Lezioni di Diritto e Economia Aziendale – classe quinta B Erica – a.s. 2007/2008 – Prof. Monica Masoch
“Le offerte tradizionali e più innovative delle imprese turistiche. Il problema del turismo sessuale e del
rapporto tra imprese turistiche e territorio”
I VILLAGGI TURISTICI
di Valentina Costantini
Il villaggio turistico è una formula di soggiorno di
successo nata da un’idea francese, ma che in Italia ha
acquisito un costante e sempre crescente successo,
tanto che oggi circa il 30% dei prodotti in catalogo dei
maggiori tour operator è dedicato questo prodotto
secondo i dati del Touring Club Italiano. Nel 2004 in
Italia vi sono 163 villaggi turistici.
Si definiscono villaggi turistici quei prodotti che
presentano contemporaneamente tutti i seguenti fattori
qualificanti:





STRUTTURE RICETTIVE CON SPECIFICI CRITERI ARCHITETTONICI E COSTRUTTIVI
FIORTE PRESENZA DI SERVIZI AGGIUNTIVI, QUALI SPORT, ANIMAZIONI E ALTRE
ATTIVITA’
SERVIZI DI TRASPORTO INCLUSI NEL PACCHETTO
ADOZIONE DI UN MARCHIO COMUNE
GESTIONE DIRETTA E CONTROLLO DEI FATTORI PRODUTTORI DA PARTE DEL
TOUR OPERATOR.
Si parla quindi di offerta villaggio quando un tour operator gestisce direttamente varie
strutture residenziali solitamente organizzate in più immobili di piccola dimensione, le
denomina con un brand unico e vende ai propri clienti dei pacchetti con un prezzo definito
che comprende volo, pernottamento, ristorazione in pensione completa, spesso anche con
bevande ai pasti incluse, attività varie di sport e animazione.
I villaggi turistici che troviamo proposti nei vari cataloghi si presentano spesso in modo
molto diverso in funzione dell’organizzazione adottata e del controllo più o meno stringente
che il tour operator esercita sulla struttura ricettiva.
Possiamo identificare tre principali tipologie di operatori:
 AZIENDE CHE ESERCITANO UN FORTE CONTROLLO SULLA FILIERA ATTRAVERSO


UNA GESTIONE DIRETTA DI UNA VASTA RETA DI STRUTTURE RICETTIVE
CARATTERIZZATE DALLA PRESENZA DI UN MARCHIO UNICO
AZIENDE CHE COMMERCIALIZZANO UN MARCHIO COMUNE, MA CHE ESERCITANO
UN CONTROLLO PARZIALE IN QUANTO DELEGANO PARTE DEL LAVORO A TERZI
AZIENDE CHE VENDONO SOGGIORNI UNBRANDED, SENZA UN MARCHIO COMUNE
E UNA QUALSIASI FORMA DI CONTROLLO DIRETTO.
Il villaggio turistico nasce nel ’50, ma è negli anni ’60 che si delinea la fisionomia
dell’odierno villaggio turistico e negli anni ’70 e ’80 si consolida, il prodotto passa dalla fase
di introduzione sul mercato, caratterizzata dal turista pioniere a quelle di sviluppo con il
crescere del numero dei viaggiatori che progressivamente si avvicinano alla formula.
Aumentano le strutture offerte, modificando la formula di vacanza: poco a poco si
integrano tutta una serie di comodità per far sentire il viaggiatore come a casa propria,
parallelamente al trasformarsi delle destinazioni turistiche sia in chiave di accessibilità che
di accoglienza e alla riduzione dei costi. Alle tende e alle capanne si aggiungono
bungalow e successivamente ville e appartamenti.
Alle semplici attività organizzate nei primi anni si aggiungono molteplici possibilità per gli
ospiti, dalle attività sportive ad un’animazione sempre più ricca e coinvolgente. Sono i
bisogni del turista di massa, un turista differente dall’esploratore degli anni precedenti, che
cerca una soluzione per rilassarsi, divertirsi, socializzare, essere viziato e coccolato;
scegliendo il villaggio non “per esplorare” ma per una vacanza passiva di relax e di sole
anche fuori stagione.
COSTANTINI
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Lezioni di Diritto e Economia Aziendale – classe quinta B Erica – a.s. 2007/2008 – Prof. Monica Masoch
“Le offerte tradizionali e più innovative delle imprese turistiche. Il problema del turismo sessuale e del
rapporto tra imprese turistiche e territorio”
Il villaggio è una sorta di isola all’interno di un contesto differente rispetto a quello abituale,
in cui però la vita svolge del tutto indipendentemente rispetto alla realtà locale, creando
una sorta di avamposto della propria cultura di origine lontano da casa. Questo turista, che
delega l’organizzazione del villaggio all’agenzia di viaggi, predilige la forma all’inclusive,
che permette di usufruire di tutta una gamma di servizi già compresi nel prezzo pagato in
anticipo. I villaggi ben si adattano a questo profilo di turista ed iniziano a riscuotere grande
successo.
Il villaggio non è sicuramente una formula in declino, ma per anticipare una possibile fase
di “stagnazione” è importante rinnovare le proposte. Se, da un alto, è, infatti, vero che
esiste un’ampia porzione di domanda che deve ancora essere soddisfatta e che assicura il
successo del prodotto villaggio e della formula all’inclusive ancora per qualche anno,
dall’altro si sta rendendo sempre più necessario l’espressione di una capacità creativa e
innovativa in questo tipo di prodotto.
Gli operatori turistici devono iniziare a capire i bisogni dei clienti, e soprattutto, devono
riuscire a soddisfarli quando questi non sono ancora manifesti, ma sono latenti.
L’ESCLUSIVITA’ DELL’ESPERIENZA: UN FATTORE DI SUCCESSO
L’impresa deve prima di tutto scegliere un tema ben definito che stimoli l’individuo. Questo
deve essere coinvolgente al punto di alterare il senso di realtà dell’ospite: tempo, luogo
geografico, condizione ambientale, affiliazione sociale e immagine di sé sono punti ben
fissi nella mente di ognuno di noi. Il tema deve essere una guida per tutti gli elementi della
progettazione e per gli eventi dell’esperienza messa in scena, in modo che la trama né
esca unificata e riesca a catturare interamente il cliente. Ciascun elemento utilizzato per la
costruzione dell’esperienza deve sostenere il tema, nessuno deve essere incompatibile
con esso.
In secondo luogo, l’esperienza deve suscitare impressioni indelebili. I vari tipi di
esperienze si basano su impressioni di diverso genere. Sta all’organizzazione cogliere tutti
gli indirizzi necessari per costruire una struttura che permetta al cliente di percepire il tema
centrale attraverso le proprie sensazioni.
Inoltre chi inscena un’esperienza deve agire in modo negativo, eliminando cioè tutti quegli
elementi che la impoveriscono o che possono in qualche modo distogliere l’attenzione del
cliente.
A questo punto, ulteriore passo da compiere, consiste nell’alleviare l’intangibilità
dell’esperienza grazie all’introduzione di oggetti-ricordo. I turisti sono soliti acquistare
cartoline e souvenir per portarsi a casa una testimonianza materiale della loro vacanza.
Oltre ad essere una sorta di “scrigno” delle nostre emozioni, il ricordo costituisce anche un
mezzo per mostrare agli altri ciò che abbiamo vissuto.
Un’ulteriore fase consiste nel coinvolgere l‘ospite attraverso la stimolazione sensoriale. Gli
stimoli sensoriali che accompagnano ogni attività dovrebbero servire ad intensificare il
tema centrale. Tanto più un’esperienza coinvolge la totalità dei sensi, tanto più sarà
memoriale ed emozionante.
COSTANTINI
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