Periodico della Società del Quartetto Marzo Maggio 2007 E D I TO R I A L E DI orna la primavera. E il sommario di questo numero del nostro Giornale fiorisce come non mai. Quasi perdiamo il conto delle nuove iniziative che abbiamo programmato per i pochi mesi che ormai ci separano dalla pausa estiva e dall’ormai prossima ripresa autunnale. Continua infatti con le sue regolari cadenze del martedì al Conservatorio la stagione del Quartetto, con una serie di appuntamenti di assoluto rilievo: i debutti di Lise de la Salle e del Quartetto Meta4, il ritorno del Quartetto di Tokyo, il grande Bach di Rilling e di Schiff, la musica per giovani di Zanini. E prosegue pure il ciclo Il canto delle Muse in cui Emanuele Ferrari approfondisce alcuni temi portanti della stagione. In parallelo ecco che si aggiunge un autentico florilegio di iniziative rinnovate o del tutto nuove. Rinnovata è la formula del ciclo “Giovane Europa in Musica” che ormai da anni organizziamo in collaborazione con l’Associazione Istituti di Cultura Europei a Milano. È una rassegna di giovani interpreti che si sono distinti nei loro paesi d’origine e ai quali diamo l’opportunità di esibirsi a Milano per iniziare e continuare una carriera che auspichiamo folgorante. Quest’anno abbiamo scelto, in collaborazione con l’Ente Pomeriggi Musicali, la sede del Teatro Dal Verme e l’orario “europeo” delle 20. Privilegiando inoltre un taglio “leggero” e a suo modo innovativo dei programmi, in cui gli artisti ospiti possano esprimere un tocco nazionale specifico, spesso curioso, comunque originale. Completamente nuovo è il ciclo BreraMusica. Nella prestigiosa Sala VIII della Pinacoteca di Brera, quella dedicata ai capolavori di Giovanni Bellini, sono programmati quattro appuntamenti musicali, nei sabati del mese di marzo, alle 17. Un’ora circa di rara e preziosa musica solistica e da camera, di regola legata alla grande tradizione del nostro paese e comunque interamente affidata a giovani interpreti italiani. L’idea è quella di offrire agli appassionati d’arte un momento in cui, dal vivo, in presa di- T 16 E NZO B EAC C O retta, nella nostra maggiore pinacoteca, diventi realtà la fusione fra il piacere del suono e quello della visione. Altro appuntamento importante, il 21 marzo, è la proiezione di un filmato realizzato da Nino Criscenti e interamente dedicato al Quartetto Italiano. Seguiremo il percorso artistico e di vita di quattro ragazzi che si erano conosciuti ai corsi della Chigiana di Siena prima della guerra e subito dopo avevano cominciato a suonare alla grande, debuttando a Carpi nel 1945, poi a Milano, partendo quindi verso le maggiori sale di tutto il mondo, a testimoniare quanto la scuola e la tradizione del nostro Paese non siano mai state seconde a nessuno. Ne ascolteremo il mitico suono, la precisione dell’esecuzione, la fantasia e anche il rigore dell’interpretazione. Mentre il Giornale va in stampa, stiamo definendo gli ultimi dettagli della stagione primaverile di Musica e poesia a San Maurizio, che prevede un’altra dozzina di appuntamenti, fra aprile e giugno, ciascuno attento come sempre a valorizzare lo spirito e la lettera della musica fra Rinascimento e Illuminismo, in Italia e nel resto del mondo. Ne riferiremo con maggiore dettaglio non appena tutto sarà in ordine. E così sarà per numerose altre iniziative cui stiamo lavorando, assieme ai tanti che ci danno una mano. Quando, ormai alcuni anni fa, abbiamo deciso di aprire la Società del Quartetto alla nostra Città, e a tutto il mondo esterno, intendevamo infatti realizzare proprio quanto è ora in corso: nuovi concerti in nuovi luoghi con nuovi interpreti e nuovi ascoltatori. 24 MARTEDI 6 MARZO, ORE 20.30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO * Lise de la Salle: una promessa già mantenuta Ovunque è passata, ha lasciato il segno. Dal New York Times al Washington Post, da Le Monde alla Süddeutsche Zeitung, leggendo le recensioni delle esibizioni della pianista Lise de la Salle si rimane stupiti di fronte all’unanimità dei consensi e dei giudizi entusiastici espressi dalle principali testate in ogni angolo del pianeta; un successo “globale” accompagna infatti ormai da anni l’artista francese che, nonostante la giovane età – è nata a Cherbourg nel 1988 – può già vantare anche una brillante carriera discografica (tre CD pubblicati e un quarto in cantiere per l’etichetta Naïve). Balzata agli onori delle cronache transalpine a soli nove anni, in seguito a un concerto trasmesso da Radio France, nel 2003 si è iscritta al Conservatoire National Supérieur de Musique di Parigi per un corso di perfezio- namento con Bruno Rigutto, continuando a studiare contemporaneamente con Pascal Nemirovski e Geneviève Joye-Dutilleux, approfondendo in modo particolare i capisaldi della grande scuola pianistica russa (tra i sette concerti per pianoforte e orchestra che tiene in repertorio ci sono i Primi di Prokof ’ev e Šostakovič); già vincitrice nel 2000 del primo premio e del Bäreinreiter Preis al concorso internazionale di Ettlingen in Germania, nel 2004 si è aggiudicata le Young Concert Artists International Auditions di New York (dopo aver vinto l’edizione europea l’anno precedente). Reduce dai recenti successi ottenuti nelle Clive Greensmith. I magnifici quattro del Tokyo sono versatili, passano dall’integrale beethoveniana alle commissioni a compositori di oggi (da Sculthorpe a Vacchi a Turina), dall’insegnamento (sono quartetto “in residence” della Yale University dal 1976) ai dischi e alle colonne sonore (sono loro a suonare nel film ad ambientazione ospedaliera Critical Care – tradotto in italiano Se mi amate – diretto da Sidney Lumet nel 1997). A leggere le loro biografie troverete un sacco di aggettivi superlativi, quattro carriere straordinarie, ma c’è una parola che non troverete mai abbinata ai loro nomi: routine. Susanna Franchi Quartetto di Tokyo Haydn – Quartetto in re minore op. 76 n. 2 Hob.III.76 “delle Quinte” Debussy – Quartetto in sol minore op. 10 Beethoven – Quartetto n. 7 in fa maggiore op. 59 n. 1 Biglietti € 35 -20 18 sale da concerto d’oltreatlantico, per il suo debutto presso la stagione concertistica del Quartetto Lise de la Salle ha impaginato un programma estremamente vario e composito, che attraversa quasi tre secoli di letteratura pianistica, affiancando la Fantasia cromatica e fuga in re minore Bwv 903 di Bach alle 12 Variazioni sul tema “Ah! Vous diraije, maman” K 265 di Mozart, la Sonatine di Ravel alla Toccata op. 11 e alle Sei scene dal balletto “Romeo e Giulietta” op. 75 di Prokof ’ev. Pagine apparentemente lontane e differenti per impronta stilistica e ispirazione, all’interno delle quali la pianista è però riuscita a individuare un fil rouge portante e una personalissima chiave di lettura: «Sono tutti lavori accomunati da un ineccepibile rigore nella scrittura e dalla limpidezza delle linee melodiche, in cui la pura poesia e gli impulsi lirici si coniugano con gli aspetti sensuali della musica». Un programma tagliato su misura per le sue doti di sensibilità e virtuosismo, delicatezza e potenza, concentrazione ed eleganza, che permetterà alla giovane Lise di far sfoggio di tutta la sua maturità tecnica e interpretativa. Come dire: una promessa già mantenuta. Andrea Milanesi Lise de la Salle pianoforte Bach – Fantasia cromatica e fuga in re minore BWV 903 Mozart – 12 Variazioni sul tema “Ah, vous dirai-je, maman” K 265 Ravel – Sonatine Prokof’ev – Sei scene dal balletto “Romeo e Giulietta” op. 75 – Toccata op. 11 Biglietti € 25 -12 17 MARTEDI 20 MARZO, ORE 20.30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO Quartetto di Tokyo: da quarant’anni in vetta al mondo musicale Pura fantascienza, ma perché non fantasticare un po’ davanti a quattro, non uno, strumenti costruiti da Stradivari? Il punto di partenza è che il Tokyo String Quartet dal 1995 ha la straordinaria possibilità, grazie alla Nippon Music Foundation, di suonare il “Paganini Quartet”: quattro strumenti costruiti da Stradivari ed appartenuti a Paganini: il primo violino “Paganini Conte Cozio di Salabue” (1727), il violino “Paganini Desaint” (1680), la viola “Paganini Mendelssohn” (1731) e il violoncello “Paganini Ladenburg” (1736), uno dei sei quartetti costruiti da Stradivari dei quali si conosca oggi l’esistenza. La viola è lo strumento per il quale Hector Berlioz scrisse la sinfonia Harold en Italie che Paganini gli commissionò proprio affascinato dal suono della “Mendelssohn”. Cosa c’entra la fantascienza? Pensate allo spunto ideato da Michael Crichton che ha dato il via a Jurassic Park: una zanzara dentro una goccia di ambra ha conservato il sangue di un dinosauro, da lì la ricostruzione del suo DNA e quindi la rinascita dei dinosauri e così via… beh, se una goccia di sudore rimasta imprigionata nello strato della vernice ci permettesse di ridar vita a Paganini, se un’impronta digitale di Berlioz lasciata sullo strumento, ci permettesse di far rivivere Berlioz! Ma anche tralasciando le follie fantascientifiche e un po’ scherzose, il fatto è che non si può non rimanere impressionati dal peso della storia che si portano dietro quei quattro strumenti: già vederli in un museo è emozionante, pensate sentirli suonare e tutti e quattro insieme! Detto questo bisogna essere bravi a saperli suonare perché non sono strumenti magici, non suonano da soli, anzi sono abituati ad essere suonati da grandi nomi. E i quattro del Tokyo String Quartet fanno parte di questa categoria: «Se il Tokyo String Quartet non è il più grande complesso di musica da camera del mondo, è difficile immaginare quale gruppo possa esserlo» scriveva il Washington Post dopo una loro esibizione. Anche il Tokyo ha la sua lunga tradizione alle spalle: nasce nel 1969 e nel corso degli anni ha cambiato un po’ formazione ma il punto fermo è rimasto, da allora, il violista Kazuhide Isomura; il primo violino, dal 2002, è Martin Beaver; il secondo violino, dal 1974, è Kikuei Ikeda; al violoncello, dal 1999 è MARTEDI 3 APRILE, ORE 19.30 BASILICA DI SAN MARCO Passione di Bach con Helmuth Rilling: la prassi esecutiva d’epoca si evolve Ogni tanto accade. Sempre più raramente dati i tempi di oggi che incautamente corrono verso un’alienante globalizzazione: ma succede che qualcuno si riconosca profondamente in una città, in una terra, in una cultura. E che se ne senta parte integrante. È accaduto a Helmuth Rilling, “giovanissimo” 74enne originario di Stoccarda che, dopo gli studi musicali di perfezionamento a Roma e a New York, se ne torna nella natale cittadina sveva cominciando a metter radici come maestro del coro e organista della Gedächtniskirche. È il 1957, e questo moderno Kapellmeister già da tre anni ha fondato la Gächinger Kantorei, cui si affianca nel 1965, quale “compagno” strumentale, il Bach-Collegium Stuttgart. Con queste due compagini Rilling approfondisce il repertorio tedesco, compresi i grandi oratori del XVIII e XIX secolo. Non solo, rende i complessi fortemente propositivi nella vita culturale della città che si arricchisce di molteplici iniziative: dal Festival Europeo della Musica alla “Sommerakademie Johann Sebastian Bach”, dai “Stuttgart BachWochenenden” a serie di concerti incentrate sulla proposta di brani di raro ascolto, revisioni e prime esecuzioni assolute. Nel 1981 i due gruppi confluiscono nell’Internationale moderni e un equilibrato cast di voci soliste “vivranno” con potenza drammatica. Nicoletta Sguben BachAkademie Stuttgart: ulteriore risorsa, nonché serbatorio di talenti provenienti da tutto il mondo, con la quale Rilling tiene corsi di perfezionamento e concerti dedicati esplicitamente a Bach. Si moltiplicano le tournée, e la testimonianza dell’ensemble – una realtà eterogenea nei componenti, e omogenea nell’idea condivisa di appartenenza culturale – giunge anche nei paesi dell’ex Unione Sovietica e in Israele, facendo guadagnare a Rilling e alla BachAkademie riconoscimenti per la diffusione della musica e della pace. Ospiti più volte, sempre apprezzatissimi, delle Settimane Bach, i complessi di Stoccarda tornano guidati dal loro fondatore nella Settimana Santa per eseguire la Passione secondo Matteo Bwv 244. Il confrontarsi col capolavoro bachiano, e in genere con le Passioni del Kantor, nei giorni che precedono la Pasqua è una consuetudine nei paesi di area tedesca. Una tradizione che ha origini lontane, ottocentesche (da dopo quel 1829 che segnò la ripresa bachiana con l’esecuzione della Matthäus-Passion diretta da Mendelssohn), della quale Rilling è fine conoscitore. Depositario? Anche, coi dovuti “aggiustamenti” che la ventata delle interpretazioni filologiche ha reso imprescindibili. Rilling, che già nel 1993 dichiarava la necessità per qualunque direttore volesse cimentarsi con le Passioni «di essere al corrente della vicenda storica dell’interpretazione e al tempo stesso di confrontarsi con la prassi esecutiva dell’epoca di Bach», probabilmente sceglierà – in coerenza con le sue brillanti prove discografiche – una lettura attenta all’aspetto contemplativo dell’opera e al contenuto emotivo delle domande poste da Bach sul dolore e sulla morte di Cristo, che cori, strumenti 19 Internationale BachAkademie Stuttgart Helmuth Rilling direttore Carolina Ullrich, Anke Vondung, Mark Padmore, Corby Welch, Klaus Häger, Rudolf Rosen solisti Bach – Passione secondo Matteo Bwv 244 Le Settimane di Bach sono sostenute dal Comune di Milano Biglietti € 40 - 25 una “coazione allo svelamento” perfettamente intonata dalla misteriosa “frase-chiave” che increspa e sconvolge la superficie apparentemente calma del Giro di vite di James & Britten: “The Ceremony of innocence is drowned”, “La cerimonia dell’innocenza è annegata”. Un filo di ondivaga e inafferrabile inquietudine, una sorta di affanno velato dal sorriso, cuce insieme, del resto, anche le quattro pagine “infantili” rilegate dalla sapiente mano pianistica di Maurizio Zanini: i sei “estremi” Kinderstücke op. 72 di Felix Mendelssohn (pubblicati nel 1847, qualche giorno dopo la morte del compositore) svelano ad esempio nella quinta miniatura (il “sottofinale”!) una trepidazione vagamente féerique assai vicina, complice anche la tonalità di sol minore, agli scherzi magici dell’Ottetto op. 20 e del Sogno di una notte di mezza estate. E l’attacco delle “innocenti” Kinderszenen op. 15 di Schumann (“Gente e paesi lontani”) non riesce a nascondere, dietro la trama delle “scolastiche” armonie di settima dominuita e di dominante, il numinoso orizzonte di nostalgie disegnato dal gioco ipnotico delle terzine e dei salti di sesta ascendente. Ma anche nelle incursioni “infantili” di Claude Debussy e di Chick Corea, che apro- MARTEDI 17 APRILE, ORE 20.30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO Maurizio Zanini e la musica per bambini, solo apparentemente ingenua e infantile La musique enfantine è, per sua stessa natura, musica metamorfica: nonostante i suoi piccoli misteri siano rivolti generalmente alla “prima età dell’uomo” le tecniche di esecuzione e le capacità di comprensione richiedono quasi sempre, al contrario, l’appartenenza ad una seconda se non ad una terza età. Nelle ninnenanne, nelle berceuses, nei children’s corners, nei carnavals des animaux o nelle Kinderszenen che la letteratura musicale ha licenziato da due secoli in qua, dunque, “i tre stadi dell’uomo”, come li chiamava Giacinto Scelsi, convivono uno accanto all’altro, uno dentro l’altro, in perfetta, anche se inquieta, simultaneità. Come se l’età adulta non potesse pensare a quella infantile se non come una parte irrimediabilmente perduta di sé. È per questo motivo, forse, che il profilo apparentemente ingenuo e disarmante della “musica per bambini”, non possiede quasi mai i tratti rassicuranti del dolce sorriso materno o della calda voce paterna, ma evoca semmai presenze impalpabili e sinistre, lancinanti timori di abbandono o angosciosi incubi notturni. Sembra quasi insomma che la Kindermusik dei salotti borghesi dell’Ottocento, o di quelli più “democratici” del Novecento, sia condannata a svelare le tragiche aporie dell’innocenza piuttosto che a disegnarne i rassicuranti confini sonori: no e chiudono, rispettivamente, l’arco del secolo breve, il rifugio in una tecnica pianistica che nessuna mano bambina saprà mai dominare, svela il sintomo di una impossibile ricongiunzione tra la smaliziata teknè dell’età adulta e la disarmante lontananza di una inafferrabile, mitica, età infantile. Guido Barbieri Maurizio Zanini pianoforte Mendelssohn – Kinderstücke op. 72 Corea – Children’s Songs Schumann – Kinderszenen op. 15 Debussy – Children’s Corner Biglietti € 30 - 18 20 MARTEDI 8 MAGGIO, ORE 19.30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO András Schiff il temporeggiatore La carriera di András Schiff è la dimostrazione palmare di una verità che troppo spesso dimentichiamo: l’individuo, che opera in una determinata situazione storica, corre sempre il pericolo gravissimo di essere agito, ma ha la possibilità di agire. Ricordo ai lettori l’epigrafe che un vecchio astrologo metteva in cima alla rubrica degli oroscopi che pubblicava su un giornale della sera – allora esistevano ancora, i giornali della sera. «Gli astri», scriveva quel saggio, «inclinano ma non determinano». E così è: la storia scorre in una certa direzione, ma un forte nuotatore può sempre risalirne vittoriosamente la corrente. Il giovane Schiff, nato nel 1953, si affacciava all’inizio degli anni Settanta su un mondo pianistico in cui i test di eccellenza erano rappresentati dal Petruška, dal Mephisto Walzer, dalle Variazioni su un tema di Paganini, cioè da cose nelle quali il Nostro non era competitivo. Schiff prese parte al Concorso Čajkovskij di Mosca del 1974, nel quale eseguì anche uno Studio trascendentale di Liszt e il Concerto di Čajkovskij. Ed arrivò quarto ex-aequo. Vincitore fu Andrej Gavrilov, atletico prodotto della scuola russa, secondi classificati furono Myung-Whun Chung, atletico prodotto della scuola russa trapiantata negli Stati Uniti, e Stanislav Igolinski, russissimo; russissimo il terzo classificato, Yuri Egorov, e russissima Eteri Andjaparidze, che divise con Schiff il quarto posto. «Avrebbe dovuto vincere Schiff», mi disse molti anni più tardi Chung, ormai felicemente traslocato nella carriera di direttore d’orchestra, «era più musicista di tutti gli altri». Un concertista affermato come Claudio Arrau metteva negli anni settanta in parentesi il virtuosismo quando eseguiva le Variazioni su un tema di Paganini o il Concerto di Čajkovskij. Un giovane non poteva permetterselo. L’unico spiraglio per agire innanzitutto da musicista, il giovane, negli anni settanta, poteva trovarlo in Bach, per la semplice ragione che Bach suonato al pianoforte era pressoché verboten, era off limits. In verità era stata messa off limits anche la tonalità, ma la serialità che l’aveva sosti- tuita aveva portato la musica contemporanea in un vicolo cieco. Un che di analogo era accaduto nell’interpretazione bachiana: il pubblico, dopo aver compuntamente assaggiato Bach al clavicembalo, trovava che il clavicembalo, in una grande sala di concerto, non era per nulla – come dire? – confortevole. Si trattava in quel momento di respingere il principio di legittimità in nome del principio del piacere. Ci voleva coraggio, ma era l’unica via praticabile, per uno come Schiff. Oh, beninteso, Schiff non riannodò semplicemente il filo che era stato troncato, ma studiò con un clavicembalista un po’ eterodosso, George Malcolm, e inventò un nuovo Bach al pianoforte, un Bach filtrato attraverso la filologia invece che attraverso la sensibilità individuale, ma pianistico, non paraclavicembalistico o transpianistico. E il pubblico riscoprì con lui il piacere di ascoltare confortevolmente Bach in una grande sala da concerto, a un punto tale da bearsi persino con le due ore e trenta minuti di durata del secondo libro del Clavicembalo ben temperato. Schiff non divenne però uno specialista di Bach. Bach fu la base del suo successo, non la nicchia del suo stare nel mondo. Affrontò Domenico Scarlatti, affrontò con larghissimo raggio d’azione Mozart, e poi Schubert e Schumann, toccò Janáček, dimostrò di saper riprendere – da musicista – il Concerto di Čajkovskij, si impegnò sul Concerto di Dvořák e sulle Variazioni su un tema infantile del suo connazionale Ernö Dohnányi. E su Beethoven. Da qualche tempo Schiff, dopo essersi assicurato molti anni addietro il possesso della terribile Hammerklavier, sta scandagliando sistematicamente, e in ordine cronologico, le Sonate di Beethoven. E finora ha ottenuto risultati di assoluto rilievo storico perché procede sì dalla tradizione ma innovandola. Così, agli interpreti beethoveniani del Novecento si sta aggiungendo agli inizi del Duemila András Schiff, il temporeggiatore che con la calma, con la pazienza e con la lungimiranza costruisce un castello solidamente piantato nel terreno della storia e diverso da tutti gli altri. Piero Rattalino András Schiff pianoforte Bach – Sei Suites inglesi Bwv 806 – 811 (esecuzione integrale) Le Settimane di Bach sono sostenute dal Comune di Milano Biglietti € 40 - 25 21 MARTEDI 15 MAGGIO, ORE 20.30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO * Quartetto Meta4: dalla Finlandia una carriera internazionale che passa per Fiesole Arrivano, aprono le custodie, accordano e cominciano a suonare il primo quartetto di Brahms. Finiscono il primo movimento e gli occhi di tutti e quattro corrono verso la bocca di Norbert Brainin. Erano appena arrivati alla Scuola di Fiesole dalla loro musicalissima nazione, la Finlandia, per partecipare all’Accademia Europea del Quartetto, quella era la loro prima lezione e per la prima volta si trovavano di fronte un tale gigante dell’interpretazione. Brainin non amava le mediazioni linguistiche e non le amò neppure quella mattina. Il suo inglese era scandito, feroce: «Non avete alcuna idea di come suonare Brahms! Lui è un classico, va suonato come un classico e voi dovete imparare a cantare e invece bisbigliate!». Brainin non aveva parlato, aveva urlato, e non aveva ancora finito: «Cantare, cantare, sempre cantando», e iniziò a accennare, con il suo vocione basso, il tema di quell’Allegro. Molti giovani quartetti avrebbero volentieri voluto sotterrarsi, i ragazzi finlandesi del Meta4 (metafora, passaggio attraverso, comunque sempre in quattro: il nome che si sono scelti è un simbolo efficace) no. Cominciò lei, a provare a discutere. Non era facile interloquire con Brainin, ma Minna ci riuscì. No, loro non vedevano Brahms come un classico, sentivano in lui già delle tensioni che si schiudevano verso altri orizzonti. Dalla forza delle loro convinzioni si capiva bene che a quel modo di suonare Brahms erano arrivati ragionando, discutendo e soprattutto vi erano arrivati uniti. Erano un quartetto, nelle mani e nella testa, nella serietà delle motivazioni musicali. Brainin lo aveva subito sentito e non ebbe, come gli altri docenti, alcun dubbio nel premiarli con una borsa di studio alla fine di quella sessione dell’Accademia. Quattro anni, molti concorsi, vittorie e concerti dopo, con un nuovo violista – è accaduto, accade e accadrà (quasi) sempre, anche nei migliori quartetti – il Meta4 è ormai un quartetto in carriera, solido nelle individualità, omogeneo nel respiro d’insieme, curioso del repertorio contemporaneo (sono interpreti eccellenti delle Metamorfosi notturne, il primo quartetto di Ligeti), non affannoso nello studio e nella preparazione di quello storico. Il bel programma preparato per il concerto milanese – gli esordi di Beethoven e Smetana, il quinto quartetto del loro connazionale Jouni Kaipainen, nato nel 1956 – non prevede Brahms. Chissà come lo suonano, adesso. Se le urla del maestro Brainin, primo violino del Quartetto Amadeus, didatta magnifico, che ormai ci ha lasciato per sempre, hanno lavorato sottotraccia, li hanno persuasi. Ma quanto educato e musicale coraggio i quattro ragazzi finlandesi hanno avuto, quella mattina fiesolana. Promettevano bene, e hanno mantenuto. Sandro Cappelletto Sala Puccini del Conservatorio Mercoledì 21 marzo, ore 18.30 e 21.00 Quartetto Italiano Un film-documentario scritto e diretto da Nino Criscenti Prodotto da Land Comunicazioni e Istituto Luce - durata: 102’ Pochi mesi fa è scomparso Franco Rossi, il grande violoncellista del mitico Quartetto Italiano. Lo aveva preceduto vent’anni fa Paolo Borciani, da sempre primo violino. Ci uniamo a Elisa Pegreffi e a Piero Farulli nel compianto e nella tristezza per una perdita che porta con sé una parte importante della nostra stessa vita di appassionati di cose musicali. Siamo però anche lieti di proporre ai nostri Soci e a tutta Milano un evento di grande valore documentale e artistico. Lavorando con certosina pazienza e scientifico rigore negli archivi di suoni e di parole, fra ghe tournée americane, con un commovente incontro con Toscanini. La fama di “miglior quartetto del secolo” che si diffonde e un repertorio che si amplia sempre più, le imperdibili integrali di Mozart e Beethoven, la NASA che sceglie una loro interpretazione per mandare un segnale musicale nello spazio profondo… Tante altre cose ancora, che il film ci racconta con passione, accompagnando la generosa selezione musicale con tante immagini di loro e del tempo che hanno attraversato, documenti dell’Istituto Luce e rarissi- fonoteche e biblioteche, raccogliendo memorie e testimonianze, Nino Criscenti ha realizzato un emozionante film-documentario che in 100 minuti ci ricorda la vita e l’arte della più famosa fra le formazioni cameristiche italiane. Seguiremo il primo incontro, nel 1942 quando studenti ventenni si unirono per un saggio all’Accademia Chigiana di Siena. Quindi la riunione nel 1945 a Reggio Emilia, con la guerra appena finita e l’Italia da ricostruire, nell’arte e nel morale. Il debutto a Carpi il 12 novembre e un mese dopo l’esordio a Milano, semiclandestino al Castello ma con presenti i massimi critici su piazza, Confalonieri e Abbiati. Il debutto alla Società del Quartetto nel dicembre del 1946, prima di ben 17 presenze, un primato. L’immediata uscita internazionale, i primi dischi. L’indimenticabile serata salisburghese del 1951 conclusa con cena offerta da un ammiratissimo Furtwängler che si mette al pianoforte per suonare con loro il Quintetto op. 34 di Brahms. Le lun- me registrazioni RAI. E oltre alle testimonianze dirette dei tre artisti che ancora erano in vita, ascolteremo le voci di Guido Alberto Borciani, fratello di Paolo e autore di un libro di memorie sul Quartetto Italiano, di Roman Vlad, che era con loro a Siena nel ’42, del musicologo Gian Paolo Minardi che li ha sentiti per la prima volta a Parma nel ’47, del critico Duilio Courir che li ha seguiti in tutta la loro carriera, infine di Maurizio Pollini che ha suonato con loro il Quintetto di Brahms nel ’74. Al Meta4 è stato assegnato il premio che la Società del Quartetto ha messo a disposizione per festeggiare i cent’anni di Maria Teresa Bazzi (1905-2006), Gegia per gli amici, storica figura della nostra Società della quale è stata fervida protagonista per oltre mezzo secolo. Quartetto Meta4 Beethoven – Quartetto n. 1 in fa maggiore op. 18 n. 1 Kaipainen – Quartetto n. 5 (prima esecuzione italiana) Smetana – Quartetto n. 1 in mi minore “Dalla mia vita” In collaborazione con la Scuola di Musica di Fiesole Biglietti € 25 - 12 In collaborazione con MILANO MUSICA ASSOCIAZIONE PER LA MUSICA CONTEMPORANEA Al termine della proiezione delle ore 18.30, Enzo Beacco con Oreste Bossini e Duilio Courir raccoglieranno testimonianze, ricordi, esperienze di quella straordinaria stagione artistica. Biglietti: € 2 Ingresso libero per i Soci del Quartetto, di Milano Musica, di Musica d’Insieme e per gli allievi del Conservatorio. in collaborazione con con il sostegno di con il patrocinio di associazione istituti di cultura europei milano Primavera 2007 / Quarta edizione Giovane Europa in Musica Teatro Dal Verme - Sala Piccola via S. Giovanni sul Muro 2, Milano Siamo arrivati alla quarta edizione del ciclo “Giovane Europa in Musica” organizzato in collaborazione con l’Associazione Istituti di Cultura Europei a Milano. È una rassegna di giovani interpreti che si sono distinti nei loro paesi d’origine e ai quali diamo l’opportunità di esibirsi a Milano per iniziare e continuare una carriera che auspichiamo folgorante. Sono cinque appuntamenti, dal 19 febbraio al 7 maggio. Quest’anno abbiamo scelto, in collaborazione con l’Ente Pomeriggi Musicali, la sede del Teatro Dal Verme e l’orario “europeo” delle 20. Privilegiando inoltre un taglio “leggero” e a suo modo innovativo dei programmi, in cui gli artisti ospiti possano esprimere un tocco nazionale specifico, spesso curioso, comunque originale. Curiosissima è stata l’apertura di questo ciclo, con una singolare “sintesi” del Flauto magico di Mozart ridotta per un trio di corni di bassetto. Altra combinazione fuori norma è quella per fisarmonica e violino proposta dal duo polacco Giziewski-Kaniewska. Un arco su violino e una tastiera che soffia su ance e che non martella corde per rovesciare i rapporti timbrici di autori fra i più classici di primo Novecento. Ineccepibile la scelta di programma del pianista Bagaria Villazán, catalano, vincitore del 52° Concorso Internazionale che Barcellona dedica a Maria Canals, attento a valorizzare la musica della sua regione e del suo paese. Il Centro Culturale Svizzero di Milano porta il 16 aprile un ragazzo straordinario. A soli 14 anni, Teo Gheorghiu propone un programma da concertista di lungo corso e grande esperienza. Gheorghiu ha appena finito di interpretare il ruolo di se stesso, di fanciullo prodigio nato in svizzera da emigrati romeni, nel film Vitus di Fredi Muren. Non è frequente neppure un concerto interamente dedicato all’arpa e arriva gradita la proposta del Centro Culturale francese di Milano di affidare al giovane (classe 1984) Emmanuel Ceysson un gustoso programma di musiche originali e trascritte posto in conclusione del ciclo, il 7 maggio. Biglietti: € 5 Soci del Quartetto e abbonati dei Pomeriggi Musicali: € 2 I soci dell’Istituto di cultura interessato al singolo concerto avranno accesso libero esibendo la relativa tessera associativa. Per prenotazioni e acquisto dei biglietti: Società del Quartetto di Milano tel. 02 795.393 – fax 02 7601.4281 www.quartettomilano.it - [email protected] Lunedì 19 febbraio 2007, ore 20 Lunedì 26 marzo 2007, ore 20 In collaborazione con Forum austriaco di cultura In collaborazione con Instituto Cervantes Milano trio21 José Enrique Bagaría Villazán pianoforte Petra Stump Heinz-Peter Linshalm Reinhold Brunner corni di bassetto Vincitore del 52° Concorso Internazionale Maria Canals Vincitori del Premio Erich Schenk 2006 dell ´Associazione “Mozartgemeinde Wien” Una passeggiata attraverso la musica spagnola: da Albéniz a Brotons Il Flauto magico di Mozart per 3 corni di bassetto Un’intera opera in un’ora soltanto In collaborazione con Consolato Generale della Repubblica Polacca in Milano Cervelló – Preludiando y Arabesca Albéniz – El Corpus Christi en Sevilla da Iberia (I quaderno) De Falla – Serenata andaluza – Fantasia Baetica Mompou – Canción y Danza, n. 6 Montsalvatge – Sonatine pour Ivette Brotons – Impromptu op. 37 Granados – Allegro de Concierto Hubert Giziewski fisarmonica Joanna Kaniewska violino Lunedì 16 aprile 2007, ore 20 Venerdì 16 marzo 2007, ore 20 Vincitori del secondo premio al Concorso Internazionale “Città di Castelfidardo 2006” Scintille del XX secolo Fauré – Après un rêve op. 7 Prokof’ev – Sonata n. 2 in re maggiore per violino e pianoforte op. 94 bis (arrangiamento per violino e fisarmonica) De Falla – Danza spagnola n. 2 – Suite popolare spagnola Šostakovič – Preludi op. 34 Bartók – Danze popolari rumene Piazzolla – Le Grand Tango In collaborazione con Centro Culturale Svizzero di Milano Teo Gheorghiu pianoforte Vincitore del Concorso Internazionale di San Marino (2004) e del Concorso Internazionale Franz Liszt di Weimar (2005) J.S. Bach – Fantasia cromatica e fuga in re minore Bwv 903 Beethoven – Sonata n. 21 in do maggiore op. 53 “Waldstein” Chopin – Barcarola in fa diesis maggiore op. 60 M. Beretta – Chakra n. 5 da Die sieben Chakren – Lichtstück n. 4 da Lichtscherben im Wasser Ravel – Gaspard de la nuit Lunedì 7 maggio 2007, ore 20 In collaborazione con Centre culturel français de Milan Fondazione Victor Salvi Emmanuel Ceysson arpa Vincitore del Concorso Internazionale per arpa di Bloomington (2004) D. Scarlatti – Sonata in do maggiore K 200 – Sonata in fa minore K 466 C.P.E. Bach – Sonata in sol maggiore per arpa Wotq 139 Liszt – Le Rossignol (arrangiamento di Henriette Renié) Fauré – Impromptu per arpa op. 86 Tournier – Sonatine op. 30 Caplet – Deux divertissements Alabieff / Glinka – L’alouette Renié – Ballade fantastique Primavera2007 BreraMusica ciclo di concerti di musica da camera Pinacoteca di Brera - Sala VIII via Brera 28, Milano MusicaBrera è un progetto timido nell’apparenza, ma molto ambizioso nella sostanza. Vuole infatti offrire agli appassionati d’arte un momento in cui, dal vivo, in presa diretta, nella nostra maggiore pinacoteca, diventi realtà la fusione fra il piacere del suono e quello della visione. Un momento della settimana (il sabato alle 17) in cui ritrovare la voglia di passeggiare fra capolavori dell’arte figurativa prima e dopo un concerto intrigante e raffinato. In mezzo, un’ora circa di rara e preziosa musica solistica e da camera, di regola legata alla grande tradizione del nostro paese e comunque interamente affidata a giovani interpreti i italiani. Sono quattro appuntamenti, tutti in marzo. Apre il Quartetto Petrassi, che accosta a uno dei più eroici quartetti di Beethoven una deliziosa composizione di Alessandro Rolla (Pavia 1757 – Milano 1841), virtuoso di violino, direttore alla Scala, docente al nostro conservatorio, perfino maestro di Paganini. Rolla fu uno dei pochissimi compositori italiani del suo tempo a non scrivere opere teatrali, ma tanta musica strumentale, fra cui 3 concerti per violino e 3 tre per viola, 2 sinfonie, tantissimi trii, terzetti, sonate e pezzi per il suo strumento. E non sono da dimenticare le sue terne di quartetti (op. 2 e op. 5) che ricordano le origini italiane di un genere prestigioso, la cui paternità troppo spesso concediamo agli autori d’oltr’Alpe. Altro autore poco conosciuto eppure fascinoso come pochi è Francesco Geminiani (Lucca 1687 – Dublino 1762), pure eccellentissimo violinista di scuola italiana perché allievo del milanese Lonati, del romano Corelli e del napoletano A. Scarlatti. Trasferitosi a Londra nel 1714, fu perfetto ambasciatore del nostro stile musicale oltre che in Inghilterra, in Francia e Irlanda. Brillante ed eccentrico, incantava il pubblico con un virtuosismo sfrenato che si scopre con gusto nelle sue tante partiture di concerti e sonate per violino e per violoncello, alcune tuttora in repertorio. Meno nota è invece la sua produzione per chitarra, di cui pure era fantastico esecutore. Ecco allora il nostro Flavio Cucchi che ce ne presenta una variata antologia. La tradizione cembalistica nata nel Sud d’Italia ci viene proposta dal bel programma impaginato da Maria Cecilia Farina. Due autori di raro ascolto come Giovanni Salvatore (Campania 1610 – Napoli 1688) e Bernardo Storace (sec. XVII), spalancano la porta ai due grandissimi Scarlatti, Alessandro (Palermo 1660 – Napoli 1725) e Domenico (Napoli 1685 – Madrid 1757). È appena il caso di ricordare che di Domenico cade quest’anno il 250° della scomparsa, e che metà del programma gli è dedicato perché è comunque uno dei padri della musica per tastiera. Chiude la nostra rassegna un altro programma quartettistico, tutto legato al nostro Paese. Ascolteremo il primo quartetto in assoluto scritto da Mozart in viaggio per la Lombardia. L’unico lavoro per quell’organico dell’austriaco Wolf con un titolo che è tutto un programma. Chiude un altro pezzo unico, e che è ovviamente un capolavoro, per quanto scritto di malavoglia e con spirito polemico: il Quartetto in mi minore completato da Verdi in pochi giorni, a Napoli, nel marzo del 1873, nei ritagli di tempo ricavati fra i ritardi che si accumulavano nella rappresentazione di Aida. Biglietti: Ingresso alla Pinacoteca e al concerto: € 5 Informazioni: Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Milano Via Brera 28 – 20121 Milano tel. 02 72263.204 Società del Quartetto di Milano Via Durini 24 – 20122 Milano tel. 02 795.393 — fax 02 7601.4281 www.quartettomilano.it e-mail: [email protected] Sabato 10 marzo 2007, ore 17 Quartetto Petrassi Rolla - Quartetto in fa minore op. 2 n. 2 (Edizione critica a cura di Fabio Morabito per Suvini Zerboni) Beethoven – Quartetto n. 9 in do maggiore op. 59 n. 3 Sabato 17 marzo 2007, ore 17 Flavio Cucchi chitarra Filippo Burchietti violoncello Gabriele Micheli clavicembalo Geminiani – The Art of playing the Guitar (Edimburgo 1760) esecuzione integrale Sabato 24 marzo 2007, ore 17 Maria Cecilia Farina clavicembalo Viaggiando a Sud Salvatore – Toccata Seconda del Nono Tuono Naturale – Canzona Francese Seconda del Nono Tuono Naturale (dal Primo Libro dei Ricercari, Napoli 1641) Storace – Aria sopra la Spagnoletta – Ballo della Battaglia (dalla Selva di varie compositioni, Venezia 1664) A. Scarlatti – Follia D. Scarlatti – Sonata in si minore K. 87 – Sonata in sol maggiore K. 63 (Capriccio) – Sonata in la maggiore K. 208 – Sonata in la maggiore K. 209 – Sonata in re maggiore K. 490 – Sonata in re maggiore K. 492 Sabato 31 marzo 2007, ore 17 Quartetto d’archi di Venezia Mozart – Quartetto in sol maggiore K 80 “Lodi” Wolf – Serenata Italiana Verdi – Quartetto in mi minore Con il patrocinio e il sostegno di Ciclo di incontri con Emanuele Ferrari Il canto delle Muse Il Canto delle Muse propone un percorso - complementare alla programmazione della stagione di concerti della Società del Quartetto - attraverso la musica e ciò che essa esprime. È una “visita guidata” ai brani musicali che vengono esplorati per spiegarne lo stile, la bellezza e i segreti. Con il contributo di 5 marzo, Conservatorio di Milano - Sala Puccini, ore 18.30 L’infanzia in musica (I): Mozart, 12 Variazioni su “Ah, vous dirai-je, maman” K 265 Lezione-concerto sulle Variazioni K 265 di Mozart. Con il patrocino e il contributo di 27 marzo e 2 aprile, Conservatorio di Milano - Sala Puccini, ore 18.30 La liturgia del dolore: l’umano patire tra pietà e salvezza Proiezione di scene scelte della Passione secondo Matteo, lettura e spiegazione dei testi, commento musicale nel contesto complessivo dell’opera. Con la partecipazione di Raffaele Mellace 10 aprile, Conservatorio di Milano - Sala Puccini, ore 18.30 L’infanzia in musica (II): Debussy, Children’s Corner In collaborazione con “Alla mia cara piccola Chouchou, con le tenere scuse di suo padre per ciò che seguirà”. Lezione-concerto. Settore cultura Biglietti: € 5 Ingresso libero per i Soci del Quartetto Si ringrazia Intesa Sanpaolo Informazioni: Società del Quartetto di Milano, via Durini 24 – 20122 Milano tel. 02 795.393, 02 7600.5500 fax 02 7601.4281 www.quartettomilano.it e-mail: [email protected] Con il sostegno di FONDAZIONE CARIPLO MUSEO POLDI PEZZOLI Capolavori da scoprire. La collezione Borromeo PINACOTECA DI BRERA: VISITE GUIDATE E CONCERTO Giovedì 8 e 29 marzo 2007 alle ore 16, il Museo Poldi Pezzoli offre ai Soci del Quartetto due visite guidate gratuite alle collezioni permanenti del museo e alla mostra “Capolavori da scoprire. La collezione Borromeo” con ingresso al museo al costo ridotto di € 5.50. I Soci, in un massimo di 25 persone, potranno prenotarsi per telefono (02 795393) e via e-mail ([email protected]), presso la segreteria della Società. PALAZZO REALE Wassily Kandinsky Sponsor istituzionali In occasione dei quattro concerti di Brera Musica Primavera 2007, gli Assistenti Tecnico Museali, con la supervisione dei Servizi Educativi della Soprintendenza, organizzano quattro visite guidate alla Pinacoteca della durata di circa un’ora. Prenotazione obbligatoria (per un massimo di 25 persone) da lunedì al venerdì della settimana che la precede (tel. 02 72263219, ore 9.30 - 12.30) Sabato 10 marzo ore 15.30 La pittura del Novecento nelle collezioni Jesi e Vitali di Brera Sponsor del Ciclo “Grandi Interpreti” Sabato 17 marzo ore 15.30 Ricordiamo ai Soci che il terzo appuntamento in collaborazione con la Fondazione Mazzotta è previsto per giovedì 15 marzo, ore 18.30 a Palazzo Reale per la mostra dedicata a Wassily Kandinsky (28 febbraio - 10 giugno 2007). I Soci, in un massimo di 25 persone, possono prenotarsi per telefono (02 795393) e via e-mail ([email protected]), presso la segreteria della Società. Inoltre i Soci che vorranno visitare le mostre indipendentemente da questi appuntamenti potranno, presentando la tessera associativa, acquistare il biglietto al costo ridotto di € 5.50 anziché € 8. La pittura tra Quattrocento e Cinquecento a Brera Sponsor delle Settimane Bach Sabato 24 marzo ore 15.30 La pittura tra Seicento e Settecento a Brera Sabato 31 marzo ore 15.30 La pittura dell’Ottocento a Brera * Concerti “Rising Stars” sostenuti da Chi segue la visita ha diritto all’assegnazione di un posto per assistere al concerto che inizierà alle ore 17.00 nella sala VIII della Pinacoteca di Brera Associazioni Si possono sottoscrivere in sede, ore 13.30 – 17.30 Socio ordinario € 100; Socio protettore € 300; Socio vitalizio € 1.500. Biglietti Periodico della Società del Quartetto Registrazione al Tribunale di Milano n. 109 del 17-2-1999 Anno VIII - n. 24, marzo-maggio 2007 Direttore responsabile: Enzo Beacco Redazione a cura di Nicoletta Geron Grafica: G&R Associati Stampa: Grafica Aerre, Milano Editore: Società del Quartetto Direzione e redazione: Via Durini 24 - 20122 Milano Tel. 02.7600.5500 - Fax 02.7601.4281 Email [email protected] www.quartettomilano.it In vendita dai 6 giorni precedenti ogni concerto presso: • Società del Quartetto, via Durini 24, ore 13.30 -17.30 • Call Center Vivaticket by Charta, tel 899 666 805 (carta di credito) • Siti internet: www.quartettomilano.it e www.vivaticket.it (carta di credito e bancomat) Riduzioni per giovani, gruppi e convenzioni speciali Studenti € 7 - Giovani (fino a 26 anni) € 5