razzismo
Prof. Carla Roverselli
Razza:
assunzione di omogeneità fra individui,
ma entità tassonomica non chiara
• Nel linguaggio quotidiano la “razza” indica un insieme di
persone accomunate da una caratteristica fisica,
usualmente il colore. (Petrosino 4).
• Le razze quindi sarebbero suddivisioni della specie in
qualche modo riconoscibili. (…) Però non è certo a che
punto di divergenza genetica si dovrebbe porre il limite per
dare una definizione di differenza razziale: se la divergenza
aumenta in modo continuo la definizione è arbitraria.
• L’idea che le “razze” esistono porta con sé talvolta il
corollario dell’importanza della “purezza” della razza.
Race relations
• Nella tradizione intellettuale e politica anglosassone è
possibile parlare di rapporti tra razze (1920 scuola
sociologica di Chicago).
• La razza in questa prospettiva è una costruzione sociale
e politica, fondata su attributi fenotipici, a partire dalla
quale si stabilisce un certo tipo di rapporti fra gruppi
razziali diversi (Michael Bunton, John Rex).
• Ma fino a che punto è possibile accettare il concetto di
rapporto tra razze, che implica il riconoscimento e la
legittimità della nozione di razza?
Razza
• Secondo la Critical Race Theory, la razza è una
nozione costruita socialmente e
giuridicamente
Razzismo: una definizione
• E’ la tendenza a considerare ogni tipo di civiltà o
cultura come manifestazione di determinate
qualità razziali.
• “Il razzismo consiste nel contrassegnare un
insieme umano in base ad attributi naturali,
associati a loro volta a caratteristiche intellettuali
e morali, rinvenibili in ogni individuo
appartenente a quell’insieme e, in ragione di ciò,
nel mettere eventualmente in opera pratiche di
inferiorizzazione e di esclusione” (Wieviorka)
Razzismo e potere
La retorica della razza è sempre nidificata in un discorso
di potere, di privilegio e di vantaggio sproporzionato.
Il razzismo può assumere due varianti (due facce della
stessa medaglia):
1. Ineguaglianza di INPUT: afferma in principio le
differenze
2. Eguaglianza o diseguaglianza sono prodotti finali
(OUTPUT): in presenza di ineguaglianze legate alla
razza, asserisce che dovrebbe regnare solo
l’eguaglianza (colorblindness e negazione
dell’affirmative action).
Razzismo: fenomeno universale?
 Se il razzismo si considera un fenomeno universale, di
conseguenza si confonderebbe con l’etnocentrismo di
cui riattiverebbe certe caratteristiche: autopreferenza
di gruppo, ostilità o intolleranza rispetto ad altri gruppi,
tendenza a svalutare le loro forme culturali.
 Se così inteso le frontiere tra razzismo e xenofobia,
tribalismo o l’imperativo territoriale diventano
impercettibili.
 Se il razzismo riattiva alcuni atteggiamenti propri
dell’etnocentrismo, non può comunque essere ridotto
a quest’ultimo.
Il razzismo è da attribuire alla natura
umana?
• Secondo la visione antropologica, il razzismo
sarebbe da attribuire alla natura umana o alla
natura della società
• Sarebbe una derivazione dell’etnocentrismo o
dell’istinto primordiale di autodifesa del
gruppo
• Il razzismo non può essere considerato una
costante antropologica.
Razzismo: fenomeno storico?
Certe caratteristiche del razzismo hanno un luogo e una data di nascita:
sia considerato come un sistema di dominio, o come un modo di pensiero,
il razzismo costituisce un fenomeno storico, che si può osservare
emergere in Europa alla fine del XV sec.(grandi scoperte, colonialismo).
È quindi associato alla modernità.
La nozione di razza si afferma a partire dal XVIII sec. Ci si chiede se c’è un
nesso tra Illuminismo e razzismo: per Todorov non c’è.
Invenzione occidentale, il razzismo come ideologia e insieme di pratiche
sociopolitiche si è in seguito universalizzato. I suoi schemi costitutivi si
sono diffusi attraverso l’imperialismo coloniale, il sistema schiavistico e il
nazionalismo, e più di recente, attraverso la banalizzazione delle utopie
eugenetiche ed etniciste (“purificare la razza”difendere o realizzare la
“purezza” di un’origine etnica o culturale).
Razzismo: un fenomeno moderno di
origine europea
Il pensiero razzista come fenomeno occidentale
moderno presenta un’invariante: la messa in questione
dell’unità del genere umano (MONOGENISMO),
la tendenza a concepire le varietà della specie umana,
le “razze” in senso tassonomico, come delle “specie
umane” distinte, cioè come delle “specie” differenti
(POLIGENISMO).
Monogenismo: tutti gli esseri umani derivano da un
ceppo comune. Unità del genere umano.
Poligenismo: la specie umana deriva da più ceppi
distinti, da cui proverrebbero le razze umane.
Razzismo come fenomeno moderno:
teoria modernista ristretta
Alcuni identificano il razzismo come un
immediato successore dell’attività di
classificazione delle “razze umane”, distinte in
base ai loro caratteri morfologici ritenuti
ereditari, diffusasi nel XVIII secolo. Il razzismo
sarebbe in questo caso debitore delle
tassonomie elaborate dai primi naturalisti
antropologi (Linné (1707-1778), Buffon,
Blumenbach, Camper, etc.)
Razzismo come fenomeno moderno:
teoria modernista ampia
Altri fanno riferimento a 3 modelli di protorazzismo
apparsi all’inizio dell’epoca moderna occidentale:
1. il mito del “sangue puro” nella Spagna e nel
Portogallo del XV e XVI sec. (1449- impedire agli
ebrei convertiti l’accesso alle cariche pubbliche)
2. le legittimazioni europee dello schiavismo e dello
sfruttamento coloniale dei “popoli di colore”
3. la dottrina aristocratica francese delle due razze (in
cui razza significa stirpe, lignaggio): i discendenti dei
vincitori, i Franchi, incarnati dalla nobiltà, e i
discendenti dei vinti, i Galli, incarnati dai plebei
Cose in comune
dei 3 modelli di protorazzismo
1. il mito del sangue, della “purezza del
sangue”
2. la fobia dell’incrocio delle razze, la mixofobia
(che costituisce il cuore del razzismo, ancor
prima dell’elaborazione delle classificazioni
razziali). L’ossessione del meticciato è una
costante del razzismo.
Razzismo scientifico
 Il razzismo scientifico segue una logica gerarchica.
 Sancisce la superiorità della razza bianca .
 Si è evoluto in base alla classificazione delle razze
in base ad attributi fenotipici. Le classificazioni
razziali prendono forma a seguito di un duplice
movimento: quello dell’espansione europea e
quello dell’affermarsi delle identità nazionali.
 Favorito dai nazionalismi (Hannah Arendt)
Le “teorie scientifiche” della razza sono frutto
della convergenza di tutti i campi del sapere
• Vi contribuiscono viaggiatori, scrittori, poeti,
filosofi, anatomisti, fisiologi, storici, filologi e
teologi.
• L’importante è dimostrare:
1. Superiorità della razza bianca
2. Suddivisione delle razze
3. La “mescolanza delle razze” porta alla
decadenza della razza superiore (l’ossessione
del meticciato è una costante del razzismo).
Attualità del razzismo in Europa
 Si potrebbe pensare che nelle società moderne e
democratiche il razzismo non ci sia più; che in
tempo di individualismo ognuno è giudicato per
quello che fa e non per quello che è per natura.
 Ma l’apartheid in Sud Africa è finito nel 1993.
 Il razzismo appartiene anche al presente.
 Questa presenza è frutto di una mutazione: del
dissolvimento dei vecchi rapporti sociali e della
nascita di nuovi
Dall’idea di differenza genetica
all’incompatibilità tra le culture
Strumenti di analisi che si sono affermati dalla
fine degli anni 60 del novecento:
1. Concetti nuovi di razzismo: istituzionale,
culturale, simbolico, differenzialista
2. Distinzioni tra forme elementari (violenza,
discriminazione, segregazione) e livelli (politici e
no)
3. Dibattiti sulle logiche che muovono il razzismo:
1.inferiorizzazione – che assegna un
posto nella società
2. differenziazione – che emargina o distrugge
Superamento
del razzismo scientifico
• La genetica può screditare le ragioni del razzismo
scientifico.
• “Il meccanismo della trasmissione della vita è tale
che ogni individuo è unico, che gli individui non
possono essere classificati secondo un ordine
gerarchico, che l’unica ricchezza possibile è
collettiva: è fatta di diversità. Tutto il resto è
ideologia”
François Jacob, Nobel per la medicina 1965
Il nuovo razzismo
Razzismo culturale
Segue la logica della differenziazione
Mette da parte il principio della gerarchia
biologica in favore della diversità culturale
Differenzialismo
Insieme di attitudini e di
comportamenti che fanno prevalere
le appartenenze particolari rispetto
all’appartenenza al genere umano
Differenzialismo
• Visione dell’umanità che privilegia le differenze tra i gruppi
e che tende a essenzializzare le identità collettive
• Dottrina fondata su un radicale relativismo culturale, che
postula l’incommensurabilità delle culture e la loro
chiusura in se stesse, o anche la pluralità delle “nature
culturali” (poligenismo)
• Etica e politica fondate sulla differenza intergruppale come
supremo valore, che afferma il diritto alla differenza e il
dovere della differenza e che può sfociare in una forma di
multicomunitarismo che implica un diverso trattamento
degli individui in funzione delle loro appartenenze razziali o
etniche
EDUCAZIONE ANTIRAZZISTA
• partire dalla realtà dei conflitti, delle resistenze e
del diniego;
• evitare di essenzializzare le posizioni, fissando in
modo rigido la posizione delle vittime o degli
autori di atti razzisti;
• suscitare il dibattito, il confronto, il dubbio,
l’ambivalenza;
• tener conto che tutte le parti vogliono essere
riconosciute come vittime;
• ascoltare, rinunciando a volte ad argomentare;
• contestualizzare le esperienze;
• far scoprire nuove prospettive;
• porre domande anziché soluzioni o ricette
Educare all’antirazzismo
• Il superamento del razzismo come fenomeno
ideologico della modernità non significa che il
razzismo sia scomparso.
• Trasformare le nostre emozioni da “paraocchi” in
“visione più acuta”
• Per mettere in atto politiche contro la
discriminazione risulta cruciale riconoscere la
pluralità e la diversità delle istituzioni e degli
attori coinvolti.
• DECOSTRUIRE PREGIUDIZI E STEREOTIPI
Stereotipi e pregiudizi:
l’azione congiunta di tre fattori
• Caratteristiche e limiti propri del sistema cognitivo, il
quale ha la necessità da un lato di semplificare la realtà e
dall’altro l’esigenza di avere delle aspettative
• Bisogno di appartenenza, miscuglio di motivazioni
biologiche, psicosociali e culturali, che ci spinge con forza a
riconoscerci in gruppi di nostri simili e a nutrire
un’avversione apparentemente naturale verso coloro che
non condividono la nostra cultura e le nostre appartenenze
• Ragioni di tipo storico e sociale che di volta in volta
definiscono la posizione e le funzioni di ciascun gruppo
minoritario e lo stato complessivo dei rapporti tra i gruppi
in una determinata società, nonché la situazione delle
relazioni interetniche e internazionali. (Mazzara, 123)
Le strategie antirazziste
devono essere integrate
• I tre fattori agiscono in maniera integrata e anche
le strategie operative vanno progettate come
integrazione di interventi a diversi livelli.
• Ogni intervento centrato sulla modifica degli
stereotipi fallirà in presenza di condizioni
strutturali di antagonismo e di ostilità
“istituzionalizzata”.
• Gli stereotipi possiedono una natura di tipo
psicosociale. Se gli interventi socioistituzionali
non tengono conto di queste dinamiche e le
assecondano, sono destinati al fallimento.
Documentazione internazionale
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1935 leggi di Norimberga
1938 legislazione razziale italiana
1948 dichiarazione universale dei diritti umani
1963 ONU dichiarazione sull’eliminazione di
ogni forma di discriminazione razziale
• 1967 ONU dichiarazione sull’eliminazione di
ogni forma di discriminazione nei confronti
della donna
Documentazione internazionale
• 1978 dichiarazione sulla razza e i pregiudizi
razziali
• 1981 ONU dichiarazione sull’eliminazione di tutte
le forme di intolleranza e di discriminazione
fondate sulla religione o il credo
• 1995 UNESCO dichiarazione dei principi sulla
tolleranza
• 2001 UNESCO dichiarazione universale sulla
diversità culturale