consigliando una pausa ogni 30 minuti di gioco per evitare giramenti di testa e senso di nausea. 32 33 ONCOLOGIA OCULARE ANCHE GLI OCCHI POSSONO ESSERE COLPITI DA TUMORE I tumori oculari provocano lo 0.1% dei decessi causati da patologie tumorali. Nell’infanzia, i tumori più frequenti sono il retinoblastoma e il rabdomiosarcoma, nell’età adulta circa il 90% è rappresentato dal melanoma dell’uvea. Poiché la maggior parte dei tumori è rappresentata dal melanoma, è diventata una consuetudine considerare i tumori dell’adulto come surrogato del melanoma oculare. La grande varietà delle forme neoplastiche dell’occhio e degli annessi oculari richiede conoscenze approfondite e specifiche: per questo l’oncologia oculare è oggi considerata una disciplina distinta che richiede oftalmologi formati a livello specialistico e dedicati alla diagnosi e al trattamento di tali patologie all’interno di Centri di Oncologia Oculare presenti sul territorio nazionale. LE DIFFERENTI FORME DI TUMORE I TUMORI DELLE PALPEBRE Le palpebre sono una sede frequente di neoplasie per le persone adulte: infatti, circa il 5-10% di tutti i tumori cutanei si localizza nelle palpebre. La maggior parte dei tumori è benigna: tra le forme maligne, oltre l’80% è un tumore della pelle abbastanza comune che si chiama “epitelioma o carcinoma a cellule basali”. I TUMORI DELLA CONGIUNTIVA Sono congeniti o acquisiti, benigni, potenzialmente maligni o maligni. Nella maggior parte dei casi hanno origine dall’epitelio (lo strato di cellule più superficiale) o dai melanociti (cellule presenti normalmente nell’epitelio congiuntivale). La neoplasia intraepiteliale corneo-congiuntivale è la più frequente neoplasia della superficie oculare, mentre il carcinoma a cellule squamose rappresenta il tumore maligno più comune. I tumori pigmentati sono benigni nella maggior parte dei casi, ma vanno sempre considerati come possibili portatori di malignità, con un percorso simile a quello che porta alla formazione del melanoma cutaneo. Il melanoma è un tumore raro, che rappresenta circa il 2% dei tumori oculari maligni. I TUMORI DELL’UVEA Il melanoma uveale ha un’incidenza di 2-8 casi per milione, per anno, nella popolazione caucasica. È il tumore primitivo intraoculare più frequente nell’adulto, l’età media alla presentazione è tra i 50 ed i 60 anni. Circa il 90% si localizza nella coroide, la sopravvivenza è pari al 50% a 10 anni. I TUMORI DELLA RETINA Il retinoblastoma è una forma di tumore che nasce dal neuroepitelio retinico, la sezione della retina posta verso la cavità vitreale e formata dalla catena di cellule coinvolte nella percezione dello stimolo luminoso. È il tumore maligno oculare più comune durante l’infanzia (l’incidenza varia da 1 bambino su 14.000-34.000). Può presentarsi in forma ereditaria (nel 6% dei casi), o sporadica e coinvolgere uno o entrambi gli occhi. La sopravvivenza ormai è praticamente pari a circa il 95% a cinque anni dalla diagnosi ed oltre l’80% a trentacinque anni dalla diagnosi. I TUMORI ORBITARI Il rabdomiosarcoma rappresenta il tumore orbitario maligno più frequente nell’infanzia. Attualmente, le percentuali di sopravvivenza sono superiori al 90%. I TUMORI DELLA GHIANDOLA LACRIMALE L’adenoma pleomorfo è un tumore benigno che insorge generalmente in età adulta. Quando si tratta di tumore maligno, questo deriva molto frequentemente dalla trasformazione maligna di un adenoma pleomorfo pre-esistente. I SINTOMI DELLE FORME TUMORALI PIÙ COMUNI La maggior parte dei retinoblastomi si manifesta con il riflesso bianco in campo pupillare (leucocoria), ma non è infrequente, come primo segno della malattia, il riscontro di uno strabismo associato o meno alla leucocoria. Quando è presente una storia familiare positiva per retinoblastoma, i bimbi vanno osservati prima che insorga la leucocoria. Il melanoma irideo (l’iride rappresenta la porzione più anteriore dell’uvea, quella più accessibile all’osservazione) si presenta in forma circoscritta o diffusa, quindi ogni pigmentazione dell’iride deve allertare il paziente. Il melanoma ciliare (il corpo ciliare è la porzione intermedia, nascosta dietro l’iride) può provocare disturbi visivi o cataratta soltanto in fase avanzata, 34 35 quando abbia raggiunto dimensioni tali da rendersi visibile. Il melanoma coroideale si sviluppa generalmente in maniera asintomatica tuttavia, qualora sia localizzato al polo posteriore, può determinare una riduzione dell’acuità visiva. scarsamente pigmentati, si può utilizzare la terapia fotodinamica, introdotta di recente per il trattamento di alcune patologie retiniche, che ha dimostrato una certa efficacia in questi tumori. Altri sintomi riferiti dai pazienti sono i fosfeni (flash luminosi) o i deficit del campo visivo, che possono essere attribuiti alla presenza di un distacco retinico associato alla neoformazione. L’avvento delle terapie biologiche, che utilizzano sostanze naturali capaci di attivare il sistema immunitario per indurre una risposta nei confronti del tumore, si è rivelato di grande aiuto per il trattamento dei carcinomi delle palpebre, per i quali si può utilizzare un farmaco, sotto forma di crema, in alternativa alla chirurgia. Il carcinoma basocellulare si localizza preferibilmente nella palpebra inferiore e nell’angolo interno, quindi nella palpebra superiore e nell’angolo esterno. Si presenta, solitamente, come un nodulo non dolente, di consistenza dura, aderente ai piani sottostanti, talvolta con un’ulcerazione centrale. Qualsiasi nodulo che non regredisce o un’ulcerazione palpebrale che non guarisce deve essere valutata da uno specialista. La terapia biologica con interferone iniettato entro la lesione ha prodotto ottimi risultati nel trattamento dei linfomi congiuntivali, mentre per i linfomi orbitari sembra particolarmente efficace un anticorpo monoclonale, il rituximab, diventato disponibile di recente. La comparsa di una macchia pigmentata o di un nodulo roseo sulla superficie dell’occhio può rappresentare un nevo o una neoplasia. LE TERAPIE ALL’AVANGUARDIA NELLA CURA DEI TUMORI OCULARI Per quanto riguarda il retinoblastoma, l’evento più significativo è stato l’introduzione della chemioriduzione, una modalità di trattamento che consente di ridurre il volume del tumore e, quindi, di trattare il residuo tumorale riducendo gli effetti collaterali prodotti dalla terapia. Nei casi più avanzati, ultimamente, si è tentato di evitare la rimozione del bulbo attraverso una speciale modalità di somministrazione della chemioterapia “intraarteriosa” che porta il farmaco all’interno dell’occhio, ottimizzando la concentrazione ed eliminando alcuni effetti collaterali. Per la terapia del melanoma uveale, la modalità di trattamento più utilizzata nel mondo è la brachiterapia, una forma di radiazione a contatto nota da molto tempo. Oggi si utilizzano, però, sostanze radioattive come il rutenio e lo iodio, che hanno la capacità di focalizzare le radiazioni sul tumore, riducendo l’irradiazione ai tessuti vicini e gli effetti collaterali conseguenti. Alla brachiterapia, poi, si può associare la termoterapia transpupillare che consente una necrosi più rapida e più completa del melanoma. Nei melanomi PREVENZIONE La rarità dei tumori intraoculari non giustifica uno screening su larga scala della popolazione, come avviene per il tumore al seno o alla prostata. È importante, però, una diagnosi precoce che consente di ricorrere a modalità di trattamento conservativo, permettendo di salvare innanzitutto la vita del paziente, di conservare l’occhio e, se possibile di mantenere una certa funzione visiva. Nel caso del melanoma vi sono comunque dei fattori di rischio che debbono essere osservati con particolare attenzione, perché predispongono all’insorgenza del tumore, come la melanocitosi oculodermica (una lesione che crea una pseudo pigmentazione) e il nevo coroideale 36 PATOLOGIE OCULARI. ALCUNE NOVITÁ IN AMBITO SCIENTIFICO LE CELLULE STAMINALI: UNA SPERANZA CONCRETA PER LE PATOLOGIE OCULARI Una tecnica innovativa è stata sperimentata con successo su 3 pazienti che presentavano cornee lesionate. Sono state preparate lenti a contatto rivestite con cellule staminali prelevate dall’occhio sano di ciascun individuo. Le lenti “rinforzate” con tali cellule sono state poi innestate sulle cornee danneggiate e lasciate a contatto 10 giorni, tempo necessario alle staminali per la riparazione del tessuto. L’intervento ha determinato un sensibile miglioramento della vista nei pazienti. Lo studio è stato condotto dai ricercatori della University of New South Wales di Sidney ed è stato pubblicato sulla rivista Transplant. Anche l'Italia è impegnata in questa tipologia di ricerca pur non lavorando con le embrionali. Il Centro di Medicina Rigenerativa dell'Università di ModenaReggio Emilia da anni lavora con le staminali della cornea per eseguire i trapianti e sta praticando alcune importanti sperimentazioni cliniche. L’obiettivo è mettere a punto un protocollo per la cecità bilaterale, cioè per quei pazienti che non hanno più tessuto residuo indispensabile per i trapianti. I ricercatori ricavano le cellule staminali dal cavo orale del paziente e le coltivano fino a quando non ottengono una membrana trasparente che mima molto da vicino le funzioni corneali e non causa la formazione di vasi sanguigni sulla cornea, fatto che rende difficoltosi i trapianti. Si tratta di una tecnica poco invasiva basata sull'utilizzo di staminali adulte che non danno problemi di rigetto. BUONE NOTIZIE PER CHI SOFFRE DI GLAUCOMA IN FORMA LIEVE. È stata scoperta una terapia rapidissima che agisce in soli due minuti concentrando l’invio di raggi a ultrasuoni per alleviare la pressione che causa il glaucoma agli occhi. L’équipe di ricerca francese ha messo a punto una tecnica ad ultrasuoni che blocca la degenerazione della patologia senza obbligare il paziente, quindi, a sottoporsi all’intervento chirurgico tradizionale. L’operazione dura addirittura meno di due minuti, senza stress e con ottimi risultati. UN GENE ASSOCIATO ALLA MIOPIA. Alcuni scienziati hanno recentemente scoperto un gene associato alla miopia. La loro scoperta, presentata sulla rivista Nature Genetics, consente di comprendere le basi genetiche della malattia dell'occhio più diffusa nel mondo. 37 I ricercatori, guidati dal King's College di Londra, affermano che mentre la scoperta di un gene non comporta automaticamente la disponibilità immediata di un trattamento, esistono tuttavia già una serie di terapie geniche efficaci per alcuni disturbi oculari. La miopia potrebbe quindi essere una malattia potenzialmente trattabile tramite la riparazione genica, secondo il team. La maggior parte dei casi di miopia non sono gravi, ma il 2 - 3% sono casi patologici che includono l'emorragia maculare, il distacco della retina, il glaucoma precoce, i quali potrebbero portare alla cecità. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che esiste un antidoto “naturale” per la miopia: recarsi all'aperto e guardare verso l'orizzonte. Il lavoro odierno costringe gli occhi a essere costantemente in tensione nel concentrarsi su oggetti vicini: documenti da leggere e monitor da guardare. Guardare la televisione, lavorare in città con edifici alti, guidare nel traffico intenso… In genere le persone hanno oggi meno possibilità di guardare lontano, soprattutto nelle aree urbane. Questi fattori influenzano lo sviluppo della vista dei bambini, ma peggiorano anche quella di molti adulti. LA TERAPIA INTRAVITREALE Si tratta di una tecnica di recente introduzione praticata in sala operatoria, che prevede l’iniezione di farmaci direttamente all’interno dell’occhio per il trattamento di alcune patologie retiniche e maculari. L’ago attraversa la sclera e riversa il contenuto nella cavità oculare interna. I farmaci intravitreali più utilizzati sono il Lucentis e l’Avastin che hanno un ruolo molto importante nella gestione di malattie come la Degenerazione maculare Senile e la Retinopatia Diabetica. Entrambi i farmaci sono definiti anti-VEGF, ovvero contro una molecola capace di stimolare la proliferazione di nuove arterie e vene. Il VEGF (fattore di crescita delle cellule endoteliali vascolari) è una molecola indispensabile per un corretto sviluppo della vascolarizzazione corporea. Nelle patologie caratterizzate da un danno ischemico come quelle citate, il VEGF è prodotto in eccesso: da qui la necessità di utilizzare farmaci che controllino una crescita anomala dei vasi sanguigni o la fuoriuscita di fluido dei capillari. CHIRURGIA DELLA CATARATTA. PRIMI INTERVENTI CON LENTI MODIFICABILI ALLA LUCE. A Milano sono stati effettuati i primi impianti italiani di lenti modificabili con la luce dopo l'intervento. La lente hi-tech, sviluppata in California, è composta da un polimero di silicone scoperto dal premio Nobel per la chimica del 2005. 38 39 Una volta impiantata nell'occhio, può essere modificata con la luce per adattarsi perfettamente alle necessità del singolo paziente: questo permette di poter offrire soluzioni personalizzate, con una migliore correzione dei problemi della vista come l’astigmatismo. Ciò è più evidente nei forti difetti di rifrazione, nelle anisometropie elevate, specie dove non vi è tolleranza alle lenti a contatto, e in caso di attività lavorative in cui i presidi ottici creano innegabili svantaggi (atleti, rappresentanti delle forze dell’ordine, militari, etc.). La chirurgia per la cataratta è una pratica diffusa nel mondo, con più di 15 milioni di interventi realizzati ogni anno. Il chirurgo rimuove il cristallino opaco dall'occhio e lo sostituisce impiantando una lente artificiale. L’accurata selezione del paziente, valutando le caratteristiche cliniche e le motivazioni dell’intervento, nonché la valutazione della tipologia di intervento, sono assolutamente necessarie alla luce del fatto che l’atto chirurgico non è sempre reversibile e delle eventuali complicanze comuni a tutti gli interventi chirurgici oculari. Dopo l’impianto della nuova lente fotosensibile durante le prime settimane dopo l'intervento, i pazienti dovranno indossare occhiali speciali con filtro UV per proteggere l’occhio fin quando la lente non è personalizzata. LA CHIRURGIA REFRATTIVA Oggi vi è un’alternativa terapeutica ai vizi di rifrazione: l’intervento chirurgico. La chirurgia refrattiva trova le applicazioni più vantaggiose quando, escluso il semplice desiderio estetico di eliminare gli occhiali, vi siano caratteristiche oculari e ambientali che impediscano al paziente la capacità di utilizzo della vista al meglio. Ogni atto di chirurgia rifrattiva risolve il solo vizio di rifrazione. L’intervento potrà però ragionevolmente mirare a una riduzione del potere dell’occhiale o, nei casi più favorevoli, alla sua completa eliminazione con diminuzione dei fastidi e delle distorsioni che a essi si accompagnano. Pertanto per non incorrere in errori e incomprensioni sui programmi prefissi e sui risultati raggiunti, è indispensabile che il paziente sia informato in modo esauriente cosicché il suo consenso all’intervento sia motivato e convinto. 40 41 LE RISPOSTE SCIENTIFICHE ALLE DOMANDE DI TUTTI. INFORMARSI, APPROFONDIRE, LEGGERE… • Lucio Buratto, L’occhio, le sue malattie e le sue cure, Volume I, Springer, Milano, 2010. • William G. Christen e coll. Dietary Carotenoids, Vitamins C and E, and Risk of Cataract in Women. Mi hanno detto che, in quanto miope, avrò figli con lo stesso difetto. La miopia si trasmette di generazione in generazione? L’aggettivo “ereditario” implica che un carattere può essere trasmesso dai genitori ai figli. In questo senso la miopia può considerarsi ereditaria ma anche per un motivo connesso a fattori ambientali. La miopia è più frequente nelle popolazioni asiatiche e in quella ebrea rispetto a quelle di etnia africana perché le prime hanno sottoposto gli occhi a un’attività visiva che li costringeva a concentrarsi sul “vicino”. Pensiamo agli orafi, fin dal Medioevo, agli amanuensi, ai sarti, agli studiosi… Tutte attività che richiedevano all’occhio uno sforzo massimo da vicino. Esiste un tratto di ereditarietà di “razza” ma anche di famiglia, anche se non esistono oggi studi che indichino con precisione che tipo di ereditarietà entri in gioco. Meglio sottoporre i bambini fin da piccolissimi a una visita oculistica seria, non si sa mai… • Arch Ophthalmol. 2008;126 (1):102-9. • Red Meat and Chicken Consumption and Its Association With Age-related Macular Degeneration • Elaine W.-T. Chong, Julie A. Simpson, Luibov D. Robman, Allison M. Hodge, Khin Zaw Aung, Dallas R. English, Graham G. Giles and Robyn H. Guymer • American Journal of Epidemiology 2009 169(7):867-876; doi:10.1093/aje/kwn393 • http://www.c-d-v.it/ • http://server1.fisica.unige.it/~tuccio/SSIS/visione.html • www.medicinalive.com • www.bmctoday.net • www.crstodayarchive.com • www.sedesoi.com • http://www.nature.com/ng/index.html • www.aao.org Passo tutta la giornata davanti al computer per lavoro. I miei bambini, invece, non vorrebbero mai staccarsi da Tv e consolle dei videogiochi. Tutto questo danneggia la vista, vero? Il monitor trasmette una quantità modestissima di radiazioni non pericolose a livello oculare. È comunque opportuno evitare che i bambini siano seduti a meno di due metri dalla TV o di 60 cm dal videoterminale, che l’impegno visivo in queste condizioni non superi le due ore nell’arco della giornata e che vi sia una illuminazione diffusa ed uniforme. Il segreto per far riposare gli occhi è alzarsi dal monitor o spegnere la Tv, chiudere gli occhi più volte per aumentare la lacrimazione, muoversi, anche se si tratta di pochi passi. Distogliere lo sguardo da un punto fisso fa sempre bene. E l’attività fisica, com’è stato dimostrato da moltissime ricerche ormai, è un toccasana anche per proteggere gli occhi! Mi hanno parlato di un esame specifico della vista per i bambini neonati. È davvero così utile? La prova del “riflesso rosso” è essenziale per il precoce riconoscimento di situazioni che potenzialmente possano mettere in pericolo la visione o la vita, come la cataratta, il glaucoma, il retinoblastoma, le anomalie retiniche, le malattie sistemiche con manifestazioni oculari e forti errori di rifrazione. La prova del riflesso rosso utilizza la trasmissione della luce da un oftalmoscopio, attraverso tutte le parti normalmente trasparenti dell’occhio di una persona, incluso lo strato sottile delle lacrime, la cornea, l’umor acqueo, il cristallino e l’umor vitreo. Questa luce, riflessa dal fondo dell’occhio, è 42 43 trasmessa all’indietro, attraverso i mezzi ottici e attraverso l’apertura dell’oftalmoscopio, fino all’occhio dell’esaminatore. Ogni fattore che impedisca o blocchi queste vie ottiche comporterà un’alterazione del riflesso rosso. Un’alterazione del riflesso rosso può essere dovuta a muco o altri corpi estranei presenti nello strato sottile delle lacrime, opacità corneali, opacità dell’umor acqueo, alterazioni dell’iride, che compromettano l’apertura della pupilla, cataratta, opacità del vitreo, alterazioni retiniche, compresi i tumori o i colobomi corio-retinici, malformazioni che colpiscono una delle strutture dell’occhio, la coroide o la retina ma anche l’iride, la palpebra e il nervo ottico. Possono determinare alterazioni o asimmetrie del riflesso rosso anche errori gravi o ineguaglianze della rifrazione (che necessitano di occhiali) e lo strabismo. Variazioni significative del riflesso rosso sono presenti in bambini di differenti etnie e gruppi etnici, in seguito ai differenti livelli di pigmentazione del fondo oculare. In generale, tutti i bambini con una storia familiare positiva per neuroblastoma, cataratta congenita infantile e giovanile, glaucoma o alterazioni retiniche devono essere inviati a un oculista pediatra per un esame completo degli occhi, indipendentemente dalla prova del riflesso rosso, perché sono portatori potenziali di anomalie oculari ad alto rischio per la visione. Un dubbio: lo strabismo è ereditario? Lo strabismo è una deviazione di uno o entrambi gli occhi rispetto al punto di fissazione (gli assi visivi non sono, quindi, diretti verso lo stesso punto dello spazio) e viene distinto a seconda della direzione di tale deviazione: strabismo convergente (l’occhio è deviato verso l’interno), strabismo divergente (l’occhio è deviato verso l’esterno) e strabismo verticale (l’occhio è deviato verso l’alto o il basso). Lo strabismo può essere congenito, a insorgenza precoce o tardiva, costante o intermittente (la deviazione è presente solo in alcuni momenti della giornata), monolaterale (interessa sempre e solo un occhio) o alternante (interessa i due occhi alternativamente). La gran parte dei difetti di vista presenti in famiglia viene ereditato: questo accade anche per lo strabismo, ma non solo. Lo strabismo può essere legato ad anomalie oculari, difetti refrattivi (ipermetropia ad esempio) o paresi di uno dei muscoli oculari. In caso però di genitore che presenti difetti visivi è sempre bene far visitare il proprio figlio precocemente dal pediatra oculista. Il calo della vista è fisiologico? Ho quarant’anni e non mi sembra di vederci più come una volta… Sì, esiste un calo della vista fisiologico, come accade per altri organi del nostro corpo. Alcune patologie come la presbiopia, che rende necessario l’uso degli occhiali per la lettura da vicino, sono legate all’avanzare dell’età, così come altre patologie più gravi come la degenerazione maculare senile… La presbiopia non è un vero e proprio difetto della vista ma rappresenta la fisiologica e naturale evoluzione dell’occhio negli anni. Si tratta di una perdita di elasticità del cristallino che comincia a venir meno dopo i 40 anni di età: con gli anni siamo destinati praticamente tutti a diventare presbiti e costretti quindi ad aiutarci tramite l’uso di occhiali o lenti a contatto. Il calo della vista è comunque un sintomo importante, da non sottovalutare e che richiede quindi una visita immediata presso un medico specialista. Ho sentito dire che il trucco agli occhi può danneggiarli. Non vorrei rinunciare a sentirmi più sicura ma, al contempo, vorrei davvero non “fare danni”! L’occhio è un organo delicatissimo, l’abbiamo scritto più volte, e il trucco rappresenta un potenziale elemento “inquinante” dato che l’eye-liner e mascara vengono a contatto con alcune parti dell’occhio, come la linea interna dell’occhio, le ciglia… Meglio truccare gli occhi in modo leggero, usando prodotti di qualità che non contengano ingredienti nocivi e, soprattutto, non dimenticare mai di struccare gli occhi alla fine della giornata, operazione che garantisce la perfetta pulizia dell’occhio eliminando così i residui di trucco che, dopo molte ore, possono catturare lo sporco e provocare qualche irritazione. Il trucco è permesso senza eccessivi problemi ma con gli accorgimenti che abbiamo indicato in precedenza. Per quanto riguarda il trucco permanente o semipermanente, pratica diffusa negli ultimi anni che ha riguardato non solo le labbra ma anche l’occhio, solitamente viene effettuato con pigmenti naturali ad acqua che non dovrebbero danneggiare l’occhio (tranne casi di allergia ad una specifica componente): il consiglio è quindi di farsi truccare da professionisti del settore che possano garantire l’esperienza, la qualità dei prodotti, l’igiene. Non so se sostituire gli occhiali con le lenti a contatto. Fanno male agli occhi? Sono oltre due milioni e mezzo gli italiani che utilizzano lenti a contatto in sostituzione degli occhiali. Ne esistono in commercio diversi tipi, dalle lenti a contatto morbide usa e getta giornaliere a quelle semirigide (conosciute anche come lenti a contatto gas permeabili), dalle lenti a contatto colorate che 44 45 consentono di dare una colorazione diversa all'iride alle lenti a contatto rigide, anche se queste ultime, ormai, stanno man mano lasciando spazio alle lenti a contatto semirigide. Le lenti a contatto non sono dannose per gli occhi, sono semplicemente alternative all’occhiale, ma è necessario fare molta attenzione durante il loro utilizzo. La pulizia è fondamentale per la conservazione delle lenti a contatto non di uso giornaliero ma anche per la tutela della salute dell'occhio. Oltre a lavarle bene con le soluzioni antiproteiche è bene sostituire i contenitori delle lenti ogni mese. Per quanto riguarda quelle giornaliere, one day, bisogna buttarle dopo l'uso anche se sono state usate solo per poche ore. Da evitare il contatto delle lenti con l'acqua del rubinetto: meglio evitare di farsi la doccia indossandole perché l'acqua corrente potrebbe contaminare la lente attraverso alcuni germi presenti nell’acqua tra cui lo Pseudomonas, Stafilococco, Streptococco, Candida e Acantameba. Quest’ultimo è causa della maggior parte delle infezione agli occhi: in concomitanza di una piccola abrasione nell'occhio, il germe penetra nell'organismo e può provocare ascessi e cheratiti corneali irreversibili. Appena l’occhio si dimostra stanco o sofferente, è sempre bene utilizzare gli occhiali. Si consiglia di togliere le lenti almeno un'ora prima di andare a letto, lavarsi sempre le mani prima di maneggiarle evitando l'utilizzo delle saponette (dove si possono annidare i germi) e utilizzando un dispenser di sapone liquido, infine, non pulire mai le lenti con la saliva. Per quanto riguarda il mare, si consigliano vivamente le lenti “usa e getta” e di utilizzare gli occhialini per fare il bagno perché la lente a contatto rischia di assorbire le impurità dell'acqua del mare. Fortunatamente i danni irreparabili sono molto rari ma riguardano prevalentemente i giovani e giovanissimi, meno attenti a seguire le regole d’igiene e di corretto uso che abbiamo riassunto qui. È vero che alcune malattie possono indebolire la vista o addirittura provocare ulteriori patologie dell’occhio? Purtroppo è vero. Come abbiamo scritto in precedenza, le patologie dell’occhio possono essere conseguenza di altre patologie, come accade per il diabete e la retinopatia diabetica. Accade anche in seguito ad alcune malattie autoimmuni, come quelle alla tiroide, causa di una patologie che si chiama “orbitopatia tiroidea”. Persino la sindrome dell’occhio secco, una patologia oculare ormai molto diffusa, può essere conseguenza di malattie come il diabete e l’epatite. Le alterazioni ormonali possono causare invece il cosiddetto “occhio rosso”. I pazienti affetti da morbo di Crohn e rettocolite, come molte malattie infiammatorie croniche dell’intestino, presentano spesso alterazioni oculari. L’occhio quindi è un organo delicato che risente dell’equilibrio e dello stato generale dell’organismo. Un fisico in buona salute è garanzia molto spesso di un apparato visivo in buona salute. Non avevo mai sentito parlare di tumore alla palpebra finché non è stato diagnosticato a un conoscente. È grave? Sì, purtroppo esistono i tumori connessi all’organo dell’occhio anche se, fortunatamente, non sono molto frequenti. La regione palpebrale è sede frequente di tumori benigni e maligni, epiteliali e melanotici. In linea generale vanno considerate benigne quelle lesioni che, pur presenti da molti anni, non hanno subito modificazioni di aspetto e di dimensione nel tempo. Al contrario, l'accrescimento rapido e progressivo, la presenza di ulcerazione, il sanguinamento o la perdita parziale delle ciglia richiedono un'indagine clinica per scartare con certezza l'evoluzione maligna. Le forme di tumori alle palpebre più frequenti sono gli “epiteliomi”, che si localizzano all’angolo interno delle palpebre nella porzione inferiore. Compaiono intorno ai 60 anni e si manifestano più frequentemente in soggetti di carnagione chiara che hanno una storia di esposizione alle radiazioni. Nei carcinomi palpebrali, la diagnosi richiede un esame con lampada a fessura fotografica, uno strumento che consente di osservare con un certo ingrandimento e di fotografare la lesione. Le caratteristiche cliniche orientano verso la diagnosi, ma la conferma si ottiene facendo una biopsia, vale a dire prelevando un piccolo frammento di tessuto tumorale ed esaminandolo istologicamente. Prendere il sole al mare fa male agli occhi? I raggi del sole emettono molteplici radiazioni, ma non tutte mettono a rischio la salute dei nostri occhi. Dell’enorme quantità di radiazioni solari, quelle che ci interessano sono le ultraviolette, da cui l’abbreviazione UV, così chiamate perché vengono dopo le radiazioni della luce visibile di colore viola. I raggi UV emessi dal sole si suddividono in dipendenza della lunghezza d’onda in raggi UV-A (400-315 nm), UV-B (315-280 nm) e UV-C (280-100 nm). Emesse dal sole, le onde ultraviolette raggiungono la stratosfera che circonda la terra attraversando lo spazio e lì vengono quasi completamente filtrate dall’ozono, un gas che funge da barriera quasi totale per le radiazioni UVB (95%) e UVC (100%). Il 99% delle radiazioni ultraviolette cui siamo sottoposti è dunque di tipo UV-A che, senza le adeguate protezioni, possono danneggiare sia la pelle 46 47 che gli occhi. Basta dotarsi di un paio di occhiali da sole con lenti a norma di legge e filtri UV-A e UV-B. È bene verificare che gli occhiali abbiano segnalato il marchio CE e citata la norma di riferimento, che vi sia indicata la dicitura “100% UV” che significa protezione totale dai raggi UV-B e UV-A. Inoltre oggi sono prodotti occhiali da sole di differenti categorie in base alla protezione dei raggi, dalla categoria 0, che filtra il 20% dei raggi, alla categoria 4, che filtra oltre il 90% dei raggi visibili. Le categorie 2 e 3, che filtrano dal 57% circa al 90% circa, sono indicate per la vita di tutti i giorni, la categoria 4 è utilizzata solitamente in condizioni estreme, sui ghiacciai, nei deserti, etc. Anche nelle giornate nuvolose, e anche quando si sta all’ombra o sotto l’ombrellone, si è ugualmente esposti ai raggi ultravioletti. Occorre inoltre fare attenzione ai raggi riflessi (ad esempio dal mare), che arrivano ai nostri occhi non in modo diretto: in questi casi l’occhio non si chiude e in quel momento non è quindi protetto. È vero che i mirtilli fanno bene alla vista? E che la glicemia alta può influenzare la capacità visiva degli occhi? Tutto vero. Le proprietà di "stimolanti" della vista dei mirtilli erano conosciute e sfruttate dai piloti della Seconda Guerra Mondiale, i quali venivano preparati alle missioni e ai voli notturni con poderose dosi di succo di mirtillo, per migliorare le loro doti visive in condizioni di luce scarsa e cangiante. I mirtilli contengono una percentuale molto alta di polifenoli. Presenti nella buccia e nel succo (da 2 a 3 grammi per kg), svolgono un'azione protettiva sulla pelle e sulla retina dell'occhio e stimolano le capacità visive. Ma le virtù dei mirtilli non finiscono qui: ai piccoli frutti blu sono attribuite anche proprietà antinfiammatorie e vaso-dilatatorie, un vero toccasana per il sistema circolatorio; in più sono rinfrescanti, antisettiche, digestive. Tanti buoni motivi per consumare quotidianamente una piccola “dose” di mirtilli! Per quel che riguarda la glicemia, ovvero la concentrazione di glucosio (zuccheri) nel sangue, quando i valori sono superiori alla norma (iperglicemia) le conseguenze per la salute sono molteplici, anche agli organi della vista. Alla glicemia alta, infatti, si accompagna una pressione arteriosa più elevata, in grado di compromettere l’afflusso di sangue all’occhio e rendere il sangue meno fluido del consueto. Chi soffre di diabete o chi ha la pressione alta, spesso, accusa anche problemi di vista: un’iperglicemia cronica, come abbiamo già scritto in precedenza, può portare retinopatie, ovvero disturbi alla retina di varia entità. Per tenere la glicemia nella norma attenzione a molti fattori, tra cui l’alimentazione! SALUTE PER GLI OCCHI Patologie più comuni, protezione, prevenzione LIBERTÀ DI SAPERE LIBERTÀ DI SCEGLIERE - Collana Sono già pubblicati e scaricabili dal sito www.fondazioneveronesi.it 1 IL TELEFONO CELLULARE Una fonte di rischio per la nostra salute? 2 TESTAMENTO BIOLOGICO Una scelta consapevole. 3 O.G.M. Una risorsa importante oppure un pericolo per la nostra salute? 18 INFERTILITÀ MASCHILE E PREVENZIONE Le risposte della scienza. 19 IL VEGETARIANISMO Una scelta etica, di salute e di gusto 20 SALUTE PER GLI OCCHI Patologie più comuni, protezione, prevenzione. 4 TUMORE E DIAGNOSI Uso dei marcatori tumorali. Patologie come indicatori di rischio 5 FUMO E SALUTE Un vizio dannoso o una dipendenza patologica? 6 LA NOSTRA PELLE Un accessorio estetico o un organo da preservare? 7 ACQUE MINERALI Una scelta di gusto o di salute? 8 SPORT Un piacevole hobby o una risorsa indispensabile per la salute? 9 PRODURRE ENERGIA DAI RIFIUTI Una soluzione necessaria a danno della salute di tutti? 10 HPV Un problema per pochi o un rischio concreto per tutti? 11 CELLULE STAMINALI La base scientifica, le future terapie. La riflessione etica al di là dello slogan ideologico. 12 PREVENZIONE ONCOLOGICA Un obiettivo solo scientifico o un progetto di vita individuale? 13 INQUINAMENTO ATMOSFERICO Una conseguenza inevitabile del vivere contemporaneo o un’emergenza da risolvere? 14 TUMORE AL SENO Il presente. Il futuro. 15 SANA ALIMENTAZIONE Una scelta di salute che allunga la vita. 16 I VIRUS Protagonisti di grandi tragedie ma anche possibili alleati per la salute. Quale evoluzione nel prossimo futuro? 17 TUMORE ALL’OVAIO Le novità che le donne devono sapere. TESTI A CURA DI Antonella Gangeri PROGETTO GRAFICO E ART DIRECTION Gloria Pedotti, Eva Scaini RISTAMPA DICEMBRE 2012 I contenuti pubblicati sugli opuscoli della collana “Libertà di sapere Libertà di scegliere”, dove non diversamente ed esplicitamente indicato, sono protetti dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941 e successive modifiche ed integrazioni, e non possono essere replicati su altri siti web, mailing list, newsletter, riviste cartacee e cd rom o altri supporti non indicati, senza la preventiva autorizzazione della Fondazione Umberto Veronesi, qualsiasi sia la finalità di utilizzo. L’autorizzazione va chiesta per iscritto via posta elettronica e si intende accettata soltanto a seguito di un esplicito assenso scritto. 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