MICROFONI E TECNICHE DI MICROFONAGGIO Classe QUINTA Q – GRAFICA E COMUNICAZIONE Modelli di Microfoni La scelta di uno dei modelli di microfono è determinata dal tipo di sorgente sonora (persona, strumento musicale), da come si comporta la sorgente sonora (seduta, all’impiedi, in movimento, ferma, etc) e da come il microfono può essere fissato. La scelta del tipo di modello del microfono dovrebbe aiutare a piazzare il microfono esattamente nel posto giusto e tenerlo fisso li. HandHeld (tenuti in mano): Come dice il suo nome, il tipo handheld viene progettato per essere facilmente tenuto in mano. Il microfono handheld può, ovviamente, essere attaccato ad un’asta microfonica (o un supporto per microfono) per liberare le mani. Le aste microfoniche sono un’ottima soluzione per l’home recording. Una delle principali variabili per migliorare i livelli sonori e la qualità audio complessiva è quella di mantenere una certa distanza fra la sorgente sonora e il microfono. Piazzare il microfono su un’asta, inoltre, riduce i rumori di manipolazione (dovuti al toccare il microfono con la mano, ndr), che sono dei rumori a bassa frequenza prodotti dalla mano dell’utilizzatore che tocca o interferisce con il corpo del microfono. • Stand Mounted (Montati su supporto) Questi microfoni son progettati per essere fissati ad un’asta o supporto e, per questo motivo accessori aggiuntivi, come ad esempio gli shock mounts (vedi figura), lavorano al meglio con questo tipo di microfono. • Lavalier: Sono microfoni molto piccoli che si fissano (clip) ad una camicia o una cravatta, ottimi per un utilizzatore che ha bisogno di muoversi mentre parla (ad esempio: presentatori, attori) o da chi può sentirsi intimidito dal vedere un microfono di fronte a se (come in un intervista per un podcast). I microfoni Lavalier, inoltre, liberano le mani per altri usi, come ad esempio per utilizzare uno strumento o eseguire un’attività. • Headworn: Questo tipo di microfono prende spunto dal precedente tipo (lavalier) e lo perfeziona. Mentre il Lavalier è fisso in una posizione del corpo, un headworn è fissato in corrispondenza della bocca, mantenendo la distanza fra la bocca e il microfono costante. Poiché il microfono è più vicino alla bocca, esiste un minore disturbo del rumore di fondo quando si registra in un ambiente pieno di rumore. • Instrument mounted (Montati sullo strumento): Alcuni microfoni sono progettati specificamente per essere attaccati a certi strumenti, come ad esempio la campana di una tromba oppure il bordo di un rullante di batteria. Tutto ciò aiuta ad isolare il suono di un particolare strumento dal resto attorno a se, mantenendo contemporaneamente costante la distanza del microfono dalla sorgente sonora. • Direct input (Input diretto): Alcuni strumenti, come ad esempio una chitarra o basso elettrici, possono essere collegati direttamente ad un dispositivo chiamato “direct box”, il quale converte il segnale dello strumento in un segnale standard per microfono. La direct box non è un microfono, ma lo rimpiazza nello schema che descrive il percorso logico del segnale. • Il vantaggio di usare una direct box che si elimina il microfono, e quindi si elimina il rumore ambientale nella registrazione. • Lo svantaggio è che alcuni strumenti potrebbero non suonare come ci si aspetta quando verrebbero registrati direttamente, poiché viene a mancare la caratteristica timbrica che è aggiunta dal corpo stesso dello strumento (o, nel caso della chitarra, dall’amplificatore della chitarra). Tipi di trasduttori: Il trasduttore è la parte del microfono che converte l’energia acustica (suono) in un segnale elettrico che può essere registrato. Esistono diversi tipi di trasduttore, ma i tipi più usati nelle registrazioni sono i trasduttori Dinamici e i trasduttori a Condensatore. • I microfoni Dinamici sono molto robusti e possono sopportare livelli di pressione sonora alti, come quelli correlati con il rullante di una batteria e gli amplificatori di chitarra. Essi sono anche molto resistenti alle condizioni di utilizzo ostili come le alte temperature e l’umidità. • I microfoni a Condensatore sono molto sensibili e rispondono meglio alle alte frequenze, il che gli permette di catturare più dettagli dagli strumenti come chitarre acustiche o piatti della batteria. I microfoni a condensatore possono anche rivelare meglio le sfumature e il realismo nelle voci. Esistono due principali tipi di microfono a condensatore: • Small diaphragm: sono generalmente usati per performance live e nella registrazione. Essi sono chiamati small diaphragm perché il diaframma del trasduttore misura meno di un pollice in diametro. • Large diaphragm: tradizionalmente preferiti nelle registrazioni dagli ingegneri del suono e dagli annunciatori radio-televisivi, sono microfoni a condensatore con un largo diaframma (un pollice o più di diametro) che hanno di solito un livello di uscita più alto, un minore livello di rumore dovuto al dispositivo stesso (gli “hiss” che il microfono stesso potrebbe produrre), e una risposta in bassa frequenza migliore, il che si traduce in una più “alta fedeltà” del suono sia per la voce che per gli strumenti. Conta davvero la dimensione del diaframma? Quando si va alla ricerca di un microfono a largo diaframma, si incontrano termini come tipo “large style” e tipo “large diaphragm”. Generalmente questi termini non si riferiscono a veri e propri microfoni a largo diaframma, ma piuttosto a microfoni dal diaframma più piccolo che sono progettati per sembrare come se fossero la versione a largo diaframma. Un vero microfono a diaframma largo tipicamente ha un diaframma fisico di 1 pollice o anche più largo. Ma la domanda rimane: è davvero importante? Dal momento che il costo di alcuni microfoni a vero largo diaframma ora è competitivo con quello di microfoni a piccolo diaframma e anche con quello di microfoni dinamici, tutto ciò diventa una questione di performance e gusto personali. La risposta è….dipende. Se cerchi la più alta sensibilità, il più basso rumore (autoindotto dal corpo del microfono) ed un suono più vero, allora scegli un microfono con largo diaframma. In tutti i casi, prova i microfoni prima di acquistarli. Ma ricorda che un “buon suono” è una cosa soggettiva. Se ti piace il modo in cui suona la tua voce nelle registrazioni, indipendentemente dalla larghezza del diaframma, allora hai trovato il microfono giusto. Microfoni USB Sempre più aziende professionali producono microfoni USB. Un microfono USB è essenzialmente un microfono che ha un’interfaccia audio USB inclusa al suo interno, in modo che possono essere collegati direttamente ad un PC senza richiedere un’interfaccia audio esterna. Inoltre, alcuni microfoni USB sono provvisti anche di un’uscita cuffie per aiutarti a monitorare le tue registrazioni. Diagramma del pickup I microfoni sono disponibili con vari diagrammi di pickup. Un diagramma di pickup è una rappresentazione della direzionalità del microfono. In altre parole, un diagramma di pickup descrive la sensibilità del microfono nei confronti dei suoni che provengono da direzioni diverse. Pickup Omnidirezionale: • La sensibilità ai suoni è uguale in ogni direzione. Ottimo per ottenere un suono naturale della stanza e per gruppi vocali. Ottimo anche nel caso in cui il cantante o il presentatore si muovono rispetto ai vari lati del microfono (ma la loro distanza rispetto al microfono rimane la stessa). Però se lo scopo è quello di eliminare i suoni ambientali, una migliore scelta è quella di un pickup unidirezionale. • Pickup Unidirezionale: Più sensibile verso suoni che provengono dalla direzione davanti al microfono stesso, e meno sensibile verso suoni che provengono dai lati o dal retro. I microfoni unidirezionali si suddividono in due categorie: • Pickup Cardioide: Il tipo più comune di microfono. Viene chiamato “cardioide” a causa del suo schema a forma di cuore; esso viene utilizzato per ridurre rumori di pickup o ambientali oppure disturbi proveniente dalla sorgente sonora. • Pickup Supercardioide: E’ ancora più direzionale del cardioide, avendo il diagramma del pickup più stretto per isolare ulteriormente il suono della sorgente. Ottimo per ambienti rumorosi e affollati e quando si utilizzano simultaneamente più microfoni, come ad esempio in discussioni attorno a un tavolo in cui vuoi mantenere distinte le varie voci. Uscite elettriche dei microfoni Le caratteristiche elettriche dei segnali di uscita di un microfono sono importanti perché devono essere compatibili con l’ingresso audio al quale viene connesso il microfono. I segnali di uscita dei microfoni sono sempre stati storicamente analogici, ma con l’aumentare della popolarità della registrazione e dell’editing audio digitale, si sono rese disponibili uscite digitali. Alcuni puristi preferiscono il tipo analogico, mentre altri preferiscono avere il microfono con una uscita del segnale digitale. La verità è che occorre terminare la catena di registrazione del suono in modo digitale, quindi tutto ciò dipende da come e quando vuoi migliorare il suono. Alimentazione fanstasma (phantom power) e microfoni a condensatore I microfoni a condensatore necessitano di alimentazione. Un modo abbastanza usuale di fornire loro tale alimentazione è mediante la cosidetta phantom power. La phantom power è una vera alimentazione, ma questo è il termine usato quando una tensione viene fornita mediante il cavo stesso del microfono. La maggior parte dei mixer per microfono possono fornire la phantom power, quindi se stai usando un microfono a condensatore ed un mixer, assicurati che il mixer abbia un ingresso provvisto di phantom power. Nota: i microfoni dinamici non richiedono la phantom power, e non sono nemmeno danneggiati se vengono inseriti in un ingresso che ha la phantom power attivata. Accessori per microfoni Aggiungere accessori può migliorare il suono finale della tua registrazione in casa e il tuo podcast. L’uso creativo di questi accessori permette ai microfoni di essere piazzati quasi dovunque, sia per rendere libere le tue mani per altre necessità oppure per fare in modo che il microfono sia piazzato esattamente nel posto giusto. Supporti, bracci e snodi Essi servono per assicurare in maniera abbastanza solida i microfoni nella posizione immaginata e per facilitare l’intervallo di movimento desiderato. Questi accessori sono disponibili in molte dimensioni e forme, ma lo scopo rimane lo stesso: posizionare il microfono nel posto giusto per catturare solo il suono che si desidera. Quindi ciò che importa maggiormente è trovare la giusta versione per il tuo scopo. Asta microfonica con snodo a braccio, nonostante sia più costosa di una normale asta, permette di posizionare in maniera equilibrata il microfono, ed eventualmente anche di modificare il suo posizionamento con una leggera forza esercitata, senza che tutto ciò rientri come rumore anche durante una registrazione in corso. Shock mounts: (supporto anti-vibrazioni) Sono usati per isolare il microfono dalle vibrazioni trasmesse attraverso l’asta microfonica o la superfice su cui viene montata, ad esempio una scrivania o il pavimento. Un supporto anti-vibrazioni (shock mount) può ridurre o eliminare il rumore dovuto al “maneggiamento del microfono”, rumore che si può sentire quando si muove il microfono durante la registrazione o se la superfice sopra la quale viene disposto il microfono viene urtata o fatta vibrare (questi rumori sono spesso chiamati “tonfi”) Schermi antivento (antisoffio) e filtri anti “pop”: Prima di tutto, occorre capire che cos’è un “pop”. Quando al microfono si pronuncia la parola “pop”, per esempio, si produce un soffio esplosivo dopo il suono delle consonanti “p”. I “pops” si verificano spesso con il suono delle consonanti “p”, “t”, “d” e “b”, e possono risultare molto fastidiosi e presenti nella registrazione finale. Gli schermi antivento e i filtri anti-pop forniscono uno schermo trasparente dal punto di vista acustico per il microfono, e permettono di rompere il fronte sonoro del “pop” prima che questo colpisca il microfono, aiutando a ridurre l’effetto dei pop dei suoni. Due suggerimenti per l’utilizzo degli accessori per microfono: Troppo rumore dovuto al maneggiamento del microfono (handling noise) ? Oppure si sente come se il microfono venisse urtato durante la registrazione (rumore di tipo tonfo dovuto all’asta microfonica) ? Allora utilizza uno shock mount (supporto anti vibrazione). Il suono delle consonanti “p”, “t”, “d” e “b” è troppo esplosivo per i tuoi gusti? Allora prova un filtro anti pop. Nota: in alternativa puoi anche posizionare il microfono fuori dal percorso diretto del suono del “pop”, come ad esempio qualche centimetro di lato, sopra, o sotto la bocca. Tecniche generali per la registrazione: All’interno di questa guida, verranno sottolineati i principali punti che riguardano le necessità per la home recording e per il podcasting. Catturare dei rumori di sottofondo indesiderati (come ad esempio rumori della strada attraverso la finestra oppure apparati meccanici, che includono anche caldaie, termosifoni e trasformatori) è un problema comune delle registrazioni fatte in casa. Più isoliamo la nostra registrazione dai rumori di sottofondo, migliore sarà la sua qualità. 1. Le tecniche di microfonaggio sono per la maggior parte una questione di gusto personale. 2. Qualunque sia il metodo utilizzato, che vada bene per le tue esigenze, allora è il metodo giusto. Sperimenta diverse posizioni del microfono finché ottieni il suono che desideri. 3. Mantenere un consistente livello sonoro è fondamentale. Assicurati che la tua sorgente sonora non si muova dentro e fuori la zona sensibile davanti al microfono. Il movimento (cioè il variare la distanza dal microfono) cambierebbe i livelli di registrazione, che sarebbe difficile ripristinare dopo. 4. Tieni il microfono lontano dalle superfici riflettenti. Le riflessioni (cioè onde sonore di riflessione), causate da superfici dure che includono anche le superfici dei tavoli e i supporti per strumenti musicali, possono alterare la qualità del suono catturata dal microfono. Questo fenomeno viene anche chiamato riverberazione e se proprio necessiti di questo effetto, è meglio aggiungerlo in seguito. 5. Posiziona il microfono lontano da sorgenti sonore indesiderate. Assicurati di indirizzare il microfono lontano da suoni indesiderati. Esegui una serie di registrazioni di prova nell’ambiente di registrazione, puntando di volta in volta il microfono verso posizioni differenti, al fine di trovare la posizione più silenziosa. 6. Assicurati di usare un microfono con il corretto diagramma del pick-up e il corretto tipo di trasduttore per l’applicazione che intendi fare. 7. Utilizza meno microfoni possibile. Meno microfoni significa meno problemi tecnici e, al fine di catturare un suono pulito, minori rumori di fondo. 8. Registra ogni voce e strumento (o sorgente sonora) separatamente 9. Ricorda la regola “3 a 1”. Quando vengono usati microfoni multipli, la distanza fra i microfoni dovrebbe essere almeno tre volte la distanza fra ogni microfono e la relativa sorgente sonora. Per esempio, se due microfoni sono piazzati ognuno a 20 cm dalla loro sorgente sonora, la distanza fra i microfoni deve essere almeno 60 cm. Tecniche di posizionamento del microfono per uso vocale In aggiunta alle tecniche generali, di seguito ne elenchiamo alcune specifiche per la registrazione vocale: • Mantieni il microfono ad una distanza compresa fra 15 cm e 30 cm dalla bocca. Questa distanza è abbastanza vicina per minimizzare la ripresa di riflessioni e riverberazioni della stanza indesiderate, ma abbastanza lontana per minimizzare i rumori della bocca e del respiro. Ma non conviene posizionare il microfono più vicino di così. “mangiare il microfono” può diminuire l’intellegibilità delle parole. • Direziona il microfono verso la bocca da sotto o da sopra. Questo minimizza il popping causato dalle consonanti esplosive (cioè “p” e “b”; “d” e “t”). Ogni persona è differente, quindi sono necessarie alcune prove ed errori. Alcune persone hanno problemi con la “p” ma non con la “t”, ad esempio. • Utilizzare un filtro anti-pop esterno. Sebbene la maggior parte dei microfoni dispongono di una sorta di schermo anti-vento incorporato, l’aggiunta di un ulteriore filtro provvede una extra protezione contro il popping della “p”. Il filtro anti-pop serve inoltre da riferimento per aiutare a mantenere una buona distanza dal microfono. Tecniche di posizionamento microfoniche per strumenti musicali Quando si registra uno strumento musicale, è sempre meglio trovare le tecniche specifiche per lo strumento che stai usando. Inoltre, allo stesso modo delle registrazioni vocali, è largamente una questione di gusto personale. La solita regola è: ogni cosa che suona bene per te, allora va bene. Comunque, ai fini di completamento di questa guida, forniamo ulteriori indicazioni: • Fai alcune prove di registrazione e vedi quale disposizione suona meglio alle tue orecchie. • Registra ogni strumento separatamente dalla voce. Usa due microfoni: uno posizionato vicino la bocca del cantante e uno posizionato vicino la sorgente sonora dello strumento. • Posiziona il microfono vicino giusto quanto basta. Una posizione troppo vicina potrebbe colorare il timbro della sorgente sonora, catturando solo una parte dello strumento. Ma troppo lontano potresti prendere molto più rumore dell’ambiente. Suggerimento: per determinare una buona posizione iniziale del microfono, tenta chiudendo un orecchio con un dito. Ascolta il la sorgente del suono con l’altro orecchio e muoviti attorno finchè ciò che senti suona bene. Posiziona il microfono esattamente li. Strumenti differenti richiedono disposizioni del microfono e tecniche differenti. Si possono sottolineare alcune di queste differenze osservando una coppie di specifici strumenti musicali. Chitarra acustica: assumendo che non disponi di microfoni multipli, puoi ottenere un suono ben bilanciato e naturale posizionando il microfono a 15 cm sopra il lato, sopra il ponte, e in linea con la barra frontale. Alcune persone preferiscono fissare (clip) un microfono miniaturizzato fuori dal foro centrale, per avere più libertà di movimento. Piano verticale: assumendo che tu abbia solo un microfono per strumenti, tenta posizionandolo appena sopra l’apertura di sopra, sopra le corde degli acuti. Se è possibile rimuovere il pannello frontale, prova a direzionarlo di fronte ai martelletti. Suggerimento: minimizza la cattura di vibrazioni del pavimento utilizzando uno shock mount di gomma per il microfono. Di nuovo, non esiste una soluzione giusta, esistono solo tecniche che danno un buon punto di partenza per i tuoi esperimenti. Appendice: Latenza Rappresenta il ritardo di un segnale nel percorrere il tragitto dal microfono al sistema di registrazione, causato dal tempo che occorre per convertire il suono da analogico a digitale (o viceversa) oppure è causato dal tempo per processare il segnale. La latenza di solito viene misurata in millisecondi e può verificarsi in molteplici punti lungo il percorso del segnale. Ciò significa che il suono che senti ascoltandoti in cuffia mentre canti, potrebbe non essere in tempo reale. Potrebbe cioè essere 5, 10, 20 o anche un centinaio di millisecondi più tardi. Poiché non è possibile eliminare completamente la latenza, pur spendendo molti soldi per comprare attrezzature professionali, si può usare dei dispositivi che ti permettono di ascoltare il suono all’inizio del percorso di elaborazione del segnale, vicino al microfono. • Se utilizzi un solo microfono, cerca un microfono con un «monitoraggio a latenza zero» (che significa che ha un amplificatore per cuffie integrato) in modo che puoi monitorare il suono direttamente dal microfono. • Se utilizzi microfoni multipli, utilizza un dispositivo di interfaccia con uscita jack per cuffie, che permette di mixare e monitorare il segnale di uscita. • Se registri direttamente da una sorgente sonora (come un basso elettrico connesso ad una direct box), controlla se il tuo adattatore USB dispone di una funzione di monitoraggio. USCITE ELETTRICHE DEL MICROFONO Le caratteristiche elettriche del segnale microfonico di uscita sono importanti perché devono essere compatibili con gli ingressi audio ai quali il microfono viene collegato. I segnali microfonici storicamente sono sempre stati analogici, ma con l’aumento della popolarità della registrazione ed editing dell’audio digitale, i microfoni con le uscite digitali sono diventati più popolari. La configurazione elettrica di un microfono può essere bilanciata (con due fili che trasportano il segnale audio, con uno schermo metallico attorno ad essi e collegato a massa) oppure sbilanciata (con solo un filo per il segnale audio e uno schermo metallico attorno) La configurazione bilanciata riduce la sensibilità del microfono verso gli «hum» e i rumori condotti attraverso il cavo, ma occorre che sia il microfono, il cavo e l’ingresso di registrazione debbano essere configurati nello stesso modo (bilanciato). Il connettore fisico usato dai microfoni analogici può anche variare, sebbene il connettore a tre pin XLR è di gran lunga il più diffuso. Questi connettori sono robusti e sicuri, e sono disponibili con pin multipli per accomodare sia la configurazione bilanciata che quella sbilanciata. USCITE ANALOGICHE L’uscita da un microfono analogico ha tre importanti caratteristiche elettriche: • Livello di uscita • Impedenza • Configurazione dei fili Il livello di uscita, o sensibilità, è il livello del segnale elettrico (di solito specificato in millivolt o decibel) per un dato livello del suono di ingresso. I microfoni a condensatore tipicamente hanno un livello di uscita più alto rispetto ai microfoni dinamici, rendendoli più adatti per un uso con apparecchiature di registrazione che possono avere ingressi che sono rumorosi o non molto sensibili. I microfoni con una più bassa sensibilità richiedono un maggiore guadagno dalla manopola del mixer o dall’interfaccia di ingresso, oppure che i microfono siano piazzati più vicino alla sorgente del suono. Per esempio i microfoni dinamici non sono adatti per i cori perché per poter catturare l’intero insieme del coro, essi devono essere piazzati ad una distanza che produce però un livello sonoro basso. In questo caso, un microfono a condensatore, con più alto livello di uscita, sarebbe una migliore scelta. La maggior parte dei microfoni professionali hanno un’impedenza di uscita bassa (meno di 600 ohm) il che permette di usare un lungo cavo (fino a 400 metri e più) con nessuna perdita della qualità del suono. I microfoni ad alta impedenza invece mostrano una notevole perdita in alta frequenza per i cavi con lunghezza maggiore di 8 metri). Contrariamente a quello che normalmente si crede, l’impedenza del microfono non deve essere uguale all’impedenza dell’ingresso al quale esso si collega, ma in realtà dovrebbe essere molto più bassa. USCITA DIGITALE I microfoni con uscita direttamente in digitale hanno un convertitore interno di tipo analogico/digitale (o convertitore A/D), che converte il segnale analogico in un formato digitale. Le caratteristiche importanti di questo segnale digitale sono: • Frequenza di campionamento • Profondità di bit (risoluzione) • Formato digitale In generale la conversione dall’analogico al digitale implica che si debbano fare delle misure periodiche, anche detti campioni, del livello del segnale audio e tradurre queste misure in sequenza di 0 e 1. Meglio assicurarsi che il software che stai usando può supportare la frequenza di campionamento e la profondità di bit del tuo microfono. I microfoni digitali offrono il vantaggio di una connessione diretta con un computer senza la necessità di un mixer, scheda audio o di un interfaccia esterna. La frequenza di campionamento descrive quante volte per secondo il segnale analogico viene misurato. Più alto è il valore di tale frequenza, più alta sarà la massima frequenza del segnale che deve essere catturato dal microfono. Una frequenza di campionamento di 44.1 KHz (il che significa che il segnale analogico viene campionato 44.100 volte al secondo) può permettere di convertire frequenza audio fino a 22.050 Hz, garantendo una qualità di tipo CD. Frequenze di campionamento minori forniscono una qualità del suono più bassa (qualche volta descritta come «qualità del parlato») ma producono dimensioni del file audio inferiori e maggiori velocità di download. Frequenza di campionamento più elevate, talvolta, si trovano in apparati di registrazione professionali, sebbene c’è una disputa se utilizzare frequenze di campionamento molto superiori a 44.1 KHz si traduca in un miglioramento della qualità del suono che sia realmente percepibile. La profondità di bit descrive il numero di bit digitali che vengono utilizzati per memorizzare la misura del livello del segnale audio ogni volta che viene campionato. Usare più bit permette di effettuare misurazioni più accurate e ottenere migliori qualità della registrazione, attraverso l’incremento dell’intervallo dinamico e la riduzione degli «hiss». Per esempio, un campione ad 8 bit permette di misurare il livello del segnale audio mediante 256 valori discreti; se il livello attuale del segnale è compreso fra due valori discreti consecutivi, allora la conversione non sarà accurata. Un campione a 16 bit (usato per l’audio di qualità CD) consiste di 65.536 valori discreti, il che permette di creare una misura molto accurata del segnale. Usare più bit però produce anche file audio più voluminosi e tempi di download più lunghi, e richiede potenza di elaborazione e spazi di memoria maggiori quando questi file vengono editati. Il formato di una uscita microfonica digitale descrive come i dati digitali vengono organizzati una volta che essi si muovono dal microfono verso il registratore o il computer. Il formato più comunemente usato per i microfoni digitali è lo standard USB («universal serial bus»). Il formato USB viene riconosciuto dalla maggior parte dei computer di oggi, e i connettori USB sono sufficientemente compatti e affidabili per l’uso all’interno dei microfoni. La connessione USB può anche fornire l’alimentazione al microfono, rendendo non necessario l’uso dei batterie o alimentazione esterna. La connessione USB è limitata ad uso di massimo 5 metri di lunghezza. Convertitore Analogico Digitale (ADC: Analog to Digital Converter) E’ un circuito che converte una tensione analogica, compresa in un certo intervallo, in un numero intero binario anche lui compreso in un intervallo. Ovviamente questa operazione implica un'approssimazione nel senso che tensioni vicine tra di loro possono essere trasformate nello stesso numero intero. Il simbolo spesso utilizzato per un ADC è il seguente: Quantizzazione Il legame tra ingresso e uscita di un ADC può essere rappresentato con il grafico “a scala”, come riportato nell'esempio in figura. La massima tensione che l'ingresso può assumere viene detta tensione di fondo scala (VFS). A volte, se è necessario, si specifica anche che VFS(min), cioè la minima tensione ammessa in ingresso. Nell'esempio sopra riportato la tensione in ingresso è compresa tra 0 V e 10 V. Quindi VFS è pari a 10 V; VFS(min) è pari a 0 V. Con il termine risoluzione si indica il numero di bit necessari per esprimere il massimo numero in uscita al convertitore, che di solito è una potenza di due. Nell'esempio in figura l'uscita dell'ADC è un numero intero compreso tra 0 e 7 (000... 111 in binario). Quindi la risoluzione è pari a 3 bit. Guardando il grafico si vede che la tensione di 3 V viene convertita nel numero 010; si noti che anche la tensione di 2,7 V viene convertita nello stesso numero 010, a causa delle approssimazioni introdotte. La tensione di 4,5 V viene invece convertita nel numero 011. La “lunghezza” di un gradino (in genere tutti uguali tra loro) si indica con il termine quanto (Q). Esso indica la minima variazione della tensione in ingresso che causa una variazione nel codice binario in uscita.