P023 EVOLUZIONE DELLA DIAGNOSTICA DI BETA TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE A FRONTE DI UNA DOMANDA SEMPRE PIU’ DIVERSIFICATA 1 1 1 1 1 1 1 1 A. Venturoli , B. Dolcini , M. Taddei Masieri , C. Trabanelli , M. Fabris , P. Rimessi , F. Gualandi , A. Ferlini , A. Ravani 1 Unità Operativa di Genetica Medica, Azienda Ospedaliero-Universitaria - Università degli Studi, Ferrara 1 Le emoglobinopatie costituiscono un problema sanitario importante, non solo per le regioni a diffusione endemica, ma a livello universale, a causa dell’ampio fenomeno migratorio. In Italia le aree a maggior frequenza di emoglobinopatie sono il Delta padano, le regioni meridionali e le isole maggiori, mentre i flussi migratori recanti tali patologie provengono principalmente dal continente africano, dall’Asia e dall’Est Europa. Il Centro della Microcitemia di Ferrara, confluito nel 1995 nell’Istituto di Genetica Medica, ha effettuato diagnostica molecolare delle emoglobinopatie a partire dal 1985, con diagnosi indiretta (analisi di RFLP intragenici).Venne poi introdotta la ricerca diretta del difetto genetico e nel corso degli anni sono state usate varie metodiche (ASO, ARMS, RDB).Attualmente la diagnostica è basata sul sequenziamento diretto del gene beta globinico.Dal 1989 al 2011 sono stati tipizzati 4762 portatori di beta talassemia. Vengono riportati i dati relativi all’origine dei soggetti analizzati nel corso di oltre 20 anni di attività: 27% di originari del Delta padano, 21% di immigrati e restante 52% provenienti dalle regioni meridionali d’Italia e isole.Per quanto riguarda le mutazioni identificate, come atteso, la distribuzione differisce a seconda della provenienza. Nel Delta padano le due mutazioni più comuni, Beta°cod.39 e Beta+IVS1-110, costituiscono il 90% degli alleli mutati, mentre nelle regioni meridionali rappresentano il 60%. Infatti per raggiungere il 90% di detection rate in questo caso è necessario un pannello di 7 mutazioni; in ordine di frequenza: Beta°cod.39,Beta+IVS1-110,Beta+IVS1-6,Beta°IVS1-1,Beta +IVS2-745,Beta°IVS2-1, HbS. Tra gli immigrati la HbS risulta la mutazione più frequente, seguita dalla HbC (entrambe tipicamente africane).E’ frequente anche la HbE negli originari delle regioni sud-est asiatiche, a rispecchiare l’andamento del flusso migratorio.Notevole l’ eterogeneità delle mutazioni meno rappresentate, soprattutto per il Sud Italia e gli immigrati. Ciò supporta ampiamente la scelta di effettuare diagnosi mediante sequenziamento diretto dell’intero gene, garantendo sempre, insieme ad una adeguata analisi quantitativa (MLPA) del cluster beta globinico, una risposta al quesito diagnostico.