LEZIONE BASE METODOLOGIA DI ALLENAMENTO Le basi scientifiche dell’allenamento sono sempre le stesse Teoria e metodologia dell’allenamento • Teoria: linee guida accertate e basate da risultati basati sul evidenza (metodo scientifico) e dall’esperienza • Metodologia: messa in atto, secondo l’organizzazione più funzionale e pedagogicamente più appropriata al contesto di riferimento, dei fondamenti teorici dell’allenamento sportivo Nel lingua italiana infatti la parola allenamento prepararsi ad una competizione con esercizi sistematici e progressivi , in modo da acquisire e conservare l’opportuna forma fisica atta a superare la prestazione rappresenta attualmente la sintesi di un concetto che descrive il processo attraverso cui l’unità psico-fisica dell’uomo tenta di raggiungere e mantenere livelli prestativi idonei ad affrontare, con efficienza organica ed abilità specifiche, i compiti motori rappresentati dalla partecipazione a gare od incontri sportivi con avversari. University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science W. Hollmann (1963) “L’allenamento è la somma di tutte le sollecitazioni (stimoli) applicate in un determinato periodo di tempo, che portano a cambiamenti funzionali e morfologici dell’organismo.” W. Hehlmann (1964) “L’allenamento (training): esercitazione funzionale pianificata nel campo fisico o mentale allo scopo di raggiungere la miglior prestazione individuale, soprattutto nello sport. Allenamento razionale ed educazione globale armonica si possono completare tra loro.” University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery – School of Sport and Exercise Science W. Ulrich (1973) “L’allenamento sportivo è un processo pianificato che provoca un miglioramento delle abilità e delle possibilità, cioè anche dei piani e delle strutture dell’azione.” K. Carl, B. Kayser (1976) “ L’allenamento sportivo è un complesso processo d’azione che ha per scopo una azione pianificata e specifica sullo sviluppo della prestazione sportiva” D. Martin (1977) “L’allenamento sportivo è un processo controllato da un piano, con il quale attraverso misure di allenamento debbono essere raggiunte variazioni del livello (stato) della prestazione complessa o capacità d’azione motoria, secondo determinati obiettivi.” University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery – School of Sport and Exercise Science E. Arcelli (1990) “L’allenamento è l’insieme delle attività fisica che tende a provocare (o a mantenere) nell’organismo quegli adattamenti grazie ai quali la prestazione può migliorare (o mantenersi costante). D. Martin, K. Carl, K. Lehnertz (1993) “L’allenamento sportivo è un processo complesso d’azione, che è diretto allo sviluppo secondo un piano di un determinato stato di prestazione sportiva ed alla sua dimostrazione in situazioni di confronto sportivo, specialmente in gara”. C. Vittori “L’allenamento è l’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in quantità ed intensità tali da produrre sforzi progressivamente crescenti che stimolano i processi fisiologici d’adattamento dell’organismo e favoriscano l’aumento delle capacità fisiche, psichiche e tecniche dell’atleta al fine di consolidare ed esaltare il rendimento di gara.” University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery – School of Sport and Exercise Science Y. Verchoshanskij (2001) “L’allenamento sportivo è un processo pedagogico multilaterale, diretto alla educazione globale dell’atleta, ed in particolare, alla assimilazione di un ampio spettro di conoscenze, abilità e capacità, all’aumento della capacità del lavoro muscolare dell’organismo, all’assimilazione della tecnica degli esercizi sportivi e dell’”arte del gareggiare”. University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery – School of Sport and Exercise Science La supercompensazione Sindrome generale di adattamento Uno stimolo che provoca stress (fisico, chimico, emotivo) produce un’attivazione dell’IPOFISI, che porta all’incremento dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH) il quale stimola l’attività della corteccia surrenale. Catecolamine (adrenalina e noradrenalina) dopamina e cortisolo, stimolano i meccanismi adattivi, grazie ai quali l’organismo si adatta all’azione dello stimolo Se l’entità dello stimolo non supera le riserve di adattamento dell’organismo, si producono la mobilitazione e la ridistribuzione delle sue risorse energetiche e strutturali, quindi l’attivazione dei processi di adattamento specifico..a breve termine Se invece lo stimolo è molto intenso e prolungato si sviluppa la fase conclusiva della sindrome da stress, cioè l’esaurimento della capacità reattiva organica.. Processo biofisiologico sommazione Stress esercizio Risposta funzionale sommazione University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science Secondo la sindrome generale dell’adattamento (Selye 1936, 1956 ''The Stress of life''. McGraw-Hill New York) l’organismo reagisce specificamente in termini: • • • • • • • • • Biologici Ormonali Nervosi Metabolici Morfologici Strutturali Tecnico-coordinativi Psico-cognitivi Immunologici SINTESI PROTEICA DI' ADATTAMENTO • Gli esercizi di allenamento determinano, per effetto dei metaboliti, quali proteine verranno sintetizzate intensivamente durante il recupero • Il CARICO globale della seduta determina la variazione ormonale amplificando l’azione dei metaboliti sull’apparato genetico della cellula • La sintesi proteica si realizza durante il recupero Processo biofisiologico metabolita Apparato genetico Formazione nuove proteine University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science I principi della teoria dell’adattamento e le leggi della sua formazione negli atleti • Per adattamento si intende la capacità degli organismi viventi di modificare le proprie strutture e reazioni in rapporto alle condizioni dell’ambiente esterno nel quale vivono • L’adattamento genotipico sul quale si basa l’evoluzione rappresenta il processo di adattamento delle popolazioni alle condizioni dell’ambiente in cui vivono ed alla selezione naturale • L’adattamento fenotipico rappresenta invece quel processo di adattamento che si sviluppa durante la vita di un singolo individuo, in risposta all’azione dei vari fattori dell’ambiente esterno 15 Metodologia dell’allenamento: orienta le risposte di adattamento in base: • • • • • • • • • Pianificazione temporale Obbiettivi e contenuti Combinazione e scelta dei mezzi Tipologia dei soggetti Variazioni ambientali Tipo di prestazione agonistica Valutazione e controllo Analisi di fattori esterni (stress vari, infortuni etc.) • Dieta I PRINCIPI GENERALI DELL’ALLENAMENTO SPORTIVO (modificato da Grosser et al 1986, in Martin, 1993,1997) University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science Fattori associati alla prestazione sportiva Stimolo allenante Adattamento biologico acuto Stimolo allenante Adattamento biologico acuto Adattamenti che persistono per un certo periodo di tempo divengono stabili (cronici) Stimolo allenante Adattamento biologico acuto (Booth and Thomason, Physiol Review, 1991) Fattori associati alla prestazione sportiva I cambiamenti indotti da allenamento sono il risultato della ripetizione organizzata e strutturata degli esercizi fisici … … ed ogni cambiamento è legato alla natura, intensità e durata dell’esercizio (Viru & Viru, 2000). da Impellizzeri, 2005 University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science PRINCIPIO DELLA REVERSIBILITA’ OGNI ADATTAMENTO INDOTTO DALL’ALLENAMENTO E’ TRANSITORIO E REVERSIBILE University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science I principi della teoria dell’adattamento e le leggi della sua formazione negli atleti: la formazione dell’adattamento a breve termine • Le reazioni di adattamento a breve termine dipendono dall’entità dello stimolo, dal livello di allenamento dell’atleta, dalla sua preparazione all’esecuzione ad un dato lavoro, dalla capacità dei sistemi funzionali di recuperare efficaciemente, etc. • Per ciò che riguarda il recupero esso può durare da alcune decine di secondi ad alcuni giorni come nella maratona University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science PRINCIPIO DELLE DIFFERENZE INTERINDIVIDUALI Ognuno possiede un certo livello di partenza e di arrivo (geneticamente predeterminato) riferito ad una particolare qualità fisica Gli effetti dell’allenamento sono ottimizzati se il carico di lavoro è tarato sulle capacità individuali Fatica e Adattamento L’allenamento quindi deve prevedere che: solo superando-raggiungendo determinate soglie di fatica, è possibile ottenere adattamenti: Creare Fatica per contrastare Fatica Fisiologici Biochimici Strutturali Nervosi (neuromuscolari) Psicologici Ormonali Tecnico-tattici Etc. Prestazione Fatica e Adattamento Training/ match load (Banister et al 1975) prestazione adattamento fatica tempo La stanchezza è lo stato nel quale i sistemi fisiologici non reagiscono più adeguatamente • In condizioni di stanchezza l’efficacia elaborativa decade • L’atleta stanco inizia paradossalmente la sua risposta più rapidamente (reazione) • Ha tempi di movimento più lenti • Una precisione inferiore • Produce più errori (fase percettiva interna ed esterna) • Soprattutto il riflesso d’orientamento (fase iniziale) è fortemente disturbato dal grado di stanchezza • La monotonia (ripetitibilità) produce stanchezza 32 L’allenamento è un processo che attiva il controllo e la regolazione della fatica Da Viru (1996) Reazione organico funzionale all’esercizio: supercompensazione (JAKOWLEW 1977) University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science Training Load da Impellizzeri, 2005 (modificato) PROCESSO DI ALLENAMENTO CARICO ESTERNO CARATTERISTICHE INDIVIDUALI Genetica, livello di partenza, .. MODULAZIONE E ORGANIZZAZIONE QUALITA’ E QUANTITA’ Tipologia dell’esercizio Carico interno (stimolo allenante) Fc, AL, RPE etc. Sindrome di adattamento Risultato (outcome) High responder Low responder No responder Fattori associati alla prestazione sportiva Per CARICO INTERNO si intende lo stimolo (stress) fisiologico che il mezzo di allenamento induce sulle proprietà strutturali e funzionali delle cellule, degli organi e apparati (Booth e Thomason, 1991) Il carico esterno è sempre allenante? Due o più soggetti a parità di carico esterno possono avere risposte organiche completamente diverse Allenamento ad intensità soglia An: 30 min di corsa a 12 km/h (5 min/km) Soggetto A ha una vel soglia An pari a 12 km/h = Soggetto A ha una vel soglia An pari a 15 km/h = CORRETTO ERRATO University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science CLASSIFICAZIONE DEGLI ESERCIZI • ESERCIZI GENERALI Hanno bassa correlazione con la gara poiché sviluppano caratteristiche muscolari e metaboliche molto diverse dalla gara, anche da un punto di vista cinematico non assomigliano al gesto, hanno però una utilità nella costruzione condizionale di base • ESERCIZI SPECIALI Hanno punti analitici di correlazione con la prestazione sia in termini metabolici che muscolari che cinematici, in altri aspetti sono diversi • ESERCIZI DI' GARA Hanno alto livello di correlazione, prevedono il gesto gara con piccole alterazioni non sono solo la gara Ricapitolando Per allenare occorre: Specificità soprattutto presenti nell’allenamento della forza muscolare Ordine degli esercizi Tipi di muscoli Tipo di contrazione Tipologia del recupero Contemporaneità degli stimoli (concurrent training) PRINCIPIO DEL SOVRACCARICO FUNZIONALE Per indurre un miglioramento bisogna applicare uno stimolo più elevato del livello di “normalità”. Frequenza Intensità Quantità PRINCIPIO DELLA SPECIFICITA’ L’allenamento induce modificazioni specificatamente connesse al tipo di sovraccarico imposto. FORZA AEROBICO PRINCIPIO DELLA SPECIFICITA’ L’allenamento induce modificazioni specificatamente connesse al tipo di sovraccarico imposto. PRINCIPIO DELLA SPECIFICITA’ L’allenamento induce modificazioni specificatamente connesse al tipo di sovraccarico imposto. PRINCIPIO DELLA SPECIFICITA’ L’allenamento induce modificazioni specificatamente connesse alla coordinazione specifica utilizzata CORSA Lavoro aerobico o anaerobico NUOTO CICLISMO ….l’importanza della tecnica Un buon controllo tecnica fa diminuire i costi……. University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science La prestazione si esprime sempre mediante tecniche ed abilità……….. Rieder H 1987 Adattamenti funzionali= stesso carico meno costi (energia) Maggiore economia I principi della teoria dell’adattamento e le leggi della sua formazione negli atleti: la formazione dei sistemi funzionali e le reazioni di adattamento • Un sistema funzionale che si forma in risposta ad un carico fisico presenta tre fasi di funzionamento: • La fase afferente: percezione interna ed esterna sulla postura e sul movimento e sul decorso di esso (feed-back e aggiustamenti correttivi) • La fase regolatoria centrale è rappresentata dai processi neurogeni ed umorali del controllo delle reazioni di adattamento. La componente neurogena centrale (corteccia) attivata dalla sintesi afferente provoca risposte eccitatorie o inibitorie mobilitando i sistemi ad una maggiore attività (ormoni, enzimi, mediatori etc.) e ad una maggiore mobilitazione e ridistribuzione delle risorse energetiche negli organi, tessuti, etc, include tre com52 Durante il lavoro fisico, tutto l’organismo reagisce (adattamento acuto) per favorire e rispondere alle necessità di una maggiore fornitura di ossigeno I principi della teoria dell’adattamento e le leggi della sua formazione negli atleti: la formazione dei sistemi funzionali e le reazioni di adattamento • L’adattamento del sistema centrale di controllo si manifesta mediante automatizzazione dei movimenti (economia, abitudini motorie) • Ciò favorisce l’aumento della capacità di risolvere compiti di movimento complessi (sul piano coordinativo, cognitivo e fisico) e che si realizzano in condizioni improvvise • L’adattamento comprende anche le cosiddette “riserve funzionali” che sono le possibilità latenti dell’organismo umano e che possono essere attivate in condizioni estreme • Esse si realizzano ai vari livelli (cellule, tessuti, organi, sistemi) e comprendo il potenziamento sia in termini quantitativi che di efficacia, cioè nella diminuzione del costo energetico delle attività e nella realizzazione di compiti più difficili e complessi anche in termini di durata Le qualità fisiche (capacità organico-muscolari) Giandomenico Pellegrino Coordinatore CSFQT FIGH 13/04/2015 Qualità fisiche di base e derivate Forza Forza dinamica massima Forza reattiva Forza resistente Accelerazione Resistenza forza veloce Forza esplosiva Velocità max Agilità Rapidità Resistenza forza Resistenza velocità Resistenza rapidità Velocità Neuromuscolare Endurance Resistenza orientamento Metabolico ALLENAMENTO NEUROMUSCOLARE ALLENAMENTO METABOLICO RESISTENZA’ FORZA E VELOCITA’ QUALITA’ ESSENZIALI NELLA MAGGIOR PARTE DEGLI SPORT O2 NEUROMUSCOLARE VO2 max METABOLICO b a UNITA’ MOTORIE 1. Toniche = Fibre lente (ST) 2. Fasiche = Fibre veloci (FT) ST FTa FTb 60-80 80-100 80-130 5-30 60-70 60-80 Lunghezza delle fibre + ++ +++ Lunghezza dei sarcomeri + +++ +++ Numero di miofibrille per fibra + ++ +++ Numero di fibre che costituiscono UM +++ ++ + Tempo di contrazione della fibra (ms) 100-150 50-90 40-80 Glucidi +++ +++ + Lipidi +++ ++ - ATPasi + ++ +++ +++ ++ + CARATTERISTICHE DELLE FIBRE MUSCOLARI -1 Velocità di conduzione nervosa (mxs ) Frequenza di stimolo nervoso (Hz) Mioglobina Legge di Henemann (1965) Specificità degli adattamenti ESERCIZI DI ENDURANCE SO ESERCIZI DI FORZA ESERCIZI DI SPRINT FOG FG Incremento del turnover delle proteine contrattili con prevalenza dei processi anabolici Incremento dell’area di sezione trasversa delle miofibrille Incremento del numero delle miofibrille Incremento dell’area di sezione trasversa delle fibre muscolari IPERTROFIA MUSCOLARE (A.Viru 1996) Specificità degli adattamenti Esercizi di endurance Fibre SO Interval training Esercizi di sprint anaerobico Fibre FOG Esercizi con sovraccarico Fibre FG Biogenesi mitocondriale aumento degli enzimi ossidativi (A.Viru 1996) • Non esiste solo tipo di forza di resistenza o di velocità un Rapporto tra le varie qualità • Le qualità sono collegate tra loro mediante qualità derivate cioè multidipendenti R R.a.F. F.R. F.E. F F.max . F.V. R.F.V. V 13/04/2015 Il Transfert • In giovane età c’è un maggiore transfert fra qualità fisiche • Nell’atleta adulto invece i carichi devono essere mirati per evitare interferenze Ricapitola • La forza dipende dal sistema neuromuscolare • La resistenza dall’apparato cardiorespiratorio, e dal metabolismo muscolare • La rapidità dal sistema nervoso centrale e periferico • La mobilità dipende dalla flessibilità delle articolazioni • Il movimento è dato dalla contrazione muscolare nelle sue diverse possibilità e dalla regolazione del sistema come un tutt’uno (coordinazione) La Resistenza Esempi di specialità sportive res. di breve durata RBD res di media durata RMD Gare da 45” a 2’ : km da fermo ciclismo ( circa 1’) , 800 m. corsa (1-50”) ,500 m. kayak, 100-200 m. nuoto Gare da 2’ a 8’: 2000m canottaggio,1000m kayak,1500m corsa, 400m nuoto RLD1: gare fino a 30’:1500 nuoto,5000 e 10000 m. corsa res di lunga durata RLD1, RLD2,RLD3 RLD2: gare fino a 90’: gran fondo nuoto, mezza maratona, record ora RLD3: gare oltre 90’: maratona, ciclismo strada,triathlon, sci fondo t La resistenza v A livello individuale l’endurance è rappresentata dalla curva velocità-tempo, cioè dalla velocità o potenza che può essere sostenuta nel tempo. Un programma di training tende a spostare la curva verso destra Ciò è dovuto ad adattamenti sui sistemi respiratorio (polmonare), cardiovascolare e neuromuscolare che assicurano il metabolismo a livello cellulare University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science La resistenza Dipende: Massimo consumo di O2 (VO2 max) Soglia ventilatoria-lattato (Soglia anaerobica) Economia dell’esercizio (running economy nella corsa etc.) Cinetica dell’O2 University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science % VO2max la fc e’ in rapporto lineare con il vo2 fino al 90% della fcmax 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 50 70 90 % FCmax 80 Lactate/Ventilatory Threshold (soglia anaerobica/ventilatoria) Lactate/Ventilatory Threshold (soglia anaerobica/ventilatoria) Convenzionalmente la maggior parte degli autori considera convenzionalmente le 4 mmol il valore di AL corrispondente alla SAN le 2 mmol invece il valore corrispondente alla soglia aerobica SA. Fra 2 e 4 mmol la zona di transizione aerobica-anaerobica University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science Lactate/Ventilatory Threshold (soglia anaerobica/ventilatoria) Training a queste intensità provoca una ipertrofia delle fibre lente STF (fibre di tipo 1) e veloci FTF a (fibre di tipo 2 a) Training nel tempo produce trasformazioni bio- fisiologiche delle fibre consentendo una maggiore utilizzazione dei lipidi rispetto ai carboidrati (risparmio del glicogeno il cui calo produce fatica) University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science Training ad alta intensità 85-95% fc max Training ad medio-alta intensità 70-80% fc max University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science LAVORO CARDIOVASCOLARE la fc indica l’intensita’ del lavoro Media intensità Bassa intensità Alta intensità 95% % FCM AX 90% 85% 80% 75% 70% TEM PO (min) 65% 60% 64 69 74 79 84 89 FREQUENZA CARDIACA Utilizzata nell’allenamento cardiovascolare per misurare l’intensità del lavoro, sotto forma di FC Allenamento Metodi per il calcolo della FCA: Fc max = 220 – età Fc max = 208 - (0,7 x età) Tanaka (2001) Formule della Ball State University, molto in voga negli States: frequenza cardiaca massima→ 214 - 0.8 x (età in anni) per gli uomini frequenza cardiaca massima→ 209 - 0.7 x (età in anni) per le donne Karvonen: calcolo della Fc di riserva (FcR) data dalla differenza fra Fc max e Fc a riposo; FcAllenamento = % Fc max x FcR + FC a riposo per esempio per soggetto di 40 anni: = 0,80 x 120 (180 Fcmax -60 Fc riposo) = 96+60= 156 b/m (vs 144) 90 EFFETTI SUL SISTEMA CARDIOVASCOLARE L’allenamento aerobico porta alla diminuzione della frequenza cardiaca a riposo. 91 EFFETTI SUL SISTEMA CARDIOVASCOLARE L’allenamento aerobico induce un aumento della gittata pulsatoria sia a riposo sia durante il lavoro muscolare. A RIPOSO Gittata Sistolica Frequenza Cardiaca Gittata Cardiaca = 5000 ml* Min-1 = 5000 ml* Min-1 Soggetto sedentario 71 ml x 70 batt * Min-1 Atleta di fondo 100 ml x 50 batt * Min-1 92 EFFETTI SUL SISTEMA CARDIOVASCOLARE L’allenamento aerobico induce un aumento della gittata pulsatoria sia a riposo sia durante il lavoro muscolare. Gittata Sistolica Frequenza Cardiaca Gittata Cardiaca Soggetto sedentario 113 ml x 195 batt * Min-1 = 22000 ml* Min-1 Atleta di fondo 179 ml x 195 batt * Min-1 = 35000 ml* Min-1 93 % FCmax Più alta è l’intensità del lavoro svolto più rapidamente sale la FC 95% 90% 85% 80% 75% 70% 65% 60% 55% 50% bassa intensità media intensità alta intensità 0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 TEMPO (sec) 95 Camminare a 10 km/h è più dispendioso di correre !!!! 96 ALLENAMENTO SOGGETTI CHE NON HANNO MAI FATTO ATTIVITÀ SPORTIVA • L'attività va iniziata gradualmente partendo dal 60% della FCmax fino a spingersi nell'arco di tempo (1 mese) al 75-80% della FCmax. • Se possibile evitare azioni di corsa ma usare camminate, cyclette, step • Impegni bi o tri-settimanali partendo da 2030’ per arrivare a 50-60’ 97 percentuale Fc max esempio 180 b/min I valori si possono classificare in base agli obiettivi: - attività fisica minima (salutare) (60/70 %) 110-125 migliora la salute, è valida come riscaldamento - attività fisica moderata (70/80 %) 125-145 migliora la forma fisica, su lunga durata si bruciano i grassi - allenamento aerobico medio (80/85 %) 145-155 Si bruciano grassi e zuccheri in quantità ottimale dopo un breve periodo - allenamento aerobico intensivo (85/90 %) 155-165 Si utilizzano solo zuccheri - ideale per atleti e sportivi abituali - allenamento aerobico–anaerobico (90/100%) 165-180 si usano solo zuccheri e si produce acido lattico che fa durare poco l’allenamento – ideale per atleti e sportivi che praticano sport a componente metabolica mista aerobica - anaerobica Metodi di allenamento più strutturati per i diversi obbiettivi e maggiormente adatti per lo sport Allenamento per il metabolismo aerobico CONTINUO uniforme variato progressivo CONTINUO uniforme Ritmi maratona (fino a 90 min) a 10-15 b/min sotto SAN Intensità SAN o sopra (da 20 a 60’) Migliora running economy RE Interviene prevalentemente su SFT Metabolismo prevalente quello lipolitico, stimolato anche dal GH Stimola ipertrofia mitocondriale (densità e funzioni) CONTINUO variato (fartlek, CCVV) Variazioni brevi ed intense (5”30” al 300-20% SAN) Variazioni medie (40”- 3 min al 150-100% SAN) Alternando andature a diverso ritmo (durata ed intensità del recupero) l’allenamento diviene più intenso o più voluminoso Variazioni lunghe (3 - 6min al 120-90% SAN) L’intensità della variazione può coinvolgere anche FTFa e FTFb Durante il recupero si abitua l’organismo a a metabolizzare AL e resintetizzare la PC (fosfocreatina) PROGRESSIVO 20-30 min incrementando lievemente la velocità fino all’intensità di SAN (anche con accelerazioni più intense negli ultimi 20-30 sec) Da valori leggermente sottosoglia (Fc 5-10 p/min sotto) si supera l’intensità di SAN fino al calo di velocità (perdita di potenza) Si raggiungono modesti incrementi di AL (4-6 Mmol fino al VO2 max) L’intensità dell’esercizio può coinvolgere sia STF che FTFa e FTFb Si abitua l’organismo a tollerare una relativa presenza di AL e sostenere fasi intense dopo un esercizio prevalentemente aerobico Allenamento per il metabolismo aerobico INTERVALLATO ripetute Interval training intermittente RIPETUTE Stimolo aerobico di base: Ripetute 10-30 min a velocità 5-10% sotto SAN Ripetute 5-20 min ad intensità SAN Forza resistente: Ripeture 2-6 min a velocità intorno alla SAN o poco più anche con carico globale (volume) superiore a quello di gara Miglioramento ritmo gara: 1. Più intense 100-115% ritmo gara, su distanze inferiori (50-80%) stimolo: tolleranza AL (FTa e b) e VO2 max 2. Più durata 100-150% distanza gara, a ritmo inferiore (75-90%) stimolo: potenza aerobica, incremento SAN e RE INTERVAL TRAINING Durata 15 – 40 sec Recuperi fra 45 e 90 sec Ritmi gara o superiori Speed-endurance (ripetute o interval training): Fasi di corsa da 5” a 30 sec Intensità fino al 90% della massima sostenibile Recuperi 1:3-5 (produzione e mantenimento) Ripetizioni da 6 a 20 Condizionamento cardiaco (Gettata cardiaca, sistolica…) L’intensità dell’esercizio coinvolge sia FTFa che FTFb Durate brevi permettono un intervento facilitato sulla tecnica della corsa….. Potenziamento mitocondriale (densità e funzioni) INTERMITTENTE Sport di squadra: Fino a 24 min (6 x 4; 3 x 8 ..) 10-30 sec 100-110% VAM alternati a 10-30 sec 60-70% VAM Attivazione FTFa e b Consumo O2 elevato (intorno Vo2 max) AL modesto (4-6 Mmol) Parziale resintesi PC Utilizzo di situazioni con palla RBD e RMD (mezzofondo): Ritmi gara (100-120%) 20-60 sec (rapporto 1:1, 1:1/2, 1:1,5….. Parziale resintesi PC Maggiore intensità permettono azioni di forza resistente (palette nel nuoto etc.) Metodi di quantificazione dell’intensità basati sulla FC “Training impulse” (TRIMP) (Banister, 1991): Metodo di Edwards (Edwards, 1990) Metodo di Lucia (Lucia, 2003) Tempo passato in zone di intensità delimitate dalla FC di soglia lattacida o ventilatoria (Gilman and Wells, 1993; Gilman, 1996) da Impellizzeri, 2005 Metodo di Lucia et al. (2003) >FC VT2 = 3 Frequenza cardiaca (b/min) 180 160 >FC VT1≤ FCVT2 = 2 140 ≤ FC VT1 = 1 120 100 80 60 40 20 0 0 50 100 150 Tempo (min) Esempio Lucia TRIMP Atleta X = VT1 al 70% FCMAX e VT2 al 90% FCMAX FC della seduta di allenamento 30 min < VT1 = 30 • 1 = 30 20 min tra VT1 e VT2 = 20 • 2 = 20 10 min > VT2 = 10 • 3 = 30 Lucia TRIMP = 30 + 20 + 30 = 80 IL METODO BASATO SULLA RPE Rating of Perceived Exertion: scala di Borg La quantificazione della percezione dello sforzo (RPE, Rating of Perceived Exertion) Il concetto di “percezione della fatica” ed i metodi per la sua quantificazione nascono negli anni ’50 ad opera di Borg e Dahlström Negli anni 90’ sono stati prodotti circa 200 studi scientifici all’anno sulle RPE Negli Stati Uniti si è stimato che circa 1 milione di persone (Borg 1998) all’anno utilizzano in metodo delle RPE durante l’attività fisica. University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science IL METODO BASATO SULLA RPE Rating of Perceived Exertion: scala di Borg Definizione di “percezione dello sforzo” … è il grado di percezione della “pesantezza” e della fatica che si provano durante una attività fisica stimato secondo un specifico metodo di quantificazione (Scala delle RPE di Borg). IL METODO BASATO SULLA RPE Rating of Perceived Exertion: scala di Borg RPE = Rating of perceived exertion PERCEZIONE DELLO SFORZO Scala di Borg RPE RPE (CR10) 6 Nullo 7 8 Estremamente leggero 9 Molto leggero 10 11 Leggero 12 13 Abbastanza duro 14 15 Duro 16 17 Molto duro 18 19 Estremamente duro 20 Sforzo massimale 0 0.5 1 2 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Nullo Estremamente leggero Molto leggero Leggero Moderato Forte Molto forte Estremamente forte (Borg’s perceived exertion and pain scales, 1998) IL METODO BASATO SULLA RPE Rating of Perceived Exertion: scala di Borg INTENSITA’ DELLA SESSIONE DI ALLENAMENTO All’atleta viene posta entro 30 minuti dalla fine della seduta una semplice domanda: "Quanta fatica hai fatto in questo allenamento? Coutts A., Impellizzeri F. [Teknosport, 2003, 7 (29), 14–21] IL METODO BASATO SULLA RPE Rating of Perceived Exertion: scala di Borg Chi somministra il test deve: 1. Spiegare la scala utilizzata 2. Mostrare come funziona 3. Descrivere come deve essere usata 4. Fare familiarizzare il soggetto con la scala Istruzioni generali principali “Guarda prima l’aggettivo e poi riferisci il numero” “Riferisci come TU senti la fatica e non come pensi debba essere percepita” “Cerca di essere sincero e non sovrastimare o sottostimare il voto alla fatica” In Italia: “Non pensare al sistema di votazione scolastico” Anchoring: si parte sempre dal valore più alto (es. 10 o 20); “è la fatica più grande che hai mai provato”. Lo sforzo potrà comunque essere anche più alto e sarà possibile attribuirgli un valore più alto. IL METODO BASATO SULLA RPE Rating of Perceived Exertion: scala di Borg CARICO ALLENANTE = RPE della sessione x durata (min) ESEMPIO Durata della seduta = 70 min RPE = 5 CARICO ALLENANTE = 5 X 70 = 350 UNITÀ Coutts A., Impellizzeri F. [Teknosport, 2003, 7 (29), 14–21] IL METODO BASATO SULLA RPE Rating of Perceived Exertion: scala di Borg Tipo di allenamento Lunedi Martedi Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica RPE Riposo 0 Pesi & tecnica 7 Tecnica & aerobico 7 Pesi & tecnica 6 Tecnica & rapidità 5 Tecnico-Tattico 4 Partita 8 Carico settimanale Monotonia [carico settimanale/SD] Fatica acuta [carico x monotonia] Durata Carico 0 90 80 90 80 60 40 0 630 560 540 400 240 320 2690 1,75 4715 RPE è influenzata da altri fattori oltre alla FC (Morgan, 1994) Fattori fisiologici: 1. Consumo di ossigeno; 2. Ventilazione; 3. Beta endorfine; 4. Concentrazioni circolanti di glucosio; 5. Deplezione di glicogeno. Fattori psicologici: 1. Ansietà; 2. Depressione. La natura psico-biologica delle RPE suggerisce che questo metodo può essere utile per identificare la fatica eccessiva causata dall’allenamento data la natura multifattoriale del sovrallenamento La Forza muscolare University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science DEFINIZIONE DI FORZA MUSCOLARE La forza muscolare è la capacità di esprimere forza assoluta esterna, (In pratica contrastare una opposizione mediante uno sforzo Poiché la forza è una misura istantanea, agli allenatori interessa maggiormente il continuum forza-tempo, che è anche la forza che utilizziamo nel quotidiano Le espressioni di forza muscolare si basano sulle forze interne prodotte (muscolo-tendine-ossa-articolazioni) per contrastare con più o meno velocità (accelerazione) le forze esterne F=m a DEFINIZIONE DI FORZA MUSCOLARE Un muscolo in attività esercita una forza sull’osso quando: Si accorcia: azione concentrica o miometrica Si allunga: azione eccentrica o pliometrica Rimane costante: azione statica o isometrica La forza è un vettore quantitativo caratterizzato da: 1. Grandezza 2. Direzione 3. Punto di applicazione DEFINIZIONE DI FORZA MUSCOLARE Durante un’azione concentrica le forze che si oppongono al moto agiscono in direzione opposta ad esso Durante un’azione eccentrica le forze che si oppongono al moto agiscono nella stessa direzione del moto La massima forza isometrica è relativa all’angolo articolare utilizzato Il punto di applicazione del vettore forza forza determina a secondo dell’angolo articolare utilizzato un differente braccio di leva Mf (momento di forza) = F x b Coordinazione intermuscolare dei tre momenti di rotazione Durante l’estensione i tre bracci di leva diminuiscono insieme ai momenti di forza ma la forza continua ad aumentare per via di una maggiore accelerazione e velocità massima allo stacco (prima dell’estensione l’accelerazione e la forza tendono a zero) Nei movimenti balistici , come nei salti la velocità è massima allo stacco dal suolo University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science VARIABILI CHE INFLUENZANO LA FORZA MUSCOLARE Frequenza degli impulsi nervosi Lunghezza del muscolo Dimensione della sezione traversa delle fibre Temperatura Tipo di fibra muscolare muscolari Tipo di contrazione (eccentrica, concentrica e isometrica) Velocità di contrazione Angolo articolare Leva articolare Età Sesso Massa corporea Fattori psicologici CLASSIFICAZIONE DI HARRE (1972) FORZA MASSIMALE FORZA VELOCE FORZA RESISTENTE FORZA REATTIVA (1992) CLASSIFICAZIONE DI KUSNESOV (1985) 1. STATICA 2. DINAMICA • • • Forma esplosiva Forma veloce Forma lenta DEFINIZIONI DELLA FORZA 1. FORZA MASSIMALE: è la forza più elevata che il sistema neuro-muscolare riesce ad esprimere con una contrazione massima volontaria e si traduce nel carico più elevato sollevabile in una ripetizione (1RM); 2. FORZA ESPLOSIVA (VELOCE): è la capacità del sistema neuro-muscolare di superare resistenze con elevata velocità di contrazione, si ottiene generalmente quando la forza si aggira sul 35-40% della massima forza isometrica e la velocità di accorciamento è di circa 35-45% della velocità massima; 3. FORZA ESPLOSIVA CON PRESTIRAMENTO (REATTIVA): è quella prestazione muscolare, che nell’ambito di un ciclo stiramento-accorciamento produce un più elevato impegno di forza.Dipende dalla forza massima, dalla velocità di formazione della forza e dalla capacità di tensione reattiva (stiffness). Rappresentazione schematica della relazione forza velocità (Hill) e classificazione biologica delle varie espressioni di forza Intervento delle fibre muscolari presentata secondo l’ipotesi suggerita da Bosco CLASSIFICAZIONE DELLE VARIE ESPRESSIONI DI FORZA ( BOSCO 1997 ) MECCANISMI DELLA FORZA La possibilità per un atleta di produrre forza e velocità sempre più elevata dipende da diversi fattori che possiamo così sintetizzare: 1. STRUTTURALI 2. NERVOSI (eccitatori ed inibitori) 3. RIFLESSI (allungamento accorciamento) Fig. 4 Meccanismi della forza (da: Cometti modificato) Forza muscolare e sezione trasversa 1. Secondo Ikay e Fukunaga (1968) la forza muscolare era direttamente proporzionale alla sezione del muscolo. 2. Secondo MacDougall (1986) la correlazione non è elevata 3. I fattori nervosi sono altrettanto importanti quanto l’ipertrofia (Sale 1986) Fig.8 Rappresentazione dei carichi e del numero di ripetizioni utilizzati per migliorare la forza max o l’ipertrofia (da: Cometti, 1988) Stessa % forza + velocità Esempio della relazione forza velocità nei tipi lenti e rapidi (da: Bosco 1983) Principio di Henemann 1. L’incremento di forza che un muscolo ottiene dopo un periodo di allenamento, è dovuto ad adattamenti e modificazioni sia della parte miogena sia della parte neurale. 2. I primi adattamenti avvengono a livello di sistema nervoso e successivamente avvengono dei cambiamenti a livello morfologico (ipertrofia) University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science 1. Tra i fattori neurogeni, quello che subisce i primi adattamenti all’allenamento alla forza massimale è quello relativo al reclutamento di nuove unità motorie (reclutamento spaziale); 2. Successivamente con l’allenamento migliora la capacità di reclutare sempre più unità motorie nel medesimo tempo (reclutamento temporale) RFD rate force development Fig. 19 Una stimolazione a 50Hz è sufficiente per produrre forza massimale (a). Se aumenta la frequenza (b) aumenta la pendenza della curva e quindi lo sviluppo rapido della forza (secondo Grimby e coll. 1981) SINCRONIZZAZIONE La sincronizzazione la possiamo definire come la capacità di reclutare tutte le fibre nello stesso istante. Quindi la sincronizzazione ci porta ad un ulteriore miglioramento della forza e soprattutto al miglioramento della forza esplosiva. Secondo Sale (1988) la sincronizzazione delle unità motorie non porta ad un aumento della forza massima ma ad una capacità di sviluppare forza in tempi più brevi FATTORI LEGATI ALLO STIRAMENTO In generale si considera che l’aumento dell’efficacia muscolare dovuta ad uno stiramento preliminare è la conseguenza di due fenomeni: 1. L’intervento del riflesso miotatico 2. L’elasticità muscolotendinea SOLLEVAMENTO DEL CENTRO DI GRAVITA' (CM.) TEST DI BOSCO (CMJ) 50 40 30 Da BOSCO e coll (1991), EGGER (1991),LEVOLA (1992), MERO e coll. (1991) D’OTTAVIO (1994) primavera (16) 16 anni sprinters e saltatori allievi (33) giovanissimi (14) 13 anni velocità 13 anni resistenza esordienti (46) pulcini (13) 20 primi calci (15) Non praticanti MIGLIORAMENTO DELLA PRESTAZIONE da Bosco 1992 Tempo della contrazione Forza esplosiva prestiramento Forza esplosiva Forza dinamica massima ( 100 ms ) ( 150-200 ms ) Forza massima ( 200-400 ms ) ( 700-900 ms ) Tempo (settimane) Prevalentemente lavoro eccentrico University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science Differenze fra maschi e femmine Evoluzione della forza, del peso e della prestazione femmine maschi Differenze fra maschi e femmine La forza dipende soprattutto dalla sezione trasversa del muscolo (superficie cm2 attiva) Le femmine mostrano il 50% ed il 30% in meno relativamente per le braccia e gambe (eccetto atlete o body builder). Normalizzando per unità di superficie non si evidenziano differenze L’allenamento della Forza muscolare University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science Metodi di allenamento (Kraemer 2008) Sollevare un sovraccarico massimale (lavorare contro un’opposizione relativamente elevata) : metodo dell’impegno massimale Sollevare un sovraccarico non massimale fino all’esaurimento (nelle ripetizioni finali i muscoli sviluppano la massima forza in condizioni di affaticamento): metodo dell’impegno ripetuto Sollevare un sovraccarico non massimale con la massima velocità possibile (lanciare, saltare….): metodo dell’impegno dinamico Sollevare un sovraccarico non massimale senza esaurimento (per un numero medio di ripetizioni): metodo dell’impegno submassimale Variabili che possono essere manipolate per gli adattamenti che si desidera ottenere (Kraemer 1983, ACSM 2009) Ripetizioni massime RM Ordine degli esercizi Numero di SET (serie) Durata dei recuperi Numero di ripetizioni Velocità esecutiva Scelta dell’esercizio Frequenza training Azione muscolare Durata ciclo di training Dimensione dei muscoli: • Il numero di serie eseguite deve essere inversamente proporzionale alla dimensione della massa muscolare allenata.Gruppi muscolari più piccoli recuperano prima e possono sopportare più serie. Principio della qualità sulla quantità: • Quando si verifica un calo del 5-7% nella prestazione è il momento in cui bisognerebbe spostarsi ad un’altra parte del corpo o ad un altro esercizio. Stato anabolico ed ormonale: • Il numero totale delle serie deve essere mantenuto tra le 20 e le 25, e le sessioni di allenamento non devono superare i 45 minuti 1ora. Composizione muscolare: • I muscoli a contrazione veloce rispondono meglio a più serie. Relazione tra il numero massimo di ripetizioni, l’intensità e l’effetto allenante (Poliquin, 1990) NUMERO MASSIMO DI RIPETIZIONI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 % DEL MASSIMO 100 94,3 90,6 88,1 85,5 83,1 80,7 78,6 76,5 74,4 72,3 70,3 68,8 67,5 66,2 65,0 63,8 62,7 61,6 60.6 EFFETO ALLENANTE Aumento della forza relativa attraverso un miglioramento della spinta neurale Ottimo compromesso per guadagni di forza massimale e ipertrofia Migliori risultati per l’ipertrofia che porta ad un aumento della forza massimale Aumento della forza resistente e minor guadagni in ipertrofia Designing ResistanceTraining Programmes to Enhance Muscular Fitness A review of the acute Programme Variables SP Bird e coll Charles Sturt University (South Australia) University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science Designing ResistanceTraining Programmes to Enhance Muscular Fitness A review of the acute Programme Variables SP Bird e coll Charles Sturt University (South Australia) University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science University of Rome "Tor Vergata" - Faculty of Medicine and Surgery - School of Sport and Exercise Science Quickness (rapidità) Per rapidità nello sport si intende la capacità di raggiungere in determinate condizioni la massima velocità di reazione e di movimento possibile sulla base di processi cognitivi, di sforzi massimi di volontà e della funzionalità del sistema neuromuscolare (Grosser 1991) Quickness (rapidità) Essa è una qualità complessa che si basa sui processi di controllo di natura nervosa centrale,e solo in parte dai processi energetici. Le componenti della rapidità sono: ☺Mobilità dei processi nervosi (da stati di inibizione a di eccitazione) stati ☺Capacità di reagire in modo ottimale agli stimoli ☺Capacità di prestazione tecnica (utilizzare al meglio il potenziale di rapidità del sistema neuromuscolare) ☺Capacità di sviluppare una elevata velocità di della forza (D.Martin 1997) formazione Quickness (rapidità) Le prestazioni di rapidità in senso stretto sono le velocità di contrazione e di movimento realizzate dal sistema neuromuscolare contro resistenze minime. Esse dipendono inoltre dal grado di efficienza della coordinazione intramuscolare e intermuscolare fra cui ☺la capacità di rilassamento (scioltezza) ☺La tecnica del movimento ☺La flessibilità sia muscolare che articolare Quickness (rapidità) Rapidità di movimento aciclica Singole parti del corpo o singole azioni Rapidità di movimento ciclica Singoli movimenti e gesti ripetuti (velocità di spostamento) Quickness (rapidità) tipologia della muscolatura Esiste una correlazione molto alta fra fibre a contrazione rapida FTG (tipo b) e prestazioni di rapidità I bambini possiedono una più alta percentuale rispetto agli adulti di fibre intermedie (713% contro 2-3%) Stimoli precoci di rapidità comportano una trasformazione verso le componenti rapide aumentando il potenziale genetico Quickness (rapidità) tipologia della muscolatura L’allenamento della forza con carichi modesti aumenta il potenziale rapido della muscolatura Giochi con la palla ed attività con piccoli attrezzi (sovraccarico) risultano particolarmente utili per i più giovani Esercizi che richiedono almeno il 25% della FIM (Karlsson 1975) o più del 90% del VO2 max (Piehl 1975) reclutano prevalentemente fibre veloci ed un aumento del materiale proteico (actina-miosina) Quickness (rapidità) processi muscolari e pattern di attivazione La rapidità è una qualità fisica che si colloca fra le cosiddette capacità coordinative e quelle condizionali Possiamo quindi affermare l’esistenza di presupposti elementari della rapidità, che rappresentano il correlato coordinativo e sono indipendenti dalla forza muscolare E presupposti complessi della rapidità che comprendono la capacità di accelerazione, la velocità di spostamento, la resistenza alla rapidità Riguardo la resistenza alla rapidità si possono identificare due aspetti: una resistenza alla rapidità di tipo nervoso ed una resistenza di tipo metabolico Quickness (rapidità) processi muscolari e pattern di attivazione “ presupposti complessi della prestazione sono il prodotto dell’interazione di più presupposti elementari.” “La prestazione sportiva è a sua volta il risultato dell’interazione di più presupposti complessi” (Bauersfeld,Voss 1002, Lehemann 1993) Indice di rapidità (Lehmann 1992) Le prestazioni di rapidità elementare, sia acicliche che cicliche, sono quindi determinate principalmente da processi nervosi (neuromuscolari) Sono indipendenti dalla forza Sono aspecifici per quanto riguarda i sessi Sono indipendenti fra loro Indice (quoziente) di rapidità (Lehmann 1991) Cicli/sec (Hz) x 1000/tc (tempo contatto) Per esempio 12 x 1000/170=70,58 Valore medio Indice di rapidità (Lehmann 1992) La rapidità elementare aciclica può essere misurata mediante salto in basso con rimbalzo rilevamento del tempo di contatto al suolo La rapidità elementare ciclica può essere misurata attraverso il tapping podalico Buono sotto 170 msec Range (6.80 a 16.50 Hz) Buono sopra i 12 Hz