I disturbi del Lobo Frontale ARGOMENTI : I) Caratteristiche del paziente con disturbo dei lobi frontali II) Funzioni attentive e loro valutazione neuropsicologica III) Disturbi della motilità oculare e valutazione neuropsicologica IV) Disturbi della motilità artuale V) Disturbi nella organizzazione delle esperienze VI) Disturbi di apprendimento ed impiego di strategie VII) Disturbi della flessibilità spontanea e valutazione neuropsicologica VIII) Disturbi di giudizio e critica XI) Disturbi di progettazione e lungimiranza XII) Disturbi di inibizione ed autocontrollo XIII) Disturbi di personalità conseguenti a lesioni dei lobi frontali Il ruolo del lobo frontale Dettaglio dell’affresco, “Creazione di Adamo," di Michelangelo Buonarroti, visibile nella Cappella Sistina nel Vaticano a Roma, dipinto tra il 1508 ed il 1512. Meshberger FL. An interpretation of Michelangelo's Creation of Adam based on neuroanatomy. Journal of the American Medical Association (JAMA) 1990; 264: 1837-1841. CARATTERISTICHE GENERICHE DEL PAZIENTE CON DISTURBO DEI LOBI FRONTALI 1. Distraibilità che costringe continuamente il medico a ripetere il compito, tendenza a divagare da un argomento all’altro nel corso della conversazione, difficoltà nel fissare l’attenzione; 2. Tendenza a perdersi nei dettagli con incapacità di sintesi; 3. Riduzione dei movimenti spontanei con gli arti; 4. Confusione mentale; 5. Ottusità, cocciutaggine; 6. Monotonia, ripetitività; 7. Banalità, superficialità; 8. Irriflessività, inconcludenza nel portare a termine qualunque operazione prima di intraprenderne altre suggeritagli dal minimo richiamo dell’ambiente; 9. Imprevidenza, precipitosità; 10. Impulsività, volubilità 11. Inaffidabilità, irresponsività. 1 FUNZIONI DELLA CORTECCIA FRONTALE OCULOMOTORIA E PREMOTORIA: - attenzione - motilità oculare - motilità artuale e facciale PRE-FRONTALE - memoria ed organizzazione temporale delle esperienze - apprendimento ed impiego di strategie - flessibilità spontanea: inventività e duttilità - flessibilità reattiva: astrazione e disponibilità - giudizio e critica - progettazione e lungimiranza - inibizione ed autocontrollo - personalità 1. LE FUNZIONI ATTENTIVE Definizione generica: l’attenzione può essere definita come quella facoltà, introspettivamente sperimentabile, di avvertire gli eventi che accadono nell’ambiente esterno ed interno a se stessi o i propri bisogni (attenzione diffusa o vigilanza). Definizione neurofisiologica: l’attenzione corrisponde all’eccitabilità del sistema nervoso di fronte alle variazioni energetiche. Definizione comportamentale: l’attenzione è la capacità di reagire selettivamente agli stimoli cui il soggetto sia sottoposto (attenzione selettiva o focalizzata). Definizione motoria: l’attenzione è la predisposizione ad adottare specifici comportamenti motori; è cioè la preparazione del sistema motorio ad attuare determinate risposte motorie invece di altre o la capacità di progettare l’atto motorio opportuno in previsione della sua attuazione (attenzione indirizzata o intenzione motoria o attenzione selettiva motoria). Definizione neuropsicologica: l'attenzione è la capacità di focalizzare l'attività mentale su una determinata operazione mentale, con possibilità di migliorare le prestazioni in quell'operazione mentale. PROPRIETA’ DELL’ATTENZIONE 1) Non è un fenomeno unitario, ma richiede il coinvolgimento di svariati processi mentali; 2) E’ in grado di ottimizzare l’elaborazione delle informazioni attraverso più proprietà: - detezione e riconoscimento degli stimoli; - possibilità di memorizzare; - capacità di richiamare eventi significativi 3) Non opera nel “vuoto”: non ci sono compiti esclusivamente attenzionali. Viceversa l’attenzione modula svariati altri processi come la memoria o la percezione, ecc. 2 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA ATTENZIONALE Così come per la memoria è stato dimostrato che esistono sistemi di memoria con varie componenti, anche per l'attenzione è stato dimostrato che i sistemi coinvolti nell'attenzione hanno diverse componenti, quali: a)Attenzione focalizzata (o selettiva) b)Attenzione divisa (o distribuita) c)Allerta d)Attenzione sostenuta (o diffusa) selettività intensità Sistema di supervisione del Controllo Attentivo (S.A.C.) Il S.A.C. influenza i processi attenzionali sia selettivi che intensivi probabilmente agendo sulla memoria a breve termine (Shallice, 1982). ATTENZIONE FOCALIZZATA O SELETTIVA L'attenzione selettiva può essere definita come la capacità di focalizzare il sistema percettivo (visivo, acustico, tattile) selettivamente su una singola "informazione rilevante" da analizzare, ignorando altre informazioni irrilevanti. L'informazione rilevante è solitamente uno stimolo proveniente dall'ambiente esterno (ad esempio uno stimolo visivo o acustico), ma può anche essere uno stimolo "interno" (ad esempio, un'informazione precedentemente memorizzata). Nei compiti di attenzione focalizzata pertanto viene selezionato un canale a scapito degli altri. ATTENZIONE ATTENZIONE SELETTIVA Esempi di "compiti" di attenzione selettiva 1) Supponiamo di dover cercare una persona che non conosciamo all'interno di un gruppo di persone, avendo ricevuto la seguente informazione rilevante: la persona che dobbiamo cercare ha una certa caratteristica fisica (ad esempio: "ha i capelli neri"). In questa situazione è necessario focalizzare l'attenzione su tale informazione visiva rilevante ("ha i capelli neri"), focalizzando la nostra attività di ricerca su tutte le persone con i capelli neri ed ignorando quelle con i capelli castani, biondi o rossi. 2) Supponiamo che più persone parlino contemporaneamente e che noi dobbiamo concentrarci su una conversazione che c’interessa ignorando le altre. In tal caso, il nostro sistema d’elaborazione opera la selezione di un canale (quello che contiene il messaggio che vogliamo ascoltare) a scapito di tutti gli altri. 3 TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA Prove di cancellazione - Test di barrage di una lettera dell'alfabeto (test di cancellazione di lettere di Spinnler e Tognoni; 1987): Il test prevede la presentazione al soggetto di un foglio di carta bianca sul quale, in modo casuale, sono scritte in maiuscolo le lettere dell'alfabeto. L'esaminatore colloca il foglio di fronte al soggetto, si accerta che riesca a leggere alcune lettere e poi dice: "Faccia un segno su tutte le lettere A che trova su questo foglio. Cerchi di non saltarne nessuna. Mi dica quando ha finito". TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA Prove di cancellazione - Test d-2 di Brickenkamp (1981): Il soggetto deve barrare uno stimolo costituito da lettera d con due trattini tra molti distrattori visualmente simili. TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA Prove di cancellazione - Test delle campanelle: Il soggetto deve barrare uno stimolo costituito da campanelle tra molti distrattori visualmente simili. 4 TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA Prove di cancellazione - Test di barrage semplice: Il soggetto deve barrare nel minor tempo possibile uno stimolo costituito da 60 lineette TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA Prove di cancellazione - Test di barrage doppio (Double barrage): Il soggetto deve ricercare degli stimoli costituiti da quadrati con 2 linee all’interno orientate in modo differente tra molti distrattori visualmente simili. TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA Il soggetto deve barrare tutti gli stimoli costituiti da quadrati tra molti distrattori visivi. 5 TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA Matrici attentive (visual search) Il soggetto deve ricercare tutti i numeri corrispondenti a quelli indicati nella matrice. TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA Test di controllo mentale semplice - Numerazione regressiva da 100 sottraendo di volta in volta 7 - Numerazione regressiva da 50 sottraendo di volta in volta 3 - Numerazione regressiva da 20 a 1 - Ripetizione dell’alfabeto - Contare in avanti di due in due - Span di cifre all’indietro: ripetizione di cifre all’indietro. Durante questo compito sui attivano le aree frontali laterali. Il difetto di questo compito è verosimilmente spiegabile come un disturbo nel rammentare la collocazione temporale (di materiale verbale) di eventi sperimentati. - Produzione di parole all’indietro: esempio: CARNE, MONDO TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA Test di attenzione selettiva in modalità acustica: il soggetto deve premere un pulsante ogni volta che riconosce il numero due, la lettera Q, parole che iniziano con la lettera N, con le lettere St, le lettere “i” e “l”, i numeri “3” e “7”, il numero “3” preceduto dal numero “8”, una successione crescente di numeri, una successione decrescente di numeri, una successione ascendente dei giorni della settimana, una successione decrescente di mesi dell’anno, una successione decrescente delle lettere dell’alfabeto, un numero che è pari al precedente più 3, un numero che è pari al precedente meno 2, un prodotto della moltiplicazione per due del numero precedente meno 1… 3 8 DISTRATTORI 5 2 TARGET 6 TEST PER VALUTARE LA VELOCITA’ DI PROCESSAMENTO DELLE INFORMAZIONI Associazione simboli/numeri (WAIS) ATTENZIONE ALTERNATA L’attenzione alternata consiste nella “capacità di ridirezionare in modo flessibile l’attenzione da un compito all’altro o da una modalità di elaborazione all’altra” - Si utilizzano gli stessi esercizi utilizzati per l’attenzione sostenuta in modalità visiva con l’aggiunta di un fattore di flessibilità mentale. I soggetti devono ora alternare le loro risposte tra due possibili stimoli target, in risposta al comando “cambia” del terapista. Questo comando viene impartito ogni 15 secondi; il paziente deve cancellare alternativamente alcuni numeri (es “3” e “6”) in base al comando “cambia” del terapista, o deve cancellare i numeri pari o dispari in base al comando “cambia” del terapista. - Il paziente ha un foglio con coppie di numeri; compito del soggetto è di addizionare o sottrarre tra loro i due elementi di queste coppie se al comando “cambia” del terapista. TEST PER VALUTARE L’ATTENZIONE ALTERNATA Negli esercizi di tipo stroop grande/piccolo, il paziente ha un foglio con caratteri piccoli o grandi. Compito del soggetto è di selezionare lo stimolo target in base al significato delle parole o in base alla loro dimensione. Il comando “cambia” è impartito ogni 15 secondi. Negli esercizi di tipo stroop alto/basso il paziente deve alteranre una risposta basato sul significato delle parole e una basata sulla loro dimensione. Anche in questo caso la risposta alternerà in base al comando “cambia” del terapista. 7 ATTENZIONE DIVISA L'attenzione divisa può essere definita come la capacità di focalizzare l'attività mentale contemporaneamente su più di un’informazione rilevante o di eseguire contemporaneamente due o più operazioni mentali. E' stato ipotizzato che nell'eseguire contemporaneamente più operazioni mentali un ruolo importante sia svolto dal sistema "Esecutivo Centrale", che fa parte dei sistemi di memoria a breve termine ed ha il compito di integrare informazioni diverse. Nei compiti di attenzione divisa le risorse attentive di dividono quindi tra due o più canali d’informazione. ATTENZIONE ATTENZIONE DIVISA Esempio di "compito" di attenzione divisa in cui vi sono più informazioni rilevanti Supponiamo di dover cercare una persona che non conosciamo all'interno di un gruppo di persone, sapendo che la persona che cerchiamo ha una certa caratteristica fisica (ad esempio: "ha i capelli neri") ed indossa un abito di un certo colore (ad esempio: "indossa pantaloni blu"). In tal caso, dovremo focalizzare la nostra attenzione contemporaneamente su tali due informazioni visive rilevanti ("ha i capelli neri"; "indossa pantaloni blu"), focalizzando la ricerca sulle persone con i capelli neri ed i pantaloni blu. Esempi di “compiti” di attenzione divisa in cui è necessario eseguire contemporaneamente più operazioni mentali a) Guidare l’automobile e contemporaneamente parlare al cellulare b) Dover rispondere ad una persona mentre si è impegnati in un’altra attività mentale come il rispondere al telefono. c) Prendere appunti mentre si ascolta una persona che parla In questo compito attentivo, è necessario che l'attenzione venga distribuita contemporaneamente fra varie operazioni mentali: (1) ascoltare la persona; (2) memorizzare, almeno temporaneamente (attraverso i sistemi di memoria a breve termine), le informazioni verbali che ci fornisce la persona che ascoltiamo; (3) eventualmente, selezionare le informazioni verbali più importanti e, se necessario, riformularle in forma diversa da quella "originaria" (per chi ascolta talvolta essere utile esprimere un determinato concetto con parole diverse da quelle usate da chi parla); (4) trascrivere le informazioni che sono state ritenute più importanti. Per eseguire tutte queste operazioni mentali contemporaneamente, è necessario che siano efficienti i sistemi coinvolti nell'attenzione divisa, oltre che i sistemi cognitivi coinvolti nella comprensione del linguaggio e nella produzione di linguaggio scritto. TEST DI ATTENZIONE DIVISA Esempio di test di attenzione divisa in cui vi sono più informazioni rilevanti: test di barrage di due lettere dell'alfabeto Il test prevede la presentazione al soggetto di un foglio di carta bianca sul quale, in modo casuale, sono scritte in maiuscolo le lettere dell'alfabeto. L'esaminatore colloca il foglio di fronte al soggetto, si accerta che riesca a leggere alcune lettere e poi dice: "Faccia un segno su tutte le lettere E e su tutte le lettere R che trova su questo foglio. Cerchi di non saltarne nessuna. Mi dica quando ha finito". 8 TEST DI ATTENZIONE DIVISA Esempio di test di attenzione divisa in cui è necessario eseguire contemporaneamente due operazioni mentali ("dual task") Al soggetto può essere chiesto di svolgere contemporaneamente due compiti: (1) seguire con una penna luminosa un bersaglio (ad esempio un quadrato bianco) che si muove su uno schermo; (2) ripetere varie sequenze di numeri (composti, ad esempio, da 4 cifre) pronunciati ad alta voce dall'esaminatore ("span" di cifre). Per eseguire queste due operazioni mentali contemporaneamente, è necessario che siano efficienti i sistemi coinvolti nell'attenzione divisa, ed in particolare le tre diverse componenti principali dei sistemi di memoria a breve termine: (a) il "magazzino fonologico a breve termine", che immagazzina temporaneamente le sequenze di numeri da ripetere; (b) il "taccuino visuo-spaziale", che consente temporaneamente di memorizzare la posizione spaziale del bersaglio mobile (quadrato bianco); (c) il sistema "Esecutivo Centrale", che riceve informazioni sia dal "magazzino fonologico a breve termine", che dal "taccuino visuo-spaziale", integra le varie informazioni ricevute e coordina le due operazioni mentali svolte contemporaneamente (seguire con la penna luminosa il bersaglio mobile e ripetere le sequenze di cifre pronunciate dall'esaminatore). TEST DI ATTENZIONE DIVISA Test per l’Esame dell’Attenzione (TEA) (Zimmermann e Fimm, 1992/94). Al soggetto vengono somministrati due compiti contemporaneamente: compito visivo: presentazione di una griglia di punti su cui compaiono in posizioni continuamente diverse alcune croci; il soggetto deve identificare quando le croci formano un quadrato compito uditivo: il soggetto ascolta una serie continua di suoni alti e bassi (es Di-Da) e deve rispondere alle variazioni della sequenza normale (es Di-Di) - ALLERTA L’allerta può essere definita come la capacità di aumentare la prontezza di risposta in seguito ad un segnale di avvertimento. Esempio di “compiti” di allerta a) Situazione di pericolo del tipo in cui ad esempio stiamo attraversando la strada in modo distratto e sentiamo il suono del clackson di una macchina. Il segnale di avvertimento innalza così molto rapidamente le nostre capacità di rispondere allo stimolo. b) L’atleta sta ai blocchi di partenza pronto a scattare e lo starter da il segnale di “pronti” prima di dare il segnale di “via”. 9 ATTENZIONE SOSTENUTA L'attenzione sostenuta può essere definita come la capacità di focalizzare l'attività mentale su una certa operazione mentale, un certo concetto, o una determinata sequenza logica, per un periodo di tempo protratto, al fine di determinare una risposta finalizzata. ATTENZIONE tempo ATTENZIONE SOSTENUTA Esempio di "compito" di attenzione sostenuta Supponiamo di avere un appuntamento importante con una certa persona che conosciamo (persona che costituisce, in quest'esempio, il cosiddetto stimolo "bersaglio") in un posto frequentato da molte altre persone (stimoli che non costituiscono il nostro "bersaglio"); supponiamo che la persona che aspettiamo tardi ad arrivare e che sia importante comunicare con questa persona al più presto, non appena arriva nel posto stabilito per l'appuntamento. In tal caso, può essere necessario per un tempo prolungato focalizzare la nostra attenzione intorno a noi, nell'attesa che ad un certo punto faccia la sua comparsa la persona che aspettiamo (stimolo "bersaglio"). Per eseguire con successo "compiti" di questo genere, è necessario che siano efficienti i sistemi coinvolti nell'attenzione sostenuta. Esempio di situazione in cui vi è un deficit di attenzione sostenuta Guidando l’auto per molte ore in autostrada con limitate fonti d’interesse, ciò comporta un calo attentivo (cioè un’incapacità di mantenere l’attenzione ad un elevato livello per un tempo prolungato). L’abbassamento del livello attentivo comporta una riduzione delle capacità di rispondere. In tal caso, l’interruzione transitoria del compito (refresh) determina un miglioramento dell’efficienza di risposta. TEST DI ATTENZIONE SOSTENUTA I test di attenzione sostenuta cercano di valutare i seguenti elementi: a) - peggioramento nel tempo della capacità di detezione di un segnale target (time-ontask effect); b) - caduta transitoria ed improvvisa della prestazione (lapsus of attenction). Esempio N1: Continuous Performance Test (CPT) (Rosvold et al, 1956): test al computer in cui ogni secondo viene presentato uno stimolo costituito da una lettera dell’alfabeto diversa e della durata di 5-15’. A) prima condizione: al soggetto viene chiesto di identificare il più rapidamente possibile la lettera X. C L DISTRATTORI S X TARGET 10 TEST DI ATTENZIONE SOSTENUTA Esempio N1: Continuous Performance Test (CPT) (Rosvold et al, 1956): test al computer in cui ogni secondo viene presentato uno stimolo costituito da una lettera dell’alfabeto diversa e della durata di 5-15’. B) seconda condizione: il soggetto deve rispondere soltanto se la lettera X è preceduta da una lettera A. C L A DISTRATTORI X TARGET TEST DI ATTENZIONE SOSTENUTA Esempio N2: Si tratta di test in cui, ad esempio, il soggetto viene posto davanti allo schermo di un computer, sul quale compare periodicamente un quadrato bianco, che non costituisce uno stimolo-bersaglio; più di rado, in modo non prevedibile, può comparire sullo schermo uno stimolo "bersaglio", ad esempio un quadrato rosso. Al soggetto si chiede di prestare attenzione allo schermo per un periodo di tempo abbastanza lungo e di schiacciare un pulsante ogni volta che vede comparire lo stimolo "bersaglio" (quadrato rosso). E' possibile eventualmente registrare il tempo di reazione del soggetto, in altre parole il tempo che intercorre fra la presentazione dello stimolo e la risposta del soggetto (schiacciamento del pulsante). Per eseguire questo test è necessario che siano efficienti i sistemi coinvolti nell'attenzione sostenuta. Anche per i sistemi coinvolti nell'attenzione sostenuta, esiste tuttavia un limite di tempo, superato il quale, i sistemi perdono di efficienza. Infatti, trascorso un certo periodo di tempo durante il quale, ad esempio, occorre prestare costantemente attenzione allo schermo, anche i soggetti normali in questo genere di test vanno incontro ad un peggioramento delle prestazioni. DISTRATTORI TARGET TEST DI ATTENZIONE SOSTENUTA Tale peggioramento delle prestazioni si può manifestare come: (a) tendenza ad avere tempi di reazione via via più lunghi; (b) tendenza ad effettuare col passare del tempo un maggior numero di omissioni (mancati rilevamenti dello stimolo "bersaglio", ovvero il quadrato rosso); (c) tendenza ad effettuare col passare del tempo un maggior numero di errori dati da falsi allarmi; tali falsi allarmi consistono in risposte (schiacciamento del pulsante) non in presenza dello stimolo "bersaglio" (quadrato rosso), ma in presenza dello stimolo che non costituisce il bersaglio (quadrato bianco). DISTRATTORI TARGET 11 TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA E SOSTENUTA Batteria PASAT (Paced Aufitory Serial Addition Task, Gronwall, 1977): Il soggetto sente dei numeri presentati attraverso una cuffia al ritmo di 1 ogni 2 sec. Il soggetto deve compiere il seguente compito: sommare coppie di numeri in modo tale che ogni numero sia sommato al precedente. Es. il primo numero (es 5) viene sommato al secondo (es. 7) (7+5=12), il secondo (7) al terzo (es. 3) ( 7+3=10) e così via. Nell’esempio riportato il soggetto deve: - eseguire inizialmente la prima somma (5+7=12), - poi deve cancellare questa informazione, - recuperare l’informazione precedente (secondo numero=7) - eseguire la somma successiva ( 7+3=10) Nel test il soggetto deve svolgere due sottocompiti: 1. di attenzione focalizzata o selettiva 2. di attenzione sostenuta nel tempo (dimensione intensiva) Questo test è stato utilizzato in pazienti con traumi cranici e con sclerosi multipla Fattori positivi: è un test molto sensibile; Fattori negativi: non valuta la specifica natura del disturbo attenzionali (selettivo o intensivo). Ascoltare e ripetere una conversazione ignorandone un’altra contemporaneamente. TEST DI ATTENZIONE SELETTIVA E SOSTENUTA Test al computer di minore complessità: premere un tasto alla comparsa di una luce. Durante il test viene valutato il tempo di risposta (RT). Fattori positivi: il test è semplice; Fattori negativi: il RT non è una misura dell’attenzione in quanto il test richiede: capacità di discriminazione visiva, efficienza di risposta motoria., Test al computer di maggiore complessità: premere due tasti differenti alla comparsa di due luci differenti. Durante il test viene valutato il tempo di risposta (RT). TEST PER LA VALUTAZIONE DI PIU’ COMPONENTI ATTENTIVE Test classico per la valutazione delle tre componenti dell’attenzione è il Trail making A, A’, B (Reitan, 1958) Trail A: Il soggetto ha davanti a se un foglio con 11 cerchi numerati da 1 a 11, disposti in modo irregolare; egli deve collegare i cerchi in sequenza corretta. Trail A’: Questa prova viene eseguita solo sui pazienti che hanno eseguito correttamente la prima prova. Il numero dei cerchi numerati è di 21 e il soggetto deve unirli in sequenza. Questa parte del test serve a valutare la velocità di processamento delle informazioni. 12 TEST PER LA VALUTAZIONE DI PIU’ COMPONENTI ATTENTIVE Test classico per la valutazione delle tre componenti dell’attenzione è il Trail making A, A’, B (Reitan, 1958) Trail B: Nel foglio si trovano 11 cerchi numerati ed 11 cerchi con lettere dell’alfabeto da A ad M, disposti irregolarmente; al soggetto viene chiesto di collegare i numeri alle lettere progressive corrispondenti il più velocemente possibile. Questa parte del test serve a valutare l’attenzione divisa. IPOTESI SULLE STRUTTURE CEREBRALI COINVOLTE NEI PROCESSI DI ATTENZIONE ATTENZIONE SELETTIVA a) di tipo motorio e sensoriale: Aree corticali parietali: aree 8, 45 e 46 connesse con le aree associative sensoriali di primo ordine. L’area 8 sembra coinvolta soprattutto nella discriminazione di stimoli uditivi e visivi, l’area 45 e 46 per gli stimoli tattili. b) di tipo motivazionale: Corteccia prefrontale orbitarla e mesiale connessa con le aree piriformi e del giro del cingolo, Collicolo superiore? IPOTESI SU: STRUTTURE CEREBRALI COINVOLTE NEI PROCESSI ATTENTIVI ATTENZIONE SELETTIVA a) di tipo motorio e sensoriale: Aree corticali parietali: aree 8, 45 e 46 connesse con le aree associative sensoriali di primo ordine. L’area 8 sembra coinvolta soprattutto nella discriminazione di stimoli uditivi e visivi, l’area 45 e 46 per gli stimoli tattili. b) di tipo motivazionale: Corteccia prefrontale orbitaria e mesiale connessa con le aree piriformi e del giro del cingolo, Collicolo superiore? ATTENZIONE DIVISA Aree corticali prefrontali dorso-laterali; Giro cingolato. ATTENZIONE SOSTENUTA Aree corticali prefrontali e parietali dell'emisfero destro connesse con le aree associative di ordine più elevato, oltre che con gli altri distretti frontali. 13 DEFICIT DELLE FUNZIONI ATTENTIVE Deficit delle funzioni attentive possono essere osservati: (a) in pazienti con lesioni cerebrali focali (patologie cerebrovascolare come gli ictus, tumori cerebrali, traumi cranici chiusi, malattie demielinizzanti) o diffuse (malattia di Parkinson, malattia di Alzheimer e demenze in genere); I traumi cranici si verificano nello 0.3% di tutta la popolazione. L’età è compresa tra i 15 ed i 35 anni. Altri disturbi associati sono l’irritabilità e l’affaticabilità. Nei compiti attentivi si verifica un aumento dei tempi di reazione. Nei compiti attentivi complessi si verifica un marcato aumento dei tempi di reazione (in maniera proporzionata). Il disturbo di attenzione selettiva si ritrova un nel 50% dei casi; il disturbo di attenzione divisa nei traumi cranici lievi, sia in fase acuta che cronica; il disturbo di attenzione sostenuta soprattutto in fase acuta. La riduzione dell’attenzione è proporzionale alla gravità del trauma. (b) in pazienti con disturbi psichiatrici (sindromi depressive, sindromi ansiose, etc.); (c) in soggetti normali in condizioni di stress psichico o fisico (affaticamento, dolore). DEFICIT DI ATTENZIONE SELETTIVA Si manifestano come ridotta capacità di focalizzare l'attività mentale selettivamente su una singola "informazione rilevante", ignorando altre informazioni irrilevanti. Un deficit dell’attenzione selettiva comporta una facile distraibilità. Ad esempio, un paziente con deficit di attenzione selettiva può avere difficoltà nell'eseguire con efficienza un compito in cui deve cercare visivamente un oggetto con una certa caratteristica fisica fra altri oggetti con caratteristiche diverse. DEFICIT DI ATTENZIONE DIVISA Si manifestano come ridotta capacità di focalizzare l'attività mentale contemporaneamente su più informazioni rilevanti o come ridotta capacità di eseguire contemporaneamente più operazioni mentali. Ad esempio, un paziente con deficit di attenzione divisa può avere difficoltà nell'eseguire tutte le varie operazioni mentali necessarie per guidare un veicolo (uso di volante, acceleratore, freno, frizione, cambio), prestando nello stesso tempo attenzione a varie informazioni rilevanti (direzione della strada, veicoli che precedono, veicoli che seguono, pedoni, segnali stradali, eventuali ostacoli improvvisi). 14 DEFICIT DI ATTENZIONE SOSTENUTA Si manifestano come ridotta capacità di focalizzare mantenere un adeguato livello attentivo per un periodo di tempo protratto. Quando si chiede ad un paziente con deficit di attenzione sostenuta di svolgere un "compito" che richieda di mantenere un adeguato livello attentivo per un periodo di tempo protratto (ad esempio, segnalare la occasionale comparsa di uno stimolo bersaglio, che è preceduto e seguito da stimoli che non costituiscono un bersaglio), il paziente, dopo un breve periodo di tempo, può distrarsi, può commettere errori nello svolgimento del compito o addirittura può non essere in grado di portare a termine il compito (non essendo capace di prestare attenzione per tutto il periodo tempo previsto dall'esaminatore). Ad esempio, nel test in cui il soggetto viene posto davanti allo schermo di un computer e deve schiacciare un pulsante ogni volta che vede comparire uno stimolo "bersaglio" (ad esempio un quadrato rosso), il paziente con deficit di attenzione sostenuta, come i soggetti normali, tende, dopo un certo periodo di tempo, ad avere un peggioramento delle prestazioni, che si può manifestare come: (a) tendenza ad avere tempi di reazione via via più lunghi; (b) tendenza ad effettuare col passare del tempo un maggior numero di omissioni (mancati rilevamenti dello stimolo "bersaglio", ovvero il quadrato rosso); (c) tendenza ad effettuare col passare del tempo un maggior numero di errori dati da falsi allarmi; tali falsi allarmi consistono in risposte (schiacciamento del pulsante) non in presenza dello stimolo "bersaglio" (quadrato rosso), ma in presenza dello stimolo che non costituisce il bersaglio (quadrato bianco). Tuttavia, nel paziente con deficit di attenzione sostenuta, il peggioramento delle prestazioni in questo genere di test: - è rilevabile dopo un periodo di tempo più breve, rispetto ai soggetti normali; - è rilevabile in misura maggiore rispetto ai soggetti normali, manifestandosi con una più marcata tendenza ad avere tempi di reazione lunghi, ed ad effettuare un elevato numero di omissioni e di falsi allarmi. PROCESSI ATTENTIVI PER LO SPAZIO Il lobo frontale consente di poter esplorare lo spazio controlaterale all’emisfero. Una lesione del lobo frontale, soprattutto il destro, determina incapacità ad analizzare l’emispazio controlaterale all’emisfero leso. Questi fenomeni sono però più frequenti se si verifica una lesione in sede parietale. Dopo una lesione dei lobi frontali possono verificarsi più tipi di inattenzione: spaziale, visiva (estinzione visiva sinistra), uditiva (estinzione uditiva sinistra), somestesica (estinzione tattile sinistra), motoria. L’impersistenza motoria consiste nell’incapacità a mantenere una posizione per più di pochi secondi. Si manifesta di solito in seguito ad una lesione frontale destra a livello delle aree premotorie (area 6). 2. MOTILITA’ OCULARE La motilità oculare consente una corretta esplorazione spaziale necessaria a generare l’iniziativa motoria necessaria a volgere lo sguardo in una direzione attesa (prevista) (organizzazione del movimento in funzione di stimoli sensoriali) (compiti percettivomotori). E’ legata ad un’integrità dell’area oculomotoria frontale (area 8). Nella normale funzione frontale in un compito d’analisi di una scena complessa il soggetto deve: - dirigere l’attenzione su stimoli rilevanti (spaziali, fisici); esplorare svariati particolari (dettagli); percepire il particolare centrale (sintesi dei particolari in una struttura unitaria), - formulare ipotesi e critiche ; - attuare poi un eventuale movimento. Nel paziente con deficit dei lobi frontali vi è un difetto dell’iniziativa esplorativa caratterizzata da: - movimenti di sguardo (oculari) disordinati; - arresto dello sguardo sui dettagli secondari anche quando l’esplorazione sia aiutata da domande mirate dell’esaminatore; - incapacità di confronto; - incapacità di sintesi (astrazione). 15 TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA MOTILITA’ OCULARE Thematic apperception test (Murray): Il soggetto deve interpretare delle figure complesse. In questo test sono compromessi i pazienti frontali sia destri, sia sinistri, sia bilaterali. Test di Teuber (1964): Il soggetto deve identificare quale tra 48 stimoli, diversi per forma, colore o ambedue le caratteristiche, e disposti in ordine sparso su una tavola, è uguale allo stimolo presentato al centro. I pazienti frontali hanno un tempo di ritrovamento allungato soprattutto nel campo controlaterale al lobo leso. Test di Paus (1991): Il soggetto deve mantenere lo sguardo fisso su una mira centrale quando improvvisamente compare uno stimolo visivo periferico. I pazienti frontali risultano incapaci di eseguire questo compito soprattutto quando lo stimolo visivo è controlaterale alla lesione. Test di Guitton (1985): Il paziente deve rivolgere lo sguardo per analizzare una mira che compare lateralmente ad un punto di fissazione. La mira può comparire nella stessa posizione dove era preventivamente segnalata (Prova prosaccade) o in quella opposta (prova antisaccade). In questo test si sono dimostrati deficitarii i pazienti frontali con ablazione dell’area 8 e dell’area motoria supplementare. 3. MOTILITA’ ARTUALE E FACCIALE I lobi frontali sono responsabili e della “iniziativa motoria” per gli arti controlaterali all’area motoria supplementare lesa (iniziativa motoria in compiti eseguibili secondo schemi già memorizzati dal soggetto). Responsabile della funzione della motilità artuale è l’area motoria supplementare e forse il giro del cingolo. Responsabile della funzione della motilità facciale sono le aree frontali laterali-mesiali. Il deficit della motilità artuale e facciale consiste in: - povertà di movimento automatico; - movimenti volontari ritardati lenti e meno ampi del dovuto (simili alla acinesia, bradicinesia, ipometria parkinsoniana = sindrome similparkinsoniana); - aspontaneità motoria. Esempi: - perdita della capacità di pendolare l’arto durante la deambulazione; - assenza di gesticolazione con un arto; - tendenza a non agire con un arto; - uso goffo e maldestro dell’arto (come se lo usasse per la prima volta); - capacità di usare l’arto solo vedendolo (perdita dell’uso automatico dell’arto). Il deficit della motilità facciale consiste in: - perdita della motilità automatica della motilità facciale; - assenza di espressività facciale (amimia). 4. MEMORIA ED ORGANIZZAZIONE TEMPORALE DELLE ESPERIENZE (il paziente frontale è confusionario e bugiardo) Consiste in: - amnesia di tipo episodico e semantico (NB: Ciò che è deficitario nel paziente prefrontale non è però il contenuto della memoria, ma le modalità con cui il paziente gestisce i ricordi), - deficit della memorizzazione immediata, - difetto di memoria cinestesica, - tendenza a confondere ordine e frequenze con cui gli avvenimenti passati accaddero, - mancanza della previsione futura di ciò che verosimilmente accadrà, - deficit di memoria per l’ordine temporale degli avvenimenti (deficit a collocare gli avvenimenti in ordine cronologico) (NB il lobo frontale sn colloca temporalmente il materiale visivo; il lobo frontale dx colloca temporalmente materiale figurativo o spaziale; entrambi i lobi sono rilevanti nel codificare materiale in forma sia verbale che figurativa), - incapacità a distinguere il proprio tempo passato da quello futuro (come se durante l’esecuzione di compiti complessi si dimentichino gli stadi già superati e quelli ancora da affrontare), difficoltà nell’organizzare l’ordine delle risposte riconoscendo in ogni fase quelle che sono le risposte già date e quelle che devono ancora esserlo. Tendenza a confabulare = tendenza ad inventare avvenimenti falsi, o collocare avvenimenti veri in un contesto fallace, confabulazioni momentanee o d’imbarazzo . Ipotesi 1:di origine amnesica cioè per colmare le lacune mnesiche. Ipotesi 2: di origine disinibitoria cioè per incapacità a controllare le proprie risposte verbali, trattenendo e correggendo quelle impulsive. 16 APPRENDIMENTO ED IMPIEGO DI STRATEGIE (Il paziente frontale è ottuso e cocciuto) Il paziente frontale ha un difetto di apprendimento che può essere riferito ad incapacità a costruirsi, automatizzare o usare spontaneamente una strategia con cui operare e che agevoli l’apprendimento. I pazienti frontali hanno difficoltà ad interiorizzare ed automatizzare le regole del comportamento motorio, così da poter poi operare pur in assenza di suggerimenti esterni. Esempio nel test delle 15 parole di Rey: lettura per 5 volte e nello stesso ordine di una lista di 15 parole prive di nessi associativi e ripetizione dell’elenco di parole dopo ogni presentazione soggetto normale: Pz. con lesione prefrontale soprattutto in sede dorso-laterale Effetto di prima ed ultima posizione: la prima branca è leggermente più alta della seconda Le due branche della curva ad U sono uguali Prima prova Prima prova Quinta prova La curva mostra prestazioni migliori nell’ultima prestazione. Quinta prova La curva si va progressivamente appiattendo a causa dell’incapacità ad organizzare in maniera sequenziale le parole TEST PER LA VALUTAZIONE DELLE CAPACITA’ DI SVIPUPPARE STRATEGIE INTERIORI DI APPRENDIMENTO CONDIZIONALE SIA SPAZIALE CHE NON SPAZIALE Prove di tapping sequenziale uni o bimanuale Test di Luria (1969): nel paziente frontale vi è difficoltà ad eseguire movimenti ritmici, specie se alternati tra le due mani. Box and block test Nine hole peg test 6. FLESSIBILITÀ SPONTANEA: INVENTIVITÀ E DUTTILITÀ (Il paziente frontale è monotono e ripetitivo) DEFINIZIONI Flessibilità cognitiva: capacità di mutare strategie di pensiero e di azione per percepire ed elaborare informazioni o per fare fronte alle situazioni. Flessibilità spontanea: capacità di produrre spontaneamente e con ricchezza idee e reazioni in risposta ad uno stimolo unico. Flessibilità reattiva: capacità a mutare comportamento su richiesta del contesto. DISTURBI DELLE FLESSIBILITA’ Rigidità: difetto di flessibilità spontanea. Perseverazioni: difetto di flessibilità reattiva. 17 TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA FLESSIBILITA’ SPONTANEA I. Prove di fluenza orale: - Produzione di parole scelte per categoria fonetica: il paziente deve produrre il maggior numero di parole che cominciano con una determinala lettera dell’alfabeto. Gli studi hanno dimostrato deficit in questi test nei pazienti con corticectomia lateromesiale sinistra, destra o bilaterale (più a sinistra). - Produzione di parole scelte per categoria semantica: il paziente deve produrre il maggior numero scelte per una determinata categoria semantica come: animali, oggetti, colori, uccelli, mobili. Gli studi hanno mostrato che durante entrambi i tipi di compiti vi è un aumento di flusso a livello delle aree 46 e 6. - Produzione di parole composte esattamente dallo stesso numero di lettere (ad es. di 4 lettere). Gli studi hanno dimostrato un deficit in questo test in pazienti epilettici sottoposti a corticectomia in sede latero-mesiale sinistra, destra o bilaterale (più i sinistri). - Prove di fluenza d’uso: il paziente deve pronunciare tutti i possibili usi di un oggetto. Gli studi hanno dimostrato che i pazienti con lesione in sede frontale sinistra dorso-laterale vanno peggio in questo tipo di compito. TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA FLESSIBILITA’ SPONTANEA II. Prove di fluenza con materiale figurativo (compromesse soprattutto nei pazienti con lesione frontale dx) - Disegno di figure: il soggetto deve disegnare in un tempo massimo di 5 minuti il maggior numero di figure diverse e senza senso. - Disegno con linee: il soggetto deve disegnare in un tempo massimo di 4 minuti il maggior numero di figure composte esattamente da 4 linee diverse e senza senso. Un tipo di errori che si possono compiere in questo test sono le perseverazioni, cioè l’incapacità a passare ad un disegno nuovo. Questo test risulta più alterato in pazienti epilettici con corticectomia delle regioni prefrontali latero-mesiali destre (es. temporali destre). III. Prove di fluenza gestuale - Fluenza di gesti con la mano: il soggetto deve ideare il maggior numero di posizioni diverse con le dita di una mano in un tempo massimo di 2 minuti. Gli studi dimostrano che vanno peggio in questo tipo di test i pazienti sottoposti a corticectomia prefrontale sinistra, poiché inventano meno posizioni e tendono a perseverare. - Fluenza di gesti: il soggetto deve produrre il maggior numero di gesti simbolici, mimi d’uso e descrittivi di oggetti in un tempo massimo di 2 minuti. Gli studi dimostrano che vanno peggio in questo tipo di test i pazienti con lesione in sede prefrontale i quali evocano meno gesti ed i soggetti prefrontali sinistri i quali tendono a perseverare di più. IV. Prove in cui si ricerca la rigidità in prove percettive - Test di attività percettiva con figure: il test valuta la capacità del soggetto di vedere in tutti i modi possibili sette figure ambigue percepibili secondo due modalità alternative cambiando figura e sfondo. Gli studi dimostrano che hanno meno flessibilità percettiva i pazienti epilettici sottoposti a lobectomia frontale. 7. FLESSIBILITÀ REATTIVA: ASTRAZIONE E DISPONIBILITÀ (il paziente frontale è banale e superficiale) Il paziente frontale è incapace di astrarre, cioè di cogliere nei multiformi elementi che compongono la realtà le caratteristiche essenziali che di volta in volta li accomunano o li differenziano dagli altri. Il paziente frontale è pertanto incapace di eseguire compiti di induzione e di astrazione ed è invece: - concreto, - immediato, - in balìa di reazioni automatiche, - in balìa di reazioni abitudinarie. 18 TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI ASTRAZIONE Test di Weigl (Weigl sorting test) (1927): al paziente vengono presentate figure diverse per colore o per forma. Il paziente deve raggruppare le figure secondo colore, poi forma. Pertanto si considera un test di pensiero categoriale. Gli studi hanno dimostrato che vanno peggio in questo test i pazienti frontali soprattutto sinistri. TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI ASTRAZIONE Test di Induzione di Regole Temporali (Villa et al, 1990): Il test consiste nel predire il colore di gettoni futuri che consistono in 3 regole e cioè alternanza semplice (R-A), alternanza doppia (RR-AA) ed alternanza asimmetrica (R-AA). Per ogni regola sono concessi 15 tentativi. Gli studi hanno dimostrato che in questo test vanno peggio soprattutto i pazienti cerebrolesi frontali specie in sede emisferica sinistra. TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI ASTRAZIONE Prova di Levine (1966): Il test serve a valutare la capacità di formulare le giuste ipotesi, utilizzare i riscontri per accettarle o rifiutarle, considerare simultaneamente elementi molteplici che si acquisiscono in successione, capacità di recepire informazioni positive, capacità di trarre profitto da informazioni negative, capacità di abbandonare le ipotesi sbagliate. Sono presentati stimoli diversi per forma (X-T), dimensione (Grande, piccolo), colore (rosso, azzurro) e posizione (sinistra, destra). Esistono 8 possibili combinazioni (Xt, xT, Tx, tX, Xt, xT, Tx, tX). Gli stimoli vengono presentati per 16 volte in successione imprevedibile. Il compito consiste nell’arguire la caratteristica considerata corretta dall’esaminatore. Il test consente di valutare le tappe durante la costruzione di un concetto. I pazienti frontali formulano poche ipotesi e non sfruttano le informazioni negative. 19 TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI ASTRAZIONE WISCONSIN CARD SORTING TASK (WCST; Grant e Berg, 1948) Si utilizzano 128 carte definite "carte risposta“ con svariate forme (triangolo, triangolo, croce, cerchio), colore (rosso, verde, giallo, blu) e numero (1, 2, 3, 4). Le categorie considerate giuste sono il colore (per 10 risposte), poi la forma (per 10 risposte) e poi il numero (per 10 risposte) e poi nuovamente colore, forma e numero. Si valuta se il soggetto è in grado di identificare correttamente le sei categorie. Gli errori possono consistere nell’identificazione di meno categorie o nella perseverazione su una categoria (i soggetti tendono a perseverare nella categoria giusta nella fase precedente o hanno difficoltà ad abbandonare un comportamento di classificazione). Gli studi hanno dimostrato che vanno peggio in questo test i pazienti con ablazioni prefrontali lateromesiali sia a sinistra sia a destra. TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI ASTRAZIONE Test di Nelson (versione breve del WCST; Nelson, 1976) Al contrario del WCST il primo criterio di classificazione viene scelto dal paziente, il criterio viene cambiato dopo 6 risposte corrette e si avverte il soggetto del cambio di categoria. Gli errori possono consistere nella identificazione di un minor numero di categorie o in una perseverazione, cioè nella produzione di una risposta errata uguale alla precedente. Gli studi hanno dimostrato che in questo test vanno peggio i pazienti con ablazioni prefrontali mesiali sia a destra sia a sinistra. 8. GIUDIZO E CRITICA (il paziente frontale è irriflessivo ed insulso) Il disturbo consiste nella incapacità di giudicare la realtà. Ciò dipende da: - difficoltà nell’uso dei depositi mnesici a lungo termine, - difficoltà nel fare delle stime basandosi su conoscenze ed esperienze passate, - difficoltà nella raccolta di informazioni dall’ambiente e di richiamo dalla memoria. Esempi di test di ragionamento spaziale 20 TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI GIUDIZIO Problemi verbali - Quanti programmi sono trasmessi in media da un canale televisivo fra le 18 e le 23? - Quanto è lunga in media la colonna vertebrale dell’uomo? - A quale velocità corre in genere un cavallo di razza? Gli studi dimostrano che in questi problemi i pazienti con lesioni frontali a destra o sinistra ottengono prestazioni inferiori. 9. PROGETTAZIONE E LUNGIMIRANZA (il paziente frontale è imprevidente e precipitoso) TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI PROGETTAZIONE Test della torre di Londra: la prova consiste nello spostare delle palline di vetro per ottenere una certa configurazione. La soluzione richiede passi intermedi nei quali una pallina può dover essere collocata in posizioni diverse da quelle finali. Gli studi hanno dimostrato che nei soggetti con lesioni cerebrali anteriori sinistre le prestazioni sono più scadenti in questo test. Funzioni esecutive: TORRE DI LONDRA Sono richieste tre operazioni: (a) formulare un piano generale, (b) identificare sotto-mete ed organizzarle entro una sequenza di movimenti, (c) conservare le sotto-mete e il piano generale nella memoria di lavoro (Morris et al., 1988; Owen et al., 1990; Shallice, 1982). 21 9. PROGETTAZIONE E LUNGIMIRANZA (il paziente frontale è imprevidente e precipitoso) TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI PROGETTAZIONE Test della torre di Hanoi : la prova consiste nello spostare delle dei cerchi di legno per ottenere una certa configurazione. La soluzione richiede passi intermedi nei quali un cerchio può dover essere collocata in posizioni diverse da quelle finali. Gli studi dimostrano che i pazienti con lesioni anteriori hanno prestazioni più scadenti. TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI PROGETTAZIONE TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI PROGETTAZIONE 22 TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI PROGETTAZIONE TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI PROGETTAZIONE Elithorn’s perceptual maze test: la prova consiste nel tracciare sulle figure un percorso partendo dalla propria parte del foglio per giungere a quella opposta rivolta all’esaminatore seguendo determinate regole: 1. Ad ogni incrocio è possibile andare a dx o sn, ma non si può tornare indietro. 2. Non è possibile tagliare le maglie della rete. 3. Il percorso che il soggetto è invitato a cercare è quello che incrocia il maggior numero di punti neri posti all’intersezione di alcune maglie. 10. INIBIZIONE ED AUTOCONTROLLO (Il paziente frontale è impulsivo e volubile) Il disturbo consiste nella propensione a comportamenti avventati ed inopportuni. Sindrome da dipendenza ambientale: termine coniato da Lhermitte (1986) per indicare il rapporto del paziente frontale con la realtà caratterizzato dalla tendenza a manipolare ed usare oggetti di cui normalmente fa uso, anche senza una ragione ed invito a farlo. Comportamento di “utilizzazione” grave espressione della dipendenza fisica dall’ambiente caratterizzato dal fatto che il paziente appare come “calamitato” dagli oggetti che lo circondano. Ad esempio: - se, durante il colloquio, tocca o vede bottiglia e bicchiere sul tavolo, versa l’acqua nel bicchiere e la beve; - se ha innanzi mela, piatto e coltello, sbuccia la mela, l’affetta e la mangia; - se ha chiodo e martello batte col martello sul chiodo; - se ha pane e burro lo spalma; se ha una busta da lettere e francobollo la affranca. Comportamento di “imitazione”: espressione della dipendenza sociale dall’ambiente caratterizzato dal fatto che il paziente tende a riprodurre servilmente e senza alcun motivo gli atteggiamenti o le espressioni verbali di chi gli sta di fronte. Il paziente imita quello che fa il medico che si sta accingendo al colloquio senza saper dare giustificazione del suo agire, come ad es. - si porta le mani al capo; - accavalla le gambe; - tamburrella con le dita; - fa il saluto militare; - piega ed imbusta un foglio; - si pettina. 23 Test di inibizione mentale Consegna: leggere B dov’e scritto A ed A dov’è scritto B Test di inibizione: STROOP TASK Consegna: denominare i colori. GIALLO STROOP TASK AZZURRO ARANCIONE NERO ROSSO VERDE Consegna: leggere cosa c’è scritto. MARRONE GIALLO ROSSO ARANCIONE VERDE NERO AZZURRO 24 GIALLO AZZURRO ARANCIONE NERO ROSSO VERDE MARRONE GIALLO Stroop - condizione con interferenza Consegna: dire il nome del colore dell’inchiostro, ignora cosa c’è scritto. ROSSO ARANCIONE VERDE NERO AZZURRO GIALLO AZZURRO ARANCIONE NERO ROSSO Risultati: processo di Interferenza necessità di inibire volontariamente l’elaborazione dell’informazione irrilevante VERDE MARRONE GIALLO ROSSO ARANCIONE VERDE NERO AZZURRO LOBI FRONTALI E FUNZIONI ESECUTIVE Le funzioni esecutive sono processi cognitivi di ordine superiore deputati all’organizzazione e al controllo di di altri processi in funzione del raggiungimento di uno scopo (Shallice, 1994). Le funzioni esecutive comprendono più componenti: • Volizione: gli obiettivi del comportamento, capacità di mettere in atto Volizione: capacità di definire d comportamenti intenzionali • Pianificazione (planning): planning): capacità di organizzare strategicamente le varie azioni necessarie necessarie a realizzare un’intenzione o raggiungere un obiettivo. Richiede: - Capacità di inibizione mentale, - Memoria di lavoro (working memory) memory) • Esecuzione: Esecuzione: tradurre le intenzioni e mettere in atto un’azione finalizzata fruttuosa. Richiede: - Flessibilità cognitiva (set-shifting): abilità di regolare i propri comportamenti al mutare delle richieste della situazione - Capacità di risolvere problemi (problem (problem solving) solving) - Capacità di avvicendare risposte in maniera corretta - Capacità di giudizio e stima • Controllo: abilità di monitorare gli esiti, autocorreggere e regolare l’intensità, il ritmo ed altri aspetti qualitativi di ciò che viene prodotto in modo di ottenere ottenere prestazioni efficienti • Verifica 25 Funzioni Esecutive 1. Distribuzione risorse attentive: svolgere due compiti contemporaneamente implica le seguenti abilità: • • • • distribuire volontariamente le risorse attentive a un particolare compito a spese di altri; controllare contemporaneamente più informazioni stabilire corrette priorità tra queste informazioni; rispondere con prontezza e flessibilità ad eventuali cambiamenti nella situazione ambientale ridistribuendo opportunamente la disponibilità attentiva. Funzioni Esecutive 2. Inibizione: Capacità di inibire una risposta fortemente attivata (comportamenti stereotipati, tendenza ad emettere risposte fortemente attivate anche se non funzionali). 3. Problem solving: Capacità di pianificare un compito, conoscenza delle tappe, messa in sequenza delle tappe, iniziativa, organizzazione delle attività complesse, monitoraggio, utilizzo del feed back (difficoltà di pianificazione, organizzazione delle variabili, perseverazione di errori, non auto monitoraggio, perdita di una visione critica). Funzioni Esecutive 4. Ragionamento astratto: -giudizio critico: stime cognitive, giudizi verbali,comprensione metafore -classificazione -categorizzazione (difficoltà di giudizio critico, difficoltà di classificazione, di categorizzazione, di materiale astratto e/o concreto) 26 Funzioni Esecutive 5. Flessibilità cognitiva: Flessibiltà nella gestione delle variabili, nell’utilizzo di strategie per la risoluzioni dei compiti e nell’utilizzo del feedback. (presenza di rigidità cognitiva tendenza ad utilizzare una strategie anche poco efficace e poco economica) 6. Working Memory: Capacità di mantenere presenti ed attive informazioni per il tempo necessario a completare in tappe successive operazioni mentali complesse. (difficoltà a mantenere nel magazzino di memoria di lavoro le variabili necessarie all’esecuzione di un compito) PERSONALITÀ (Il paziente frontale è inaffidabile ed irresponsivo) Il paziente con lesione frontale presenta le seguenti modificazioni della personalità: - Volubilità, futilità ed avventatezza per incapacità a formulare progetti realizzabili ed a perseguirli con coerenza, - Indifferenza o tendenza a reazioni emotive inadeguate, - Perdita di iniziativa, di originalità e di creatività. Questi elementi della personalità colpiscono le persone che hanno modo di osservare il paziente nel suo contesto sociale e sfuggono alla valutazione neuropsicologica controllata e quantitativa. I disturbi di personalità descritti dipendono a seconda dei soggetti variando a seconda di: - localizzazione della lesione, - natura della lesione, - struttura premorbosa della personalità, - capacità di osservazione dei congiunti, - impostazione terminologica dell’Autore. Il ruolo del lobo frontale nel controllo delle condotte emotive Esempio storico: Sig. Phineas Cage descritto da Harlow nel 1868 27 Il ruolo del lobo frontale nel controllo delle condotte emotive Serio Infantile Operoso Irresponsabile Equilibrato Irriguardoso Dinamico Energico Lesione della corteccia orbitofrontale (1848) Disinibito Personalità prima della lesione frontale: persona stimata per l’equilibrio, la sagacia, l’efficienza e la costanza nel lavoro. Lesione frontale delle aree orbito-mesiali di entrambi gli emisferi con una sbarra di ferro Personalità dopo della lesione frontale: perdita dell’equilibrio fra facoltà intellettive e tendenze istintive. Il paziente diventò blasfemo, irrispettoso verso i compagni, privo di ritegno, intollerante dei consigli, cocciuto, capriccioso, incostante, esitante, progettava mille piani che non portava mai a termine, abbandonandoli per altri apparentemente più agevoli. Associava la capacità intellettiva ed il comportamento di un bambino con la passionalità e l’entusiasmo di un adulto. 28