Disturbo specifico del linguaggio

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Disturbo specifico del linguaggio.
In questa parte saranno presi in considerazione i sussidi utili per i bambini che presentano difficoltà
o disturbi del linguaggio.
Brevemente occorre distinguere tra le difficoltà o l’assenza di linguaggio (afasia) associati a
particolari condizioni patologiche (deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali) e i
Disturbi Specifici del Linguaggio.
Il termine Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL) indica infatti un insieme di quadri sindromici
caratterizzati da un deficit in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico in assenza appunto dei
deficit sopra menzionati. Nell’ambito dei disturbi specifici occorre poi sottolineare, ai fini di una
diagnosi differenziale, l’esclusione reciproca tra DSL e dislessia.
I sussidi dovranno essere quindi distinti tra quelli utili per far comunicare persone incapaci in modo
parziale o totale di parlare e quelli utili per migliorare le capacità linguistiche dei soggetti con DSL.
Prima di passare però all’analisi di questi occorre fare alcune brevi riflessioni circa i DSL.
I bambini apprendono a parlare in modo naturale grazie al funzionamento delle strutture cerebrali
ad esse deputate e alle esperienze esterne che compiono. Le due cose procedendo insieme
producono il linguaggio. Questo nei primi di anni di vita del bambino subisce in modo spontaneo un
esponenziale
incremento
lessicale
e
un
sorprendente
perfezionamento
morfosintattico.
L’interdipendenza tra strutture organiche ed esperienza determina quindi la perfezione del
fenomeno dell’acquisizione del linguaggio1. Ci sono però bambini che nonostante siano esposti ad
esperienze significative e stimolanti fin dalla nascita presentano ritardi e difficoltà nel linguaggio. I
disturbi del linguaggio possono riguardare tutti i suoi aspetti e questi sono fra loro molto diversi. Vi
sono disturbi che riguardano lo strumento della parola (il bambino fa fatica a produrre i suoni e ad
articolarli) e vi sono disturbi che riguardano la memorizzazione lessicale e l’organizzazione del
linguaggio. Questi ultimi possono essere a loro volta distinti in fonologici, morfosintattici e
semantico-lessicali. Vi è poi il Disturbo semantico-pragmatico del linguaggio che esula dai DSL ed
ha caratteristiche più complesse e ripercussioni più gravi sul comportamento del bambino (Firth C.,
Venkatesh K., 2002).
I sussidi utili per migliorare le capacità linguistiche dei soggetti sono rintracciabili sia tra i software
che tra le schede operative. La caratteristica comuni di questo materiale è essenzialmente quella
di essere molto duttile e per questo utile anche per altri tipi di deficit (bambini con sordità profonde
o ipoacusie con difficoltà a cogliere le strutture grammaticali e sintattiche della lingua) o condizioni
particolari (alunni stranieri). L’obiettivo di questo materiale è quello di esercitare le abilità
linguistiche di base (arricchimento lessicale ed elaborazione di frasi) in funzione dell’attivazione, se
1
Cfr. Aprile L., Linguaggio lessicale e conoscenza sociale del bambino, Giuffrè editore, Milano 1993.
possibile, degli automatismi sottostanti o di acquisire la consapevolezza delle regole e delle
strategie che permettono di produrre e comprendere il linguaggio. Occorre poi specificare che in
tutti i casi spetta all’insegnante adattare il materiale ai contesti di riferimento e alle singole
situazioni. Il materiale di per sé non è infatti mai sufficiente a rendere efficace un intervento. L’uso
dei software è generalmente molto gradito dai bambini che con essi hanno anche la possibilità di
esercitare un autocontrollo sul proprio lavoro. I programmi didattici tuttavia vanno usati in ambito
scolastico con criterio, in modo da evitare che siano d’intralcio o alterino le dinamiche di
interazione tra adulti e bambini. Questa interazione infatti è molto importante al fine della
costruzione di un rapporto di fiducia reciproca e della presa di coscienza del percorso da svolgere in
vista di traguardi concordati.
Il lavoro con le schede operative e le illustrazioni deve promuovere, soprattutto attraverso la
ripetizione, la memorizzazione lessicale e l’acquisizioni di strategie utili per guidare la
strutturazione della frase. Tutto ciò trova nella mediazione dell’adulto un elemento fondamentale di
guida e di sostegno per delineare il percorso di apprendimento più adatto ed efficace per il singolo
bambino. Importante è non creare situazioni frustranti ma curare di offrire sempre il giusto aiuto per
superare le difficoltà; il materiale illustrato si presta molto ad un uso vario ed individualizzato.
Un’altra risorsa importante risiede nel tutoraggio tra pari che per la sua valenza socio-affettiva
rappresenta uno stimolo ineguagliabile per la motivazione all’apprendimento.
Il materiale che si trova in commercio generalmente è formato da illustrazioni di parole e di frasi
che consentono diverse attività di accoppiamento disegno nome o di combinazione dei diversi
elementi al fine di formare frasi. Lavorare con le illustrazioni permette inoltre di operare in modo
concreto con le parole e il loro significato. Il materiale è utile che sia graficamente gradevole e
accessibile e maneggevole da parte del bambino. Proponiamo a titolo di esempio il materiale
proposto nei seguenti testi della casa editrice Erickson: FrecceroE., Perrotta E., Rustici P., Tigoli
M.C., Prevenzione e recupero delle difficoltà morfosintattiche. Schede operative per la
riabilitazione del linguaggio, Erickson, Trento 2008.
Riccardi Ripamonti I., Il laboratorio del linguaggio. Parole e immagini per sviluppare le
competenze morfosintattiche e lessicali, Erickson, Trento 2000.
Riccardi Ripamonti I.,
Lessico e frasi per immagini. Sussidio didattico-riabilitativo per la
prevenzione e il trattamento delle difficoltà di linguaggio, Erickson, Trento 2009.
Tra i software
per il recupero fonologico:
GIOCARE CON LE PAROLE (Erickson)
IL PRIMO INCONTROCON LE LETTERE E LE PAROLE. (Erickson)
COMBINA LE PAROLE 2 (Anastasis)
per il recupero semantico lessicale:
A CACCIA DI PAROLE…IN LIBERTA’ (Erickson)
PAROLE (Area Onlus)
per il recupero morfosintattico:
FRASI 1 (Area Onlus)
FRASI 2 (Area Onlus)
COMPRENSIONE DI FRASI (Area Onlus)
PAROLANDIA (Erickson)
Deficit di comunicazione
Nel campo dei deficit della comunicazione, vale a dire tutti i problemi connessi con l’incapacità di
utilizzare il linguaggio verbale, una soluzione è rappresentata dalla Comunicazione Aumentativa e
Alternativa. La Comunicazione Aumentativa Alternativa è appunto un insieme di metodi e strategie
che consentono di comunicare ai soggetti che non sono in grado di farlo attraverso le parole. E’
quindi un supporto indispensabile per quelle persone, che a causa di vari tipi di patologie dalle
paralisi cerebrale infantile alle psicosi, soprattutto l’autismo, alle logopatie ecc., non sono in grado
di comunicare autonomamente i propri bisogni e i propri pensieri.
La CAA per essere efficace può utilizzare un universo molto ampio di strumenti dai più semplici ai
più sofisticati: fotografie, disegni, gesti, elenchi di parole, tabelle di comunicazione con simboli,
tecnologie su supporto informatico, … . La CAA è quindi soprattutto uno strumento duttile,
adattabile alle esigenze del soggetto in evoluzione, modificabile e potenziabile nel tempo e
finalizzato all’unico obbiettivo dell’efficacia comunicativa. “Quando si cerca lo strumento o la
strategia di CAA che meglio si adatta a una persona bisogna considerare i suoi punti di forza e le
sue esigenze, i partner di comunicazione e i contesti di comunicazione.”2
Per descrivere i dispositivi di CAA riprendiamo la classificazione di Cafiero che distingue i
dispositivi tra quelli senza tecnologia, quelli a bassa tecnologia e quelli ad alta tecnologia.
Dispositivi senza tecnologia
Questi sono formati prevalentemente dai sistemi grafici di simboli. I sistemi grafici si possono
trovare in commercio in forma di libri, in forma di fascicoletti contenenti etichette adesive
2
Cafiero J.M., Comunicazione aumentativa e alternativa, Edizioni Erickson, 2009, p.26.
staccabili,
raccolti
in
CD-Rom
e
altro
ancora.
CORE PYCTURE VOCABOLARY: disegni realistici
Il Core è formato da tasselli che si possono fotocopiare in diverse dimensioni. I tasselli non sono
autoadesivi.
PIC: PICTOGRAM IDEOGRAM COMMUNICATION
Simboli bianchi su sfondo nero. Sono nati per ipovedenti . Sono autoadesivi.
PCS: PICTURE COMMUNICATIO SYMBOLS
E' un set molto utilizzato perché di facile apprendimento e molto ricco di contenuti (sono quasi
4000 immagini). Molti significati sono doppi perché sono rappresentati sia da disegni dettagliati,
che da sagome stilizzate. Per i simboli astratti, ovvero quelli che rappresentano l'azione, sono
rappresentate una serie di situazioni concrete.
Il problema più evidente in collezioni d’immagini di questo tipo è la rappresentazione dei significati astratti: non sempre un oggetto
o una forma risultano evocative del significato (vedi simbolo di “bello”), o possono verificarsi ambiguità di significato come nel
caso di “pulito” rappresentato da una maglietta bianca.
PICSYMS: PICTURE SYMBOLS
Il PICSyms appartiene alla categoria dei linguaggi grafici ed è stato pensato espressamente per
bambini. Le regole di codifica delle immagini sono presenti, ma vi è un tentativo di mediare con
una rappresentazione più intuitiva dei significati. Alcuni simboli sono costituiti da linee tratteggiate
e linee intere per meglio rappresentare i rapporti topologici; ad esempio il simbolo che significa
"dentro" è rappresentato da un quadrato tratteggiato contente una sfera nera. La linea tratteggiata è
utilizzata anche per rappresentare una totalità di cui si vuole indicare solo una parte: la totalità è
tratteggiata, la parte che si vuole indicare è invece disegnata con la linea intera (es. dormire)
BLISS
Fra i linguaggi grafici il più famoso è il BLISS, il quale richiede che l’utente possieda una notevole
competenza simbolica, poiché la forma grafica della rappresentazione non aiuta a ricostruire il
significato. Per contro, esso rappresenta un sistema di codifica privo di ambiguità, capace di
rappresentare in modo univoco concetti e idee anche molto astratti. Per usarlo è necessario uno
specifico corso di formazione. I simboli sono una parte di un disegno stilizzato. Durante
l'apprendimento è utile sovrapporre al simbolo la figura intera per comprendere la relazione con
essa; in questo modo la rievocazione successiva viene facilitata.
Dispositivi a bassa tecnologia
I dispositivi di CAA a bassa tecnologia sono semplici ausili per la comunicazione con emissione di
voce (VOCA) che permettono di riprodurre messaggi registrati che possono durare da pochi secondi
a qualche minuto. Questi hanno generalmente l’aspetto di una tastiera più o meno complessa; in
corrispondenza di ogni tasto o area sensibile è possibile registrare un messaggio; quando l’utente
CAA attiva una determinata area, l’effetto prodotto è il riascolto del messaggio ad essa associata.
Per ulteriori notizie e descrizioni si consiglia la lettura dell’articolo della dottoressa V. Stucci in
www.leonardoausili.com/archivio17.htm
Dispositivi ad alta tecnologia
I dispositivi ad alta tecnologia sono costituiti dagli ausili elettronici più complessi. “Molti di questi
VOCA hanno frontalini intercambiabili in cui è possibile inserire da cinque a circa quarantacinque
celle per i messaggi. Con questi Voca è possibile usare PCS, fotografie o altri simboli visivi.
Possono essere personalizzati con parole scritte, per le persone che sono in grado di leggere.” 3 Ci
sono poi i software di comunicazione che sono dei programmi legati al PC che permettono di
riprodurre sullo schermo le tabelle di comunicazione. Ad ogni cella della tabella è possibile
associare un simbolo e l’uscita in voce.
I prodotti software godono delle potenzialità sempre crescenti del computer e dell’enorme capacità
di elaborare e memorizzare dati. Questi programmi non hanno limitazioni nel numero di messaggi
disponibili, né per quanto riguarda i tempi di registrazione; l’accesso (ovvero la selezione delle
caselle in cui è contenuto il messaggio che si vuole comunicare) può avvenire tramite modalità
diverse (tastiera, dispositivi di puntamento, sensori); la creazione delle tabelle può avvenire in modo
flessibile, eventualmente collegando tra di loro un numero molto alto di tabelle. Quest’ultima
caratteristica aumenta considerevolmente il numero di messaggi a disposizione dell’utilizzatore.Lo
svantaggio di questi prodotti è che rimangono legati ad un PC che è uno strumento ingombrante,
difficilmente trasportabile. Se le persone sono poste una di fronte all’altra viene meno il contatto
visivo che è un aspetto fondamentale della comunicazione interpersonale. Attualmente si sta
studiando la possibilità di utilizzare questi programmi su computer portatili che abbiano le
caratteristiche di leggerezza e trasportabilità dei VOCAs.4
Software
COMPRENSIONE DI BASE (Area Onlus)
3
4
Cafiero J.M., Comunicazione aumentativa e alternativa, Edizioni Erickson, 2009, p. 78.
http://www.leonardoausili.com/archivio1.htm
CONTATTO 2.5 V6 (Anastasis)
PARLO IO (Area Onlus)
COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E APPRENDIMENTO DELLA LETTO SCRTTURA
(Erickson)
http://db.areato.org/noquadri/AusiliDinamici/AusDnm_05_Ausili_Per_Categoria.Asp?IDCATEGO
RIA=10&CATEGORIA=Comunicazione+aumentativa&SOTTOCATEGORIA=Linguaggi+iconici
&FORMATO=G in questo sito si possono trovare tanti software gratuiti sulla CAA.
.Bibliografia
Disturbi specifici del linguaggio
Basso A., Conoscere e rieducare l'afasia, Il Pensiero Scientifico, Roma, 2005.
Bickel J., Il bambino con problemi di linguaggio, diagnosi, intervento e prevenzione a casa e a
scuola, Books & Company 2007.
Cornoldi C. (a cura di), Difficoltà e disturbi dell’apprendimento, Il Mulino, 2007.
Firth C., Venkatesh K., Disturbo semantico-pragmatico del linguaggio, Erickson, Trento2002.
Salvatore Bonato A.M., Parole con logica. Schede operative di strutturazione frastica semplice,
Edizioni Omega 1990.
Comunicazione aumentativa e alternativa
AA.VV., Immagini per parlare. Percorsi di comunicazione aumentativa alternativa per persone con
disturbi artistici, Tannini 2007.
Cafiero J.M., Comunicazione aumentativa e alternativa, Edizioni Erickson, 2009.
Gava M.L., La comunicazione aumentativa alternativa tra pensiero e parola, Franco Angeli.
Quill K.A., Comunicazione e reciprocità sociale nell’autismo, Edizioni Erickson.
Sarti P., Le prime facilitazioni al bambino con difficoltà di comunicazione, Auxilia, Modena, 2002
Warrick A., Comunicare senza parlare. Comunicazione Aumentativa e Alternativa, Edizioni
Omega, 2003.
Snell M., Ianes D., La lettura funzionale per l’alunno handicappato, Edizioni Erickson, 1993.
Siti:
http://www.aita-onlus.it/
http://www.areato.org/
http://www.auxilia.it/full/index/index.asp
http://www.ceteis.org/ausili.htm
http://www.dienneti.it/handicap.htm#linguaggio
http://digilander.libero.it/quintoal/Sus_didattici.pdf
http://www.Erickson.it
http://www.inpe.unipi.it/
http://www.leonardoausili.com/
http://sostegno.forumattivo.com/le-leggi-e-le-news-f7/iter-per-l-acquisto-di-sussidi-tecnologici-perdisabili-t350.htm
Per la CAA:
http://www.isaacitaly.it/caa.htm
http://www.benedettadintino.it/bdi/home.aspx
www.leonardoausili.com/archivio1.htm - 19k
www.auxilia.it/full/prodotti/prd_com_caa.asp - 17k http://sd2.itd.cnr.it/cnr_sd2/print.php?ID=4978
http://comunicazioneaumentativaalternativa.blogspot.com/
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