Riviera spezzina - Guida pratica

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Aree Protette e Rete Natura 2000
Riviera Spezzina
G U I D A
RETE
NATURA
2000
P R A T I C A
La Rete Natura 2000
Rete Natura 2000, la rete ecologica europea nata grazie alla Direttiva Habitat
(dir 43/92/CEE), è composta da un insieme di siti - i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS) - caratterizzati da elevati
valori naturalistici e in particolare dalla presenza di habitat e di specie sia
animali che vegetali di interesse comunitario. Attraverso la Rete Natura 2000
si tutela la biodiversità presente sul continente europeo.
La Liguria, terra di monti e di mare, è una regione ricchissima in biodiversità
che contribuisce alla rete ecologica europea con ben 125 Siti di Importanza
Comunitaria, sia terrestri che marini, e sette Zone di Protezione Speciale.
è presente anche un elevato numero di specie tipiche del territorio ligure,
cosiddette endemiche, a testimoniare quanto il territorio regionale giochi un
ruolo fondamentale e unico per la salvaguardia di queste specie.
Nella Rete Natura 2000 ligure è altresì rappresentata un’ampia varietà di ambienti; si passa, nell’arco di pochi chilometri, dagli ambiti alpini agli ambienti marini.
Scopriteli, con l’aiuto di questa guida.
Numero totale
habitat protetti
Numero specie
endemiche in Liguria
Numero
habitat prioritari
Numero specie
presenti solo in Liguria
64
420
14
125
Alcune specie endemiche presenti nei SIC liguri
Flora
Campanula di Savona
Genziana ligure
Campanellino nizzardo
Fauna
Ululone dal ventre giallo
Lasca
Savetta
Rovella
Salamandrina dagli occhiali
Geotritone di Ambrosi
Geotritone di Strinati
Tartaruga palustre ingauna
Tritone crestato meridionale
Nome scientifico
Campanula sabatia
Gentiana ligustica
Leucojum nicaeense
Nome scientifico
Bombina variegata (pachypus)
Chondrostoma genei
Chondrostoma soetta
Rutilus rubilio
Salamandrina terdigitata
Speleomantes ambrosii
Speleomantes strinatii
Emys orbicularis ingaunae
Triturus carnifex
La carta d’identità dei SIC della Provincia della Spezia
Superficie: La provincia della Spezia comprende 25 SIC terrestri e 5 marini per una
superficie totale di 18527 ha, rispetto ad una superficie provinciale di 88051 ha, quindi
il 21% del territorio è SIC
Enti di riferimento:
Regione Liguria - Dipartimento Ambiente - Ufficio Tutela della Biodiversità
e-mail: biodiversità@regione.liguria.it
Riferimenti Utili:
www.regione.liguria.it - www.natura2000liguria.it
www.parcomagra.it - www.comunitamontanarivieraspezzina.it
In copertina e a fianco: le bianche rocce strampiombanti della scogliera di Punta Mesco avvolte
dall’esuberanza della flora e della macchia mediterranea.
Aree Protette e Rete Natura 2000
Riviera Spezzina
Caratteristiche e curiosità
I SIC della provincia della Spezia si trovano tutti in area biogeografica mediterranea; qui si passa da una
ricca flora mediterranea che rappresenta la caratteristica naturale di maggior pregio dell’area costiera
con specie endemiche quali il fiordaliso di Luni (Centaurea Aplolepa subsp: lunensis) ad un ambiente
fluviale, quello della bassa Val di Magra, che pur portando i segni di un intenso sfruttamento da parte
dell’uomo, comprende zone umide uniche in Liguria rivestendo una importanza notevolissima per la
conservazione di specie rettili e anfibi. è in questi ambienti che si può vedere il raro ululone dal ventre
giallo (Bombina variegata pachypus) così come alcuni invertebrati endemici molto rari quali lo pseudoscorpione esclusivo della costa spezzina, Chtonius bartolii.
I SIC interessati dai sentieri
Punta Manara
Questo SIC si sviluppa in provincia di Genova, in un’area considerata tuttavia come “porta” della riviera
spezzina, e un tempo compreso nel “Parco regionale delle Cinque Terre”.
Riveste eccezionale importanza per la presenza di habitat rari ben conservati come il bosco di leccio
e di sughera e la macchia di euforbia arborea. Significativo è il suo ruolo per la sosta e il transito dei
migratori. Tra le specie animali tutelate si segnalano il geotritone, il cervo volante, la falena Euplagia
quadripunctaria. La presenza della farfalla Goneptrix cleopatra è indice di buona qualità ambientale.
Deiva–Bracco-Pietra di Vasca-Mola
Questo SIC, a cavallo tra le province di Genova e La Spezia, riveste una notevole importanza per la
conservazione di aspetti a sughera e di specie e habitat rari, molti dei quali strettamente legati ai substrati ofiolitici e possiede un elevato livello generale di biodiversità. Tra le specie endemiche vegetali
ricordiamo la ginestra di Salzmann, la crespolina ligure e lo zafferano ligure oltre a numerosissime specie di orchidee. Nella parte più settentrionale le particolari condizioni ambientali permettono presenze
faunistiche di notevole interesse quali il gufo reale, lo sparviero, il falco pellegrino, la salamandrina
dagli occhiali.
Monte Serro
In una zona costiera compresa tra Deiva Marina e Punta Apicchi, delimitata a nord e a Ovest dal tratto
del torrente Castagnola (valle di Deiva) questo sito ha una notevole importanza paesaggistica ecologica
soprattutto per la presenza di macchie, boschi e aspetti rupestri ben conservati. Sono presenti aspetti
di macchia e gariga in discrete condizioni di conservazione, particolare interesse rivestono i lembi di
lecceta e quelli a pino di Aleppo che colonizzano i dirupi. Tra le specie più interessanti si segnalano il
cavolo delle rupi, la sughera e individui di agrifoglio di notevoli dimensioni.
Guaitarola
Questo SIC esprime nel modo più pieno gli ambienti peculiari legati ai substrati ofiolitici della Liguria
orientale; eccezionale importanza ha la presenza di crespolina ligure e di habitat rari e fragili. Di particolare pregio è la zona umida di mezzacosta presso le Moglie, con bosco paludoso ad ontano e una
formazioni a saracchi (Cladium mariscus) in cui trova habitat ideale la rana italica, il tritone alpestre e
il vairone.
Costa di Bonassola–Framura
Il sito svolge un ruolo importante nell’ambito costiero per la conservazione di specie rare o endemiche
e di ambienti mediterranei, alcuni dei quali con caratteri peculiari legati alle ofioliti. Lungo la costa prevalgono scogliere con finocchio di mare sovrastate da garighe con euforbia spinosa e crespolina ligure.
Tra le specie animali degna di nota è la Luscengola, rettile piuttosto raro in Liguria, legato ad ambienti
mediterranei particolari.
Punta Mesco
Sito di notevole importanza paesaggistica. La sua morfologia particolare deriva dalla resistenza del substrato geologico, in gran parte da arenarie, all’erosione marina, e rappresenta un importante aggetto che
alimenta le spiagge confinanti e permette cenosi sottomarine meritevoli di conservazione. La flora ha le
caratteristiche prevalentemente mediterranee con particolari endemismi quali il fiordaliso di Luni o la
palma nana, relitto terziario al limite settentrionale del proprio areale di distribuzione. Anche la fauna ha
particolari caratteristiche legate agli ambienti. è un sito importante per l’ornitofauna, soprattutto migratoria, dove non mancano rari invertebrati quali lo pseudoscorpione esclusivo della costa spezzina.
I prodotti del territorio
I d.o.c. “Colline di Levanto”
Cinque Terre, ma non solo: dai vitigni
Venrmentino, Albarola e Bosco delle
colline di Levanto e delle zone rivierasche di Bonassola, Framura e Deiva
Marina nasce il bianco “Colline di Levanto d.o.c.”. Secco, armonioso, con
un lieve retrogusto amarognolo, è un
bianco tipico e apprezzato del Levante
ligure.
Nella stessa zona, dai vitigni Sangiovese, Ciliegiolo e altri autoctoni viene prodotto il rosso d.o.c. “Colline di Levanto”, asciutto e delicato al contempo.
L’olio extravergine
L’olio extravergine di oliva “Riviera di
Levante” è prodotto con le olive di
varietà Razzola, tipiche delle valli di
Levanto.
Si tratta di un olio dolce, delicato,
con un valore di acidità inferiore addirittura a 0,8.
Acciughe salate
Sono rinomate e prelibate le acciughe pescate lungo la riviera
spezzina. Il modo migliore per degustarle è forse la merenda. Un
bel panino con acciughe marinate e olive, da accompagnarsi a
un bicchiere di bianco d.o.c. delle Colline di Levanto è ciò che
ci vuole per rifocillarsi dopo un’impegnativa escursione (purché
si torni in treno, altrimenti è il caso di lasciar stare l’alcol).
Le acciughe vengono conservate anche sotto sale, mentre la tipica ricetta del territorio le prevede ripiene.
è una ricetta classica, che qui, nel Levantese, prevede però l’impiego della doppia acciuga, a esaltare il sapore del pescato.
Focaccia con polpa di olive
Non aspettiamoci, qui, la classica focaccia “piatta”. Piuttosto una
sorta di torta salata, cotta in forno in una teglia e resa preziosa
quanto prelibata dalla polpa delle olive.
Questa focaccia risulta ancora più gustosa se, servita calda, viene accompagnata da sottili fette di lardo.
Testaroli
Li fanno nell’entroterra sopra Sestri Levante, e rispetto a quelli
della Lunigiana questi testaroli si distinguono per la forma ridotta. Si tratta di una sorta di piadina, preparata in un testo (da qui
il nome) in terracotta.
La si cucina come pasta, lessata in acqua bollente e condita
preferibilmente con pesto o sugo di funghi, ma ogni tipo di salsa
si presta a impreziosire i testaroli.
La ricetta originaria, imposta dalla povertà, prevedeva tuttavia
che il testarolo venisse appena immerso nella pentola in cui l’acqua bollente era aromatizzata da cipolle e una goccia d’olio.
Numeri e Indirizzi
Comunità Montana
Riviera Spezzina
Piazza Cavour, 10
Levanto (SP)
Tel: 0187 80211
[email protected]
Parco Nazionale
Cinque Terre
Via T. Signorini
19017 Riomaggiore (SP)
Tel: 0187 760000
Fax: 0187 760061
[email protected]
Parco Naturale
Portovenere
Via Garibaldi, 9
19025 Portovenere (SP)
Tel: 0187 794885
Fax: 0187 794846
[email protected]
Parco Naturale
Montemarcello-Magra
Via A. Paci, 2
Sarzana (SP)
Tel: 0187 691071
Fax: 0187 606738
[email protected]
Corpo Forestale
dello Stato
Piazza dei Mosto, 19
16040 Ne (GE)
Tel: 0185 387022
www.nevalgraveglia.it
Navigazione
Golfo dei Poeti
La Spezia
Tel: 0187 254311
Tigullio Trasporti
Numero verde:
800014808
www.tigulliotrasporti.it
Periodo consigliato:
sempre tranne le calde
giornate estive
Durata del percorso:
2h
Caratteristiche:
panoramiche, botaniche
1
Sestri Levante - Punta Manara - Riva Trigoso
Un itinerario classico, che, alterna vedute aeree su Sestri
Levante e la sua incomparabile Baia del Silenzio, a diversi
ambienti naturali quali la comune pineta a pino marittimo
e rari esemplari di quercia da sughero.
Accesso e punto di partenza
Dalla frequentata via XXV Aprile, nel centro storico di Sestri Levante, si passa l’arco di vico del
bottone per risalire una crosa a sinistra (“Salita alla
Mandrella”. Segnavia due quadrati rossi pieni.)
In alto: inquadratura a strapiombo sul mare. Sopra:
il Biancone. In basso: Riva
Trigoso e le montagne circostanti osservate dal sentiero.
Nella pagina a fianco: i ruderi sul promontorio di Punta
Manara.
La crosa sale tra le case e i muraglioni, oltrepassa l’accesso a un ristorante e si dirige verso alcune
case abbandonate costeggiando il lato nord con vista aperta sull’entroterra. Tra le fasce a ulivo si risale
un tratto gradinato che raggiunge una casa in punto
panoramico, affacciato sul mare.
A un bivio si prosegue a destra per Punta Manara.
La salita tra la roccia chiara di arenaria conduce a
uno stupendo e scenografico punto panoramico
sulla Baia del Silenzio.
Oltre questo straordinario balcone il sentiero si fa
via via pianeggiante. Si costeggia il lato meridionale del monte Castello, procedendo nel bosco
in morbido saliscendi. In questo tratto è possibile ammirare diverse specie botaniche tipiche della macchia mediterranea, proprio sul sentiero si
evidenzia un bell’esemplare di quercia da sughero, pianta originaria dell’Europa meridionale e del
nord Africa, ormai rara in Liguria per via della sua
modesta combustibilità. Molto diffuso in quest’area
anche il profumato mirto. Lungo questo tratto prevale la pineta a pino marittimo, mentre più avanti
prevale il leccio.
Giunti a un piccolo bivio occorre ignorare un sentierino non segnato che scende verso mare e procedere piuttosto fino al bivio che conduce all’area
di sosta attrezzata del Bivacco Manara quindi, per
una scaletta ripida, alla torre di
Punta Manara (153m/1h)
Un notevole panorama si apre da questo promontorio, verso Levante: ecco Riva Trigoso con le sue
famose lastre di Riva, roccia a strati sul mare apprezzata e frequentata dagli arrampicatori. La conformazione geografica di questo punto facilita il
passaggio di alcune specie di uccelli migratori quali
il biancone e il falco pellegrino.
A un successivo bivio si segue per Riva Trigoso.
Costeggiando, ora, il lato esposto a Levante la vegetazione cambia: ecco castagneti e roverelle, carpini neri, ornielli e aceri.
Curiosa è la presenza, lungo il percorso, del ginepro coccolone: questo piccolo arbusto spesso sostituisce il ginepro comune e cresce prevalentemente
sulle zone aride e nei terreni rocciosi.
Proseguendo, il sentiero costeggia il lato nord e
conduce in circa 40’ alla frazione Villa Ginestra,
sopra Riva Trigoso. Scendendo tra le abitazioni, oltre una chiesetta, si incontra la carrozzabile; una
scalinata scende all’abitato di Riva (20’).
L’Euforbia Arborea
Tipica del bacino del
Mediterraneo,
l’euforbia arborea (Euphorbia
dendroides) predilige gli
ambienti aridi e calcarei.
Può raggiungere i due
metri di altezza, i fiori
di colore giallo-oro compaiono tra aprile e giugno, ha foglie oblunghe
e lanceolate, che cadono alla fine dell’estate. I
rami, se strappati, secernono un lattice bianco
irritante.
Cervo volante
è il più grande coleottero
d’Europa e presenta un
notevole dimorfismo sessuale. Il maschio è lungo
anche 8cm, caratterizzato da un capo larghissimo su cui s’impiantano
due enormi mandibole
che sembrano corna di
cervo; la femmina è molto diversa e più piccola.
Hanno abitudini crepuscolari ma si possono
vedere in attività anche
in pieno giorno soprattutto nelle calde giornate estive quando non è
raro assistere alle lotte
tra maschi. La loro presenza è indice di buona
funzionalità dell’ecostistema boschivo nonché
di uno sfruttamento del
bosco eco-sostenibile.
Difficoltà:
EE per la scarsa segnaletica
M. Salto del Cavallo
621
Periodo consigliato:
sempre (non nei giorni caldi)
Durata del percorso:
5h 30’
M. Incisa
514
Caratteristiche:
paesaggistiche, botaniche,
storiche (nell’area sono stati
ritrovati reperti preistorici e
romani)
Moneglia - Salto del Cavallo
2
Quercia da sughero
La sughera (Quercus
suber L.) è una quercia
tipicamente mediterranea, tuttavia poco diffusa in Liguria in quanto
considerata pianta poco
utilizzabile. Estese sugherete si trovano per
contro in Portogallo, nel
nord del Marocco, in
Aquitania.
Predilige le zone costiere, altitudini non superiori ai 600 metri e terreni non calcarei.
La sua corteccia, morbida e caratteristica, funge da materia prima per
pannelli e per tappi di
bottiglia.
Naturalistico e storico, panoramico e vario, questo itinerario offre numerose suggestioni per la varietà di paesaggi e
habitat che propone. A partire da una veduta privilegiata su Moneglia passando per i boschi caratteristici della
Riviera di Levante. Boschi singolari dove il sughero si è
diffuso costituendo l’area più estesa della Liguria. E per
terminare, un panorama d’eccezione attende dal Monte
Salto del Cavallo.
Accesso e punto di partenza
dal centro di Moneglia, seguita la strada pedonale vicino al mare in direzione Levante, una carrozzabile svolta a nord e si dirige verso l’autostrada. Seguita la rotabile, in corrispondenza del
ponte ferroviario, oltre uno slargo (largo Battista
Bollo) si trova un’ampia gradinata, punto di partenza del sentiero (segnavia un quadrato rosso
pieno).
La gradinata, a larghe scale in cemento, sale tra
le abitazioni. Si raggiunge la rotabile in località
Posato. Risalita la strada asfaltata per lungo tratto
e guadagnata quota si ha un’estesa panoramica su
Moneglia e sul mare. Proseguendo, dopo alcuni
tornanti si raggiunge una scaletta adiacente a un
passaggio privato che sale di fronte a un ristorante.
La scalinata sale stretta tra orti e case. Al primo tornante il percorso segue a sinistra; la scalinata ripida
conduce a
Lemeglio (250m/30’)
più precisamente a una piazzetta in cui fa capolinea il bus 44.
Il percorso riprende lungo la strada di fronte, che
diventa mattonata e passa tra le abitazioni. Si oltrepassano la chiesa di Lemeglio e le case. Raggiunto
un bivio la strada segue a destra per il monte San
Nicolao tra orti e terrazze coltivate a ulivo.
Dopo un primo tratto in piano il sentiero prende a
salire nella lecceta e assume a tratti le caratteristiche di una mulattiera contornata dal mirto. Lungo
il percorso si trova un piccolo punto panoramico,
attrezzato con una panchina in legno.
In questa area di crinale tra Moneglia e Deiva sono
stati rinvenuti alcuni reperti dell’età del rame e della colonizzazione romana.
Lungo tratti in piano e in salita si raggiunge un
incrocio. Il tracciato che scende verso sud conduce a Deiva, a sinistra si sale per San Nicolao e
Mezzema. Dopo poco un altro bivio. Un sentiero
porta a Mezzema perdendosi nel bosco. Il tracciato
per il monte San Nicolao e il Salto del Cavallo segue a sinistra l’indicazione per il monte Telegrafo
(1h 10’).
Si sale rapidamente in cresta verso nord. In questo
tratto sono assenti i segnavia.
Il sentiero su arenaria sale rapidamente mantenendosi abbastanza largo. Tra gli alberi di leccio
e pino marittimo si attraversa una zona ricca di
esemplari di sugheri che presenta qui, in questo
habitat ideale, una delle formazioni più estese a
livello regionale.
Si raggiunge il
Monte Incisa (514m/2h 15’)
e si attraversano boschi di castagno, di leccio, in
un tratto in cui è presente il corbezzolo e una pianta dal nome significativo: stracciabraghe.
Il tracciato procede in cresta fino a scavalcare l’Autostrada A12. Oltrepassata la zona del monte Pian
del Lupo si prosegue fino a raggiungere il
Monte Salto del Cavallo (621 m/3h 30’)
Punto panoramico attrezzato per la sosta.
Per raggiungere l’Aurelia il sentiero va lasciato sulla
sinistra. Un recente tracciato porta alla statale in
località Tagliamento, presso Cà Marcone (dove c’è
un punto di ristoro).
Per il ritorno occorre tornare al bivio che separa
il sentiero tra Moneglia e Deiva (un’ora e mezza
di discesa) e seguire le indicazioni per quest’ultima
località (segnavia un pallino azzurro pieno).
Il tracciato scavato nella roccia scende ripido. Si
raggiunge un tratto panoramico sul mare, tra lecci e macchia mediterranea. Il sentiero è piuttosto
sconnesso, ma evidente e segnato. A un bivio si
prosegue a sinistra. Nei pressi di una casa si entra
in una strada prima sterrata, quindi cementata. In
mezz’ora circa si arriva dal bivio a Deiva Marina.
Zafferano Ligure
è una specie endemica
della Liguria ad areale limitato alle Alpi
Marittime e Liguri ed
all’Appennino Ligure; la
specie è presente tra
200 e 1200-1300m, in
prati, lande, radure o
orli boschivi. Evita accuratamente le esposizioni più assolate alle
quote inferiori e quelle
più fredde ed ombrose alle quote superiori.
L’habitat è rappresentato
da formazioni erbacee
secondarie derivanti da
antica distruzione di foreste di lecci, di querce
o di faggi.
Fiorisce in autunno, da
metà settembre a metà
novembre; i fiori sono
viola, dalle diverse tonalità, dal viola cupo sin
quasi al bianco; emergono vivacemente tra l’erba ormai ingiallita o tra
le foglie degli alberi già
cadute al suolo. Proprio
gli stimmi erano impiegati popolarmente come
surrogato del vero zafferano (Crocus sativus),
pur non raggiungendo
le stesse qualità aromatiche e cromatiche.
Difficoltà:
E da Deiva a Pian di Serro,
T da Pian di Serro a Costa
di Framura
Periodo consigliato:
tutto l’anno (tranne le calde
giornate estive)
Durata del percorso:
3h
Caratteristiche:
panoramico,
paesaggistico, ambientale o botanico
(macchia mediterranea, pineta a pino marittimo, orto
botanico)
3
Deiva-Pian di Serro-Orto Botanico-Framura
Un percorso vario, immerso nella macchia mediterranea.
Un cammino tra panorami sul mare e ambienti boschivi
con possibilità di sosta in un suggestivo balcone sul mare.
Un istruttivo orto botanico segnala le rilevanti particolarità vegetali della zona.
In questa pagina: panoramiche e corbezzoli
Accesso e punto di partenza
dalla stazione ferroviaria di Deiva Marina scende la strada asfaltata che si ricollega con la
principale, diretta in paese. La si attraversa per
oltrepassare il ponte che scavalca il torrente. La
strada prosegue verso il mare; oltre l’arco del
ponte ferroviario si prende la prima strada a sinistra. Oltre il primo tornante si individua sulla
sinistra uno slargo in terra battuta. Un cartello
indica il sentiero per Framura e Pian di Serro. Si
parte in salita; lungo l’intero percorso non sono
presenti segnavia.
Si sale per il sentiero fiancheggiato nel primo tratto
da una fitta vegetazione, mantenendosi sulla traccia
principale. Presa velocemente quota, un brevissimo
tratto in piano precede un tornante per poi salire
diretto verso nord. Si intravede il mare tra la vegetazione, le rocce chiare di arenaria e il panorama
esteso sull’orizzonte. Si continua a salire, con squarci panoramici che si spalancano improvvisamente
fra i pini marittimi.
Si raggiunge una zona in semipiano dove è posta
una panchina in legno e poco più avanti una casa
in località
Pian di Serro (298m /1h)
Seguendo il tracciato che costeggia le recinzioni nei
pressi della casa si incrocia un bivio con tre diramazioni; quella suggerita è a destra e procede verso
il mare lungo un’ampia sterrata verso l’orto botanico per poi scendere ancora agevolmente fino a un
tornante caratterizzato da un vecchio traliccio; da
qui prosegue lo sterrato, segnalato da un cartello per
Framura. Lungo il tragitto è ampia la panoramica sul
mare e numerose le piante di corbezzoli.
Guadagnata l’altra propaggine del monte e procedendo in piano si giunge in circa 20’ a un area
attrezzata per la sosta, con panchine e cartelli
espositivi. Di fronte, a sud, la deviazione per l’orto
botanico: in pochi minuti si scende verso una stupenda balconata sul mare; il piccolo orto botanico
è sempre aperto e permette di riconoscere le specie
della zona.
Tornati sulla strada principale si procede ancora in
piano sullo sterrato, mentre si intravedono le abitazioni di Framura. Incrociata la rotabile, una deviazione verso mare condurrebbe alle frazioni più
basse di Framura mentre proseguendo in salita verso
sinistra si arriva a
Foce del Prato (327m/ 2h 15’)
Si sale sino a un’azienda agrituristica, dal cui posteggio il tracciato riprende lungo il vigneto verso
sinistra sino a condurre in un bosco dove un sentiero più ampio, prima pianeggiante e in discesa poi,
porta in frazione
Costa (280m /2h 30’)
che offre una bella panoramica sul comune di
Framura e le sue numerose frazioni. Da qui si raggiunge la stazione ferroviaria vicino al mare preceduta da alcuni ristoranti.
L’orto botanico
di Punta Apicchi
Un orto botanico per presentare le piante più importanti presenti nei SIC
Deiva - Bracco - Pietra
di Vasca - Mola, Monte
Serro, Costa di Bonassola
- Framura e Guaitarola.
Una serie di aiuole, corredate da indicazioni del
nome scientifico e da
quello in italiano, includono piante erbacee e
arbustive: due aiuole raccolgono specie aromatiche quali il rosmarino, la
nepitella, la santoreggia,
il timo.
Ancora due aiuole per gli
arbusti della macchia mediterranea: lentisco, mirto,
alaterno. L’aiuola delle pirofite ospita quelle piante
particolarmente resistenti
agli incendi: quercia da
sughero, erica, corbezzolo C’è quindi l’aiuola
delle serpentinofite. cioè
delle piante tipiche degli
ambienti ofiolitici: crespolina ligure, ginestra di
Salzmann, euforbia spinosa ligure, bosso. La settima aiuola ospita specie
tipiche degli ambienti rupestri quali l’ombelico di
Venere, la valeriana rossa,
il cappero. Sono piante
che riescono a insediarsi
nelle fessure dei muri e
riscontrabili anche nelle
città. Due aiuole, infine,
per le piante utilizzate
per scopi medicinali o
alimentari.
A fianco: un’area di sosta.
Periodo consigliato:
tutto l’anno
Durata del percorso:
1h
Caratteristiche:
botaniche (estesa pineta
a pino marittimo)
4
Anello del Monte Guaitarola
Il Cladieto
Il Cladieto è una comunità vegetale estremamente
rara in Liguria e in via
di rarefazione nel resto
d’Italia; le formazioni
dense di falasco (Cladium
mariscus) circondano laghi o pozze e le buone
capacità colonizzatrici di
questa specie ne permettono la diffusione su vaste aree dette falascheti.
Queste cenosi sono assai
rare specialmente nelle
regioni meridionali poiché tale entità preferisce
climi decisamente freschi.
Specie rizomatosa, provvista di fusti cilindrici,
foglie lineari, finemente
seghettate ai margini,
ha fioriture da maggio a
settembre; i fiori piccoli e numerosi, di colore
ferrugineo, sono disposti
in pannocchie. Cladium
deriva dal vocabolo greco “klados” che significa
branchia, mentre l’epiteto
specifico, di origine latina, significa “di palude”.
10
Un breve percorso in un habitat privilegiato della pineta
a pino marittimo. Un itinerario che rappresenta anche
durante le calde giornate estive una piacevole passeggiata.
Accesso e punto di partenza
Sulla strada provinciale che collega Levanto con
la località Baracche si raggiunge un evidente
slargo su una strada in cui vecchie asfaltate si
incrociano.
La località è detta Foce di Vaggi. Una larga
sterrata parte in lieve salita in direzione sud-est.
Non esiste alcun tipo di segnavia.
Il sentiero procede in salita su largo sterrato. Il paesaggio è caratterizzato in questo tratto dalla pineta
a pino marittimo, albero che ricopre estese aree
del Levante e della Liguria grazie alla sua facile
adattabilità e alla diffusa coltivazione da parte dell’uomo.
Al termine della salita si raggiunge in breve la zona
denominata
Pian del Lago (675m/20’)
Il lago è rappresentato da una zona umida, considerata molto interessante per via del bosco paludoso, ricco di ontani e da una formazione a falaschi,
specie rarissima in Liguria.
La presenza dell’acqua è dovuta a diverse sorgenti
che alimentano il torrente Deiva e il fiume Vara.
Proprio in questo ambiente è possibile individuare
la rana italica e il tritone alpestre.
Si segue oltre il lago il tracciato evidente che, superato un tornante, si dirige verso destra.
Il sentiero prosegue in costa sulle pendici del monte Guaitarola.
Oltre al predominante pino marittimo, la vegetazione è caratterizzata dalla presenza della ginestra
detta di Salzmann e dalla crespolina ligure.
Costeggiate le pendici del monte Guaitarola l’ampio sentiero si ricongiunge alla mulattiera di partenza (1h).
Il pino marittimo
Il pino marittimo (Pinus
pinaster) può raggiungere altezze fino a 40
metri. Non sempre i
suoi fusti (che possono
misurare un metro di
diametro) sono curvati.
Caratteristica è la chioma, a conferire all’albero la classica sagoma a
fungo.
Non sono alberi che vivono a lungo: l’età media è compresa fra i 150
e i 200 anni. Si tratta di
specie fragili, soggette non solo a incendi
ma pure agli assalti di
parassiti quali, in particolare, la cocciniglia
(Matsucoccus feytaudi),
che si insedia sulla parte
viva della corteccia succhiandone la linfa.
Nella pagina precedente e in alto: la pineta del Guaitarola. Sopra: la rana italica.
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Periodo consigliato:
sempre tranne le calde
giornate estive
Durata del percorso:
2h
Caratteristiche:
panoramiche, botaniche
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Bonassola - Salto della Lepre - Framura
Crespolina ligure
La
crespolina
ligure (Santolina ligustica
Arrigoni) è una specie esclusiva dei terreni rocciosi ofiolitici.
Presente talvolta in
compagnia della ginestra di Salzmann, è caratterizzata da una fioritura (maggio-luglio) a
capolini bianchi. Il suo
ambiente è la macchia
mediterranea, o comunque terreni soleggiati,
fino a 600 metri circa
di altitudine.
In alto: un’orchidea fotografata lungo il sentiero.
A fianco: scorcio maremonti
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Vedute dall’alto su piccole baie e tratti nel bosco di pino
d’Aleppo caratterizzano scenari e panorama di questo itinerario. La macchia mediterranea avvolge il piccolo promontorio del Salto della Lepre che offre una veduta sulle
coste circostanti. Una piccola farfalla protetta dal nome
complesso (Euplagia quadripunctaria) frequenta questa
zona.
Accesso e punto di partenza
Al termine della spiaggia di Bonassola, verso
ponente, una passerella sale a un belvedere attrezzato con panchine. Una salita mattonata sulla destra conduce a una chiesetta. Si segue la
gradinata che fiancheggia dapprima la chiesa e
raggiunge quindi una strada rotabile. Il sentiero
dopo un breve tratto in piano prosegue a sinistra
per una scala in cemento. Una scritta azzurra
indica Framura e Salto della Lepre. Segnavia un
pallino azzurro (non sempre ben visibile).
Si sale tra gli ulivi per scale di cemento e si raggiunge uno sterrato che si risale camminando in
parallelo alla costa. In corrispondenza di una casa
recintata e di un tornante la strada sterrata prende
verso nord. Oltre un recinto, una scala in pietra e
cemento risale a sinistra. Il sentiero si snoda tra ulivi
e recinzioni, per un lungo tratto in piano fra tratti di
macchia mediterranea e pinete e a pino d’Aleppo.
Al termine di una dolce salita ci si trova a un bivio;
prendendo a sinistra si scende in pochi minuti al
Salto della Lepre (120m/30’)
punto panoramico a picco sul mare con terrazze e
scalinata per scendere al mare. La macchia mediterranea in questa area è piuttosto fitta, tra l’erica, il
cisto e i corbezzoli è possibile notare il profumato
elicriso e la crespolina ligure. Si prosegue ancora
verso nord. Il tracciato principale conduce quindi
a un altro bivio al termine del tratto in piano. Si
segue a destra per incrociare dopo breve tratto un
casolare diroccato. L’ampio tracciato taglia in piano
verso nord e raggiunge uno slargo con una graziosa
casetta alla
Sella di Carpeneggio (132/1h)
La strada per Framura si sviluppa a sinistra verso
Ponente, mentre procedendo a Levante si tornerebbe a Bonassola. L’ampio sterrato prosegue in discesa fino a una deviazione che sale a destra. Si
oltrepassa un sentiero tra la roccia scura, si sale
dolcemente nel bosco e si percorre una scala di
roccia gradinata. Un lungo tratto attraversa il bosco di lecci e pini. Oltre una discesa, e passato un
ponticello in ferro, si intravedono alcune case: lo
stretto tracciato passa in piano in costa tra orti coltivati e costruzioni. Passate le abitazioni si incrocia
una sterrata in località Salice (1h 30’). Per scendere
a Framura si prende la piccola strada asfaltata in
direzione mare. Oltre la rotabile il sentiero scende
ripido nel bosco, oltrepassa un torrente e riprende in salita fino a raggiungere un tratto in costa
sul mare attrezzato con passamano in legno. è un
tratto che offre diversi angoli panoramici sul mare
e su piccole baie. Particolarmente interessante è il
panorama nei pressi di un grosso masso, anche se
si raccomanda massima attenzione per via dello
strapiombo oltre il ciglio. Al termine del bosco il
sentiero stretto ed esposto su scogliera passa tra la
fitta vegetazione e approda infine alla strada asfaltata. Seguendo la carrozzabile una piccola deviazione verso mare conduce alla suggestiva spiaggia
di Portopidocchio: una comoda passerella conduce
in questa baia, caratteristica per la sua sabbia rossa.
Tornati sulla rotabile si raggiunge la scalinata che
scende alla stazione ferroviaria di Framura (2h).
Il pino d’Aleppo
Il pino d’Aleppo (Pinus
halepensis) cresce spontaneamente nel Levante
ligure, ma solo in rari
casi - cioè in quest’area
e sul promontorio del
Caprione - sviluppa autentici boschi. Più facile
è individuarne singoli o
sparuti esemplari lungo
le coste caratterizzate
da ambiente rupestre.
La sua tipica chioma
dal colore verde chiaro contribuisce in ogni
caso a fornire un tratto
esclusivo al paesaggio,
ché gli ambienti prediletti da questo albero risultano per contro ostili
ad altre specie.
Qui sotto: uno splendido esemplare di Euplagia
quadripunctaria
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Periodo consigliato:
sempre tranne le calde
giornate estive
Durata del percorso:
2h 30’
Caratteristiche:
panoramiche,
botaniche,
paesaggistiche (da paesaggi
ambientali e marini a quelli
architettonici dei paesi sul
mare del Levante ligure)
1
1
10
1
Sotto: la scogliera di Punta Mesco. In basso: panorama di Levanto
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Levanto - Punta Mesco - Monterosso
Siamo alle porte delle Cinque Terre, ma la suggestione
offerta da questo lembo di terra sul mare non è inferiore.
Da Punta Mesco si gode un panorama d’eccezione su
tutte le Cinque Terre mentre il mare è di notevole pregio
per i suoi fondali.
Accesso e punto di partenza
a Levanto si segue il lungomare verso est. Nei
pressi di un porticato una scalinata in cemento
(Salita San Giorgio) conduce all’omonimo castello del XIII secolo. Oltre il castello medioevale,
un’ampia mulattiera sale in direzione Levante,
contrassegnata dal segnavia “bande rossa e bianca” e dal numero 1.
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Il tracciato prosegue in salita. Al termine della mulattiera, una gradinata in cemento fiancheggia ville e
giardini. Il sentiero, ampio e ben tenuto, passa quindi
tra terrazze coltivate a ulivo, mentre la vista si apre
sui promontori di Ponente. Si sale ancora, tra orti e
qualche abitazione, per raggiungere la strada carrozzabile. Incrociata la rotabile si sale per circa 500m
fino alla scalinata che scende verso Punta Mesco. Le
scale in pietra conducono su un piccolo tracciato,
tra graziose case con una notevole vista sul mare.
Oltre le case, una lieve discesa affiancata da alcune
recinzioni, case e orti conduce nel bosco.
Il tracciato monta ripido con una scalinata in pietra.
Il bosco in questo tratto si infittisce, anche qui la
presenza della macchia mediterranea è forte e numerosi sono i tratti a leccio.
Raggiunto il piano si aprono alcuni punti panoramici a picco sul mare molto suggestivi. Il sentiero
è stretto, occorre prestare attenzione, ché oltre la
vegetazione la scarpata scende a picco sul mare. I
fondali, visibili dall’alto in questo tratto, sono ricchi
ché lo scarso sfruttamento dell’uomo ha favorito in
questa area il mantenimento di specie marine protette quali le gorgonie (Gerardia savaglia), i pesci
Hippocampus e il Pinna nobilis.
Al tratto aereo e panoramico sul mare segue un
lungo segmento in piano, nel bosco, in presenza di
una discreta macchia mediterranea che comprende
il mirto e l’erica arborea. La pineta comprende alcune zone a pino d’Aleppo.
Oltrepassato il contrafforte roccioso in corrispondenza della propaggine del promontorio, la vista si apre
verso tutta la costa a Levante comprese le Cinque
Terre. Qui si incrociano altri itinerari. Scendendo si
raggiunge la deviazione che in pochi minuti conduce a
Punta Mesco (319 m/2h)
punto panoramico di grande suggestione, dal quale
l’occhio può spaziare dalle Cinque Terre fino all’isola del Tino. Sul promontorio si trovano i resti della
chiesa di S.Antonio e la struttura dimessa del vecchio faro e dell’abitazione del guardiano. I ruderi
della chiesa risalgono probabilmente ad un eremo
fondato dai monaci agostiniani intorno al XIII secolo che, abbandonato nel XVII secolo, ha subito un
progressivo abbandono.
Ritornati sul tracciato principale la discesa, per
Monterosso procede ripida lungo il sentiero contrassegnato con il numero 10 (segnavia banda rossa bianca). La scalinata a gradoni si alterna a tratti
di sentiero. Giunti nelle vicinanze di Monterosso
si incrocia più volte una rotabile che viene infine
affiancata. Oltre un cartello si scende in breve al
lungomare di Monterosso.
Le rocce
di Punta Mesco
Il promontorio di Punta
Mesco presenta sostanzialmente due realtà
geologiche: nella parte
a mare prevalgono le
arenarie (sono quelle
del Gottero) e gli scisti argillosi; nella parte
più interna affiorano
per contro le ofioliti
tipiche dell’Unità del
Bracco,
comprendenti gabbri e serpentiniti.
Quest’ultimo tipo di
roccia deve il suo nome
alla sua tonalità grigioverdastra che richiama
appunto il colore caratteristico dei rettili.
La Ginestra
di Salzmann
La ginestra di Salzmann
(Genista
salzmannii
D.C.) è caratterizzata
dal suo aspetto spinoso
e da “cuscini” di diametro compreso fra i 30 e
i 60 cm. Specie endemica dell’area tirrenica
compresa fra Liguria
di Levante, Toscana,
Corsica e Sardegna, la
ginestra di Salzmann
cresce in ambiente roccioso (in particolare su
substrati ofiolitici) fino
a 1000 metri di altitudine.
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Altre vie per conoscere la Rete
Natura 2000 della Riviera Spezzina
Centro regionale per la fauna minore di Sarzana
Ospita acquari e terracquari contenenti specie importantissime per la conservazione della
biodiversità. Il centro si può visitare accompagnati da esperte guide naturalistiche, in grado di svelarne tutti gli affascinanti segreti.
Il centro non è l’unico laboratorio di vita che si trova nei pressi di Sarzana; intorno al
vicino lago perifluviale sono stati infatti creati stagni didattici per l’osservazione e la conservazione di anfibi e uccelli legati agli ambienti acquatici. Il sentiero dei laghi, raggiungibile a piedi dal centro cittadino, costeggia il lago Pallodola e consente un’agevole visita
agli stagni, seguendo i chiari pannelli esplicativi dislocati lungo il cammino.
Centro Regionale Fauna Minore – Centro Studi sulle Aree Protette e gli Ambienti fluviali
Via Paganino 19038 Sarzana
Tel 0187626172
http://retenatura2000.parcomagra.it
Altri centri di riferimento
Nella zona esistono anche un laboratorio per la ricerca e la didattica sulla fauna delle grotte (Quaratica), alcuni sentieri attrezzati per la visita delle grotte e dei fenomeni carsici (Pignone - Riccò del Golfo), una foresteria di servizio alle visite e
alle ricerche attinenti ai SIC (Calice al Cornoviglio) e un centro di Documentazione
ed elaborazione del Germoplasma nel comune di Bonassola, nonché il Centro di
Esperienza dell’Orto Botanico di Montemarcello che sorge sulla vetta di Monte Murlo
(365 m.s.l.m.) nel territorio del Caprione in un area di notevole pregio floristico.
SIC Point c/o Museo Civico di Storia Naturale di Genova A. D’Oria
Il Museo di Storia Naturale, vero e proprio monumento dalla scienza e alla natura ligure, si arricchisce di uno spazio permanente di informazione sugli ambienti naturali e sulle specie animali e vegetali
d’interesse comunitario presenti nel territorio ligure. Si tratta di una struttura dinamica con momenti
di animazione scientifica e culturale, che consente l’utilizzo di strumenti multimediali, incontri e
interviste, diversificando le offerte informative e didattiche sulla base delle tipologie dei visitatori,
sempre coniugando rigore scientifico e semplice divulgazione.
Osservatorio Regionale Ligure per la biodiversità e le misure di conservazione della Rete Natura 2000
Iniziativa della regione Liguria e del DIPTERIS dell’Università di Genova, ha la funzione di raccogliere, validare e archiviare i dati naturalistici: di pianificare il monitoraggio delle specie e degli habitat
liguri d’interesse comunitario; di predisporre una lista rossa delle specie e degli habitat che risultino
particolarmente vulnerabili o minacciati di estinzione.
Pubblicazioni
• Biodiversità in Liguria - La rete Natura 2000 anno 2002 a cura della Regione Liguria
• Guida alla conoscenza delle specie liguri della Rete Natura 2000 schede per il riconoscimento, la gestione ed il monitoraggio. anno 2006 a cura di Regione Liguria
• “Siti della Rete Ecologica Europea nel Parco di Montemarcello-Magra e bassa Val di
Vara - 5 itinerari per conoscerli”. Anno 2006 a cura di Ente Parco di MontemarcelloMagra
•Orientarsi a Levante - orienteering nei siti di importanza comunitaria:
Guaitarola, M.Serro, Costa di Bonassola - Framura. Anno 2006 a cura della Comunità
Montana Riviera Spezzina
•Guida ai Siti d’Importanza Comunitaria Deiva - Bracco - Pietra di Vasca - Mola
Guaitarola, M.Serro, Costa di Bonassola - Framura. Anno 2006 a cura della Comunità
Montana Riviera Spezzina
• Incontri con la Natura in Liguria anno 2005 a cura di Regione Liguria
• Valori e rarità della Flora Ligure anno 2005 a cura di Regione Liguria
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1
2
2
Note per l’escursionista
✓ Rispetta l’ambiente: non abbandonare rifiuti; evita i rumori inutili; non
abbandonare il percorso per non causare danni alle specie protette e
alle colture e per non rischiare di smarrirti.
✓ Indossa abiti e calzature adeguate al tipo di escursione che vuoi effettuare.
✓ Porta con te una mantellina antipioggia e un kit per il pronto soccorso.
✓ Tieni presente che uno zaino grande distribuisce meglio il peso.
✓ Parti con una scorta d’acqua adeguata. Difficilmente ne potrai trovare
altra lungo il percorso.
✓ Non sottovalutare le difficoltà del percorso e attrezzati di conseguenza.
✓ Valuta tempi e difficoltà di percorrenza per non farti sorprendere dall’oscurità.
✓ Informati sulle condizioni meteo e non trascurarne mai la variabilità.
Come leggere la Guida Pratica
La difficoltà di ciascun itinerario è segnalata dal colore del riquadro posto
a fianco del titolo della scheda, secondo la legenda sottoriportata (il riquadro, col numero progressivo del percorso, è riportato anche nella cartina
generale):
1 Turistico (T) 1 Escursionisti medi (E) 1 Escursionisti esperti (EE) 1 Difficoltoso (EEA)
I tempi di percorrenza indicati sono relativi al senso di marcia degli itinerari descritti; essi tengono conto delle caratteristiche di un escursionista mediamente allenato e prevedono brevi soste per le osservazioni e il ristoro.
I box con il tassello
descrivono le principali realtà del Sito di Importanza Comunitaria interessato dal sentiero descritto.
Come si arriva
Con i mezzi pubblici
Per conoscere gli orari e
le combinazioni di acces
corriera:
www.orariotrasporti.regio
In automobile (principali a
Autostrada A12
(Genova-Livorno)
SP 1 Aurelia
Legenda della cartina
SIto di Importanza Comunitaria
Sentieri descritti nella Guida
Ferrovia
Autostrada
Viabilità veicolare
Numeri di emergenza
Emergenza
infortuni
2
118
2
Segnalazione
incendi boschivi
4
1515
3
5
e “comporre”
sso (treno e/o)
one.liguria.it
accessi)
6
SIC e ZPS
della Liguria
Elaborazione cartina: Rino Dagostino
Guide pratiche dei Parchi
e delle Aree Protette liguri.
Collana a cura di Stefano Ardito
TITOLI PUBBLICATI
1 - Parco nazionale delle Cinque Terre
2 - Parco naturale regionale dell’Antola
3 - Parco naturale regionale dell’Aveto
4 - Parco naturale regionale del Beigua
5 - Parco naturale regionale di Montemarcello Magra
6 - Parco naturale regionale di Portofino
7 - Aree protette del Savonese
Parco naturale regionale di Bric Tana
Parco naturale regionale di Piana Crixia
8 - Aree protette costiere
Riserva naturale regionale di Bergeggi
Area protetta regionale Giardini Botanici Hanbury
Riserva naturale regionale dell’Isola Gallinara
Parco naturale regionale di Portovenere
Riserva naturale regionale di Rio Torsero
9 - Alta Via dei Monti Liguri
10 - Area protetta provinciale Giardino Botanico di Pratorondanino
11 - Aree Protette del Finalese
12 - Aree Protette dell’Appennino Genovese
13 - Aree Protette della Riviera Spezzina
14 - Aree Protette delle Alpi Liguri
15 - Il Parco Urbano delle Mura
Guida pratica Aree Protette e Rete Natura 2000 della Riviera Spezzina
Testi Sara Montoli
Fotografie Attilio Arillo, Baghino, Marta Ballerini, Marsilio, Sara Montoli, Razzetti, Walter Schon,
Torricelli
Con la collaborazione di Marta Ballerini, Vincenzo D’Auria, Maura Maragliano, Elena Nicosia
Cartografia Daniela Blandino
Progetto Grafico Mario Benvenuto
Stampa Erredi Grafiche Editoriali - Genova
Edizione Galata s.r.l. - Genova - www.galataedizioni.it - [email protected]
Regione Liguria
Assessorato Ambiente
Dipartimento Ambiente
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In vendita esclusivamente con
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Direttore responsabile:
Lanfranco Vaccari
Registrazione Tribunale di Genova
n.7424 del 17/06/1924
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