Disturbo specifico del linguaggio. Cristina Cambi In questa parte saranno presi in considerazione i sussidi utili per i bambini che presentano difficoltà o disturbi del linguaggio. Brevemente occorre distinguere tra le difficoltà o l’assenza di linguaggio (afasia) associati a particolari condizioni patologiche (deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali) e i Disturbi Specifici del Linguaggio. Il termine Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL) indica infatti un insieme di quadri sindromici caratterizzati da un deficit in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico, in assenza appunto dei deficit sopra menzionati. Nell’ambito dei disturbi specifici occorre poi sottolineare, ai fini di una diagnosi differenziale, l’esclusione reciproca tra DSL e dislessia. I sussidi dovranno essere quindi distinti tra quelli utili per far comunicare persone incapaci in modo parziale o totale di parlare e quelli utili per migliorare le capacità linguistiche dei soggetti con DSL. Prima di passare però all’analisi di questi occorre fare alcune brevi riflessioni circa i DSL. I bambini apprendono a parlare in modo naturale grazie al funzionamento delle strutture cerebrali ad esse deputate e alle esperienze esterne che compiono. Le due cose procedendo insieme producono il linguaggio. Questo nei primi di anni di vita del bambino subisce in modo spontaneo un esponenziale incremento lessicale e un sorprendente perfezionamento morfosintattico. L’interdipendenza tra strutture organiche ed esperienza determina quindi la perfezione del fenomeno dell’acquisizione del linguaggio1. Ci sono però bambini che nonostante siano esposti ad esperienze significative e stimolanti fin dalla nascita presentano ritardi e difficoltà nel linguaggio. I disturbi del linguaggio possono riguardare tutti i suoi aspetti e questi sono fra loro molto diversi. Vi sono disturbi che riguardano lo strumento della parola (il bambino fa fatica a produrre i suoni e ad articolarli) e vi sono disturbi che riguardano la memorizzazione lessicale e l’organizzazione del linguaggio. Questi ultimi possono essere a loro volta distinti in fonologici, morfosintattici e semantico- lessicali. Vi è poi il Disturbo semantico- pragmatico del linguaggio che esula dai DSL ed ha caratteristiche più complesse e ripercussioni più gravi sul comportamento del bambino (Firth C., Venkatesh K., 2002). I sussidi utili per migliorare le capacità linguistiche dei soggetti sono rintracciabili sia tra i software che tra le schede operative. La caratteristica comuni di questo materiale è essenzialmente quella di essere molto duttile e per questo utile anche per altri tipi di deficit (bambini con sordità profonde o ipoacusie con difficoltà a cogliere le strutture grammaticali e sintattiche della lingua) o condizioni particolari (alunni stranieri). L’obiettivo di questo materiale è quello di esercitare le abilità 1 Cfr. Aprile L., Linguaggio lessicale e conoscenza sociale del bambino, Giuffrè editore, Milano 1993. linguistiche di base (arricchimento lessicale ed elaborazione di frasi) in funzione dell’attivazione, se possibile, degli automatismi sottostanti o di acquisire la consapevolezza delle regole e delle strategie che permettono di produrre e comprendere il linguaggio. Occorre poi specificare che in tutti i casi spetta all’insegnante adattare il materiale ai contesti di riferimento e alle singole situazioni. Il materiale di per sé non è infatti mai sufficiente a rendere efficace un intervento. L’uso dei software è generalmente molto gradito dai bambini che con essi hanno anche la possibilità di esercitare un autocontrollo sul proprio lavoro. I programmi didattici tuttavia vanno usati in ambito scolastico con criterio, in modo da evitare che siano d’intralcio o alterino le dinamiche di interazione tra adulti e bambini. Questa interazione infatti è molto importante al fine della costruzione di un rapporto di fiducia reciproca e della presa di coscienza del percorso da svolgere in vista di traguardi concordati. Il lavoro con le schede operative e le illustrazioni deve promuovere, soprattutto attraverso la ripetizione, la memorizzazione lessicale e l’acquisizioni di strategie utili per guidare la strutturazione della frase. Tutto ciò trova nella mediazione dell’adulto un elemento fondamentale di guida e di sostegno per delineare il percorso di apprendimento più adatto ed efficace per il singolo bambino. Importante è non creare situazioni frustranti ma curare di offrire sempre il giusto aiuto per superare le difficoltà; il materiale illustrato si presta molto ad un uso vario ed individualizzato. Un’altra risorsa importante risiede nel tutoraggio tra pari che per la sua valenza socio-affettiva rappresenta uno stimolo ineguagliabile per la motivazione all’apprendimento. Il materiale che si trova in commercio generalmente è formato da illustrazioni di parole e di frasi che consentono diverse attività di accoppiamento disegno nome o di combinazione dei diversi elementi al fine di formare frasi. Lavorare con le illustrazioni permette inoltre di operare in modo concreto con le parole e il loro significato. Il materiale è utile che sia graficamente gradevole e accessibile e maneggevole da parte del bambino. Proponiamo a titolo di esempio il materiale proposto nei seguenti testi della casa editrice Erickson: FrecceroE., Perrotta E., Rustici P., Tigoli M.C., Prevenzione e recupero delle difficoltà morfosintattiche. Schede operative per la riabilitazione del linguaggio, Erickson, Trento 2008. Riccardi Ripamonti I., Il laboratorio del linguaggio. Parole e immagini per sviluppare le competenze morfosintattiche e lessicali, Erickson, Trento 2000. Riccardi Ripamonti I., Lessico e frasi per immagini. Sussidio didattico-riabilitativo per la prevenzione e il trattamento delle difficoltà di linguaggio, Erickson, Trento 2009. Tra i software per il recupero fonologico: GIOCARE CON LE PAROLE (Erickson) IL PRIMO INCONTROCON LE LETTERE E LE PAROLE. (Erickson) COMBINA LE PAROLE 2 (Anastasis) per il recupero semantico lessicale: A CACCIA DI PAROLE…IN LIBERTA’ (Erickson) PAROLE (Area Onlus) per il recupero morfosintattico: FRASI 1 (Area Onlus) FRASI 2 (Area Onlus) COMPRENSIONE DI FRASI (Area Onlus) PAROLANDIA (Erickson) Deficit di comunicazione Nel campo dei deficit della comunicazione, vale a dire tutti i problemi connessi con l’incapacità di utilizzare il linguaggio verbale, una soluzione è rappresentata dalla Comunicazione Aumentativa e Alternativa. La Comunicazione Aumentativa Alternativa è appunto un insieme di metodi e strategie che consentono di comunicare ai soggetti che non sono in grado di farlo attraverso le parole. E’ quindi un supporto indispensabile per quelle persone, che a causa di vari tipi di patologie dalle paralisi cerebrale infantile alle psicosi, soprattutto l’autismo, alle logopatie ecc., non sono in grado di comunicare autonomamente i propri bisogni e i propri pensieri. La CAA per essere efficace può utilizzare un universo molto ampio di strumenti dai più semplici ai più sofisticati: fotografie, disegni, gesti, elenchi di parole, tabelle di comunicazione con simboli, tecnologie su supporto informatico, … . La CAA è quindi soprattutto uno strumento duttile, adattabile alle esigenze del soggetto in evoluzione, modificabile e potenziabile nel tempo e finalizzato all’unico obbiettivo dell’efficacia comunicativa. “Quando si cerca lo strumento o la strategia di CAA che meglio si adatta a una persona bisogna considerare i suoi punti di forza e le sue esigenze, i partner di comunicazione e i contesti di comunicazione.”2 Per descrivere i dispositivi di CAA riprendiamo la classificazione di Cafiero che distingue i dispositivi tra quelli senza tecnologia, quelli a bassa tecnologia e quelli ad alta tecnologia. Dispositivi senza tecnologia Questi sono formati prevalentemente dai sistemi grafici di simboli. I sistemi grafici si possono trovare in commercio in forma di libri, in forma di fascicoletti contenenti etichette adesive 2 Cafiero J.M., Comunicazione aumentativa e alternativa, Edizioni Erickson, 2009, p.26. staccabili, raccolti in CD-Rom e altro ancora. CORE PYCTURE VOCABOLARY: disegni realistici Il Core è formato da tasselli che si possono fotocopiare in diverse dimensioni. I tasselli non sono autoadesivi. PIC: PICTOGRAM IDEOGRAM COMMUNICATION Simboli bianchi su sfondo nero. Sono nati per ipovedenti . Sono autoadesivi. PCS: PICTURE COMMUNICATIO SYMBOLS E' un set molto utilizzato perché di facile apprendimento e molto ricco di contenuti (sono quasi 4000 immagini). Molti significati sono doppi perché sono rappresentati sia da disegni dettagliati, che da sagome stilizzate. Per i simboli astratti, ovvero quelli che rappresentano l'azione, sono rappresentate una serie di situazioni concrete. Il problema più evidente in collezioni d’immagini di questo tipo è la rappresentazione dei significati astratti: non sempre un oggetto o una forma risultano evocative del significato (vedi simbolo di “bello”), o possono verificarsi ambiguità di significato come nel caso di “pulito” rappresentato da una maglietta bianca. PICSYMS: PICTURE SYMBOLS Il PICSyms appartiene alla categoria dei linguaggi grafici ed è stato pensato espressamente per bambini. Le regole di codifica delle immagini sono presenti, ma vi è un tentativo di mediare con una rappresentazione più intuitiva dei significati. Alcuni simboli sono costituiti da linee tratteggiate e linee intere per meglio rappresentare i rapporti topologici; ad esempio il simbolo che significa "dentro" è rappresentato da un quadrato tratteggiato contente una sfera nera. La linea tratteggiata è utilizzata anche per rappresentare una totalità di cui si vuole indicare solo una parte: la totalità è tratteggiata, la parte che si vuole indicare è invece disegnata con la linea intera (es. dormire) BLISS Fra i linguaggi grafici il più famoso è il BLISS, il quale richiede che l’utente possieda una notevole competenza simbolica, poiché la forma grafica della rappresentazione non aiuta a ricostruire il significato. Per contro, esso rappresenta un sistema di codifica privo di ambiguità, capace di rappresentare in modo univoco concetti e idee anche molto astratti. Per usarlo è necessario uno specifico corso di formazione. I simboli sono una parte di un disegno stilizzato. Durante l'apprendimento è utile sovrapporre al simbolo la figura intera per comprendere la relazione con essa; in questo modo la rievocazione successiva viene facilitata. Dispositivi a bassa tecnologia I dispositivi di CAA a bassa tecnologia sono semplici ausili per la comunicazione con emissione di voce (VOCA) che permettono di riprodurre messaggi registrati che possono durare da pochi secondi a qualche minuto. Questi hanno generalmente l’aspetto di una tastiera più o meno complessa; in corrispondenza di ogni tasto o area sensibile è possibile registrare un messaggio; quando l’utente CAA attiva una determinata area, l’effetto prodotto è il riascolto del messaggio ad essa associata. Per ulteriori notizie e descrizioni si consiglia la lettura dell’articolo della dottoressa V. Stucci in www.leonardoausili.com/archivio17.htm Dispositivi ad alta tecnologia I dispositivi ad alta tecnologia sono costituiti dagli ausili elettronici più complessi. “Molti di questi VOCA hanno frontalini intercambiabili in cui è possibile inserire da cinque a circa quarantacinque celle per i messaggi. Con questi Voca è possibile usare PCS, fotografie o altri simboli visivi. Possono essere personalizzati con parole scritte, per le persone che sono in grado di leggere.” 3 Ci sono poi i software di comunicazione che sono dei programmi legati al PC che permettono di riprodurre sullo schermo le tabelle di comunicazione. Ad ogni cella della tabella è possibile associare un simbolo e l’uscita in voce. I prodotti software godono delle potenzialità sempre crescenti del computer e dell’enorme capacità di elaborare e memorizzare dati. Questi programmi non hanno limitazioni nel numero di messaggi disponibili, né per quanto riguarda i tempi di registrazione; l’accesso (ovvero la selezione delle caselle in cui è contenuto il messaggio che si vuole comunicare) può avvenire tramite modalità diverse (tastiera, dispositivi di puntamento, sensori); la creazione delle tabelle può avvenire in modo flessibile, eventualmente collegando tra di loro un numero molto alto di tabelle. Quest’ultima caratteristica aumenta considerevolmente il numero di messaggi a disposizione dell’utilizzatore.Lo svantaggio di questi prodotti è che rimangono legati ad un PC che è uno strumento ingombrante, difficilmente trasportabile. Se le persone sono poste una di fronte all’altra viene meno il contatto visivo che è un aspetto fondamentale della comunicazione interpersonale. Attualmente si sta studiando la possibilità di utilizzare questi programmi su computer portatili che abbiano le caratteristiche di leggerezza e trasportabilità dei VOCAs.4 Software COMPRENSIONE DI BASE (Area Onlus) 3 4 Cafiero J.M., Comunicazione aumentativa e alternativa, Edizioni Erickson, 2009, p. 78. http://www.leonardoausili.com/archivio1.htm CONTATTO 2.5 V6 (Anastasis) PARLO IO (Area Onlus) COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E APPRENDIMENTO DELLA LETTO SCRTTURA (Erickson) http://db.areato.org/noquadri/AusiliDinamici/AusDnm_05_Ausili_Per_Categoria.Asp?IDCATEGO RIA=10&CATEGORIA=Comunicazione+aumentativa&SOTTOCATEGORIA=Linguaggi+iconici &FORMATO=G in questo sito si possono trovare tanti software gratuiti sulla CAA. .Bibliografia Disturbi specifici del linguaggio Basso A., Conoscere e rieducare l'afasia, Il Pensiero Scientifico, Roma, 2005. Bickel J., Il bambino con problemi di linguaggio, diagnosi, intervento e prevenzione a casa e a scuola, Books & Company 2007. Cornoldi C. (a cura di), Difficoltà e disturbi dell’apprendimento, Il Mulino, 2007. Firth C., Venkatesh K., Disturbo semantico-pragmatico del linguaggio, Erickson, Trento2002. Salvatore Bonato A.M., Parole con logica. Schede operative di strutturazione frastica semplice, Edizioni Omega 1990. Comunicazione aumentativa e alternativa AA.VV., Immagini per parlare. Percorsi di comunicazione aumentativa alternativa per persone con disturbi artistici, Tannini 2007. Cafiero J.M., Comunicazione aumentativa e alternativa, Edizioni Erickson, 2009. Gava M.L., La comunicazione aumentativa alternativa tra pensiero e parola, Franco Angeli. Quill K.A., Comunicazione e reciprocità sociale nell’autismo, Edizioni Erickson. Sarti P., Le prime facilitazioni al bambino con difficoltà di comunicazione, Auxilia, Modena, 2002 Warrick A., Comunicare senza parlare. Comunicazione Aumentativa e Alternativa, Edizioni Omega, 2003. Snell M., Ianes D., La lettura funzionale per l’alunno handicappato, Edizioni Erickson, 1993. Siti: http://www.aita-onlus.it/ http://www.areato.org/ http://www.auxilia.it/full/index/index.asp http://www.ceteis.org/ausili.htm http://www.dienneti.it/handicap.htm#linguaggio http://digilander.libero.it/quintoal/Sus_didattici.pdf http://www.Erickson.it http://www.inpe.unipi.it/ http://www.leonardoausili.com/ http://sostegno.forumattivo.com/le-leggi-e-le-news-f7/iter-per-l-acquisto-di-sussidi-tecnologici-perdisabili-t350.htm Per la CAA: http://www.isaacitaly.it/caa.htm http://www.benedettadintino.it/bdi/home.aspx www.leonardoausili.com/archivio1.htm - 19k www.auxilia.it/full/prodotti/prd_com_caa.asp - 17k http://sd2.itd.cnr.it/cnr_sd2/print.php?ID=4978 http://comunicazioneaumentativaalternativa.blogspot.com/