La voce della scuola - ist. comprensivo travesio

annuncio pubblicitario
Istituto Comprensivo di Travesio
La voce della scuola
SOMMARIO
Impariamo a studiare
pag. 2
Primaria Travesio
La raccolta delle olive
Il nostro laboratorio di acustica
pag. 4
pag. 6
Escursione sul monte Ciaurlec
pag. 7
Canto per un sorriso
pag. 12
Scuola Secondaria di Primo Grado
Il Carnevale visto con gli occhi di alcuni ragazzi
pag. 16
L’amicizia
pag. 20
n.2
1
IMPARIAMO A STUDIARE
L’Istituto Comprensivo di Travesio si propone di fornire un supporto mirato ed
efficace di studio ai ragazzi che presentano un Disturbo Specifico di
Apprendimento.
Il gruppo di insegnanti che prende in carico il singolo alunno parte dalla
conoscenza della Diagnosi e dalla storia complessiva dello studente attraverso
uno studio costante dell’alunno stesso e un contatto proficuo con la famiglia e
con gli specialisti che hanno redatto la diagnosi.
Si passa quindi a programmare un lavoro specifico per questi alunni, a partire
dalla Scuola Materna, per poi proseguire nella Scuola Primaria e Secondaria di
I Grado.
In quale modo?
Organizzando dei gruppi di lavoro in cui si ritrovano docenti di tutti gli ordini di
scuola per studiare delle linee comuni di intervento e capire come muoversi
con i ragazzi in difficoltà e quali strategie attuare, tenendo presenti le possibili
risorse fornite dal territorio. I contatti con le famiglie interessate vengono
tenuti in modo costante e, all’aggravarsi dei problemi, anche in modo
ravvicinato.
Per fornire ai ragazzi DSA gli strumenti più corretti per proseguire bene gli
studi, nella seconda metà di giugno ,viene organizzato un corso specifico,
tenuto da un qualificato tecnico dell’apprendimento come la dott.ssa Padovan,
affiancata da uno dei nostri docenti. Con questo corso i ragazzi interessati
acquisiscono maggiore familiarità con il computer e la tastiera e con i sussidi
specifici per DSA.
I corsi sono stati attivati da due anni, con varie difficoltà soprattutto
2
economiche, ma con risultati finali più che soddisfacenti.
In seguito, quando questi giovani frequentano la Scuola Secondaria di I Grado,
devono essere di nuovo aiutati nel loro percorso di studio.
Con tutti i ragazzi, ma in particolare con i DSA, è sempre importante, per
arrivare alla comprensione degli argomenti, l’acquisizione anche di un metodo
di studio che li renda più sicuri e autonomi nel lavoro scolastico, a casa e a
scuola, ricordando che è necessario mettere buone basi per i successivi anni di
scuola superiore.
Gli allievi DSA hanno la possibilità di seguire altri corsi specifici un pomeriggio
alla settimana. I corsi sono sempre tenuti dalla dott.ssa Padovan nel nostro
laboratorio di informatica, coadiuvata da un docente.
In particolare, durante le lezioni pomeridiane, gli alunni:
-
imparano ad utilizzare il computer e i loro supporti tecnologi (chiavetta, il
buon lettore) ascoltando gli esperti e per imitazione poiché le tecnologie
sono per loro un elemento naturale;
-
sono a proprio agio nel manipolare le tecnologie digitali e quindi sfruttano
gli elementi iconici e procedono per prove ed errori;
-
tendono a condividere con gli altri compagni i differenti problemi e le
conquiste;
-
acquisiscono gli strumenti per costruire mappe , tabelle e schemi a
partire dai loro testi ed utilizzando gli argomenti che stanno affrontando
con i docenti nelle differenti discipline.
Lo scopo di questi corsi è quello:
-
di guidare gli alunni con DSA ad acquisire strategie per un uso
consapevole degli strumenti a propria disposizione, uso che permette
loro di economizzare il proprio tempo, imparare con maggior facilità e
soprattutto apprendere in autonomia.
-
di far comprendere meglio ai docenti che seguono i corsi le difficoltà che
incontrano i DSA quando devono affrontare i testi scritti e i sistemi che si
possono utilizzare per aiutarli a studiare in modo più corretto. Tali sistemi
( analisi corretta dei testi, costruzione di mappe e schemi..) vanno bene
poi anche per i ragazzi normodotati.
3
Primaria di Travesio
LA RACCOLTA DELLE OLIVE… IN FUMETTO!!
Martedì 21 Ottobre, noi alunni di classe terza A e terza B siamo andati a
raccogliere le olive nell’uliveto del signor Giannino, in località Vigna.
ALL’INIZIO…
SIAMO ARRIVATI NELL’ULIVETO DEL SIGNOR GIANNINO.
DOPO…
ABBIAMO FATTO MERENDA CON PANE CALDO E MARMELLATA ED UNA BELLA
FETTA DI CROSTATA.
IN SEGUITO…
IL SIGNOR GIANNINO HA MESSO LA RETE SUL PRATO SOTTO GLI OLIVI.
4
POI…
CI HANNO DIVISI IN GRUPPI E ABBIAMO RACCOLTO LE OLIVE.
ALLA FINE…
LE ABBIAMO SISTEMATE NELLE CASSETTE E ABBIAMO SALUTATO I NOSTRI
OSPITI.
5
Il NOSTRO LABORATORIO DI ACUSTICA
Classi terza A e B
6
27 NOVEMBRE 2014: ALCUNI “AFFIORAMENTI ROCCIOSI” TROVATI A VARIE
QUOTE DI ALTITUDINE DURANTE L’ESCURSIONE
AI PIEDI DEL COLLE DI SAN GIORGIO E SUL MONTE CIAURLEC
1100
MONTE CIAURLEC
1000
COLLE di SAN GIORGIO
900
500
490
480
470
460
450
440
430
420
410
400
390
380
370
360
350
340
330
320
310
300
290
280
270
260
250
240
230
220
480 metri s.l.m
475 metri s.l.m
470 metri s.l.m
440 metri s.l.m.
380 metri s.l.m
315 metri s.l.m.
285 metri s.l.m.
270 metri s.l.m.
225 metri s.l.m.
in località Rovai fenomeni di CARSISMO con rocce calcaree
sciolte e scavate dall’acqua: KARREN ( = CAMPI SOLCATI
) e MINIKARREN ; durezza 58
rocce calcaree arrotondate e bucherellate con frammenti di
rudiste
calcare fetido alla percussione, perché si è formato in un
ambiente con poco ossigeno;
breccia di calcare, roccia calcarea molto fratturata , fatta
di frammenti spigolosi, perché vicina ad un’altra grande
faglia a; l’acqua, percolando nella roccia, ha formato cristalli
di calcite; è presente terra rossa, che si origina quando c’è
calcare e ossido di ferro;
calcare con pirite; la presenza di pirite sta a indicare che
nell’ambiente c’era poco ossigeno; roccia molto dura: durezza
media 52
flysch : presenta alternanza di arenaria e di marna
(35 – 40 milioni di anni fa)
formato nell’EOCENE in seguito a frane sottomarine
sabbia del MIOCENE (10 milioni di anni fa)
presso la palestra di roccia contatto fra scaglia rossa* e
calcare**(*45 milioni di anni fa, PALEOCENE,in fondo al
mare, durezza media 28; ** 60 milioni di anni fa,
CRETACICO, durezza media 42) ;
presenza di una faglia, cioè di una fessura di qualche
chilometro; stratificazione verticale in seguito ai movimenti
della terra ;
ai piedi del Colle di S.Giorgio (prima quota rilevata con
altimetro)
conglomerati del MIOCENE (7 milioni di anni fa); durezza
media rilevata con il martello di Schmidt : 39
7
8
GLI STRUMENTI DEL GEOLOGO
L’ALTIMETRO:
PER INDIVIDUARE
L’ALTITUDINE SUL LIVELLO
DEL MARE
IL MARTELLO DI SCHMIDT o
SCLEROMETRO:
PER DETERMINARE L' INDICE
DI DUREZZA DI UNA ROCCIA.
LA BUSSOLA DA GEOLOGO
GEOMECCANICO:
STRUMENTO UTILE PER
RILEVARE CARATTERISTICHE
TECNICHE DELLA ROCCIA
ESSA PERMETTE DI
TROVARE LA DIREZIONE IN
CUI SONO ORIENTATE LE
ROCCE.
IL MARTELLO:
UTILE PER RACCOGLIERE
CAMPIONI GEOLOGICI
9
VARI TIPI DI ROCCE E PERICOLOSITÀ*
AI PIEDI DEL COLLE DI SAN GIORGIO
o
IL CONGLOMERATO (ROCCIA SEDIMENTARIA
FORMATA DA CLASTI TONDEGGIANTI, CIOÈ DA
FRAMMENTI DI ALTRE ROCCE); RISALE AL
MIOCENE (7 MILIONI DI ANNI FA).
* LA PERICOLOSITÀ DELLA PARETE È DOVUTA AI
GRANDI MASSI CHE, QUANDO ARRIVANO A TERRA,
ROTOLANO VELOCI (P 3).
SALENDO LUNGO LA STRADA A NORD DI S.ANTONIO
o
L’ARENARIA FINE, (DETTA FLYSH DI
CLAUZETTO), UNA ROCCIA SEDIMENTARIA
FORMATA DA SABBIA CEMENTATA. ESSA È
NATA DA FRANE SOTTOMARINE.
NEL TRATTO DI STRADA
PALESTRA DI ROCCIA
o
CHE
PORTA
ALLA
L’ARENARIA
IN
POSTO
(QUINDI
NON
TRASPORTATA): IL FLYSH CHE RISALE
ALL’EOCENE (40 MILIONI DI ANNI FA); VERSO
EST È MENO RUVIDA ED È PIÙ FRIABILE.
SOTTO LA PALESTRA DI ROCCIA
o
o
o
BLOCCO
CALCARE
O LISCIO
F
A
G
L
I
A
o
BLOCCO
CALCARE O
FRATTURATO
PRESENZA DI UNA FAGLIA, CIOÈ DI UNA
FRATTURA, TRA DUE BLOCCHI CHE SI
MUOVONO UNO CONTRO L'ALTRO E SI
DEFORMANO
LA SCAGLIA ROSSA DEL PALEOCENE,
COMPOSTA
DA
ARGILLA
E
CALCARE,
CONTENENTE
MINERALI
DI
FERRO,
PROVENIVA DAI FIUMI CHE TRASPORTAVANO
DETRITI FINI VERSO IL MARE (ROCCE
TERRIGENE = ROCCE CHE FORMANO LA
TERRA)
IL CALCARE, RICCO DI CARBONATO
CALCIO, È STRATIFICATO VERTICALMENTE
DI
PASSAGGIO
KT:
DAL
CRETACICO
AL
TERZIARIO, CON ESTINZIONI IMPORTANTI,
COME LA FINE DEI DINOSAURI, DELLE
RUDISTE E DI ALCUNI VEGETALI
*I GROSSI BLOCCHI IN ALTO ED IL VERSANTE A
STRAPIOMBO DETERMINANO UN ELEVATO GRADO DI
PERICOLOSITÀ ( P 4 ).
SCORRIMENTO VERTICALE
10
LUNGO LA STRADA
CALCARE CON PIRITE: LA SUA PRESENZA
INDICA CHE, QUANDO SI È FORMATO,
NELL’AMBIENTE C’ERA POCO OSSIGENO.
PIRITE
ANCORA PIÙ SU
QUESTA ROCCIA, CHE “FRIGGE” A CONTATTO
CON UNA GOCCIA DI ACIDO CLORIDRICO, È
COSTITUITA DA CALCARE. SE L’ANNUSIAMO,
PUZZA, PERCHÉ CONTIENE ZOLFO. ESSA
VIENE DEFINITA “FETIDA ALLA PERCUSSIONE”.
SICURAMENTE SI È FORMATA IN PRESENZA DI
SCARSO OSSIGENO.
PRIMA DI GIUNGERE ALLA LOCALITÀ ROVAI
BRECCIA DI FAGLIA: QUI IL CALCARE HA DEI
DEPOSITI ROSSI DI OSSIDI DI FERRO NELLE
FESSURE SCAVATE DALL'ACQUA. SIAMO IN
PRESENZA DI UN’ALTRA GRANDE FAGLIA.
OSSIDI DI FERRO
FOSSILI DI RUDISTE
ROCCE CALCAREE ARROTONDATE E
BUCHERELLATE CON FRAMMENTI DI RUDISTE
(MOLLUSCHI BIVALVI DALLA CONCHIGLIA
SPESSA)
NEL BOSCO
IL
FENOMENO
DEL
CARSISMO,
CARATTERIZZATO
DALLA
DISSOLUZIONE
(SCIOGLIMENTO) DELLE ROCCE CALCAREE
PER OPERA DELLE ACQUE PIOVANE.
L’ACQUA IN TANTISSIMI ANNI HA SCIOLTO E
SCAVATO LA ROCCIA, FORMANDO DELLE
SPECIE DI CANALI, I KARREN ( CAMPI SOLCATI
) E, PIÙ PICCOLI, I MINIKARREN.
IL CARSISMO PRENDE IL NOME DAL CARSO,
ZONA DELLA NOSTRA REGIONE VICINO A
TRIESTE, IN CUI LA ROCCIA CALCAREA VIENE
APPUNTO SCIOLTA E SCAVATA DALL’ACQUA.
11
Scuola Primaria di Travesio
Classe V
CANTO PER UN SORRISO.
I ragazzi della classe V ,della Scuola Primaria di Travesio, nel periodo di
dicembre, hanno avuto l’onore di recarsi personalmente a conoscere i
piccoli amici della sezione di Oncologia Pediatrica dell’Ospedale di
Udine. I piccoli hanno portato i saluti della comunità in cui vivono,
un’offerta all’Associazione Lucas, dei canti e tanto affetto.
L’associazione LUCA è una ONLUS senza finalità di lucro. Si prefigge
esclusivamente finalità di solidarietà sociale e svolge la propria attività
nel campo delle malattie maligne dei bambini. La scuola di Travesio con
questa iniziativa “Canto … per un sorriso!” , che dura ormai da diversi
anni,
si propone di dare una mano alla
Associazione Lucas e di
sensibilizzare le nuove generazioni.
I ragazzi di quinta, accompagnati dalle loro maestre e dal prof. De
Marchi, hanno potuto visitare il reparto, osservare come vivono i loro
coetanei e, per lasciare un ricordo positivo, hanno cantato con entusiasmo
e molto gioia nel cuore.
I genitori e i compagni della classi prime della Scuola Secondaria di
Travesio hanno potuto ascoltare l’esibizione di questi ragazzi il giorno 23
dicembre 2014 presso l’Auditorium di Travesio.
12
Ora vi riportiamo alcune riflessioni dei ragazzi che si sono recati quest’anno
scolastico a Udine.
“ Quando stavamo cantando ho visto comparire,
sul volto dei bambini, uno splendido sorriso.
Quando sono finiti i canti i bambini e le persone
ci hanno applaudito. Nella mente però ho ancora
l’immagine di una bambina piccola che aveva
braccia, gambe, tronco e testa fasciate. Con
questa esperienza ho capito che siamo molto
fortunati ad avere la salute e che non dobbiamo
mai perdere le forze nella vita.” Desiré Meli
“Quei bambini all’inizio mi hanno fatto dispiacere perché erano tutti fasciati ma
dopo mi sono tranquillizzato perché ho pensato che erano come noi, solo con
qualche problema di salute. “Brian Biscontin
“ Mi ha molto sorpreso veder i medici andare in bicicletta per tutto l’ospedale e
vedere i bambini felici quando cantavamo.” Lorenzo Bortolussi
“ Dell’esperienza che abbiamo fatto a Udine conservo nel cuore il volto dei medici e
gli applausi alla fine dei canti.” Riccardo Casarotto
“Ero molto felice e mi batteva forte il cuore quando siamo arrivati anche se sono
rimasta scioccata nel vedere quei bambini ammalati. Quando cantavamo ho sentito
un’emozione forte. Alla fini siamo ritornati a scuola tutti entusiasti.” Giada
“ Abbiamo visto tanti bambini all’Ospedale di Udine e, al termine della nostra
esibizione canora, ho osservato che tutti avevano un sorriso, anche quelli che
all’inizi erano seri. “ Alice
“I bambini quando ci hanno visti non hanno detto niente ma, nei loro volti, c’era
qualche cosa di bello. “ Rahim
“Mi sono un po’ dispiaciuta nel vedere dei bambini piccoli e grandi in quelle
condizioni ma so che guariranno. Quando cantavamo i bambini erano contenti e
questo mi ha dato grande felicità.” Michela Cozzi
13
“E’ stata un’esperienza molto bella ma mi sono anche un po’ dispiaciuta perché quei
bambini erano malati: Dopo aver cantato una dottoressa ci ha spiegato che le
malattie erano curabili e quindi mi sono rallegrato. “ Francesco B.
“Abbiamo fatto un lungo viaggio con il pulmino, guidato dal nostro vigile Sante, e
quando siamo arrivati a Udine l’ex maestra di Linda ci ha accompagnato in una sala
dove eravamo attesi dalla dottoressa Margherita. Quando abbiamo cantato stavo per
piangere ma mi sono trattenuta. E’ stata una giornata emozionante e triste nello
stesso tempo.”
“ Questa esperienza è stata magnifica ma vedere tanti bambini che stanno male è un
po’ triste. Quando abbiamo cantato però un po’ di bambini, quelli che stavano
meglio, sono venuti a vederci ed è stato in quel momento che ho capito che li stanno
curando con amore e affetto. “ Anna Rosa
“Quando stavo cantando mi sentivo triste ma, allo stesso tempo, felice. Triste perché
vedevo molti bambini malati e felice perché riuscivamo a farli sorridere col nostro
canto.” Francesco Salerno
“ L’Ospedale di Udine è molto grande ma quando ho visto quella bambina piccola
tutta fasciata mi veniva quasi da piangere e vicino a lei c’era un altro bambino con
la fascia intorno al braccio. E’ stato molto bello ed emozionante quando abbiamo
cantato e tutti i bambini si sono avvicinati ad ascoltarci.” Gerard Mone
“Questa esperienza è stata per me molto significativa perché ci insegna ad
apprezzare tante cose che facciamo inconsciamente come andare a scuola, correre,
giocare o ridere con gli amici. Talvolta alcune di queste azioni ci possono anche
pesare. Ma quei bambini ricoverati in Ospedale come sarebbero felici solo di poter
andare a scuola normalmente? I medici cercano di rendere l’ambiente ospedaliero
più familiare arredandolo con figure che piacciono ai piccoli. Nonostante ciò si sente
che quei bambini stanno male. “ Francesco d’Antonio
“ penso che questa esperienza sia emozionante e bellissima perché vedi dei bambini
che stanno male ma ti senti anche bene perché sai che li possono curare. “ Elena
Nobile
“Spero che quei bambini guariscano dalla loro malattia perché stanno lottando con
tutte le loro forze ogni giorno per sopravvivere. Devono farcela in fretta per poter
vivere una vita serena e tranquilla. “ Sofia
14
“ E’ stata un’esperienza stupenda perché mi ha permesso di comprendere che quei
bambini stanno soffrendo ma avranno la possibilità di guarire e lì in Ospedale si
sentono anche come a casa loro.” Alice Sartorello
“ E’ stata un’esperienza impegnativa perché mi faceva pena vedere grandi e piccoli
con flebo, fasciature e cose varie. Ad un certo punto ho capito che erano bambini
come noi. Rispetto a loro mi sono sentita molto fortunata.” Lindi Bortoli
“ All’inizio il cuore mi batteva all’impazzata dalla paura e, mentre cantavo, mi
veniva da piangere. Dopo sono stata felice perché avevo la certezza di aver fatto
sorridere delle persone che lottano per vivere. “ Maddalena Carnier
“Ero molto emozionata all’idea di far sorridere dei bambini ammalati ma quando
stavamo cantando ho potuto vedere tanti bei sorrisi. In quei momenti mi sono sentita
molto felice.” Stella Martin
“ Era bellissimo riuscire a far sorridere e rendere felici dei bambini malati e tristi.
Con il nostro canto li abbiamo rallegrati e sui loro volti si vedeva un bel sorriso. “
Stella Brussatto
“Mi ha fatto piacere poter cantare per i bambini malati perché, in questo modo,
abbiamo donato qualche momento di serenità a loro e ai loro genitori che non li
lasciano mai. “ Paola
“ Quando siamo entrati in ospedale mi tremavano le gambe ma poi mi sono abituato.
Quando stavamo cantando c’era una bambina tutta fasciata in testa che mi
guardava. Dopo aver cantato siamo entrati in una stanza e la dottoressa Margherita
ci ha spiegato che cosa sono i globuli bianchi e i globuli rossi. Ci ha anche fatto
vedere le stanze che hanno preparato per ospitare i bambini malati di cancro.”
Mattia Menegon
15
Scuola Secondaria di I° grado
Travesio
Il Carnevale
visto con gli occhi
di alcuni ragazzi.
Carnevale da protagonista
Quest'anno per Carnevale ho deciso di salire sul carro di Travesio e ho anche aiutato i
grandi a costruirlo. Ho fatto la torre che si trova in basso, nella parte posteriore destra
del carro, quella più in alto e i tetti per le torri. Domenica 8 febbraio 2015, prima di
partire per la sfilata di Spilimbergo, ho visto il carro completato e mi è sembrato molto
bello, forse perché ci avevo lavorato di persona. Ero euforico perché era riuscito
veramente bene.
Arrivati a Spilimbergo sono andato a vedere i carri di Vajont, Montereale, Maniago e
Castelnovo.
Il carro di Vajont rappresentava una piramide con una sfinge color giallo, quello di
Montereale aveva la struttura della macchina dei Fliston, quello di Maniago voleva
presentare una casa degli orrori, mentre quella di Castelnovo raffigurava un grande
fiocco di neve.
Noi avevamo costruito il castello della Disney e tutti gli occupanti erano vestiti con i
costumi dei personaggi dei cartoni animati più amati della Disney. Io ero vestito da
Peter Pan !!!
Siamo partiti dalla stazione degli autobus e abbiamo sfilato lungo tutto il corso per
giungere alla fine in Piazza Duomo dove ci aspettavano numerose persone molto
rumorose. Alla fine della sfilata tutti i carri sono stati premiati e noi partecipanti
abbiamo festeggiato cantando e ballando con tutti.
E' stato un pomeriggio divertente perché l'ho trascorso con un'allegra compagnia,
circondato da gente spumeggiante e c'era bel tempo. Solo verso la fine della giornata
si è alzato un vento freddo e fastidioso.
Ora aspetto il Carnevale di Maniago e spero di rivivere questa bella emozione.
( Cominotto Simone – 1 C)
16
IL CARNEVALE.
Il Carnevale è da sempre la festa dei bambini, ma
coinvolge anche gli adulti. Anzi si potrebbe dire che è un
modo per i grandi di ritornare bambini, allegri e
spensierati.
Un paio di anni fa io e la mia famiglia, durante il periodo
di Carnevale, abbiamo deciso di andare a Venezia per
partecipare ad uno dei Carnevali più famosi d'Italia.
Dopo un'oretta di treno stavamo quasi arrivando a Venezia e quando abbiamo passato
Mestre e devo dire che attraversare la laguna sui binari mi ha emozionato parecchio.
A piedi, per le viuzze e le calli di Venezia animate da gente mascherata allegra e
desiderosa di condividere con altri le proprie emozioni, abbiamo raggiunto Piazza San
Marco, piena di tipiche maschere veneziane e non solo.
Giunti in piazza ho notato subito il campanile e tanta gente mascherata che si
divertiva con i coriandoli e le stelle filanti. Mi è venuta voglia di aggregarmi agli
schiamazzi della folla divertita. Quel giorno mi ero mascherata da “Principessa” e mi
sentivo proprio di esserlo. Mi sembrava che quella Piazza fosse il mio regno e la gente
il mio popolo. In poche parole mi sono sentita come fossi la Principessa Sissi. E' stato
tutto bellissimo e veramente divertente, ho vissuto una giornata inserita in
un'atmosfera da favola.
Il Carnevale è una festa per tutti e deve essere vissuta senza risparmio di energie.
Questo periodo per grandi e piccini deve essere la festa più gaia , più colorata, più
mascherata e più “coriandolata” dell'anno.
( Angelica De Carlo 1^ C)
IN MASCHERA COL COSTUME PIU’ BELLO
Lo scorso febbraio sono andato a Spilimbergo per partecipare alla sfilata di Carnevale.
Lungo il corso ho visto sfilare tanti carri colorati e tanta gente mascherata.
La maschera che mi è piaciuta di più però è stata la mia. Mi ero vestito da militare con
il fucile a pallini e gli anfibi che usava mio papà quando era militare.
A me, in particolare, è piaciuto il carro di Lestans: ero stupendo e molto colorato. I
figuranti erano vestiti da lumache ma non viscide e brutte. Erano piccoli, medi e
grandi e tutti colorati.
Sia lungo il corso che in piazza Duomo c'erano coriandoli che
volavano, gente che parlava, applaudiva o fotografava.
Secondo me erano tutti matti perché erano agitatissimi come
non so che cosa.
Finita la sfilata con tutte le premiazioni, ho visto la piazza
liberarsi pian piano.
Ad un certo punto ho notato una piazza deserta, quasi fossi
piombato in una città disabitata.
(Bagnariol Johnny – 1^ C)
17
IN MASCHERA CON AMICI E PARENTI
Alcuni anni fa con Giulia, Costanza e i rispettivi genitori ci siamo trovati al parco giochi
di Travesio per festeggiare il Carnevale. Per quella occasione noi ragazze c'eravamo
travestite tutte e tre da spagnole.
I nostri abiti non erano uguali ma assieme stavamo proprio bene. Il mio abito era
tutto rosso e avevo una rosa finta tra i capelli.
Alla festa avevo portato anche il mio cagnolino Spank che anziché giocare con noi si
metteva a mangiare le pigne ed io dovevo toglierle dalla sua bocca. Noi ragazze ci
siamo divertite a lanciare coriandoli e stelle filanti, a rincorrerci all'interno del parco e,
ogni tanto, a mangiare i crostoli.
Un anno con i miei genitori e parenti vari sono
andata a vedere la sfilata dei carri ad Osoppo.
Io mi ero travestita da principessa con una abito
fucsia. Il vestito era formato da una gonna molto
vaporosa, un corpetto, una mantella di raso e sui
capelli avevo anche una stupenda coroncina.
Mio fratello invece indossava un costume da
pirata e, per stare in tema con lui, mia cugina
aveva scelto di trasformarsi in “piratessa”.
Durante la sfilata noi ragazzi ci divertivamo a lanciare i coriandoli contro dei pagliacci
che erano sopra un carro. Forse la battaglia non era adatta a una principessa come
me, ma in quel momento non ci ho pensato per niente.
Io sono riuscita a prendere un peluche che alcune maschere lanciavano sulla folla da
un carro.
Mi ricordo anche i bei balletti e i maestosi carri di cartapesta che sfilavano lungo le vie
del paese, lasciando a bocca aperta le persone presenti.
Io penso che il carnevale oltre che una tradizione sia una bella festa perché ci dona
allegria e spensieratezza e ci permette, travestendoci, di assumere le sembianze del
nostro personaggio preferito. ( Nassutti Sofia – 1^C)
RICORDI DI SCUOLA E NON SOLO.
Carnevale per me è una festa speciale perché ho tanti ricordi di quando ero piccola,
ricordi familiari e scolastici.
Per incominciare mi ricordo il mio primo Carnevale all'asilo di
Travesio. Mi ero travestita da Pagliaccio con un vestito fatto in casa,
con tessuti vecchi ma assemblati molto bene per cui ero bellissima.
Il secondo anno mi sono calata nei panni di una fatina e, proprio come
una fata che si rispetti, avevo il cappello a punta, una camicetta, una
gonna blu decorata con stelline dorate. E non poteva mancarmi la
bacchetta magica con una stella nella parte finale e tanti brillantini
dorati.
Per l'ultimo Carnevale dell'asilo indossavo un costume fatto da mia mamma e le era
venuto proprio bene.
18
Oltre a scuola anche a casa festeggiavo il Carnevale
riempiendo alcune stanze di coriandoli e stelle filanti e
poi, con i genitori, mi recavo a Maniago per vedere la
sfilata dei carri mascherati. Alcuni carri mi hanno
colpito per la forma e i colori. Io ero piccola, stavo sul
marciapiede e tenevo la mano di mio papà mentre i
carri giganteschi e coloratissimi ci sfilavano davanti.
Dai carri proveniva una musica quasi assordante e
sopra tanti ragazzi ballavano felici. Su un carro
spiccavano due statue gigantesche quelle di Asterix e
Obelix. C'era anche il carro dei Puffi e quello dei
panda che si arrampicavano dentro una gabbia
gigante e molto solita.
La sfilata dei carri a Maniago è davvero speciale e chissà se quest'anno ci andrò. Mi
piacerebbe tanto !!!
Quando ho iniziato la scuola Primaria pensavo che il carnevale fosse divertente solo
per mangiare qualche crostolo o andare a fare un corsa in cortile invece non è stato
così.
Il giovedì grasso abbiamo indossato i nostri costumi colorati e molto variopinti e siamo
andati tutti assieme a fare una passeggiata per Travesio, inondando le vie principali di
coriandoli, stelle filanti e tanta allegria. L'ultima sorpresa è stata quella di fermarci nel
cortile della Dirigente per farle una sorpresa di...Carnevale.
E' stata una giornata bellissima che con la gioia mia e di tutti i miei compagni si è
ripetuta tutti gli anni.
In quinta ho cercato di divertirmi il più possibile perché era l'ultimo anno che
festeggiavo a scuola. Con i compagni abbiamo tirato coriandoli e stelle filanti sulle
macchine delle maestre e sulle persone che trovavamo lungo le vie attraversate dal
nostro allegro corteo carnevalesco. Al rientro in classe abbiamo mangiato frittelle,
crostoli, torte, pop-corn, bevuto e brindato non con vino o birra ma con aranciata e
coca cola. L'ultimo anno passato in felicità e allegria tra amici e compagni di classe, è
un ricordo che rimarrà per sempre nei nostri cuori.
E così siamo arrivati alle “Medie”, ci siamo sparpagliati in tre classi prime e abbiamo
anche trovato compagni nuovi.
Nella mia classe attuale mi trovo bene perché ci divertiamo, alcuni fanno delle battute
senza far star male gli altri e così le giornate passano veloci e in allegria. Ogni tanto
alcuni di loro potrebbero anche smetterla.
Questa è la classe che desideravo avere, dove si passano le giornate imparando ma in
felicità, allegria e rispetto reciproco perché si scherza tutti assieme.
Dire che i professori sono come li pensavo fin dall'inizio, quando meditavo come
sarebbe stato bello essere alle “Medie”, è forse poco. La risposta esatta, anzi
esattissima è: UNA FAVOLA.
Logicamente la festa di Carnevale l’abbiamo
festeggiata a casa e con gli amici. A scuola abbiamo
cercato di capire l’origine del Carnevale e ognuno di
noi ha presentato ai compagni il suo Carnevale.
Florian, un nostro compagno di classe, ha fatto un
regalo a tutti i professori il giovedì grasso: una
mascherina di Carnevale fatta da lui.
( Ballarin Debora - 1^C)
19
Scuola Secondaria di I° grado - Travesio
L'amicizia
In questo periodo della loro vita i ragazzi riescono
gradualmente a valutare il valore degli amici e ad
apprezzare il legame, spesso complice ed intrigante, che
possono costruiscono con i loro coetanei.
L’AMICICIZIA TRA COETANEI.
L'amicizia è un legame di collaborazione
con un nostro simile e ogni persona
dovrebbe avere un vero amico.
Cosa significa avere un amico per me?
Avere un amico vuol dire essere in due a
percorrere le strade della vita, avere un
percorso da costruire ma con l'amico si può
avere tutto, tranne che la perfezione.
L'amicizia è crescere insieme, ridere, piangere o solo condividere uno spazio,
sentire e vedere accanto a te l'altro a cui ci tieni.
Per me stare con un amico o amica è anche essere scemi in due o più di due.
Un amico o amica deve essere capace di far parte del tuo cuore.
E' un sentimento che si deve condividere ed è un puzzle che non si finisce mai
di fare.
Ogni pezzetto è una risata, un pianto, una coccola, un abbraccio, uno sguardo,
un ostacolo da superare insieme, un litigio ma anche un semplice sorriso.
Una vera amicizia non si scorda mai, ma nemmeno si spegne col passare del
tempo e degli anni.
Sono poche le persone senza amici, ma ad esse
voglio dire di non sentirsi meno importanti perché
nella vita sono tante le persone che riescono a
donare un vero sorriso.
L'amicizia non è un regalo ma un bellissimo premio.
L'amicizia inizia gratis ma costa fatica mantenerla e
bisogna sempre guadagnarsela.
Fiducia, risate, rispetto, sincerità e sorrisi sono le 5 parole d'ordine per
coltivare una nuova e vera amicizia.
Vi voglio bene amici!!!!!!
(Bassi Sara -cl.2^A)
20
AMICIZIA O SIMPATIA?
Per me , in questo periodo della mia vita, la persona
più preziosa è una ragazza alta, molto carina,
gentile e “coccolona”.
Lei è bionda come il sole e i suoi occhi sono di un
marrone intenso. E' la ragazza più bella che conosca
e per me è molto speciale.
Stare con lei è fantastico e mi diverto un sacco a
scherzare insieme a lei. Mi fa sentire la persona più
importante che lei conosca.
Per me lei è tutto perché è la cosa più bella del mondo. Vorrei starle sempre a
fianco per proteggerla, come lei fa con me. Mi fa sentire una persona libera,
senza pensieri, libera di pensare alle gioie e ai tesori che ci sono in questo
mondo.
Lei è sincera con me, mi parla di tutto quello che le accade e io faccio lo stesso
con lei.
Quando mi vede le si illuminano gli occhi, sembra che lacrimino ma in quegli
occhi si vede la sua felicità nel vedermi ed io non aspetto altro che vederla.
Lei è l'unica che mi mette il sorriso, mi fa ridere ma io, facendo lo stupido,
dovrò imparare a scherzare senza fare veramente lo sciocco.
Lei è la mia vita che si srotola ogni giorno; mi fa provare le emozioni che non
ho mai pensato di scoprire.
Dentro di me so che sta per accadere qualche cosa ma non so cos'è quindi sto
sempre il più vicino possibile a lei perché le voglio tanto bene.
PENSIERI SULL’AMICIZIA.
“…...scappammo a gambe levate a appena ci
trovammo fuori pericolo iniziammo a ridere come dei
matti, anche se nessuna sapeva il perché. Nessuno
mi diede la colpa dell'accaduto e questo mi rese
felice. Lì appresi cos'è un amico. Un amico non ti da
la colpa solo per salvarsi. (C.G.)”
“....Un amico è un tesoro che va cercato, trovato, onorato,custodito, amato e
poi nascosto sempre nel profondo del proprio cuore. Io amo i miei amici e
grazie a loro sono felice come sono, accettata con amore. Grazie della vostra
amicizia “amici”. Il mio sorriso è legato al dono che voi mi fate ogni giorno. La
mia risata è la mia risposta. (B.S.)”
“…Le persone povere non vogliono avere tante cose, ma desiderano una cosa
in assoluto: l’amicizia sincera di qualcuno. (S.A.)”
“..I veri amici non li conosci immediatamente perché all’inizio tutti si fanno
conoscere come persone prive di difetti. Li scopri solo quando comici a passare
del tempo con loro e così capisci come sono fatti. (D.F. S.)..”
21
Scarica