Il Giornale del Quartetto n. 24, marzo – maggio 2007

Periodico
della Società
del Quartetto
Marzo
Maggio 2007
E D I TO R I A L E
DI
orna la primavera. E il sommario di
questo numero del nostro Giornale
fiorisce come non mai. Quasi perdiamo il conto delle nuove iniziative che
abbiamo programmato per i pochi mesi che ormai ci separano dalla pausa
estiva e dall’ormai prossima ripresa
autunnale. Continua infatti con le sue
regolari cadenze del martedì al Conservatorio la stagione del Quartetto,
con una serie di appuntamenti di assoluto rilievo: i debutti di Lise de la Salle
e del Quartetto Meta4, il ritorno del
Quartetto di Tokyo, il grande Bach di
Rilling e di Schiff, la musica per giovani di Zanini. E prosegue pure il ciclo Il
canto delle Muse in cui Emanuele Ferrari approfondisce alcuni temi portanti
della stagione.
In parallelo ecco che si aggiunge un
autentico florilegio di iniziative rinnovate o del tutto nuove. Rinnovata è la formula del ciclo “Giovane Europa in Musica” che ormai da anni organizziamo
in collaborazione con l’Associazione
Istituti di Cultura Europei a Milano. È
una rassegna di giovani interpreti che
si sono distinti nei loro paesi d’origine
e ai quali diamo l’opportunità di esibirsi
a Milano per iniziare e continuare una
carriera che auspichiamo folgorante.
Quest’anno abbiamo scelto, in collaborazione con l’Ente Pomeriggi Musicali, la sede del Teatro Dal Verme e l’orario “europeo” delle 20. Privilegiando
inoltre un taglio “leggero” e a suo modo innovativo dei programmi, in cui gli
artisti ospiti possano esprimere un
tocco nazionale specifico, spesso curioso, comunque originale.
Completamente nuovo è il ciclo BreraMusica. Nella prestigiosa Sala VIII della Pinacoteca di Brera, quella dedicata
ai capolavori di Giovanni Bellini, sono
programmati quattro appuntamenti musicali, nei sabati del mese di marzo, alle
17. Un’ora circa di rara e preziosa musica solistica e da camera, di regola legata alla grande tradizione del nostro
paese e comunque interamente affidata a giovani interpreti italiani. L’idea è
quella di offrire agli appassionati d’arte
un momento in cui, dal vivo, in presa di-
T
16
E NZO B EAC C O
retta, nella nostra maggiore pinacoteca, diventi realtà la fusione fra il piacere
del suono e quello della visione.
Altro appuntamento importante, il 21
marzo, è la proiezione di un filmato realizzato da Nino Criscenti e interamente
dedicato al Quartetto Italiano. Seguiremo il percorso artistico e di vita di
quattro ragazzi che si erano conosciuti
ai corsi della Chigiana di Siena prima
della guerra e subito dopo avevano cominciato a suonare alla grande, debuttando a Carpi nel 1945, poi a Milano,
partendo quindi verso le maggiori sale
di tutto il mondo, a testimoniare quanto
la scuola e la tradizione del nostro
Paese non siano mai state seconde
a nessuno. Ne ascolteremo il mitico
suono, la precisione dell’esecuzione,
la fantasia e anche il rigore dell’interpretazione.
Mentre il Giornale va in stampa,
stiamo definendo
gli ultimi dettagli
della stagione primaverile di Musica e poesia a San
Maurizio, che prevede un’altra dozzina di appuntamenti, fra aprile
e giugno, ciascuno attento come
sempre a valorizzare lo spirito e
la lettera della
musica fra Rinascimento e Illuminismo, in Italia
e nel resto del mondo. Ne riferiremo
con maggiore dettaglio non appena
tutto sarà in ordine. E così sarà per numerose altre iniziative cui stiamo lavorando, assieme ai tanti che ci danno
una mano.
Quando, ormai alcuni anni fa, abbiamo
deciso di aprire la Società del Quartetto alla nostra Città, e a tutto il mondo
esterno, intendevamo infatti realizzare
proprio quanto è ora in corso: nuovi
concerti in nuovi luoghi con nuovi interpreti e nuovi ascoltatori.
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MARTEDI 6 MARZO, ORE 20.30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
*
Lise de la Salle: una promessa
già mantenuta
Ovunque è passata, ha lasciato il segno. Dal
New York Times al Washington Post, da Le
Monde alla Süddeutsche Zeitung, leggendo
le recensioni delle esibizioni della pianista
Lise de la Salle si rimane stupiti di fronte
all’unanimità dei consensi e dei giudizi entusiastici espressi dalle principali testate in
ogni angolo del pianeta; un successo “globale” accompagna infatti ormai da anni l’artista francese che, nonostante la giovane età –
è nata a Cherbourg nel 1988 – può già vantare anche una brillante carriera discografica (tre CD pubblicati e un quarto in cantiere
per l’etichetta Naïve).
Balzata agli onori delle cronache transalpine
a soli nove anni, in seguito a un concerto trasmesso da Radio France, nel 2003 si è iscritta al Conservatoire National Supérieur de
Musique di Parigi per un corso di perfezio-
namento con Bruno Rigutto, continuando a
studiare contemporaneamente con Pascal
Nemirovski e Geneviève Joye-Dutilleux, approfondendo in modo particolare i capisaldi
della grande scuola pianistica russa (tra i
sette concerti per pianoforte e orchestra
che tiene in repertorio ci sono i Primi di
Prokof ’ev e Šostakovič); già vincitrice nel
2000 del primo premio e del Bäreinreiter
Preis al concorso internazionale di Ettlingen
in Germania, nel 2004 si è aggiudicata le
Young Concert Artists International Auditions di New York (dopo aver vinto l’edizione
europea l’anno precedente).
Reduce dai recenti successi ottenuti nelle
Clive Greensmith. I magnifici quattro del
Tokyo sono versatili, passano dall’integrale
beethoveniana alle commissioni a compositori di oggi (da Sculthorpe a Vacchi a Turina),
dall’insegnamento (sono quartetto “in residence” della Yale University dal 1976) ai
dischi e alle colonne sonore (sono loro a suonare nel film ad ambientazione ospedaliera
Critical Care – tradotto in italiano Se mi
amate – diretto da Sidney Lumet nel 1997).
A leggere le loro biografie troverete un
sacco di aggettivi superlativi, quattro carriere straordinarie, ma c’è una parola che non
troverete mai abbinata ai loro nomi: routine.
Susanna Franchi
Quartetto di Tokyo
Haydn – Quartetto in re minore op. 76 n. 2 Hob.III.76
“delle Quinte”
Debussy – Quartetto in sol minore op. 10
Beethoven – Quartetto n. 7 in fa maggiore op. 59 n. 1
Biglietti € 35 -20
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sale da concerto d’oltreatlantico, per il suo
debutto presso la stagione concertistica del
Quartetto Lise de la Salle ha impaginato un
programma estremamente vario e composito, che attraversa quasi tre secoli di letteratura pianistica, affiancando la Fantasia cromatica e fuga in re minore Bwv 903 di Bach
alle 12 Variazioni sul tema “Ah! Vous diraije, maman” K 265 di Mozart, la Sonatine
di Ravel alla Toccata op. 11 e alle Sei scene
dal balletto “Romeo e Giulietta” op. 75 di
Prokof ’ev. Pagine apparentemente lontane e
differenti per impronta stilistica e ispirazione, all’interno delle quali la pianista è però
riuscita a individuare un fil rouge portante e
una personalissima chiave di lettura: «Sono
tutti lavori accomunati da un ineccepibile
rigore nella scrittura e dalla limpidezza delle
linee melodiche, in cui la pura poesia e gli
impulsi lirici si coniugano con gli aspetti sensuali della musica».
Un programma tagliato su misura per le sue
doti di sensibilità e virtuosismo, delicatezza e
potenza, concentrazione ed eleganza, che
permetterà alla giovane Lise di far sfoggio di
tutta la sua maturità tecnica e interpretativa.
Come dire: una promessa già mantenuta.
Andrea Milanesi
Lise de la Salle pianoforte
Bach – Fantasia cromatica e fuga in re minore BWV 903
Mozart – 12 Variazioni sul tema “Ah, vous dirai-je,
maman” K 265
Ravel – Sonatine
Prokof’ev – Sei scene dal balletto “Romeo e Giulietta”
op. 75
– Toccata op. 11
Biglietti € 25 -12
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MARTEDI 20 MARZO, ORE 20.30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
Quartetto di Tokyo:
da quarant’anni in vetta
al mondo musicale
Pura fantascienza, ma perché non fantasticare un po’ davanti a quattro, non uno, strumenti costruiti da Stradivari? Il punto di
partenza è che il Tokyo String Quartet dal
1995 ha la straordinaria possibilità, grazie
alla Nippon Music Foundation, di suonare il
“Paganini Quartet”: quattro strumenti costruiti da Stradivari ed appartenuti a Paganini: il primo violino “Paganini Conte
Cozio di Salabue” (1727), il violino “Paganini
Desaint” (1680), la viola “Paganini Mendelssohn” (1731) e il violoncello “Paganini
Ladenburg” (1736), uno dei sei quartetti
costruiti da Stradivari dei quali si conosca
oggi l’esistenza. La viola è lo strumento per
il quale Hector Berlioz scrisse la sinfonia
Harold en Italie che Paganini gli commissionò proprio affascinato dal suono della
“Mendelssohn”. Cosa c’entra la fantascienza? Pensate allo spunto ideato da Michael
Crichton che ha dato il via a Jurassic Park:
una zanzara dentro una goccia di ambra ha
conservato il sangue di un dinosauro, da lì la
ricostruzione del suo DNA e quindi la rinascita dei dinosauri e così via… beh, se una
goccia di sudore rimasta imprigionata nello
strato della vernice ci permettesse di ridar
vita a Paganini, se un’impronta digitale di
Berlioz lasciata sullo strumento, ci permettesse di far rivivere Berlioz! Ma anche tralasciando le follie fantascientifiche e un po’
scherzose, il fatto è che non si può non rimanere impressionati dal peso della storia che
si portano dietro quei quattro strumenti: già
vederli in un museo è emozionante, pensate
sentirli suonare e tutti e quattro insieme!
Detto questo bisogna essere bravi a saperli
suonare perché non sono strumenti magici,
non suonano da soli, anzi sono abituati ad
essere suonati da grandi nomi. E i quattro
del Tokyo String Quartet fanno parte di questa categoria: «Se il Tokyo String Quartet
non è il più grande complesso di musica da
camera del mondo, è difficile immaginare
quale gruppo possa esserlo» scriveva il
Washington Post dopo una loro esibizione.
Anche il Tokyo ha la sua lunga tradizione
alle spalle: nasce nel 1969 e nel corso degli
anni ha cambiato un po’ formazione ma il
punto fermo è rimasto, da allora, il violista
Kazuhide Isomura; il primo violino, dal 2002,
è Martin Beaver; il secondo violino, dal 1974,
è Kikuei Ikeda; al violoncello, dal 1999 è
MARTEDI 3 APRILE, ORE 19.30
BASILICA DI SAN MARCO
Passione di Bach
con Helmuth Rilling: la prassi
esecutiva d’epoca si evolve
Ogni tanto accade. Sempre più raramente
dati i tempi di oggi che incautamente corrono verso un’alienante globalizzazione: ma
succede che qualcuno si riconosca profondamente in una città, in una terra, in una cultura. E che se ne senta parte integrante.
È accaduto a Helmuth Rilling, “giovanissimo” 74enne originario di Stoccarda che,
dopo gli studi musicali di perfezionamento a
Roma e a New York, se ne torna nella natale
cittadina sveva cominciando a metter radici
come maestro del coro e organista della
Gedächtniskirche. È il 1957, e questo moderno Kapellmeister già da tre anni ha fondato
la Gächinger Kantorei, cui si affianca nel
1965, quale “compagno” strumentale, il
Bach-Collegium Stuttgart. Con queste due
compagini Rilling approfondisce il repertorio tedesco, compresi i grandi oratori del
XVIII e XIX secolo. Non solo, rende i complessi fortemente propositivi nella vita culturale della città che si arricchisce di molteplici iniziative: dal Festival Europeo della
Musica alla “Sommerakademie Johann
Sebastian Bach”, dai “Stuttgart BachWochenenden” a serie di concerti incentrate
sulla proposta di brani di raro ascolto, revisioni e prime esecuzioni assolute. Nel 1981 i
due gruppi confluiscono nell’Internationale
moderni e un equilibrato cast di voci soliste
“vivranno” con potenza drammatica.
Nicoletta Sguben
BachAkademie Stuttgart: ulteriore risorsa,
nonché serbatorio di talenti provenienti da
tutto il mondo, con la quale Rilling tiene
corsi di perfezionamento e concerti dedicati
esplicitamente a Bach. Si moltiplicano le
tournée, e la testimonianza dell’ensemble –
una realtà eterogenea nei componenti, e
omogenea nell’idea condivisa di appartenenza culturale – giunge anche nei paesi dell’ex
Unione Sovietica e in Israele, facendo guadagnare a Rilling e alla BachAkademie riconoscimenti per la diffusione della musica e
della pace.
Ospiti più volte, sempre apprezzatissimi,
delle Settimane Bach, i complessi di Stoccarda tornano guidati dal loro fondatore
nella Settimana Santa per eseguire la
Passione secondo Matteo Bwv 244. Il confrontarsi col capolavoro bachiano, e in genere con le Passioni del Kantor, nei giorni che
precedono la Pasqua è una consuetudine nei
paesi di area tedesca.
Una tradizione che ha origini lontane, ottocentesche (da dopo quel 1829 che segnò la
ripresa bachiana con l’esecuzione della
Matthäus-Passion diretta da Mendelssohn),
della quale Rilling è fine conoscitore. Depositario? Anche, coi dovuti “aggiustamenti”
che la ventata delle interpretazioni filologiche ha reso imprescindibili. Rilling, che già
nel 1993 dichiarava la necessità per qualunque direttore volesse cimentarsi con le
Passioni «di essere al corrente della vicenda
storica dell’interpretazione e al tempo stesso
di confrontarsi con la prassi esecutiva dell’epoca di Bach», probabilmente sceglierà – in
coerenza con le sue brillanti prove discografiche – una lettura attenta all’aspetto contemplativo dell’opera e al contenuto emotivo
delle domande poste da Bach sul dolore e
sulla morte di Cristo, che cori, strumenti
19
Internationale BachAkademie Stuttgart
Helmuth Rilling direttore
Carolina Ullrich, Anke Vondung, Mark Padmore,
Corby Welch, Klaus Häger, Rudolf Rosen solisti
Bach – Passione secondo Matteo Bwv 244
Le Settimane di Bach sono sostenute dal Comune
di Milano
Biglietti € 40 - 25
una “coazione allo svelamento” perfettamente intonata dalla misteriosa “frase-chiave” che increspa e sconvolge la superficie
apparentemente calma del Giro di vite di
James & Britten: “The Ceremony of innocence is drowned”, “La cerimonia dell’innocenza è annegata”.
Un filo di ondivaga e inafferrabile inquietudine, una sorta di affanno velato dal sorriso, cuce insieme, del resto, anche le quattro pagine “infantili” rilegate dalla sapiente
mano pianistica di Maurizio Zanini: i sei
“estremi” Kinderstücke op. 72 di Felix
Mendelssohn (pubblicati nel 1847, qualche
giorno dopo la morte del compositore) svelano ad esempio nella quinta miniatura (il
“sottofinale”!) una trepidazione vagamente
féerique assai vicina, complice anche la
tonalità di sol minore, agli scherzi magici
dell’Ottetto op. 20 e del Sogno di una notte
di mezza estate.
E l’attacco delle “innocenti” Kinderszenen
op. 15 di Schumann (“Gente e paesi lontani”) non riesce a nascondere, dietro la trama
delle “scolastiche” armonie di settima dominuita e di dominante, il numinoso orizzonte
di nostalgie disegnato dal gioco ipnotico
delle terzine e dei salti di sesta ascendente.
Ma anche nelle incursioni “infantili” di
Claude Debussy e di Chick Corea, che apro-
MARTEDI 17 APRILE, ORE 20.30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
Maurizio Zanini
e la musica per bambini,
solo apparentemente
ingenua e infantile
La musique enfantine è, per sua stessa
natura, musica metamorfica: nonostante i
suoi piccoli misteri siano rivolti generalmente alla “prima età dell’uomo” le tecniche di
esecuzione e le capacità di comprensione
richiedono quasi sempre, al contrario, l’appartenenza ad una seconda se non ad una
terza età. Nelle ninnenanne, nelle berceuses, nei children’s corners, nei carnavals
des animaux o nelle Kinderszenen che la
letteratura musicale ha licenziato da due
secoli in qua, dunque, “i tre stadi dell’uomo”, come li chiamava Giacinto Scelsi, convivono uno accanto all’altro, uno dentro l’altro, in perfetta, anche se inquieta, simultaneità. Come se l’età adulta non potesse pensare a quella infantile se non come una parte
irrimediabilmente perduta di sé.
È per questo motivo, forse, che il profilo
apparentemente ingenuo e disarmante della
“musica per bambini”, non possiede quasi
mai i tratti rassicuranti del dolce sorriso
materno o della calda voce paterna, ma
evoca semmai presenze impalpabili e sinistre, lancinanti timori di abbandono o angosciosi incubi notturni. Sembra quasi insomma che la Kindermusik dei salotti borghesi
dell’Ottocento, o di quelli più “democratici”
del Novecento, sia condannata a svelare le
tragiche aporie dell’innocenza piuttosto che
a disegnarne i rassicuranti confini sonori:
no e chiudono, rispettivamente, l’arco del
secolo breve, il rifugio in una tecnica pianistica che nessuna mano bambina saprà mai
dominare, svela il sintomo di una impossibile ricongiunzione tra la smaliziata teknè dell’età adulta e la disarmante lontananza di
una inafferrabile, mitica, età infantile.
Guido Barbieri
Maurizio Zanini pianoforte
Mendelssohn – Kinderstücke op. 72
Corea – Children’s Songs
Schumann – Kinderszenen op. 15
Debussy – Children’s Corner
Biglietti € 30 - 18
20
MARTEDI 8 MAGGIO, ORE 19.30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
András Schiff
il temporeggiatore
La carriera di András Schiff è la dimostrazione palmare di una verità che troppo spesso dimentichiamo: l’individuo, che opera in
una determinata situazione storica, corre
sempre il pericolo gravissimo di essere
agito, ma ha la possibilità di agire. Ricordo ai
lettori l’epigrafe che un vecchio astrologo
metteva in cima alla rubrica degli oroscopi
che pubblicava su un giornale della sera –
allora esistevano ancora, i giornali della
sera. «Gli astri», scriveva quel saggio, «inclinano ma non determinano». E così è: la storia scorre in una certa direzione, ma un forte
nuotatore può sempre risalirne vittoriosamente la corrente.
Il giovane Schiff, nato nel 1953, si affacciava
all’inizio degli anni Settanta su un mondo
pianistico in cui i test di eccellenza erano
rappresentati dal Petruška, dal Mephisto
Walzer, dalle Variazioni su un tema di
Paganini, cioè da cose nelle quali il Nostro
non era competitivo. Schiff prese parte al
Concorso Čajkovskij di Mosca del 1974, nel
quale eseguì anche uno Studio trascendentale di Liszt e il Concerto di Čajkovskij. Ed
arrivò quarto ex-aequo. Vincitore fu Andrej
Gavrilov, atletico prodotto della scuola russa,
secondi classificati furono Myung-Whun
Chung, atletico prodotto della scuola russa
trapiantata negli Stati Uniti, e Stanislav
Igolinski, russissimo; russissimo il terzo
classificato, Yuri Egorov, e russissima Eteri
Andjaparidze, che divise con Schiff il quarto
posto. «Avrebbe dovuto vincere Schiff», mi
disse molti anni più tardi Chung, ormai felicemente traslocato nella carriera di direttore d’orchestra, «era più musicista di tutti gli
altri». Un concertista affermato come Claudio Arrau metteva negli anni settanta in
parentesi il virtuosismo quando eseguiva le
Variazioni su un tema di Paganini o il Concerto di Čajkovskij. Un giovane non poteva
permetterselo. L’unico spiraglio per agire
innanzitutto da musicista, il giovane, negli
anni settanta, poteva trovarlo in Bach, per la
semplice ragione che Bach suonato al pianoforte era pressoché verboten, era off limits.
In verità era stata messa off limits anche
la tonalità, ma la serialità che l’aveva sosti-
tuita aveva portato la musica contemporanea in un vicolo cieco. Un che di analogo era
accaduto nell’interpretazione bachiana: il
pubblico, dopo aver compuntamente assaggiato Bach al clavicembalo, trovava che il
clavicembalo, in una grande sala di concerto,
non era per nulla – come dire? – confortevole. Si trattava in quel momento di respingere il principio di legittimità in nome del principio del piacere. Ci voleva coraggio, ma era
l’unica via praticabile, per uno come Schiff.
Oh, beninteso, Schiff non riannodò semplicemente il filo che era stato troncato, ma studiò con un clavicembalista un po’ eterodosso,
George Malcolm, e inventò un nuovo Bach al
pianoforte, un Bach filtrato attraverso la filologia invece che attraverso la sensibilità individuale, ma pianistico, non paraclavicembalistico o transpianistico. E il pubblico riscoprì
con lui il piacere di ascoltare confortevolmente Bach in una grande sala da concerto,
a un punto tale da bearsi persino con le due
ore e trenta minuti di durata del secondo
libro del Clavicembalo ben temperato. Schiff
non divenne però uno specialista di Bach.
Bach fu la base del suo successo, non la nicchia del suo stare nel mondo. Affrontò
Domenico Scarlatti, affrontò con larghissimo
raggio d’azione Mozart, e poi Schubert e
Schumann, toccò Janáček, dimostrò di saper
riprendere – da musicista – il Concerto di
Čajkovskij, si impegnò sul Concerto di
Dvořák e sulle Variazioni su un tema infantile del suo connazionale Ernö Dohnányi.
E su Beethoven. Da qualche tempo Schiff,
dopo essersi assicurato molti anni addietro il
possesso della terribile Hammerklavier, sta
scandagliando sistematicamente, e in ordine
cronologico, le Sonate di Beethoven. E finora ha ottenuto risultati di assoluto rilievo storico perché procede sì dalla tradizione
ma innovandola. Così, agli interpreti beethoveniani del Novecento si sta aggiungendo
agli inizi del Duemila András Schiff, il temporeggiatore che con la calma, con la pazienza e con la lungimiranza costruisce un castello solidamente piantato nel terreno della storia e diverso da tutti gli altri.
Piero Rattalino
András Schiff pianoforte
Bach – Sei Suites inglesi Bwv 806 – 811
(esecuzione integrale)
Le Settimane di Bach sono sostenute dal Comune
di Milano
Biglietti € 40 - 25
21
MARTEDI 15 MAGGIO, ORE 20.30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
*
Quartetto Meta4:
dalla Finlandia una carriera
internazionale
che passa per Fiesole
Arrivano, aprono le custodie, accordano e
cominciano a suonare il primo quartetto di
Brahms. Finiscono il primo movimento e gli
occhi di tutti e quattro corrono verso la
bocca di Norbert Brainin.
Erano appena arrivati alla Scuola di Fiesole
dalla loro musicalissima nazione, la Finlandia, per partecipare all’Accademia Europea
del Quartetto, quella era la loro prima lezione e per la prima volta si trovavano di fronte un tale gigante dell’interpretazione.
Brainin non amava le mediazioni linguistiche e non le amò neppure quella mattina. Il
suo inglese era scandito, feroce: «Non avete
alcuna idea di come suonare Brahms! Lui è
un classico, va suonato come un classico e
voi dovete imparare a cantare e invece
bisbigliate!».
Brainin non aveva parlato, aveva urlato, e
non aveva ancora finito: «Cantare, cantare,
sempre cantando», e iniziò a accennare, con
il suo vocione basso, il tema di quell’Allegro.
Molti giovani quartetti avrebbero volentieri
voluto sotterrarsi, i ragazzi finlandesi del
Meta4 (metafora, passaggio attraverso, comunque sempre in quattro: il nome che si
sono scelti è un simbolo efficace) no.
Cominciò lei, a provare a discutere. Non era
facile interloquire con Brainin, ma Minna ci
riuscì. No, loro non vedevano Brahms come
un classico, sentivano in lui già delle tensioni che si schiudevano verso altri orizzonti.
Dalla forza delle loro convinzioni si capiva
bene che a quel modo di suonare Brahms
erano arrivati ragionando, discutendo e
soprattutto vi erano arrivati uniti. Erano un
quartetto, nelle mani e nella testa, nella
serietà delle motivazioni musicali. Brainin lo
aveva subito sentito e non ebbe, come gli
altri docenti, alcun dubbio nel premiarli con
una borsa di studio alla fine di quella sessione dell’Accademia.
Quattro anni, molti concorsi, vittorie e concerti dopo, con un nuovo violista – è accaduto, accade e accadrà (quasi) sempre, anche
nei migliori quartetti – il Meta4 è ormai un
quartetto in carriera, solido nelle individualità, omogeneo nel respiro d’insieme, curioso del repertorio contemporaneo (sono
interpreti eccellenti delle Metamorfosi notturne, il primo quartetto di Ligeti), non
affannoso nello studio e nella preparazione
di quello storico.
Il bel programma preparato per il concerto
milanese – gli esordi di Beethoven e Smetana, il quinto quartetto del loro connazionale Jouni Kaipainen, nato nel 1956 – non prevede Brahms. Chissà come lo suonano, adesso. Se le urla del maestro Brainin, primo violino del Quartetto Amadeus, didatta magnifico, che ormai ci ha lasciato per sempre,
hanno lavorato sottotraccia, li hanno persuasi. Ma quanto educato e musicale coraggio i
quattro ragazzi finlandesi hanno avuto, quella mattina fiesolana. Promettevano bene, e
hanno mantenuto.
Sandro Cappelletto
Sala Puccini del Conservatorio
Mercoledì 21 marzo, ore 18.30 e 21.00
Quartetto Italiano
Un film-documentario scritto e diretto da Nino Criscenti
Prodotto da Land Comunicazioni e Istituto Luce - durata: 102’
Pochi mesi fa è scomparso Franco Rossi, il
grande violoncellista del mitico Quartetto
Italiano. Lo aveva preceduto vent’anni fa
Paolo Borciani, da sempre primo violino. Ci
uniamo a Elisa Pegreffi e a Piero Farulli nel
compianto e nella tristezza per una perdita
che porta con sé una parte importante della
nostra stessa vita di appassionati di cose
musicali. Siamo però anche lieti di proporre
ai nostri Soci e a tutta Milano un evento di
grande valore documentale e artistico. Lavorando con certosina pazienza e scientifico
rigore negli archivi di suoni e di parole, fra
ghe tournée americane, con un commovente incontro con Toscanini. La fama di “miglior quartetto del secolo” che si diffonde e
un repertorio che si amplia sempre più, le
imperdibili integrali di Mozart e Beethoven, la NASA che sceglie una loro interpretazione per mandare un segnale musicale
nello spazio profondo…
Tante altre cose ancora, che il film ci racconta con passione, accompagnando la generosa selezione musicale con tante immagini di loro e del tempo che hanno attraversato, documenti dell’Istituto Luce e rarissi-
fonoteche e biblioteche, raccogliendo memorie e testimonianze, Nino Criscenti ha
realizzato un emozionante film-documentario che in 100 minuti ci ricorda la vita e l’arte della più famosa fra le formazioni cameristiche italiane. Seguiremo il primo incontro, nel 1942 quando studenti ventenni si
unirono per un saggio all’Accademia Chigiana di Siena. Quindi la riunione nel 1945 a
Reggio Emilia, con la guerra appena finita
e l’Italia da ricostruire, nell’arte e nel morale. Il debutto a Carpi il 12 novembre e un
mese dopo l’esordio a Milano, semiclandestino al Castello ma con presenti i massimi
critici su piazza, Confalonieri e Abbiati. Il
debutto alla Società del Quartetto nel dicembre del 1946, prima di ben 17 presenze,
un primato. L’immediata uscita internazionale, i primi dischi. L’indimenticabile serata
salisburghese del 1951 conclusa con cena
offerta da un ammiratissimo Furtwängler
che si mette al pianoforte per suonare con
loro il Quintetto op. 34 di Brahms. Le lun-
me registrazioni RAI. E oltre alle testimonianze dirette dei tre artisti che ancora erano in vita, ascolteremo le voci di Guido Alberto Borciani, fratello di Paolo e autore di
un libro di memorie sul Quartetto Italiano,
di Roman Vlad, che era con loro a Siena nel
’42, del musicologo Gian Paolo Minardi che
li ha sentiti per la prima volta a Parma nel
’47, del critico Duilio Courir che li ha seguiti
in tutta la loro carriera, infine di Maurizio
Pollini che ha suonato con loro il Quintetto
di Brahms nel ’74.
Al Meta4 è stato assegnato il premio che la
Società del Quartetto ha messo a disposizione per
festeggiare i cent’anni di Maria Teresa Bazzi
(1905-2006), Gegia per gli amici, storica figura
della nostra Società della quale è stata fervida
protagonista per oltre mezzo secolo.
Quartetto Meta4
Beethoven – Quartetto n. 1 in fa maggiore op. 18 n. 1
Kaipainen – Quartetto n. 5 (prima esecuzione italiana)
Smetana – Quartetto n. 1 in mi minore “Dalla mia vita”
In collaborazione con la Scuola di Musica di Fiesole
Biglietti € 25 - 12
In collaborazione con
MILANO MUSICA
ASSOCIAZIONE PER LA MUSICA CONTEMPORANEA
Al termine della proiezione delle ore
18.30, Enzo Beacco con Oreste Bossini e
Duilio Courir raccoglieranno testimonianze, ricordi, esperienze di quella
straordinaria stagione artistica.
Biglietti: € 2
Ingresso libero per i Soci del Quartetto, di Milano Musica, di Musica d’Insieme e per gli allievi
del Conservatorio.
in collaborazione con
con il sostegno di
con il patrocinio di
associazione
istituti
di
cultura
europei
milano
Primavera 2007 / Quarta edizione
Giovane Europa in Musica
Teatro Dal Verme - Sala Piccola
via S. Giovanni sul Muro 2, Milano
Siamo arrivati alla quarta edizione del ciclo
“Giovane Europa in Musica” organizzato in
collaborazione con l’Associazione Istituti di
Cultura Europei a Milano. È una rassegna di
giovani interpreti che si sono distinti nei loro
paesi d’origine e ai quali diamo l’opportunità
di esibirsi a Milano per iniziare e continuare
una carriera che auspichiamo folgorante. Sono cinque appuntamenti, dal 19 febbraio al 7
maggio. Quest’anno abbiamo scelto, in collaborazione con l’Ente Pomeriggi Musicali, la
sede del Teatro Dal Verme e l’orario “europeo” delle 20. Privilegiando inoltre un taglio
“leggero” e a suo modo innovativo dei programmi, in cui gli artisti ospiti possano esprimere un tocco nazionale specifico, spesso curioso, comunque originale. Curiosissima è
stata l’apertura di questo ciclo, con una singolare “sintesi” del Flauto magico di Mozart
ridotta per un trio di corni di bassetto.
Altra combinazione fuori norma è quella per
fisarmonica e violino proposta dal duo polacco Giziewski-Kaniewska. Un arco su violino e
una tastiera che soffia su ance e che non martella corde per rovesciare i rapporti timbrici
di autori fra i più classici di primo Novecento.
Ineccepibile la scelta di programma del pianista Bagaria Villazán, catalano, vincitore del
52° Concorso Internazionale che Barcellona
dedica a Maria Canals, attento a valorizzare
la musica della sua regione e del suo paese.
Il Centro Culturale Svizzero di Milano porta
il 16 aprile un ragazzo straordinario. A soli
14 anni, Teo Gheorghiu propone un programma da concertista di lungo corso e
grande esperienza. Gheorghiu ha appena finito di interpretare il ruolo di se stesso, di
fanciullo prodigio nato in svizzera da emigrati romeni, nel film Vitus di Fredi Muren.
Non è frequente neppure un concerto interamente dedicato all’arpa e arriva gradita la
proposta del Centro Culturale francese di
Milano di affidare al giovane (classe 1984)
Emmanuel Ceysson un gustoso programma
di musiche originali e trascritte posto in conclusione del ciclo, il 7 maggio.
Biglietti: € 5
Soci del Quartetto e abbonati dei
Pomeriggi Musicali: € 2
I soci dell’Istituto di cultura interessato
al singolo concerto avranno accesso libero
esibendo la relativa tessera associativa.
Per prenotazioni e acquisto dei biglietti:
Società del Quartetto di Milano
tel. 02 795.393 – fax 02 7601.4281
www.quartettomilano.it - [email protected]
Lunedì 19 febbraio 2007, ore 20
Lunedì 26 marzo 2007, ore 20
In collaborazione con
Forum austriaco di cultura
In collaborazione con
Instituto Cervantes Milano
trio21
José Enrique Bagaría
Villazán pianoforte
Petra Stump
Heinz-Peter Linshalm
Reinhold Brunner corni di bassetto
Vincitore del 52° Concorso Internazionale
Maria Canals
Vincitori del Premio Erich Schenk 2006
dell ´Associazione “Mozartgemeinde Wien”
Una passeggiata attraverso la musica
spagnola: da Albéniz a Brotons
Il Flauto magico di Mozart
per 3 corni di bassetto
Un’intera opera in un’ora soltanto
In collaborazione con
Consolato Generale della Repubblica
Polacca in Milano
Cervelló – Preludiando y Arabesca
Albéniz – El Corpus Christi en Sevilla da Iberia
(I quaderno)
De Falla – Serenata andaluza
– Fantasia Baetica
Mompou – Canción y Danza, n. 6
Montsalvatge – Sonatine pour Ivette
Brotons – Impromptu op. 37
Granados – Allegro de Concierto
Hubert Giziewski fisarmonica
Joanna Kaniewska violino
Lunedì 16 aprile 2007, ore 20
Venerdì 16 marzo 2007, ore 20
Vincitori del secondo premio al Concorso
Internazionale “Città di Castelfidardo 2006”
Scintille del XX secolo
Fauré – Après un rêve op. 7
Prokof’ev – Sonata n. 2 in re maggiore per
violino e pianoforte op. 94 bis (arrangiamento
per violino e fisarmonica)
De Falla – Danza spagnola n. 2
– Suite popolare spagnola
Šostakovič – Preludi op. 34
Bartók – Danze popolari rumene
Piazzolla – Le Grand Tango
In collaborazione con
Centro Culturale Svizzero di Milano
Teo Gheorghiu pianoforte
Vincitore del Concorso Internazionale
di San Marino (2004)
e del Concorso Internazionale Franz Liszt
di Weimar (2005)
J.S. Bach – Fantasia cromatica e fuga in re
minore Bwv 903
Beethoven – Sonata n. 21 in do maggiore
op. 53 “Waldstein”
Chopin – Barcarola in fa diesis maggiore op. 60
M. Beretta – Chakra n. 5 da Die sieben Chakren
– Lichtstück n. 4 da Lichtscherben im Wasser
Ravel – Gaspard de la nuit
Lunedì 7 maggio 2007, ore 20
In collaborazione con
Centre culturel français de Milan
Fondazione Victor Salvi
Emmanuel Ceysson arpa
Vincitore del Concorso Internazionale per arpa
di Bloomington (2004)
D. Scarlatti – Sonata in do maggiore K 200
– Sonata in fa minore K 466
C.P.E. Bach – Sonata in sol maggiore per arpa
Wotq 139
Liszt – Le Rossignol (arrangiamento
di Henriette Renié)
Fauré – Impromptu per arpa op. 86
Tournier – Sonatine op. 30
Caplet – Deux divertissements
Alabieff / Glinka – L’alouette
Renié – Ballade fantastique
Primavera2007
BreraMusica
ciclo di concerti di musica da camera
Pinacoteca di Brera - Sala VIII
via Brera 28, Milano
MusicaBrera è un progetto timido nell’apparenza, ma molto ambizioso nella sostanza.
Vuole infatti offrire agli appassionati d’arte
un momento in cui, dal vivo, in presa diretta,
nella nostra maggiore pinacoteca, diventi
realtà la fusione fra il piacere del suono e
quello della visione. Un momento della settimana (il sabato alle 17) in cui ritrovare la voglia di passeggiare fra capolavori dell’arte figurativa prima e dopo un concerto intrigante e raffinato. In mezzo, un’ora circa di rara e
preziosa musica solistica e da camera, di regola legata alla grande tradizione del nostro
paese e comunque interamente affidata a
giovani interpreti i italiani. Sono quattro appuntamenti, tutti in marzo. Apre il Quartetto Petrassi, che accosta a uno dei più eroici
quartetti di Beethoven una deliziosa composizione di Alessandro Rolla (Pavia 1757 – Milano 1841), virtuoso di violino, direttore alla
Scala, docente al nostro conservatorio, perfino maestro di Paganini. Rolla fu uno dei pochissimi compositori italiani del suo tempo a
non scrivere opere teatrali, ma tanta musica
strumentale, fra cui 3 concerti per violino e
3 tre per viola, 2 sinfonie, tantissimi trii, terzetti, sonate e pezzi per il suo strumento. E
non sono da dimenticare le sue terne di
quartetti (op. 2 e op. 5) che ricordano le origini italiane di un genere prestigioso, la cui
paternità troppo spesso concediamo agli autori d’oltr’Alpe.
Altro autore poco conosciuto eppure fascinoso come pochi è Francesco Geminiani (Lucca
1687 – Dublino 1762), pure eccellentissimo
violinista di scuola italiana perché allievo del
milanese Lonati, del romano Corelli e del
napoletano A. Scarlatti. Trasferitosi a Londra nel 1714, fu perfetto ambasciatore del
nostro stile musicale oltre che in Inghilterra,
in Francia e Irlanda. Brillante ed eccentrico,
incantava il pubblico con un virtuosismo
sfrenato che si scopre con gusto nelle sue
tante partiture di concerti e sonate per violino e per violoncello, alcune tuttora in repertorio. Meno nota è invece la sua produzione
per chitarra, di cui pure era fantastico esecutore. Ecco allora il nostro Flavio Cucchi
che ce ne presenta una variata antologia.
La tradizione cembalistica nata nel Sud
d’Italia ci viene proposta dal bel programma
impaginato da Maria Cecilia Farina. Due autori di raro ascolto come Giovanni Salvatore
(Campania 1610 – Napoli 1688) e Bernardo
Storace (sec. XVII), spalancano la porta ai
due grandissimi Scarlatti, Alessandro (Palermo 1660 – Napoli
1725) e Domenico (Napoli 1685 – Madrid
1757). È appena il caso
di ricordare che di Domenico cade quest’anno il 250° della scomparsa, e che metà del
programma gli è dedicato perché è comunque uno dei padri della
musica per tastiera.
Chiude la nostra rassegna un altro programma quartettistico, tutto legato al nostro Paese. Ascolteremo il primo quartetto in assoluto scritto da Mozart
in viaggio per la Lombardia. L’unico lavoro
per quell’organico dell’austriaco Wolf con un
titolo che è tutto un programma. Chiude un
altro pezzo unico, e che è ovviamente un capolavoro, per quanto scritto di malavoglia e
con spirito polemico: il Quartetto in mi minore completato da Verdi in pochi giorni, a
Napoli, nel marzo del 1873, nei ritagli di
tempo ricavati fra i ritardi che si accumulavano nella rappresentazione di Aida.
Biglietti:
Ingresso alla Pinacoteca e al concerto: € 5
Informazioni:
Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici
di Milano
Via Brera 28 – 20121 Milano
tel. 02 72263.204
Società del Quartetto di Milano
Via Durini 24 – 20122 Milano
tel. 02 795.393 — fax 02 7601.4281
www.quartettomilano.it
e-mail: [email protected]
Sabato 10 marzo 2007, ore 17
Quartetto Petrassi
Rolla - Quartetto in fa minore op. 2 n. 2
(Edizione critica a cura di Fabio Morabito
per Suvini Zerboni)
Beethoven – Quartetto n. 9 in do maggiore
op. 59 n. 3
Sabato 17 marzo 2007, ore 17
Flavio Cucchi chitarra
Filippo Burchietti violoncello
Gabriele Micheli clavicembalo
Geminiani – The Art of playing the Guitar
(Edimburgo 1760)
esecuzione integrale
Sabato 24 marzo 2007, ore 17
Maria Cecilia Farina clavicembalo
Viaggiando a Sud
Salvatore – Toccata Seconda del Nono Tuono
Naturale
– Canzona Francese Seconda del Nono Tuono
Naturale
(dal Primo Libro dei Ricercari, Napoli 1641)
Storace – Aria sopra la Spagnoletta
– Ballo della Battaglia
(dalla Selva di varie compositioni, Venezia 1664)
A. Scarlatti – Follia
D. Scarlatti – Sonata in si minore K. 87
– Sonata in sol maggiore K. 63 (Capriccio)
– Sonata in la maggiore K. 208
– Sonata in la maggiore K. 209
– Sonata in re maggiore K. 490
– Sonata in re maggiore K. 492
Sabato 31 marzo 2007, ore 17
Quartetto d’archi di Venezia
Mozart – Quartetto in sol maggiore K 80 “Lodi”
Wolf – Serenata Italiana
Verdi – Quartetto in mi minore
Con il patrocinio e il sostegno di
Ciclo di incontri con Emanuele Ferrari
Il canto delle Muse
Il Canto delle Muse propone un percorso - complementare alla programmazione della stagione di concerti della Società del Quartetto - attraverso la musica e ciò che essa esprime.
È una “visita guidata” ai brani musicali che vengono esplorati per spiegarne lo stile, la bellezza e i segreti.
Con il contributo di
5 marzo, Conservatorio di Milano - Sala Puccini, ore 18.30
L’infanzia in musica (I):
Mozart, 12 Variazioni su “Ah, vous dirai-je, maman” K 265
Lezione-concerto sulle Variazioni K 265 di Mozart.
Con il patrocino e il contributo di
27 marzo e 2 aprile, Conservatorio di Milano - Sala Puccini, ore 18.30
La liturgia del dolore: l’umano patire tra pietà e salvezza
Proiezione di scene scelte della Passione secondo Matteo, lettura e spiegazione dei testi,
commento musicale nel contesto complessivo dell’opera.
Con la partecipazione di Raffaele Mellace
10 aprile, Conservatorio di Milano - Sala Puccini, ore 18.30
L’infanzia in musica (II):
Debussy, Children’s Corner
In collaborazione con
“Alla mia cara piccola Chouchou, con le tenere scuse di suo padre per ciò che seguirà”.
Lezione-concerto.
Settore cultura
Biglietti: € 5
Ingresso libero per i Soci del Quartetto
Si ringrazia
Intesa Sanpaolo
Informazioni:
Società del Quartetto di Milano,
via Durini 24 – 20122 Milano
tel. 02 795.393, 02 7600.5500
fax 02 7601.4281
www.quartettomilano.it
e-mail: [email protected]
Con il sostegno di
FONDAZIONE CARIPLO
MUSEO POLDI PEZZOLI
Capolavori da scoprire.
La collezione Borromeo
PINACOTECA DI BRERA:
VISITE GUIDATE E CONCERTO
Giovedì 8 e 29 marzo 2007 alle ore 16,
il Museo Poldi Pezzoli offre ai Soci del
Quartetto due visite guidate gratuite alle
collezioni permanenti del museo e alla mostra
“Capolavori da scoprire. La collezione
Borromeo” con ingresso al museo al costo
ridotto di € 5.50.
I Soci, in un massimo di 25 persone, potranno
prenotarsi per telefono (02 795393) e via e-mail
([email protected]), presso la segreteria
della Società.
PALAZZO REALE
Wassily Kandinsky
Sponsor istituzionali
In occasione dei quattro concerti di
Brera Musica Primavera 2007,
gli Assistenti Tecnico Museali, con la supervisione
dei Servizi Educativi della Soprintendenza,
organizzano quattro visite guidate alla
Pinacoteca della durata di circa un’ora.
Prenotazione obbligatoria (per un massimo di 25
persone) da lunedì al venerdì della settimana che
la precede (tel. 02 72263219, ore 9.30 - 12.30)
Sabato 10 marzo ore 15.30
La pittura del Novecento
nelle collezioni Jesi e Vitali di Brera
Sponsor del Ciclo “Grandi Interpreti”
Sabato 17 marzo ore 15.30
Ricordiamo ai Soci che il terzo appuntamento
in collaborazione con la Fondazione Mazzotta
è previsto per giovedì 15 marzo, ore 18.30
a Palazzo Reale per la mostra dedicata
a Wassily Kandinsky
(28 febbraio - 10 giugno 2007).
I Soci, in un massimo di 25 persone, possono
prenotarsi per telefono (02 795393) e via e-mail
([email protected]), presso la segreteria
della Società. Inoltre i Soci che vorranno visitare
le mostre indipendentemente da questi
appuntamenti potranno, presentando la tessera
associativa, acquistare il biglietto al costo ridotto
di € 5.50 anziché € 8.
La pittura tra Quattrocento
e Cinquecento a Brera
Sponsor delle Settimane Bach
Sabato 24 marzo ore 15.30
La pittura tra Seicento e Settecento
a Brera
Sabato 31 marzo ore 15.30
La pittura dell’Ottocento a Brera
*
Concerti “Rising Stars” sostenuti da
Chi segue la visita ha diritto
all’assegnazione di un posto per assistere al
concerto che inizierà alle ore 17.00 nella sala
VIII della Pinacoteca di Brera
Associazioni
Si possono sottoscrivere in sede, ore 13.30 – 17.30
Socio ordinario € 100; Socio protettore € 300;
Socio vitalizio € 1.500.
Biglietti
Periodico della Società del Quartetto
Registrazione al Tribunale di Milano
n. 109 del 17-2-1999
Anno VIII - n. 24, marzo-maggio 2007
Direttore responsabile: Enzo Beacco
Redazione a cura di Nicoletta Geron
Grafica: G&R Associati
Stampa: Grafica Aerre, Milano
Editore: Società del Quartetto
Direzione e redazione:
Via Durini 24 - 20122 Milano
Tel. 02.7600.5500 - Fax 02.7601.4281
Email [email protected]
www.quartettomilano.it
In vendita dai 6 giorni precedenti ogni concerto presso:
• Società del Quartetto, via Durini 24, ore 13.30 -17.30
• Call Center Vivaticket by Charta, tel 899 666 805
(carta di credito)
• Siti internet: www.quartettomilano.it e
www.vivaticket.it (carta di credito e bancomat)
Riduzioni per giovani, gruppi e convenzioni speciali
Studenti € 7 - Giovani (fino a 26 anni) € 5