BOLLETTINO D’INFORMAZIONE SUI FARMACI | EDITORIALE | 145 La via italiana agli studi di post-marketing n recente editoriale della rivista Dermatology titola Psocare: Italy shows the way in postmarketing studies1. L’entusiasmo dei due autori olandesi è legato alla pubblicazione sullo stesso numero dei risultati derivanti da uno dei registri prospettici che la nostra Agenzia ha messo in piedi. In particolare, i 140 centri che partecipano attivamente al progetto Psocare stanno restituendo i primi risultati di un’analisi prospettica che segue i trattamenti sistemici moderati e gravi per la psoriasi. Lo studio analizza quanto l’indice di massa corporea (Body mass index) influisce sulla risposta clinica ai trattamenti sistemici per la psoriasi2. Il registro raccoglie anche molte altre informazioni circa stili di vita, tipo di trattamento, eventi medici (ospedalizzazioni, nuove diagnosi e visite specialistiche), reazioni avverse, e non finirà certo con questa prima pubblicazione di fornire dati originali sulla psoriasi e sulle nuove terapie disponibili per il suo trattamento. Recentemente lo stesso approccio – che lega la prescrizione di nuove terapie ad un protocollo di analisi post-marketing sul profilo beneficio/rischio nella pratica clinica – è stato utilizzato per una serie di molecole che vanno dai nuovi farmaci antitumorali alle terapie psichiatriche nei bambini. L’idea di fondo nasce dalla constatazione dell’incertezza che accompagna sempre più spesso la registrazione di nuovi medicinali e dalla mancanza di dati che permettano di capire come l’indicazione terapeutica verrà nei fatti recepita nella normale pratica clinica. Di ciò si sono resi conto, nel tempo, tutti gli attori in gioco: clinici, pazienti ed anche le stesse industrie del farmaco. Di fatti gli studi clinici riportano l’efficacia della terapia facendo riferimento a condizioni ideali, con popolazioni di pazienti che sottostanno a rigidi criteri di inclusione ed esclusione. Le popolazioni spesso estranee a queste U http://monitoraggio-farmaci.agenziafarmaco.it/ osservazioni (anziani, bambini, pazienti con importanti co-morbilità o con una storia di altri trattamenti e di particolari stili di vita, donne in gravidanza) entrano in contatto con le nuove terapie solo all’effettiva commercializzazione dei medicinali. Per questi è necessario un monitoraggio che non può basarsi solo sul meccanismo – comunque indispensabile – delle segnalazioni spontanee. Insomma, nel caso specifico si è trattato di una misura di efficienza in popolazione eterogenea misurata a 16 settimane di trattamento sistemico per la psoriasi. In altri casi ancora si tratta di verificare il place on therapy di nuove terapie antidiabetiche, antianginose, neurologiche, psichiatriche (nei bambini), oncologiche, ecc. Un’indagine della Food and Drug Administration rileva che solo il 34% dei 2701 studi di postmarketing che le aziende si erano impegnate a fare al momento della registrazione è stato effettivamente onorato3,4. È chiaro quindi che l’usuale approccio basato sulla richiesta esplicita alla ditta di condurre uno studio post-marketing da parte dell’ente regolatore non è una strada abbastanza efficiente per essere sicuri di verificare nel tempo il grado di incertezza che accompagna la registrazione di nuovi medicinali. In questo contesto l’approccio italiano AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO | BIF XV N. 4 2008 146 EDITORIALE | LA VIA ITALIANA AGLI STUDI DI POST-MARKETING risulta originale nella misura in cui il monitoraggio viene affidato a strutture non-profit indipendenti sia dalle aziende produttrici di medicinali sia dalla struttura regolatoria. A ciò si aggiunge il fatto che uno specifico protocollo assicura una presa in carico “globale” del paziente. Ciò rappresenta la migliore attenzione possibile per i nuovi farmaci che altrimenti corrono il rischio di sommarsi semplicemente alle terapie standard. Purtroppo però i monitoraggi spesso sono stati letti esclusivamente come dei processi utili a limitare l’accesso al medicinale. Per quanto sia innegabile che le procedure associate al monitoraggio comportino il bisogno di un tempo e di sforzi maggiori da parte dell’operatore sanitario, la reportistica fino ad oggi prodotta e i dati pubblicati dimostrano quanto l’operazione non sia pensata come mera burocrazia aggiuntiva. Piuttosto, invece, emerge la possibilità di ottenere nuovi ed interessanti dati che confermino o meno la decisione regolatoria iniziale. I quesiti iniziali che hanno portato alla strutturazione dei registri non riguardano solo e sempre i farmaci ad alto costo. Naturalmente gli stessi strumenti risultano utili anche per cercare di approfondire i fattori che condizionano la variabilità prescrittiva nel territorio. Per questo sarebbe sempre più auspicabile l’adozione BIF XV N. 4 2008 | AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO da parte delle realtà locali dei registri come piattaforma da cui partire per processi di audit e verifica dell’appropriatezza prescrittiva. La variabilità è legata a processi diagnostici, ad una epidemiologia, a confidenze terapeutiche o solo a strategie di mercato differenti? Ancora una volta domande che seguono il medicinale nel tempo e a cui una Agenzia regolatoria, con una forte missione in salute pubblica, non può rinunciare a cercare una risposta. Forse è proprio questa la via italiana. Bibliografia 1. Nijsten T, Wakkee M. Psocare: Italy shows the way in postmarketing studies. Dermatology 2008; 217: 362-4. 2. Naldi L, Addis A, Chimenti S, et al. Impact of body mass index and obesity on clinical response to systemic treatment for psoriasis. Evidence from the Psocare project. Dermatology 2008; 217: 365-73. 3. Garattini S, Bertele’ V. How can we regulate medicines better? BMJ 2007; 335: 803-5. 4. Stern RS, Nijsten T. Insuring rapid and robust safety assessment. J Invest Dermatol 2004; 122: 857-8.