Toolkit dipendenze - Croce Rossa Italiana

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TOOLKIT
Dipende… da te!
1
Indice
Premessa................................................................................................
pag. 3
Target ....................................................................................................
pag. 4
Pre-requisiti ...........................................................................................
pag. 4
Metodologia ...........................................................................................
pag. 4
Contestualizziamo ..................................................................................
pag.5
MODULO 1: SCUOLA
Premesse ................................................................................................ pag.11
Step 1: informativo .................................................................................
pag.12
Step 2: attività .......................................................................................
pag.16
Step 3: partecipazione ............................................................................
pag.22
MODULO 2: CONTATTO VELOCE
Proposte di attività ...............................................................................
pag.27
MODULO 3: EVENTI AD HOC
Proposte di attività .................................................................................
pag.31
INDICE DEGLI ALLEGATI ........................................................................... pag.35
GLOSSARIO .............................................................................................. pag.36
2
Premessa
Lo scopo del presente Toolkit è di fornire degli strumenti chiari, utili e semplici affinché i Giovani
CRI, indipendentemente dalla loro Formazione specifica all'interno e all'esterno della Croce Rossa,
possano sensibilizzare i loro coetanei alla Prevenzione dei comportamenti che stanno alla base delle
Dipendenze.
Tale Strumento si ispira alle "Linee Guida e Corso Propedeutico all'attività sulle Dipendenze",
approvato con Ordinanza Presidenziale n. 13 del 31 Dicembre 2013 e che ha già visto la sua prima
attuazione con il I Corso per Operatori Sociali nelle Dipendenze.
Questo Toolkit verrà diffuso su tutto il Territorio per il tramite dei Delegati al V Obiettivo Strategico
2020 CRI e messo a disposizione di tutta la Croce Rossa Italiana.
L’idea è di poter sviluppare uno Strumento promosso dai Giovani C.R.I. e rivolto ad adolescenti e
giovani adulti con lo scopo di:
Portare a consapevolezza i Giovani riguardo comportamenti a rischio che, magari, essi stessi
seguono e che rischiano di sfociare in Dipendenze vere e proprie
- Far immedesimare i Giovani in soggetti con Dipendenze più o meno latenti e nelle persone
che stanno loro attorno, in modo da comprendere le difficoltà relazionali che stanno attorno
al fenomeno
- Sensibilizzare ad un corretto utilizzo di Internet e dei Social Network;
- Portare esempi positivi dell’utilizzo di piattaforme sociali virtuali;
- Evidenziare la problematica del cyber-bullismo;
- Promuovere l’importanza dei luoghi fisici di aggregazione e delle amicizie e relazioni basate
sull’incontro e la socializzazione reale e non virtuale.
L'obiettivo finale è di rendere i Giovani fruitori del Servizio testimoni di uno stile di vita sano e
attento, al fine di "rompere il circolo vizioso di disinteresse e privazione, che si trasmette da una
generazione all’altra e che impedisce a molte persone di beneficiare delle opportunità di migliorare
le loro condizioni di salute e di raggiungere il loro pieno potenziale umano" 1, così come promosso
dalla Strategia 2020 della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e
dal V Obiettivo Strategico 2020 della Croce Rossa Italiana.
-
Il Toolkit prevede una serie di attività che non richiedono prerequisiti fondamentali per poter essere
messe in atto, se non la professionalità, sensibilità ed umiltà che, insieme ai Sette Principi
Fondamentali della Croce Rossa, dovrebbero far parte del bagaglio culturale di ogni Volontario di
Croce Rossa. Per le situazioni più delicate, e in generale per ogni dubbio o perplessità, si raccomanda
di rivolgersi agli Operatori Sociali nelle Dipendenze presenti sul proprio territorio, o a Figure Formate
di pertinenza.
Il Toolkit è strutturato su 3 Moduli che corrispondono ad altrettante tipologie di attività, a seconda
dell’obiettivo e del contesto in cui si andranno ad attuare:
1
FICR, Strategia 2020, pp. 15,16.
3
1. MODULO 1: SCUOLA. Incontri formativi all'interno delle scuole medie e superiori. Per la
buona riuscita delle attività si consiglia di effettuare un minimo di 4-6 ore suddivise in 2-3
incontri a distanza, se possibile, di non più di una settimana l’uno dall’altro.
2. MODULO 2: CONTATTO VELOCE presso luoghi pubblici quali piazze, cinema, parchi ecc..
3. MODULO 3: EVENTI AD HOC organizzati allo scopo di approfondire e sensibilizzare alla
tematica delle Dipendenze. Le modalità possono essere differenti (ad es. Convegni,
Assemblee di Istituto, Iniziative di Mobilitazione Sociale) e realizzate anche in collaborazione
con Professionisti, Associazioni, Istituzioni, Scuole, Università ecc..
A completamento del Toolkit vengono forniti, a disposizione del Volontario, un serie di Allegati
(Presentazioni PPT, Schede attività ecc..) ed un Glossario, con lo scopo di poter rendere lo strumento
più accessibile e di facile utilizzo possibile.
Target
Il progetto è rivolto ai giovani adolescenti a partire dagli 11 anni (rif. scuole medie e superiori) e ai
giovani adulti. E’ proprio questa la fascia d’età critica in cui si può avere un primo approccio alle
dipendenze poiché coincide con una fase incisiva per lo sviluppo cognitivo e caratteriale e
determinante per il passaggio alla vita adulta.
Pre-requisiti
Nessuno. E' sufficiente essere Volontari C.R.I. ed avere l'autorizzazione da parte del Presidente di
Comitato territorialmente competente, tramite il coordinamento operativo del Delegato Area 5
(suggerire al Delegato Area 5 di coinvolgere anche il Delegato Area 2). Per la fattibilità delle attività
si consiglia di costituire un Gruppo di Lavoro di almeno 3-4 unità.
Metodologia
Nell’approccio con i giovani, si raccomanda di adottare un linguaggio (verbale e non verbale) il più vicino
possibile ad essi, ponendosi al loro stesso livello, senza pregiudizi, e organizzando gli spazi in maniera consona
(ad esempio, disponendo i ragazzi in cerchio). In questo modo verranno poste le basi per un’Educazione alla
Pari, che prende le mosse dalla convinzione che entrambe le parti si confrontino continuamente e crescano
assieme, arricchendosi reciprocamente con le loro esperienze e conoscenze.
Il percorso intrapreso con un collettivo non può essere fine a se stesso, una semplice trasmissione di
contenuti, ma deve avere come fine ultimo la PartecipAzione del collettivo stesso, ovvero la presa di
coscienza da parte di ognuno di essere cittadini del domani e di avere la possibilità, con gli strumenti acquisiti
durante il percorso formativo, di migliorare la Società in cui viviamo. A tale scopo si invitano i Volontari a
predisporre sempre, indipendentemente dal contesto in cui ci si trova, alcune proposte di attività da
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progettare e attuare insieme a ragazze e ragazzi che fino a quel momento sono stati fruitori “passivi” del
Servizio. Solo così ci si può rendere davvero conto dei risultati ottenuti, fungendo da “cartina di tornasole”.
Infine, non ultimo, si darebbe la possibilità ai Giovani di avvicinarsi alla realtà della nostra Associazione,
accrescendo in loro la voglia di entrare a farne parte.
La discussione sulle Dipendenze può portare a dibattiti animati. Il Volontario che modera le attività può
contribuire a creare un Ambiente sicuro dove i giovani possano esprimere le proprie opinioni e mettere alla
prova le proprie idee. È inoltre importante che si crei un’atmosfera in cui tutti si sentano a proprio agio a
lavorare come parte di un Gruppo: solo così può verificarsi una genuina ed efficace Educazione alla Pari.
Per ottenere questo obiettivo è fondamentale sapersi approcciare in maniera adeguata al Target di
riferimento, rispettando i seguenti consigli per la gestione d’aula:
❖ Progettare adeguatamente l’Attività tenendo in considerazione: Obiettivo, target, contesto, spazi,
tempistiche, metodologie, strumenti e possibili imprevisti;
❖ Compiere un’adeguata Analisi del contesto in cui si va ad operare, individuandone i punti di forza e
quelli di debolezza (es. incontro con gli insegnanti prima di recarsi nelle classi);
❖ Consultare, ove possibile, figure di riferimento (Professionisti, Volontari esperti o Figure Formate) per
maggiore supporto nello svolgimento dell’attività;
❖ Presentare se stessi, l’Associazione e il motivo per cui si sta svolgendo l’incontro;
❖ La Partecipazione è la chiave di tutto e rende tutto più interessante!
❖ Tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione;
❖ E’ importante dedicare un apposito spazio alle eventuali domande;
❖ Saper rispettare le diverse opinioni e stati d’animo;
❖ Si può criticare l’opinione di un altro, ma non l’altro come persona.
Contestualizziamo...
Come descritto nelle "Linee Guida e Corso Propedeutico all'attività sulle Dipendenze" (cui si rimanda
per maggiori dettagli)2, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) identifica il concetto di
dipendenza patologica o di sindrome della dipendenza come “quella condizione psichica e talvolta
anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e
caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono sempre un bisogno
compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi
effetti psichici e talvolta evitare il malessere della sua privazione”3.
L’American Psychiatric Association (APA) pubblica periodicamente aggiornamenti al Manuale
Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders,
DSM), una delle principali classificazioni diagnostiche in psichiatria. Il DSM si pone l’obiettivo di
costruire con un’impostazione a teoretica descrittiva, una classificazione dei disturbi mentali più
frequenti che permetta di trovare un orientamento diagnostico condivisibile fra gli operatori della
salute.
2
O.P. n. 13 del 31 Dicembre 2013, Croce Rossa Italiana
3
Pigatto, 2003
5
Finora, secondo il Manuale, la nozione di dipendenza presupponeva esclusivamente l’uso di
sostanze psicoattive, come ad esempio:
·
Oppiacei (Cocaina, Eroina, Metadone..)
·
Alcool
·
Cannabis
·
Allucinogeni
·
Amfetamine
·
Ecstasy
Col passare degli anni la Comunità Scientifica si è resa conto che tale definizione fosse troppo
restrittiva e che pertanto andasse rivisitata.
Nel recente DSM-V pubblicato a Maggio 2013, infatti, la categoria che ora viene chiamata “Disturbi
da dipendenza e correlati all'uso di sostanze” ha avuto cambiamenti sostanziali. Nella nuova
edizione sono state fuse le categorie di abuso e dipendenza da sostanze del vecchio DSM-IV-TR in
un unico disturbo da uso di sostanze, misurato su un continuum da lieve a grave, i cui criteri per la
diagnosi quasi identici ai precedenti criteri, sono stati uniti in un unico elenco di 11 sintomi. Alla lista
dei sintomi è stato aggiunto il craving (forte desiderio di utilizzare la droga), mentre è stato eliminato
il criterio riguardante i problemi legali ricorrenti, a causa della difficile applicazione a livello
internazionale. Nel complesso, è stata aumentata la soglia del numero di criteri da soddisfare per
porre diagnosi di disturbo da uso di sostanze: mentre nella versione precedente era richiesto un
solo sintomo per la diagnosi di abuso, nel DSM-V per un disturbo da uso di sostanze lieve è richiesta
la presenza, per un periodo di 12 mesi, di almeno due sintomi.
Nel manuale sono stati inoltre aggiunti il disturbo da uso di tabacco ed i criteri per l’astinenza da
cannabis e da caffeina. Infine, nella stessa categoria dei disturbi da uso di sostanze, compare per la
prima volta, il disturbo da gioco d'azzardo (gambling), indicato come unica condizione di una nuova
categoria di dipendenze comportamentali, classificato nelle precedenti edizioni del DSM come
disturbo del controllo degli impulsi. Questo cambiamento riflette la crescente e consistente
evidenza che alcuni comportamenti, come il gambling, attivano il sistema di ricompensa del cervello,
con effetti simili a quelli delle droghe e che i sintomi del disturbo da gioco d'azzardo assomigliano
in una certa misura a quelli dei disturbi da uso di sostanze.
Negli ultimi anni, pertanto, pare che nella Comunità Scientifica stia prendendo piede l'intenzione di
dare maggiore organicità a quelle che vengono definite come Nuove Dipendenze, sintomatologie
derivanti dalla ripetizione di attività per lo più socialmente accettate, che non implicano l’assunzione
di alcuna sostanza (Del Miglio & Corbelli, 2002; Shaffer & Kidman, 2003).
Queste nuove dipendenze o dipendenze comportamentali si riferiscono a una vasta gamma di
comportamenti, tra esse le più note e maggiormente indagate sono, oltre al Gioco d’Azzardo
Patologico (GAP), lo Shopping Compulsivo, la Dipendenza da Lavoro e da Studio, le Dipendenze da
Tecnologia (Internet, Videogiochi, ndr) , le Dipendenze Relazionali e alcuni Disturbi Alimentari
(Marganon e Aguaglia, 2003). Anche la Dipendenza da Sesso rientrerebbe in questo capitolo.
Infatti, diversi studi evidenziano come sia le dipendenze comportamentali (Nuove Dipendenze) sia
quelle determinate dall’uso di sostanze presentano delle somiglianze che possono essere così
riassunte:
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1. la sensazione di impossibilità di resistere all’impulso di mettere in atto il comportamento
(compulsività);
2. sensazione crescente di tensione che precede immediatamente l’inizio del comportamento
(craving);
3. piacere e sollievo durante la messa in atto del comportamento;
4. percezione di perdita di controllo;
5. persistenza del comportamento nonostante la sua associazione con conseguenze negative.
Facendo una breve ricerca è sempre più evidente che, tra le dipendenze che più frequentemente
colpiscono i giovani oggi, vi è la dipendenza da Social Network (chiamata anche dipendenza da
Social Media o Amico dipendenza).
Secondo fonti ISTAT (Rapporto 2013 su “Cittadini e nuove tecnologie”) quasi il 90% dei giovani tra i
15 e i 19 anni utilizza Internet quotidianamente.
Un interessante rapporto EURISPES (“Indagine Conoscitiva sulla Condizione dell’Infanzia e
dell’Adolescenza 2011”) sostiene che Il computer è ormai alla portata di tutti e non viene mai
usato solamente dal 4,8% dei ragazzi. Il numero dei fruitori "forti" è in aumento: il 23,6% usa il pc
da 2 a 4 ore e circa il 12% per più di 4 ore. Elevato è anche l’utilizzo di Internet: solo il 7% dei
ragazzi non naviga mai e il 37,7% lo fa da 2 a 4 ore (24,4%) a oltre 4 ore al giorno (13,3%). Ma il
dato preoccupante è quello riferito al tempo passato al cellulare, utilizzato da molti quasi fosse un
prolungamento: 4 adolescenti su 10 (41,4%) lo utilizzano da 2 a 4 ore (14%) e oltre (27,4%) nel
corso di una giornata.
Con la possibilità di accedere ad Internet, il 52,6% dei ragazzi dichiara di guardare meno
televisione, il 35,2% di parlare meno al telefono ed il 36,4% di andare meno al cinema. In
particolare destano preoccupazione alcuni dati: ben il 46,1% dei ragazzi legge di meno da quando
utilizza Internet, il 21% sta meno all’aria aperta, il 14,3% parla meno con i genitori e il 9,8% vede
meno i suoi amici.
Dati allarmanti sul rischio cyber-dipendenza tra i giovani italiani, soprattutto nella fascia 12-15
anni. Indagando la possibilità che nei ragazzi si sviluppino forme di cyber-dipendenza, è emerso che
il 42,5% controlla continuamente la posta elettronica o Facebook sperando che qualcuno gli abbia
inviato un messaggio. Allarmanti sono i seguenti dati: la metà dei ragazzi (49,9%) dichiara di perdere
la cognizione del tempo quando è online, dimenticandosi di fare altre cose. Ben il 34,3% dei ragazzi
usa Internet per non pensare e per sentirsi meglio. Quasi 1 ragazzo su 5 (19,5%) si sente irrequieto,
nervoso e triste quando non può accedere alla Rete e il 17,2%, ha cercato di ridurre l’uso di Internet
senza riuscirci. Emerge inoltre che i 12-15enni controllano continuamente la posta o Facebook in
misura maggiore rispetto ai 16-18enni (45,3% vs 36,8%), si sentono irrequieti, nervosi o tristi quando
non possono usare Internet, in misura maggiore rispetto ai più grandi (21,7% vs 15,3%), e
confondono più frequentemente realtà e fantasia (8,2% vs 5%).
I giovani poco cauti online: solo il 46,7% si connette sui Social Network con persone realmente
conosciute. Un altro rischio legato al Web è la possibilità di essere contattati online da persone
malintenzionate, che cercano gradualmente di ottenere la fiducia del ragazzo per poi chiedergli
l’invio di immagini a sfondo sessuale o un incontro. L’8,5% dei ragazzi dichiara di accettare la
richiesta di amicizia in un Social Network anche da parte di persone sconosciute e il 6,4% accetta
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solo dopo aver effettuato ricerche su Internet. Ben il 30% accetta di connettersi con amici degli amici
o con chi fa parte di un gruppo online cui partecipa. Il 46,7% dei ragazzi, invece, accetta solo se
conosce di persona chi richiede l’amicizia.
Facebook il Social più amato: quasi tutti hanno un profilo. Ben l’85,6% dei ragazzi dai 12 ai 18 anni
utilizza Facebook. Considerando anche che appena il 2,7% dichiara di essersi stancato e di non usarlo
più, si può concludere che i Social Network non solo attraggono, ma anche mantengono a lungo
l’attenzione dei ragazzi. Non a caso Facebook è tra le parole più cercate e cliccate del Web. Tra i 16
e18 anni Facebook viene utilizzato nel 90,9% dei casi, una percentuale che scende di circa 8 punti
tra i più piccoli dai 12 ai 15 anni (82,6%).
Quasi 7 ragazzi su 10 sono su Facebook tutti i giorni. Il 68,8% dei ragazzi è on line su Facebook tutti
i giorni: il 32,2% per 1-2 ore al giorno, il 14,4% da 2 a 5 ore e il 3,9% più di 5 ore.
Alla domanda: "quanti amici hai su Facebook?" il 30,8% dichiara di averne più di 500, mentre il 33,5%
tra 201 e i 500 e il 21,9% ha tra i 50 e i 200 contatti. Solo il 4,4% dei ragazzi ha risposto di averne
meno di 50, mentre il 9,4% non ha voluto fornire alcuna risposta in proposito.
Nonostante i Social Network nascano con obiettivi postivi quali contattare vecchi e nuovi amici,
mantenere i contatti con essi, condividere foto, video o contenuti della propria vita, essere luogo di
aggregazione “virtuale”, accanto alle caratteristiche positive ne sono comparse anche di negative,
in particolare legate a veri e propri casi di dipendenza.
Il bisogno di essere costantemente connessi per aggiornare le proprie informazioni, controllare le
novità dei propri amici o di conquistare sempre più numerose richieste di amicizia, crea così una
visione distorta del senso dei veri rapporti amicali e, di conseguenza, una formazione di giudizi
personali ed interpersonali sulla base del numero di amici aggregati alla propria pagina.
Tali dipendenze presentano preoccupanti sintomi di:
- Craving ovvero la presenza sempre maggiore di pensieri fissi e di forti impulsi verso come e
quando connettersi;
- Tolleranza (assuefazione) ovvero la necessità di stare collegati e/o aggiornare i contenuti
personali della propria pagina sempre di più ad ogni nuova connessione per raggiungere la
medesima sensazione di appagamento;
- Astinenza cioè la sperimentazione di intensi disagi psico-fisici nel caso non ci si colleghi per
un certo periodo tempo,
proprio come accade nelle dipendenze da sostanze o in altri nuovi tipi di dipendenza.
Quando per scelta l'individuo non è connesso o quando la connessione non è possibile, si
presentano allora seri sintomi psicologici come ansia, pensieri fissi, depressione, attacchi di
panico, paura (ad esempio di non avere più informazioni o collegamenti e di stare o rimanere da
soli), problemi di sonno, insicurezza, suscettibilità, etc.
Ad essi si aggiungono problemi sociali, familiari, affettivi e lavorativi quali ritardi o assenze a scuola
o a lavoro (con la sua possibile perdita), graduale isolamento, distorsione dei rapporti affettivi e
sociali, disgregazione dal gruppo familiare ed amicale.
Anche a livello fisico possono subentrare molteplici problemi come ad esempio emicrania, stress
oculare, iper sudorazione, tachicardia, tensioni, crampi e/o dolori muscolari (a causa delle numerose
ore passate davanti al computer), forte stanchezza.
Oltre alle conseguenze dirette sul giovane “affetto” da dipendenza da Social Network, vi sono
conseguenze indirette quali il cyber-bullismo, fenomeno che ha provocato un gran numero di
vittime tra i giovani adolescenti di tutto il mondo, sia in termini disturbi psicologici che di suicidi o
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la visione distorta non solo delle relazioni di amicizia ma anche di quelle sentimentali, influenzate
da ideologie di massa che non sempre corrispondono alla realtà o facilitano la personale capacità
di giudizio e di ragion critica, caratteristiche principali che un giovane dovrebbe sviluppare durante
la crescita.
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MODULO 1:
SCUOLA
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Premesse
Questo Modulo si articola in una serie di incontri da proporre all’interno delle classi Medie e
Superiori, Target del presente Toolkit. Le Attività all’interno delle scuole sono di fondamentale
importanza, in quanto rappresentano il principale contesto ove è possibile entrare in contatto con
ragazze e ragazzi, rendendolo luogo privilegiato per l’ottenimento di risultati, si spera, migliori e di
feedback a lungo termine. Si ricorda che la Croce Rossa Italiana e il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca (MIUR), hanno firmato un protocollo d’intesa nel quale si impegnano
a prevedere e realizzare percorsi ed iniziative comuni per favorire la formazione della persona e
l'appartenenza alla comunità locale, nazionale ed europea. Il presente Toolkit è da intendersi come
applicazione pratica di tale percorso.
Si propone un percorso di 6 ore articolato in 2 incontri da 3 ore o 3 incontri da 2 ore, a seconda delle
esigenze dell’Istituto, e preferibilmente a distanza temporale di una settimana l’uno dall’altro. E’
infatti auspicabile non organizzare un unico incontro o più incontri molto ravvicinati tra loro, in
modo da consentire a ragazze e ragazzi di rielaborare in maniera adeguata il vissuto dell’incontro
precedente. E’ consigliata, e spesso indispensabile, una presentazione tempestiva (il termine di
scadenza varia a seconda degli Istituti) del Progetto al Dirigente Scolastico (o suo Delegato), il quale
ne proporrà l’inserimento all’interno del Piano dell’Offerta Formativa (POF).
Gli incontri seguiranno una logica a step:
● 1° STEP - INFORMATIVO, in cui si introduce l’argomento delle Dipendenze, illustrandone la
gravità e i motivi per cui occorre prevenirle;
● 2° STEP - ATTIVITA’, che hanno come finalità la contestualizzazione del fenomeno e
l’immedesimazione del soggetto, requisiti fondamentali per poter suscitare una spinta a
cambiare lo status quo;
● 3° STEP - PARTECIPAZIONE, è il fulcro del percorso, in cui ragazze e ragazzi da semplici
“fruitori” del Progetto si trasformano in “attori” che si impegnano in prima persona per
arginare il fenomeno delle Dipendenze e prevenirlo.
Ogni step è strutturato su incontri di circa 90 minuti. Nel caso in cui gli incontri nelle classi fossero 2
di 3 ore ciascuno, consigliamo di curare attentamente il riadattamento delle tempistiche e dei
contenuti.
E’ un’escalation graduale, non immediata, e richiede ai Volontari il massimo entusiasmo,
determinazione e preparazione.
Si invita, pertanto, ciascun Volontario interessato a prendere attenta visione del presente Toolkit, e
di organizzare degli incontri di “simulazione” con i propri colleghi Volontari, utili per prendere
confidenza con il Progetto e sfruttare eventuali osservazioni e critiche in maniera costruttiva e senza
la componente ansiosa della “prima volta”.
Sarà fondamentale un incontro preliminare con i Docenti, che sapranno fornire informazioni
basilari come il numero dei partecipanti (fondamentale per organizzare le attività e il numero di
Volontari coinvolti), ma saranno anche utili perché a conoscenza di eventuali fenomeni di
11
Dipendenza già noti, disabilità o dinamiche di classe particolari, che potrebbero richiedere una
modifica al canovaccio degli incontri.
In certi casi può rivelarsi utile consultare un Esperto (ad es. Medico, Psicologo, o una Figura Formata
all’interno della C.R.I.) per ottenere suggerimenti o, eventualmente, un supporto attivo durante gli
incontri: fatene tesoro!
Inoltre, una volta conosciuta l’entità numerica degli alunni, ci si potrà organizzare per la gestione
dei tempi e delle risorse umane a disposizione. Si ricorda, infine, di verificare sempre il materiale
disponibile e gli spazi concessi: una errata valutazione potrebbe generare imprevisti difficilmente
colmabili!!
Al termine di OGNI incontro, si raccomanda ai Volontari di effettuare un appropriato De briefing, in
cui analizzare criticamente ogni fase dell’intervento, eventuali difficoltà riscontrate ed emozioni
suscitate, con lo scopo di migliorarsi continuamente. Qualora fosse necessario, non esitare a
contattare figure esperte (es. psicologi) per affrontare gli aspetti emotivi più importanti.
A seguire la trattazione con le proposte di attività, suddivise a seconda dello “step” di riferimento.
Spetterà a ciascun Gruppo organizzarle a seconda del tempo a disposizione e a seconda del “taglio”
che si vuole dare agli incontri. Le tempistiche segnalate sono puramente indicative.
Step 1: Informativo
Questa sezione è finalizzata all’introduzione del Progetto e pone le basi per gli step successivi. Si
articola fondamentalmente in 3 momenti, a nostro giudizio ugualmente importanti:
1) la presentazione dell’Associazione;
2) l’introduzione alla tematica delle dipendenze;
3) anticipazione degli incontri successivi, allo scopo di stimolare l’interesse a parteciparvi. Invitiamo
i Volontari a mantenere la sequenzialità della struttura di base, arricchendola o personalizzandola a
piacimento.
Durata complessiva: circa 90 minuti
Materiali
Attività
Durata
Numero sufficiente
di sedie per ciascun
partecipante
Predisposizione dell’aula e sistemazione in cerchio
5 minuti
(possibilmente
PRIMA dell’inizio
dell’incontro)
Accertarsi che l’ambiente sia sicuro e “facilitante” e
predisporre il materiale (es. computer, videoproiettore)
necessario per le attività successive.
Suggeriamo, infine, di disporre le sedie dell’aula in cerchio
(struttura base della Peer Education), in modo tale da
consentire ai partecipanti una comoda collocazione
all’interno dello stesso e la possibilità di muovervisi.
Suggerimento: Iniziare a dare un’occhiata generale del
gruppo “classe” facendo particolare attenzione alle dinamiche
12
di gruppo…
Nessuno
Presentazione dei Volontari, dell’Associazione e del
Progetto + giro di nomi
10 minuti
E’ fondamentale illustrare per prima cosa CHI SIAMO, COSA
FACCIAMO e PERCHE’. Non è necessario un supporto audiovisivo, ma è auspicabile mettere subito in chiaro che il nostro
intervento non è finalizzato alla pura (e sterile) trasmissione
di nozioni, ma è un percorso che ha come obiettivo la
PREVENZIONE del fenomeno delle Dipendenze e la lotta
CONTRO LA COLPEVOLIZZAZIONE delle stesse.
Seguirà un giro di nomi dei partecipanti.
Suggerimento: sforzarsi di imparare i nomi di ogni
partecipante, molto importante ai fini della peer education.
Per agevolare il Volontario, esistono diverse varianti al giro di
nomi (ad esempio, chiedendo ad ognuno di associare l’iniziale
del proprio nome ad un mestiere) che possono contribuire a
rendere il tutto più divertente.
Cartellone/ Lavagna
Brainstorming
Pennarelli/gessetti
Scrivere su un cartellone (o sulla lavagna) un termine chiave
avente a che fare con l’argomento delle Dipendenze
(andrebbe anche bene “Dipendenze”..perchè no?! ).
Successivamente, i partecipanti hanno 5 minuti di tempo per
scrivere, attorno alla parola, tutto ciò che viene in mente loro
e che si ricollega al termine dato.
15 minuti (5’ per
l’esecuzione + 10’
per la discussione)
NB: va bene qualsiasi parola! Incentivare i partecipanti ad
eliminare i filtri che applicherebbero per paura di essere
giudicati e a scrivere più di una parola a testa.
Al termine, seguiranno alcuni minuti di discussione, durante i
quali verranno commentate le parole scritte, ponendo
domande sul nesso esistente con la parola-chiave e
stimolando un minimo di dibattito
Suggerimento: Il brainstorming è un tipo di attività che può
nascondere delle insidie, a seconda della
timidezza/estroversione dei partecipanti e alle dinamiche di
classe. Porre attenzione a tutti questi aspetti...potrebbe
tornare utile per le Attività successive! Potrebbe capitare che
i ragazzi scrivano poche parole: stimolare il dibattito
proponendo eventuali parole da aggiungere.
Presentazione
(Allegato 1)
Computer portatile
(completo di
Presentazione PowerPoint “Dipendenze; informiamoci”
15 minuti (non
oltre!!)
Occorre dare una connotazione epidemiologica e accenni
psico-patologici al fenomeno delle Dipendenze. Non è una
trattazione sistematica sull’argomento, per la quale si
13
alimentatore) con
Power Point
compatibile
rimanda a testi e corsi specifici, ma vuole essere un modo per
introdurre l’argomento spiegando, con l’ausilio delle
statistiche, il PERCHE’ desti così tanta preoccupazione.
Video-proiettore
Suggerimento: si invitano i Volontari (in particolare coloro i
quali esporranno la presentazione) a prepararsi bene
sull’argomento, evitando di leggere le diapositive “toutcourt”! Occorrerà destare interesse sull’argomento, ponendo
l’accento (per esempio, con il tono della voce) sulle parti più
importanti! E’ utile cercare di prevedere le eventuali
domande che verranno poste, cercando di rispondere ove
possibile (e solo se si è certi della risposta!) e, qualora non si
fosse in grado di rispondere, rimandando a eventuali
approfondimenti con esperti. Infine, si consiglia di mantenere
aggiornate le diapositive: le statistiche vengono
periodicamente rinnovate!
Schermo o parete
bianca su cui
proiettare la
presentazione
Possibilità di
oscurare le finestre
Documento Word
(Allegato 2)
Test: “Quanto sei dipendente?”
Il questionario presentato in questa attività è la traduzione in
Numero sufficiente italiano del Test sulla dipendenza da
di fotocopie del test Internet (Internet Addiction Test) messo a punto da
Kimberley Young, psicologa statunitense che da molti anni si
occupa di dipendenza da Internet e che dirige il Center for
Penne o matite
Internet Addiction Recovery di Bradford (Pennsylvania).
sufficienti
I partecipanti rispondono alle domande indicando la
frequenza con cui adottano determinati comportamenti: 1
“Mai”, 2 “Raramente”, 3 “Ogni tanto”, 4 “Spesso”, 5
“Sempre”.
20 minuti (10’ per
l’esecuzione + 10’
per la discussione)
Una volta che la persona ha risposto a tutte le domande, le
cifre di risposta man mano indicate vengono sommate. Il
punteggio ottenuto è valutato in base alla fascia in cui cade:
• punteggio tra 0 e 19 – al di sotto della media;
• punteggio tra 20 e 49 punti – utilizzatore medio di internet,
a cui può a volte capitare di navigare in rete un po’ troppo a
lungo, senza però perdere il controllo della situazione;
• punteggio tra 50 e 79 punti – punteggio al di sopra della
media. La persona dovrebbe riflettere sull’impatto che queste
abitudini hanno sulla sua vita;
• punteggio tra 80 e 100 punti – l’uso di internet è
intensissimo e può causare alla persona notevoli problemi
relazionali. La persona dovrebbe considerare l’impatto di
internet sulla sua vita e affrontare i problemi che le causa.
N.B.:
• non va utilizzato per fare diagnosi (attualmente non esiste
una diagnosi unanime di “dipendenza da Internet”);
• non fornisce alcuna raccomandazione da seguire;
• non ha finalità clinica;
• non sostituisce la consulenza di un professionista
14
Suggerimento: Ricordiamoci (e ricordiamolo ai partecipanti)
che NON siamo lì per giudicare qualcuno, quanto per
stimolare la riflessione personale. Eventuali “dibattiti”
saranno ben accetti, purché ci si tenga alla larga da tentativi
di discriminazione o vittimizzazione.
Video
(Allegato 3)
Computer portatile
(completo di
alimentatore),
munito di lettore
multimediale
compatibile
Video-proiettore
Casse audio
Schermo o parete
bianca su cui
proiettare la
presentazione
Possibilità di
oscurare le finestre
Video: “I veggenti del Terzo Millennio”
Su una piazza di Bruxelles un noto personaggio belga, Dave
Guillame, ha condotto un curioso esperimento di
chiaroveggenza. Ha fermato i passanti e li ha sottoposti ad
una seduta in cui poneva loro domande su esperienze da loro
vissute, destando stupore per i dettagli impressionanti di cui
era a conoscenza. Al termine, veniva svelato il “trucco”: dietro
un telone erano presenti dei collaboratori che in tempo reale
ricavavano tutte le informazioni più sensibili dai profili
pubblici dei SOCIAL NETWORKS. Chi l’avrebbe mai detto?
10 minuti (2’30”
video +
discussione)
Suggerimenti: scopo del dibattito è rendere i partecipanti
consapevoli di quante informazioni pubblichiamo su internet,
tramite i social networks più comuni, senza che ce ne
rendiamo conto. Siamo davvero a conoscenza di chi si trova
dall’altra parte del monitor? Conosciamo le “impostazioni
privacy” dei nostri account Facebook, Twitter e quant’altro?
Siamo davvero disposti a far conoscere a più di 500 “amici”
tutti i nostri movimenti?
NB: Il video in questione è stato realizzato da una banca belga
al fine di sensibilizzare i propri clienti alla salvaguardia dei
propri dati sensibili. Il link Youtube è il seguente:
https://www.youtube.com/watch?v=mq6malFa0W4 Febelfin
©
Nessuno
De briefing
10-15 minuti
Scopo del De briefing è di fissare i concetti affrontati durante
l’incontro, focalizzandosi sui sentimenti scaturiti e lasciando
spazio a dubbi, domande ed eventuali critiche (costruttive)
all’organizzazione dell’incontro.
Suggerimento: è fondamentale che il Volontario moderatore
sia in grado di modulare il dibattito, incalzando con domande
per stimolarlo e lasciando che si sviluppi da sé quando è già
avviato. Alcune domande potrebbero essere:
● Come vi siete sentiti?
● Avete avuto modo di riflettere sulle vostre abitudini?
Se sì, come? Pensate di cambiarle?
● Da oggi al prossimo incontro, rifletterete ancora sugli
argomenti trattati?
MAI lasciare trasparire il proprio pensiero, giudizio,
soprattutto se rivolto a qualcuno dei partecipanti.
15
Ricordiamoci che indossiamo una divisa e che non possiamo
permetterci di schierarci apertamente.
Al termine del dibattito, prima dei saluti finali, può essere
utile accennare brevemente ciò che verrà trattato nel
prossimo incontro.
Step 2: attività
Questa sezione è dedicata alla presentazione di alcune attività da che potranno essere attuate e
sviluppate durante gli incontri nelle classi, a seguito del primo step informativo. Le schede-attività
saranno strutturate in 3 fasi:
1) preparazione e ripasso dell’incontro precedente;
2) svolgimento;
3) de briefing finale.
Invitiamo i Volontari a mantenere la sequenzialità della struttura di base, arricchendola o
personalizzandola a piacimento.
Le attività proposte di seguito richiedono uno sforzo interpretativo dei partecipanti, invitandoli ad
assumere “panni” diversi da quelli che indossano quotidianamente, interpretando ruoli di persone
che vivono la problematica della dipendenza in modo diretto o indiretto.
Riteniamo quindi fondamentale specificare che per l’attuazione di questa tipologia di attività:
- È essenziale che ogni “attore” studi il suo “ruolo” in modo autonomo e indipendente
rispetto agli altri: non si tratta di mettere in scena una recita, quanto di far interagire
diverse personalità;
- I ruoli conterranno alcune indicazioni su come iniziare il role play e come condurne alcuni
aspetti, ovvero sulle caratteristiche e sulle modalità comportamentali del ruolo assunto; la
frazione maggiore del lavoro sarà però lasciata all’improvvisazione;
- A tutti sarà dato uno scenario che definisce il contesto nel quale l’azione si sviluppa;
- Gli “attori” dovranno agire (parlare) non tanto secondo le proprie inclinazioni, quanto
secondo il carattere dei personaggi che sarà descritto nei singoli ruoli. Vanno evitati
atteggiamenti troppo “recitati”: stiamo tentando di vedere cosa succede quando
interagiamo con degli altri, non di strappare applausi;
- Gli “attori” dovranno avere la possibilità di esprimersi senza rischiare di essere messi in
condizione di stress emotivo da pubblico. I garanti di questo ultimo aspetto saranno i
Volontari moderatori dell’incontro;
- I volontari moderatori dell’attività dovranno prestare MOLTA attenzione alle dinamiche
presenti durante l’attività (potrebbero scaturire vissuti personali o emotivi rilevanti) e
lasciare i partecipanti liberi di esprimersi durante le riflessioni finali.
Ove possibile, svolgere questa attività con il supporto di personale C.R.I. formato (Operatore
Sociale Generico, Operatore Sociale nelle Dipendenze, Operatore Educazione alla Pace etc…) o con
competenze personali specifiche (Psicologo, Educatore, Formatore, Insegnante etc…).
Durata complessiva: circa 90 minuti
16
Materiali
Attività
Durata
Numero sufficiente
di sedie per ciascun
partecipante
Predisposizione dell’aula e sistemazione in cerchio
5 minuti
Accertarsi che l’ambiente sia sicuro e “facilitante” e
predisporre il materiale (es. computer, videoproiettore)
necessario per le attività successive.
Suggeriamo, infine, di disporre l’aula nella modalità più
consona alla messa in atto dell’attività.
Prima dell’incontro: stampare le schede contenenti le
istruzioni delle attività in duplice copia. Una copia sarà a
disposizione del volontario moderatore dell’incontro, l’altra
dovrà essere ritagliata con cura, suddividendo i vari ruoli o
indizi.
Cartellone/
Lavagna
Pennarelli/gessetti
Ripasso dell’incontro precedente
10 minuti
Insieme agli alunni, fare un breve riassunto della puntata
precedente, con lo scopo di rinfrescare i contenuti e
prepararsi alle attività della mattinata.
In un primo momento, lasciare i partecipanti liberi di
esprimersi per poter comprendere al meglio quanto abbiano
assimilato nel primo incontro. Successivamente, riassumete
quanto emerso e procedete all’introduzione dell’attività.
Suggerimento: Per rendere questo processo più strutturato è
possibile procedere con l’ausilio di un cartellone e dei
pennarelli, chiedendo ad un volontario tra gli alunni di
riassumere per punti quanto viene detto.
Quizzettone
(Allegato 4)
Computer portatile
(completo di
alimentatore) con
Power Point
compatibile
Alternativa: Per rendere il ripasso interattivo e coinvolgente
è possibile utilizzare una breve attività che consiste nella
proiezione di un quiz con alcune domande a risposta multipla
riguardanti le informazioni dell’incontro precedente. Si
possono dividere i partecipanti in 2 o 3 squadre, farli
gareggiare in stile “ruba bandiera” o semplicemente
prenotando la risposta con l’ausilio di un oggetto sonoro.
Video-proiettore
Schermo o parete
bianca
Possibilità di
oscurare le finestre
Istruzioni per la
singola attività
Svolgimento
Spiegare agli alunni cosa gli viene richiesto dall’attività che
60 minuti per ogni
attività (5’ per la
spiegazione del
17
Stampante
andranno a svolgere.
Fogli A4
N.B.: Tali attività sono proposte alternative, che difficilmente
potranno essere realizzate in un unico incontro. Sarà cura dei
Volontari scegliere quale/i svolgere, in base agli obiettivi che
vorranno essere raggiunti, alle preferenze, e al personale
formato a disposizione.
Le parti di “predisposizione” e “ripasso” (vedi sopra) e di “de
briefing” (vedi conclusione) sono adattabili e strettamente
legate a tutte le attività proposte in questa sezione centrale
“svolgimento”.
Forbici
mandato + 5’ per
la preparazione
dei personaggi +
20’ circa per lo
svolgimento + fino
a 20’ per la
discussione)
Attività A: Role Play “I panni altrui”
Scheda Ruoli A
(Allegato 5)
Obiettivo dell’attività: Far sì che chi partecipa all'attività
comprenda le difficoltà relazionali nei confronti dei soggetti
con una dipendenza e le modificazioni della vita quotidiana
che la dipendenza implica.
Numero di persone coinvolte: Gruppetti di 3/4 nel ruolo di
"attori”; gli altri membri della classe nel ruolo di "osservatori"
Svolgimento dell’attività: Selezionare all'interno della classe
gli "attori"(su base volontaria, a estrazione, o a discrezione
dei Volontari). Assegnare ai partecipanti che fungeranno da
“attori” gli scenari, ed i relativi ruoli, presenti nel Documento
(Allegato 5). Le situazioni descritte rappresentano una
situazione critica per la presenza, più o meno riconosciuta, di
una dipendenza.
Durante i 5’ di preparazione allo svolgimento dell’attività, gli
“attori” studieranno i ruoli, mentre gli altri allievi, con il
coordinatore dell’attività, formuleranno ipotesi su quali
aspetti del role play debbano essere osservati e in vista di
quali risultati. Nel frattempo, il coordinatore dell’attività
leggerà la sezione “Contestualizzazione per gli osservatori” in
modo da introdurre lo scenario.
Nota per il Volontario: aver cura di non leggere il profilo dei
singoli personaggi agli osservatori e, soprattutto, fare in
modo che i personaggi non abbiano informazioni sui ruoli
altrui!!
Terminato il tempo a disposizione per la preparazione degli
scenari, invitare gli "attori" a mettere in scena la situazione
richiesta (circa 15-20’).
Concluso il role play, invitare gli alunni a riunirsi nuovamente
in plenaria e a riportare le osservazioni in una discussione
guidata dai Volontari: è importante che tutti comunichino le
loro osservazioni, e che anche gli “attori” riportino le loro
impressioni, emozioni, scelte di interpretazione, etc.
Suggerimento: Distribuire i ruoli tenendo conto delle
personalità dei partecipanti, provando a stimolare e favorire
la messa in gioco dei caratteri più introversi. Il ruolo di
18
osservatore può essere assegnato a seconda di un’attenta
analisi dei partecipanti, specificando loro l’importanza di
questo ruolo ai fini della conclusione dell’attività.
Durante la discussione è importante iniziare con la lettura dei
singoli ruoli e partire dal punto di vista degli osservatori, per
far comprendere le dinamiche esterne ai personaggi
interpretati.
Alcune domande utili alla guida della discussione sono:
● Cosa avete notato durante la simulazione?
● Vi siete sentiti tutti a vostro agio nei ruoli che vi sono
stati assegnati?
● Interpretare questi ruoli vi ha fatto riflettere sul tema
e cambiare punto di vista?
Attività B: Role play “AntiSocial Network”
Scheda ruoli B
(Allegato 6)
Obiettivo dell’attività: Sensibilizzare gli alunni riguardo la
dipendenza da Internet e Social Network, ponendo
l’attenzione sui fenomeni che possono essere collaterali
rispetto a questa specifica patologia, come il cyber-bullismo.
Numero di persone coinvolte: 5 alunni nel ruolo di "attori”; gli
altri membri della classe nel ruolo di "osservatori".
Svolgimento dell’attività: Selezionare all'interno della classe
gli "attori"(su base volontaria, a estrazione, o a discrezione
dei Volontari). Assegnare ai partecipanti che fungeranno da
“attori” gli scenari, ed i relativi ruoli, presenti nel Documento
(Allegato 6).
Durante i 5’ di preparazione allo svolgimento dell’attività, gli
“attori” studieranno i ruoli, mentre gli altri allievi, con il
coordinatore dell’attività, formuleranno ipotesi su quali
aspetti del role play debbano essere osservati e in vista di
quali risultati. Nel frattempo, il coordinatore dell’attività
leggerà la sezione “Contestualizzazione per gli osservatori” in
modo da introdurre lo scenario.
Nota per il Volontario: aver cura di non leggere il profilo dei
singoli personaggi agli osservatori e, soprattutto, fare in
modo che i personaggi non abbiano informazioni sui ruoli
altrui!!
Terminato il tempo a disposizione per la preparazione degli
scenari, invitare gli "attori" a mettere in scena la situazione
richiesta (circa 15-20’).
Concluso il role play, invitare gli alunni a riunirsi nuovamente
in plenaria e a riportare le osservazioni in una discussione
guidata dai Volontari: è importante che tutti comunichino le
loro osservazioni, e che anche gli “attori” riportino le loro
impressioni, emozioni, scelte di interpretazione, etc.
Suggerimento: Distribuire le Role Cards tenendo conto delle
personalità dei partecipanti, provando a stimolare e favorire
19
la messa in gioco dei caratteri più introversi. Il ruolo di
osservatore può essere assegnato a seconda di un’attenta
analisi dei partecipanti, specificando loro l’importanza di
questo ruolo ai fini della conclusione dell’attività.
Durante la discussione è importante iniziare con la lettura
delle singole Role Cards e partire dal punto di vista degli
osservatori, per far comprendere le dinamiche esterne ai
personaggi interpretati.
Alcune domande utili alla guida della discussione sono:
● Cosa avete notato durante la simulazione?
● Vi siete sentiti tutti a vostro agio nei ruoli che vi sono
stati assegnati?
● Interpretare questi ruoli vi ha fatto riflettere sul tema
e cambiare punto di vista?
E’ importante far comprendere, infine, che non tutti i Social
Network sono pericolosi o luoghi pieni di insidie. Sforzatevi di
far comprendere agli alunni che devono essere loro per primi
a fare un’analisi critica degli strumenti che utilizzano, di
quanto questi possano essergli di supporto (ricerche su
internet, gruppi o forum di discussione) oppure dannosi (chat
per adulti, siti non controllati).
Attività C: “Ad occhi chiusi”
Obiettivo dell’attività: Far immedesimare i partecipanti in
situazioni diverse dalle proprie, riguardanti soggetti affetti da
dipendenze o loro familiari.
Scheda ruoli C
(Allegato 7)
Stampare più copie
in modo tale che
siano sufficienti per
il numero di alunni
partecipanti. Più
alunni possono
ricoprire lo stesso
ruolo.
Numero di persone coinvolte: Tutti gli alunni.
Svolgimento dell’attività: Consegnare ad ogni alunno un
ruolo. Dare 5’ di tempo per riflettere sul proprio ruolo.
Chiedere ai partecipanti di formare una fila lungo un lato
dell’aula. E’ essenziale che gli alunni siano disposti sulla stessa
linea, in modo da poter notare, a fine attività, le posizioni
differenti che avranno raggiunto in base ai diversi ruoli. Se il
numero degli alunni e lo spazio a disposizione (aula o
giardino) non dovessero permettere ciò, si consiglia di far
sperimentare l’attività solo ad alcuni di essi e richiedere ai
restanti di partecipare allo svolgimento, annotando le proprie
osservazioni. Un’ulteriore modalità può essere quella di far
partecipare tutti gli alunni ma in due momenti differenti.
Spiegare che a seguire udiranno alcune affermazioni e
dovranno fare un passo avanti o rimanere fermi, a seconda
che il proprio personaggio si senta più o meno a proprio agio
nelle diverse situazioni descritte.
Dovranno reagire come se fossero il personaggio, in questo
modo:
- A proprio agio: fare due passi avanti.
- Non so, non sono sicuro: fare un passo avanti.
- A disagio: non muoversi.
Ripetere le istruzioni, assicurandosi che tutti abbiano chiaro
20
lo svolgimento dell’attività.
Chiedete ai partecipanti di svolgere l’attività ad occhi chiusi
(calcolate, quindi, in modo appropriato gli spazi tra ogni
alunno). Leggete le seguenti affermazioni e, tra di esse,
lasciate il giusto tempo per gli spostamenti:
- Chiedere aiuto a qualcuno che non conosci.
- Rispondere a una domanda personale.
- Trascorrere un mese in vacanza con la tua famiglia in un
luogo isolato.
- Dire a qualcuno che stai male.
- Esprimere le tue opinioni.
- Fare nuove amicizie.
- Mettere da parte i soldi per acquistare un elettrodomestico
essenziale.
N.B.: Nel caso in cui si sia scelta la modalità di svolgimento
che consiste nel suddividere la classe in due gruppi, si
consiglia di leggere le prime 3 o 4 affermazioni al primo
gruppo e le restanti al secondo, in modo da non rendere
prevedibili le reazioni di chi interpreterà il ruolo
successivamente.
Chiedete a tutti i partecipanti di aprire gli occhi e di guardarsi
attorno, riflettendo sulla propria posizione e quella dei
compagni.
Utilizzare le seguenti domande per guidare la riflessione su
questa attività.
● In quali situazioni ti sei sentito più a tuo agio?
● In quali situazioni ti sei sentito più a disagio?
● Come ti senti nel luogo in cui ti trovi?
● Come ci si potrebbe aiutare reciprocamente a
sentirsi maggiormente a proprio agio?
Suggerimento: Durante la discussione è importante iniziare
con la lettura delle singole Role Cards, per far comprendere le
dinamiche esterne ai personaggi interpretati.
Nessuno
De briefing
10 - 15 minuti
Scopo del De briefing è di fissare i concetti affrontati durante
l’incontro, focalizzandosi sui sentimenti scaturiti e lasciando
spazio a dubbi, domande ed eventuali critiche (costruttive)
all’organizzazione dell’incontro.
Suggerimento: è fondamentale che il Volontario moderatore
sia in grado di modulare il dibattito, incalzando con domande
per stimolarlo e lasciando che si sviluppi da sé quando è già
avviato. Alcune domande potrebbero essere:
● Come vi siete sentiti?
● Avete avuto modo di riflettere sulle vostre abitudini?
Se sì, come? Pensate di cambiarle?
21
●
Da oggi al prossimo incontro, rifletterete ancora sugli
argomenti trattati?
MAI lasciare trasparire il proprio pensiero, giudizio,
soprattutto se rivolto a qualcuno dei partecipanti.
Ricordiamoci che indossiamo una divisa e che non possiamo
permetterci di schierarci apertamente.
Al termine del dibattito, prima dei saluti finali, può essere
utile accennare brevemente ciò che verrà trattato nel
prossimo incontro.
Step 3: PartecipAzione
Questa sezione costituisce la parte finale del Progetto. Si articola in 3 momenti:
1) preparazione e ripasso dell’incontro precedente;
2) i Giovani e la partecipAzione;
3) de briefing finale del progetto.
Invitiamo i Volontari a mantenere la sequenzialità della struttura di base, arricchendola o
personalizzandola a piacimento.
“Non siamo responsabili solo per quello che facciamo ma anche per quello che abbiamo mancato
di fare.” Moliere.
Croce Rossa Italiana, attraverso il V° Obiettivo Strategico 2020, si pone una grande sfida:
“Promuovere lo sviluppo dei giovani e una cultura della cittadinanza attiva”. L’idea fondamentale
che sta alla base di questo Toolkit è di non fermarsi alla proposta di semplici attività, ma di avviare
un percorso che abbia un inizio chiaro ed una fine “a rilascio prolungato”. Il nostro obiettivo non è
solo fornire uno strumento, bensì stimolare le idee, le energie e le potenzialità dei giovani con cui
verremo in contatto, renderli consapevoli del proprio ruolo all’interno della società e agenti di
cambiamento comportamentale nei confronti dei coetanei e degli adulti con cui vengono a contatto
quotidianamente.
Uno degli strumenti più efficaci per poter aumentare la consapevolezza su temi importanti e
coinvolgere attivamente le persone in questo processo sono le Piattaforme di mobilitazione
sociale, luoghi fisici, metaforici o telematici in cui è possibile diffondere messaggi positivi di
sensibilizzazione, sfruttando linguaggi diretti e universali (come le arti): musica, danza, teatro, arti
visive, sport (movimento). Questi linguaggi non hanno bisogno di essere veicolati da parole, poiché
innati nell’uomo.
Consigliamo di consultare il Glossario per informazioni più approfondite sulla Mobilitazione sociale
e le Piattaforme di mobilitazione sociale.
Nei precedenti Step abbiamo lavorato sull’informazione e sull’azione. E’ questo il momento di
passare ad una tipologia di azione differente: l’AZIONE PARTECIPATA, incoraggiando gli studenti ad
avviare in prima persona progetti o eventi di mobilitazione sociale, affinché possano essere
“sensibilizzatori alla pari”, sul tema delle dipendenze, nei confronti dei propri coetanei.
22
Durata complessiva: 90-100 minuti
Materiali
Attività
Durata
Numero sufficiente
di sedie per ciascun
partecipante
Predisposizione dell’aula e sistemazione in cerchio
5 minuti
Cartellone/
Lavagna
Ripasso dell’incontro precedente
Pennarelli/gessetti
Accertarsi che l’ambiente sia sicuro e “facilitante” e
predisporre il materiale necessario per le attività successive.
Suggeriamo di disporre l’aula nella modalità più consona alla
messa in atto dell’attività.
10 minuti
Insieme agli alunni, fare un breve riassunto dei primi due
incontri, per poter comprendere al meglio i contenuti
assimilati e, quindi, su cui porre l’attenzione durante
quest’ultimo step.
In un primo momento, lasciare i partecipanti liberi di
esprimersi per poter comprendere al meglio quanto abbiano
assimilato nel primo incontro. Successivamente, riassumete
quanto emerso.
Suggerimento: Per rendere questo processo più strutturato è
possibile procedere con l’ausilio di un cartellone e dei
pennarelli, chiedendo ad un volontario tra gli alunni di
riassumere per punti quanto viene detto.
Cartellone/ Lavagna
I giovani e la partecipAzione
Pennarelli/gessetti
Dopo aver rivisto i temi affrontati nel primo incontro e le
esperienze vissute nel secondo, avviare un brainstorming con
gli alunni sulla parola “Partecipazione”.
Raccolte tutte le impressioni e le idee dei partecipanti al
riguardo, proporre loro di progettare un’azione di
coinvolgimento dei propri coetanei sul tema delle
dipendenze.
Dividere la classe in 3 gruppi. Il primo gruppo lavorerà sulla
sensibilizzazione riguardo la cyber-dipendenza, il secondo
gruppo sulla sensibilizzazione riguardo la dipendenza da
droghe ed il terzo gruppo sulla sensibilizzazione riguardo la
dipendenza da alcool.
Spiegare in breve agli alunni cosa sono e come funzionano le
piattaforme di mobilitazione sociale (è possibile trovare
maggiori informazioni all’interno del Glossario).
Assegnare a ciascun gruppo una delle piattaforme di
mobilitazione sociale tra: teatro, musica e arti visive.
L’assegnazione può avvenire in modo casuale oppure sulla
base di considerazioni legate al carattere, le capacità o le
attitudini dei partecipanti.
Invitare i 3 gruppi ad ideare nei successivi 30 minuti un
evento in grado di coinvolgere tutti gli studenti della propria
Fogli A4
60 minuti (10’ per
il brainstorming +
5’ per la
discussione + 10’
per la spiegazione
e l’assegnazione
del mandato + 35’
di progettazione)
23
scuola.
L’evento si dovrà svolgere durante una pausa ricreazione.
Fissate insieme alla classe la data, possibilmente non più di
una settimana dopo quest’ultimo incontro.
Chiedete ai partecipanti di scrivere in modo schematico la
loro idea, in modo che possiate conservarne una copia.
Monitorate attentamente le tempistiche: l’obiettivo non è
quello di fare in modo che l’attività sia pronta da attuare e
completa di dettagli, bensì che siano arrivati ad un’idea chiara
e comune di cosa fare.
Indicazioni per gli alunni: L’evento dovrà essere come un
flash mob, di breve durata (non più di 5 minuti). Dovrà
svolgersi nella metodologia indicata dalla piattaforma di
mobilitazione sociale assegnata e in grado di coinvolgere
ATTIVAMENTE tutti. Ciascun gruppo sarà libero di scegliere se
rendere l’evento segreto (con effetto sorpresa) oppure se, nei
giorni precedenti la data fissata, inviare messaggi nelle classi,
scrivere post sulle pagine Facebook, appendere volantini per
la scuola, diffondere brevissimi video di invito, o ancora tutto
ciò che pensano possa essere in grado di incuriosire rispetto
al progetto.
Suggerimento: ormai vi sarete fatti un’idea del gruppo classe.
Nel suddividere gli studenti, fate in modo che i gruppi siano il
più omogenei possibile, facendo collaborare alunni più
estroversi insieme ad alunni più timidi, alunni più propositivi
insieme ad alunni più passivi.
L’efficacia di questa attività è strettamente connessa alla
capacità che avranno i volontari moderatori degli incontri di
coinvolgere, motivare e entusiasmare i partecipanti!
Cartellone/
Lavagna
Pennarelli/gessetti
De briefing finale del progetto
10 - 15 minuti
Scopo del De briefing finale del progetto è di concludere
l’esperienza, focalizzandosi sui sentimenti scaturiti, le
conoscenze apprese, il cambiamento dei punti di vista dei
partecipanti ed il coinvolgimento in prima persona rispetto
all’azione di sensibilizzazione sul tema.
E’ essenziale lasciare spazio a dubbi, domande ed eventuali
critiche (costruttive) all’organizzazione degli incontri.
Suggerimento: è fondamentale che il Volontario moderatore
sia in grado di modulare il dibattito, incalzando con domande
per stimolarlo e lasciando che si sviluppi da sé quando è già
avviato. Alcune domande potrebbero essere:
● Come vi siete sentiti?
● Pensate possa essere utile svolgere questa tipologia
di incontri nelle classi?
● Vi sentite pronti alla grande sfida di mobilitazione
sociale?
24
MAI lasciare trasparire il proprio pensiero, giudizio,
soprattutto se rivolto a qualcuno dei partecipanti.
Ricordiamoci che indossiamo una divisa e che non possiamo
permetterci di schierarci apertamente.
Terminato il de briefing finale, proporre agli alunni di
incontrarsi nuovamente per portare all’esterno del contesto
scolastico i propri elaborati.
Siete liberi di proporre una giornata specifica (es. Giornata
Mondiale della Salute), ad eventi proposti dai successivi
Moduli (“Contatto veloce” o “Eventi ad hoc”), un sabato
pomeriggio in piazza, una serata al cinema etc… La cosa
importante è che possano, a loro volta, sentirsi capaci di
sensibilizzare altre persone sul tema, grazie alle conoscenze
acquisite e alla consapevolezza maturata, proprio come veri
agenti di cambiamento comportamentale!
25
MODULO 2:
CONTATTO
VELOCE
26
Proposte di attività
Questo modulo si prefigge lo scopo di fornire lo spunto per attività da svolgere in luoghi di
aggregazione, siano essi piazze, locali, manifestazioni locali o in occasione di giornate di
sensibilizzazione. E’ un tipo di approccio diverso da quello descritto nel Modulo precedente, in
quanto predilige il contatto di un maggior numero di persone nell’arco di un breve lasso di tempo.
L’obiettivo finale sarà, pertanto, suscitare l’interesse dei “contatti” verso l’argomento, che verrà
approfondito nelle sedi più idonee (ad esempio scuole o giornate/incontri organizzati
appositamente dai Comitati C.R.I. territoriali, vedi “Modulo 3: Eventi ad hoc”).
Si ricorda che, nell’atto della progettazione, bisognerà considerare le caratteristiche fisiche del luogo
in cui si intende effettuare il Contatto: dimensioni (uno spazio ampio e aperto è diverso da un luogo
chiuso e angusto), luminosità, possibili imprevisti (pioggia, basse temperature, inquinamento
acustico); sarà inoltre fondamentale ottenere i dovuti permessi (ad es. Permesso di occupazione del
suolo pubblico) e pubblicizzare l’evento attraverso i vari canali d’informazione (locandine,
quotidiani, social networks), sempre e comunque rispettando il “Manuale di Comunicazione
Istituzionale” e utilizzando in maniera corretta l’Emblema di Croce Rossa. Sarà opportuno, infine,
prevedere il genere di uditorio che si potrà incontrare, tarando l’intervento su di esso: ad esempio,
uno stand durante la “Giornata del Volontariato” avrà obiettivi e modalità diverse rispetto ad un
banchetto posizionato all’ingresso di un Casinò!
In certi casi potrebbe rivelarsi utile consultare un Esperto (ad es. Medico, Psicologo, o una Figura
Formata all’interno della C.R.I.) per ottenere suggerimenti o, eventualmente, un supporto attivo
durante gli eventi.
Anche questo Modulo, sulla falsa riga del precedente, si articola secondo una logica a step:
● 1° STEP - APPROCCIO, in cui si cattura l’attenzione del contatto;
● 2° STEP - ATTIVITA’, che ha come obiettivo, una volta catturata l’attenzione, di esporre
l’argomento con l’ausilio di brevi attività della durata di pochi minuti;
● 3° STEP - PARTECIPAZIONE, ormai lo saprete, è il fulcro del percorso, in cui ragazze e ragazzi
da semplici “contatti” si trasformano in “attori” che si impegnano in prima persona per
arginare il fenomeno delle Dipendenze e prevenirlo.
Il tutto deve avere una durata di 10-15 minuti al massimo: non è questo il momento adatto per
approfondire eccessivamente l’argomento!
Materiali
Attività
Durata
Tutto ciò di cui
necessitate in base
alla modalità che
avete scelto per
Approccio
3 minuti, al
massimo
L’approccio è una delle cose fondamentali quando svolgiamo
questa tipologia di attività. Il modo in cui ci presentiamo e
27
l’occasione (es.
banchetto, gazebo,
tavolo, sedie,
materiale
informativo, fogli,
pennarelli,
computer, videoproiettore etc…)
invogliamo le persone ad ascoltarci, determinerà nettamente
il loro coinvolgimento e la loro partecipazione alle nostre
successive proposte.
Ricordate sempre di presentarvi, presentare l’Associazione e
spiegare il motivo per cui vi trovate in quel luogo e in quel
momento, dando chiara spiegazione della campagna/attività
che state mettendo in atto.
Suggerimento: Già dai primi secondi capirete se siete riusciti
a cogliere l’attenzione o meno: sfruttate al massimo il tempo
che avete a disposizione, magari chiarendo subito che non
state cercando soldi e che “ruberete” solo qualche minuto
per una giusta causa.
Tutto ciò di cui
necessitate in base
alla modalità che
avete scelto per
l’occasione (es.
banchetto, gazebo,
tavolo, sedie,
materiale
informativo, fogli,
cartelloni,
pennarelli, scotch,
computer, videoproiettore etc…)
Attività
10 minuti
Le tipologie di attività da svolgere in questo step sono le più
svariate.
Potete utilizzare alcune delle attività proposte nel Modulo 1
(pag. 14);
● Video “I veggenti del Terzo Millennio” (pag. 15);
● Quizzettone (Allegato 4);
● Attività C: “Ad occhi chiusi” (pag. 20);
Ovviamente, ognuna di queste attività sarà da riadattare con
attenzione al contesto, al target e all’obiettivo, ben differenti
da quelli in cui sono state inserite queste attività nel “Modulo
1: Scuola”.
Potete, inoltre, chiedere agli alunni della classi in cui avete
svolto il progetto di partecipare all’evento portando “in
scena” i loro elaborati di mobilitazione sociale. Quale modo
migliore per renderli cittadini attivi??!!
Mostra “Dipende… da te!”
Un’ulteriore attività potrebbe essere la creazione di una
mostra sul tema.
All’interno di un gazebo o una tenda potete esporre una serie
di cartelloni con le parole “dipendenza”, “droga”, “alcool”,
“internet”, “facebook”, “slot machine”, “vincita sicura”,
“dipendente” etc…
Scrivete le parole al centro dei cartelloni, in modo ben visibile.
Disponete sotto ad ogni cartellone 4 - 5 pennarelli.
Invitate le persone con cui avete avuto il primo approccio ad
entrare nella tenda o nel gazebo e scrivere una o due parole
sotto ogni cartellone, esattamente allo stesso modo in cui
funziona un brainstorming.
Man mano che i cartelloni si riempiranno di parole, fate
soffermare i passanti sulle parole scritte precedentemente,
tentando di insinuare curiosità rispetto ai pareri differenti.
Completato il giro potete soffermarvi a far comprendere loro
28
gli obiettivi dell’attività che state svolgendo, dando
informazioni utili sul tema. Le informazioni possono essere
quelle contenute all’interno del Quizzettone o delle Slide PPT
per le scuole, oppure un vademecum dei servizi di supporto
presenti sul territorio.
Partecipazione
5 minuti
Quest’ultimo step è dedicato a coloro che sono stati
maggiormente coinvolti e ricettivi nello step precedente.
Potete far partecipare attivamente i passanti in modi
differenti, coinvolgendoli nei progetti di mobilitazione sociale
portati avanti nelle scuole, in un flash mob da voi creato
appositamente per l’occasione oppure come “attori”
dell’Attività C: “Ad occhi chiusi” per poter attirare, a loro
volta, l’attenzione di altre persone.
I nostri suggerimenti potrebbero essere ancora molti, ma
preferiamo lasciare alla vostra creatività il compito di ideare
nuovi modi di stimolare la partecipazione, anche in base
all’analisi del vostro territorio e dei suoi bisogni!
Al termine di OGNI evento, si raccomanda ai Volontari di effettuare un appropriato De briefing, in
cui analizzare criticamente ogni fase dell’intervento, eventuali difficoltà riscontrate ed emozioni
suscitate, con lo scopo di migliorarsi continuamente. Qualora fosse necessario, non esitare a
contattare figure esperte (es. psicologi) per affrontare gli aspetti emotivi più importanti.
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MODULO 3:
EVENTI AD HOC
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Proposte di attività
In questo modulo verranno forniti dei suggerimenti utili per organizzare “Eventi ad hoc”, ovvero
giornate, convegni, tavole rotonde, feste, concerti ecc. ideate APPOSITAMENTE per approfondire
l’argomento delle Dipendenze (o di una dipendenza specifica).
Gli obiettivi saranno:
1) sensibilizzare i cittadini, o una sottopopolazione di essi (ad es. i Giovani), alla Prevenzione del
fenomeno;
2) rendere la popolazione parte attiva nel processo di sensibilizzazione. Solo in questo modo il
Progetto “Dipende… date” potrà trovare compimento e dare, si spera, i suoi frutti nella riduzione
del problema delle Dipendenze.
Ecco alcuni consigli per la PROGETTAZIONE:
● Compiere in primo luogo un’attenta analisi dei bisogni! Contattare eventuali Operatori
Sociali nelle Dipendenze presenti sul territorio, nonché Comune, ASL (Azienda Sanitaria
Locale), Sert (Servizio Tossicodipendenze), CAT o AA (Club Alcolisti in Trattamento o
Alcolisti Anonimi) o altre istituzioni attive: saranno fondamentali per fornire informazioni
utili sulla diffusione del fenomeno delle Dipendenze a livello locale;
● Si vogliono trattare le dipendenze in generale oppure un singolo aspetto?
● Avere ben chiaro l’Obiettivo dell’evento: si intende informare la popolazione su un
fenomeno poco noto? Approfondire una tematica già sentita a livello locale? Sensibilizzare
alla prevenzione del fenomeno? Ognuno di questi obiettivi avrà modalità diverse di
attuazione;
● Collaborare con i suddetti Enti per la stesura di progetti Comuni o per implementare
eventuali Servizi già attivi;
● Contattare eventuali esperti autorevoli;
● Contattare eventuali associazioni che possano portare testimonianze dei vissuti legati alle
dipendenze. Questo può aiutare ad aumentare la consapevolezza e l’empatia sul tema;
● Che dimensione si vuol dare all’evento (es. Istituto, locale, provinciale) e di conseguenza il
luogo (es. scuola, piazza, stadio...);
● Darsi adeguate tempistiche per la progettazione: es. per l’ottenimento dei vari permessi,
organizzazione del materiale didattico/pubblicitario, eventuali diritti d’autore,
certificazione dell’Ufficio Igiene (nel caso di distribuzione viveri), ecc..
● Considerare le risorse, umane ed economiche, a disposizione, nonché modalità per
implementarle (finanziamenti esterni/sponsor);
● Predisporre e/o verificare la formazione delle risorse umane utilizzate;
● Pubblicizzare in maniera adeguata l’evento;
● Come sempre, cercare di prevedere il più possibile ogni genere di imprevisto;
● Al termine di OGNI evento, si raccomanda ai Volontari di effettuare un appropriato De
briefing, in cui analizzare criticamente ogni fase dell’intervento, eventuali difficoltà
riscontrate ed emozioni suscitate, con lo scopo di migliorarsi continuamente. Qualora fosse
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necessario, non esitare a contattare figure esperte (es. psicologi) per affrontare gli aspetti
emotivi più importanti.
● Se possibile, predisporre una strategia per ricevere un feedback a breve (es. questionario
di gradimento) e a lungo termine (es. impatto sull’incidenza del fenomeno).
Materiali
Attività
Durata
Tutto ciò di cui
necessitate in base
alla modalità che
avete scelto per
l’occasione (es.
banchetto, gazebo,
tavolo, sedie,
materiale
informativo, fogli,
cartelloni,
pennarelli, scotch,
computer, videoproiettore etc…)
Eventi
Variabile a
seconda della
tipologia di
evento
Le tipologie di eventi ad hoc all’interno di questo Modulo
sono le più svariate. Convegni, conferenze, tavole rotonde tra
enti, associazioni e cittadini, serate o cene a tema, feste,
concerti etc...
Potete inserire all’interno di questi eventi, alcune delle
attività proposte nei Moduli precedenti:
● Test “Quanto sei dipendente?” (pag. 14);
● Video “I veggenti del Terzo Millennio” (pag. 15);
● Attività di role playing (Modulo 1: Scuola);
● Progetti di PartecipAzione ideati nelle scuole (pag.
23);
● Mostra “Dipende… da te!” (pag. 28).
Ovviamente, ognuna di queste attività sarà da riadattare con
attenzione al contesto, al target e all’obiettivo, ben differenti
da quelli in cui sono state inserite queste attività nel “Modulo
1: Scuola” oppure nel “Modulo 2: Contatto veloce”.
Suggerimento: pensiamo possa essere utile, così come
suggerito per le attività di “Contatto veloce”, coinvolgere
all’interno di questi eventi i giovani che hanno partecipato
agli incontri nelle scuole, creato i progetti di mobilitazione
sociale, preso parte alle attività nelle piazze o altri luoghi
pubblici.
Potrà essere un’occasione per invitarli nelle nostre Sedi di
Croce Rossa, farli partecipare alle nostre iniziative, farci
conoscere meglio e, magari, invogliarli ad iscriversi al
prossimo corso per Volontari C.R.I.!
Caccia al tesoro
Tutto il necessario
per le tappe, le
tracce, gli
spostamenti e la
premiazione
La Caccia al tesoro è un’attività che abbiamo pensato di
inserire all’interno di questo Toolkit con l’obiettivo di far
“giocare” i partecipanti all’evento, alla scoperta dei servizi
presenti sul territorio rivolti alla problematica delle
dipendenze. Per questo progetto vi consigliamo di collaborare
i servizi territoriali stessi (Sert, Consultorio, Associazioni
etc...), in modo che siano coinvolti attivamente nell’iniziativa,
possano darvi consigli utili ed interfacciarsi direttamente con i
partecipanti.
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Create un’iniziativa e promuovetela nel modo che ritenete
più opportuno ed efficace (evento all’interno di un Social
Network, volantini nelle scuole, manifesti in luoghi pubblici
maggiormente frequentati dai giovani, centri di aggregazione
giovanile ecc…).
Definite una modalità di raccolta delle adesioni, una scadenza
per la presentazione delle stesse e un appuntamento preciso
per il ritrovo il giorno dell’evento.
Analizzate se riuscite a coprire le spese in modo autonomo, se
sia necessaria un piccola quota di adesione per ogni
partecipante o squadra, oppure supporto da parte di sponsor,
finanziamenti ecc...
All’interno di questo Toolkit non vi daremo delle tracce
prestabilite per ogni tappa della caccia al tesoro. Esse
dovranno variare a seconda dell’evento e del contesto,
poiché non tutti i servizi territoriali si sviluppano allo stesso
modo di città in città.
Questa “Caccia al Tesoro” avrà bisogno di un’accurata analisi
e di tutta la vostra creatività!
Possiamo, nonostante ciò, darvi alcuni suggerimenti per
l’organizzazione:
● Disegnate una mappa del luogo dell’evento e stabilite
il numero di postazioni e la loro ubicazione;
● Gli indizi potranno essere creati sotto forma di
immagini (modalità spesso utile per i più giovani),
oggetti, indovinelli o frasi in rima;
● Quando preparate le tracce, procedete in senso
inverso, dal tesoro verso il suggerimento che porta a
questo, e poi a quello che precede e così via, fino alla
prima traccia. Questo è solitamente il metodo più
semplice;
● Fate in modo che le tracce siano di diversa tipologia e
mai monotone;
● Potrete dare ai gruppi in gara degli strumenti
aggiuntivi oltre alla mappa della caccia al tesoro (es.
bussole) oppure inviare le tracce via e-mail o sms;
● La prima traccia dovrebbe essere facile, mentre le
successive dovrebbero aumentare progressivamente
di difficoltà;
● La prima traccia può essere consegnata direttamente
alle squadre, oppure nascosta (es. nei loro badge di
iscrizione, in una merenda offerta);
● Fate in modo che il tesoro sia accessibile unicamente
tramite l’ultima traccia;
● Il premio finale lo deciderete in base alle risorse
economiche a disposizione o ad eventuali
suggerimenti da parte dei servizi con cui collaborate.
Fate in modo che sia previsto un premio anche per i
secondi e terzi qualificati.
● La premiazione potrà avvenire tramite un evento
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ufficiale, che consigliamo abbia luogo presso una
Sede C.R.I., in modo da far avvicinare per la prima
volta i giovani partecipanti al Nostro mondo!
WIFI FREE
Vi proponiamo all’interno di questa breve sezione un’idea
nata da alcune riflessioni riguardo l’oramai onnipresente
connessione Wi-Fi gratuita all’interno di luoghi pubblici,
locali, negozi ecc…
Spesso ci ritroviamo a cena con gli amici, in albergo in
vacanza oppure nella piazza di una città che scopriamo per la
prima volta, e la nostra attenzione viene catturata da un
cartello: “FREE WIFI”. Questa informazione scatena subito nel
nostro cervello l’impulso irrefrenabile di poterci collegare a
quella rete, di poterci registrare in quel luogo su Facebook, di
poterne pubblicare una foto simpatica o artistica, o magari di
poterla subito inviare sul gruppo Whatsapp condiviso con i
nostri amici. E magari una buona parte delle persone che
sono all’interno di quel gruppo sono al nostro fianco, proprio
in quel momento.
Sinceramente, quante volte ci è capitato?
La proposta che vogliamo farvi è di creare degli eventi Wi-Fi
Free (al contrario di Free Wi-Fi), in cui poter trascorrere due o
tre ore con la sola compagnia delle persone attorno a noi,
senza telefoni, tablet, computer alla mano. Qualche ora per
poterci rieducare alla socialità, per poter scoprire cose nuove
(senza l’ausilio di Google o Wikipedia) e per poter far
comprendere anche ai più giovani l’importanza delle relazioni
reali, non veicolate da uno schermo.
Siete liberi di impostare le iniziative nel modo che più vi
stimola e aggrada, l’importante è raggiungere l’obiettivo:
parlare, confrontarsi, riflettere su temi importanti, solo con
l’aiuto delle nostre brillanti menti!
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Indice degli allegati
Allegato 1 - Informiamoci.ppt
Allegato 2 - Quanto sei dipendente?.docx
Allegato 3 - I veggenti del Terzo Millennio.mp4
Allegato 4 - Quizzettone.ppt
Allegato 5 - Scheda ruoli A - I panni altrui.docx
Allegato 6 - Scheda ruoli B - Antisocial Network.docx
Allegato 7 - Scheda ruoli C - Ad occhi chiusi.docx
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Glossario
Brainstorming
Brainstorming è un termine inglese composto dalle parole brain(cervello) e storming (tempesta) e significa
letteralmente “tempesta di cervelli”. Questa espressione è entrata nell'uso comune per indicare una
modalità di lavoro di gruppo in cui viene sfruttato il gioco creativo dell'associazione di idee: la finalità è fare
emergere diverse possibili alternative in vista della soluzione di un problema. Ogni persona del gruppo è
stimolata a produrre in modo creativo quante più idee in una sessione di lavoro: ogni pensiero è registrato
e poi discusso all'interno del gruppo e solo in un secondo tempo viene eseguita una cernita qualitativa delle
idee. A coniare questo termine fu, alla fine degli anni Trenta, il pubblicitario Alex F. Osborne che stabilì le
quattro regole principali di questa tecnica di lavoro: nessuna critica alle idee degli altri, benvenuti tutti i
capovolgimenti di idea, la quantità prima di tutto, lavoro di perfezionamento su ogni idea.
Briefing
Dall’inglese “riassunto”: è la riunione preliminare ad un incontro, situazione o in generale un evento,
durante la quale si fa il punto della situazione su obiettivi dell’intervento, risorse e ruoli che ognuno dovrà
ricoprire.
De briefing
Dall’inglese “tirare le somme”: momento conclusivo di un incontro, situazione o evento in cui si
ripercorrono le varie fasi vissute fino a quel momento. L’obiettivo è di individuare il “take-home message”
(ciò che ognuno ha imparato) e condividere le emozioni provate, al fine di sublimarle e trarne gli aspetti
positivi. In questa fase è opportuno che emergano commenti, critiche (possibilmente costruttive), e
suggerimenti per miglioramenti futuri. Si raccomanda di effettuare un De briefing sia “esterno” (insieme a
tutti i partecipanti all’evento), sia “interno” (tra i Volontari) e di non procrastinarli eccessivamente per non
perderne l’efficacia.
Droga
In farmacologia, la droga è un prodotto di origine naturale che contiene delle sostanze farmacologicamente
attive. Nel linguaggio comune sono altresì dette "droghe":
●
Le sostanze stupefacenti, sostanze farmacologicamente attive, dotate di azione psicotropa, (ovvero
capace di alterare l'attività mentale) e in grado di indurre, in diverso grado, fenomeni di
dipendenza, tolleranza e assuefazione.
● Le spezie, aromi vegetali, in genere secchi, utilizzati nella preparazione dei cibi
NB: in inglese il termine “drug” significa genericamente “farmaco”.
Mobilitazione sociale
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La mobilitazione sociale è un processo che coinvolge attivamente i soggetti che si intendono sensibilizzare,
attraverso la partecipazione ad azioni collettive, puntando dritti al raggiungimento di uno specifico obiettivo.
Il processo di adozione di un nuovo comportamento passa attraverso 7 passaggi fondamentali:
1. veniamo a conoscenza della sua esistenza;
2. ci informiamo su di esso;
3. successivamente, ci convinciamo che sia utile/efficace/buono/positivo etc…;
4. nel frattempo, prendiamo la decisione di fare qualcosa riguardo a ciò di cui ci siamo convinti;
5. compiamo un’azione che rispecchi quel nuovo comportamento;
6. aspettiamo la conferma del fatto che la nostra azione è stata utile/efficace/buona/positiva etc...;
7. se arriva la conferma (punto 6), allora adottiamo questo comportamento in maniera stabile.
Piattaforme di mobilitazione sociale
Le piattaforme di mobilitazione sociale sono luoghi fisici, metaforici o telematici in cui è possibile diffondere
messaggi positivi di sensibilizzazione, sfruttando linguaggi diretti e universali (come le arti): musica, danza,
teatro, arti visive, sport (movimento). Questi linguaggi non hanno bisogno di essere veicolati da parole,
poiché innati nell’uomo.
Il loro scopo è di “sensibilizzare” le persone su temi di interesse globale, temi che tutti conosciamo ma di cui
non ci occupiamo; o che magari non conosciamo affatto.
Attraverso queste piattaforme, ci si propone di prendere coscienza dell'esigenza di un determinato
problema/evento/fattore sociale o culturale, e di iniziare, quindi, un processo di riflessione personale sullo
stesso, sperando che l'individuo possa poi compiere in maniera autonoma le dovute ricerche e capire se sia
necessario modificare il suo comportamento rispetto a quello specifico problema/evento/fattore sociale o
culturale su cui si è inizialmente interrogato.
Peer Education
Dall’inglese “Educazione alla pari”, è "la comunicazione fra coetaneo e coetaneo" ed indica l'influenza
formativa, reciproca e continua, esercitata tra persone che appartengono al medesimo gruppo. Al contrario
di come avviene in altri ambienti (ad es. scuola) il flusso di informazioni non è unidirezionale, bensì
bidirezionale. La peer education trova la sua massima possibilità di realizzazione con un’organizzazione
circolare dello spazio didattico.
Role Play
Dall’inglese, “gioco di ruolo”, è una modalità di formazione che si propone di simulare, per quanto
possibile, una situazione reale, allo scopo di far conoscere ai partecipanti, attraverso l’esperienza pratica, le
relazioni che si stabiliscono in un’attività caratterizzata da un importante processo di comunicazione. Il roleplay mira, pertanto, a rendere i partecipanti consapevoli dei propri atteggiamenti, evidenzia i sentimenti e i
vissuti sottesi alla situazione creata e rinvia alla dimensione soggettiva, alle modalità di proporsi nella
relazione e nella comunicazione. Le caratteristiche di questo metodo forniscono molteplici stimoli
all’apprendimento attraverso l’imitazione e l’azione, attraverso l’osservazione del comportamento degli
altri e i commenti ricevuti sul proprio, attraverso l’analisi dell’intero processo.
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