VITICOLTURA ● IMPIANTO, POTATURA DI ALLEVAMENTO E DI PRODUZIONE Vite: mantenere funzionale il cordone permanente Per garantire un’adeguata funzionalità e longevità del cordone permanente è importante eseguire scelte oculate al momento dell’impianto e rispettare alcune regole basilari di potatura, senza trascurare una corretta gestione agronomica di Riccardo Castaldi N ei sistemi a cordone permanente, tra i quali rientrano cordone speronato, cordone libero, Sylvoz, Casarsa, e doppia cortina, a seguito di una gestione non corretta della pianta può verificarsi la perdita progressiva dei centri vegetativi, che porta irrimediabilmente alla diminuzione di produttività. Questo fenomeno può essere scongiurato tramite un’oculata progettazione e gestione dell’impianto, operando una corretta potatura in fase di allevamento e di produzione. Progettazione dell’impianto Tra le scelte che precedono la realizzazione dell’impianto deve essere considerata quella relativa al sistema di allevamento che, tenendo conto delle caratteristiche del terreno, della disponibilità idrica e della piovosità media dell’ambiente, deve permettere un buon sviluppo della pianta e favorire un’adeguata attività vegetativa, in equilibrio con quella produttiva. Nei terreni collinari e in quelli di pianura meno fertili si adotta solitamente il cordone speronato, che prevede una pianta di dimensioni contenute con un basso carico di gemme, in modo da favorire la spinta vegetativa, che è stimolata anche dalla crescita verticale di tutti i germogli imposta dalla palizzatura. Si riservano invece ai terreni più ricchi e freschi sistemi quali il Sylvoz, il Casarsa e la doppia cortina, che prevedono piante di dimensioni maggiori e un più elevato numero di gemme per ceppo, e che quindi richiedono una maggiore spinta vegetativa. Un discorso a parte merita il cordone libero, che per la versatilità dimostrata può adattarsi a condizioni di fertilità e disponibilità idrica anche molto differenti. Il sesto d’impianto Nell’ambito del sistema di allevamento adottato un’attenzione particolare deve essere riservata alla scelta del sesto d’impianto, in particolar modo alla distanza tra le piante sulla fila, che determina la lunghezza del cordone. Adottando distanze eccessive rispetto alla fertilità espressa dal contesto pedocli2/2016 • L’Informatore Agrario 81 VITICOLTURA Eliminazione di un tralcio senza rispetto della corona e compromissione del centro vegetativo Anche l’altezza del tronco riveste un’importanza non trascurabile nel modulare la spinta vegetativa della pianta e può quindi influenzare la vitalità dei centri vegetativi. Per questo motivo, nel caso del cordone speronato è consigliabile impostare un tronco di altezza compresa tra 50 e 80 cm nei terreni meno fertili e tra 80 e 120 cm in quelli dotati di medio-buona fertilità. Il tronco raggiunge un’altezza di 150 cm nei terreni più fertili per sistemi di allevamento come Sylvoz, Casarsa e doppia cortina. Per il cordone libero l’altezza del tronco è compresa tra 130 e 150 cm. 82 L’Informatore Agrario • 2/2016 Orientamento dei cordoni getativo ogni circa 15-20 cm, ovvero 5-6 centri vegetativi per ogni metro In fase di progettazione dell’impian- di cordone. Per perseguire questo obiettivo è neto è bene prevedere che i filari abbiano, alternativamente, i cordoni orien- cessario che il tralcio steso e legato al tati in verso opposto, in modo che le filo portante si presenti con internodi macchine possano operare seguendo non troppo lunghi, come solitamente lo sviluppo dei germogli (ovvero pro- si verifica nei terreni dotati di fertilità cedendo dalla curva verso l’estremità contenuta e con le combinazioni vitidel cordone) e limitare le rotture, che gno/portinnesto a bassa vigoria. L’ottenimento di tralci con internosono tra le cause di perdita dei centri di molto lunghi, quindi con un basvegetativi. so numero di nodi gemmari, tende a verificarsi nei terreni più fertili e con combinazioni di vitigno/portinnesto Tramite gli interventi di potatura, in grado di esprimere una buona vieseguiti sia in verde sia in secco du- goria. In questi casi, in presenza di un rante la fase giovanile, si deve mirare capo a frutto adeguatamente lignifiall’ottenimento di una pianta robusta cato, può essere completata la strute con un cordone caratterizzato da un tura defi nitiva della pianta (tronco e adeguato numero di centri vegetativi, cordone) già al termine del primo anuniformemente distribuiti. Indicativa- no di vegetazione, in quanto, qualora mente si mira ad avere un centro ve- si spunti il tralcio ottenuto al di sotto del fi lo portante, impostando quindi solo il tronco, si corre il rischio di ottenere nell’anno successivo tralci con internodi molto lunghi per impostare il cordone permanente. La scelta di completare la struttura della pianta già al termine del primo anno di vegetazione impone il ricorso al diradamento nel corso dell’annata successiva, al fine di evitare pericolosi stress alla pianta, in grado di comprometterne la carriera produttiva. Nei casi in cui si decida di spuntare il tralcio a Centro vegetativo compromesso dall’esecuzione di tagli disposizione sotto il filo porradenti eseguiti nel corso degli anni tante, nel corso dell’annata matico, si corre il rischio di avere una vegetazione stentata e vigoria eccessivamente contenuta, che col passare degli anni possono tradursi in una perdita dei centri vegetativi, soprattutto di quelli posizionati nella porzione centrale del cordone. Nel caso del cordone speronato la distanza delle piante sulla fila deve essere indicativamente compresa tra 50 e 80 cm nei terreni scarsamente fertili presenti negli ambienti siccitosi, mentre può variare tra 80 e 120 cm in quelli dotati di media fertilità. Nei terreni fertili in cui si adottino il Sylvoz e il Casarsa la distanza sulla fila raggiunge nei nuovi impianti i 150 cm, contro i 200-250 cm del passato. In funzione della fertilità la distanza sulla fila varia tra 70 e 150 cm per il cordone libero, e tra 70 e 100 cm per la doppia cortina. Altezza del tronco Eliminazione di un tralcio con rispetto delle gemme di corona. In questo caso l’emissione di un germoglio dal centro vegetativo è garantita Potatura di allevamento VITICOLTURA La degemmazione risolve in maniera definitiva la pulizia della curva piegati verso il basso per cui viene facilmente superata la dominanza apicale esercitata dal germoglio distale. Nei centri vegetativi in cui non sia lasciato un capo a frutto, il tralcio presente è bene sia speronato corto, in modo da favorire lo scoppio delle gemme di corona nella primavera successiva. successiva è bene lasciare sviluppare 6-8 tralci dal suo tratto superiore, sia per avere un buon accumulo di sostanze di riserva sia per limitare la vigoria e la lunghezza degli internodi. Perdita di vitalità dei centri vegetativi Una delle principali cause di perdita di vitalità dei centri vegetativi è rappresentata dallo sviluppo di germogli nella curva (ovvero nella porzione di raccordo fra tronco e cordone), che tendono a essere molto vigorosi e a deprimere quelli che si sviluppano nella porzione centrale del cordone. Per ovviare in maniera definitiva a questo problema è possibile procedere alla degemmazione della curva, ovvero all’eliminazione delle 3-4 gemme inserite su di essa. L’intervento deve essere eseguito sul tralcio di 1 anno steso al filo, nel periodo compreso tra rigonfiamento gemme e germogliamento, utilizzando forbici a lama piatta. Negli anni successivi la degemmazione non può più essere eseguita, in quanto comporterebbe tagli troppo grandi per poter asportare i centri gemmari già allargatisi. Negli impianti meccanizzati la degemmazione può essere eseguita fino a metà tronco, in modo da realizzare la spollonatura meccanica o chimica nella porzione inferiore senza la necessità di intervenire manualmente in quella superiore. Nel cordone speronato, cordone libero e doppia cortina, per favorire l’allargamento dei centri vegetativi è necessario che alla prima potatura invernale eseguita sul cordone (ovvero Potatura di produzione La prima operazione da eseguire al fine di salvaguardare i centri vegetativi è la pulizia della curva, nel caso in cui non sia stata degemmata in fase di allevamento. L’intervento deve essere effettuato quando i germogli presenti sulla curva presentano una lunghezza di 10-15 cm e una consistenza erbacea che permette di distaccarli con facilità. Scelte errate di potatura, sia verde sia invernale, possono portare a una rapida crescita in verticale dei centri vegetativi al termine della stagione vegetativa in cui il tralcio è stato steso sul filo) si proceda a speronare a 1 gemma, se non addirittura a corona, i tralci su di esso inseriti. Questo modo di procedere evita anche uno sfruttamento precoce della pianta. Lasciando speroni di 2 o più gemme si corre il rischio che non si verifichi il germogliamento delle gemme di corona inserite alla base del germoglio, né tanto meno della prima gemma franca, con la conseguente crescita verticale dei centri vegetativi. Nel Sylvoz e nel Casarsa il rischio di mancato germogliamento delle gemme di corona è minore, in quanto i capi a frutto lasciati con la potatura sono ri- Scacchiatura Tra le operazioni di potatura verde un’importanza rilevante è rivestita dalla scacchiatura, ovvero l’eliminazione dei germogli in sovrannumero, usualmente effettuata nel cordone speronato, che deve essere eseguita lasciando un germoglio per ciascuna gemma franca dello sperone e salvaguardando un germoglio ben sviluppato proveniente dalla sua corona. Questo modo di procedere evita la crescita verticale del centro vegetativo, dal momento che dal germoglio proveniente dalla corona otterremo il tralcio che sarà speronato nel corso dell’inverno successivo. La scacchiatura segue lo stesso criterio anche nel Sylvoz e nel Casarsa, mentre non viene solitamente eseguita nel cordone libero e nella doppia cortina, sistemi di allevamento a chioma 2/2016 • L’Informatore Agrario 83 VITICOLTURA Centro vegetativo correttamente allargato in un cordone libero espansa nei quali un numero elevato di germogli, se correttamente gestiti tramite cimature precoci, non determina condizioni di eccessivo infoltimento e compattamento della vegetazione. Potatura invernale La potatura invernale deve basarsi sul presupposto che la vite non ha la capacità di ricreare tessuti meristematici per cui eliminando o danneggiando tutte le gemme presenti in un centro vegetativo si provoca irrimediabilmente il disseccamento del medesimo. Devono pertanto essere evitati i tagli radenti al cordone, in quanto asportano anche la corona del tralcio che si intende eliminare, precludendo la possibilità di avere nuovi germogli nella medesima posizione. L’esecuzione di un qualsiasi taglio determina la formazione di un cono di tessuto necrotico per cui è bene considerare che il rispetto della corona, affinché si ve- Casarsa: oltre al capo a frutto è stata lasciata la corona di un tralcio reciso, in modo da garantire l’emissione di nuovi germogli nel centro vegetativo rifichi l’emissione di germogli, nonché dei tessuti del cordone, prevede che il taglio sia eseguito indicativamente a un’altezza pari al doppio del diametro del tralcio che si intende asportare. In linea generale, per non compromettere la vitalità del cordone sono comunque da evitare i tagli cosiddetti grossi, eseguiti a carico di tralci di più di 2 anni, in quanto determinano la formazione di un cono di tessuto necrotico che può raggiungere alcuni centimetri di profondità, creano un’ampia superficie esposta alla penetrazione di funghi del legno, quelli del mal dell’esca in primo luogo, e solitamente non si verifica il germogliamento alla loro base. Se con la potatura si procede di anno in anno all’eliminazione dei tralci che hanno prodotto e si utilizzano come capi a frutto quelli dell’anno provenienti dalla corona, si costituiscono i presupposti per non eseguire mai tagli grossi, in quanto sulla pianta ci saranno esclusivamente tralci di 1 e 2 anni. Cordone speronato: eliminando lo sperone che ha prodotto e speronando il tralcio originatosi dalle sue gemme di corona si evita di eseguire tagli su legno vecchio e la crescita in verticale dei centri vegetativi 84 L’Informatore Agrario • 2/2016 Gestione agronomica e vendemmia La vitalità del cordone è ovviamente influenzata dalla gestione agronomica dell’impianto, che deve prevedere apporti nutrizionali e idrici che permettano alle piante di mantenere l’equilibrio vegeto-produttivo. Una buona spinta vegetativa è molto importante negli impianti più produttivi e nel caso venga attuata la potatura meccanica, che tende a lasciare su ciascuna pianta un numero di gemme molto più elevato rispetto a quella eseguita tradizionalmente a mano. Non è superfluo ricordare come la vendemmia meccanica debba essere eseguita con perizia, soprattutto nei sistemi di allevamento a scuotimento orizzontale, in quanto può determinare la rottura di tralci e il danneggiamento di centri vegetativi del cordone. Considerato il livello tecnico raggiunto in questi ultimi anni dalle vendemmiatrici, la cui azione è sempre più efficiente e delicata, per evitare i danni al cordone connessi alla raccolta meccanica un ruolo fondamentale è rivestito dalla predisposizione dell’impianto (tipo di palificazione, tensionamento dei fili e orientamento delle piante) e dalla sua corretta potatura, che deve essere compatibile con l’azione della macchina e permettere un agevole distacco degli acini. Riccardo Castaldi Gruppo Cevico Lugo (Ravenna) Per commenti all’articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: [email protected]