Etruria – Dalla Campania alla Lombardia

Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
MAAT – CONOSCERE LA STORIA PER CREARE IL FUTURO - MAAT
ETRUSCHI
Dalla Campania alla Emilia e Lombardia
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
Introduzione
Per i moderni gli Etruschi sono un popolo misterioso. Affascinano l'origine sconosciuta, la lingua non
completamente interpretata, le tradizioni magico-religiose, le necropoli, le creazioni artistiche.
Per gli antichi gli Etruschi avevano indubbiamente più concretezza.
Per i Siracusani erano dei concorrenti temibili sul piano commerciale e su quello militare.
Per i Cartaginesi erano degli alleati con cui spartirsi il controllo del Mediterraneo Occidentale.
Per i Celti erano un popolo molto ricco, da depredare periodicamente.
Per Alessandro Magno e per i Greci erano dei pirati che rendevano insicura la navigazione nel Tirreno e
nell'Adriatico.
Per i Romani erano i nemici per antonomasia, la bandiera rossa sul Gianicolo era il segno dell'avvicinarsi
delle schiere etrusche.
Per i Romani erano gli amici dove portare in salvo le vestali e i sacri vasi quando i Celti calavano sull'Urbe.
Per i Romani erano simbolo della cultura e presso le loro città i nobili romani andavano a studiare
esattamente come avrebbero fatto in seguito con Atene.
Per i Romani erano i saggi in possesso dell'antica disciplina che univa il profano al divino.
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INDICE
CARATTERI GENERALI DELL'ETRURIA
GEOGRAFIA DELL'ETRURIA
STORIA DELL'ETRURIA
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CARATTERI GENERALI DELL'ETRURIA
Etruschi
Tra l'VIII e il VII secolo a.C. appaiono stanziate tra l'Arno e il Tevere, tra gli Appennini e il Tirreno delle genti
di origine imprecisata. Secondo Erodoto provenivano dalla Lidia, ma secondo Dionigi di Alicarnasso erano
autoctone.
I Latini diedero loro il nome di Etrusci o Tusci. La sponda destra del Tevere era chiamata ripa etrusca dai
Romani.
I Greci li chiamarono Tyrrhenoi.
Il mare di fronte alle loro coste venne chiamato dai Greci Tirreno.
L'altro mare, l'Adratico, prese nome dalla colonia etrusca di Adria.
Lingua
La lingua etrusca è di origine sconosciuta. Non appartiene al gruppo indoeruropeo né a quello semitico o ad
altro conosciuto. Dal punto di vista morfologico sembra avvicinarsi alle lingue agglutinanti.
Alfabeto etrusco
Gli Etruschi conobbero la scrittura a partire dal VII secolo.
L'alfabeto etrusco deriva da quello greco occidentale, mediato dai Calcidesi di Cuma. Furono usate 23
lettere, poi ridotte a 20. Il sistema fonetico non comprende la vocale o e le occlusive sonore b, d, g. Sono
presenti invece numerosi suoni aspirati e due sibilanti.
Gli Etruschi diffusero il loro alfabeto presso gli Osci, gli Umbri e i Veneti.
Città
Le città etrusche furono costruite spesso su siti villanoviani. Tipicamente una città etrusca è posizionata su
di un colle o su di un promontorio. In vicinanza sono corsi d'acqua o il mare, essenziali per il commercio. Nei
pressi una pianura assicura la produzione agricola sia per le necessità interne che per l'esportazione.
Non lontano dalla costa fondarono:
- Veii (Veio), tra il lago Sabatinus (Bracciano) e il Tevere, controllava il guado di Fidene e l'inizio della via per
la Campania
- Caere, in etrusco Cisra, chiamata da Erodoto Agylla, aveva come porti Alsium, Punicum e Pyrgi
- Tarquinii (Tarquinia), sul fiume Marta, aveva come porto Graviscae
- Vulci, sul fiume Fiora
- Vetulonia, in etrusco Vetluna
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- Rusellae (Roselle), alla foce dell'Ombrone
- Populonia, in etrusco Pupluna, su di un promontorio.
Non essere immediatamente sulla costa garantiva una maggiore possibilità di difesa dai pirati e dagli
attacchi dei nemici. Inoltre lungo la costa potevano trovarsi zone malariche o scarsamente salubri.
All'interno gli Etruschi fondarono:
- Volaterrae (Volterra), in etrusco Velathri, nella valle del fiume Cecina
- Volsinii, in etrusco Velzna, vicino al lago di Bolsena
- Orvieto, alla confluenza del Chiana e del Paglia con il Tevere
- Clusium (Chiusi), in etrusco Chamars, a sud-ovest del Trasimeno
- Perrusia (Perugia)
- Cortuna (Cortona), vicino al lago Trasimeno
- Arretium (Arezzo)
- Faesulae (Fiesole), in posizione strategica sull'Arno.
Altre località etrusche sono:
- Castro, ad ovest del lago di Bolsena
- San Giovenale, nell'entroterra di Tarquinia
- Norchia
- Suana (Sovana)
- Tuscania.
Gli Etruschi presero il controllo anche del territorio dei Falisci, la cui capitale è Falerii (Civita Castellana), e di
quello dei Capenati, la cui capitale è Capena nei pressi del Tevere a nord di Roma.
Dodecapoli
L'Etruria era una confederazione di dodici popoli. Le dodici città corrispondenti probabilmente cambiarono
con il tempo.
Alla fine del VII o all'inizio del VI secolo dovevano essere:
- Caere, Tarquinia, Vulci e Vetulonia per l'Etruria marittima
- Veio, Volsinii, Chiusi e Perugia per l'Etruria interna tiberina
- Volterra, Arezzo, Cortona e Fiesole per l'Etruria settentrionale.
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Il centro religioso della confederazione era il Fanum Voltumnae, il santuario di Voltumna nel territorio di
Volsinii. Presso il santuario venivano celebrati i giochi panetruschi, equivalenti ai giochi panellenici olimpici.
Moneta
Le prime monete etrusche risalgono al VI secolo e sono di tipo focese. Verso il 500 alcune città etrusche
cominciarono a battere moneta in argento, oro e bronzo. La lavorazione era raffinata.
Strade
Le strade più antiche si basavano su alture e valli fluviali. Erano poco più che mulattiere. Ad esempio il
sentiero del Cremera tra Veio e il Tevere o la valle del Treia nel territorio falisco.
Le strade di fondovalle non erano sempre percorribili a causa delle alluvioni e pertanto ebbero maggiore
sviluppo le piste che correvano lungo le sommità. Ad esempio la Via Flaminia attraverso l'ager veientanus e
faliscus fino al bacino del Treia su di un altopiano. Da notare che il centro delle vie montane nell'Etruria
meridionale non era Veio, ma l'area di Prima Porta a nord di Roma.
Il sistema viario etrusco subì dei cambiamenti significativi nel corso del VII secolo a causa dello sviluppo del
commercio e della diffusione dei veicoli a due ruote. Ad esempio la via tra Caere e Veio, che era adatta solo
a far passare dei muli, venne completamente rifatta attenuando le pendenze ed eliminando le tortuosità
per rendere il percorso più facile ai carri.
In presenza di ostacoli naturali si procedeva a imponenti opere di sbancamento. Ad esempio lungo la via
che collegava Falerii a Nepi venne fatto un taglio profondo 15 metri e lungo 200.
Le strade principali etrusche erano normalmente a due carreggiate, ognuna di circa 2 metri. Si usavano
cunette centrali o laterali. Con l'usura si generavano dei solchi ed allora si doveva abbassare il livello della
strada.
Gli etruschi costruivano sia ponti in legno che in pietra. Per deviare corsi d'acqua o drenare delle valli
ricorrevano a cuniculi. Famosa la strada di Pietra Pertusa che collegava Veio con il Tevere, a nord di Prima
Porta. Costruita nel V secolo, dopo che Fidene era passata sotto il controllo di Roma, serviva a comunicare
con Gabi e Preneste. La strada è rettilinea, quattro valli vennero drenate con cuniculi per un totale di 4
chilometri, una galleria lunga 300 metri e larga più di 2 venne scavata alla profondità di 40 metri per
attraversare l'altopiano della via Flaminia.
I Romani costruirono le loro vie, nel III e nel II secolo a.C., con il concetto attuale della autostrade: percorso
rettilineo, minima pendenza, caratteristiche standard. A volte riutilizzarono tratti di strade etrusche, ma
ebbero scarsa attenzione all'attraversamento dei centri etruschi, spesso le strade romane passavano in loro
prossimità, ma non al loro interno.
La via Aurelia segue la costa tirrenica fino a Pisa passando in prossimità di Caere, Tarquinia, Vulci, Cosa,
Vetulonia, Populonia. Venne costruita da Lucio Aurelio Cotta a partire dalla fine della prima guerra punica
(241a.C.).
La via Claudia, che passa ad ovest del lago di Bracciano, porta a Tuscania, Saturnia e Roselle. Probabilmente
venne costruita nel 183 a.C. contemporaneamente alla deduzione della colonia di Saturnia.
La via Cassia passa in prossimità di Veio, Volsinii, Chiusi, Cortona e Arezzo, prosegue verso Fiesole. Venne
costruita nel 154 a.C. dal censore Caio Cassio Longino.
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La via Amerina attraversa Tuder (Todi) e raggiunge Perugia.
La via Flaminia attraversa il territorio dei Falisci e poi quello degli Umbri, passa in prossimità di Narnia
(Narni), Interamna (Terni), Spoletium (Spoleto), e prosegue verso Ariminum (Rimini). La Flaminia venne
costruita da Caio Flaminio nel 220 a.C.
Economia
La ricchezza dell'Etruria derivava dall'agricoltura, dall'industria mineraria e dal commercio.
Agricoltura e allevamento
Le pianure più fertili erano comprese tra Arezzo e Fiesole: Etrusci campi.
Coltivazione del grano ed allevamento del bestiame erano le risorse principali, ma anche miglio, segale,
avena e lino erano importanti.
Impianti idrici sofisticati consentivano l'irrigazione dei campi e portavano l'acqua nelle città. La produzione
agricola poté beneficiare delle tecniche irrigue importate dall'Oriente.
La vite, anch'essa d'origine orientale, venne coltivata con ottimi risultati.
Si esportavano lino, vino, formaggi e grano.
Venivano allevati cavalli, pecore, maiali.
Si pescavano tonni.
Si cacciavano lepri, selvaggina alata, caprioli e cervi.
Industria mineraria
L'industria metallurgica era concentrata tra l'isola d'Elba e la costa antistante (Populonia e Volterra).
Venivano estratti ferro, piombo, stagno e rame.
L'Elba era chiamata dai Greci Aithaleia ("nera per la fuliggine") a causa del fumo che usciva dagli impianti
per la lavorazione del ferro.
Populonia rappresentava sulle sue monete Vulcano con tenaglie e martello.
Sui monti della Tolfa venivano estratti pirite, piombo, zinco, antimonio e in misura minore mercurio.
Commercio
La marina mercantile etrusca raggiungeva la Sardegna, la Sicilia, l'Africa settentrionale, la Gallia
meridionale, la Spagna, la Grecia, l'Asia Minore, Cipro.
Oltre che sul mare gli Etruschi svilupparono i loro commerci sia verso il nord che verso il sud dell'Italia. Dal
commercio passarono all'azione militare e giunsero a costituire dei veri e propri domini sia in Emilia e
Lombardia che in Campania.
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Campania etrusca
Verso sud organizzarono un percorso diretto in Campania, dove giunsero fino a Volturnum (Capua), dopo
essere passati nel Lazio da Praeneste (Palestrina). Le loro merci seguirono quella che poi sarà chiamata Via
Latina.
Testimonianze etrusche sono state trovate a Capua (S. Maria Capua Vetere), che era la capitale della
dodecapoli campana, Nola, Acerra, Nocera, Suessula, Ercolano, Pompei, Sorrento, Pontecagnano, presso
Salerno. Di altri centri come Irnthi, Velsu, Urina, Velcha non conosciamo che il nome.
La dominazione etrusca della Campania si estese fino a Posidonia (Paestum) e alle foci del Silaros (Sele) .
La Campania etrusca non sopravviverà all'isolamento causato dal sorgere della potenza di Roma nel Lazio e
di Siracusa sul mare nel V secolo.
Emilia e Lombardia etrusche
Secondo Aulo Cecina, nobile etrusco amico di Cicerone, la conquista della Emilia e Lombardia si deve a
Tarchon, re di Tarquinia. Secondo altri la spedizione venne guidata da Aucnus di Perugia.
Furono etrusche Felsina (Bologna), Mantua (Mantova), Melpum (nei pressi di Milano), Ravenna, Caesena
(Cesena, in etrusco Keisna), Ariminum (Rimini, in etrusco Arimna) Mutina (Modena), Parma, Placentia
(Piacenza) e altre città che formarono la dodecapoli del nord. Felsina ne era la città principale.
Anche il porto di Spina, la Venezia dell'antichità, è di origine etrusca.
Mysa (Marzabotto) controllava il guado sul Reno per l'accesso alla pianura emiliana.
Mantova prese il nome dal dio etrusco dei morti Mantus.
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GEOGRAFIA DELL'ETRURIA
Il territorio dell'Etruria rimase sostanzialmente costante dal VII secolo a.C. all'età augustea.
Nel V secolo gli Etruschi persero i loro domini in Campania, Emilia e Lombardia.
ITALIA
AUGUSTEA
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REGIO VIII ETRURIA
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EMILIA E LOMBARDIA ETRUSCHE
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CAMPANIA ETRUSCA
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STORIA DELL'ETRURIA
I Greci fermati dagli Etruschi
Intorno al 777 a.C. i Greci avevano costituito la loro prima base italiana sull'isola di Ischia, da loro chiamata
Pithecusa. Avevano proceduto verso nord e avevano dato nomi greci alle isole di fronte all'Etruria: Oxasia
(Montecristo), Artemisia (Giannutri), Gurgon (Gorgona), Aigilion Megas e Aigilion Mikros (Capraia e Giglio),
Aithaleia (Elba). Ma gli Etruschi impedirono la costituzione di colonie greche sulle loro coste o nelle aree di
loro interesse.
I Focesi in Corsica
Intorno al 600 i Focesi, scacciati dall'Asia Minore dai Persiani, si stabilirono in Corsica. Venne inoltre fondata
la colonia di Massalia (Marsiglia).
Gli Etruschi a Roma
Gli Etruschi ebbero una parte importante nella vita romana dal 616 al 509 a.C. con gli ultimi tre re:
Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo.
Lucio Tarquinio Prisco era figlio di Demarato, un greco originario di Corinto. Demarato era giunto a
Tarquinia in veste di profugo politico. Il figlio si sarebbe traferito a Roma e sarebbe diventato re. Con lui
avrebbe regnato l'etrusca Tanaquil.
Per quasi un secolo le ottime relazioni tra Roma e gli Etruschi permisero un florido sviluppo del commercio
diretto verso i domini etruschi in Campania.
La rivoluzione repubblicana del 509 provocò grandi difficoltà al commercio etrusco verso la Campania
attraverso il Lazio, ormai non più sotto controllo. Agli Etruschi rimaneva la possibilità di raggiungere via
mare le loro città meridionali.
Appena caduto Tarquinio il Superbo, Porsenna, re di Chiusi, marciò su Roma e pose l'assedio alla città. Gli
atti di eroismo di Muzio Scevola e di Clelia dovettero impressionare il re, ma non furono certamente
decisivi. Probabilmente la guerra terminò con il raggiungimento di un accordo per il transito delle merci
etrusche verso il Meridione.
Alleanza tra Cartaginesi ed Etruschi
Intorno al 550 gli Etruschi e i Cartaginesi, interessati al controllo delle rotte del Mediterraneo Occidentale e
preoccupati dall'espansione greca, si allearono militarmente e commercialmente.
Battaglia di Alalia in Corsica
Verso il 540-535 avvenne la battaglia di Alalia, sulla costa orientale della Corsica. Si affrontarono la flotta
focese e quella cartaginese-etrusca. Erodoto non è chiaro sull'esito della battaglia, ma i Greci
abbandonarono la Corsica. I vinti furono portati a Caere e lapidati. Colpiti da una epidemia, per espiare il
feroce comportamento gli Etruschi si recarono a Delfi con offerte per Apollo. Caere e Spina furono le sole
due città etrusche ad essere autorizzate ad avere un "tesoro", ossia un tempietto, a Delfi.
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Gli Etruschi sul luogo di Alalia fondarono Meane, nome della dea etrusca della vittoria. I Focesi partirono
per l'Italia meridionale dove fondarono Elea, la latina Velia. I Focesi convinsero gli abitanti di Cuma a
fondare un porto sulla costa per sostenere il commercio greco. Nacque così Dicearchia (Pozzuoli).
Etruschi alle Lipari
Verso il 493-492 gli Etruschi arrivarono allo stretto di Messina e attaccarono le isole Lipari.
I Greci nuova potenza militare
Nel 480 Gelone di Siracusa sconfisse i Cartaginesi nella battaglia di Imera in Sicilia.
Nello stesso anno i Persiani furono sconfitti da Temistocle nella battaglia navale di Salamina.
Etruschi e Siracusani
Gli Etruschi della Campania decisero di attaccare Cuma. I Cumani chiamarono in aiuto i Siracusani, recenti
vincitori dei Cartaginesi. Allora i Campani chiesero l'intervento della flotta etrusca.
Nel 474 Ierone, fratello del Gelone vincitore dei Cartaginesi, sconfisse la flotta etrusca nelle acque di Cuma.
Ormai i territori campani, bloccati dai Romani via terra, erano anche preclusi via mare dai Greci.
Nel 454 una spedizione siracusana fallì in quanto l'ammiraglio Faillo si fece corrompere dagli Etruschi.
Nel 453 una flotta siracusana, guidata dall'ammiraglio Apelle, attaccò la Corsica e l'Elba. Scopo della
missione era impadronirsi delle miniere e distruggere la marina mercantile etrusca. Gli Etruschi non
riuscirono a respingere i Siracusani che si ritirarono dopo aver messo a ferro e fuoco Populonia, Vetulonia e
Tarquinia.
Nel 414-413, durante la guerra tra Atene e Siracusa, gli Etruschi fornirono aiuti navali ad Atene, che tuttavia
venne sconfitta.
Etruschi e Sanniti
Gli Etruschi della Campania per combattere i Greci assoldarono delle popolazioni dell'interno: i Sanniti. I
mercenari si installarono nelle città e chiamarono i loro parenti a raggiungerli. Ben presto gli immigrati
presero il sopravvento.
Nel 430 Capua, capitale della Lega Etrusca, cadde in mano ai Sanniti. Ma anche Cuma seguì la stessa sorte.
Si salvò Napoli validamente difesa dalla flotta siracusana. Anche Ischia e Capri rimasero in mano ai Greci.
La Campania etrusca scomparve.
Roma e Veio
Caduta la monarchia filoetrusca, la rivalità tra Roma e Veio si accese per il controllo del Tevere e delle saline
alla sua foce.
Veio era a 20 chilometri da Roma sulla sponda destra del Tevere.
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Roma, sulla sponda sinistra, controllava il ponte sul Tevere e la strada per il sud. Inoltre aveva una fonte
enorme di ricchezza: le saline.
Nel 485 iniziarono le ostilità.
Nel 477 i Fabii, che conducevano la guerra contro Veio con mezzi privati, furono massacrati dai Veienti sul
fiume Crèmera. Sull'onda della vittoria i Veienti presero il Gianicolo e cercarono di entrare in Roma, ma
furono respinti anche per l'arrivo di rinforzi da Tuscolo.
Nel 474 venne firmata una pace quarantennale. Veio rinunciò a Fidene, sulla riva sinistra del Tevere, a circa
10 chilometri dal Campidoglio. Da Fidene passava la via per il sud alternativa a quella romana.
Nel 445 iniziarono nuovi scontri.
Nel 438 il re di Veio Larth Tolumnio tentò di riprendere Fidene. Ma il console Aulo Cornelio Cosso uccise in
duello Larth Tolumnio.
Nel 439 continuò la guerra. Erano consoli M. Cornelio Maluginense e L. Papirio Crasso. Veio e Falerii, che
era intervenuta nella guerra come alleata dei Veienti e dei Fidenati, mandarono ambasciatori in tutta
l'Etruria per chiedere soccorso. Ma la Lega Etrusca decise di non intraprendere azioni contro Roma.
La guerra si concluse nel 425 con la conquista di Fidene da parte dei Romani.
Nel 408 la guerra riprese. Veio venne aiutata da Capena (a 40 Km da Roma), Falerii (a 55 Km da Roma) e
Tarquinia (a 90 Km da Roma). La Lega Etrusca si rifiutò ancora una volta di intervenire.
Nel 396, dopo dieci anni di assedio, i Romani, guidati da Furio Camillo, conquistarono Veio.
Nel 394 Falerii e Capena chiesero la pace.
I Celti nella Emilia e Lombardia etrusca
Verso il 400 i Celti superarono le Alpi, abbandonando il loro stanziamento nella Germania meridionale ed
entrarono nella pianura padana. I primi ad arrivare furono gli Insubri.
Nel 396 Melpo (odierna Melzo nei pressi di Milano) venne conquistata dai Galli.
Poi i Celti valicarono l'Appennino.
Prima discesa dei Celti in Etruria e a Roma
Nessun esercito venne schierato a difesa dell'Etruria.
I Celti, guidati da Brenno, arrivarono in Val di Chiana, raggiunsero il Trasimeno e strinsero d'assedio Chiusi.
Gli Etruschi chiesero aiuto a Roma, che, invece di un esercito, mandò degli ambasciatori per risolvere
pacificamente la questione. Le trattative fallirono.
I Celti volevano le terre degli Etruschi in forza del diritto di conquista. Di fronte al rifiuto di Etruschi e
Romani di accettare un tale sopruso, si venne alle armi. Anche gli ambasciatori romani presero parte allo
scontro. Quinto Fabio uccise un comandante dei Celti. Allora Brenno decise di rivolgersi contro Roma, tolse
l'assedio a Chiusi e partì immediatamente per il sud.
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I Romani erano totalmente impreparati. Il 18 luglio 390 sul fiume Allia, sulla via Salaria, avvenne la
battaglia. Fu una catastrofe per l'esercito romano improvvisato.
I Celti entrarono in città ma non riuscirono a prendere il Campidoglio.
Poi Furio Camillo liberò Roma e Brenno, il capo dei Celti, riprese la via del nord.
Durante l'invasione gallica le vestali fuggirono a Caere, alleata di Roma, con i vasi sacri.
Sutri e Nepi
Nel 387 Furio Camillo conquistò Sutri e Nepi.
Nel 387 l'esercito romano entrò nel territorio di Tarquinia. Vennero prese le rocche di Cortuosa, vicina alle
sorgenti del Mignone, e Contenebrae. In mano etrusca rimase solo la rocca di Luni sulla strada per
Tarquinia. Allora vennero chiamati in aiuto Falerii, Sutri e Nepi. Inoltre si concordò un'alleanza con i Volsci,
che risiedevano a sud di Roma.
I Romani sono attaccati dai Volsci, ma Furio Camillo riesce a vincerli. A Nepi il colpo di mano di infiltrati
etruschi ha successo, ma Nepi resiste. A marce forzate arriva Furio Camillo che libera Nepi dall'assedio e
riconquista Sutri.
Nel 383 vennero stabilite colonie romane a Sutri e a Nepi per controllare l'accesso all'Etruria. Dalle due
fortezze i Romani dominavano ad ovest la via del mare, verso Tarquinia, per la valle del Mignone, ad est la
via per Falerii, che a sua volta controllava il corso superiore del Tevere, e a nord il passaggio sui Monti
Cimini, al di là dei quali si estendeva il cuore dell'Etruria.
I Siracusani a Caere e in Corsica
Secondo i Siracusani gli Etruschi praticavano la pirateria ed erano un pericolo per la navigazione
commerciale.
Nel 384 Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa, decide una spedizione contro l'Etruria. Viene attaccata
Caere ed i suoi porti Alsium, Punicum e Pyrgi. Poi si rivolge verso la Corsica da cui scaccia tutti gli Etruschi.
E' un colpo drammatico per l'economia di Caere che non si riprenderà.
Seconda discesa dei Celti in Etruria e a Roma
I Celti ripresero la strada dell'Etruria una seconda volta. Non vennero fermati e arrivarono in prossimità di
Roma.
Nel 367 la battaglia avvenne nella zona dei Colli Albani. Questa volta grande fu la strage dei Celti che si
salvarono a stento fuggendo verso la Puglia.
Tarquinia e Roma
Avendo i Tarquinati preso a saccheggiare l'agro romano nelle zone di confine dell'Etruria, Roma scese in
guerra. Tarquinia si alleò con i Falisci.
307 prigionieri romani vennero massacrati sulla piazza del mercato di Tarquinia.
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Caere concesse il passaggio alle truppe tarquinate e falisce, che conquistarono le saline alla foce del Tevere.
Ma il dittatore Caio Marcio Rutilio intercettò i nemici e fece ottomila prigionieri.
Nel 354 il console Caio Sulpicio Patico entrò nel territorio di Tarquinia per sequestrare come risarcimento di
guerra il bestiame ed i raccolti.
Le rappresaglie vennero fatte anche nel territorio dei Falisci, dove durarono fino al 352 quando venne
conclusa la pace.
Nel 351 venne conclusa una pace quarantennale anche con Tarquinia.
Caere, antica alleata di Roma, venne punita per il tradimento. Cessò praticamente di esistere come stato
autonomo.
Fine della Emilia e Lombardia etrusca
A metà del IV secolo gli Etruschi avevano ormai perso la Campania (passata ai Sanniti), la Corsica (passata ai
Greci), e ampie zone dell'Etruria meridionale (passate ai Romani).
In Emilia e Lombardia i Celti continuavano ad avanzare. Felsina, capitale della Lega padana, aveva ceduto.
Nel 350 anche Misa sul Reno venne abbandonata.
Gli Insubri occupavano Milano, i Cenomani erano a Brescia e a Verona. I Boi, da cui prese poi il nome
Bologna, ed i Senoni avevano passato il Po ed erano arrivati all'Adriatico.
La Emilia e Lombardia etrusca scomparve, ma non del tutto.
Secondo Plinio, Mantova, la città di Virgilio, mantenne un carattere etrusco anche in età imperiale. E
probabilmente anche la zona di Spina e di Adria rimase parzialmente etrusca.
Coloro che erano fuggiti lungo l'Adriatico si diedero alla pirateria. Nel 325 Atene emise un editto contro la
pirateria etrusca. Secondo Arriano una ambasceria etrusca venne ricevuta da Alessandro Magno a Babilonia
nel 323. Alesandro ordinò agli etruschi di interrompere la guerra di corsa nell'Adriatico.
Prima guerra etrusca contro Roma
Nel 312 gli Etruschi dopo decenni di tranquillità decisero di armarsi contro Roma, allora alle prese con i
Sanniti. Una guerra su due fronti era pericolosissima per Roma.
Nel 311 iniziarono le ostilità. Sutri venne assediata. Il console Quinto Emilio Barbulo venne mandato in
aiuto della città alleata. Si arrivò ad una guerra di posizione.
Nel 310 il censore Appio Claudio riorganizzò l'esercito romano.
Nel 309 le legioni, guidate dai consoli Quinto Fabio Rulliano e Caio Marcio Rutilio, batterono gli etruschi che
si rifugiarono nella Selva Cimina. Vennero inseguiti da Marco Fabio Ceso, fratello del console Fabio.
La controffensiva etrusca si esaurì davanti a Sutri dove tra morti e prigionieri gli etruschi persero circa
sessantamila uomini.
La Lega Etrusca si riunì nel tempio di Voltumna. Tutta l'Etruria fu in armi.
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
Nel 309 presso il lago Vadimone, nei pressi di Orte, si svolse un'altra battaglia. Le legioni furono guidate alla
vittoria da Quinto Fabio Rulliano.
L'inseguimento degli sconfitti durò oltre cento chilometri fino a Perugia, che si arrese.
Nel 308 ci fu un ulteriore tentativo di resistenza. Il console Publio Decio entrò nel territorio di Tarquinia, che
si arrese e cedette parte del suoi possedimenti.
Poi Publio Decio si rivolse contro Volsinii che dopo breve resistenza concluse un armistizio.
Arretium chiama Roma
Nel 302 scoppia una guerra civile ad Arezzo. La plebe si solleva per scacciare la potente famiglia dei Cilnii.
I Cilnii erano di stirpe reale. Dai Cilnii discenderà Mecenate, l'amico dell'imperatore Augusto.
I Cilnii chiamano in aiuto i Romani, con i quali Arezzo aveva stretto una pace trentennale.
Il dittatore Marco Valerio Massimo sconfisse le forze etrusche nei pressi di Roselle. Venne concluso un
armistizio biennale.
Terza discesa dei Celti in Etruria
I Celti scesero per la terza volta in Etruria. Gli Etruschi pensarono di poterli utilizzare contro Roma. I Celti
presero i soldi offerti dagli Etruschi, ma soddisfatti del bottino ricevuto senza combattere, se ne andarono a
nord.
Seconda guerra etrusca contro Roma
Nel 298 giunse la notizia della ribellione dei Sanniti. Era di nuovo la guerra su due fronti. Lucio Cornelio
Scipione si diresse in Etruria, Cneo Fulvio verso il Sannio.
I Romani vinsero il primo scontro nei pressi di Volterra, nella valle del Cecina. Poi si ritirarono a Falerii. Ai
Romani giunse la notizia che gli Etruschi erano disponibili ad una pace separata. In realtà agli Etruschi
serviva tempo per organizzare un nuovo esercito con tutti i loro alleati: Umbri, Sanniti e Galli.
Quando il Senato romano comprese la trappola in cui stava per cadere affidò il comando dell'esercito per
l'Etruria a Publio Decio e Quinto Fabio Rulliano. Vennero messi in campo sessantamila uomini. Una riserva
venne costituita a Falerii al comando di Cneo Fulvio e un'altra riserva fu messa alle porte di Roma al
comando di Lucio Postumio Megello.
Gli alleati si riunirono in Umbria.
Decio e Fabio presero a risalire il corso del Tevere, un esercito per parte. Fulvio e Postumio puntarono su
Chiusi. La manovra provocò la defezione di Etruschi ed Umbri che si spostarono a difesa del loro territorio.
Nell'estate del 295, nella valle del Sentino, sulle pendici orientali dell'Appennino, nei pressi di Sassoferrato,
si svolse la battaglia contro i Sanniti, guidati da Egnazio, e i Galli. Il console Decio, quando la fanteria
cominciò a ripiegare, spinse il suo cavallo in mezzo ai Celti e cadde. Il suo sacrificio diede forza alle sue
truppe che riuscirono a travolgere i nemici.
I Galli fuggirono. I Sanniti ritornarono verso gli Abruzzi.
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
La vittoria venne completata da Cneo Fulvio che sconfisse gli uomini di Perugia e Chiusi.
Perugia si alleò con Volsinii e tentò ancora una volta di battere Roma. Fabio vinse nuovamente e
quattromilacinquecento etruschi rimasero sul campo.
Nel 294 Roma mandò altri due eserciti a pacificare la regione. Lucio Postumio Metello vinse ancora Volsinii,
poi si spostò verso Roselle, che venne espugnata.
Dopo la caduta di Roselle chiesero la pace Volsinii, Perugia ed Arezzo. Venne stabilita una pace
quarantennale.
Terza guerra etrusca contro Roma
Nel 285 venne fatta una coalizione con la partecipazione di Etruschi, Umbri, Celti, Sanniti, Tarantini, Lucani
e Bruzzi. Non tutti gli Etruschi parteciparono. Aderirono Volsinii, Vulci e Chiusi.
I volontari etruschi e i Celti si riuniriono sotto le mura di Arezzo per costringere la città a partecipare alla
lega anti-romana.
Una legione inviata in aiuto di Arezzo, sotto il comando del console Lucio Cecilio Metello, venne sconfitta.
Roma inviò due nuove legioni ad Arezzo.
Il console Publio Cornelio Dolabella si inoltrò nel territorio dei Galli Senoni lungo l'Adriatico. Conquistò Sena
(Senigallia) e vi stabilì una colonia romana. Ma la manovra romana non riuscì ad allontanare i Galli. Anzi
intervennero in Etruria anche i Galli Boi.
Nel 282 un esercito di Galli ed Etruschi si scontrò con Publio Cornelio Dolabella al lago Vadimone, nei pressi
di Orte. Come nel 309 Roma ebbe il sopravvento. I Galli Boi decisero addirittura di lasciare l'Italia per i
Balcani. Arriveranno fino in Asia Minore ed una regione prenderà da loro il nome: la Galazia.
Pirro e gli Etruschi
Nel 282 un esercito greco guidato da Pirro sbarcava a Taranto in funzione anti-romana.
Nel 280 per evitare sorprese i Romani inviarono in Etruria un esercito guidato dal console Tiberio
Coruncanio per controllare Volsinii e Vulci che caddero in mano ai legionari. Vulci perse la sua indipendenza
e dovette cedere gran parte del territorio costiero.
L'esercito d'Etruria venne spostato sul fronte meridionale.
Probabilmente la mancata vittoria degli Etruschi impedì a Pirro di avanzare verso Roma da Preneste, dove
era già arrivato.
La colonia di Cosa
Nel 273 nel territorio di Vulci viene creata la colonia di Cosa per sorvegliare la costa dagli attacchi dei
Cartaginesi.
Volsinii
Ultima avversaria di Roma rimaneva Volsinii. Valerio Massimo la chiamava capitale dell'Etruria.
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
Nel 265 la plebe di Volsinii si ribellò al governo dei patrizi, che vennero scacciati dalla città.
La notizia della ribellione indusse Roma a intervenire per ristabilire l'ordine.
Il console Quinto Fabio Massimo sconfisse le truppe inviate a sbarrargli il passo ma morì nello scontro.
Il console Marco Fulvio Flacco pose l'assedio alla città, che cadde dopo una lunga resistenza. La città venne
depredata e distrutta. Secondo Metrodoro di Scepsi i Romani si impadronirono di duemila statue.
Gli abitanti vennero trasferiti sulle rive del lago di Bolsena a Volsinium Novum, dove secondo Tacito nacque
Seiano, ministro di Tiberio.
Il primo novembre del 264 il console Marco Fulvio Flacco celebrò il trionfo su Volsinii.
Prima guerra punica
Durante la prima guerra punica furono aumentate le difese costiere nella zona di Caere e di Vulci.
Nel 246 venne fondata la fortezza di Alsium, nelle vicinanze dell'odierna Palo.
Nel 245 venne costruita la piazzaforte di Fregene.
La rivolta di Falerii
Subito dopo la conclusione della guerra con i Cartaginesi, i Romani dovettero affrontare la ribellione di
Falerii. Quattro legioni, al comando di Quinto Lutazio e Aulo Manlio Torquato conquistarono Falerii. Gli
abitanti furono costretti a spostarsi a Falerii Novae, a circa sei chilometri dalla città originale. L'antica Falerii
si trova sotto l'odierna Civita Castellana.
Pisa
Nel 238 venne iniziata la costruzione di un porto alla foce dell'Arno a Pisa.
Terza discesa dei Celti in Etruria
Nel 225 i Celti si rimettono in marcia attraverso gli Appennini. Cinquantamila fanti e ventimila cavalieri si
riversano in Etruria. Aggirano Arezzo, validamente difesa da truppe romane, e si fermano nei pressi di
Chiusi.
Il primo a giungere sul posto fu l'esercito del console Emilio Papo, proveniente dalla costa adriatica. I Celti
attirarono Papo in una trappola dove persero la vita seimila uomini.
I Celti, lasciata Chiusi, girarono intorno al Monte Amiata, poi andarono verso il mare e presero a risalire
verso nord.
Intanto il console Caio Attilio Regolo era sbarcato a Pisa e si dirigeva verso sud in direzione di Roma.
Con reciproca sorpresa, nella baia di Talamone, i due eserciti si incontrarono. Divampò la battaglia. Caio
Attilio Regolo morì combattendo. La sorte arrideva ai Celti quando arrivò Emilio Papo. Quarantamila Celti
perirono, tra questi il loro re Concolitano. Sedicimila furono fatti prigionieri.
L'enorme bottino che i Celti avevano raccolto con le loro razzie finì nell'erario di Roma.
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
Seconda guerra punica
Nel 218 iniziò la seconda guerra punica.
Annibale superò le Alpi e poi si apprestò a valicare gli Appennini. I Romani avevano schierato un esercito
sull'Adriatico sotto la guida del console Gneo Servilio ed un altro ad Arezzo, al comando di Caio Flaminio.
Annibale aggirò Flaminio con una marcia di quattro giorni attraverso le paludi dell'Arno, che quell'anno
aveva provocato una inondazione. Poi si diresse verso Perugia passando dalla Val di Chiana.
Mise a ferro e fuoco tutta la zona intorno al Trasimeno provocando il console ad intervenire.
Flaminio non volle aspettare l'esercito di Servilio e si pose all'inseguimento di Annibale, che fece scattare la
trappola sulle rive del lago Trasimeno (21 giugno 217). Quindicimila romani uccisi, quindicimila prigionieri,
diecimila dispersi.
La notizia provocò movimenti anti-romani nell'Etruria settentrionale.
Annibale continuò la marcia verso sud.
Nelll'inverno 213-212 Annibale arrivò a Taranto. Si ebbero fermenti in Etruria. I Romani inviarono due
legioni per reprimere possibili sommosse.
La guerra costava e Roma chiedeva continuamente aiuti economici e militari agli alleati e alle colonie. Nel
209 dodici colonie, tra cui Sutri e Nepi, si rifiutarono di dare uomini e denaro.
Sempre nel 209 Caio Calpurnio Pisone, generale dell'esercito di Etruria, inviò a Roma la notizia di una
possibile rivolta ad Arezzo. Intervenne il console Marco Claudio Marcello che riportò immediatamente
l'ordine.
Nel 208 ci furono nuovamente sommovimenti ad Arezzo. Caio Ostilio Tubulo, comandante della zona di
Arezzo, prese in ostaggio centoventi figli di senatori e li consegnò al propretore Caio Terenzio Varrone. La
pace venne velocemente ristabilita, ma un sentimento anti-romano rimase abbastanza diffuso.
L'appaltatore Marco Pomponio di Pyrgi e il suo socio Lucio Pomponio di Veio, entrambi etruschi, frodarono
lo Stato romano mediante finti naufragi. Anziché rifornire le legioni che combattevano oltremare
incassavano ricchi premi di risarcimento per navi che non esistevano che nella loro fantasia. Al momento
del processo i due truffatori, sostenuti da altri appaltatori, inscenarono tali movimenti di piazza che l'azione
giudiziaria dovette essere sospesa. Lucio Pomponio riuscì a fuggire in Lucania presso i Cartaginesi.
Nel 207 Asdrubale, fratello di Annibale, giunse in Italia settentrionale. Volontari etruschi e umbri accorsero
a combattere con il punico. Sul Metauro, a sud di Rimini, i Cartaginesi vennero sconfitti e Asdrubale morì in
battaglia. In Etruria venne inviato il console Marco Livio per verificare chi aveva tradito. Vennero istituiti
tribunali di guerra che durarono fino al 205.
Nel 205 gli Etruschi contribuirono all'approntamento della spedizione che Scipione l'Africano stava
predisponendo per attaccare Cartagine. Caere fornì cereali e viveri di ogni specie. Populonia ferro e metalli.
Tarquinia lino per le vele. Volterra resina e pece per le navi, oltre ai cereali. Perugia, Chiusi e Roselle
legname da costruzione e cereali. Arezzo tremila scudi, tremila elmi, centomila lance corte e lunghe,
cinquantamila giavellotti, asce, pale, uncini, conche e mortai per quaranta navi da guerra, centoventimila
moggi di grano e il denaro per il vitto dei rematori e dei sottufficiali. Da questo elenco risulta che Arezzo era
divenuta la capitale economica dell'Etruria.
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
Nell'estate del 205 Magone, fratello di Annibale, sbarcò a Genova con un nuovo esercito punico. Arruolatori
di volontari e gruppi di infiltrati entrarono i Etruria. Il proconsole Marco Livio Salinatore dovette intervenire
con le sue legioni.
Nel 206 il console Marco Cornelio dovette nuovamente riportare l'ordine in Etruria con tribunali militari.
Nel 203 i processi per tradimento continuarono.
Nel 202 Scipione sconfiggeva a Zama Annibale. La terribile seconda guerra punica aveva termine.
Nuove colonie romane
Nel 191 vengono dedotte due colonie romane a Pyrgi e a Castrum Novum, nel territorio di Caere.
Nel 187 il console Caio Flaminio fece costruire la strada da Arezzo a Bologna, su antichi percorsi etruschi.
Nel 183 viene fondata Saturnia, nel territorio di Vulci.
Nel 181 viene dedotta la colonia di Graviscae nel territorio di Tarquinia.
Cittadini di Roma
I nobili Etruschi avevano ottenuto la cittadinanza romana a titolo personale.
Nel 130 l'etrusco Marco Perpenna era diventato console.
Al tempo del bellum sociale (90-88 a.C.) tutti gli Etruschi ottennero la cittadinanza romana con la lex iulia de
civitate danda e con la lex plautia papiria.
Mario e Silla in Etruria
Durante la guerra civile tra Mario e Silla, gli Etruschi si schierarono dalla parte di Mario.
Nell'87 Mario sbarca a Talamone e riesce a reclutare un esercito di seimila Etruschi con cui marcia su Roma.
Mario muore nell'86.
Nella primavera dell'83 Silla sbarca a Brindisi. Sono consoli due mariani: Carbone e il figlio di Caio Mario. In
Etruria viene mandato Quinto Sertorio per arruolare un nuovo esercito.
Nell'82 Silla entra in Roma. Poi si dirige verso l'Etruria. Un esercito viene inviato lungo la costa e si scontra
con i volontari mariani tra i fiumi Ombrone e Albegna. I mariani sono sconfitti. Un'altra vittoria sillana
avviene nella Val di Chiana.
I mariani si ritirano verso Chiusi. Il console Carbone ferma le schiere sillane in una battaglia dall'esito
incerto. Poi giungono le notizie delle vittorie dei sillani su tutti i fronti. Carbone lascia l'Etruria per l'Africa.
L'esercito mariano abbandonato a se stesso viene sconfitto da Pompeo.
Ma Populonia e Volterra resistono. Quattro legioni assediano Volterra. Silla non riesce a conquistare la
città. Il comando viene passato a Caio Carbone, fratello del console fuggito in Africa, per proseguire
l'assedio e prendere la città per fame. Solo nel 79 Volterra cederà.
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
Silla è ormai dittatore assoluto. L'Etruria deve scontare l'essersi schierata con Mario. Le nobili famiglie
etrusche vengono punite. I loro beni sono sequestrati a favore degli ufficiali di Silla. Si cercano terre da
distribuire ai 120.000 veterani sillani. Molti di loro si stabiliranno a Fiesole, Arezzo, Volterra e Chiusi.
Tuttavia parte dell'aristocrazia etrusca manterrà i propri averi. Ad esempio i Cecinae di Volterra o i Cilnii di
Arezzo.
Nel 78 Silla muore.
Cicerone
Fu per intervento di Cicerone che Arezzo poté riavere i terreni confiscati e riottenere la cittadinanza
romana.
Catilina
I veterani non seppero sempre adattarsi a fare i contadini. Quando Catilina organizzò la sua congiura riuscì
a portare dalla sua parte sia i veterani scontenti sia gli Etruschi a cui erano state confiscate le terre nella
zona di Arezzo e di Fiesole. Nel 62 Catilina morì combattendo nei pressi di Pistoia.
Giulio Cesare
Nel 59 Giulio Cesare distribuì ai cittadini poveri terre in Etruria. La sua legge agraria venne osteggiata dai
latifondisti, ma il Senato l'approvò. Vennero ripopolate Veio e Capena. Nuove colonie vennero costituite nei
pressi di Arezzo e di Fiesole. Anche i contadini etruschi poterono ricevere campi insieme ai veterani di
Cesare.
La popolazione etrusca era a favore di Cesare.
L'incontro del 56 tra Cesare, Pompeo e Crasso per l'organizzazione del primo triumvirato venne organizzato
a Lucca.
Nel 49 Giulio Cesare mandò in Etruria sette coorti al comando di Marco Antonio perché gli proteggesero
l'avanzata verso Roma al passaggio del Rubicone.
Cesare aveva tra i suoi consiglieri l'aruspice Spurinna, che lo invitò a guardarsi dalle Idi di marzo del 44.
La guerra di Perugia
Dopo la morte di Cesare scoppiò la guerra civile. Il console Lucio Antonio, fratello di Marco Antonio, si
oppose ad Ottaviano. Lucio Antonio dovette abbandonare Roma. Si rifugiò in Etruria a Perugia. Ottaviano
pose l'assedio.
Nel 40 la città si arrese per fame. Il senato perugino e molti notabili vennero uccisi. Le esecuzioni vennero
fatte secondo le tradizioni dell'aristocrazia etrusca sull'altare di una divinità. Ma ora l'altare era quello di
Giulio Cesare divinizzato da Augusto.
I veterani di Ottaviano otterranno terreni confiscati a Perugia.
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
Augusto
Al termine delle guerre civili la geografia dell'Etruria sarà completamente cambiata. Accanto agli antichi
abitanti dell'Etruria si trovano ora i veterani che a partire da Silla ogni generale ha cercato di ricompensare
con terre sottratte all'aristocrazia ribelle.
Ad Arezzo si distingueranno per qualche tempo i vecchi abitanti etruschi (Arretini veteres), i coloni sillani
(Arretini fidentiores) e i veterani dedotti da Cesare (Arretini iulienses). Ma con Augusto le tre comunità si
fusero completamente.
Augusto ricostruì Perugia con grande splendore. La città prese il nome di Augusta Perusia.
Anche Arezzo crebbe economicamente sotto Augusto.
Augusto rifondò Veio e ricostituì la Lega Etrusca al Fanum Voltumnae, l'antico santuario. Vennero anche
celebrati nuovamente i giochi panetruschi. Vennero nominati praetores e aediles Etruriae.
Augusto affidò l'educazione dei suoi figli adottivi Gaio e Lucio Cesare al migliore etruscologo dei suoi tempi,
Verrio Flacco.
L'etrusco Mecenate fu uno degli uomini più fidati dell'imperatore Augusto.
Quando Augusto riorganizzò l'Italia in regioni l'Etruria divenne la Regio VII. A nord il confine con i Liguri
venne stabilito al fiume Magra. A sud il confine fu il Tevere. Ad est la riva sinistra del Tevere venne
assegnata agli Umbri.
L'unificazione augustea superò i vecchi confini municipali che non avevano più ragione di esistere che dal
punto di vista amministrativo. Per la prima volta nella storia era stata fatta l'unità d'Italia.
Etruschi nell'Impero Romano
Nel I secolo d.C. la fusione tra Romani ed Etruschi giunse a compimento.
Le città etrusche entreranno nel Senato di Roma. Volterra, Perugia, Tuscania, Ferento e Tarquinia avranno i
loro rappresentanti di antico lignaggio etrusco. Arezzo e Volsinii avranno senatori di origine etrusca, latina o
umbra. Roselle e Chiusi avranno solo senatori discendenti dai veterani.
Arezzo diviene il centro della produzione ceramica per tutto l'Impero. I Tuscia ergastula diverranno un
esempio per la produzione industriale.
L'imperatore Claudio scrisse Tyrrenikà, una storia dell'Etruria in 20 libri. Purtroppo l'opera non è stata
tramandata.
Nella Tavola Claudiana di Lione viene riportato un discorso dell'imperatore in Senato. Claudio sosteneva
che era nella tradizione di Roma assimilare ed integrare gli stranieri. Occorreva comportarsi con i Galli
esattamente come era stato fatto in passato con gli Etruschi ed i Sabini.
Nel I secolo d.C. al trono salirà un imperatore Salvio Othone, originario di Ferento, città di fondazione
tarquiniense.
Nel III secolo d.C. imperatore sarà Treboniano Gallo della potente famiglia dei Vibii Galli di Perugia.
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
Nel IV secolo d.C., al tempo di Costantino, venivano ancora celebrati sulle rive del lago di Bolsena i giochi
panetruschi del Fanum Voltumnae.
Nel VI secolo d.C. i testi aruspicini saranno epitomati da Giovanni Lido a Costantinopoli.
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Etruria – Dalla Campania alla Lombardia
Riferimenti bibliografici
Antichità classica
Garzanti
Coarelli F.
Le città etrusche
Mondadori
Heurgon J.
Vita quotidiana degli Etruschi
Mondadori
Heurgon J.
Il Mediterraneo occidentale dalla preistoria a Laterza
Roma arcaica
Keller W.
La civiltà etrusca
Garzanti
Macnamara E.
Gli Etruschi
L.M. Edizioni
Mommsen T.
Storia di Roma antica
Sansoni
Pallottino M.
Storia della prima Italia
Rusconi
Potter T. W.
Storia del paesaggio dell'Etruria meridionale La Nuova Italia
Scientifica
Staccioli R. A.
Gli Etruschi - Mito e realtà
Newton Compton
Thuillier J.-P.
Gli Etruschi
Electa-Gallimard
Tito Livio
Storia di Roma dalla sua fondazione
Rizzoli
Torelli M.
Storia degli Etruschi
Laterza
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