Triangoli isoperimetrici e equiestesi nel laboratorio di matematica di Luciano Porta Lo studio dei triangoli isoperimetrici ed equiestesi si può affrontare nel laboratorio di matematica: attività progettuale e manuale, uso del software di geometria dinamica e degli strumenti tradizionali del disegno tecnico, riflessione sulle proprietà dei poligoni mentre questi vengono deformati, introduzione sperimentale dell’ellisse e applicazione della geometria per esporre una legge dell’astronomia. Triangoli isoperimetrici E’ bene che, prima di affrontare lo studio teorico, gli studenti costruiscano su di un rettangolo di cartone, su cui abbiano già disegnato le perpendicolari, il triangolo tendendo un filo inestensibile. La base è il segmento tra i due fori (simmetrici rispetto al punto di intersezione delle due perpendicolari) in cui abbiamo inserito il filo prima di annodarlo posteriormente e il vertice è mobile poiché è ciascuno dei punti in cui il filo è teso al massimo ad esempio dalla punta di una matita (alcuni di questi punti vertice possono essere materializzati con un fermacampione inserito nel cartone). Suggeriamo agli studenti un’importante osservazione: se i fuochi si avvicinano fino a coincidere otteniamo una circonferenza. Affrontando il problema di costruire sperimentalmente i triangoli isoperimetrici siamo riusciti ad introdurre naturalmente la definizione geometrica di ellisse ed è naturale a questo punto della lezione enunciare la prima legge (1608) di Kepler del moto dei pianeti: l’orbita descritta da un pianeta intorno al Sole è un’ellisse e il Sole occupa uno dei due fuochi. 1 Ora studiamo attentamente i triangoli isoperimetrici ABC e ci poniamo la domanda: sono anche equiestesi? A questo punto diventa molto utile un software di geometria dinamica per poter disegnare mediante un’animazione tutti questi triangoli isoperimetrici con il vertice C che traccia l’ellisse. Di questa animazione continua è opportuno fissare alcune “istantanee” che stamperemo poi su carta per misurare con cura base e altezza di alcuni triangoli. Come si osserva dalle immagini i triangoli isoperimetrici non sono equiestesi, poiché hanno la stessa base AB, ma diversa altezza (segmento verticale verde): l’area è massima quando il vertice C è l’estremo del semiasse minore dell’ellisse (situazione 3) e addirittura si annulla quando il vertice C è l’estremo del semiasse maggiore. Triangoli equiestesi Consideriamo due rette parallele, alla prima delle quali appartenga la base comune a tutti i triangoli equiestesi e alla seconda delle quali appartengano i vertici di tutti questi triangoli. Ricordiamo che l’altezza di un triangolo è il segmento di perpendicolare condotto dal vertice ad un lato opposto (è la distanza tra le due parallele). I triangoli di base AB e di vertici V,V1,V2,V3 sono equiestesi essendo la metà di parallelogrammi equivalenti (potremmo anche stabilire l’equivalenza dei triangoli applicando il principio di Cavalieri alle figure piane). Non sono isoperimetrici: il triangolo isoscele azzurro è quello di perimetro minimo: il perimetro aumenta più il vertice del triangolo considerato è distante dal vertice del triangolo isoscele. www.webalice.it/lucianoporta i Pitagorici DIDATTICA E DIVULGAZIONE DELLA MATEMATICA E DELLE SCIENZE LEZIONI CINQUE 2