ELOGIO DELLA GRATUITÀ GIULIANO AGRESTI Presentazione Quest'anno ricorre il ventesimo anniversario della morte di mons. Giuliano A gresti: sono già passati venti anni dal suo "ritorno a casa" ma la figura ed il magistero del vescovo Giuliano sono ancora presenti e visibili nella Chiesa di Lucca, Chiesa che lui ha amato fino a consumarsi per essa. Per essa si è speso con tutte le sue energie, con tutto il suo affetto, con tutta la sua sapienza, con tutta la sua creatività ed originalità, ma soprattutto si è speso con quella parte intima e misteriosa che è l'affidarsi a Dio e l'esperienza di fede. Gli anniversari hanno valore non solo perché ci aiutano a scandire il tempo e misurare la nostra memoria (o dimenticanza) ma permettono anche di leggere e rileggere fatti ed eventi che - al tempo - possono essere sembrati piccoli o poco significativi, ma una volta liberati da quanto li poteva accompagnare, sono preziose perle da custodire ed amare. Per questo sono veramente contento che la nostra Diocesi, proprio in occasione di questa "memoria", abbia deciso di evidenziare l'avvenimento - fra le tante iniziative - con la ripubblicazione del volume "Elogio della gratuità", uscito nel 1980 e da molti anni ormai introvabile. Un testo "introvabile" da tanti punti di vista, non solo editoriale ma anche e soprattutto per l'originalità e la sconcertante attualità del tema: con parole chiare e forti, appassionate e cariche di poesia e di sapienza, il vescovo Giuliano ci accompagna in un viaggio alla scoperta del frutto della gratuità, il dono. E di questa gratuità, di questo dono, mons. Agresti ce ne descrive la fonte: «tutta la Rivelazione cristiana è annunzio della gratuità, cioè di ciò che non è dovuto, esigito, reclamato ma dato gratuitamente per amore, per dono di amore e di misericordia. La gratuità richiama il "gratis" e la "grazia" come un più inaspettato, di sorpresa, che prende la nostra vita, la rende partecipe della stessa vita divina con una fascia di doni che ci accompagnano fino alla vita eterna... . La gratuità richiama il dono e noi siamo tutto un dono. Viviamo, respiriamo di esso, e perciò la gratuità ci fascia interiormente come il segno ed il vestito di maggior nobiltà, come il senso più alto della vita. La sua realizzazione piena e perfetta proviene dall'oltre e dall'alto, da un Essere infinito che non può non amare gratuitamente. Per questo ci conviene, come l'aria dell'aquilone e le ali dell'aquila, annunziare al mondo il gratuito, noi che sappiamo di non aver nulla che non ci sia stato donato e che conosciamo il dono di Dio... » . Riscoprire questo testo del vescovo Giuliano, oltre che un bell'omaggio alla sua memoria, è una risorsa per questo tempo che a noi cristiani non può che non andarci un po' troppo stretto, dove tutto ha la presunzione di avere un prezzo ed un costo, dove il dono e la gratuità appartengono ai "poco furbi" e si insegna, soprattutto ai più giovani, che l'avere ed il possedere - in tutti i sensi - sono la fonte della gioia e della felicità. Sono convinto che le parole del vescovo A gresti, rilette e rivissute dopo trent'anni, ci facciano riflettere e ci provochino ancora una volta per aderire seriamente e gioiosamente alla proposta del Vangelo, «per questo annunziamo il gratuito come la Buona Novella che fa nuove tutte le cose». E di questo, Dio la sa, ce ne è un immenso bisogno! Un grazie particolare a coloro che hanno curato la realizzazione e la ristampa di questo volume il quale, secondo il progetto che ha ispirato gli organizzatori, è il primo di una serie di pubblicazioni che seguiranno nei prossimi anni e che faranno conoscere scritti inediti dell'arcivescovo Giuliano. Un modo per conservare la memoria della sua persona, del suo magistero e soprattutto della sua fede. + Italo Castellani Arcivescovo di Lucca Presentazione della ristampa di “Elogio della Gratuità” Di Alberto Brugioni Ci sono parola, libri, eventi che seppur belli sono datati, altri invece sono sempre attuali, freschi originali. Il libro di padre Giuliano Agresti, Vescovo, sul tema del “dono e della gratuità” è uno di questi, non invecchia e non invecchierà mai. O ggi nella società laica e civile si sente il bisogno di gratuità. Basta pensare al Festival della Spiritualità di Torino in svolgimento a Torino da domani “Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote” Il patrimonio di cultura, di spiritualità e di ricchezza, anche quello della registrazione della voce, là dove è possibile recuperarla, va custodito, tramandato, fatto conoscere, perché Giuliano Agresti è un “padre della Chiesa del 20° secolo e di lui se ne continuerà a parlare scoprendolo importante anche nel secolo presente e avvenire. Siamo dentro uno storia dove “regna l’avere e il possedere” dove si esaspera “ scambio, interesse e profitto e di conseguenza ingiustizia, violenza e morte”. “ Noi – scrive padre Giuliano, annunziamo il gratuito come la buona novella che fa nuove tutte le cose. Con queste pagine M ons. Giuliano entrava con lucidità e coraggio e con cuore di pastore, in queste due storie: - quella del nostro mondo, sempre più chiuso in se stesso - quella della novità cristiana, fatta dal dono della gratuità di Dio. In queste pagine vi troviamo un intreccio di riflessioni in cui Scrittura e Cultura si accostano e f anno emergere la straordinarietà del “dono di Dio” e la responsabilità che hanno i cristiani di accogliere ed essere a loro volta dono. Il libro prende il via dall’incontro di Gesù con la donna di Samaria al pozzo di Sicar: “ Se tu conoscessi il dono di Dio”. Quasi a dirlo anche a noi: Conoscessimo veramente “il dono di Dio” diventeremmo a nostra volta: “tutto dono”, per questo noi annunziamo il gratuito come “buona novella” che fa nuove tutte le cose. “Viviamo in un mondo dove la categoria del dono è scomparsa. Immersi in un umanesimo ateo dove “l’uomo non è altro che ciò che si fa” Annunciare il gratuito in questa situazione è come parlare una lingua straniera. Siamo dentro un peccato originale che l’umanità continua a compiere dopo aver commesso il primo: quello di un “amore di sé fino al disprezzo di Dio” . “Il peccato spezza la corrente dell’Amore, fa entrare ne gelo dell’egoismo e dell’inimicizia, interrompe il dono” … Il percorso che padre Giuliano vuole aiutarci a fare con le sue riflessioni è quello che parte dalla Parola di Dio: “In verità impariamo dalla Parola di Dio che siamo tutto un dono. Un dono di luce, un dono di vita. Dal peccato delle origini e dal peccato dell’egoismo e del frantume ci usciamo per il dono vitale del Battesimo – il quale ci ricrea, ci ridona vita, ci fa uscire dalle tenebre. “Il gratis ci fascia e ci affascina e siamo fatti tutto un dono” La conversione del cuore a cui vuole portarci il percorso del libro è a quella coscienza di sé che io sono quello che sono tutto per i dono ricevuti e di mio- mio c’è solo il mio peccato. Il toccare questa esperienza di essere tutto un dono ci spinge a far parte a tutti della nostra gioia. Agresti scrive questo libro nell’ 80 alcuni anni dopo la morte di Paolo VI: il Papa del Concilio e del dopo- Concilio. Il Papa dell’Enciclica sulla gioia “ Gaudete in Domino” del 1975 e dell’instancabile annuncio della civiltà dell’amore. Per questo il vescovo si esprime in termini simili di “Civiltà del dono”, perché amare e donare sono sinonimi. M a si domanda allora e ci domandiamo anche noi: questa civiltà dell’amore, del dono, e potrei dire: qui in questa sede illustre: la civiltà della misericordia, sono possibili? “Il cristiano non è un sognatore … quel che conta è essere “sale della terra e luce del mondo” … siamo profeti e testimoni di ciò che udimmo e vedemmo e la civiltà dell’amore è un fatto concreto che scrive la sua storia”. A me sembrano essere queste le “chiavi” di lettura dell’Elogio della gratuità, ma non debbono rimanere solo lettura, vogliono diventare: evento, fatto, vita vissuta, Parola di Dio incarnata. Il contenuto del libro. Si articola in 9 agili capitoli, ma densi di pensiero, citazioni bibliche e di autori patristici e pensatori contemporanei. Dopo essere entrati nel grande orizzonte del tema della Gratuità è il primo cap. = Il messaggio della gratuità si percorre la teologia e la mistica del dono a partire da “Dio come dono” (cap. 2) – “La somma gratuità nel Cristo” (3) - Il dono della Chiesa fatta dallo Spirito Santo: “Lo Spirito e la Chies a” (4). Per entrare con i successivi 5 capitoli in una spiritualità incarnata del Dono che siamo noi. Qui il percorso da teologico diventa esistenziale, spirituale, ascendente, testimoniante. Nell’accoglienza dell’essere dono: “Siamo tutto Dono” (5) la consapevolezza di essere peccatori graziati dal perdono e fortificati dall’Eucaristia. Con il nostro consenso rispondiamo alla grazia che trasforma la nostra vita in uomini – nuovi: “Non senza di noi” (6). Fondati e cresciuti nell’amore ricevuto, dono di Dio prendiamo un nome nuovo: “Il crisitano si chiama gratitudine” (7) Un paragrafo del cap. 7 si intitola: “la nostra gratuità”. Il cammino per le strade del mondo e degli uomini diventa tutto pieno di gesti, parole, atteggiamenti di gratuità: “Gli orizzonti della nostra gratuità” (8) per giungere ad un compimento nel cap. 9: “ La gratuità fino al compimento” fatta di parole, silenzi, dono della gioia, dono dei segni dei tempi.