salute per gli occhi - Fondazione per la Scienza

SALUTE
PER GLI OCCHI
PATOLOGIE PIÙ
COMUNI, PROTEZIONE,
PREVENZIONE.
LIBERTÀ DI SAPERE LIBERTÀ DI SCEGLIERE
I QUADERNI DELLA SALUTE DI FONDAZIONE VERONESI
Fondazione Umberto Veronesi - Piazza Velasca 5, 20122 Milano
Tel. +39 02 76 01 81 87 - Fax +39 02 76 40 69 66
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SALUTE
PER GLI OCCHI
PATOLOGIE PIÙ
COMUNI, PROTEZIONE,
PREVENZIONE.
LIBERTÀ DI SAPERE LIBERTÀ DI SCEGLIERE
I QUADERNI DELLA SALUTE DI FONDAZIONE VERONESI
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LE RISPOSTE DELLA SCIENZA
DIRITTO DI PAROLA.
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OCCHI, VISTA, SALUTE. OGGI
RISPONDONO GLI ESPERTI.
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GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI.
QUALCHE CENNO DI FILOSOFIA
PER COMPRENDERE MEGLIO
IL FENOMENO DELLA VISIONE.
LA SALUTE DEGLI OCCHI.
FACCIAMO IL PUNTO.
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PROTEGGERE LA VISTA DEI BAMBINI. 29
ONCOLOGIA OCULARE.
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PATOLOGIE OCULARI. ALCUNE
NOVITÀ IN AMBITO SCIENTIFICO.
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LE RISPOSTE SCIENTIFICHE
ALLE DOMANDE DI TUTTI.
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OCCHIO AL SOLE! PROTEGGERE
LA VISTA DAI RAGGI ULTRAVIOLETTI. 20
LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE
OCULARI DEVE COMINCIARE SUBITO.
FIN DA BAMBINI.
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COMITATO SCIENTIFICO CHE HA PARTECIPATO AL PROGETTO
MARIO GIOVANNI SIDERI DIRETTORE DELL’UNITÀ DI GINECOLOGIA PREVENTIVA ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA - MILANO
MICHELE PEIRETTI MEDICO SPECIALISTA IN GINECOLOGIA ONCOLOGICA ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA - MILANO
NICOLETTA COLOMBO RESPONSABILE DEL CENTRO DI ALTA SPECIALITÀ PER IL CARCINOMA OVARICO ISTITUTO
EUROPEO DI ONCOLOGIA - MILANO
GIOVANNA GATTI ASSISTENTE DIREZIONE SCIENTIFICA E COMUNICATORE SCIENTIFICO, ISTITUTO EUROPEO DI
ONCOLOGIA, MILANO
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Caro Amico,
mai citazione può essere considerata più calzante, a mio avviso, per introdurre il
tema al quale questo Quaderno è dedicato.
Per ricordare subito un’altra citazione, gli occhi sono sì “specchio dell’anima” ma
non solo. Sono organi delicatissimi, che non siamo abituati a curare con la dovuta
attenzione affidandoci troppo spesso a soluzioni “fai da te”, senza consultare il
medico specialista.
«L'occhio è il punto in cui si mescolano anima e corpo.»
Christian Friedrich Hebbel
Forse perché vederci meno conseguente al trascorrere degli anni è un dato di
fatto? Perché sembra naturale effettuare un controllo serio solo quando i problemi
di vista si aggravano? Perché le cure di “pronto intervento” si acquistano sul
bancone della farmacia o nei supermercati? Questa è solo una straordinaria
comodità, ma non può costituire l’unica cura: non possiamo sostituirci al
professionista dimenticandoci che anche gli occhi hanno bisogno di prevenzione,
di terapie su misura, di attenzioni particolari come qualsiasi organo del nostro
corpo.
Oggi gli scienziati e i medici che si occupano della salute degli occhi ci raccontano
come preservare la vista il più a lungo possibile, quali sono le semplici regole di
igiene, quali patologie li aggrediscono e perché.
Una breve sezione sarà dedicata anche all’oncologia oculare: perché, purtroppo, i
tumori collegati a questi organi sono più frequenti di quanto si pensi. Scopriremo
insieme se il sole, pronto a regalarci i suoi benefici indispensabili per mantenerci
in salute, può danneggiare invece gli occhi e quali sono le strategie migliori per
goderne “senza danni”.
Gli occhi parlano di noi, è vero. Dobbiamo restituire loro le cure necessarie e
corrette perché continuino a rappresentarci nel modo migliore, oltre a concederci
a lungo l’opportunità di godere la visione del mondo in tutte le sue bellezze.
Occupiamoci della vista fin da subito, nei primi giorni di vita dei bambini e
continuando nel tempo con amore e costanza. Diventerà per tutti una preziosa
abitudine di prevenzione e di salute.
Umberto Veronesi
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DIRITTO DI PAROLA.
Innanzitutto grazie a Umberto Veronesi e alla Sua Fondazione.
Umberto è una persona straordinaria, ma anche il suo gruppo alla Fondazione
brilla di luce propria.
Queste piccole meravigliose stelle sono animate da una grande energia.
Il primo incontro proprio per la nascita di questo piccolo libro è stato un
momento davvero piacevole per me.
È bella l’aria che si respira lì su in alto, non solo per il “piano” dove ha sede la
Fondazione, ma proprio per questa fucina di grandi personaggi.
E per “rimirar le stelle” bisogna proprio utilizzare i nostri occhi.
Questa piccola magica pallina che ci connette con il mondo.
Luci, colori, immagini, scritte, visi, panorami, volti tutto viene catturato.
L’immagine attraversa la cornea, il cristallino, il vitreo, arriva sulla retina (sulla
macula): qui i recettori trasformano lo stimolo da luminoso a quantico, il
segnale attraversa il nervo ottico, le vie ottiche, arriva dal centro della visione,
qui partono una serie di releé e finalmente il cervello riconosce che quella
immagine, proprio quella immagine è la foto di mia figlia, con i suoi occhioni
blu, con il suo costumino, abbronzatissima e ridente al mare.
Finito qui?
No, assolutamente no, perché partono altri segnali e in un attimo “vedo“ dove
l’ho scattata, ricordo il posto, l’ora, il profumo del mare, del vento marino e
l’odore di fichi d’india, di foglie di mirto, insomma, d’estate.
Un baleno: ecco, il nostro apparato visivo in un baleno ha già fatto, molto più
velocemente del tempo che è trascorso a leggere queste righe.
Un baleno. La maggior parte del nostro apprendimento, della nostra vita di
relazione passa attraverso questo apparato, ed è ciò che mi affascina ancora
ogni giorno mentre faccio il mio lavoro.
Preservare questo bene così prezioso, è una priorità di ogni medico oculista ed
è un vantaggio per tutti noi.
Luigi Marino
Primario Oculista Istituto Clinico Città Studi Milano
OCCHI, VISTA, SALUTE.
OGGI RISPONDONO GLI ESPERTI.
Mi hanno detto che, in quanto miope, avrò figli con lo stesso difetto. La miopia si trasmette
di generazione in generazione?
Passo tutta la giornata davanti al computer per lavoro. I miei bambini, invece, non
vorrebbero mai staccarsi da Tv e consolle dei videogiochi. Tutto questo danneggia la
vista, vero?
Mi hanno parlato di un esame specifico della vista per i bambini neonati.
È davvero così utile?
Un dubbio: lo strabismo è ereditario?
Il calo della vista è fisiologico?
Ho quarant’anni e non mi sembra di vederci più come una volta…
Ho sentito dire che il trucco agli occhi può danneggiarli. Non vorrei rinunciare a sentirmi più
sicura ma, al contempo, vorrei davvero non “fare danni”!
Non so se sostituire gli occhiali con le lenti a contatto. Fanno male agli occhi?
È vero che alcune malattie possono indebolire la vista o addirittura provocare ulteriori
patologie dell’occhio?
Non avevo mai sentito parlare di tumore alla palpebra finché non è stato diagnosticato a
un conoscente. È grave?
Prendere il sole al mare fa male agli occhi?
Ma è vero che i mirtilli fanno bene alla vista? E che la glicemia alta può influenzare la
capacità visiva degli occhi?
Queste sono solo alcune delle tantissime domande che le persone comuni si pongono nel
momento in cui qualcuno parla di “occhi”.
Se ne parla troppo poco e spesso solo in modo superficiale, credendo di poter sostituire
un’opinione comune, un’informazione letta su un giornale, l’esperienza di familiari e amici
al parere dello specialista.
L’occhio è molto delicato e necessita di cure specifiche che solo un medico è in grado di
somministrare.
GUARDIAMOCI NEGLI OCCHI.
QUALCHE CENNO DI FISIOLOGIA
PER COMPRENDERE MEGLIO
IL FENOMENO DELLA VISIONE.
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Così come gli esami diagnostici per evidenziare anche solo eventuali difetti della vista
andrebbero eseguiti sempre dall’oculista: è compito di un medico con esperienza e studi
specifici effettuare la diagnosi corretta.
È vero, la strumentazione oggi in uso è sempre più sofisticata, la tecnologia è in grado di
colmare lacune e competenze, ma è bene non abbassare la guardia e occuparsi di questo
straordinario bene con tutta la serietà necessaria.
La scienza, anche in occasione di questo tema così interessante per tutti, è l’unica
depositaria della vera conoscenza.
CORNEA
PUPILLA
CRISTALLINO
FOVEA
UMORE
ACQUEO
NERVO
OTTICO
UMORE VITREO
IRIDE
RETINA
COROIDE
SCLERA
Il bulbo oculare è posizionato nella cavità orbitaria, una struttura ossea che
serve a proteggere questo organo così delicato.
Il bulbo è composto da 3 sottili tuniche, la più esterna si chiama sclera tranne la porzione più anteriore che si chiama cornea - la tunica intermedia è
la coroide, quella più interna è la retina.
La cornea è una struttura trasparente priva di vasi sanguigni e rappresenta la
prima “lente” che la luce incontra nel suo viaggio verso il cervello.
La pupilla è il foro presente al centro dell’iride che consente il passaggio della
luce: per effetto di un sistema di muscoli che regola la dimensione dell’iride, si
dilata per far entrare maggior quantità di luce, e si restringe quando deve farne
entrare una quantità minore, proprio come un obiettivo fotografico.
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L’iride è composta da una fine muscolatura ricca di vasi sanguigni. L’iride
contiene un pigmento a base di melatonina: maggiore sarà la quantità di
pigmento, più l’iride assumerà un colore scuro vicino al marrone.
l'inserzione dei muscoli detti “estrinseci” (che controllano il movimento degli
occhi) e prosegue anteriormente con la cornea.
L’umore acqueo è un liquido trasparente e incolore che si forma per secrezione
dal corpo ciliare: è costituito da acqua, sali e sostanze proteiche. È importante
perché partecipa al processo di rifrazione dell’occhio, ha il compito di nutrire,
mantenere intatto e trasparente il cristallino, la cornea e contribuisce a
contenere la pressione intraoculare.
Nel processo di visione sono implicati:
Il cristallino è la principale lente dell’occhio, permettendo la messa a fuoco
dei raggi luminosi sulla retina. Si evolve continuamente, dal feto fino alla fine
delle vita.
L’umore vitreo o corpo vitreo è una massa gelatinosa trasparente e incolore
che riempie i 4/5 posteriori del globo oculare. La sua funzione è quella di
sostegno, riempiendo il bulbo oculare, e di protezione perché, anche se
compresso, torna alla sua forma originaria.
La retina contiene gli elementi sensibili alla luce, i fotorecettori che sono divisi
in coni e bastoncelli. I coni sono responsabili della visione diurna e colgono
con precisione dettagli e colori.
I bastoncelli veicolano un’immagine meno nitida ma sono molto più sensibili
alla luce e consentono di vedere anche di notte.
La fovea è la zona di migliore definizione visiva, nella quale si concentra la
maggior quantità di raggi luminosi e che consente la visione più distinta e
precisa. È grazie alla fovea che possiamo leggere, distinguere particolari e
oggetti molto piccoli e svolgere qualsiasi attività.
La coroide è la parte vascolare dell’occhio umano, che comprende il tessuto
connettivo. Lo scopo principale della coroide è di inviare ossigeno e altre
sostanze nutritive alla retina.
La sclera è il cosiddetto "bianco dell'occhio": si tratta di una membrana fibrosa
opaca che costituisce i 5/6 della tunica esterna del bulbo oculare.
La sclera ha una funzione strutturale e protettiva: mantiene la forma del bulbo
oculare, proteggendo al contempo le strutture in esso contenute; consente
• L'occhio, ovvero il sistema ottico che forma e proietta le immagini
su una superficie sensibile.
• La retina, in quanto superficie sensibile che raccoglie le immagini,
ne fa una prima elaborazione e trasmette l'informazione ai centri
superiori.
• Infine il cervello, che elabora i dati provenienti dalla retina e
"forma" l'immagine definitiva.
La distanza tra i due occhi comporta il fatto che questi non vedano un oggetto
dallo stesso punto di vista; il sovrapporsi delle immagini nel centro cerebrale
determina l'effetto tridimensionale.
Quando si osservano oggetti lontani, le immagini retiniche differiscono poco, e
il senso del rilievo viene attenuato.
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LA SALUTE DEGLI OCCHI.
FACCIAMO IL PUNTO.
La visione dei colori
La visione dei colori è affidata ai coni che sono di tre tipi, ciascuno con diversa
sensibilità alle varie lunghezze d’onda nel campo del visibile.
La percezione dei vari colori è data dallo stimolo dei tre tipi di coni in diversa
percentuale, in base alla composizione spettrale della radiazione.
Lo stimolo contemporaneo e massimo dei coni fornisce la sensazione del bianco.
Quando vi sono difetti in uno o più coni, si ha il daltonismo, un’anomalia nella
percezione dei colori.
IL PRESENTE È GIÀ FUTURO.
È NATO L’OCCHIO BIONICO.
Si chiama Argus e, in fase di sperimentazione, è già stato già
impiantato su circa 30 pazienti con risultati davvero
sorprendenti. In particolare, un uomo inglese di 73 anni, cieco da
30 anni a causa di una gravissima patologia come la retinite
pigmentosa, grazie all’impianto di Argus ora vede la luce,
distingue le strisce bianche sulla strada, riconoscere le ombre e
appaia calzini di diverso colore. L'occhio bionico, prodotto dalla
californiana Second Sight, è costituito da una minuscola
telecamera montata su un paio di occhiali che trasmette le
immagini captate a un chip posto sopra la zona centrale della
retina. Il chip trasforma le immagini ricevute in segnali elettrici
trasferiti poi al nervo ottico che, a sua volta, li invia alla parte del
cervello che elabora gli stimoli visivi.
Argus è un progetto molto ambizioso che ha dato i suoi frutti.
È pronto, infatti, Argus II, la seconda generazione dell’occhio
bionico, in grado di garantire un minimo di vista alle persone
colpite da malattie degenerative della retina.
La vista è davvero un bene prezioso. Purtroppo sono molti i paesi del mondo in
cui la salute degli occhi non può essere preservata come dovuto.
Secondo le stime mondiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
2010 sull'andamento demografico del 2008 in materia di difetti della vista, nel
mondo le persone affette da “cecità funzionale” dovuta a deficit visivi non
corretti hanno raggiunto circa 285 milioni.
Di queste, circa 246 milioni sono ipovedenti e oltre 39 milioni non vedenti,
con una riduzione del 9% rispetto ai dati del 2004 (su un incremento di
popolazione pari all’8%).
Le cause maggiori dei deficit visivi sono rappresentate dai vizi di refrazione –
miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia- (42%) ai quali è possibile
rimediare grazie ad occhiali adeguati, e dalla cataratta (33%).
Il 65% delle persone con disturbi visivi dovuti a ipovisione – condizione di
acutezza visiva limitata- hanno un età maggiore di 50 anni.
Sempre secondo i dati dell’OMS, circa l’85% della cecità nel mondo è evitabile
e sono soprattutto le donne a soffrire di gravi problemi visivi.
Per quanto riguarda il nostro paese, invece, oltre alle consuete patologie
comuni dell’occhio, sono circa 2 milioni gli italiani (per lo più con età superiore
a 65 anni) che soffrono di degenerazione maculare senile; oltre 500.000,
invece, i pazienti con glaucoma e sarebbero almeno altri 250.000 gli italiani
che non sanno di averlo.
Ogni anno 500.000 italiani si sottopongono all’intervento di cataratta che
colpisce 1 italiano su 3 in età avanzata.
I DIFETTI PIÙ COMUNI DELLA VISTA – VIZI DI RIFRAZIONE
OCCHIO NORMALE (O EMMETROPE) : l’immagine si forma sulla retina, dando
così una visione nitida.
MIOPIA : i raggi luminosi vanno a fuoco davanti alla retina. Può essere un
difetto congenito o familiare oppure causato da un eccessivo utilizzo della
vista. Si tratta di un difetto progressivo che tende ad aumentare con lo sviluppo
fisico e richiede quindi ripetute messe a punto degli occhiali o delle lenti a
contatto.
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IPERMETROPIA : l’immagine si forma posteriormente alla retina, formando su
questa cerchi di diffusione e quindi un’immagine confusa. È un difetto visivo
che non consente una buona visione né da vicino né da lontano: l'occhio
ipermetrope è un occhio più "corto" del normale, la curvatura della cornea è
troppo lieve e questo provoca la messa a fuoco delle immagini dietro la retina.
ASTIGMATISMO : difetto di curvatura della cornea. È una condizione di
asimmetria della rifrazione oculare che produce un’ineguale rifrazione dei raggi
luminosi nei vari meridiani; per questo motivo un punto luminoso, invece di
formare un punto focale, risulta messo a fuoco su due linee focali disposte ad
angolo retto, una anteriore ed una posteriore.
PRESBIOPIA : non è un vero errore refrattivo, ma è la naturale perdita da parte
dell’occhio della capacità di accomodare e cambiare la forma del cristallino per
vedere da vicino. Una popolare teoria afferma che i piccoli muscoli all’interno
dell’occhio che controllano il cristallino si stancano e perdono il loro tono con l’età.
Gli studi più recenti attribuiscono la perdita dell’accomodazione al cristallino
stesso. Al contrario del resto del corpo, che smette di crescere intorno ai
vent’anni, il cristallino continua a crescere per tutta la vita; invecchiando e
diventando più rigido e quindi resistente ai cambiamenti di forma. Il risultato è una
graduale riduzione dell’accomodazione e una maggiore dipendenza dagli occhiali
da lettura.
MIOPIA
IPERTROPIA
PRESBITISMO
ASTIGMATISMO
MILIONI DI PRESBITI IN TUTTO IL MONDO.
Secondo gli ultimi dati statistici, la presbiopia, ovvero la difficoltà a leggere da vicino
senza occhiali, interessa circa 2 miliardi di persone nel mondo e circa 28 milioni solo in
Italia, soprattutto nella popolazione che ha superato i 45 anni.
Purtroppo, sono milioni le persone che non utilizzano un'adeguata correzione per
guardare da vicino pur avendo difficoltà nello svolgere le proprie attività senza supporto
correttivo.
Nei paesi in via di sviluppo, il divario è più accentuato a causa dell'insufficiente presenza
sul territorio di centri presso i quali effettuare un esame della vista accurato e di
strutture di supporto che garantiscano la possibilità di usufruire di occhiali correttivi per
vedere vicino.
Le tecniche chirurgiche che utilizzano il laser proposte per risolvere la presbiopia sono in
fase sperimentale e sono state limitate a un numero ristrettissimo di pazienti, molto
selezionati. Non vi sono ancora dati attendibili e i risultati di queste tecniche appaiono
difficilmente prevedibili.
LA PATOLOGIA DEGLI ANNI 2000 SI CHIAMA “OCCHIO SECCO”
La persistenza in spazi chiusi, l’aria condizionata, le luci artificiali, ma anche
l’aumento delle temperature medie ambientali, lo stress e l’alimentazione non
corretta sono causa della patologia oculare più comune, il cosiddetto “occhio
secco”.
Si definisce così la riduzione del film lacrimale, cioè lo strato di lacrime che è
sempre presente sulla superficie della cornea e nel sacco congiuntivale che
può essere prodotto in minore quantità oppure essere soggetto ad aumentata
evaporazione.
Oltre alle cause ambientali, questa patologia insorge spesso in età avanzata:
dopo i 60 anni è comune riscontrare un deficit del film lacrimale acquoso,
oppure nella popolazione femminile in occasione della menopausa.
Ma vi possono essere anche altre cause: l’assunzione di alcuni farmaci, quali
beta bloccanti, diuretici, miorilassanti e ansiolitici sono in grado di
determinare, nel tempo, sintomi molto simili a quelli clinicamente osservabili
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nelle forme da iposecrezione lacrimale primaria.
Anche alcune patologie della superficie oculare possono modificare la quantità
e la composizione del fluido lacrimale: il caso più evidente è quello delle
blefariti (infiammazioni palpebrali), in cui l’infiammazione delle palpebre crea
alterazioni nella produzione del secreto delle ghiandole contenute in esse, con
conseguente alterazione del film lacrimale.
L’uso non corretto di lenti a contatto, di qualsiasi tipo, indossate per troppe ore
durante la giornata può essere causa di un’alterazione del film lacrimale.
Bisogna sempre ricordare che le lenti a contatto sono comunque un corpo
estraneo e che il loro uso deve essere subordinato a un ottimo stato del film
lacrimale.
La disidratazione comporta un continuo fastidio oculare, la sensazione di avere
un corpo estraneo all’interno dell’occhio, prurito, bruciore, difficoltà ad aprire
gli occhi. E non solo: anche desiderio di lavarsi o strofinarsi gli occhi, fastidio
guardando la luce, affaticamento della vista durante la giornata…
Gli occhi arrossati e meno luminosi sono quasi sempre segnale di cattivo stato
di idratazione della superficie oculare.
Ecco alcuni rimedi:
Oltre all’utilizzo di sostituti lacrimali a livello topico (in Italia ne esistono più di
120 tipologie) grazie ai quali è possibile ristabilire la giusta quantità di film
lacrimale con dosaggi che variano secondo le indicazioni del medico, può
essere utile invece
• Evitare l’esposizione diretta a sistemi di condizionamento
o ai luoghi ventosi
• Evitare ambienti troppo secchi
• Non fumare
• Sospendere, se possibile, l’uso delle lenti a contatto
• Effettuare una pulizia frequente dei margini della palpebra
• Usare gli occhiali da sole
• Seguire un’alimentazione ricca di vitamine B3, B6 e B12
oltre che di Omega-3 e Omega-6
• Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua lontano dai pasti
Una raccomandazione per tutti. Come in tutte le patologie è importante
curare i sintomi fin dall’inizio, rivolgendosi a uno specialista prima che questa
sindrome possa creare sofferenza cronica a carico della cornea.
LE BANCHE DEGLI OCCHI ESISTONO.
Il compito di una Banca degli occhi è raccogliere, selezionare, conservare e distribuire cornee
idonee e altri tessuti oculari. Negli Stati Uniti, ad esempio, le Banche degli occhi raccolgono
circa 90.000 cornee per anno, di cui il 52% viene distribuito per trapianto.
Le Banche degli occhi europee raccolgono circa 40.000 cornee per anno, di cui il 52% viene
distribuito per trapianto. Le Banche degli occhi italiane, censite dal Centro Nazionale Trapianti,
raccolgono 10.000-12-000 cornee/anno, permettendo di eseguire circa 5.000 trapianti/anno in
Italia. Il tempo di attesa può variare da uno a pochi mesi: viene garantita la disponibilità
immediata di tessuti nel caso di situazioni cliniche urgenti (perforazione corneale in atto o
imminente, dolore, fallimento di precedente trapianto), o particolari, come nel caso di pazienti
in età pediatrica.
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ALCUNE PATOLOGIE IMPORTANTI CHE COLPISCONO L’OCCHIO
LA DEGENERAZIONE MACULARE SENILE
È una malattia che colpisce la macula (porzione centrale della retina deputata
alla visione nitida) e costituisce la principale causa di cecità dopo i 55 anni.
È una patologia legata all’invecchiamento, conseguenza di progressive
modificazioni che si verificano in strutture all’interno dell’occhio: retina,
membrana di Bruch e coroide.
La malattia inizia con la formazione di depositi e può evolvere in due forme:
l’atrofia geografica (o “secca”), a progressione più lenta, oppure la
neovascolare (o “umida”), più rapida nel compromettere la vista.
Non è facile accorgersi dell’insorgenza della patologia: se colpisce un solo
occhio è necessario un autoesame con la “griglia di Amsler”, ovvero un foglio
a quadretti con un punto centrale.
Coprendo prima un occhio e poi l’altro ci si può accorgere se c’è una distorsione
delle linee rette nella zona visiva centrale; in questo caso bisogna consultare
con urgenza l’oculista. Altri segnali sono uno sfocamento delle parole nella
lettura e un’area scura o vuota al centro del campo visivo.
Una dieta bilanciata, ricca di frutta e verdura e povera di grassi animali,
l’abolizione del fumo, l’autocontrollo e controlli periodici dall’oculista sono i
mezzi più efficaci per ridurre il rischio o per cogliere subito i segni della
malattia e, quindi, controllarne l’evoluzione.
LA CATARATTA
Per consentire alla luce di passare il cristallino deve essere trasparente.
La cataratta è una progressiva e costante opacizzazione del cristallino, causata
solitamente dall’avanzare dell’età ma non solo.
Le cause possono essere molteplici, quelle congenite presenti già alla nascita,
patologie come il diabete, l’uso di farmaci come il cortisone o i chemioterapici
oppure essere di natura sconosciuta.
Il calo della vista solitamente avviene in modo lento; altri sintomi sono il facile
abbagliamento, la sensazione di sdoppiamento delle immagini… Attualmente
l’unica terapia è al rimozione chirurgica, ma gli scienziati hanno dimostrato che
anche per la cataratta di può parlare di prevenzione.
Secondo uno studio effettuato negli ultimi anni, l’assunzione di sostanze
antiossidanti come le vitamine sarebbe in grado di proteggere dallo sviluppo
della cataratta. Il consiglio degli esperti è, quindi, quello di consumare vitamine
tramite frutta e verdura seguendo una dieta sana, ma anche di non fumare,
perché è stata ormai riscontrata una stretta connessione tra il fumo e il precoce
sviluppo della cataratta.
IL GLAUCOMA
Il glaucoma, causato da un aumento della pressione all'interna dell'occhio,
provoca la progressiva riduzione della vista e del campo visivo. È una delle più
frequenti cause di cecità nel mondo, anche se la cecità può essere prevenuta
grazie a diagnosi e cura tempestive.
L’aumento della pressione interna dell’occhio è provocata dall’umore acqueo
che, prodotto continuamente, non riesce ad essere riassorbito/eliminato.
L'aumento della pressione danneggia le fibre nervose del nervo ottico.
Inizialmente il paziente continua a vedere l'oggetto che fissa e non si accorge
che l'area di spazio che globalmente percepisce si sta riducendo.
Vi possono essere diverse forme di glaucoma.
Il Glaucoma cronico ad angolo aperto: è la forma più frequente e si verifica in
seguito al restringimento progressivo delle vie di deflusso dell'umor acqueo a
causa di materiale che si deposita a questo livello.
Il Glaucoma acuto ad angolo chiuso: è meno frequente di quello descritto in
precedenza e colpisce soprattutto le persone anziane. È causato da
un’ampiezza ridotta dell’angolo formato da iride e cornea. I sintomi principali
sono l'offuscamento della vista, gli aloni attorno alle luci, il dolore oculare
violento, la nausea, etc.
Esiste anche una forma di Glaucoma congenito, in cui il sistema di drenaggio,
sin dalla nascita, non consente il deflusso regolare dell’umore acqueo
causando l'aumento della pressione intraoculare.
Il bambino presenta fotofobia (fastidio alla luce) e lacrimazione.
Questo tipo di glaucoma colpisce un neonato ogni 10.000.
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Il glaucoma si cura solitamente con l’uso di colliri, attraverso un intervento
parachirurgico tramite laser e con terapia chirurgica, in modo tale da
ripristinare il deflusso normale dell’umore acqueo: una volta colpiti da
glaucoma, la malattia se pur curata persiste per tutta la vita.
Gli specialisti consigliano di effettuare una visita di controllo ogni 2 anni circa
agli adulti di mezza età per misurare la pressione dell’umore acqueo e ai soggetti
più giovani appartenenti a famiglie a rischio: il glaucoma non è considerato
strettamente ereditario, ma vi è comunque una maggiore predisposizione se i
familiari sono stati colpiti da questa patologia.
RETINOPATIA DIABETICA
È la complicanza più frequente fra le persone che sono affette da Diabete di
tipo 1. La retinopatia diabetica è la conseguenza di un danno ai piccoli vasi
sanguigni (capillari) che irrorano la retina.
Le due patologie sono strettamente legate tra loro: dopo 20 anni di diabete
quasi tutti i pazienti affetti da Diabete di tipo 1 e circa il 60% dei pazienti con
Diabete Mellito presentano almeno qualche segno di retinopatia.
Le stesse probabilità di cecità – oggi purtroppo la retinopatia è una delle
principali cause di cecità nei paesi più sviluppati- sono correlate alla durata e
allo stato di compenso della malattia diabetica.
Sono presenti 2 forme di retinopatia, non proliferante e proliferante.
Nella forma non proliferante si forma un edema maculare che potrebbe portare
a una riduzione della vista.
La forma proliferante, invece, prevede la formazione di nuovi vasi sulla retina,
sulla testa del nervo ottico, nel corpo vitreo e, nei casi più gravi, sull’iride.
Questi hanno tendenza a sanguinare nel corpo vitreo, che perde così la sua
trasparenza e non consente più ai raggi luminosi di raggiungere la retina,
provocando gravi e improvvise perdita della vista. Con il passare degli anni
questi vasi neoformati tendono a retrarsi provocando il distacco di retina.
Per prevenire l’insorgenza della retinopatia diabetica e rallentarne la
progressione è indispensabile un buon controllo della glicemia, della pressione
e dei grassi. Finora l’unico trattamento della retinopatia diabetica efficace nel
ridurre i rischi di cecità e la grave riduzione della vista è la fotocoagulazione
della retina tramite laser.
Se il trattamento laser è adeguato e tempestivo è possibile evitare una
progressione del danno retinico.
LE CONGIUNTIVITI.
PATOLOGIE DA NON
SOTTOVALUTARE.
La congiuntivite è un processo infiammatorio della congiuntiva, una
membrana sottile e trasparente che riveste la superficie anteriore
dell’occhio e la superficie interna delle palpebre. Si tratta della più
comune tra le malattie degli occhi in tutto l’emisfero occidentale.
Le cause sono molteplici: allergie, agenti chimico-fisici, batteri, funghi,
parassiti, virus. Si tratta di una patologia frequente perché la
congiuntiva è particolarmente esposta agli agenti esterni: i sintomi sono
il rossore degli occhi accompagnato quasi sempre da un’aumentata
formazione di lacrime. Altri disturbi sono il prurito, la secrezione, il
gonfiore delle palpebre, etc.
Vi sono congiuntiviti acute, come quella provocata dai batteri, che
possono guarire utilizzando semplicemente colliri a base antibiotica,
oppure quelle virali, le cui cause molto spesso sono l’Adenovirus e
l’Herpesvirus. Si tratta di una forma molto contagiosa, con decorso più
lungo e difficoltoso rispetto a quella batterica, curata con terapia
antibiotica adeguata.
Esistono invece forme croniche, come le congiuntiviti allergiche, causate
da reazioni a pollini, polveri domestiche, farmaci, mentre quelle da
agenti fisico-chimici sono provocate dalle radiazioni (ultraviolette,
infrarosse, raggi X), dal calore e da varie sostanze (acidi, alcali, sapone,
tabacco, fertilizzanti). Anche per queste è necessario rivolgersi a un
medico specialista che stabilirà la terapia più consona.
OCCHIO AL SOLE!
PROTEGGERE LA VISTA
DAI RAGGI ULTRAVIOLETTI.
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Un altro fattore importante di rischio è l’esposizione ai raggi ultravioletti del
sole. Le radiazioni del sole danneggiano importanti proteine nel cristallino che
filtrano e proiettano la luce sulla retina. Con il tempo, queste proteine non
reggono e si opacizzano, dando così origine alla cataratta.
Non è un vezzo, quindi, indossare lenti scure quando si è esposti al sole ma è
oggi indispensabile per proteggere la vista nel lungo periodo.
È importante scegliere occhiali in grado di bloccare il più possibile i raggi UV
di tutti i tipi o di offrire un assorbimento UV fino a 400 nanometri.
Indossare occhiali da sole con un livello di protezione anti-UV inferiore, non
solo non garantisce un'adeguata protezione ma costituisce un vero e proprio
rischio: la lente scura farà dilatare le pupille, consentendo il passaggio di una
quantità ancora maggiore di raggi UV.
La protezione solare degli occhi non si deve limitare al solo periodo primaverile
ed estivo, ma deve diventare una buona abitudine durante tutto l’anno.
I più esposti ai danni dei raggi solari sono i bambini e le persone anziane, per
i quali è necessario scegliere occhiali in grado di abbattere sia i raggi UV che
DOVE E QUANDO SI RISCHIA DI PIÙ
c cm la cosiddetta “luce blu”, meno conosciuta, ma
altrettanto pericolosa, corresponsabile nel
In mantagna la neve
Il 60% delle radiazioni
determinare e nel favorire sia l’opacità del
riflette più dell’80%
si concentra tra le
dei raggi UV
10 del mattino e le
cristallino sia la maculopatia.
2 del pomeriggio
Si definisce “luce blu” la radiazione luminosa
compresa tra i 380 e i 520 nanometri: a queste
lunghezze d’onda e in determinate condizioni di
esposizione, l’occhio può essere soggetto a danni
retinici di natura termica o fotochimica.
Oltre il 90% dei raggi UV attraversa le nuvole
L’intensità dei raggi, salendo
di altitudine, aumenta del 4%
ogni 300 metri
L’ombra può
ridurre di oltre il
50% le radiazioni
Chi lavora al chiuso
ha un’esposizione
alle radiazioni UV
pari al 10-20% di chi
lavora all’aria aperta
A mezzo metro di profondità la radiazione UV
è ridotta solo del 40% rispetto alla superficie
La sabbia chiara
riflette più del
15% dei raggi
21
GLI ITALIANI E LA PROTEZIONE DEGLI OCCHI DAL SOLE
• Solo il 15% degli italiani tende a indossare
sempre gli occhiali da sole
• Il 22% non li indossa quasi mai o mai e il 18% solo raramente
• Circa l’80% dei bambini dai 4 ai 10 anni non li porta
• Solo l’11 % dei bambini tra i 4 a i 10 anni,
utilizza gli occhiali protettivi
• Solo il 10 % degli over 55 acquista un paio di occhiali da sole
• Il 48% degli italiani non protegge gli occhi
dalle radiazioni ultraviolette
• L’83% degli italiani è consapevole che un occhiale da sole
contraffatto o mediocre possa causare danni agli occhi.
Tutto questo secondo un sondaggio elaborato dall’Istituto Piepoli su 1.019
persone intervistate.
I dati non sono davvero incoraggianti! Indossare occhiali da sole è il modo
migliore per proteggere gli occhi dai danni provocati dai raggi solari.
IL PRODOTTO GIUSTO PER LA SALUTE DEGLI OCCHI
Lenti polarizzate, fotocromatiche, alla melanina, specchiate o con una
colorazione adatta al difetto visivo del paziente… Sono tante le possibilità
offerte oggi per la protezione degli occhi dal sole.
È fondamentale che prima di ogni acquisto vi siano professionisti, sia nel
campo optometrico sia oculistico, in grado di spiegare e consigliare in base ai
dati personali acquisiti.
Sempre secondo la Ricerca Piepoli, solo il 17% degli italiani possiede diverse
paia di occhiali da sole differenziate per l’uso e il luogo di utilizzo (sport,
spiaggia, città, guida).
La maggior parte delle persone possiede un solo paio di occhiali che però
devono essere rigorosamente a norma, ovvero riportare la dicitura della norma
EN 1836/2006, contenere le caratteristiche tecniche della montatura e delle
lenti, le eventuali limitazioni d’uso e l’indicazione del grado di protezione dai
raggi ultravioletti.
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LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE
OCULARI DEVE COMINCIARE SUBITO.
FIN DA BAMBINI.
La norma UNI EN 1836 indica cinque categorie di filtri delle lenti solari, a cui
corrispondono altrettanti numeri cardinali da 0 a 5.
Per esempio, la categoria 0 indica un filtro da utilizzare con cielo coperto e in
interni; la categoria 2 indica un filtro adatto ad una media luminosità solare; la
categoria 4 un filtro protettivo per una luminosità solare molto intensa.
In sintesi, quindi gli occhiali da sole, devono:
• avere il filtro anti-UV
• essere antiriverbero
• filtrare anche la luce blu, le radiazioni ad alta energia
nocive per la macula.
È solo dal 1997 che il concetto di prevenzione delle patologie oculari ha
cominciato a essere trattato a livello nazionale in modo più organico, sia in
ambito pubblico sia privato.
In ogni caso gli occhiali, di qualunque prezzo, sono dispositivi medici e pertanto
dovrebbero riportare il foglietto illustrativo con le caratteristiche tecniche del
filtro.
Dai risultati emerge che tra il primo e il quinto anno di vita, meno del 40% dei
figli degli intervistati è stato sottoposto a visite che nel 61% dei casi sono state
suggerite dal medico di famiglia e solo per il 29% risultano essere state
effettuate per iniziativa dei genitori stessi.
Inoltre è emerso che il 6% dei bambini tra 1 e 5 anni presenta difetti visivi che
vengono affrontati e corretti solo nel 4% dei casi.
LE LENTI: UN MONDO DA SCOPRIRE…
Gli occhiali sono un ausilio indispensabile di correzione della vista che risale ormai al XIII
secolo. Negli ultimi anni, però, gli occhiali sono sia strumento pratico e funzionale che vero
e proprio accessorio di moda. I risultati si possono osservare nella vita quotidiana dove
sempre più persone indossano montature all’ultimo grido e, grazie alla più moderna
tecnologia, lenti su misura delle proprie esigenze visive ed estetiche. Le lenti di oggi possono,
infatti, rispondere alle principali esigenze della vita moderna. Possono essere leggere e
sottili anche in presenza di poteri elevati, resistenti agli urti per una vita dinamica e sicura e
resistenti ai graffi per garantire una visione nitida. Inoltre possono proteggere gli occhi dai
raggi UV ed essere colorate per migliorare la visione in condizioni di luce intensa. Le lenti che
si sono modificate maggiormente negli anni sono le multifocali o progressive che offrono una
visione ottimale, da vicino, intermedio e lontano con un solo paio di occhiali. Non sono solo
le caratteristiche tecniche a determinare la scelta delle lenti: l’ottico oggi, grazie a numerose
strumentazioni all’avanguardia, nella costruzione della lente può tener conto per esempio
dello stile di vita, della montatura e del modo in cui si indossano gli occhiali, per ottenere
lenti che offrono una visione ottimale in tutte le direzioni dello sguardo.
Come prendersi cura del proprio benessere visivo?
È suggerita la visita oculistica di controllo, il medico specialista, infatti, verifica eventuali
patologie, è poi utile il suggerimento della lente ideale da parte dell’ottico optometrista che
è in grado di fornire la migliore soluzione visiva.
In ambito privato, la Commissione Difesa Vista nel settembre 2008 ha avviato
un’indagine condotta in 750 comuni italiani su un campione di 4.410 individui
di età superiore ai 14 anni e sui genitori di 616 bambini di età compresa tra 1
e 13 anni.
La ricerca ha messo in luce la scarsa accuratezza e la disinformazione in
materia di salute oculare degli italiani.
Ancora più allarmanti i risultati che riguardano i bambini dai 6 ai 13 anni: il
30% non è mai stato visitato da uno specialista malgrado vi sia, in effetti, una
maggiore incidenza di problemi proprio in questa fascia di età.
La popolazione al di sopra dei 14 anni è invece quella più accorta per ciò che
riguarda la propria salute: l’85% ha effettuato almeno una visita completa
della vista nella vita ma il restante 15% che non ha mai effettuato controlli è
ancora costituito prevalentemente da giovanissimi (14/17 anni): dato, questo,
che evidenzia come la scarsa di attenzione degli adulti in tema di prevenzione
si rifletta negativamente sui propri figli.
DIAGNOSI PRECOCE
Qui di seguito l’elenco delle 10 visite consigliate vivamente durante la vita di
una persona senza problemi di vista particolari dal Professor Lucio Buratto:
l’obiettivo è quello di prevenire le patologie oculari ed effettuare la diagnosi
precoce, in modo tale da poter anticipare il più possibile la cura
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ENTRO IL PRIMO
ANNO DI VITA
Per ricercare eventuali patologie
congenite (cataratta e altro)
VERSO I 3 ANNI
Per ricercare difetti visivi soprattutto
monolaterali
VERSO I 6 ANNI
Prima di mandare il piccolo a scuola
per ricercare difetti refrattivi (miopia,
astigmatismo, ipermetropia)
VERSO I 12 - 14 ANNI
Per ricercare la miopia o altro
(spinaci, cavoli, broccoli e cime di rapa), il granoturco e le uova sono
particolarmente benefici per gli occhi, per il loro elevato contenuto
in luteina e zeaxantina, due sostanze antiossidanti in grado di
ridurre considerevolmente il rischio di cataratta.
La “dieta per gli occhi sani” deve includere anche la vitamina
E (presente in abbondanza nell'olio di semi di girasole,
nelle mandorle, nel germe di grano) e la vitamina C, capace
di prevenire il danno causato dall'esposizione ai raggi solari,
assumibile consumando regolarmente agrumi, kiwi, fragole, lamponi, peperoni
e broccoli.
VERSO I 18 ANNI
Per prepararsi alla patente, al lavoro,
all’eventuale servizio militare
VERSO I 40 ANNI
Per la correzione della presbiopia
DAI 50 AI 65 ANNI
Per prevenire malattie come
glaucoma, cataratta e altre
Anche gli acidi-grassi Omega-3 (presenti in alcuni tipi di pesce, come il
salmone, il tonno e le sardine), noti soprattutto per la loro azione cardioprotettiva, sono in grado di svolgere un ruolo protettivo anche sugli occhi,
prevenendo la formazione di placche nei vasi retinici e quindi riducendo
enormemente il rischio di degenerazione retinica, una delle principali cause di
cecità.
Una corretta alimentazione è quindi la migliore medicina preventiva per
mantenere gli occhi in salute il più a lungo possibile.
Per ricercare i primi segni della
degenerazione maculare senile
LA TABELLA DEGLI ALIMENTI UTILI PER LA SALUTE DELLA VISTA
OGNI 5/7 ANNI
OLTRE I 65 ANNI
OGNI 2/3 ANNI
ALIMENTAZIONE
Una dieta corretta è utilissima alla salute degli occhi.
La retina, infatti, è uno dei tessuti del corpo a più elevato metabolismo, e per
questo, molto vulnerabile. Per garantirne il perfetto funzionamento è necessario
l’apporto costante di principi nutritivi in grado di proteggerla.
Altre parti dell’occhio, come la cornea e il cristallino, sono naturalmente colpite
dal processo di ossidazione causato, prima di tutto, dai radicali liberi. E i globi
oculari risentono molto della carenza di zinco e Vitamina C.
I principi nutritivi indispensabili che non devono mai mancare sulla nostra
tavola sono frutta e verdura. È stato dimostrato che i vegetali a foglia verde
SI
Tutte le qualità
di verdure e di frutta
Pesce
Carne bianca
Olio extravergine di oliva
Pane integrale
Cioccolato fondente
Vino rosso
(1-2 bicchieri al giorno)
Mandorle, noci, nocciole
Tè verde
Legumi
Sale
Zuccheri raffinati
Alcool
Caffeina
DA
EVITARE Carni rosse
Dolci
IL PIÙ
POSSIBILE Pane raffinato
Bibite dolcificate
Alimenti grassi
Salumi
Formaggi stagionati
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IGIENE
CARNE ROSSA E SOVRAPPESO
DANNEGGIANO GLI OCCHI.
Un recente studio pubblicato sull'American Journal of Epidemiology evidenzia una
correlazione fra l’assunzione di carne rossa e l’insorgenza di una patologia grave che
colpisce la retina, la degenerazione maculare senile, che può portare anche alla cecità.
Ad esempio, le persone che consumano più di 10 porzioni di carne rossa alla settimana
hanno il 50% di probabilità in più che la retina si deteriori con l'età rispetto a chi ne
consuma meno di 5.
Un altro studio riguardante questa malattia è stato condotto dall'Università di
Melbourne: i ricercatori hanno scoperto che anche l'aumento di peso negli uomini di
mezza età può far sviluppare la degenerazione maculare.
Gli autori della ricerca hanno spiegato che l'obesità è uno stato pre-infiammatorio e che
l'infiammazione vera e propria è direttamente coinvolta nell'insorgere della patologia.
La ricerca è stata effettuata su circa 21.000 persone tra i 40 e i 65 anni, la cui
circonferenza del punto vita è stata monitorata in confronto alla comparsa della
patologia: negli uomini il rischio di manifestare la degenerazione maculare incrementa
del 75% per ogni aumento di 0,1 del rapporto circonferenza vita/circonferenza glutei.
L’ATTIVITÀ SPORTIVA
Praticare tutti i giorni attività fisica è il segreto per stare bene in senso
generale, ma anche per proteggere la vista. Consente di mantenere attiva la
muscolatura, favorisce il ricambio interno, aiuta il corretto metabolismo.
La salute degli occhi è legata al buon funzionamento degli organi del corpo,
compreso il sistema cardiovascolare, il metabolismo epatico, il rendimento del
cervello, che sono favorevolmente stimolati dall’attività sportiva regolare.
Quale scegliere? Non esiste una vera e propria regola in questo, invece.
Basta una camminata a passo veloce tutti i giorni della durata di 30 minuti per
avere subito un beneficio generale e sentirsi davvero bene!
Lavaggi frequenti: questo è il semplice consiglio per mantenere una buona
pulizia dell’occhio. I lavaggi devono coinvolgere anche ciglia e sopracciglia, che
hanno la funzione naturale di “raccoglitori” di elementi naturali in grado di
danneggiare l’occhio, come polveri, particelle aeree, etc.
Si tratta di vere e proprie barriere che vanno lavate con acqua abbondante e,
nel caso della popolazione femminile, struccate con detergenti in grado di
assicurare la rimozione totale dei cosmetici utilizzati.
Anche la scelta dei prodotti è importante e non per un fattore connesso alla
moda e ai marchi: i trucchi devono essere testati e garantiti perché più sicuri
dal punto di vista della qualità.
Si consiglia di scegliere quindi prodotti ipoallergenici o “per occhi sensibili”:
questi non eliminano il rischio di dermatiti allergiche da contatto, che possono
comunque essere causate da allergia della singola persona a una determinata
componente del cosmetico.
In sintesi, quindi, è bene effettuare più lavaggi del viso con acqua corrente
durante la giornata o almeno un lavaggio completo la sera per l’igiene generale
degli occhi e utilizzare
sempre prodotti
detergenti di qualità
in caso di trucco
agli occhi.
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PROTEGGERE LA VISTA DEI BAMBINI
CONSIGLI GENERALI
Meglio evitare di leggere o scrivere con luce scarsa: per non affaticare gli occhi
e mantenerli in una condizione di riposo visivo, la luce deve essere diretta sul
testo quando si scrive e la stanza deve avere un'illuminazione di fondo.
Leggere e scrivere al computer non è dannoso, purché almeno ogni due ore si
faccia una pausa di riposo per gli occhi di qualche minuto.
Non abusare delle lenti a contatto soprattutto se morbide: indossarle al
massimo per 8-10 ore al giorno. Circa il 15% degli utilizzatori di lenti a contatto
a causa dell'abuso presentano fenomeni d’intolleranza e allergia (irritazione,
fotofobia, eccetera).
Evitare, se possibile, l’esposizione degli occhi alle radiazioni UV prodotte da
lampade abbronzanti: in quel caso non dimenticare mai di proteggere gli occhi
con gli appositi occhialini.
BAMBINI E SALUTE DEGLI OCCHI
La visione non è innata e non resta uguale per tutta la vita, ma si modifica nel
corso della crescita perché l'occhio è programmato per apprendere.
Per questo è necessario fare molta attenzione ad alcuni atteggiamenti dei
bambini, anche involontari, prima dell’età scolare, che potrebbero segnalare
problemi di vista.
Secondo i dati degli esperti della SOI (Società Oftamologica Italiana), il 6% dei
bambini tra 1 e 5 anni presenta alterazioni visive, quali strabismo,
astigmatismo e miopia.
Più del 10% dei bambini, invece, presenta arrossamenti agli occhi,
affaticamento a leggere e scrivere, mal di testa dopo aver visto la televisione,
scritto al computer o durante una lettura prolungata. Disturbi che, spesso,
dipendono da difetti di visione non ben identificati nella prima infanzia.
BAMBINI E TV-VIDEOGIOCHI
La Tv può essere un ottimo indicatore di difetti visivi: se il bambino tende ad
assumere una posizione non retta, ma china la testa da un lato, chiude uno
degli occhi, si avvicina molto allo schermo è bene sottoporlo a una visita da uno
specialista.
Per quanto riguarda, invece, i possibili danni visivi dovuti a una lunga
permanenza davanti alla TV, oppure fissando la consolle di un videogioco, il
rischio che corrono i bambini come gli adulti è quello definito della sindrome
da “occhio secco”.
È bene quindi interrompere la visione dopo un tempo ragionevole e abituare i
bambini ad alternare la TV o i videogiochi con altre attività possibilmente
all’aria aperta.
BAMBINI ED ESPOSIZIONE SOLARE
In spiaggia si vedono bimbi generalmente senza occhiali da sole e questo può
danneggiare gravemente i loro occhi delicati. Fino ai 12 anni, infatti, l’occhio è
immaturo e più sensibile ai raggi UV.
Purtroppo le scottature solari prese prima dei 10 anni più facilmente delle altre
possono tradursi in tumori pigmentati, melanomi, in tarda età.
BAMBINI E MISURAZIONE DELLA VISTA
Già al terzo/quarto anno di età uno specialista è in grado di misurare l’acuità
visiva dei bambini.
È compito dell’ortottista, dottore in Ortottica e assistenza oftalmologica, il
30
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professionista sanitario specializzato nella prevenzione, valutazione e
riabilitazione ortottica dei disturbi visivi, e nell’esecuzione di esami strumentali
oculistici.
L’ortottista può sottoporre il piccolo al test E di Albini, carattere di lettura per i
bambini in età prescolare. Si richiede di riconoscere l'orientamento delle E
iniziando da quelle più grandi, procedendo verso il basso fino alla riga in cui
non si è più in grado di valutare l'orientamento di almeno metà dei caratteri.
A questo punto i decimi che vengono indicati sulla destra (numeri piccoli) della
riga precedente corrispondono alla capacità visiva dell'occhio esaminato.
BAMBINI E LENTI A CONTATTO
Non esiste un’età predefinita per indossare le lenti a contatto come alternativa
degli occhiali. La decisione deve essere intrapresa dallo specialista, anche se
vi sono casi di neonati ai quali sono state applicate le lenti a contatto a causa
di problemi dell'occhio che non potevano essere curati altrimenti.
Dopo la decisione positiva del medico, è necessario valutare se il bambino è
grande e maturo abbastanza per indossare le lenti a contatto e quale sia il suo
stile di vita, oltre ai suoi problemi visivi.
Per l’utilizzo delle lenti a contatto da parte dei bambini più piccoli (0-3 anni)
sarà inoltre fondamentale la collaborazione dei genitori, sia nelle fasi di
applicazione e rimozione che per la quotidiana manutenzione delle stesse.
Dopo i 7 anni d'età, l’occhio del bambino ha ormai assunto una struttura
definitiva e i parametri contattologici sono quindi equivalenti a quelli dell’adulto.
Si ritiene che dai 7 anni in poi il bambino sia autonomo nell’applicazione, nella
rimozione e nella pulizia delle proprie lenti a contatto.
IL 3D FA MALE
AGLI OCCHI DEI PIÙ PICCOLI?
Nintendo, azienda storica di videogiochi, sul proprio sito avverte che la nuova consolle
di gioco portatile, il 3DS, non dovrà essere usata nella modalità a tre dimensioni da
parte dei giocatori sotto i 6 anni.
Come spiega il comunicato rilasciato dalla Compagnia "i bambini dai sei anni in giù
potranno giocare solo in modalità 2D poiché esporre gli occhi a immagini in 3D per un
lungo periodo può avere effetti negativi sulla vista". Il pericolo maggiore per i bambini
di età inferiore ai 6 anni è lo strabismo, in quanto la vista non è completamente
sviluppata fino a 7 anni e, giocando in 3D, i due occhi sono obbligati a guardare in
direzioni diverse: uno si muove normalmente mentre l’altro fissa da un’altra parte con il
risultato, in caso di esposizione prolungata, di una perdita del senso di profondità. Solo
dopo i 7 anni, il bambino è in grado di percepire correttamente la visione stereoscopica
in 3D. Nintendo ha comunque messo in guardia anche gli adulti, consigliando una pausa
ogni 30 minuti di gioco per evitare giramenti di testa e senso di nausea.
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ONCOLOGIA OCULARE
ANCHE GLI OCCHI POSSONO ESSERE COLPITI DA TUMORE
I tumori oculari provocano lo 0.1% dei decessi causati da patologie tumorali.
Nell’infanzia, i tumori più frequenti sono il retinoblastoma e il rabdomiosarcoma,
nell’età adulta circa il 90% è rappresentato dal melanoma dell’uvea. Poiché la
maggior parte dei tumori è rappresentata dal melanoma, è diventata una
consuetudine considerare i tumori dell’adulto come surrogato del melanoma
oculare.
La grande varietà delle forme neoplastiche dell’occhio e degli annessi oculari
richiede conoscenze approfondite e specifiche: per questo l’oncologia oculare
è oggi considerata una disciplina distinta che richiede oftalmologi formati a
livello specialistico e dedicati alla diagnosi e al trattamento di tali patologie
all’interno di Centri di Oncologia Oculare presenti sul territorio nazionale.
LE DIFFERENTI FORME DI TUMORE
I TUMORI DELLE PALPEBRE
Le palpebre sono una sede frequente di neoplasie per le persone adulte: infatti,
circa il 5-10% di tutti i tumori cutanei si localizza nelle palpebre.
La maggior parte dei tumori è benigna: tra le forme maligne, oltre l’80% è un
tumore della pelle abbastanza comune che si chiama “epitelioma o carcinoma
a cellule basali”.
I TUMORI DELLA CONGIUNTIVA
Sono congeniti o acquisiti, benigni, potenzialmente maligni o maligni.
Nella maggior parte dei casi hanno origine dall’epitelio (lo strato di cellule più
superficiale) o dai melanociti (cellule presenti normalmente nell’epitelio
congiuntivale).
La neoplasia intraepiteliale corneo-congiuntivale è la più frequente neoplasia
della superficie oculare, mentre il carcinoma a cellule squamose rappresenta il
tumore maligno più comune.
I tumori pigmentati sono benigni nella maggior parte dei casi, ma vanno
sempre considerati come possibili portatori di malignità, con un percorso simile
a quello che porta alla formazione del melanoma cutaneo.
Il melanoma è un tumore raro, che rappresenta circa il 2% dei tumori oculari
maligni.
I TUMORI DELL’UVEA
Il melanoma uveale ha un’incidenza di 2-8 casi per milione, per anno, nella
popolazione caucasica.
È il tumore primitivo intraoculare più frequente nell’adulto, l’età media alla
presentazione è tra i 50 ed i 60 anni. Circa il 90% si localizza nella coroide, la
sopravvivenza è pari al 50% a 10 anni.
I TUMORI DELLA RETINA
Il retinoblastoma è una forma di tumore che nasce dal neuroepitelio retinico, la
sezione della retina posta verso la cavità vitreale e formata dalla catena di
cellule coinvolte nella percezione dello stimolo luminoso.
È il tumore maligno oculare più comune durante l’infanzia (l’incidenza varia da
1 bambino su 14.000-34.000). Può presentarsi in forma ereditaria (nel 6% dei
casi), o sporadica e coinvolgere uno o entrambi gli occhi.
La sopravvivenza ormai è praticamente pari a circa il 95% a cinque anni dalla
diagnosi ed oltre l’80% a trentacinque anni dalla diagnosi.
I TUMORI ORBITARI
Il rabdomiosarcoma rappresenta il tumore orbitario maligno più frequente
nell’infanzia. Attualmente, le percentuali di sopravvivenza sono superiori al 90%.
I TUMORI DELLA GHIANDOLA LACRIMALE
L’adenoma pleomorfo è un tumore benigno che insorge generalmente in età
adulta. Quando si tratta di tumore maligno, questo deriva molto frequentemente
dalla trasformazione maligna di un adenoma pleomorfo pre-esistente.
I SINTOMI DELLE FORME TUMORALI PIÙ COMUNI
La maggior parte dei retinoblastomi si manifesta con il riflesso bianco in campo
pupillare (leucocoria), ma non è infrequente, come primo segno della malattia,
il riscontro di uno strabismo associato o meno alla leucocoria. Quando è
presente una storia familiare positiva per retinoblastoma, i bimbi vanno
osservati prima che insorga la leucocoria.
Il melanoma irideo (l’iride rappresenta la porzione più anteriore dell’uvea,
quella più accessibile all’osservazione) si presenta in forma circoscritta o
diffusa, quindi ogni pigmentazione dell’iride deve allertare il paziente.
Il melanoma ciliare (il corpo ciliare è la porzione intermedia, nascosta dietro
l’iride) può provocare disturbi visivi o cataratta soltanto in fase avanzata,
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quando abbia raggiunto dimensioni tali da rendersi visibile.
Il melanoma coroideale si sviluppa generalmente in maniera asintomatica
tuttavia, qualora sia localizzato al polo posteriore, può determinare una
riduzione dell’acuità visiva.
scarsamente pigmentati, si può utilizzare la terapia fotodinamica, introdotta di
recente per il trattamento di alcune patologie retiniche, che ha dimostrato una
certa efficacia in questi tumori.
Altri sintomi riferiti dai pazienti sono i fosfeni (flash luminosi) o i deficit del
campo visivo, che possono essere attribuiti alla presenza di un distacco retinico
associato alla neoformazione.
L’avvento delle terapie biologiche, che utilizzano sostanze naturali capaci di
attivare il sistema immunitario per indurre una risposta nei confronti del
tumore, si è rivelato di grande aiuto per il trattamento dei carcinomi delle
palpebre, per i quali si può utilizzare un farmaco, sotto forma di crema, in
alternativa alla chirurgia.
Il carcinoma basocellulare si localizza preferibilmente nella palpebra inferiore
e nell’angolo interno, quindi nella palpebra superiore e nell’angolo esterno.
Si presenta, solitamente, come un nodulo non dolente, di consistenza dura,
aderente ai piani sottostanti, talvolta con un’ulcerazione centrale.
Qualsiasi nodulo che non regredisce o un’ulcerazione palpebrale che non
guarisce deve essere valutata da uno specialista.
La terapia biologica con interferone iniettato entro la lesione ha prodotto ottimi
risultati nel trattamento dei linfomi congiuntivali, mentre per i linfomi orbitari
sembra particolarmente efficace un anticorpo monoclonale, il rituximab,
diventato disponibile di recente.
La comparsa di una macchia pigmentata o di un nodulo roseo sulla superficie
dell’occhio può rappresentare un nevo o una neoplasia.
LE TERAPIE ALL’AVANGUARDIA NELLA CURA DEI TUMORI OCULARI
Per quanto riguarda il retinoblastoma, l’evento più significativo è stato
l’introduzione della chemioriduzione, una modalità di trattamento che consente
di ridurre il volume del tumore e, quindi, di trattare il residuo tumorale
riducendo gli effetti collaterali prodotti dalla terapia.
Nei casi più avanzati, ultimamente, si è tentato di evitare la rimozione del
bulbo attraverso una speciale modalità di somministrazione della
chemioterapia “intraarteriosa” che porta il farmaco all’interno dell’occhio,
ottimizzando la concentrazione ed eliminando alcuni effetti collaterali.
Per la terapia del melanoma uveale, la modalità di trattamento più utilizzata
nel mondo è la brachiterapia, una forma di radiazione a contatto nota da molto
tempo. Oggi si utilizzano, però, sostanze radioattive come il rutenio e lo iodio,
che hanno la capacità di focalizzare le radiazioni sul tumore, riducendo
l’irradiazione ai tessuti vicini e gli effetti collaterali conseguenti.
Alla brachiterapia, poi, si può associare la termoterapia transpupillare che
consente una necrosi più rapida e più completa del melanoma. Nei melanomi
PREVENZIONE
La rarità dei tumori intraoculari non giustifica uno screening su larga scala
della popolazione, come avviene per il tumore al seno o alla prostata.
È importante, però, una diagnosi precoce che consente di ricorrere a modalità
di trattamento conservativo, permettendo di salvare innanzitutto la vita del
paziente, di conservare l’occhio e, se possibile di mantenere una certa funzione
visiva.
Nel caso del melanoma vi sono comunque dei fattori di rischio che debbono
essere osservati con particolare attenzione, perché predispongono
all’insorgenza del tumore, come la melanocitosi oculodermica (una lesione che
crea una pseudo pigmentazione) e il nevo coroideale
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PATOLOGIE OCULARI.
ALCUNE NOVITÁ IN AMBITO
SCIENTIFICO
LE CELLULE STAMINALI:
UNA SPERANZA CONCRETA PER LE PATOLOGIE OCULARI
Una tecnica innovativa è stata sperimentata con successo su 3 pazienti che
presentavano cornee lesionate. Sono state preparate lenti a contatto rivestite
con cellule staminali prelevate dall’occhio sano di ciascun individuo. Le lenti
“rinforzate” con tali cellule sono state poi innestate sulle cornee danneggiate
e lasciate a contatto 10 giorni, tempo necessario alle staminali per la
riparazione del tessuto. L’intervento ha determinato un sensibile miglioramento
della vista nei pazienti.
Lo studio è stato condotto dai ricercatori della University of New South Wales
di Sidney ed è stato pubblicato sulla rivista Transplant.
Anche l'Italia è impegnata in questa tipologia di ricerca pur non lavorando con
le embrionali. Il Centro di Medicina Rigenerativa dell'Università di ModenaReggio Emilia da anni lavora con le staminali della cornea per eseguire i
trapianti e sta praticando alcune importanti sperimentazioni cliniche.
L’obiettivo è mettere a punto un protocollo per la cecità bilaterale, cioè per quei
pazienti che non hanno più tessuto residuo indispensabile per i trapianti. I
ricercatori ricavano le cellule staminali dal cavo orale del paziente e le
coltivano fino a quando non ottengono una membrana trasparente che mima
molto da vicino le funzioni corneali e non causa la formazione di vasi sanguigni
sulla cornea, fatto che rende difficoltosi i trapianti. Si tratta di una tecnica poco
invasiva basata sull'utilizzo di staminali adulte che non danno problemi di
rigetto.
BUONE NOTIZIE PER CHI SOFFRE DI GLAUCOMA IN FORMA LIEVE.
È stata scoperta una terapia rapidissima che agisce in soli due minuti
concentrando l’invio di raggi a ultrasuoni per alleviare la pressione che causa
il glaucoma agli occhi.
L’équipe di ricerca francese ha messo a punto una tecnica ad ultrasuoni che
blocca la degenerazione della patologia senza obbligare il paziente, quindi, a
sottoporsi all’intervento chirurgico tradizionale. L’operazione dura addirittura
meno di due minuti, senza stress e con ottimi risultati.
UN GENE ASSOCIATO ALLA MIOPIA.
Alcuni scienziati hanno recentemente scoperto un gene associato alla miopia.
La loro scoperta, presentata sulla rivista Nature Genetics, consente di
comprendere le basi genetiche della malattia dell'occhio più diffusa nel mondo.
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I ricercatori, guidati dal King's College di Londra, affermano che mentre la
scoperta di un gene non comporta automaticamente la disponibilità immediata
di un trattamento, esistono tuttavia già una serie di terapie geniche efficaci per
alcuni disturbi oculari. La miopia potrebbe quindi essere una malattia
potenzialmente trattabile tramite la riparazione genica, secondo il team.
La maggior parte dei casi di miopia non sono gravi, ma il 2 - 3% sono casi
patologici che includono l'emorragia maculare, il distacco della retina, il
glaucoma precoce, i quali potrebbero portare alla cecità. Tuttavia, i ricercatori
sottolineano che esiste un antidoto “naturale” per la miopia: recarsi all'aperto
e guardare verso l'orizzonte.
Il lavoro odierno costringe gli occhi a essere costantemente in tensione nel
concentrarsi su oggetti vicini: documenti da leggere e monitor da guardare.
Guardare la televisione, lavorare in città con edifici alti, guidare nel traffico
intenso… In genere le persone hanno oggi meno possibilità di guardare
lontano, soprattutto nelle aree urbane. Questi fattori influenzano lo sviluppo
della vista dei bambini, ma peggiorano anche quella di molti adulti.
LA TERAPIA INTRAVITREALE
Si tratta di una tecnica di recente introduzione praticata in sala operatoria, che
prevede l’iniezione di farmaci direttamente all’interno dell’occhio per il
trattamento di alcune patologie retiniche e maculari. L’ago attraversa la sclera
e riversa il contenuto nella cavità oculare interna. I farmaci intravitreali più
utilizzati sono il Lucentis e l’Avastin che hanno un ruolo molto importante nella
gestione di malattie come la Degenerazione maculare Senile e la Retinopatia
Diabetica. Entrambi i farmaci sono definiti anti-VEGF, ovvero contro una
molecola capace di stimolare la proliferazione di nuove arterie e vene. Il VEGF
(fattore di crescita delle cellule endoteliali vascolari) è una molecola
indispensabile per un corretto sviluppo della vascolarizzazione corporea. Nelle
patologie caratterizzate da un danno ischemico come quelle citate, il VEGF è
prodotto in eccesso: da qui la necessità di utilizzare farmaci che controllino una
crescita anomala dei vasi sanguigni o la fuoriuscita di fluido dei capillari.
CHIRURGIA DELLA CATARATTA.
PRIMI INTERVENTI CON LENTI MODIFICABILI ALLA LUCE.
A Milano sono stati effettuati i primi impianti italiani di lenti modificabili con
la luce dopo l'intervento. La lente hi-tech, sviluppata in California, è composta
da un polimero di silicone scoperto dal premio Nobel per la chimica del 2005.
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Una volta impiantata nell'occhio, può essere modificata con la luce per
adattarsi perfettamente alle necessità del singolo paziente: questo permette di
poter offrire soluzioni personalizzate, con una migliore correzione dei problemi
della vista come l’astigmatismo.
Ciò è più evidente nei forti difetti di rifrazione, nelle anisometropie elevate, specie
dove non vi è tolleranza alle lenti a contatto, e in caso di attività lavorative in cui
i presidi ottici creano innegabili svantaggi (atleti, rappresentanti delle forze
dell’ordine, militari, etc.).
La chirurgia per la cataratta è una pratica diffusa nel mondo, con più di 15
milioni di interventi realizzati ogni anno. Il chirurgo rimuove il cristallino opaco
dall'occhio e lo sostituisce impiantando una lente artificiale.
L’accurata selezione del paziente, valutando le caratteristiche cliniche e le
motivazioni dell’intervento, nonché la valutazione della tipologia di intervento,
sono assolutamente necessarie alla luce del fatto che l’atto chirurgico non è
sempre reversibile e delle eventuali complicanze comuni a tutti gli interventi
chirurgici oculari.
Dopo l’impianto della nuova lente fotosensibile durante le prime settimane
dopo l'intervento, i pazienti dovranno indossare occhiali speciali con filtro UV
per proteggere l’occhio fin quando la lente non è personalizzata.
LA CHIRURGIA REFRATTIVA
Oggi vi è un’alternativa terapeutica ai vizi di rifrazione: l’intervento chirurgico.
La chirurgia refrattiva trova le applicazioni più vantaggiose quando, escluso il
semplice desiderio estetico di eliminare gli occhiali, vi siano caratteristiche
oculari e ambientali che impediscano al paziente la capacità di utilizzo della
vista al meglio.
Ogni atto di chirurgia rifrattiva risolve il solo vizio di rifrazione. L’intervento
potrà però ragionevolmente mirare a una riduzione del potere dell’occhiale o,
nei casi più favorevoli, alla sua completa eliminazione con diminuzione dei
fastidi e delle distorsioni che a essi si accompagnano.
Pertanto per non incorrere in errori e incomprensioni sui programmi prefissi e
sui risultati raggiunti, è indispensabile che il paziente sia informato in modo
esauriente cosicché il suo consenso all’intervento sia motivato e convinto.
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LE RISPOSTE SCIENTIFICHE
ALLE DOMANDE DI TUTTI.
INFORMARSI, APPROFONDIRE, LEGGERE…
• Lucio Buratto, L’occhio, le sue malattie e le sue cure, Volume I, Springer, Milano, 2010.
• William G. Christen e coll. Dietary Carotenoids, Vitamins C and E, and Risk of Cataract in Women.
Mi hanno detto che, in quanto miope, avrò figli con lo stesso difetto. La miopia
si trasmette di generazione in generazione?
L’aggettivo “ereditario” implica che un carattere può essere trasmesso dai
genitori ai figli. In questo senso la miopia può considerarsi ereditaria ma anche
per un motivo connesso a fattori ambientali. La miopia è più frequente nelle
popolazioni asiatiche e in quella ebrea rispetto a quelle di etnia africana perché
le prime hanno sottoposto gli occhi a un’attività visiva che li costringeva a
concentrarsi sul “vicino”. Pensiamo agli orafi, fin dal Medioevo, agli
amanuensi, ai sarti, agli studiosi… Tutte attività che richiedevano all’occhio
uno sforzo massimo da vicino. Esiste un tratto di ereditarietà di “razza” ma
anche di famiglia, anche se non esistono oggi studi che indichino con
precisione che tipo di ereditarietà entri in gioco. Meglio sottoporre i bambini
fin da piccolissimi a una visita oculistica seria, non si sa mai…
• Arch Ophthalmol. 2008;126 (1):102-9.
• Red Meat and Chicken Consumption and Its Association With Age-related Macular Degeneration
• Elaine W.-T. Chong, Julie A. Simpson, Luibov D. Robman, Allison M. Hodge, Khin Zaw Aung,
Dallas R. English, Graham G. Giles and Robyn H. Guymer
• American Journal of Epidemiology 2009 169(7):867-876; doi:10.1093/aje/kwn393
• http://www.c-d-v.it/
• http://server1.fisica.unige.it/~tuccio/SSIS/visione.html
• www.medicinalive.com
• www.bmctoday.net
• www.crstodayarchive.com
• www.sedesoi.com
• http://www.nature.com/ng/index.html
• www.aao.org
Passo tutta la giornata davanti al computer per lavoro. I miei bambini, invece,
non vorrebbero mai staccarsi da Tv e consolle dei videogiochi. Tutto questo
danneggia la vista, vero?
Il monitor trasmette una quantità modestissima di radiazioni non pericolose a
livello oculare. È comunque opportuno evitare che i bambini siano seduti a
meno di due metri dalla TV o di 60 cm dal videoterminale, che l’impegno visivo
in queste condizioni non superi le due ore nell’arco della giornata e che vi sia
una illuminazione diffusa ed uniforme. Il segreto per far riposare gli occhi è
alzarsi dal monitor o spegnere la Tv, chiudere gli occhi più volte per aumentare
la lacrimazione, muoversi, anche se si tratta di pochi passi. Distogliere lo
sguardo da un punto fisso fa sempre bene. E l’attività fisica, com’è stato
dimostrato da moltissime ricerche ormai, è un toccasana anche per proteggere
gli occhi!
Mi hanno parlato di un esame specifico della vista per i bambini neonati. È
davvero così utile?
La prova del “riflesso rosso” è essenziale per il precoce riconoscimento di
situazioni che potenzialmente possano mettere in pericolo la visione o la vita,
come la cataratta, il glaucoma, il retinoblastoma, le anomalie retiniche, le
malattie sistemiche con manifestazioni oculari e forti errori di rifrazione.
La prova del riflesso rosso utilizza la trasmissione della luce da un
oftalmoscopio, attraverso tutte le parti normalmente trasparenti dell’occhio di
una persona, incluso lo strato sottile delle lacrime, la cornea, l’umor acqueo, il
cristallino e l’umor vitreo. Questa luce, riflessa dal fondo dell’occhio, è
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trasmessa all’indietro, attraverso i mezzi ottici e attraverso l’apertura
dell’oftalmoscopio, fino all’occhio dell’esaminatore. Ogni fattore che
impedisca o blocchi queste vie ottiche comporterà un’alterazione del riflesso
rosso.
Un’alterazione del riflesso rosso può essere dovuta a muco o altri corpi
estranei presenti nello strato sottile delle lacrime, opacità corneali, opacità
dell’umor acqueo, alterazioni dell’iride, che compromettano l’apertura della
pupilla, cataratta, opacità del vitreo, alterazioni retiniche, compresi i tumori o i
colobomi corio-retinici, malformazioni che colpiscono una delle strutture
dell’occhio, la coroide o la retina ma anche l’iride, la palpebra e il nervo ottico.
Possono determinare alterazioni o asimmetrie del riflesso rosso anche errori
gravi o ineguaglianze della rifrazione (che necessitano di occhiali) e lo
strabismo. Variazioni significative del riflesso rosso sono presenti in bambini di
differenti etnie e gruppi etnici, in seguito ai differenti livelli di pigmentazione
del fondo oculare.
In generale, tutti i bambini con una storia familiare positiva per neuroblastoma,
cataratta congenita infantile e giovanile, glaucoma o alterazioni retiniche
devono essere inviati a un oculista pediatra per un esame completo degli occhi,
indipendentemente dalla prova del riflesso rosso, perché sono portatori
potenziali di anomalie oculari ad alto rischio per la visione.
Un dubbio: lo strabismo è ereditario?
Lo strabismo è una deviazione di uno o entrambi gli occhi rispetto al punto di
fissazione (gli assi visivi non sono, quindi, diretti verso lo stesso punto dello
spazio) e viene distinto a seconda della direzione di tale deviazione: strabismo
convergente (l’occhio è deviato verso l’interno), strabismo divergente (l’occhio
è deviato verso l’esterno) e strabismo verticale (l’occhio è deviato verso l’alto
o il basso).
Lo strabismo può essere congenito, a insorgenza precoce o tardiva, costante o
intermittente (la deviazione è presente solo in alcuni momenti della giornata),
monolaterale (interessa sempre e solo un occhio) o alternante (interessa i due
occhi alternativamente).
La gran parte dei difetti di vista presenti in famiglia viene ereditato: questo
accade anche per lo strabismo, ma non solo. Lo strabismo può essere legato ad
anomalie oculari, difetti refrattivi (ipermetropia ad esempio) o paresi di uno dei
muscoli oculari. In caso però di genitore che presenti difetti visivi è sempre
bene far visitare il proprio figlio precocemente dal pediatra oculista.
Il calo della vista è fisiologico? Ho quarant’anni e non mi sembra di vederci più
come una volta…
Sì, esiste un calo della vista fisiologico, come accade per altri organi del nostro
corpo. Alcune patologie come la presbiopia, che rende necessario l’uso degli
occhiali per la lettura da vicino, sono legate all’avanzare dell’età, così come
altre patologie più gravi come la degenerazione maculare senile… La
presbiopia non è un vero e proprio difetto della vista ma rappresenta la
fisiologica e naturale evoluzione dell’occhio negli anni. Si tratta di una perdita
di elasticità del cristallino che comincia a venir meno dopo i 40 anni di età: con
gli anni siamo destinati praticamente tutti a diventare presbiti e costretti quindi
ad aiutarci tramite l’uso di occhiali o lenti a contatto. Il calo della vista è
comunque un sintomo importante, da non sottovalutare e che richiede quindi
una visita immediata presso un medico specialista.
Ho sentito dire che il trucco agli occhi può danneggiarli. Non vorrei rinunciare
a sentirmi più sicura ma, al contempo, vorrei davvero non “fare danni”!
L’occhio è un organo delicatissimo, l’abbiamo scritto più volte, e il trucco
rappresenta un potenziale elemento “inquinante” dato che l’eye-liner e
mascara vengono a contatto con alcune parti dell’occhio, come la linea interna
dell’occhio, le ciglia… Meglio truccare gli occhi in modo leggero, usando
prodotti di qualità che non contengano ingredienti nocivi e, soprattutto, non
dimenticare mai di struccare gli occhi alla fine della giornata, operazione che
garantisce la perfetta pulizia dell’occhio eliminando così i residui di trucco che,
dopo molte ore, possono catturare lo sporco e provocare qualche irritazione. Il
trucco è permesso senza eccessivi problemi ma con gli accorgimenti che
abbiamo indicato in precedenza. Per quanto riguarda il trucco permanente o
semipermanente, pratica diffusa negli ultimi anni che ha riguardato non solo le
labbra ma anche l’occhio, solitamente viene effettuato con pigmenti naturali
ad acqua che non dovrebbero danneggiare l’occhio (tranne casi di allergia ad
una specifica componente): il consiglio è quindi di farsi truccare da
professionisti del settore che possano garantire l’esperienza, la qualità dei
prodotti, l’igiene.
Non so se sostituire gli occhiali con le lenti a contatto. Fanno male agli occhi?
Sono oltre due milioni e mezzo gli italiani che utilizzano lenti a contatto in
sostituzione degli occhiali. Ne esistono in commercio diversi tipi, dalle lenti a
contatto morbide usa e getta giornaliere a quelle semirigide (conosciute anche
come lenti a contatto gas permeabili), dalle lenti a contatto colorate che
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consentono di dare una colorazione diversa all'iride alle lenti a contatto rigide,
anche se queste ultime, ormai, stanno man mano lasciando spazio alle lenti a
contatto semirigide.
Le lenti a contatto non sono dannose per gli occhi, sono semplicemente
alternative all’occhiale, ma è necessario fare molta attenzione durante il loro
utilizzo. La pulizia è fondamentale per la conservazione delle lenti a contatto
non di uso giornaliero ma anche per la tutela della salute dell'occhio. Oltre a
lavarle bene con le soluzioni antiproteiche è bene sostituire i contenitori delle
lenti ogni mese. Per quanto riguarda quelle giornaliere, one day, bisogna
buttarle dopo l'uso anche se sono state usate solo per poche ore.
Da evitare il contatto delle lenti con l'acqua del rubinetto: meglio evitare di
farsi la doccia indossandole perché l'acqua corrente potrebbe contaminare la
lente attraverso alcuni germi presenti nell’acqua tra cui lo Pseudomonas,
Stafilococco, Streptococco, Candida e Acantameba. Quest’ultimo è causa della
maggior parte delle infezione agli occhi: in concomitanza di una piccola
abrasione nell'occhio, il germe penetra nell'organismo e può provocare ascessi
e cheratiti corneali irreversibili. Appena l’occhio si dimostra stanco o
sofferente, è sempre bene utilizzare gli occhiali.
Si consiglia di togliere le lenti almeno un'ora prima di andare a letto, lavarsi
sempre le mani prima di maneggiarle evitando l'utilizzo delle saponette (dove
si possono annidare i germi) e utilizzando un dispenser di sapone liquido,
infine, non pulire mai le lenti con la saliva.
Per quanto riguarda il mare, si consigliano vivamente le lenti “usa e getta” e di
utilizzare gli occhialini per fare il bagno perché la lente a contatto rischia di
assorbire le impurità dell'acqua del mare. Fortunatamente i danni irreparabili
sono molto rari ma riguardano prevalentemente i giovani e giovanissimi, meno
attenti a seguire le regole d’igiene e di corretto uso che abbiamo riassunto qui.
È vero che alcune malattie possono indebolire la vista o addirittura provocare
ulteriori patologie dell’occhio?
Purtroppo è vero. Come abbiamo scritto in precedenza, le patologie dell’occhio
possono essere conseguenza di altre patologie, come accade per il diabete e
la retinopatia diabetica. Accade anche in seguito ad alcune malattie
autoimmuni, come quelle alla tiroide, causa di una patologie che si chiama
“orbitopatia tiroidea”. Persino la sindrome dell’occhio secco, una patologia
oculare ormai molto diffusa, può essere conseguenza di malattie come il
diabete e l’epatite. Le alterazioni ormonali possono causare invece il
cosiddetto “occhio rosso”. I pazienti affetti da morbo di Crohn e rettocolite,
come molte malattie infiammatorie croniche dell’intestino, presentano spesso
alterazioni oculari. L’occhio quindi è un organo delicato che risente
dell’equilibrio e dello stato generale dell’organismo. Un fisico in buona salute
è garanzia molto spesso di un apparato visivo in buona salute.
Non avevo mai sentito parlare di tumore alla palpebra finché non è stato
diagnosticato a un conoscente. È grave?
Sì, purtroppo esistono i tumori connessi all’organo dell’occhio anche se,
fortunatamente, non sono molto frequenti.
La regione palpebrale è sede frequente di tumori benigni e maligni, epiteliali e
melanotici. In linea generale vanno considerate benigne quelle lesioni che, pur
presenti da molti anni, non hanno subito modificazioni di aspetto e di
dimensione nel tempo. Al contrario, l'accrescimento rapido e progressivo, la
presenza di ulcerazione, il sanguinamento o la perdita parziale delle ciglia
richiedono un'indagine clinica per scartare con certezza l'evoluzione maligna.
Le forme di tumori alle palpebre più frequenti sono gli “epiteliomi”, che si
localizzano all’angolo interno delle palpebre nella porzione inferiore.
Compaiono intorno ai 60 anni e si manifestano più frequentemente in soggetti
di carnagione chiara che hanno una storia di esposizione alle radiazioni.
Nei carcinomi palpebrali, la diagnosi richiede un esame con lampada a fessura
fotografica, uno strumento che consente di osservare con un certo
ingrandimento e di fotografare la lesione. Le caratteristiche cliniche orientano
verso la diagnosi, ma la conferma si ottiene facendo una biopsia, vale a dire
prelevando un piccolo frammento di tessuto tumorale ed esaminandolo
istologicamente.
Prendere il sole al mare fa male agli occhi?
I raggi del sole emettono molteplici radiazioni, ma non tutte mettono a rischio
la salute dei nostri occhi. Dell’enorme quantità di radiazioni solari, quelle che
ci interessano sono le ultraviolette, da cui l’abbreviazione UV, così chiamate
perché vengono dopo le radiazioni della luce visibile di colore viola.
I raggi UV emessi dal sole si suddividono in dipendenza della lunghezza d’onda
in raggi UV-A (400-315 nm), UV-B (315-280 nm) e UV-C (280-100 nm). Emesse
dal sole, le onde ultraviolette raggiungono la stratosfera che circonda la terra
attraversando lo spazio e lì vengono quasi completamente filtrate dall’ozono,
un gas che funge da barriera quasi totale per le radiazioni UVB (95%) e UVC
(100%). Il 99% delle radiazioni ultraviolette cui siamo sottoposti è dunque di
tipo UV-A che, senza le adeguate protezioni, possono danneggiare sia la pelle
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che gli occhi. Basta dotarsi di un paio di occhiali da sole con lenti a norma di
legge e filtri UV-A e UV-B.
È bene verificare che gli occhiali abbiano segnalato il marchio CE e citata la
norma di riferimento, che vi sia indicata la dicitura “100% UV” che significa
protezione totale dai raggi UV-B e UV-A. Inoltre oggi sono prodotti occhiali da
sole di differenti categorie in base alla protezione dei raggi, dalla categoria 0,
che filtra il 20% dei raggi, alla categoria 4, che filtra oltre il 90% dei raggi
visibili. Le categorie 2 e 3, che filtrano dal 57% circa al 90% circa, sono
indicate per la vita di tutti i giorni, la categoria 4 è utilizzata solitamente in
condizioni estreme, sui ghiacciai, nei deserti, etc.
Anche nelle giornate nuvolose, e anche quando si sta all’ombra o sotto
l’ombrellone, si è ugualmente esposti ai raggi ultravioletti. Occorre inoltre fare
attenzione ai raggi riflessi (ad esempio dal mare), che arrivano ai nostri occhi
non in modo diretto: in questi casi l’occhio non si chiude e in quel momento non
è quindi protetto.
È vero che i mirtilli fanno bene alla vista? E che la glicemia alta può influenzare
la capacità visiva degli occhi?
Tutto vero. Le proprietà di "stimolanti" della vista dei mirtilli erano conosciute
e sfruttate dai piloti della Seconda Guerra Mondiale, i quali venivano preparati
alle missioni e ai voli notturni con poderose dosi di succo di mirtillo, per
migliorare le loro doti visive in condizioni di luce scarsa e cangiante. I mirtilli
contengono una percentuale molto alta di polifenoli. Presenti nella buccia e nel
succo (da 2 a 3 grammi per kg), svolgono un'azione protettiva sulla pelle e sulla
retina dell'occhio e stimolano le capacità visive.
Ma le virtù dei mirtilli non finiscono qui: ai piccoli frutti blu sono attribuite
anche proprietà antinfiammatorie e vaso-dilatatorie, un vero toccasana per il
sistema circolatorio; in più sono rinfrescanti, antisettiche, digestive.
Tanti buoni motivi per consumare quotidianamente una piccola “dose” di
mirtilli!
Per quel che riguarda la glicemia, ovvero la concentrazione di glucosio
(zuccheri) nel sangue, quando i valori sono superiori alla norma (iperglicemia)
le conseguenze per la salute sono molteplici, anche agli organi della vista.
Alla glicemia alta, infatti, si accompagna una pressione arteriosa più elevata,
in grado di compromettere l’afflusso di sangue all’occhio e rendere il sangue
meno fluido del consueto.
Chi soffre di diabete o chi ha la pressione alta, spesso, accusa anche problemi
di vista: un’iperglicemia cronica, come abbiamo già scritto in precedenza, può
portare retinopatie, ovvero disturbi alla retina di varia entità. Per tenere la
glicemia nella norma attenzione a molti fattori, tra cui l’alimentazione!
SALUTE PER GLI OCCHI
Patologie più comuni, protezione, prevenzione
LIBERTÀ DI SAPERE LIBERTÀ DI SCEGLIERE - Collana
Sono già pubblicati e scaricabili dal sito www.fondazioneveronesi.it
1 IL TELEFONO CELLULARE
Una fonte di rischio per la nostra salute?
2 TESTAMENTO BIOLOGICO
Una scelta consapevole.
3 O.G.M.
Una risorsa importante oppure un pericolo per la nostra salute?
18 INFERTILITÀ MASCHILE E PREVENZIONE
Le risposte della scienza.
19 IL VEGETARIANISMO
Una scelta etica, di salute e di gusto
20 SALUTE PER GLI OCCHI
Patologie più comuni, protezione, prevenzione.
4 TUMORE E DIAGNOSI
Uso dei marcatori tumorali. Patologie come indicatori di rischio
5 FUMO E SALUTE
Un vizio dannoso o una dipendenza patologica?
6 LA NOSTRA PELLE
Un accessorio estetico o un organo da preservare?
7 ACQUE MINERALI
Una scelta di gusto o di salute?
8 SPORT
Un piacevole hobby o una risorsa indispensabile per la salute?
9 PRODURRE ENERGIA DAI RIFIUTI
Una soluzione necessaria a danno della salute di tutti?
10 HPV
Un problema per pochi o un rischio concreto per tutti?
11 CELLULE STAMINALI
La base scientifica, le future terapie. La riflessione etica al di là dello slogan ideologico.
12 PREVENZIONE ONCOLOGICA
Un obiettivo solo scientifico o un progetto di vita individuale?
13 INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Una conseguenza inevitabile del vivere contemporaneo o un’emergenza da risolvere?
14 TUMORE AL SENO
Il presente. Il futuro.
15 SANA ALIMENTAZIONE
Una scelta di salute che allunga la vita.
16 I VIRUS
Protagonisti di grandi tragedie ma anche possibili alleati per la salute.
Quale evoluzione nel prossimo futuro?
17 TUMORE ALL’OVAIO
Le novità che le donne devono sapere.
TESTI A CURA DI Antonella Gangeri
PROGETTO GRAFICO E ART DIRECTION Gloria Pedotti, Eva Scaini
RISTAMPA DICEMBRE 2012
I contenuti pubblicati sugli opuscoli della collana “Libertà di sapere Libertà di scegliere”, dove non diversamente ed esplicitamente
indicato, sono protetti dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941 e successive modifiche ed
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