rivista svizzera di architettura, ingegneria e urbanistica Schweizerische Zeitschrift für Architektur, Ingenieurwesen und Stadtplanung 3 / 2 0 13 Abitare a Ginevra Wohnen in Genf Testi Texte Della Casa, Marchand + Kobel, Roscetti Progetti Projekte Bassi Carella, Dévanthéry & Lamunière, Gigon e Guyer, MPH Architectes, 2dlc & Oleg Calame Showroom MILANO_ Porta Tenaglia www.antoniolupi.it_silenzio, design domenico de palo_ayati, design massimo broglio_ design flesso, design al studio_a.d. riccardo fattori_ph. zerotremedia ,('.&-.+(,/*+(')+&&-'-/*+(/),*%,)+/$./*-&+), -/$.''-/,&.+#/$.#%+(,/$./(-/-#'-/--/$./%%-),** ./$./,('.&-.+(,/*+(')+&&-'-/*+(/),*%,)+/$./*-&+),/$-/*-"/! ! 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ISSN 1422-5417 tiratura REMP: 2668 copie, tiratura per l’Italia: 2286 copie via Cantonale 15, 6900 Lugano – tel. 091 921 44 55 [email protected] – www.espazium.ch Direttore Alberto Caruso AC Coordinamento editoriale Stefano Milan SM Assistente al coordinamento Teresa Volponi TV Redazione Marco Bettelini MB, Debora Bonanomi DB, Andrea Casiraghi AnC Laura Ceriolo LC, Piero Conconi PC, Mercedes Daguerre MD Gabriele Neri GN, Andrea Pedrazzini AP, Andrea Roscet ti AR Enrico Sassi ES, Stefano Tibiletti ST, Graziella Zannone Milan GZM Redazione comunicati SIA Sonja Lüthi, [email protected] Impaginazione Silvana Alliata Corrispondenti Andrea Bassi, Ginevra; Francesco Collotti, Milano Jacques Gubler, Basilea; Ruggero Tropeano, Zurigo Daniel Walser, Coira Traduzioni italiano-tedesco Alexandra Geese AG Correzione bozze Fabio Cani Consiglio editoriale Giuliano Anastasi, ing. ETHZ, Locarno Nicola Baserga, arch. ETHZ, Muralto Valentin Bearth, arch. ETHZ, Coira Marco Della Torre, arch. POLIMI, Milano-Como Nicola Emery, filosofo, Collina d’Oro Franco Ger vasoni, ing. ETH, Bellinzona Massimo Martignoni, ing. ETHZ, Lumino Nicola Soldini, storico dell’architettura, Novazzano Editore Verlags-AG der akademischen technischen Vereine Staffelstrasse 12, 8045 Zurigo – tel. 044 380 21 55, fax 044 380 21 57 Walter Joos presidente; Katharina Schober, direttrice; Hedi Knöpfel, assistente Abbonamenti e arretrati Stämpfli Publikationen AG, Berna – tel. 031 300 62 57 fax 031 300 63 90, e-mail: [email protected] Abbonamento annuale (6 numeri) Svizzera Fr. 125.– / Estero Fr. 150.– / Euro 94.00 Studenti Svizzera Fr. 62.50 Abbonamenti soci SIA: SIA, Zurigo – tel. 044 283 15 15 fax 044 283 15 16, e-mail: ret [email protected] Organo ufficiale SIA Società svizzera ingegneri e architetti, www.sia.ch OTIA Ordine ticinese ingegneri e architetti, www.otia.ch Associazioni garanti SIA Società svizzera ingegneri e architetti, www.sia.ch FAS Federazione architetti svizzeri, www.architekten-bsa.ch USIC Unione svizzera ingegneri consulenti, www.usic-engineers.ch A3 Associazione diplomati dell’EPFL, http://a3.epfl.ch ETH Alumni Ex allievi dell’ETH, www.alumni.ethz.ch Stampa e rilegatura Stämpfli Publikationen AG, Berna Pubblicità Kömedia AG, CP 1162, CH-9001 San Gallo tel. 071 226 92 92, fa x 071 226 92 93 e-mail: [email protected], www.kömedia.ch La riproduzione, anche parziale, di immagini e testi, è possibile solo con l’autorizzazione scritta dell’editore e con la citazione della fonte. Nel prossimo numero Peppo Brivio, Casa Albairone a Lugano 3 / 2 013 6 Comunicati aziendali Interni e design 9 Parola di Marco Zanuso a cura di Gabriele Neri Tec21 • Tracés • Archi 13 Il nuovo campus di SANAA per la Bocconi di Milano Gabriele Neri OTIA 18 Comunicati SIA 21 Comunicati 26 Offerte di lavoro GE 27 Notizie Cristiana Chiorino TI 30 Accademia Architettura Mendrisio Affordable housing 32 Progetti Ostinelli, Muttoni, Lurati, Fernández Ruiz Un guscio altamente performante 39 Concorsi 40 Diario dell’architetto a cura di Paolo Fumagalli Libri 43 Segnalazioni a cura di Enrico Sassi Editoriale 45 Abitare a Ginevra e in Ticino Alberto Caruso Abitare a Ginevra a cura di A. Casiraghi, A. Roscetti, S. Tibiletti 47 La politica residenziale di Ginevra per i prossimi vent’anni Francesco Della Casa 54 La planimetria ginevrina Bruno Marchand, Céline Kobel 60 Architettura di haute performance Andrea Roscetti 66 Appartamenti in Chemin des Fleurettes Bassi Carella 72 Villa urbana alla Roseraie Dévanthér y & Lamunière 78 Abitazioni al Foyer de Sécheron MPH Architectes 84 Residenza Pré-Babel Annette Gigon, Mike Guyer 90 Abitazioni e spazi commerciali in Chemin des Courtillets a Lancy 2dlc & Oleg Calame Dello stesso editore VA 97 Una città e il suo lago a cura di Claudio Castiglioni 98 Biblioteca civica Elsa Morante Elena Sacco, Paolo Danelli Tracés n. 10 ARCHITECTURE DE L’URGENCE www.revue-traces.ch Tec21 n. 25 SA ANEVIADUKT ERWEITERT www.tec21.ch In copertina: Dévanthér y & Lamunière, Villa urbana alla Roseraie, Ginevra foto Fausto Pluchinot ta C OMUNICATI A ZIENDA LI Una forza della natura – il nuovo SECOMAT della Krüger 30 anni or sono, la Krüger ha lanciato sul mercato il primo SECOMAT. Ora, la tradizionale impresa svizzera ha completamente riformulato la tecnologia della leggendaria asciugatrice a convezione d’aria. I nuovi, efficaci apparecchi convincono per la classe di efficienza energetica A, asciugano decisamente più rapidamente e consumano sensibilmente meno corrente dei loro predecessori. Nelle lavanderie di molti stabili plurifamiliari è installato un SECOMAT che provvede da anni in modo affidabile all’asciugatura rapida e delicata del bucato indipendentemente dalla stagione. Il principio si basa sull’asciugatura a condensazione. Già 30 anni fa la Krüger aveva reso accessibile questa tecnologia avveniristica – allora impiegata solo a livello industriale e artigianale – all’uso domestico e quindi rivoluzionato l’asciugatura del bucato. Altrettanto innovativo come il primo SECOMAT si presenta oggi il suo geniale successore, lanciato sul mercato dalla Krüger il 1° aprile 2013. Il nuovo asciugabucato asciuga anche capi grandi e sensibili in modo rapido e delicato. Grazie alla classe di efficienza energetica A protegge altresì l’ambiente e il portafoglio. Essendo dotato di tre programmi automatici, l’apparecchio rimane in funzione fino al raggiungimento del grado di asciugatura desiderato. Al rialzo dell’umidità nel locale, il SECOMAT riattiva la funzione di asciugatura. In tal modo mantiene contemporaneamente asciutto il locale, impedendo la formazione di muffa – anche se la lavanderia non è riscaldata. Il nuovo SECOMAT è dotato di una linea completa di utili accessori: in virtù della sua disposizione a raggiera, lo stenditoio a cordine SECOMAT provvede a una ancor più rapida asciugatura dei panni. Lo stendino SECOMAT è ideale per stendere capi delicati e il carrello provvede ad assicurare al SECOMAT la mobilità occorrente per un impiego universale. Krüger & Co. SA Winterhaldenstrasse 11 9113 Degersheim t. +41 71 372 82 82 [email protected] www.krueger.ch Valsecchi SA Locarno, presto il nuovo centro direzionale e showroom Valsecchi SA Marmi e Graniti di Locarno ha dato inizio ai lavori per i nuovi uffici e per un nuovo showroom: un moderno e funzionale centro direzionale per il controllo e la gestione di una produzione che sarà deframmentata e ottimizzata presso le zone estrattive autoctone dei materiali e quindi gestite con le migliori tecnologie dedicate possibili. Un cambiamento epocale, alla cui base ci sono i valori della Valsecchi SA, quelli che da oltre 90 anni mutano, evolvono e si adattano alle esigenze di mercato e clientela. Valori che sono divenuti concept progettuale, per una nuova sede concepita come luogo ideale ed evoluto dove coltivare e accrescere l’interazione tra staff, partner e cliente. 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L’aspetto più delicato riguarda di solito la struttura sul tetto per l’extracorsa del vano. Questa struttura appesantisce l’estetica lineare dei moderni edifici e la sua integrazione nel rivestimento del tetto causa problemi di fisica della costruzione, ossia la dispersione del calore. Inoltre l’extracorsa può guastare la visuale dei vicini, che potrebbero quindi opporsi al progetto edile. Oppure la struttura sul tetto contrasta con le leggi in materia di edilizia, ad esempio perché viene superata l’altezza massima consentita per gli edifici. L’ascensore Schindler 3400 appena lanciato sul mercato risolve tutti questi problemi. Come uno zaino sospeso sulle guide Per installare lo Schindler 3400 è sufficiente che l’ultimo piano abbia un’altezza minima di 2.40 metri. Nel nuovo Schindler 3400, la cabina è sospesa a due guide, entrambe fissate sulla stessa parete del vano, come uno zaino. La struttura compatta permette alla cabina dell’ascensore di salire fino in cima al vano, passando davanti all’azionamento. Rimuovendo la parete laterale della cabina, quasi tutti gli interventi di manutenzione possono essere eseguiti direttamente dalla cabina: una soluzione che garantisce la sicurezza del tecnico manutentore anche in assenza di extracorsa. Progettazione più semplice Nonostante la costruzione sia diversa rispetto allo schema in uso, nel processo di progettazione dello Schindler 3400 non vi sono sostanziali cambiamenti per architetti e ingegneri civili, eccetto l’assenza della struttura sul tetto: le sezioni trasversali del vano hanno le stesse dimensioni degli altri ascensori della stessa classe. L’accesso è possibile sia monolaterale sia con due porte opposte. Ascensori Schindler SA Centro Nord-Sud Via Campagna 6934 Bioggio t. +41 91 611 95 95 www.schindler.com [email protected] e consolidate esperienze artigianali. Essa permette di offrire, ad un pubblico sempre più vasto ed esigente, un’ampia gamma di soluzioni in grado di soddisfare gusti e necessità differenti. Bazzi piastrelle: Art & Solutions Bazzi piastrelle è una ditta leader, in Ticino, per la vendita e la messa in opera di piastrelle in genere, pietre naturali ed artificiali e mosaici. La nostra azienda è sinonimo di competenza, vasta scelta e garanzia di qualità e offre il più valido supporto di consulenza aiutandovi a trovare le soluzioni e gli accostamenti ideali per le vostre superfici. «Una piastrella è un dettaglio, più piastrelle una parte sostanziale del vostro progetto… la perfezione è fatta di dettagli». Far corrispondere alla perfezione soluzioni tecniche ed estetiche alle esigenze dei nostri clienti è il punto di forza della nostra ditta. Non a caso Art & Solutions è il nostro slogan. 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Scritti sulle tecniche di produzione e di progetto, a cura di Roberta Grignolo (docente all’Accademia di architettura di Mendrisio), raccoglie una cospicua selezione di articoli, saggi e relazioni a convegni del progettista milanese, disposti in ordine cronologico per seguire passo dopo passo una carriera in bilico tra architettura, design e industria. Laureatosi in Architettura al Politecnico di Milano nel 1939, Zanuso è stato infatti capace – e in un certo senso costretto – di allargare il suo raggio d’azione ben oltre l’edilizia, producendo alcune delle più famose icone del design italiano del secolo scorso. Ma andiamo con ordine. Il primo tema con cui si confronta il giovane Zanuso è quello dell’abitare, «il primo e più importante problema che l’architetto è chiamato a risolvere». Nel 1942, ad esempio, la rivista «Domus» lo chiamò a raccontare la sua visione di casa ideale: «Quando costruirò la mia casa, andrò alla periferia della città e cercherò un prato… un prato quadrato, cintato da mura sufficientemente alte, con qualche albero non molto grande. Là costruirò la casa per la mia compagna e per me. Una casa non grande, ma capace di diventarlo.» Due anni dopo è sempre «Domus» (di cui divenne poi caporedattore) a chiedergli di preparare un «Quaderno» dedicato al tema della cucina, ovvero il luogo della casa nel quale più si era tentato, nei decenni precedenti, un connubio tra i principi dell’industria e quelli dell’architettura (si pensi alla Cucina di Francoforte). Oltre all’adesione al Razionalismo, inteso come approccio metodologico e non come paradigma estetico, in questi testi si fa strada una visione in cui la profonda conoscenza della cultura tecnica diventa una prerogativa indispensabile per immaginare la trasformazione del progetto a tutte le scale. La carriera di Zanuso si spalanca alla fine della guerra, quando è ancora il tema della casa ad essere in prima linea, a causa dell’urgenza di dare alloggio a milioni di persone sfollate. Nel testo La casa prefabbricata, del 1946, Zanuso ribadisce tesi già note ma ora più attuali che mai: parla di «edilizia industriale» (spesso un ossimoro, nell’Italia di quegli anni), parla di «montaggio», parla di modulo come «limite dimensionale al quale devono essere riferite tutte le serie di elementi della costruzione». «Industrializzare l’edilizia – chiarisce Zanuso – vuol dire per noi portare la produzione edilizia su un piano di rendimento e precisione per cui tutti gli elementi costituenti la costruzione siano definiti non solo in se stessi, ma fino nella costruzione. Per giungere a questo dobbiamo pensare la costruzione non più modellata, colata, conglomerata, ma montata». Il saggio critico di Roberta Grignolo, che apre il volume, sottolinea l’importanza di questo momento per la situazione italiana: «negli anni del dopoguerra l’innovazione nell’ambito dell’architettura e dell’industria della costruzione edile deve fare i conti con il profondo radicamento del cantiere di tipo tradizionale, fondato sulla piccola impresa artigianale, a bassa meccanizzazione», oltre che con politiche economiche e sociali che bloccarono buona parte dei sogni di chi come Zanuso sperava in un radicale rinnovamento del settore. Ben diversa era invece la situazione dell’industria meccanica e manifatturiera, impegnate a riconvertire la produzione dopo la parentesi bellica. Continua la curatrice: «Il settore del mobile, che rappresenta una vasta realtà produttiva del paese e che ha salde radici nel mondo artigianale, si apre così alla sperimentazione delle nuove tecniche di produzione e di organizzazione del lavoro e fornisce ai progettisti italiani 9 INTERNI E DESIGN 1. le prime occasioni di progettazione nell’area del disegno industriale». Si capisce allora come Zanuso abbia trovato nell’industria il giusto contesto nel quale agire, e come da essa sia stato ripagato. Una delle prime incursioni dell’architetto nel mondo del design industriale avviene alla fine degli anni Quaranta, quando progetta per l’azienda di mobili imbottiti Arflex (consociata alla Pirelli) la poltrona «Lady», utilizzando due materiali – gommapiuma e «nastrocord» – prima impiegati in settori diversi da quelli del mobile. La gommapiuma, ad esempio, prima era usata principalmente per proteggere i serbatoi di benzina dei mezzi militari. È solo l’inizio di decenni di progetti e consulenze per Olivetti, Necchi, Borletti, Brionvega, Kartell, Alfa Romeo… Da leggere attentamente è il breve scritto In piccola serie si fa la fuori serie, del 1953, che Zanuso stende dopo aver visitato a Torino gli stabilimenti del carrozziere Pinin Farina: un incontro che gli insegnò molto sull’industria automobilistica e in particolare sulle tecniche di lavorazione della lamiera. Pochi anni dopo queste nozioni gli serviranno per progettare una seduta in lamiera metallica, prodotta da Gavina: la monoscocca «Lambda», omonima di una vettura presentata dalla Lancia ai Saloni dell’Automobile di Parigi e Londra nel 1922, una delle prime ad adottare il principio della monoscocca. Ma gli stessi principi ritorneranno, in diversa maniera, nelle «carrozzerie» per le sue macchine da cucire, per i televisori Brionvega, nell’apparecchio telefonico Grillo, nella seggiola in polietilene per bambini della Kartell ecc. Leggendo le parole e i progetti di Zanuso si scoprono insomma sconfinamenti, invasioni di campo e contaminazioni tra discipline (apparentemente) diverse che fanno capire la visione organica e l’estensione del suo lavoro. I titoli ne danno un’idea: Casa e natura; Architettura e pittura; Paesaggio, architettura e design; Il colore nell’industrial design; Insegnare il design; La pianificazione dello spazio e gli ambienti per uffici ecc. Il volume, pubblicato da Mendrisio Academy Press e Silvana Editoriale, è arricchito da un corredo iconografico che agevola il collegamento tra testo e progetti, e si conclude con due belle interviste in cui l’ormai anziano architetto parla retroattivamente della sua carriera. Zanuso ha uno stile? «No grazie. Ho forse più una curiosità. Come quando si conosce una donna e si vuole capirla osservando come si comporta. Ci sono dei caratteri, delle qualità, dei difetti, dei modi di esprimersi che ti attirano, che ti sollecitano, che ti fanno agire verso qualcosa di nuovo che non sai ancora che cosa è. Il progetto è una storia simile.» Vedi la scheda nella rubrica Libri a pagina 43. 2. 3. 1. Sedia Lambda, 1960 ca. (Archivio del Moderno di Mendrisio, Fondo Marco Zanuso) 2. Telefono Grillo, Siemens 1962-1966 (Archivio del Moderno di Mendrisio, Fondo Marco Zanuso) 3. Televisore Algol, Brionvega 1964 (Archivio del Moderno di Mendrisio, Fondo Marco Zanuso) 10 Decother m ® Plus Plus Varietà Modelli Plus Rese termiche Plus Design Plus Qualità Decotherm® Plus Decotherm ® – l‘originale. Ora, Decotherm ® Plus, presenta una qualità nuova e rafforzata e un miglioramento estetico. Decotherm ® Plus, nella nuova versione con aggiornamenti estetici e qualitativi. Design del calore rettilineo ed eccellente e chiare linee parallele. Adatto per la moderna ed ambiziosa architettura di interni. 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Con il progetto dello studio giapponese sanaa (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa), che prevede nuovi spazi per la didattica, uffici, un centro sportivo, residenze per studenti e ampi giardini, l’Università Bocconi punta a rafforzare ulteriormente l’idea di cittadella universitaria che insegue dagli anni Trenta del secolo scorso. Nel 1937 infatti l’architetto Giuseppe Pagano fu chiamato a disegnare l’ormai storica sede di via Sarfatti, ai margini meridionali della città, poco distante dall’area oggi interessata dai nuovi piani di ampliamento.1 Questo edificio (bombardato durante la guerra e poi restaurato) fu concepito declinando i canoni della dottrina razionalista – ad esempio nell’impianto planimetrico, che ricorda il Bauhaus di Dessau – ed è diventato il polo magnetico attorno al quale aggiungere, decennio dopo decennio, nuovi spazi per un’utenza in continua crescita: il Pensionato Bocconi (arch. Giovanni Muzio, 1956), la Rettoria (arch. Ferdinando Reggiori, 1962), l’edificio della biblioteca (arch. Giovanni e Lorenzo Muzio, 1966), la sede della SDA Bocconi School of Management (ing. Vittore Ceretti, 1986), l’edificio a ellisse (arch. Ignazio Gardella, 2001) e infine l’intervento delle irlandesi Shelley McNamara e Yvonne Farrell (Grafton Architects), inaugurato nel 2008. Il progetto di sanaa è stato scelto come vincitore del concorso internazionale ad inviti bandito dalla Bocconi all’inizio del 2012, a cui hanno partecipato anche Rem Koolhaas, David Chipperfield, Thom Mayne, Massimiliano Fuksas, Mario Cucinella, Cino Zucchi, Sauerbruch & Hutton, Benedetta Tagliabue – embt, Odile Decq. Cellule Mentre il pluripremiato edificio di Grafton Architects rappresenta per la Bocconi il baluardo più vicino al centro della città, il nuovo campus occuperà l’area dell’ex Centrale del latte di Milano (circa 35.000 mq), al limite della terza circonvallazione cittadina, dove la forma urbis comincia a sfrangiarsi e a perdere omogeneità. Questa condizione, accentuata dalla forte presenza del parco Ravizza – con cui l’area confina a est – ha portato lo studio sanaa a creare un microcosmo di corpi di fabbrica liberamente collocati nel lotto a disposizione, negando qualsiasi riferimento diretto al tessuto urbano limitrofo o milanese in generale. Prima ancora di conoscerne le funzioni specifiche, gli edifici colpiscono per i loro profili organici, che sembrano sottratti da un manuale di microbiologia: visti dall’alto ricordano le versioni ingigantite di mitocondri, centrioli, reticoli endoplasmatici, ribosomi e altri organelli presenti nelle nostre cellule. L’apparente metafora biologica richiama anche alcuni edifici del maestro di Sejima, Toyo Ito: ad esempio la Mediateca di Sendai (2000), nella quale fasci di pilastri simili a fasci nervosi ricordano in pianta le immagini di cellule viste al microscopio. Più corretto sarebbe però inserire questi profili nella continua ricerca formale che sanaa – e soprattutto Sejima – porta avanti da sempre, spesso con l’approccio dell’industrial designer, smussando e levigando curve tracciate a mano libera. Sul lato nord dell’area, due nastri piegati su se stessi (uno a forma di «8» e l’altro di «L») contengono gli spazi per i corsi di studio dei programmi executive, per gli uffici e l’amministrazione, fronteggiando in maniera non convenzionale gli edifici «storici» della Bocconi. Invece di costituire una cortina stradale rettilinea, rientranze e protuberanze generano infatti uno spazio urbano privo di contorni fissi, reso ancora più indefinito dall’utilizzo generoso del vetro. Pur sottolineato da una lobby a doppia altezza a pianta (quasi) circolare – dotata di auditorium seminterrato 13 Planimetria generale con evidenziate le aree dei campus e spazi comuni – l’ingresso sembra sfumare in una sovrapposizione di trasparenze che, in previsione, potremmo associare a progetti come il Museo d’Arte Contemporanea di Kanazawa in Giappone (2004), dove il perimetro curvo del complesso contribuisce a dissolvere la forma complessiva dell’edificio (un enorme cerchio) in prospettive continuamente mutevoli. Sul fronte ovest si affaccia il volume ellissoidale dedicato ai corsi di Master, nel quale alle aule tradizionali (che si sviluppano seguendo la curvatura del perimetro) si sommano aule «auditorio» – con sedie e banchi mobili, che permettono una riconfigurazione libera in base alle esigenze didattiche – e «scatole» (box) per piccoli gruppi di studenti. Verso sud è invece previsto il Recreation Center, centro per lo sport e il tempo libero che sarà aperto a tutta la città, con palestre e una piscina olimpica da 50 metri. Sul lato opposto – verso il parco, nel settore più tranquillo dell’area – svetterà una torre residenziale di pianta ellissoidale di 18 piani con 300 posti letto per studenti e visiting professors. di Milano»3, caratterizzato da una «morfologia biomorfa e ameboica» che ha poco o nulla a che vedere con la città. Si potrebbe ribattere evidenziando la collocazione periferica dell’area, che pur costituendo una zona consolidata della città rappresenta – come già scritto – un punto di flesso e non un possibile ponte con le aree più esterne di Milano. Oppure, proprio per questo, reclamare un progetto di «resisten- Tra claustrum e periferia Non stupisce che questo tipo di approccio urbanistico, fondato a prima vista su una completa autoreferenzialità rispetto al contesto (non solo limitrofo), sia stato bollato da alcuni come espressione del pericoloso formalismo che minaccia la cultura architettonica. Il più agguerrito oppositore è stato Cesare De Seta, proprio uno dei membri della giuria del concorso,2 che ha reso pubblico il suo dissenso in un articolo sulla rivista «L’Espresso» nel febbraio 2013. Per lo storico italiano il progetto di sanaa sarebbe infatti «un labirinto di ciambelle piovute come satelliti nel cuore 14 TEC21 • TR ACÉS • ARCHI Recreation Centre Office + Administration Master Courses Executive Courses Common Areas therapy gym area running track fitness office office classroom classroom office office classroom classroom office office classroom classroom office office store portico portico store cafeteria cafeteria classroom classroom common area classroom classroom common area classroom classroom common area portico classroom aquatic area large lecture hall - 300 seats parking parking za», atto a confermare una regola (domanda: quale?) piuttosto che a inventarne una nuova e non riproducibile. Un po’ come fatto da Vittorio Gregotti negli anni Novanta per l’Università di Milano-Bicocca, parte di un grande masterplan che puntava innanzitutto a stabilire un chiaro ordine urbano per una porzione di periferia non più industriale. Nei limiti dati dal livello attuale di definizione del progetto, si può ragionare su come funzionano gli spazi creati dall’atterraggio di queste «ciambelle», e in particolare gli spazi esterni a verde. Il progetto di sanaa tenta infatti di reinterpretare – a modo suo – la tradizione del chiostro, elemento tipologico che contraddistingue due dei più importanti atenei milanesi. (Un elemento evitato invece da Pagano nel 1942, in quanto foriero, a suo parere, di «inadatti atteggiamenti di irrazionale clausura.»4) In primis ci sono i chiostri dell’ex Ospedale Maggiore (oggi Università degli Studi di Milano), fabbrica plurisecolare che grazie alla potenza ideale del suo impianto planimetrico è stata capace di accogliere secolo dopo secolo mani diverse, da quella del Filarete nel Quattrocento fino a quelle del team (guidato da Liliana Grassi) che ne ha ricucito magistralmente le membra sfigurate dopo i bombardamenti del 1943.5 Poi ci sono i celebri chiostri bramanteschi, fulcro del complesso del Monastero di Sant’Ambrogio, che a partire dalla fine degli anni Venti fu trasformato da Giovanni Muzio in Università Cattolica del Sacro Cuore.6 Per Sejima e Nishizawa il punto d’incontro con il claustrum rinascimentale non passa ovviamente – come per Muzio – attraverso l’utilizzo del mattone, e neanche dalla riproposizione di un ordine geometrico perentorio: i «chiostri» del nuovo campus Bocconi risultano dalla giustapposizione irregolare dei diversi edifici, tra i quali si sviluppa uno spazio verde di 17.500 mq aperto agli studenti e ai residenti della zona, pari al 50% dell’intera area, come previsto dal programma. Alla definizione di questi spazi contribuiscono in maniera decisiva tre lunghi porticati coperti, che formano altrettanti nastri chiusi e che riescono a frammentare lo spazio verde in aree sempre fluide e comunicanti, ma dalla scala più contenuta. Si tratta di un espediente che distingue il progetto di sanaa da quello di buona parte dei concorrenti, che prevedevano invece una distinzione più netta tra edificato e giardini. Il riferimento al Serpentine Gallery Pavillion, disegnato da Sejima e Nishizawa nel 2009 a Londra, è immediato.7 Beinahe nichts? Un’ultima riflessione, che abbraccia in maniera più ampia l’opera di sanaa, può essere fatta a proposito della loro «ricetta» architettonica. Guardando gli elaborati progettuali non si hanno sorprese sulla rosa dei materiali prescelti: mentre a pochi isolati di distanza lo studio Grafton aveva cercato un rapporto – tutt’altro che timido – con il carattere dell’edilizia milanese attraverso l’utilizzo estensivo del Ceppo di Gré (una pietra proveniente dal Lago d’Iseo molto comune in città), sanaa rimane fedele alla sua algida estetica fatta di vetro, vetro e ancora vetro, condito dai consueti pilastrini anoressici e da superfici bianchissime, quasi candeggiate. Il materiale più importante diventa quindi il verde, che farà da sfondo a tutti i settori del campus in continuità (anche per la scelta delle essenze) con il parco Ravizza. Uno dei paralleli più sfruttati per descrivere questa sorta di «ascetismo» architettonico è quello con il beinahe nichts rincorso da Mies van der Rohe, quel «regno architettonico» in cui il nulla è quasi tutto, dove l’architettura sembra sparire, dove il tempo sembra congelato. Le differenze sono però numerose e sostanziali, e vale la pena elencarne qualcuna, al fine di comprendere meglio cosa si cela dietro al «minimalismo» di sanaa. Si pensi innanzitutto al valore del dettaglio architettonico negli edifici di Mies, che punta quasi alla ridefinizione del principio dell’ordine classico in chiave moderna, e invece alla «banalità» (solo apparente) dei dettagli di sanaa, che sembra passare la spugna su qualsiasi cosa possa far indugiare lo sguardo sul corpo dell’architettura. Si pensi al ruolo idealistico conferito da Mies all’elemento strutturale (a Berlino, Chicago, New York, etc.), specchio del significato da lui attribuito alla tecnica, e invece all’apparente elisione del fatto strutturale e di ogni ragione materiale negli edifici di sanaa. Paragoniamo i pilastrini cruciformi del tedesco e gli «stuzzicadenti» che popolano gli edifici del duo giapponese: se i primi sono trattati come gioielli dell’industria, isolati come fossero statue (vedi il padiglione di Barcellona), i secondi appaiono così effimeri che sembrano appartenere ancora al mondo della maquette architettonica, invece di aver raggiunto lo status di organismi statici. Si pensi poi alla differenza tra la fluidità degli spazi di Mies, dove tutto rimane in tensione all’interno di un campo magnetico ordinatamente strutturato (basato ad esempio su un modulo quadrato di base, come nei famosi progetti per le 15 TEC21 • TR ACÉ • ARCHI case a corte), e la fluidità ricercata da sanaa nel Rolex Center di Losanna, dove lo smottamento tellurico da cui prende forma l’edificio elimina qualsiasi senso di proporzionalità geometrica. Lo stesso si potrebbe dire a proposito del vetro: se Mies lo utilizza come etereo ma rigoroso strumento di determinazione dello spazio (nella Neue Nationalgalerie di Berlino, ad esempio), nell’opera di Sejima e Nishizawa è spesso utilizzato ai limiti del manierismo, come filtro ossessivo attraverso cui perdersi e ritrovarsi continuamente. In questo senso è emblematico il progetto del Glass Pavilion di Toledo (2006), la capitale dell’industria vetraria americana, dove è chiaro come la sovrapposizione di molteplici trasparenze porti alla deformazione piuttosto che alla completa visibilità. Vedremo tra qualche anno se il campus milanese confermerà tali interpretazioni o se invece ne aprirà di nuove. Note 1. Giuseppe Pagano, La nuova sede dell’Università Commerciale Luigi Bocconi, in «Costruzioni-Casabella», n. 170-171, febbraio-marzo 1942. 2. La giuria, presieduta da Sir Peter Cook (fondatore di Archigram), era composta da: Guido Tabellini (allora rettore dell’Università Bocconi), Bruno Pavesi (consigliere delegato dell’Università Bocconi), Federico Oliva (professore di urbanistica al Politecnico di Milano), Yvonne Farrell (Grafton Architects), Martha Thorne (executive director Premio Pritzker), Deyan Sudjic (direttore Design Museum, London), Enrico Cucchiani (a.d. Intesa Sanpaolo, rappresentante della business community di Milano), Cesare de Seta (storico dell’arte e dell’architettura), Stefano Casciani (architetto). 3. Cesare De Seta, Se un satellite cade a Milano, in «L’Espresso», 7 febbraio 2013, p. 79. 4. Giuseppe Pagano, op. cit. 5. Cfr. Gabriele Neri, L’Antico e il Moderno: texture alla Ca’ Granda, in «Lotus International», n. 144, dicembre 2010, pp. 123-125; Liliana Grassi, La Ca’ Granda. Storia e restauro, Università degli Studi di Milano, 1958. 6. Cfr. F. Irace, Giovanni Muzio. 1893-1982. Opere, Electa, Milano 1994, pp. 102-117. 7. Rebecca Morril e Melissa Larner (a cura di), SANAA: Serpentine Gallery Pavilion 2009, Koenig Books, London 2009. L’atelier japonais SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa, Prix Pritzker 2010) a remporté le concours pour le nouveau campus de l’université Bocconi de Milan, qui s’élèvera dans le quartier de l’ancienne Centrale du Lait (environ 35000 m2). Les fonctions prévues par le cahier des charges – de nouveaux espaces pour la didactique, des bureaux, un centre sportif et des résidences pour les étudiants – ont été insérées dans une série de volumes de forme organique et disposés sans règle apparente. Cette liberté dans la composition, motivée également par la position excentrée du quartier, a fait l’objet de certaines critiques portant en particulier sur l’indifférence vis-à-vis de l’urbanisme environnant, et suscitant une réflexion sur les stratégies de reconversion d’anciennes zones industrielles caractéristiques des dernières décennies. Le projet s’inspire toutefois d’un élément typologique particulièrement cher à la construction en milieu urbain : le système des jardins, qui occupent la moitié de la surface disponible, interprète en effet l’idée de claustrum, typique des vieilles universités milanaises, avec de longs portiques couverts semblables à des rubans. Enfin, cet article s’interroge sur le langage architectural de SANAA, caractérisé par un « ascétisme » reposant sur l’utilisation intensive du verre et du blanc. Un langage rappelant à première vue le beinahe nichts de Mies van der Rohe, mais très différent en réalité. Das japanische Büro SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa, Pritzker-Preis 2010) hat den Wettbewerb für den neuen Campus der Universität Bocconi in Mailand gewonnen, der auf dem Gelände der ehemaligen Centrale del latte di Milano (ca. 35 000 qm) entstehen wird. Die in der Ausschreibung vorgesehenen Funktionen – neue Räume für die Lehre, Büros, Sportzentrum, Wohnraum für Studierende – wurden in einer Serie von Volumen mit einheitlicher Form untergebracht, die nicht nach einem augenscheinlichen Prinzip angeordnet sind. Diese Freiheit bei der Zusammensetzung, die auch in der dezentralen Lage des Geländes begründet ist, hat Kritik bezüglich der mangelnden Einbettung des Komplexes in das städtische Umfeld auf den Plan gerufen und zum Nachdenken über Strategien zur Sanierung der Industriebrachen aus den letzten Jahrzehnten angeregt. Trotzdem wird das Projekt von einem typischen Element der Mailänder Architektur inspiriert. Das Gartensystem, das die Hälfte der verfügbaren Fläche einnimmt, greift die Idee des Claustrums auf, der die alten Mailänder Universitäten mit langen Arkaden prägt, die an Bänder erinnern. Der Artikel geht auf die architektonische Formsprache von SANAA ein, dessen asketischer Stil auf dem starken Einsatz von Glas und der Farbe Weiss beruht. Diese Formsprache scheint auf den ersten Blick mit dem «beinahe nichts» von Mies van der Rohe vergleichbar zu sein, unterscheidet sich jedoch auf den zweiten Blick eindeutig davon. 16 Verifica se c’è amianto negli edifici costruiti prima del 1990 li: Informazioni vita ianto www.suva.ch /am Sospendi i lavori in caso di pericolo. Pensa anche ai tuoi cari. Vietato dal 1990, l’amianto è tuttora presente negli edifici costruiti prima di questa data. Evita che durante i lavori di ristrutturazione vengano rilasciate nell’aria fibre di amianto. Già in quantità minime le fibre possono avere conseguenze mortali. Non dimenticare che la tua vita è molto più preziosa e importante di qualsiasi lavoro. C OMUNICATI A cura di Daniele Graber consulente giuridico OTIA ser [email protected] I progetti di OTIA per il 2013-2014 Durante l’Assemblea ordinaria del 9 aprile 2013, l’Ordine ingegneri e architetti del Cantone Ticino (OTIA) ha presentato le attività e i progetti che verranno svolti nel periodo 20132014. Un programma ambizioso non esclusivamente a favore dei membri OTIA, ma pure degli altri attori del settore della costruzione, in sintonia con gli scopi di OTIA, istituzione di interesse pubblico. Il nuovo Consiglio dell’Ordine, presieduto dal nuovo presidente ing. Nicola Nembrini e composto dai membri arch. Fabiola Nonella Donadini, arch. Marco del Fedele (vice-presidente) e arch. Walter Bizzozero e dai nuovi membri arch. Christian Rivola, ing. Stefano Bernasconi e ing. Walter Moggio, avrà il compito di occuparsi di una serie di progetti volti a concretizzare gli obiettivi definiti nel 2011 e relativi a otia 2015. In ambito di monitoraggio e applicazione della Legge LEPIA, otia intensificherà il controllo della sua applicazione da parte dei Municipi in relazione alla firma delle domande di costruzione. Confortato da una sentenza del Tribunale federale e da sentenze del Tribunale cantonale amministrativo, otia interverrà per ripristinare la legalità in caso di firma della domanda di costruzione da parte di ingegneri per opere a carattere architettonico e da parte di architetti per opere d’ingegneria civile. otia interverrà pure in caso di prestanomi, ossia nei casi in cui progettisti con l’abilitazione otia firmano domande di costruzione su comanda, senza aver progettato l’opera oggetto della domanda di costruzione. Le violazioni della Legge edilizia e della lepia verranno segnalate alla Commissione di vigilanza e agli Enti locali, autorità di vigilanza amministrativa sui Comuni. Un contributo significativo al rispetto della lepia e della Legge edilizia è pure chiesto ai membri otia, che hanno la possibilità di segnalare al segretariato otia ([email protected]) situazioni irregolari. Per garantire una maggiore protezione dei committenti e fornire a otia e ai suoi membri uno strumento legale efficace, il Consiglio dell’Ordine intende proporre, tramite cat, alle autorità competenti la revisione della LEPIA. Le proposte di revisione saranno messe in consultazione all’interno di otia. In ambito di monitoraggio e applicazione della LCPubb in relazione alla lepia, otia intensificherà l’informazione, in collaborazione con la sia, e il controllo verso i committenti pubblici che organizzano concorsi di progetto, mandati di studio paralleli e concorsi di prestazioni d’architettura e d’ingegneria. In merito ai mandati di studio paralleli, mancando la base legale che consentirebbe l’aggiudicazione di mandati susseguenti, tali forme di messa in concorrenza sono al momento di principio illegali, quindi da evitare. Essendo adatti per problematiche molto complesse e non ben definite, la loro organizzazione è adatta solo per situazioni nella pratica molto rare. Di regola, il concorso di progetto rappresenta la forma di messa in concorrenza più adatta per l’aggiudicazione di prestazioni di architettura e in buona parte pure per l’aggiudicazione di prestazioni d’ingegneria. I membri otia che consiglierebbero l’organizzazione di mandati di studio paralleli con mandato susseguente a dei municipi o a delle amministrazioni cantonali non potranno garantire l’assenza di sorprese giudiziarie. A tal proposito, il servizio giuridico otia è a disposizione per una breve consulenza in merito ([email protected]). Un progetto di grande importanza per otia è rappresentato dalla volontà di istituire la figura dell’architetto cantonale. In collaborazione con le associazioni professionali affiliate alla cat (www.cat-ti.ch), otia si impegnerà a definire la figura dell’architetto cantonale idonea al Cantone Ticino e sostenere nei vari consessi istituzionali e professionali la sua istituzione. Per facilitare il dialogo tra i membri otia, il Consiglio dell’Ordine propone la partecipazione al nuovo Forum OTIA gestito tramite la rete sociale linkedin (www. linkedin.com). Il Forum otia potrebbe ad esempio facilitare lo scambio di opinioni tra gli architetti e gli ingegneri ticinesi su temi di attualità come gli onorari offerti da certi ingegneri o certi architetti in caso di commesse pubbliche o la semplificazione della procedura per le domande di costruzione. Per favorire il coinvolgimento dei membri otia, il Consiglio dell’Ordine ha proposto la creazione di Commissioni consultive tematiche (cct otia) con lo scopo di dare la parola ai membri e di delegare a un gruppo di membri otia l’analisi di una specifica problematica e di proporre al Consiglio dell’Ordine o all’Assemblea le possibili soluzioni e le auspicate misure da adottare. Il Consiglio dell’Ordine invita quindi i propri membri a contribuire in prima persona al miglioramento di otia e delle condizioni di esercizio delle professioni di architetto e di ingegnere in Ticino. 18 OTIA Nuovo scalda asciugamani VOLA - Adesso anche per attacco elettrico Scalda asciugamani sotto intonaco per delle soluzioni eleganti personalizzate. Un sistema modulare composto da elementi riscaldanti che si possono disporre come si vuole. Regolazione della temperatura continua a scelta tra 20° e 50° C. 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ARGOMENTI trasparenti come il vetro ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... . . . . . . . . . . .Variare . . . . . . . . . . . . . . . . ombreggiare ............................................................ . . . . . . . . . . . . . . . . . . .anziché .................................................................... ....................................................................................... . . . . . . . . . . .Il . . vetro . . . . . .di . . protezione . . . . . . . . . . .solare . . . . . . . . . . . . . . . .INFRASELECT . . . . . . . . . . . . . . .®. . . . . . . . . . . . . .con .......... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . variabile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . è. .oscurabile ..................... ....................................................................................... . . . . . . . . . . .precisa . . . . . . . .regolazione ...........a . . stadi. . . . . . .Il . .passaggio . . . . . . . . . . della . . . . . luce . . . . .e. .del . . . calore . . . . . . .viene . . . . . .così ......... ....................................................................................... . . . . . . . . . . .regolato . . . . . . . . .individualmente . . . . . . . . . . . . . . . .e. .adeguato . . . . . . . . .alle . . . .condizioni . . . . . . . . . . meteorologiche, .......................... ....................................................................................... . . . . . . . . . . .impedendo . . . . . . . . . . . . . surriscaldamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .a. .mezzogiorno . . . . . . . . . . . . . . .piena ..................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . il . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .perfino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . in . . . . . . . . .estate. ............... . . . . . . . . . . .Inoltre . . . . . . . . . . . . . mantenuta . . . . . . . . . . . . . desiderata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . verso ........................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . viene . . . . . . . . . . . . . . . . .la . . . . . . . . . . . . .trasparenza . . . . . . . . . . . . . . . . . .l’esterno. ..................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... INFRASELECT ® Per maggiori informazioni rivolgersi a Flachglas (Schweiz) AG a Wikon oppure visitare il sito web www.flachglas.ch all’indirizzo e-Mail info@flachglas.ch C OMUNICATI La revisione delle norme per le costruzioni di calcestruzzo e acciaio Elegante strut tura in lamiera piegata: centro di formazione spor tiva Müllmat t, Brug g Ingegnere civile: Fürst Laf franchi Bauingenieure GmbH, Wolf wil: Architet to: Studio Vacchini Architet ti, Locarno. Foto: Christian Beutler / NZZ). Ampia costruzione in acciaio con strut tura a traliccio: discarica per rifiuti speciali SMDK, Kölliken. Impresa totale: ARGE SMDK Infra – Mar ti/ Züblin –; proget tazione costruzione in acciaio: Züblin Stut tgar t. Foto: SMDK Kölliken Da inizio anno sono in vigore le norme revisionate SIA per le strutture portanti, nella fattispecie «Costruzioni di calcestruzzo» e «Costruzioni di acciaio», nonché la norma complementare «Costruzioni di acciaio – Disposizioni complementari». Le norme sono ora disponibili e possono essere acquistate presso la SIA. Entro fine anno dovrebbe concludersi la revisione dell’intero pacchetto di norme SIA concernenti le strutture portanti (SIA 260-267). «Costruzioni di calcestruzzo» ha permesso di chiarire le interfacce con la geotecnica e i lavori in sotterraneo. La norma si applica a tutte le strutture portanti definitive e alle fondamenta in calcestruzzo, nonché alle strutture portanti armate definitive utilizzate per i lavori in sotterraneo. Dimensionamento: nell’ambito della misurazione i principali adattamenti concernono i capitoli relativi al taglio e al punzonamento. Le regole di misurazione sono state modificate in linea con le nuove conoscenze acquisite nell’ambito della ricerca e delle norme internazionali (p. es. fib Model Code 2010). Armatura minima: è stato ridefinito il coefficiente minimo per le staffe di armatura per travi e piastre, in modo da poter tener direttamente conto dell’influenza esercitata dalla resistenza del calcestruzzo e dell’armatura per calcolare l’armatura minima richiesta. Deformazioni dovute a variazioni di umidità: le deformazioni si presentano ora suddivise in deformazioni dovute al ritiro di essiccamento e al ritiro autogeno. Ciò costituisce un rinnovato adattamento alla norma europea sn en 1992-1-1. Cura e posttrattamenti: le disposizioni che concernono la cura e i posttrattamenti del calcestruzzo sono state integrate ai sensi della norma europea sn en 13670:2009. Ora i criteri per il posttrattamento e la cura sono suddivisi in quattro categorie, definite in funzione di come si sviluppa la resistenza del calcestruzzo nell’elemento di bordo. Inoltre sono state definite più chiaramente le scadenze che intercorrono tra la lavorazione, la messa in ten- Nel quadro della normalizzazione europea, l’Associazione svizzera di normalizzazione (snv) si è impegnata ad adottare l’insieme delle norme vigenti in ambito europeo. Per il settore dell’edilizia, la snv ha incaricato la sia di assumersi questo impegno; le norme sia per le strutture portanti sono dunque state adattate e armonizzate in linea con gli «Eurocodici», le corrispondenti norme europee. Dato che le norme svizzere per le strutture portanti, pubblicate nel 2003, poggiavano ancora sulle prenorme europee (env) e sulle bozze inerenti alle attuali norme europee sui prodotti (prEN), era imperativo armonizzare l’insieme di norme svizzere agli Eurocodici attuali. Inoltre, l’esperienza raccolta negli anni nell’applicazione di tali norme, sommata alla pubblicazione, nel gennaio del 2011, della nuova serie Mantenimento delle strutture portanti (sia 269 e segg.) hanno reso ancor più impellente un aggiornamento in tal senso. Principali novità della norma SIA 262 Costruzioni di calcestruzzo Campo d’applicazione: la revisione della norma sia 262 21 SIA C OMUNICATI sione e l’iniezione di acciaio e acciaio di precompressione, nonché sanciti altri provvedimenti di tutela nel caso in cui le scadenze fissate non potessero essere rispettate. Gamme dei prodotti: la gamma degli acciai d’armatura e degli acciai di precompressione è stata armonizzata al ventaglio di prodotti oggi disponibili sul mercato. Nuovi quaderni tecnici: infine, con la revisione della norma si sono integrati anche alcuni riferimenti ai nuovi quaderni tecnici sia 2029:2013 Nichtrostender Betonstahl (Acciaio d’armatura inossidabile); sia 2030:2010 Recyclingbeton (Calcestruzzo di riciclaggio) e sia 2042:2012 Vorbeugung von Schäden durch die Alkali-Aggregat-Reaktion (AAR) bei Betonbauten (Prevenzione dai danni provocati dalla reazione alcali-aggregati (raa) in caso di costruzioni in calcestruzzo). Parallelamente alla revisione della norma sulle costruzioni di calcestruzzo è stata elaborata anche la norma complementare sia 262/1:2003 «Costruzioni di calcestruzzo» – Disposizioni complementari che sarà presumibilmente a disposizione verso la metà del 2013. Principali novità della norma SIA 263 Costruzioni di acciaio Con la revisione della norma sia 263 «Costruzioni di acciaio» si è voluto innanzitutto dare una struttura più compatta e trasparente ai contenuti. Alcuni temi, prima trattati in capitoli distinti, sono stati ora raggruppati e in parte completati. Nei riferimenti alle norme non è più indicata la data di pubblicazione. In linea di principio vale dunque l’edizione attuale della norma (tale principio si applica anche alla norma complementare sia 263/1). Verifica degli elementi di costruzione: le verifiche concernenti la resistenza e la stabilità di travi e pilastri sono ora contemplate da tre capitoli suddivisi in base alle classi sezionali (cs). Per scegliere il metodo di verifica adatto si può fare riferimento alla nuova tavola sinottica sui controlli della resistenza e della stabilità per travi e pilastri. Calcolo della sezione efficace: per facilitare il calcolo della sezione efficace nel caso della cs 4, la norma sulle costruzioni di acciaio propone ora una formula semplificata per determinare le larghezze efficaci. Verifica allo svergolamento: la verifica allo svergolamento, imperfezioni e posizionamenti inclinati per il calcolo in base alla teoria del secondo ordine è stata adattata all’Eurocodice 3. Calcolo del flusso di energia netto in caso di incendio: l’appendice C «Riscaldamento degli elementi strutturali di acciaio in caso d’incendio» è stata integrata con una formula semplificata per il calcolo del flusso di energia netto sugli elementi in acciaio non protetti e della curva della temperatura dell’aria in un dato intervallo di tempo. Le altre modificazioni concernono la riorganizzazio- ne di alcuni contenuti normativi (verifica della fatica, disposizioni costruttive) oppure lo scorporo di taluni concetti e l’integrazione degli stessi in un’altra norma (fattori relativi ai carichi di servizio integrati nella norma sia 261: 2013 Azioni sulle strutture portanti). Principali novità della norma complementare SIA 263/1 Per quanto concerne l’elaborazione della norma sia 263/1 «Costruzioni di acciaio – Disposizioni complementari» l’obiettivo è stato soprattutto quello di limitare i requisiti minimi, in modo che la norma restasse conforme alla prassi e appellasse i produttori alle proprie responsabilità. Controlli e verifiche: i requisiti minimi di controllo e verifica sono stati ridotti (tabella 11) e integrati con una precisazione sulle responsabilità assunta dal responsabile del progetto. Qualifica dei produttori: si sono mantenute le classi di qualifica da H1 a H5, ma in parte completati i requisiti posti alle officine specializzate in saldatura (tabella 12). Si è aggiunta inoltre la tabella 13 «Scelta delle qualifiche dei produttori», con lo scopo di definire e semplificare l’attribuzione delle classi di produttori. La tabella 14, anch’essa nuova, definisce invece le diverse classi di conseguenze in caso di danno. Agenda delle prossime revisioni concernenti le norme sulle strutture portanti – SI A 260 Basi per la proget tazione di strut ture por tanti, in vigore presumibilmente dall’estate 2013 – SI A 261 A zioni sulle strut ture por tanti, in vigore presumibilmente dall’estate 2013 – SI A 262 Costruzioni di calcestruzzo, in vigore dall’1.1.2013 – SI A 263 Costruzioni di acciaio, in vigore dall’1.1.2013 – SI A 264 Costruzioni miste di acciaio e calcestruzzo, in vigore presumibilmente dalla fine del 2013 – SI A 265 Costruzioni di legno, in vigore dall’1.1.2012 – SI A 266 Costruzioni di muratura, in vigore presumibilmente dalla fine del 2013 – SI A 267 Geotecnica, in vigore presumibilmente dall’estate del 2013 Acquisto delle norme L e nuove norme SI A 262 C os tr uzioni di c alc es tr uz zo (102 pag g., CHF 24 3), SI A 26 3 C os tr uzioni di ac ciaio (10 8 pag g., CHF 243), SI A 263/1 Costruzioni di acciaio – Disposizioni complementari (4 4 pag g., CHF 90) sono disponibili presso la SI A in tedesco e francese al sito: www.webnorm.ch La pubblicazione delle norme SI A 262 e 263 in italiano è prevista in autunno 2013. 22 SIA C OMUNICATI Milena Giannini Piccardo* La nuova Commissione SIA per la traduzione in lingua italiana Da inizio anno è attiva la nuova Commissione sia per la traduzione in lingua italiana (cti) di norme, regolamenti e quaderni tecnici sia. I professionisti della Svizzera italiana, non solo gli architetti e gli ingegneri, ma pure gli artigiani e gli impresari, così come i committenti pubblici e privati, avevano espresso da tempo la necessità di avere a disposizione maggiori normative sia in lingua italiana. Il Comitato della SIA centrale ha dato seguito alla richiesta creando a fine 2012 la cti. La cti ha lo scopo di coordinare la traduzione di documenti sia in lingua italiana, in particolare le norme, i regolamenti e i quaderni tecnici. In linea con la mansione affidatale dal Comitato della sia, la cti si occupa di coordinare la traduzione, scegliere e valutare il traduttore e predisporre e controllare la redazione dei testi tradotti. I membri della cti, eletti dal Comitato della sia, hanno la funzione di coordinatori dei rispettivi ambiti di competenza. La traduzione dei documenti sia è eseguita da traduttori specialisti nei rispettivi ambiti di traduzione dei singoli documenti della Società. Per garantire la giusta scelta dei documenti sia da tradurre e per coordinare al meglio la loro traduzione, la cti ha il compito di lavorare a stretto contatto con le sezioni sia del Cantone Ticino e del Cantone Grigioni nonché con l’Ufficio amministrativo della sia Centrale. La cti collabora con le amministrazioni cantonali e le Scuole universitarie. Inoltre la Commissione collabora con sia Form, organizzando, se necessario, corsi di formazione continua in materia di norme, regolamenti e quaderni tecnici. La Commissione cti svolge pure il compito di interlocutrice verso terzi per informazioni inerenti alla traduzione di documenti sia in lingua italiana (per maggiori informazioni: sia - cti, Selnaustrasse 16, Postfach, 8027 Zurigo; [email protected]). * architetto e presidente Commissione cti Norme/quaderni tecnici pubblicati nel 2012/2013 – Norma SI A 118:2013 Condizioni generali per l’esecuzione dei lavori di costruzione – Norma SI A 118/222:2012 Condizioni generali relative ai ponteg gi – Norma SI A 382/2:2011 Edifici climatizzati – Fabbisogno di potenza e di energia – Norma SI A 384.201 ( SN EN 12831:2003) Impianti di riscaldamento negli edifici – Metodo di calcolo del carico termico di proget to – Norma SI A 384/6:2010 Sonde geotermiche – Norma SI A 385/1:2011 Impianti per l’acqua calda sanitaria negli edifici – Basi generali e requisiti – Quaderno tecnico SI A 2023:2008 Ventilazione negli edifici abitativi – Quaderno tecnico SI A 2032:2010 Energia grigia negli edifici Pubblicazioni previste nell’estate 2013 – Norma SI A 118/242 Condizioni generali relative alle opere da gessatore – Norma SI A 242 Opere da gessatore – Intonaci e costruzione a secco – Norma SI A 500:2009 Costruzioni senza ostacoli – Quaderno tecnico SI A 2031:2009 Cer tificato energetico degli edifici secondo SN EN 15217 e SN EN 15603 – Quaderno tecnico SIA 2039:2011 Mobilità – Fabbisogno energetico in funzione dell’ubicazione dell’edificio – Quaderno tecnico SI A 2040:2011 La via SI A verso l’ef ficienza energetica Pubblicazioni previste nell’autunno 2013 – Norma SI A 262:2013 Costruzioni di calcestruzzo – Norma SI A 260:2013 Basi per la proget tazione di strut ture por tanti – Norma SI A 263 Costruzioni di acciaio Per mag giori informazioni sulle norme SI A 262 e 263, cfr. ar ticolo alle pagine 21/22. Tut te le pubblicazioni SIA sono disponibili al sito www. webnorm.ch GIORNATE SIA 2014: invito ad iscriversi Nel 2014 si terrà la prima edizione di quella che in passato era la settimana dell’architet tura «15n», ora ribat tezzata «Giornate SI A dell’architet tura e dell’ingegneria contemporanee». Il concet to alla base di questo grande evento di successo nell’ambito della cultura della cos tr uzione si mantiene in buona p ar te invariato. In ma g gio 2014, le opere dei membri SI A apriranno le por te al grande pubblico e gli autori s ar anno a disp o sizione p er risp onder e alle domande dei v isit atori. Parallelamente si terrà un vent aglio di eventi di accompagnamento. Invece che sull’arco di nove giornate, l’evento d’ora in poi si terrà a scadenza biennale, durante un fine set timana prolungato. Gli organizzatori hanno ripensato l’evento in questi termini poiché l’esperienza ha mostrato che durante la set timana lavorativa l’af flusso di pubblico era per lo più limitato e il ritmo annuale un po’ troppo serrato. Come in passato, anche per le Giornate SIA 2014 si attendono opere architettoniche e ingegneristiche recenti e in buona par te costruite da esper ti SIA . Per rendere possibile la visita di grandi opere infrastrutturali e del genio civile, generalmente non più accessibili al pubblico durante la fase di esercizio (p. es. gallerie), d’ora in poi sarà possibile annunciar e ques ti tipi di pr oge t to anche se i l avori non sono anc or a ultimati. La possibilità di una visita sarà chiarita di caso in caso. Nel 2014 parteciperanno all’evento 16 delle 18 sezioni SIA (senza Grigioni e Turgovia). Le iscrizioni vanno inoltrate entro il 28 giugno 2013 tramite il nuovo sito web, costantemente aggiornato: www.giornate-sia.ch 23 SIA C OMUNICATI Beatrice Aebi* Progetto SIA – Per un associazione professionale all’avanguardia In base a un sondaggio effettuato dalla Commissione Donna e SIA e l’Ufficio specialistico UND, la SIA è considerata professionale e competente, ma ancora troppo conservatrice per quanto concerne le questioni in materia di parità dei sessi. Ormai però è tempo di cambiamenti. All’interno della sia, la più grande associazione professionale in ambito tecnico, la quota di rappresentanti femminili continua a essere molto bassa. Il 31 dicembre 2012 la percentuale di donne era infatti solo dell’11.4%. Su incarico del Comitato sia, la Commissione Donna e sia si impegna dal 2003 al fine di ovviare a questa significativa sottorappresentanza femminile. Per ricercare i motivi di questa situazione e adottare le necessarie misure, un gruppo di lavoro della Commissione 2010 ha avviato il progetto «sia – l’associazione professionale all’avanguardia». Con il supporto dell’Ufficio specialistico und (www.undonline.ch), un organo indipendente gestito da un’associazione privata che da anni si impegna in favore della conciliazione tra lavoro e famiglia, si vuole determinare l’influenza che l’orientamento e la struttura societari rivestono sull’atteggiamento dei membri sia nei confronti della Società. Fase n. 1: analisi della situazione L’Ufficio specialistico und ha avviato la propria analisi nell’aprile del 2011. Sulla base di 45 interviste trasversali condotte con diversi esperti, che lavorano in seno e al di fuori della sia, membri attivi e passivi, si è formulata una valutazione qualitativa.1 Il sondaggio ha passato in rassegna diversi argomenti tra cui: gli obiettivi e le strutture societarie, le attività e i servizi, la composizione degli organi e gli iter di reclutamento, l’immagine e le condizioni di lavoro, nonché le motivazioni pro e contro l’affiliazione alla Società. La valutazione delle interviste è riassunta in un rapporto, approvato a Berna dal Comitato il 21 giugno 2012 e visualizzabile sul sito web della sia al link www.sia. ch/berufsverband (solo in tedesco). Dal sondaggio scaturisce che la sottorappresentanza femminile è attribuibile a ragioni diverse. Tra le motivazioni più spesso citate vi sono: una mancanza di trasparenza degli iter di reclutamento da parte degli organi, la poca disponibilità in termini di tempo, l’effetto a imbuto (se ci sono poche donne che intraprendono determinati cicli di studio ancora meno ve ne saranno che esercitano la professione e di conseguenza che aderiranno alla sia), gli ostacoli nelle procedure di ammissione o la mancata necessità di aderire in veste di membro individuale se si è impiegati presso una ditta affiliata. Interessanti anche i feedback sull’immagine della Società. La sia è descritta come una società orientata alla tecnica e professionalmente competente, ma anche come una «società conservatrice e a composizione prettamente maschile» che non si confronta mai con le questioni di parità dei sessi o di genere. Fase n. 2: misure La seconda fase del progetto contempla la messa in atto dei provvedimenti necessari in base ai risultati raccolti. Attraverso una serie di progetti pilota si mira a verificare misure idonee da applicare globalmente alla Società. L’intera procedura si articola in tre progetti parziali: – il primo progetto parziale contempla la formulazione di target specifici destinati a organi sia selezionati e l’elaborazione di metodi adatti per la realizzazione degli obiettivi entro il 2014; – nel secondo progetto parziale è sviluppato un set ausiliario per i datori di lavoro affiliati come ditta. Le ditte pilota, che possono contare uno svariato numero di collaboratori, saranno selezionate mediante un concorso annunciato dagli organi di pubblicazione e sul sito della sia; – il terzo progetto parziale concerne la comunicazione regolare, mediante gli organi di pubblicazione e la homepage della Società, delle attività e dei risultati scaturiti. * presidente della Commissione Donna e sia, direzione del progetto, [email protected] Note 1. Sondati: 7 impiegati dell’Ufficio amministrativo, presidenti dei 4 gruppi professionali, 3 membri del Comitato delle Sezioni, 9 membri della Commissione, 3 rappresentanti delle associazioni di specialisti, 6 membri affiliati come ditta, 9 membri individuali, 4 membri delle associazioni professionali femminili. Per scegliere la composizione dei gruppi si è tenuto conto in modo equilibrato di: sesso, impegni nell’ambito dell’assistenza, status di dipendente o libero professionista, regione e lingua. Altre informazioni sul progetto Il r app or to c on l a valu t a zione delle inter v is te e un rias sunto dei risult ati sono pubblic ati (in te de sc o) sull a pagina web dell a SIA al sito: w w w.sia .ch / b erufsverband. 24 SIA Il legno: un materiale che trasmette calore, accoglienza ed eleganza, capace di arredare gli spazi che amiamo. Wissman SA CP 154 Via Quatorta 15 CH - 6533 Lumino +41 91 829 4515 [email protected] www.wissman.ch Wissman, dal 1929 posa e vendita di pavimentazioni per interno ed esterno fotografia © Menotti Specchia OFFERTE DI L AVORO K N E L L W O L F Erfolgsmanagement für PLANUNG BAU IMMOBILIEN Ihr Einstieg in eine Führungsaufgabe Unsere Auftraggeberin ist ein grosses, international tätiges Gesamtplanungsbüro mit Sitz in Zürich. Das Unternehmen beschäftigt Fachplaner in den Bereichen Architektur, Ingenieurwesen und HLKSE. Vom ersten Entwurf an fliessen die Ideen aller Mitarbeitenden in ganzheitliche Gebäudekonzepte ein. Das garantiert den Mitarbeitenden ein spannendes, interdisziplinäres Umfeld mit der Möglichkeit, auch fachbereichsübergreifend Einblicke zu gewinnen. Für den weiteren Aufbau und die Leitung des Fachbereichs Bauingenieurwesen suchen wir eine/n Leitende/n Bauingenieur/in Bereich Tragwerksplanung Ihre Aufgaben. Der Bereich Tragwerksplanung wurde bisher mehrheitlich vom Hauptsitz im deutschsprachigen Ausland aus bedient und soll nun in Zürich weiter auf- und ausgebaut werden. Das breite Betätigungsfeld umfasst im Schwerpunkt die Bearbeitung komplexer HochKnellwolf + Partner AG Tödistrasse 51 I 8002 Zürich I T 044 311 41 60 I F 044 311 41 69 [email protected] I www.knellwolf.com bauprojekte mehrheitlich in den Bereichen Industrie- und Gewerbebau sowie Logistik. Die Führung und der weitere Ausbau des kleinen Teams bilden einen weiteren Tätigkeitsschwerpunkt. Darüber hinaus koordinieren Sie die Zusammenarbeit mit den übrigen Ansprechpartnern aus Bauherrenvertretern sowie internen Fachbereichen. Ggf. bietet sich Ihnen auch die Möglichkeit, international tätig zu werden. Das Unternehmen fördert seine Mitarbeitenden mit interessanten Weiterbildungsmöglichkeiten sowie einem attraktiven Partnerschaftsmodell. Ihr Profil. Sie sind Bauingenieur mit Hochschulabschluss und haben 7–10 Jahre Praxiserfahrung in der Führung anspruchsvoller Projekte im Schweizer Markt. Vorzugsweise haben Sie Ihre fachlichen Schwerpunkte in den oben genannten Fachbereichen. Führungserfahrung ist nicht zwingend vorausgesetzt, sofern Sie bereit sind, zukünftig vermehrt Verantwortung zu übernehmen. Weiter bringen Sie eine generalistische, international orientierte Denkweise sowie unternehmerisches Gespür und ein Flair für Kommunikation mit. Sind Sie interessiert? Dann kontaktieren Sie Claudia Willi für nähere Informationen. Wir garantieren Ihnen absolute Diskretion. Dipartimento federale degli affari esteri DFAE Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSC Aiuto umanitario e Corpo svizzero di aiuto umanitario CSA L’Aiuto umanitario della Confederazione, di cui fa parte il corpo di milizia «Corpo svizzero di aiuto umanitario CSA», fa capo alla Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSC e opera interventi in tutto il mondo. Attualmente 100 membri del Corpo sono attivi in oltre 30 Paesi a favore delle persone in difficoltà. Per aumentare l’effettivo del Corpo abbiamo bisogno di nuovi specialisti per interventi diretti e per sostenere le organizzazioni internazionali (ONU). Si tratta di impieghi limitati nel tempo, soprattutto in Africa, Asia e nel Vicino Oriente. Cerchiamo in particolare: architetti e ingegneri civili Requisiti: affidabilità, spirito d’iniziativa, flessibilità, metodo di lavoro indipendente ed efficace nonché disponibilità ad assumere la responsabilità di un progetto. Esperienza lavorativa all’estero in Paesi della cooperazione internazionale e con persone di altre culture. Ottime conoscenze di tutte le lingue ufficiali e dell’inglese. Ulteriori conoscenze linguistiche costituiscono titolo preferenziale. Cittadinanza svizzera o straniera con domicilio in Svizzera o nel Principato del Liechtenstein (permesso C), studio universitario o formazione tecnica equivalente, almeno tre anni di esperienza professionale, buona salute e resistenza allo stress. Età compresa tra i 30 e i 55 anni e disponibilità per impieghi di almeno sei mesi. Mansioni: il campo di attività nell’ambito di progetti edili come la ricostruzione o il risanamento di edifici pubblici, case abitative e dell’approvvigionamento idrico o la pianificazione e la realizzazione di nuovi insediamenti e di alloggi temporanei comprende quanto segue: effettuare accertamenti per progetti edili, preparare i progetti, pianificare costi e scadenze, trattare con partner nazionali e internazionali, gestire il progetto nell’ambito delle prestazioni di appaltatori generali, occuparsi della progettazione esecutiva e della direzione dei lavori nonché concludere il progetto e tenere la documentazione sulle costruzioni. Offerta: mettere le proprie conoscenze professionali al servizio dei valori umanitari della Svizzera, utilizzare e rendere accessibili le proprie conoscenze tecniche a favore delle persone in difficoltà e vivere in un ambiente interculturale. Salario e ferie calcolati in base allo standard svizzero, indennità di vitto e alloggio in loco, assistenza da parte di specialisti svizzeri competenti, perfezionamento specifico in attività affini. Invitiamo a una manifestazione informativa o a un primo colloquio personale le persone interessate a collaborare con il Corpo svizzero di aiuto umanitario e che adempiono i requisiti. Inviare per favore un breve curriculum vitae di due pagine al massimo e una breve lettera di motivazione a: DSC, Aiuto umanitario e CSA Sezione Risorse terreno AU, Edith Kramer, Sägestrasse 77/Köniz, 3003 Berna Telefono 031 322 31 24; fax 031 324 16 94; e-mail: [email protected] Ulteriori informazioni sul CSA sono consultabili su Internet all’indirizzo: http://www.deza.admin.ch/it/Pagina_iniziale/Attivita/Aiuto_Umanitario/Corpo_ svizzero_di_aiuto_umanitario NOTIZIE Cristiana Chiorino* foto Claudio Merlini La Cité du Lignon di Ginevra Il progetto di rinnovo e riqualificazione energetica degli involucri Il 26 marzo sono stati annunciati i vincitori dei premi 2013 di Europa Nostra, l’associazione per la tutela del patrimonio culturale e naturale europeo. I 30 vincitori (su oltre 200 candidature) saranno premiati il 16 giugno all’Odeon di Erode Attico ad Atene alla presenza di Karolos Papoulias, presidente della Grecia, Androulla Vassiliou, commissaria europea per l’educazione la cultura, il multilinguismo e la gioventù, il cantante Plácido Domingo è il presidente di Europa Nostra. Tra i progetti vincitori è stata premiata la ricerca sviluppata tra il 2008 e il 2011 dal professor Franz Graf e da Giulia Marino del Laboratoire des Techniques et de la Sauvegarde de l’Architecture Moderne (tsam) dell’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (epfl-enac) sugli involucri di facciata curtain-wall della Cité du Lignon di Ginevra. È la seconda volta che la Svizzera, paese che non fa parte dell’EU Culture Programme, riceve un premio da Europa Nostra. Considerata come la più spettacolare operazione residenziale svizzera, la Cité du Lignon di Ginevra, costruita tra il 1963 e il 1971 da Georges Addor, Dominique Julliard, Louis Payot e Jacques Bolliger architectes, è un complesso di 2.780 unità abitative, originariamente pensato per rispondere a un bisogno abitativo di circa 10.000 abitanti e composto da due torri di 26 e 30 piani e un corpo più basso che va dagli 11 ai 15 piani che si sviluppa su una linea spezzata di 1.065 metri di lunghezza. Questo impianto favorisce il soleggiamento diurno degli appartamenti, tutti traversanti, e ritaglia una serie di spazi esterni attrezzati a parco pubblico particolarmente curati. Tutti gli elementi di facciata sono studiati in una logica di semplificazione del processo costruttivo: un’ossatura in calcestruzzo armato con sistema industriale prefabbricato di stampo francese, il coffrage tunnel, e una facciata a curtain-wall di 125.000 mq prefabbricata in officina composta da pannelli in legno e alluminio. Il valore patrimoniale della Cité è stato sancito da un plan de site adottato nel 2009 dal Cantone di Ginevra, una misura di tutela a scala urbana che prevede la conservazione degli involucri e dei suoi spazi esterni. Per rispondere ai nuovi imperativi di contenimento dei consumi energetici, una assoluta priorità in Svizzera, il complesso richiedeva una serie di interventi di riqualificazione energetica che tenessero in conto anche il rispetto della preesistenza. Con l’obiettivo di fornire un insieme di norme a cui attenersi per i futuri interventi sull’edificio, la ricerca condotta dallo tsam e commissionata dall’Office du Patrimoine et des Sites, il Servizio Energia del Cantone e il Comitato degli abitanti, costituitisi come unica committenza, ha risposto a un duplice obiettivo: il primo, di ordine tecnico, circa la ricerca di una soluzione che conciliasse l’esigenza di retrofit tecnologico con la necessità di mantenere l’aspetto dell’involucro; il secondo, di ordine più espressamente procedurale, legato alla gestione degli interventi, piuttosto complessa anche per la compresenza di alloggi sociali e alloggi privati. È stata pertanto messa a punto una ricerca applicata, che ha cercato di stabilire un equilibrio tra imperativi energetici e criteri di tutela elaborando un vero e proprio metodo di valutazione multicriteri che fornisse una visione sintetica delle variabili patrimonio, economia e energia (patrimoine, économie et énergie). Il lavoro è stato articolato in quattro fasi: la prima di analisi ha riguardato la diagnostica e la documentazione; la seconda ha definito i possibili livelli di intervento (manutenzione ordinaria, manutenzione stra- GE D.5 - fenêtres t ype Roto conser vées; D.6 châssis et ouvrants oscillo-bat tants en bois d’acajou 13 nouveau vitrage isolant U=1 .0 W/m 2 K, 4/10/4, trempré intérieur intercalaires ACS. ъ=0.06 W/m K sur-cadre en bois d’acajou D.6 store à lamelles D. 6 simple vitrage; 0.3 cm D.1 plaques «Alba», montées sur châssis en bois; 6 cm 6.a panneaux isolants sous-vide t ype Vacuum 30 mm (ъ=0.009 W/m K ) isolant Aerogel t ype Spacelof t 3 feuilles x 10mm (ъ=0.013 W/m K ) 6.b D.3 revêtement: plaques de fixation en bois aggoméré Novopan; 1.5 cm D.4 revêtement en lamelles de bois Redwood non traité; 1.5 cm 7 répose dallage d’origine en pierre ar tificielle, sur sable, joints mor tier 7 étanchéité multicouche 7.b isolant Aerogel t ype Spacelof t 4 feuilles x 10 mm (ъ = 0.013 W/m K ) 7.a isolation PUR, 20 mm (ъ = 0.028 W/m K) 7.a panneaux isolants sous-vide t ype Vacuum 26 mm (ъ = 0.009 W/m K ) barrière de vapeur, t ype EP4 7 Disegno di Giulia Marino, EPFL- ENAC TSAM ordinaria, recupero, sostituzione del sistema di facciata); la terza è consistita nella «guidance table», matrice comparativa dei dati riferiti alle diverse tipologie di intervento; la quarta ha riguardato i prototipi e le specifiche di progetto selezionate (manutenzione straordinaria e recupero), ed è stata finalizzata all’elaborazione di un repertorio di soluzioni tipo (di dettaglio) riferibili ai diversi livelli di intervento. Questi dati parametrizzabili hanno costituito il riferimento per la scelta dell’opzione meno invadente sul piano della conservazione e più efficiente sul piano prestazionale. La tipologia dell’intervento può essere scelta dagli abitanti, in base alle proprie esigenze e disponibilità economiche, tra il ventaglio di soluzioni tipo. Il repertorio, validato dalle amministrazioni pubbliche coinvolte e allegato al Plan de Site, è diventato uno strumento di indirizzo e di controllo per ogni intervento sull’involucro. Strumento operativo e flessibile che integra prescrizioni dettagliate su messa in opera e su performance termiche dei componenti, questo repertorio rappresenta un vero manuale di conservazione preventiva dell’insieme residenziale, che oggi è oggetto di diversi cantieri di restauro. Il metodo di valutazione multicriteri, fondato sulla conoscenza esaustiva dell’oggetto costruito, la sua materialità e le sue caratteristiche intrinseche, messo a punto dallo tsam, ha quindi conquistato la giuria, che si è detta affascinata dalla problematica che potrebbe essere allargata a diversi complessi abitativi A1 dalles et murs por teurs en béton armé coulé sur place A2 goujons d’ancrage des façades en acier galvanisé A5 agrafes d’ancrage en alliage d’aluminium Anticorodal-B A4 isolation en laine de verre D.7 profilés d’amarrage an alliage d’aluminium E x trudal-B D.8 faux-plafond suspendu: plaques de fixation en bois ag goméré Novopan: 1.5 cm D.9 faux plafond suspendu en lamelles de bois Redwood non traité: 1.5 cm 5. isolation laine de roche, 14 cm (ъ=0.036 W/m K ) 10 profilés de retenue en acier inox brut brossé ajout d’un profilé tubulaire en par tie haute 10 nouveaux panneaux de remplissage en Eternit (t ype Eternit Swisspearl Carat) D.16 montants et plaques de fixation en aluminium 9.c 9.c ferblanterie, acier inox ydable t ype Mat tplus isolant Aerogel t ype Spacelof t 1 feuille x 10 mm (ъ=0.013 W/m K ) remontée en béton armé coulé sur place 9.a nouveaux paniers d’écolulement dallet te per forée (non scellée) au droit des écoulements 9.b nouveau profilé de recouvrement, acier inox ydable t ype Mat tplus 9.b 9.b isolant Aerogel t ype Spacelof t 1 feuille x 10 mm (ъ=0 .013 W/m K ) bande d’étanchéité EPDM C.21 couvre-joints: tôle en alliage d’aluminium E x trudal-B C.22 cordons d’étanchéité en Néoprène del dopoguerra in Europa e dal rigore metodologico del progetto pilota sviluppato. La ricerca e la sua metodologia potrebbero infatti essere estese al patrimonio di architettura contemporanea diffuso oggi bistrattato. I dati statistici a scala europea sono in questo senso molto eloquenti: il costruito esistente rappresenta circa il 40% dei consumi energetici globali. Sulla base di questa constatazione, il miglioramento delle performance termiche del settore edilizio è considerato come una vera priorità in una logica, molto in voga ma spesso mal interpretata, di sviluppo sostenibile. Questo avviene però spesso con interventi massicci sulla materialità originaria degli edifici. L’architettura della seconda metà del XX secolo, soprattutto del periodo 1950-1970, prima della crisi petrolifera degli anni settanta, è proprio la vittima principale. Spesso considerata aprioristicamente energivora, l’architettura del secondo dopoguerra è invece molto fragile e spesso minacciata. Spesso le difficoltà socioculturali del suo riconoscimento monumentale, sono il pretesto per trasformazioni radicali che non tengono in alcuna considerazione il valore architettonico degli edifici né le reali possibilità di intervento. Quindi si sprecano le sostituzioni di involucro, la costruzione di doppie pelli incongrue, l’isolamento a cappotto dall’esterno. Lungi dall’essere considerato una risorsa questo patrimonio è vittima di pratiche che privilegiano soluzioni drastiche di retroffitting energetico, senza neanche verificare le performance reali degli edifici. * architetto e storico dell’architettura, Docomomo Italia 28 Un valore aggiunto per il vostro immobile: il collegamento via cavo HD con ancora più prestazioni = Collegamento via cavo HD + Digital TV Optate già oggi per la rete del futuro. Attraverso la rete via cavo HD, upc cablecom offre l’accesso a 55 canali TV digitali senza codifica, di cui 19 in qualità HD garantita. 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Organizzatore Patrocinio Associazione dei Comuni Svizzeri ACCADEMIA ARCHITETTURA MENDRISIO A cura di Laura Ceriolo Affordable housing «Affordable houses», di cui in Inghilterra esiste una vasta gamma di tipologie, sono una risposta a un insieme complesso di impulsi economici, sociali e psicologici. Alcune famiglie possono scegliere di spendere di più per la locazione di un’abitazione, mentre altre non possono permetterselo. Negli Stati Uniti, in Canada o in Francia, una linea guida generalmente accettata per l’accessibilità abitativa è un costo di locazione che non superi il 30% del reddito lordo di una famiglia. J. Sergison e S. Bates sono stati autori di una mostra, alla Biennale di Architettura di Venezia del 2013, dal titolo «Feeling at home» . Il tema si occupava della qualità degli alloggi a canone calmierato in Europa, partendo da un’analisi storica dell’approccio, che vanta una lunga tradizione nel Regno Unito. J. Sergison nel suo atelier di progettazione a Mendrisio ha coinvolto gli studenti sull’argomento in varie situazioni e diverse città europee. Laura Ceriolo: Cosa comporta per voi lavorare nel campo delle abitazioni ad affitto calmierato? Di quali vincoli e necessità deve tener conto un architetto? Jonathan Sergison: Lavorare nel campo dell’edilizia sociale significa principalmente che nel nostro ruolo di architetti miriamo a trovare soluzioni abitative razionali e adatte ai futuri residenti, con i quali non abbiamo alcun genere di relazione, a differenza di quanto avviene nel caso di un incarico ottenuto direttamente dal cliente. Per rispondere a una serie di esigenze che sono definite solo in termini generici è pertanto necessario un esercizio di immaginazione. Nella storia dell’architettura, è solo verso la fine del XIX secolo che gli architetti iniziano a occuparsi delle esigenze dei meno abbienti. Questo ha richiesto l’elaborazione di risposte architettoniche precise e chiare al bisogno di soluzioni abitative collettive dignitose e vivibili. Come architetti è nostra intenzione fornire soluzioni abitative dignitose, ben progettate, flessibili, rispettose dell’ambiente e, nei limiti imposti dal budget disponibile, ben costruite. Non siamo interessati ad alcuna forma di sperimentazione sociale, ma crediamo che l’edilizia sociale contemporanea debba avere aspirazioni architettoniche. La nostra ricerca di risposte alla domanda di alloggi ci porta sempre più spesso a guardare ad esempi e modelli sviluppati nel corso degli ultimi 150 anni. Per quanto riguarda i vincoli a cui l’edilizia sociale è soggetta, non li consideriamo una componente negativa del nostro lavoro. L’edilizia sociale è regolamentata da normative molto precise nella maggior parte dei Paesi europei. Nel caso della Foto David Grandorge Intervista a Jonathan Sergison* sulla resideza di qualità a pigione moderata Edificio residenziale urbano con asilo nido, Ginevra Gran Bretagna, gli standard minimi previsti per gli alloggi sociali sono spesso più generosi di quelli applicati sul mercato immobiliare dalle imprese private. Noi rispettiamo il lavoro di elaborazione di standard e norme da parte del governo, delle autorità locali e delle cooperative edilizie. Un altro importante vincolo è quello finanziario ma, anche in questo caso, non lo consideriamo un limite, sebbene ovviamente abbia un impatto enorme sulle ambizioni architettoniche di un progetto. Un altro aspetto della serie di vincoli che vanno tenuti in considerazione è l’ubicazione di un progetto, il contesto urbano in cui si trova. Nella nostra esperienza l’edilizia sociale implica generalmente una situazione urbana, e il nostro impegno è sempre volto ad assicurare che il linguaggio architettonico e l’immagine dell’edificio non siano percepiti come l’imposizione di modelli architettonici autoreferenziali. In Svizzera, a Ginevra o a Zurigo, le esigenze, le caratteristiche, gli approcci sono diversi? Se sì, per quali ragioni? In base alla nostra esperienza, in Svizzera, e in particolare a Zurigo e a Ginevra, le esigenze sono abbastanza simili. Sia Ginevra che Zurigo soffrono di una carenza di alloggi in genere, e di residenze sociali in particolare. Le parti coinvolte a livello politico e locale nella fornitura di alloggi per ovviare a questo deficit sono a nostro parere ben organizzate e propositive. La tendenza generale in entrambe queste situazioni urbane è di promuovere la densificazione entro i limiti territoriali esistenti, piuttosto che l’espansione verso l’esterno. Sia Ginevra che Zurigo utilizzano un sistema di concorsi d’architettura ben organizzato e ben gestito che mira a selezionare una risposta architettonica adeguata alle esigenze di ogni singolo progetto. In fase di concorso gran parte della discussione ruota 30 TI RAFFREDDARE E RISCALDARE... intorno al concetto urbano del progetto e all’organizzazione della planimetria. Nonostante piccole differenze di dettaglio nelle culturale regionali, gli approcci utilizzati hanno molto in comune. ...da noi si scrive già a grandi lettere e in verde! Le abitazioni ad affitto accessibile sono sinonimo di qualità e benessere per i loro residenti? Cosa significa per voi «Feeling at home»? Dovrebbe essere così, ma nel caso del Regno Unito la privatizzazione della costruzione degli alloggi sociali ha inevitabilmente creato pressioni a dar maggior peso agli aspetti finanziari di quanto non avvenisse in passato. Secondo la nostra esperienza molti di coloro che lavorano all’interno delle cooperative edilizie sono ben consapevoli delle esigenze di cui si occupano e delle responsabilità che hanno, ma spesso l’impatto degli imperativi finanziari rende il loro compito più impegnativo, e questo inevitabilmente influisce sulla qualità dei progetti. Quanto al «sentirsi a casa», il termine implica in qualche misura un sentimento di appartenenza, il sentirsi a proprio agio, il sentirsi al sicuro. Sicuramente si tratta dell’aspettativa più ragionevole che si possa avere in una società contemporanea ben ordinata, e l’architettura ha un ruolo importante da svolgere nel raggiungimento di questa aspirazione. Qual è la tua esperienza con gli studenti che fai lavorare su questi temi? Il mio partner Stephen Bates è professore di Urbanistica e progettazione architettonica alla Technische Universität di Monaco di Baviera, e fin dall’inizio del mio incarico all’Accademia di Architettura di Mendrisio il mio programma didattico ha dedicato grande attenzione all’urbanistica e all’edilizia residenziale. Questo di per sé è una chiara indicazione del nostro interesse e del nostro entusiasmo per questi temi. Aver dedicato molti semestri didattici allo studio di progetti di edilizia residenziale ad alta densità e di altezza limitata in varie città, per lo più europee, è stata un’esperienza gratificante, e direi che i risultati ottenuti sono stati positivi. A Mendrisio gli studenti possono scegliere quale programma di insegnamento seguire, ma io ho sempre trovato grande interesse ed entusiasmo per le questioni legate all’edilizia sociale nel mio atelier. Gli studenti sono consapevoli del fatto che l’edilizia residenziale costituisce una delle maggiori componenti del tessuto urbano di qualsiasi città contemporanea e che la necessità di affrontare la domanda di alloggi in contesti urbani specifici è un aspetto inevitabile della pratica professionale per la maggior parte degli architetti. Puntate ora sulla classe d‘energia A! Vi mostriamo come raffreddare e riscaldare in modo più economico, efficiente e più rispettoso dell’ambiente con i sistemi ad acqua refrigerata più moderni e con le tecnologie di pompe di calore più avanzate. *Sapevate che… il refrigerante inquinante R22 non può essere più prodotto dal 01.01.2010 e tutti gli impianti di climatizzazione con R22 devono essere sostituiti entro il 2015? * architetto, professore all’AAM Info-Telefono: 071 313 99 22 www.chiller.tca.ch PROGETTI TI Elio Ostinelli Aurelio Muttoni Franco Lurati Miguel Fernández Ruiz testo Franco Lurati Un guscio altamente performante Il nuovo centro commerciale a Chiasso Foto Marco Introini Uno zoccolo che lo separa dall’ambiente circostante, una piazza con specchi d’acqua e fontane, un oggetto ellissoidale, con guscio autoportante in calcestruzzo armato spruzzato (il più grande mai realizzato in Europa e forse al mondo), adagiato, come i ciottoli di fiume che da bambino vedevo rispecchiarsi nelle acque del Breggia, sullo specchio d’acqua dello zoccolo. Un oggetto che per la sua forma, la sua collocazione e il suo materiale si stacca dall’ambiente circostante, pur dialogando con le sue preesistenze; gli edifici di Tita Carloni «murata della città», l’edificio in mattoni di Peppo Brivio «testa del ponte sul Breggia», i ripari fonici di Mario Botta di cui il COC diventa il finale. Un centro commerciale con forma particolare, un centro commerciale quale segno, un centro commerciale quale simbolo dello sviluppo futuro della città. Elio Ostinelli Foto Marco Introini La costruzione di gusci in calcestruzzo ha inizio nei primi anni del XX secolo in particolare in Germania (Franz Dischinger) e in Spagna (Eduardo Torroja). Queste strutture, caratterizzate dalla doppia curvatura in sezione verticale e orizzontale, possono superare luci libere importanti (fino ad alcune decine di metri) con spessori estremamente ridotti (a partire da 3-4 cm). La loro forma si riconduce in questi primi anni (dal 1910 fino al 1940) a geometrie che possono essere definite analiticamente come parti di sfere, cilindri oppure paraboloidi iperbolici. L’utilizzo di gusci limitato a questo genere di forme è dovuto essenzialmente alla difficoltà di analizzare queste strutture, il cui dimensionamento è in genere governato da modi di rottura particolari come l’imbozzamento (instabilità locale sotto l’azione di forze di compressione) oppure il taglio in corrispondenza di zone di discontinuità (zone di appoggio dei gusci). Uno sviluppo interessante dei gusci è avvenuto dal 1940 fino al 1970, in particolare in America latina con le opere progettate dall’architetto spagnolo Felix Candela e dell’ingegnere uruguayano Eladio Dieste, opere caratterizzate da forme più libere rese possibili dall’impiego di metodi di calcolo semplificati e basati essenzialmente sull’equilibrio delle forze agenti. In Svizzera, l’ingegnere Heinz Isler ha costruito negli anni 19601980 molte strutture a guscio con forme inusuali definite e ottimizzate in base ad analogie meccaniche. Negli ultimi due decenni, la possibilità di utilizzare materiali nuovi (ad esempio il calcestruzzo fibro-rinforzato) e lo sviluppo di programmi di calcolo sem- Foto Marco Introini Strutture in calcestruzzo a forma di guscio pre più performanti, hanno permesso lo sviluppo di gusci con forme sempre piú ambiziose. Oggi come in passato, la comprensione del ruolo della doppia curvatura e degli stati limite che governano il dimensionamento di queste strutture rimane comunque essenziale per la progettazione di gusci in calcestruzzo. 32 Foto Marco Introini Centro Ovale; Chiasso Proget to architet tonico pubblicato in Archi 5/2011 Commit tente Centro Ovale 1 SA ; Chiasso-Anversa Architet to Elio Ostinelli; Chiasso Collaboratori B. Kur tze, M. Tognella, S. Tet tamanzi, P. Vincenzi, M. Piccinelli, P. Fossati, D. Dagliano, F. Franchi, E. Bizzot to, E. Dmitrieva, V. Voltolin, E. Plebani, E. Longo-Minnolo, A. Romano, C. Turconi, C. Leuenberger, B. Ballabio Projek t Manager Gianluca Lopes, Ar tech Projek t Manager; Lugano Strut ture in CA Philippe Bombeli, Ing g. Amsler & Bombeli; Ginevra-Losanna Concet to strut turale Aurelio Mut toni, Franco Lurati, Lurati Mut toni Par tner SA; Mendrisio e proget to guscio in CA Miguel Fernández Ruiz, Mut toni & Fernández IC SA; Écublens Ingeniere RVS Francesco Visani, Visani-Rusconi-Talleri; Lugano Ingeniere imp. elet trici Dario Menaballi, Elet troconsulenze Solcà; Mendrisio Fisica della costruzione Sergio Tami, IFEC ; Rivera Consulente ambientale Dario Bozzolo, IFEC ; Rivera Consulente sicurezza Della Casa, Istituto di Sicurezza; Lugano Impresa costrut trice Mut toni SA, Bellinzona 33 PROGETTI Perché un guscio di copertura in calcestruzzo per il Nuovo Centro Commerciale di Chiasso? Geometria e caratteristiche principali del guscio Il guscio di copertura di Chiasso ha forma ellissoidale ed è stato realizzato nel 2011. La scelta di realizzare il guscio in calcestruzzo risulta da uno studio di varianti che ha messo a confronto la realizzazione del guscio utilizzando strutture in legno, in acciaio oppure in calcestruzzo. Nei primi due casi, la struttura sarebbe stata costituita da un graticcio di elementi lineari (aste) in legno rispettivamente in acciaio collegati fra loro in corrispondenza dei nodi oppure da una serie di archi. L’opzione del graticcio avrebbe comportato un gran numero di nodi tutti diversi e uno spessore strutturale di alcuni decimetri, mentre quella della serie di archi avrebbe comportato uno spessore molto importante (oltre un metro). Nel caso del calcestruzzo, invece, lo spessore può essere ridotto fino a 10 cm. Questo permette di ottimizzare le superfici di vendita interne (Fig. 1). Inoltre, in questo caso, il guscio è costituito da elementi di superficie continua che permettono di evitare nodi di collegamento complicati e onerosi. Per questi motivi, la realizzazione in calcestruzzo rappresenta la soluzione più interessante dal profilo economico. La forma del guscio è caratterizzata da un ellissoide i cui assi principali misurano 92.80 m di lunghezza, 51.80 m di larghezza e 27.00 m di altezza (Fig. 2). L’ellissoide è tagliato da un piano orizzontale e appoggiato su lame in calcestruzzo disposte lungo il perimetro riducendo così l’altezza del guscio a 18.24 m (Fig. 3). Alla sommità del guscio è presente un’apertura zenitale di forma ellittica (10.21 m x 5.70 m), che permette di portare la luce naturale all’’interno della struttura. Inoltre, da quota 4.81 m fino a quota 18.78 m, sono distribuiti sulla superficie del guscio 1024 oblo di diametro pari a 0.40 m. Lo spessore del guscio varia da un minimo di 10 cm a un massimo di 12 cm. All’interno di questo spessore sono disposti quattro strati di armatura, in direzione radiale (meridiani) e in direzione tangenziale (paralleli). Le sollecitazioni maggiori dell’armatura si riscontrano in corrispondenza dell’appoggio del guscio sulle lame in calcestruzzo rispettivamente in corrispondenza dell’apertura zenitale in sommità (zone di discontinuità). La zona in prossimità dell’equatore, da quota 5.50 m a quota 12.60 m, presenta uno spessore di 12 cm ed è precompressa mediante 35 cavi di precompressione (monotrefoli 0.6” post-tesi e iniettati). In questa zona, il calcestruzzo è inoltre rinforzato mediante fibre in acciaio (20÷40 kg/m3) in modo da poter meglio controllare la fessurazione del calcestruzzo, l’assorbimento delle forze di deviazione dei cavi e la ripresa dello sforzo di taglio alla base. t 1. 0.10 m 2. 1. Influsso dello spessore del guscio sulle super fici di vendita: (a) guscio con spessore impor tante; (b) guscio di spessore ridot to 2. Ellissoide e assi principali 3. Sezioni principali: (a) sezione sull’asse longitudinale; (b) sezione sull’asse trasversale 3a. 34 TI PROGETTI 4. 5. 6. Foto Simone Mengani Costruzione La costruzione del guscio è iniziata nel mese di aprile 2011 mediante la posa della centinatura costituita da travi di legno lamellare poste a un interasse di ca. 2 m (Fig. 4 sup.). La costruzione è poi proseguita con la posa di travi secondarie in legno (Fig 4 inf.) e di pannelli multistrato costituenti il cassero del guscio. Durante il mese d’agosto 2011 ha avuto inizio la posa dell’armatura (Fig 5 sup.) e dell’acciaio di precompressione in prossimità dell’equatore (Fig. 5 inf.). La parte inferiore del guscio è stata realizzata in calcestruzzo spruzzato e la parte superiore, dove la pendenza è inferiore a 15°, in calcestruzzo convenzionale gettato in opera. Il getto è terminato nel mese d’ottobre 2011. Dopo che il calcestruzzo ha raggiunto la resistenza a compressione prevista, la struttura è stata parzialmente precompressa e il cassero è stato allontanato nella parte inferiore del guscio. A questo punto, la precompressione ha potuto essere applicata nella sua totalità e la parte superiore del cassero abbassata in fasi successive. Per il guscio di copertura sono stati utilizzati 650 m3 di calcestruzzo (classe C30/37), 227 t d’acciaio d’armatura, 7 t d’acciaio armonico per cavi di precompressione e 13 t di fibre in acciaio. 7. 4, 6 Costruzione del guscio: 4 sup. centine principali; 4 inf. travi secondarie 5 Costruzione del guscio: 5 sup. posa dell’armatura; 5 inf. posa dell’acciaio di precompressione 7 Immagini del guscio a lavori ultimati 3b. Foto Simone Mengani 35 TI Stella Ponteggi Sagl 6721 Ludiano Tel. +41(0)91 870 21 91 Fax. +41(0)91 870 21 92 [email protected] www.stella-ponteggi.ch La conquista dello spazio? Ci pensa Falconi. KONE MaxiSpace®, è un impianto appositamente studiato per la sostituzione di vecchi ascensori in edifici esistenti. È il primo ascensore basato sull’innovativa tecnologia KONE che elimina la necessità del contrappeso, oltre che del locale macchina, utilizzando al meglio lo spazio esistente senza richiedere modifiche al vano. Lo spazio precedentemente occupato dal contrappeso può essere utilizzato a favore della cabina, che in tal modo diventa fino a un terzo più ampia di prima. Elettricità Falconi è esclusivista per il Canton Ticino e i Grigioni di KONE MaxiSpace® Elettricità Falconi SA Via Ghitello 4 - CH 6834 Morbio Inferiore Tel. +41 91 695 72 72 - Fax +41 91 695 72 70 www.falconi.ch MONOCARD 4 Il biglietto di visita del vostro Parking. Contatto von Ballmoos SA Tödistrasse 46 · CH-8810 Horgen · Telefono +41 44 727 42 42 · Fax +41 44 727 42 21 [email protected] · www.vonballmoos.com • Progettazione e costruzione di capannoni prefabbricati • Carpenteria metallica in genere • Serbatoi per olio da riscaldamento e benzina • Tubazioni ed impiantistica in acciaio inossidabile • Sili e contenitore per lo stoccaggio di materiali solidi e liquidi • Contenitori per vetro usato e altri rifiuti riciclabili • Costruzioni saldate con procedimenti E, MIG-MAG e TIG • Servizio con autogrù 35 t • Porti turistici e pontili Officine Ghidoni SA Via al Pizzante 9 - 6595 Riazzino Tel. +41(091) 850.50.00 - Fax. +41(091) 850.50.01 [email protected] www.officineghidoni.ch ,035(6$&26758=,21, 678',2'·,1*(*1(5,$ )DLGR 9LD&DQWRQDOH 7HO²)D[ IDLGR#PXWWRQLVDFK %HOOLQ]RQD 9LD0XUDWH 7HO²)D[ EHOOLQ]RQD#PXWWRQLVDFK ZZZPXWWRQLVDFK Nahtlos isolieren auf ovaler Betonschale Ansprüche an die Isolation. Diese muss wasserdicht, fugenlos sowie wetter- und lichtbeständig sein. Pluimers Isolierung in Rijssen (Niederlande) ist spezialisiert auf das Spritzen von Polyurethan-Isolierungen und hat bereits früher für den Auftraggeber europäische Hafenhallen zu seiner grossen Zufriedenheit isoliert. Das Einkaufszentrum Centro Ovale in Chiasso mit seiner ovalen Form stellte aussergewöhnliche Anforderungen an alle am Bau beteiligten Unternehmen. Die Aussenhaut wurde in Beton gegossen, welcher auf der Innenseite sichtbar bleiben sollte. Somit war klar, dass sich eine Aussendämmung mit Polyurethan bestens eignen würde. Eine ungewöhnliche Aufgabe, welche von Pluimers Isolierung mit Erfolg ausgeführt wurde. Nahtlos Die vor Ort von Spezialisten von Pluimers aufgesprühte PUR-Isolierung ist nahtlos und wurde ohne Befestigungsmaterial direkt auf den Beton aufgetragen. Der rauhe Spritzbeton ist, sofern er zum Zeitpunkt der Sprühung trocken und fettfrei ist, ein idealer Untergrund für die Haftung der Isolationsschicht. Die Isolationsstärke kann je nach Bedarf variieren. Beim Centro Ovale lautete der Auftrag 90 mm Polyurethan aufzutragen. Zweilagiges Coating Die PUR-Isolationsschicht wurde mit einem zweilagigen UV-beständigen Coating versiegelt. Zwischen den beiden Lagen wurde rund um die Bullaugen ein Hyperseal angebracht, um eine zusätzliche Barriere gegen eintretendes Wasser zu errichten. Wartung Das Coating hat eine garantierte Lebensdauer von mindestens 10 Jahren, danach wird eine Kontrolle empfohlen. Nach 5 Jahren empfehlen wir eine Reinigung des Coatings. Das Einkaufszentrum Centro Ovale hat nicht nur eine spezielle Form, sondern stellt mit den 1054 Bullaugen (kleine runde Fenster) und den 8000 Abstandhalter für das Metalldekor höchste Pluimers Schweiz GmbH- Zuercherstrasse 25 - 8917 Oberlunkhofen - Schweiz - Tel: +41 (0)56 6343545 Pluimers Isolierung GmbH - Eper Straße 16 - 48599 Gronau - Deutschland - Tel: +49 (0)2562 8168797 Isolatiebedrijf Pluimers B.V. - Wattstraat 11 - 7461 AB Rijssen - Niederlande - Tel: +31 (0)548 516225 www.pluimers.eu Bazzi Piastrelle SA l Via dei Pioppi 10 l 6616 Losone l T +41 (0)91 792 16 02 l F +41 (0)91 792 18 02 l www.bazzi.ch l [email protected] CONCORSI Erweiterung und Sanierung Klinik Königsfelden, Windisch Nicht anonymer Studienauftrag mit Präqualifikation zur Evaluation eines Generalplaner-Teams 1. Auftraggeberin Psychiatrische Dienste Aargau AG, Zürcherstrasse 241, 5210 Windisch 2. Bauvorhaben Sanierung und Erweiterung Klinik Königsfelden, Hauptgebäude (Teilprojekt 1) 3. Aufgabe In der Parkanlage Königsfelden soll das denkmalgeschützte Hauptgebäude saniert und um einen Neubau erweitert werden. Darin sollen stationäre Bereiche, Ambulatorien, Tageskliniken und Therapien (180 Betten total) beherbergt werden. Im Hauptgebäude sind künftig vor allem Verwaltungs- und Therapiebereiche vorgesehen. Die gesamte Nutzfläche der Funktionsbereiche beträgt rd. 13 600 m2. Sanierungsbedürftig ist ebenfalls das Versorgungsgebäude «Vetra». Dessen Instandstellung wird als optionaler Zusatzauftrag nach Ablauf des Studienauftrags vergeben. Das gesamte Kostendach beträgt rd. CHF 101,5 Mio. 4. Art des Verfahrens Der einstufige Studienauftrag wird als selektives Vergabeverfahren gemäss der Submissionsgesetzgebung des Kantons Aargau (§ 7 Abs. 2 in Verbindung mit § 9 und § 8 Abs. 3 Submissionsdekret) und subsidiär der SIA-Ordnung 143/2009 (Ordnung 143 für Architektur- und Ingenieurstudienaufträge 2009, mit Abänderung der Bestimmungen von Art. 17, 22 und 27) ausgeschrieben. Im Rahmen der Präqualifikation werden 4 oder 5 Generalplaner-Teams zur Teilnahme am Studienauftrag ausgewählt. Die Durchführung des Studienauftrags erfolgt nicht anonym. Die Sprache für das Verfahren und den Folgeauftrag ist Deutsch. 5. Teilnahmeberechtigung/ 5. Nachwuchsregelung Teilnahmeberechtigt am Präqualifikationsverfahren sind Generalplaner oder Generalplaner-Teams mit Wohn- und Geschäftssitz in der Schweiz sowie in allen Vertragsstaaten des WTO-Übereinkommens, soweit diese Gegenrecht gewähren. Bei 1 bis 2 Generalplaner-Teams können Nachwuchsarchitekten, welche den Nachweis der Eignung nicht erbringen können, zugelassen werden. 6. Termine (voraussichtlich) – – – – – 7. Entschädigung Die Teilnahme am Selektionsverfahren wird nicht entschädigt. Den für den Studienauftrag ausgewählten Teilnehmern wird die Einreichung der vollständigen Unterlagen mit CHF 75 000.– inkl. MwSt. und inkl. Nebenkosten entschädigt. 8. Ausschreibung Massgebend ist die Publikation auf simap.ch. 9. Ausschreibungsunterlagen Die Ausschreibungsunterlagen für die Präqualifikation können ab dem 28.06.2013 online auf der Homepage von simap.ch bezogen werden. 10. Begleitung Studienauftrag blumergaignat ag, Rennweg 5, 8700 Küsnacht ZH Publikation Ausschreibungsunterlagen Präqualifikation inkl. Bezug Unterlagen online auf simap.ch Einreichung Bewerbungsunterlagen Entscheid Präqualifikation zur Teilnahme Starttermin Studienauftrag Abgabe Studienauftrag/Schlusspräsentation/Abgabe Modelle ab 28.06.2013 05.08.2013 13.09.2013 31.10.2013 13./14.03.2014 Il vostro partner per illuminazioni innovative Tic Illuminazione Ufficio Ticino: 091 941 23 70 info @ tic-light.ch, www.tic-light.ch MESON 180 MULTIPLE Sistema di luce LED combinabili individualmente CORONA LED ROUND 30 W / 2300 lm / 3000 K Ø 290 mm DIARIO A cura di Paolo Fumagalli Diario dell’architetto del 10 maggio 2013 Louis Kahn alla Vitra L’esposizione sull’opera di Louis Kahn (1901-1974) al Vitra Design Museum a Weil am Rhein (dal 23 febbraio al 11 agosto 2013) non è forse l’ideale per chi è digiuno di architettura, per la complessità dell’allestimento, ma è però un tesoro tutto da scoprire per chi vuole approfondire l’opera dell’architetto americano, e soprattutto per capire. Capire come Kahn progetta, per quali strade procede il suo lavoro di elaborazione, dove lo conduce la ricerca e l’approfondimento, e come riesce nella sintesi finale a trovare il giusto archetipo, il modello cui riferirsi, il nocciolo fondamentale cui poggiare il progetto. Ecco, in mostra alla Vitra sono esposte le tracce di questo lavoro, ciò che Kahn lascia dietro di sé in forma di schizzi, di planimetrie, di varianti, di modellini in cartone. Questa ricerca del modello tipologico – dell’archetipo – è governata sempre dall’ordine, inteso come matrice indispensabile per giungere a una sintesi, a una 1. «cellula» dalla quale organizzare il tutto. Un ordine nel quale la chiarezza delle funzioni è basilare, tanto da suddividerne gli spazi in serventi e serviti, nel separare gli spazi che portano a un luogo – come le scale ad esempio – con lo spazio del luogo stesso. La ricerca strutturale affronta non solo le questioni del portato e del portante, del trilite o del monolite, ma determina anche, con le travi e gli archi e i pilastri e le pareti, i valori del chiaro e dello scuro, quelli formidabili nella sua opera della luce e dell’ombra: «Structure is the maker of light. A column and a column brings light between. It is darkness - light, darkness - light, darkness - light». È nel modello formale che precipitano queste ricerche, fino a costituire quel «recipiente» che contiene il mondo stesso di Kahn, dei suoi studi e viaggi e conoscenze e esperienze e amori e ossessioni: «Design is not making beauty, beauty emerges from selection, affinities, integration, love». Con due concetti fonda2. 1. Parasol Houses per Knoll Associates, 1944 (dal catalogo dell’esposizione: Louis Kahn, The power of architecture, Vitra Design Museum, 2012) 2. Spiegazione del progetto per la First Unitarian Church a Rochester, NY (dal catalogo dell’esposizione: Louis Kahn, The power of architecture, Vitra Design Museum, 2012) 40 TI DIARIO mentali sullo sfondo: la presenza materica del fatto architettonico, la massa, il peso, la monumentalità, se si vuole, e quella del fatto costruttivo, del valore del materiale, con i suoi imperativi di superficie, di colore. È nella sintesi di questo complesso discorso – mai lineare come qui descritto – che Kahn perviene al nocciolo del progetto, all’archetipo. Che poi monta, ripete, elabora e sviluppa nella complessità del progetto intero. La mostra al Vitra Museum racconta anche i due periodi che hanno caratterizzato il percorso professionale di Kahn: il primo è costituito dalla città di Filadelfia, intesa non solo come luogo dove abita e lavora, ma anche come «laboratorio» di progettazione; il secondo è quello degli ultimi venticinque anni, nei quali realizza i suoi capolavori. Nella prima di queste due fasi si occupa della sua città, intrecciando tra loro i temi legati all’abitazione - indagata nelle tipologie spaziali e nella razionalizzazione dei metodi costruttivi - con quelli legati all’urbanistica e alle trasformazioni urbane dove alla crescita delle periferie e alla decadenza di interi quartieri oppone un centro città dinamico, pedonale, con spazi urbani identitari e una forte connotazione architettonica. Questa prima fase termina, in modo emblematico, nel 1961 con la costruzione del Richards Medical Research Building, i laboratori di ricerca biologica dell’Univeristà di Pennsylvania, sempre a Filadelfia. È il perno dal quale inizia la sua seconda fase. Non solo perché con quest’opera Kahn diviene famoso in tutto il mondo, ma soprattutto perché vi confluiscono tutti i temi progettuali elaborati e approfonditi in precedenza: l’integrazione tra spazio e struttura, il valore della luce naturale, l’organizzazione volumetrica delle diverse parti, la cadenza di moduli elementari, la saldatura dei tre concetti della forma, dei materiali e del sistema costruttivo. Tutto questo emerge passo passo nell’esposizione, dove disegni schizzi modelli piante facciate schemi prospettive illustrano l’origine del progetto, l’idea. L’invenzione. Anche le incertezze: come quando, dopo un incontro avuto nel cantiere del Salk Institute a la Jolla (1959-1965), ringrazia l’architetto messicano Luis Barragan (1902-1988) per avergli suggerito – a lui che non sapeva come risolvere lo spazio centrale tra i due edifici – di lasciarlo semplicemente vuoto: «I would – gli scrive Barragan – not put a tree or blade of grass in this space. This should be a plaza of stone, not a garden. If you make this a plaza, you will gain a facade - a facade to the sky». Da Kahn a Herzog e de Meuron: l’ampliamento della fiera di Basilea È certo un bello shock, ritornando dalla mostra sull’architettura di Kahn, giungere in tram sotto l’architettura della nuova ala della Messe Basel, ultima opera di Herzog e de Meuron. Dopo le complesse meticolose e ponderate articolazioni spaziali e volumetriche di Kahn si piomba nella realtà di questo nuovo secolo: davanti ad un edificio lungo 220 metri, largo 90 metri e alto 32 metri, con una superficie interna di 38’000 metri quadri e costato 430 milioni di franchi. Costruito in soli 22 mesi. Il merito del duo H&dM è di essere riusciti, nonostante le enormi dimensioni di questo di per sé banale edificio (un cassone privo di finestre destinato ad accogliere gli stand espostivi della fiera) a realizzare non solo una forma avvincente – in questo sono maestri – ma anche a trovare una scala adeguata alla città. Merito del suddividere in tre fasce orizzontali i fronti dell’edificio, con un piano terreno interamente vetrato e i due piani superiori con un progressivo aggetto verso l’esterno. Merito pure, mediante la ve- 3. 3. Foto aerea prima dell’inter vento, con indicato il perimetro del nuovo edificio 41 TI DIARIO 4. 5. tratura del piano terra – alto 10 metri –, dell’aprire verso l’esterno i contenuti «pubblici» dell’edificio, come gli spazi per negozi, bar, ristoranti, foyer e un luogo per eventi dalla capienza di 2’500 spettatori. Merito inoltre del realizzare – del punto in cui l’edificio come un ponte attraversa la strada – il City Lounge, una piazza coperta con le entrate all’edificio ai due lati e la fermata del tram al centro, con un grande e spettacolare foro a forma di imbuto rovesciato a prendere la luce e vedere il cielo. Merito infine del rivestimento dei piani superiori, costituito da strisce lamellari in alluminio intrecciate che vanno a formare una superficie ondulata, ora concava ora convessa. Ma a mio parere, a fianco di questi indubbi meriti nel saper gestire un volume così imponente dentro la città, vi è anche il demerito di aver tradito questa città. Nel senso che i 220 metri del volume architettonico interrompono la prospettiva di Clarastrasse, una strada importante nell’assetto urbanistico di Basilea, che si dipana quasi rettilinea dal ponte sul fiume Reno fino alla Badischen Bahnhof. Non solo, ma ancora più grave è che l’edificio di Herzog e de Meuron va a chiudere, nel luogo mediano di questa stessa strada, il punto focale costituito dallo spazio della Messeplatz e di distruggere la vista della bella torre vetrata di Morger & Degelo & Marques che domina questa piazza e che era visibile nella sua verticalità da lontano, nella prospettiva di Clarastrasse. Oggi ci sono dei buoni motivi per sostenere la spinta a densificare le città. Ma ha il suo prezzo. E denuncia anche i suoi pericoli. Specie quando, come qui a Basilea, tradisce quei valori urbanistici che danno significato alla città stessa. 4. Vista dell’edificio dalla Clarastrasse 5. Vista dalla Messeplatz del Cit y Lounge 6. Il foro zenitale del Cit y Lounge 6. 42 TI LIBRI A cura di Enrico Sassi Ser vizio ai lettori Avete la possibilità di ordinare i libri recensiti all’indirizzo [email protected] (Buchstämpfli, Berna), indicando il titolo dell’opera, il vostro nome e cognome, l’indirizzo di fatturazione e quello di consegna. Riceverete quanto richiesto entro 3/5 giorni lavorativi con la fattura e la cedola di versamento. Buchstämpfli fattura un importo forfettario di CHF 8.50 per invio + imballaggio. Roberta Grignolo (a cura di), Marco Zanuso Scritti sulle tecniche di produzione e di progetto Mendrisio Academy Press, Archivio del Moderno, Accademia di architettura, Università della Svizzera Italiana, SilvanaEditoriale, Mendriso 2013 (ISBN 9-788836-622986, bross., 19 x 24.5 cm, ill. foto e fig. b/n, pp. 349) Il volume è pubblicato nell’ambito del progetto di ricerca «Marco Zanuso tra tecniche costruttive e tecniche di progettazione», diretto da Bruno Reichlin e Letizia Tedeschi. Nella premessa la curatrice Roberta Grignolo informa che libro raccoglie una selezione degli scritti di Marco Zanuso (19162001), (...) scelti tra saggi, articoli, relazioni a convegni e conferenze. Questa raccolta costituisce la prima tappa del processo di valorizzazione del fondo dell’architetto e designer milanese, donato alla Fondazione Archivio del Moderno di Mendrisio per volontà dello stesso progettista nel 2000. (p. XVII) Il volume si apre con una prefazione di B. Reichlin e prosegue con un corposo saggio di R. Grignolo Marco Zanuso, tra tecniche di produzione e tecniche di progetto (pp. 1-72), corredato da un ricco apparato di note (266). Il saggio ripercorre il pensiero di Zanuso nel dibattito del quale ha affrontato le problematiche chiave, dall’urgenza della ricostruzione alle potenzialità della prefabbricazione edilizia, dalla conoscenza dei processi produttivi industriali al rapporto tra architettura e design, dalla sperimentazione di nuovi materiali al rapporto tra arte e architettura, dal ruolo dell’architetto nella società industriale alla cosiddetta «progettazione integrata. (p. 1) Il volume pubblica in seguito 34 testi e due interviste, illustrati con fotografie e disegni originali del fondo Zanuso. Roberto Collovà (a cura di) Piccole figure che passano 22publishing, Milano 2012 (ISBN 9788-895-18544-6, bross., 12 x 18 cm, ill. alcune foto e dis. b/n + col., pp. 191, italiano) Ariella Masboungi (a cura di) (Ré)aménager les rez-de-chaussée de la ville Le Moniteur, Paris 2013 (ISBN 978-2281-19554-5, bross., 16 x 26 cm, ill. fig. e foto b/n e col., pp. 143, francese) Il libro è un piccolo volume composto dalla raccolta di 20 scritti pubblicati tra il 1994 e il 2012, illustrati da alcune (poche ma molto evocative) fotografie e da alcuni suggestivi appunti grafici. La prosa di Collovà – colta, precisa, intensa – è sempre chiara. I testi che svelano la geografia intellettuale e affettiva dell’autore sono avvolti da una copertina color avorio che ricorda quelle di Casabella ai tempi di Gregotti, al quale è dedicato il testo I migliori maestri sono quelli che ti spiegano poco. Traspare l’interesse per l’opera di Siza al quale sono dedicati i capitoli Con e contro il disegno discorso pronunciato nel 1995 in occasione del conferimento della laurea honoris causa alla facoltà di architettura di Palermo; Piccole figure che passano, su Malagueira; Cronologie: Malguira, Evora, 1974-2000; Le case di Siza. Altri testi sono dedicati al tema della casa: Case incomplete, case interrotte, case in rovina (sul progetto); Cambiare casa; In un bosco di noccioli (sulla propria casa). Vi sono poi una serie di testi dedicati a temi generali e di progetto urbano: Utopia di Gibellina, Rifondare la città, Urbanizzare il sacco, Periurbano; narrazioni nelle quali a volte compare la figura amica di Italo Calvino come nel titolo del capitolo La città e l’acqua, breve testo dedicato a Palermo e alla lettura della rete di manufatti, un’archeologia frammentaria dell’uso dell’acqua, più interessante come struttura organizzativa del territorio che come sistema di opere. (p. 45); o nello scritto intitolato Sotto l’asfalto, dedicato a Gela, (...) che potrebbe essere tra le città invisibili, le città nascoste (…) o tra le città e la memoria. (p. 47). Il libro edito da Le Moniteur appartiene alla collezione projet urbain promossa dal Ministère de l’Égalité des territoires et du Logement e sottolinea la rilevanza del piano terreno per la produzione di spazi urbani vitali e dinamici. Il piano terreno, con lo zoccolo degli edifici, è presentato come tema di progetto, luogo nel quale costruire hall luminose o installare commerci di prossimità, fonte di economia globale. Piani terreni animati e affollati garantiscono maggiore sorveglianza offrendo al pedone il piacere di una deambulazione sicura e intensa. Il libro accoglie numerosi contributi di autori provenienti da diverse discipline: architetti, urbanisti, pianificatori, promotori immobiliari, economisti; è composto dall’insieme di numerosi contributi pubblicati sotto forma di testi brevi (da 4 a 8 pagine) illustrati da schemi esplicativi, immagini di progetti e realizzazioni. L’indice del volume si compone di tre sezioni: 1) (Ré) aménager les rez-de-chaussée de la ville (con 4 scritti: J.M. Michel, A. Masboungi, P. Panerai, J.M. Roux); 2) Rezde-chaussée à dominante non commerciale (con due sotto-sezioni: L’urbanité des rez-de-chaussée révélée par le programme, 8 scritti: F. Monjal, M. Wellington, A. Masboungi, F. Grether, C. Denerier, Y. Lyon, C. Poulin, C. Daubas; Innovations typologiques et architecturales, 5 scritti: F. Leclercq, P. Chaix, K. Christiaanse, Y. Lyon, B. Reichen; 3) Rez-de-chausée commerciaux (con due sotto-sezioni: Comprendre les logiques commericiales, 4 scritti: P. Madry, M. Pazoumian, S. Simonet; Expériences: comment passer à l’acte, 7 scritti: E. Bazard, T. Laget, F. Geiling, G. de MontMarin, B. Le Brun, P. Bousquet, J.M. Roux). 43 TI Cœur Défense, Paris Noi vi mettiamo in moto. A Gordola e nelle non immediate vicinanze. Ogni giorno un miliardo di persone utilizza gli ascensori, le scale mobili e le innovative soluzioni di mobilità Schindler. Al nostro successo contribuiscono 45 000 collaboratori in tutti i continenti. www.schindler.ch EDITORIALE ABITARE A GINE VR A Alberto Caruso Abitare a Ginevra e in Ticino Raramente l’architettura, e forse per un eccessivo peso della storia, ha usato la periferia come materiale per l’architettura stessa. Forse non si tratta solo di bonificare la periferia ma di cambiare il nostro sguardo per scoprire che cosa di significativo e autentico ci sia nelle periferie contemporanee, come fa il cinema, la fotografia, la letteratura, la poesia, l’arte nelle sue diverse forme. Roberto Collovà, 2012 Sfogliando le immagini delle opere di Rino Tami e di Peppo Brivio, e anche di Oreste Pisenti, di Bruno Bossi, di Bruno Brunoni o di Tita Carloni e di diversi altri architetti operanti in Ticino nel dopoguerra fino agli anni ’70, non si può non rilevare che nella loro opera erano presenti molti edifici residenziali collettivi, progettati e spesso realizzati nei centri urbani. Era una fase di crescita delle città, che avveniva ancora in modo strutturato, estendendo la maglia stradale novecentesca e riproponendo alte densità, pur senza rispettare gli allineamenti perimetrali della città più compatta. Nell’opera, invece, dei giovani allievi, esposta nel 1975 nella ormai leggendaria esposizione zurighese intitolata Tendenzen, nell’opera di questi architetti che hanno reso il Ticino famoso nel mondo, era assolutamente prevalente, a volte senza eccezioni, la presenza di edifici unifamiliari. Edifici straordinari, con una ricerca linguistica e una sperimentazione tipologica radicale, edifici ancora oggi capaci di interpretare magistralmente la specificità dei luoghi e della loro cultura materiale, ma abitazioni per una sola famiglia. Era l’inizio di un processo espansivo nel territorio intorno alle città, più spesso sulle alture, dove la borghesia più colta e ricettiva rispetto alle proposte innovative dell’architettura, realizzava modelli insediativi che si sarebbero poi diffusi all’intera domanda di abitazioni. Oggi il processo espansivo nel territorio, la cosiddetta diffusione insediativa, lo sprawl, (per farsi capire da tutti) è giunto al punto da compromettere la bellezza del paesaggio ticinese, cioè la ragione stessa della tendenza ad abitare fuori dalle città, nella natura, e al punto di mettere in crisi la solidarietà sociale e di provocare costi economici giganteschi in reti di urbanizzazione, servizi, trasporti, tutti a carico dei bilanci pubblici. Ripensare al modello insediativo è diventata un’urgenza. Prima di tutto un’urgenza culturale, perché non c’è misura legislativa, pianificatoria o fiscale mirata a combattere quel modello, che poi venga effettivamente realizzata senza una convinzione culturale largamente condivisa sui danni irreversibili provocati dalla diffusione delle abitazioni sul territorio. Il Piano Direttore cantonale contiene obiettivi abbastanza chiari al riguardo, ma i suoi orientamenti rimangono sulla carta, senza la necessaria inversione culturale nelle attese e nei desideri. Quale il ruolo degli architetti e degli ingegneri? Se conveniamo che con l’architettura non si cambia la società, ma si può cambiare l’architettura stessa, allora dobbiamo progettare con un tasso maggiore di criticità, dobbiamo cercare e promuovere progetti più vasti e capaci di trasformare gli attuali assetti per ridurre lo spreco di territorio, dobbiamo scrivere e parlare in favore delle scelte che vanno nella direzione di rinnovare la cultura insediativi, e combattere pubblicamente quelle che favoriscono la permanenza di quella dominante. A Ginevra, il Piano Regolatore cantonale prevede 50.000 nuove abitazioni nei prossimi venti anni, preservando la qualità del paesaggio e limitando il consumo di terreni agricoli, come scrive l’architetto cantonale Francesco Della Casa. Il problema in quel cantone è di costruire alloggi sufficienti per il fabbisogno indotto dai 100.000 ginevrini che oggi hanno meno di venti anni e dai 100.000 pendolari che lavorano in città e abitano lontano o nella vicina Francia, perché non trovano alloggi a prezzi accessibili. Certo, i problemi abitativi ticinesi hanno un’altra scala dimensionale. Ma, abbiamo pensato che tra qualche anno il treno che collega Lugano alla Svizzera interna consentirà di viaggiare in un tempo compatibile con il tragitto quotidiano tra casa e lavoro, e allora il Ticino potrà essere oggetto di una pressione residenziale mai vista? E abbiamo pensato che, se la cultura insediativa e gli strumenti di governo del territorio saranno ancora quelli attuali, il Ticino non avrà energie sufficienti per contenere, indirizzare e convogliare questa pressione in progetti di scala adeguata, con morfologie complesse e tipologie abitative contemporanee ed evolute, in progetti di nuove densità ricche di socialità cittadina, in una Città-Ticino sostenibile? 45 EDITORIAL ABITARE A GINE VR A Alberto Caruso In Genf und im Tessin wohnen Die Architektur hat die Peripherie – vielleicht aufgrund einer zu starken geschichtlichen Prägung – selten als Material der Architektur selbst genutzt. Es geht nicht nur darum, die Peripherie zu sanieren, sondern auch darum, einen anderen Blick darauf zu werfen, um die bedeutenden und authentischen Aspekte der heutigen Peripherie genauso zu entdecken wie Film, Fotografie, Literatur, Dichtung und Kunst in unterschiedlichen Formen. Roberto Collovà, 2012 Bei einem Blick auf Bilder der Werke von Rino Tami und Peppo Brivio, Oreste Pisenti, Bruno Bossi, Bruno Brunoni oder Tita Carloni und anderer Architekten, die von der Nachkriegszeit bis in die 1970er-Jahre im Tessin wirkten, fällt ins Auge, dass sie zahlreiche Mehrfamilienprojekte in den Städten geplant und umgesetzt haben. Es handelte sich um eine Zeit des strukturierten Wachstums der Städte, während der das Strassennetz aus dem 19. Jahrhundert ausgeweitet und eine hohe Dichte erzielt wurde, ohne den Perimeter der kompakten Stadt einzuhalten. In dem Werk der jungen Schüler, das 1975 auf der legendären Zürcher Ausstellung «Tendenzen» gezeigt wurde und das dem Tessin zu Weltruhm verhalf, waren fast ausnahmslos Einfamilienhäuser zu sehen. Zweifellos handelte es sich um aussergewöhnliche Bauwerke mit radikaler Formsprache und gewagten Gebäudetypen, die der Besonderheit der Orte und ihrer Werkstoffkultur meisterhaft Rechnung trugen. Aber es waren Wohnhäuser für eine Familie. Damals begann der Prozess des Auszugs aus der Stadt in das Umland, häufig auf die Hügel, wo das gebildete und für innovative Ideen der Architektur offene Bürgertum Siedlungsmodelle umsetzte, die später die gesamte Wohnraumnachfrage prägen sollten. Heute hat die Zersiedelung, der sogenannte «urban sprawl», ein Niveau erreicht, das die Schönheit der Tessiner Landschaft und damit den Grund selbst zum naturnahen Wohnen ausserhalb der Stadt gefährdet. Gleichzeitig bedroht sie die gesellschaftliche Solidarität und führt zu enormen Kosten zulasten der öffentlichen Haushalte für Erschliessungsnetze, Dienstleistungen und Verkehr. Ein Nachdenken über das Siedlungsmodell steht daher dringend an. Es handelt sich zuvorderst um einen kulturellen Notstand – keine gesetzliche, planerische oder steuerliche Massnahme kann gegen dieses Modell tatsächlich wirksam sein, wenn dahinter nicht die breit geteilte Überzeugung steht, dass die Zersiedelung irreversible Schäden anrichtet. Der kantonale Richtplan enthält diesbezüglich klare Vorgaben, aber diese Zielsetzungen bleiben auf dem Papier und führen keinen kulturellen Wandel der Erwartungen und Wünsche herbei. Welche Rolle spielen Architekten und Ingenieure? Wenn wir der Meinung sind, dass die Architektur die Gesellschaft nicht verändern kann, dass man jedoch die Architektur ändern kann, dann müssen wir kritischer planen. Wir müssen umfassendere Projekte suchen und fördern, die die derzeitige Situation ändern und die Landverschwendung reduzieren. Wir müssen uns schriftlich und mündlich für die Entschei- dungen aussprechen, die in Richtung der Erneuerung der Siedlungsmodelle gehen, und öffentlich gegen das Fortbestehen der derzeitigen Kultur kämpfen. In Genf sieht der kantonale Gestaltungsplan 50 000 neue Wohnungen in den nächsten zwanzig Jahren vor, «wobei die Qualität der Landschaft beibehalten und die Nutzung von landwirtschaftlichen Grundstücken begrenzt werden soll», wie der Kantonsarchitekt Francesco Della Casa schreibt. In diesem Kanton geht es darum, genügend Wohnungen zu bauen für den Bedarf von 100 000 Genfern, die heute unter 20 Jahre alt sind, und von 100 000 Pendlern, die in der Stadt arbeiten und weit weg oder im nahe gelegenen Frankreich wohnen, weil sie keinen Wohnraum zu angemessenen Preisen finden. Die Wohnraumprobleme der Tessiner haben sicherlich nicht dieses Ausmass. Denken wir jedoch daran, dass die Zugverbindung zwischen Lugano und der Innerschweiz in wenigen Jahren eine Pendlerverbindung darstellen könnte, mit der man von zu Hause zur Arbeit fahren kann. Könnte es dann nicht zu einem nie gesehenen Ansturm auf Wohnraum im Tessin kommen? Wenn die Baukultur und die Instrumente der Kantonalregierung noch die gleichen sein werden, wird das Tessin dann genug Energie haben, um diesem Ansturm mit Projekten in angemessener Grösse, mit komplexen Gestaltungsformen und modernen und innovativen Wohnmöglichkeiten im Rahmen von Vorhaben mit hoher Dichte und engem sozialen Verbund in einer nachhaltigen «Stadt Tessin» zu begegnen und ihn in die richtigen Bahnen zu leiten? 46 ABITARE A GINE VR A Die Wohnraumpolitik der nächsten zwanzig Jahre in Genf Francesco Della Casa* La politica residenziale di Ginevra per i prossimi vent’anni Con il piano regolatore cantonale 2030, gli amministratori si assumono una triplice responsabilità nei confronti delle generazioni future. Si tratta di dar loro la possibilità di: – alloggiare in abitazioni di qualità affittate a prezzi onesti; – risiedere e lavorare in un agglomerato in grado di garantire una buona qualità di vita e spazi pubblici generosi; – vivere in un cantone le cui caratteristiche paesaggistiche, naturali, architettoniche e agricole siano preservate. 100.000 ginevrini hanno oggi meno di vent’anni. È proprio per loro che il Consiglio di Stato ha concepito il Piano regolatore cantonale il cui scopo è di permettere la costruzione di alloggi sufficienti, preservando le qualità del paesaggio e limitando il consumo di terreni agricoli. Lo strumento del piano regolatore risponde all’ambizione – sancita dalla nuova costituzione – di vivere in un «agglomerato compatto, multipolare e verde». Esso mira ad aumentare la densità dei centri abitati, in particolare nei pressi degli assi di trasporto, e presta grande attenzione alla qualità degli spazi pubblici. Il piano regolatore 2001-2015 aveva sottovalutato le esigenze abitative all’interno del cantone, contribuendo così ad aggravare la carenza di alloggi. Costruzione di nuovi allog gi nel Canton Ginevra dal 1930 Fonte Uf ficio Cantonale di statistica – statistica del parco immobiliare Valori annui 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 2010 2005 1995 2000 1985 1990 1975 1980 1970 1965 1955 1960 1950 1945 1935 1940 0 1930 Il 20 febbraio scorso, il Consiglio di Stato del Cantone di Ginevra ha presentato il Piano regolatore cantonale «Ginevra 2030». Questo documento di riferimento definisce le linee guida e le condizioni per la gestione del territorio cantonale nei prossimi vent’anni. La politica abitativa è ovviamente uno degli assi portanti del testo. Tuttavia l’azione intrapresa dal governo non si limita alla grande scala del piano regolatore; essa avrà conseguenze anche sull’elaborazione dei piani localizzati di quartiere (plq) e stimola nel frattempo una riflessione critica sull’insieme dei regolamenti e disposizioni relative alla costruzione di alloggi, quali la normativa sull’accesso alla proprietà in zona di sviluppo o l’incoraggiamento alla compartecipazione dei comuni nella costruzione di complessi residenziali. L’estrema densità delle leggi e dei regolamenti che disciplinano la costruzione non ha impedito l’emergere di progetti di qualità. Ciò dimostra che, se l’arsenale delle normative ginevrino merita di essere sottoposto a un esame critico, gli attori e i progettisti hanno anch’essi il dovere di rimettersi in gioco. Allog gi costruiti Il piano «Ginevra 2030» – che offre un potenziale di 50.000 future abitazioni edificate nel pieno rispetto del territorio – vuole colmare il ritardo e rispondere alle necessità dei ginevrini. Si è pensato in particolare alle giovani famiglie che oggi sono troppo spesso costrette a stabilirsi nella vicina Francia o nel Vaud data l’impossibilità di trovare alloggi a prezzi accessibili nel nostro territorio. Ginevra accoglie ogni giorno circa 100.000 pendolari, il che significa che circa un terzo dei posti di lavoro è occupato da persone che non possono o non hanno mai potuto permettersi di risiedere all’interno del cantone! Il costo di questi spostamenti è esorbitante; il lavoro pendolare è causa di perdite fiscali, di sovraccarico degli assi di traffico, di diminuzione della qualità della vita e di disgregazione sociale. L’attuale carenza di alloggi ha conseguenze anche sul tasso di fertilità: solo 1,4 figli per donna a Ginevra, contro 1,9 nella limitrofa regione francese e 1,75 nel distretto di Nyon. Affinché la proposta potesse svilupparsi su una base solida, era necessario ampliare la platea dei destinatari del nuovo piano regolatore e consentire a ciascun cittadino di comprenderne le visioni e gli obiettivi. L’opuscolo di cinquanta pagine che accompagna il documento ufficiale ripercorre dunque la storia dell’urbanistica ginevrina e fissa gli indirizzi di massima del progetto. 47 ABITARE A GINE VR A Infatti per decidere come si vuole collettivamente sviluppare il territorio è necessario prima di tutto sapere come si è formato. Agire su scala intermedia A partire dal documento che definisce la pianificazione del territorio cantonale su grande scala, François Longchamp – consigliere di Stato responsabile del Dipartimento di Urbanistica dal giugno 2012 – ha voluto incoraggiare una riflessione approfondita sullo strumento del piano localizzato di quartiere (plq) che determina la forma urbana a una scala intermedia. Istituito dalla Legge generale sulle aree di sviluppo che risale al 1957, il plq stabilisce il perimetro di impianto, il profilo e la destinazione d’uso di edifici e spazi liberi, passeggiate, parchi giochi e lotti riservati alle infrastrutture pubbliche; contiene disposizioni riguardanti la vegetazione da salvaguardare o creare, i parcheggi, le vie di comunicazione, gli impianti e le reti di fluidi. Questo strumento, ormai gravato da una considerevole giurisprudenza, ha certamente contribuito a generare una banalizzazione della produzione architettonica; rimpiazzando la sommaria definizione di un perimetro con l’ostinata predeterminazione delle volumetrie e delle superfici costruite, esso tarpa le ali ai progettisti prima ancora che questi possano iniziare a esplorare le potenzialità di un sito. L’intralcio posto alla riflessione spaziale e contestuale dà origine a una morfologia urbana spesso mediocremente bidimensionale. Nel tentativo di porre rimedio a questa deriva è stato dato incarico a un gruppo di lavoro – formato da rappresentanti dell’amministrazione, membri delle associazioni di progettisti, costruttori e promotori immobiliari – di portare a termine, sotto la guida di un’equipe di urbanisti, un’analisi completa di questo strumento e quindi di proporre una bozza di riforma entro la fine di giugno di quest’anno. Leggi e regolamenti Diverse leggi e regolamenti, a volte accompagnati da direttive che giungono fino a imporre i materiali da costruzione, inquadrano la produzione di alloggi a Ginevra. Le prime normative risalgono al boom economico del dopoguerra, epoca in cui la città doveva gestire 6500 nuovi residenti l’anno e veniva inaugurato il programma degli alloggi ad affitto moderato (hlm). Tali normative hanno permesso la realizzazione di grandi complessi residenziali, in particolare a Lignon, Meyrin e Onex. Ma la vigorosa crescita economica ha rapidamente accresciuto anche il timore che gli alloggi costruiti non corrispondessero più ai bisogni preminenti della popolazione. La Legge generale sull’alloggio e la protezione degli inquilini (lgl), entrata in vigore nel 1978, ha istituito il controllo degli affitti di tutte le unità abitative realizzate direttamente dallo Stato o con il suo contributo. Il regolamento ese- Piano «Ginevra 2030», coper tina cutivo specifica la superficie minima netta di ogni alloggio a seconda del numero di locali che lo compongono e quella degli spazi individuali e comunitari. Nel 1962 la carenza di abitazioni, fenomeno ricorrente a Ginevra, aveva già dato origine a una legge che limitava la demolizione e la conversione di edifici residenziali. Nel 1983 la prima normativa è stata notevolmente migliorata grazie all’adozione – in seguito a un’iniziativa popolare – della Legge sulle demolizioni, modifiche e ristrutturazioni delle case d’abitazione (ldtr), una peculiarità ginevrina. Nella sua formulazione si precisa che essa «mira a salvaguardare l’habitat, le sue attuali caratteristiche e le condizioni di vita esistenti» e che, a tal fine, prevede «restrizioni alla demolizione, trasformazione e cambio di destinazione d’uso delle abitazioni; incoraggia lavori di manutenzione ragionevoli e proporzionati; pone limiti all’alienazione di alloggi destinati all’affitto; punisce con l’esproprio temporaneo i proprietari di appartamenti lasciati vuoti senza legittimo motivo». Questa legge, introdotta per stabilizzare il numero delle abitazioni disponibili e calmierare gli affitti in maniera che essi «corrispondano alle esigenze della popolazione», impone la definizione di piani finanziari controllati dall’Ufficio alloggi per ogni nuovo complesso residenziale. Nel corso degli ultimi anni la Legge sull’energia e le normative riguardanti l’inquinamento acustico, i rischi di incendio ecc. hanno introdotto ulteriori vincoli costruttivi. 48 ABITARE A GINE VR A I progetti Certo, questa somma di costrizioni che stabilisce con precisione l’impianto, il programma e i costi di ogni futuro complesso residenziale, limita considerevolmente i margini di manovra nell’elaborazione progettuale. Ma costituisce anche una comoda scusa per coloro i quali si limitano ad adeguarsi a delle direttive mediocri. L’affastellarsi di testi e prescrizioni amministrative di cui pochi sanno gestire le complicazioni ha inoltre l’effetto di innalzare delle barriere virtuali che inaridiscono il settore. La diversità tipologica e morfologica non è tuttavia scomparsa dal paesaggio urbano di Ginevra. Se guardiamo a una serie di complessi residenziali consegnati di recente o sul punto di esserlo – proposte le cui tipologie vanno dalla barra alla torre, dal fabbricato a ballatoio all’edificio con cortile – essa pare addirittura dar prova di una piacevole vitalità. Tra rue Lyotard e la strada per Meyrin, in risposta alla tipologia tradizionale della barra imposta dal piano localizzato di quartiere, gli architetti Philippe Meier e Ariane Poncet hanno optato per un trattamento plastico del ritmo della facciata, disponendo a sud dei balconi continui che si piegano leggermente a fisarmonica creando così degli effetti di ombreggiatura. Un rimando al progetto di Miremont-Le Crêt di Marc-Joseph Saugey (1955), sul quale Philippe Meier ha appena pubblicato una monografia. Edificato dalla Fondazione hbm Jean Dutoit, il fabbricato comprende centoventi alloggi articolati intorno a sette vani scala, rischiarati dalla luce naturale, che servono – a ciascun piano – due abitazioni su due arie e un appartamento esposto a sud. Foto JM L andecy 49 ABITARE A GINE VR A Nel loro progetto di centotrentacinque unità abitative per studenti dell’Istituto di Alti Studi Internazionali, gli architetti Hyéronime Lacroix e Simon Chessex adottano una strategia affine: il blocco dell’edificio si curva leggermente e viene circondato da una terrazza continua. Questa funge da balcone sulla facciata est e da ballatoio su quella ovest, che domina lo snodo ferroviario di Cornavin. Il plastico gioco di variazioni nell’altezza dei parapetti consente di proteggere i residenti dal rumore dei treni. Jean-Paul Jaccaud, in collaborazione con Sergison & Bates, risolve in modo elegante l’articolazione tra il tessuto urbano settecentesco e il moderno complesso del Mont Blanc, opera dell’architetto Marc-Joseph Saugey. Combinando sapientemente servizi – un asilo –, alloggi sociali e abitazioni ad affitto libero, il progetto riesce a garantire il successo finanziario dell’operazione, e a bilanciare le caratteristiche dei vari appartamenti, raggruppati in questo caso in un fabbricato a ballatoio. 50 ABITARE A GINE VR A Alla distribuzione tramite ballatoio si ispira anche l’inedita tipologia proposta dallo studio Bonnet in un complesso di tre immobili residenziali realizzati sul pianoro di Vessy. La figura formata da due edifici a ballatoio riuniti serve a organizzare l’accesso agli appartamenti tramite piattaforme dalle ampie aperture che ne consentono l’illuminazione naturale zenitale. Tale configurazione consente molteplici percorsi e fornisce al contempo un’area esterna sospesa a ciascun piano. I tagli nel corpo degli fabbricati aprono viste oblique sul paesaggio e sul vicinato. 51 ABITARE A GINE VR A Nel quartiere della Chapelle, Andrea Bassi e Roberto Carella propongono fabbricati con cortile (attualmente in costruzione), in cui due scale a una rampa servono pianerottoli piuttosto ampi e sono disposte ai lati di un vuoto che non pone alcun ostacolo alla luce naturale. Laurent Lin, Alain Robbe e Rolf Seiler (lrs architectes) – vincitori del concorso per l’urbanizzazione del quartiere Gordon Bennett a Vernier – hanno disposto cinque edifici con cortile, uno destinato alle attività e gli altri quattro all’abitazione, ai lati di un viale di distribuzione. Le costruzioni, di dimensioni variabili e sfalsate tra loro, creano spazi intermedi definiti su tre lati da un corpo di fabbrica la cui facciata è guarnita da una serie di balconi continui. Ciascun immobile è abbastanza grande da ospitare al centro un vasto spazio semipubblico. Allo scopo di creare una varietà tipologica, a ciascuno degli studi classificati al secondo e terzo posto del concorso (Group8 e 3BM3) è stato affidato lo sviluppo di un edificio. Le opere esterne, generalmente trascurate nelle operazioni di edilizia popolare, hanno in questo caso goduto delle speciali attenzioni di Julien Descombes e Marco Rampini (adr) e il loro lavoro ha contribuito in modo significativo al buon esito dell’operazione. 52 ABITARE A GINE VR A Il progetto vincitore del recente concorso della Marbrerie a Carouge, opera degli architetti Damien Chevalley, Patrick Longchamp e Gilbert Russbach (clr), propone due torri comprendenti vari servizi, abitazioni di utilità pubblica (70%) e ad affitto libero (30%). L’alta qualità di questo intervento risiede nella raffinatezza con cui viene gestito il suo inserimento all’interno di un quartiere occupato da piccole imprese: un giardino pubblico e due terrazze sospese creano una progressiva transizione tra spazio pubblico e abitazioni. Questa breve selezione rivela la rimarchevole diversità e qualità della produzione residenziale ginevrina degli ultimi due anni. Su questi esempi dovrebbero modellarsi le pratiche normative; eguagliarne il livello dovrebbe essere l’obiettivo minimo delle operazioni di rilievo previste negli anni a venire, sia all’Etang che nel quartiere della Caserma des Vernets, a Les Cherpines come a Bernex-Nord. * architetto cantonale di Ginevra Am 20. Februar hat der Staatsrat des Kantons Genf den kantonalen Bauleitplan «Genf 2030» vorgestellt. In diesem Dokument werden die Leitlinien und die Bedingungen für das kantonale Raummanagement in den nächsten zwanzig Jahren festgelegt. Die Wohnraumpolitik ist natürlich eines der wichtigsten Themen. Die Regierung beschränkt sich jedoch nicht nur auf die übergeordnete Ebene des Bauleitplans; dieser wird vielmehr auch Auswirkungen auf die Erstellung der Bebauungspläne für die einzelnen Stadtviertel (PLQ) haben und in der Zwischenzeit eine kritische Betrachtung aller Vorschriften und Bestimmungen für den Bau von Wohnraum anregen. Dazu gehören auch die Regeln für den Eigentumserwerb in Entwicklungsgebieten oder die Anreize für Kommunen, die sich am Bau von Wohnsiedlungen beteiligen. Qualitativ hochwertige Bauvorhaben konnten trotz der Vielzahl von Gesetzen und Vorschriften für den Bau umgesetzt werden. Daran wird deutlich, dass nicht nur die Genfer Bestimmungen einer kritischen Prüfung unterzogen werden müssen, sondern dass auch Akteure und Planer selbst proaktiv agieren müssen. 53 ABITARE A GINE VR A Bruno Marchand* Céline Kobel** Der Genfer Grundriss Fenster auf beiden Seiten und räumliche Nutzung der Tiefe La planimetria ginevrina Il doppio affaccio contrapposto e lo sfruttamento spaziale della profondità Nel suo studio sulla Vienna rossa e la politica immobiliare dell’amministrazione socialista viennese tra il 1919 e il 1933, Manfredo Tafuri osservava che gli appartamenti con un solo affaccio del Karl Marx Hof (1927) di Karl Ehn mancavano di aerazione trasversale, un fatto che costituiva, a suo parere, un grave difetto.1 La valutazione di Tafuri era basata su criteri di valutazione risalenti al periodo eroico della modernità, quello in cui si riteneva che una duplice esposizione al sole e alla circolazione dell’aria fosse fondamentale nella concezione degli spazi domestici. La preferenza andava allora alla planimetria con doppia esposizione contrapposta e poco profonda: la contrapposizione di due facciate cambiava in meglio il menage familiare, sia in termini di igiene che di stile di vita, e diveniva una caratteristica ricercata; secondo Walter Gropius l’architettura doveva assicurare: «il massimo di luce, sole e aria a tutte le abitazioni!».2 L’architettura domestica ginevrina non è certo sfuggita a questa regola: nel periodo tra le due guerre alcuni complessi di abitazioni economiche hanno seguito i precetti modernisti; la più rappresentativa di tali costruzioni è certamente l’unica Siedlung razionale romancia, la Cité-Vieusseux edificata da Maurice Braillard tra il 1928 e il 1932.3 Ma queste operazioni sono in effetti rimaste un’eccezione: a Ginevra, come vedremo, la planimetria con doppio affaccio ha presto assunto (e conserva anche oggi) una configurazione particolare, indotta da specifiche disposizioni spaziali e funzionali (e naturalmente da considerazioni economiche e finanziarie) che si traducono in particolare in un significativo spessore degli edifici e spesso in uno sfruttamento spaziale di tale profondità da parte degli architetti. Le premesse urbane Al principio del Novecento l’appartamento ginevrino libero su due arie non era ancora influenzato dai criteri igienici succitati, ma si caratterizzava soprattutto per il rispetto della tradizionale gerarchia degli spazi e si conformava agli usi dell’epoca: le zone di servizio (scale, cucina, bagno, cameretta per la domestica) si affacciavano sul cortile; gli spazi principali (soggiorno e camere da letto) sulla strada; ai due lati dell’asse mediano longitudinale della struttura portante. È proprio ciò che avviene nell’immobile costruito da Maurice Braillard tra il 1911 e il 1913 in Avenue de Gallatin 3, un edificio che rappresenta tuttavia una prima pietra miliare nell’avvento della modernità gi- nevrina, sia per l’impiego del cemento armato e la «complessità plastica dell’allineamento di facciata» che per la disposizione del mobilio fisso nei vuoti della parete portante, in linea con lo stile della Secessione.4 Dalla fine degli anni Venti, a Ginevra la costruzione di alloggi collettivi si allontana da un contesto urbano costrittivo caratterizzato da una trama particellare e da una rete viaria a volte assai dense, per inserirsi negli spazi verdi delle grandi proprietà. A questo spostamento verso la periferia urbana fa subito seguito la scomparsa dell’opposizione strada/cortile e la sua sostituzione con altri criteri di organizzazione degli spazi domestici, legati in particolare all’emergente modello della «città verde». L’emergere negli anni Trenta di due modelli contrastanti A Montchoisy-Deux-Parcs (1927-1931), Maurice Braillard e Louis Vial rovesciano in effetti la gerarchia tradizionale:5 il cortile centrale, assai valorizzato, diventa il centro di riferimento degli spazi padronali e delle facciate principali, dotate di portici e balconi. La cucina e le scale, addossate a una cameretta di servizio, danno invece sulla strada che è diventata luogo della circolazione automobilistica e di dense attività commerciali. Questa forma inedita a Ginevra – organizzata intorno a uno spazio verde e ispirata, a quanto pare, agli Höfe viennesi già citati6 – racchiude appartamenti di varie tipologie la cui disposizione e dimensioni (specialmente la profondità di 16 m) sono definite da Braillard come «normali, corrispondenti alle abitudini odierne». L’architetto aggiunge tuttavia, a mo’ di giustificazione: «Quella soluzione era indispensabile per riuscire a riunire i capitali necessari a garantire una rapida realizzazione e interessare le grandi imprese».7 Se la disposizione degli appartamenti destinati a una clientela benestante corrisponde alle abitudini locali e non contiene in sé alcuna innovazione, segnaliamo tuttavia la qualità spaziale e il «comfort» della planimetria passante che dispone il salotto, la sala da pranzo e le camere da letto su facciate opposte, ai lati di un nucleo centrale definito da una doppia struttura portante che contiene una sala da bagno e un atrio sontuoso, ornato da un camino e da porte vetrate. Praticamente nello stesso momento, nel febbraio del 1930, Le Corbusier e Pierre Jeanneret disegnano i primi schizzi di quella che diventerà la celebre casa Clarté, alla Terrassière, sulla sponda sinistra del Rodano, una realizzazione giustamente considerata «una sorta di manife- 54 1. Maurice Braillard e Louis Vial, MontchoisyDeux-Parcs (1927-1931), cor te A, veduta dell’ingresso di un appar tamento. Foto Boissonnas 15.11.1929. Foto FBA 2. Maurice Braillard e Louis Vial, MontchoisyDeux-Parcs (1927-1931), cor te A, planimetria tipo. Disegno FBA sto dell’architettura nuova, industriale; un gesto sperimentale di produzione immobiliare e mobiliare standardizzata, di prefabbricazione meccanizzata [...]».8 L’intensa collaborazione con l’imprenditore Edmond Wanner farà evolvere il progetto, come sappiamo, verso un pragmatismo (normativo, costruttivo ed economico, ma anche sociale) riconosciuto dallo stesso Le Corbusier quando afferma: «Si deve alla vigilanza del costruttore se le soluzioni sono state individuate così rapidamente».9 Questa «vigilanza» è certamente all’origine dell’abbandono di certe soluzioni tipiche dei «palazzi-ville» corbuseriani, come la strada interna e i giardini pensili, e della loro sostituzione con un vano scale centrale in vetrocemento e dei balconi continui in aggetto disposti sulle due facciate. Le planimetrie degli appartamenti vengono inoltre rielaborate per adeguarle alle abitudini familiari correnti a Ginevra: gli architetti allineano così tra le due travi portanti degli appartamenti con doppio affaccio – distribuiti orizzontalmente (giacché i duplex sono situati alle due estremità dell’edificio) e caratterizzati dalla disposizione bilaterale degli spazi – le camere da letto lungo una facciata e le cucine e i salotti su quella opposta. Sia a Montchoisy-Deux-Parcs che a nella casa Clarté, i fabbricati raggiungono una profondità significativa, ma tramite soluzioni spaziali quasi opposte: mentre Braillard e Vial creano un «vuoto» centrale, costituito da un vestibolo accogliente che distribuisce e connette gli spazi, in particolare il soggiorno e la sala da pranzo, situati su facciate opposte, Le Corbusier marca invece il centro del progetto con un nucleo «pieno» (una soluzione precedentemente testata nella villa Besnus a Vaucresson, datata 1922),10 un ridotto la cui forma parzialmente arrotondata non solo induce un movimento centrifugo dal vestibolo alle camere, ma afferma anche una netta separazione tra le due sfere, collettiva e individuale, preservando l’intimità di quest’ultima. 1. 2. 3. 3. Le Corbusier e Pierre Jeanneret, casa Clar té (1930-1932), pianta di un piano (FLC 09080) 4. Le Corbusier e Pierre Jeanneret, casa Clar té (1930-1932), foto dell’interno (FLC L3(18)27) 4. 55 ABITARE A GINE VR A 5. 6. 5. Atelier des Architectes, fabbricato in Chemin Krieg 3 (1933-1934), veduta della cucina e della zona pranzo (Archivi dell’Università di Ginevra, archivi d’architet tura, fondi Saugey, foto Boissonnas) Nella casa Clarté viene inaugurato un nuovo assetto funzionale che godrà a Ginevra di grande fortuna critica. In effetti alla bipartizione dell’alloggio si collega adesso l’accentramento di una delle sale da bagno che semplifica lo svolgimento della vita domestica: il bagno in posizione centrale garantisce un rapporto diretto con le camere da letto; d’altro canto la cucina lascia la posizione posteriore, di servizio (come a Montchoisy), e si colloca in facciata, accanto al soggiorno, con il quale comunica lateralmente. Una specificità ginevrina: il rapporto cucinazona pranzo-soggiorno Grazie alla collocazione laterale rispetto al soggiorno, la cucina entra a far parte della sfera degli spazi comuni e abbandona il ruolo di area di servizio; si trasforma in un simbolo della nuova «arte di abitare» senza domestici. Nel palazzo di Terreaux du Temple (19511955) di Marc-Joseph Saugey, le cucine degli appartamenti (bi o mono-orientati, raggruppati intorno a un unico nucleo centrale di circolazione verticale per ragioni funzionali) sono in effetti concepite come grandi elementi di mobilio fisso e disposte secondo geometrie oblique, affrancate dall’ortogonalità dell’insieme.11 Nel caso degli appartamenti con doppio affaccio contrapposto, la diagonalità della cucina contribuisce a dilatare lo spazio del soggiorno in direzione della facciata e della luce. Questo movimento trasversale è accentuato dalla posizione arretrata del passa-vivande che sottolinea come l’area centrale dell’appartamento sia divenuta la zona pranzo, immersa in una leggera penombra; un altro frutto dell’esplorazione ponderata della profondità. Ma ritorniamo un’ultima volta agli anni Trenta, epoca in cui numerosi progetti di edilizia residenziale, concepiti quasi contemporaneamente, propongono un nuovo rapporto tra soggiorno e cucina grazie al ritrarsi di quest’ultima e alla creazione, questa volta in facciata, di una zona pranzo che si apre lateralmente sul soggiorno. La «cucina-laboratorio» inizia ad assumere la forma particolare e specifica (certamente prefigurata dai Jardinette apartments costruiti a Hollywood nel 1927 da Richard Neutra e Rudolf Schindler) che sarà spesso adottata a Ginevra. 6. Atelier des Architectes, edificio «Les Ailes» (1957-1959), planimetria tipo. Archivi François Maurice Pare che tale soluzione sia stata sfruttata per la prima volta nell’immobile in Chemin Krieg 3 (1933-1934) disegnato dall’Atelier des Architectes. In effetti una superba fotografia di Boissonnas mostra la cucina di uno degli appartamenti che si prolunga nello spazio della zona pranzo situato in facciata; un’immagine più volte pubblicata che rivela l’importanza attribuita dagli autori a questa configurazione e il carico di modernità che essa veicola.12 Adottando questa soluzione, gli architetti assicurano il funzionamento di una cucina piccola ma ben attrezzata, il cui senso di spaziosità deriva dall’ampiezza della zona pranzo. Ciò avrà precise conseguenze sulla configurazione planimetrica delle abitazioni collettive, giacché si congela definitivamente la connessione laterale tra cucina e soggiorno, contribuendo alla dissociazione del gruppo cucina-zona pranzosoggiorno dal vano scale e, infine, si riafferma la profondità significativa e ricorrente dei fabbricati ginevrini (tramite l’arretramento della «cucina-laboratorio» rispetto alla facciata e la sua disposizione in una sorta di «alcova»). La razionalità tecnica e funzionale degli anni Cinquanta e Sessanta Negli anni Cinquanta gli architetti sono indotti a raggruppare le sale da bagno lungo la parete opposta all’ingresso dell’appartamento, al fine di ridurre il numero di condotte che collegano appartamenti diversi.13 Tale configurazione si affianca alla generalizzazione del vano scale e dell’ascensore situati in posizione centrale e alla messa in opera di pareti portanti perpendicolari alla facciata. Questa nuova versione della planimetria con due affacci contrapposti ha il doppio vantaggio di rispondere in maniera concreta alla polarizzazione delle attività familiari fornendo una soluzione tecnica razionale ed economica. In effetti i progettisti più concentrati sugli aspetti tecnici sapranno sfruttare alla perfezione i metodi industriali di prefabbricazione e standardizzazione. Uno dei primi esempi di questa razionalità multipla è il fabbricato «Les Ailes» (1957-1959), realizzato dall’Atelier des Architectes con il sostegno dell’amministra- 56 ABITARE A GINE VR A 7. 8. 7. Rober t Frei, Christian Hunziker e Georges Ber thoud, edifici «Schtroumpf» (1977-1984), sog giorno e zona pranzo (Christian Hunziker, Le Schtroumpf à Genève, Fricke, Cologne 1986, p. 71) zione pubblica, che rappresenta la prima esperienza nella prefabbricazione pesante della ditta Igeco SA.14 L’estetica delle due facciate di questo condominio riflette la logica, a un tempo razionale e funzionale, delle planimetrie degli appartamenti. I due poli domestici – gli spazi comuni (come minimo una cucina collegata lateralmente al soggiorno dalla zona pranzo) e quelli privati (le varie camere da letto) – sono ripartiti su facciate opposte e collegati al centro dal bagno e dall’ingresso adiacente al vano scala e all’ascensore. Il doppio interesse, a un tempo sociale ed economico, di questa configurazione è stato ben compreso dai costruttori del secondo dopoguerra, che l’hanno adottata sistematicamente, in particolare nei grandi complessi e città satellite periferiche. Nella Cité-Nouvelle di Onex-Lancy (1959-1965), a Meyrin-la-Nouvelle (19601964), nelle Torri di Carouge (1955-1973), nella Cité du Lignon (1963-1971) e ad Avanchet-Parc (1969-1977), la stessa planimetria standard viene applicata indipendentemente dal contesto in cui si inserisce, riflettendo così una certa cristallizzazione dei modi abitativi. Gli anni Settanta: un periodo di crisi Le contestazioni del 1968 e la presa di coscienza ambientalista seguita alla crisi petrolifera favoriscono, all’inizio degli anni Settanta, il rilancio del dibattito sullo sviluppo urbano. La città funzionalista, patrocinata dai ciam a spese del tessuto urbano tradizionale, perde terreno dinanzi a un ritorno alla città e alla sua storia che si traduce in un interesse per i quartieri antichi e la loro evoluzione, oltre che per le abitudini e modi di vita degli abitanti. Concepito nel 1977, il progetto «Schtroumpf» degli architetti Robert Frei, Christian Hunziker e Georges Berthoud incarna le velleità di quest’epoca. La realizzazione artigianale di questi immobili rompe con i grandi complessi standardizzati e prefabbricati dei decenni precedenti e sembra ispirarsi a tematiche «vernacolari, primitive e informali».15 Nello «Schtroumpf» l’articolazione delle forme lineari, impiantate in maniera libera, contribuisce a frammentare la percezione di un blocco residenziale unitario, ma serve soprattutto a moltiplicare gli affacci; 8. Robert Frei, Christian Hunziker e Georges Berthoud, edifici «Schtroumpf» (1977-1984), planimetria del quarto piano (Christian Hunziker, Le Schtroumpf à Genève, Fricke, Cologne 1986, p. 27) l’obiettivo dichiarato dagli architetti è infatti quello di proporre abitazioni differenziate e identificabili, che gli abitanti possano sentire subito proprie. Alcuni appartamenti si estendono in lunghezza, mentre la percezione della complessa planimetria con doppia esposizione è ostacolata dallo spazio centrale che assorbe le deformazioni, si contrae e si dilata mentre crea un movimento circolare. Accentuando questo effetto, lo spazio si divide in altrettante nicchie create dalla prominenza dei blocchi dei servizi dagli «accenti» organici. Queste ricerche plastiche tipiche degli anni Settanta prestano il fianco a una critica ricorrente: il rinnovamento formale non si accompagnerebbe a dei cambiamenti interni alla casa.16 Nello «Schtroumpf» l’innovazione tipologica si concentra in particolare nelle «torri» che ospitano le cucine in facciata e nella disposizione degli appartamenti in testata. Per il resto, ad eccezione delle particolari geometrie delle planimetria, la disposizione degli spazi domestici è del tutto classica, l’appartamento è ripartito su un asse bilaterale secondo una soluzione piuttosto comune nel contesto ginevrino, come abbiamo visto finora. Gli anni Ottanta: il primo concorso Bisogna attendere il 1985 perché la città di Ginevra organizzi finalmente – in vista della realizzazione di un complesso in rue des Ronzades – un «Concorso per un nuovo habitat economico in ambito urbano»17 che dà in risalto a delle nuove libertà spaziali. Il progetto di Patrick Devanthéry e Inès Lamunière propone due immobili a barra, certo poco spessi, ma che sfruttano il senso di profondità tramite la dilatazione dell’ingresso in una vasta area «tubolare» che corre lungo la parete divisoria, da facciata a facciata. Il blocco formato dal bagno e dalla camera indipendente sul lato cortile è posizionato di sbieco, secondo il tema caro agli architetti della «geometria dell’obliquo e della curva»;18 esso induce in questo caso a un percorso circolare che parte dal centro dell’appartamento e si prolunga lungo la facciata grazie a porte scorrevoli che accentuano la fluidità degli spazi, mentre consentono agli abitanti di regolare il grado di intimità desiderato. 57 ABITARE A GINE VR A 9. 9. Aeby & Perneger, edifici al Pommier (2001-2005), pianta del piano tipo («Tracés», n. 22, 2001, p. 29) 10. Patrick Devanthér y, Inès Lamunière, proget to di concorso, 1985, planimetria ag gregata di due simplex (Concours pour un nouvel habitat économique en milieu urbain, Relazione della giuria, Cit tà di Ginevra, 1985) 10. L’epoca dei concorsi: riprese e ibridazioni Dalla metà degli anni novanta l’aumento del numero dei concorsi per abitazioni a Ginevra – a seguito dell’attuazione della legge sugli appalti pubblici – crea un clima di emulazione nella progettazione di spazi domestici. Numerosi progetti vincitori, pur rispettando il modello del blocco residenziale rettilineo dello spessore di 16 metri imposto da gran parte dei piani localizzati di quartiere (plq), propongono tuttavia, per l’utilizzo ottimale di questa profondità, nuove soluzioni che oscillano tra la ripresa e l’ibridazione di modelli già noti. Nelle abitazioni ad affitto moderato (hlm) realizzate da Aeby & Perneger nel quartiere del Pommier,19 lo spazio centrale tra i due blocchi paralleli e piuttosto profondi è occupato da un grande atrio, adibito a «spazio polivalente», ai cui lati si distribuiscono le stanze dell’appartamento; una soluzione ispirata al progetto di Maurice Braillard per Montchoisy-DeuxParcs citato all’inizio di questo testo. Nelle planimetrie presentate a questi concorsi per l’edi- lizia pubblica, l’accogliente ingresso tipico dell’abitazione borghese diventa uno spazio liberamente convertibile e permette di personalizzare (o meno) le stanze che vi si affacciano tramite semplici aperture: in alcuni appartamenti tutte le stanze adiacenti a tale sala comunicano attraverso porte doppie, incoraggiando una grande varietà d’impieghi; in altri, una porta a battente unico suggerisce la presenza di una camera a nord-est, mentre a sud-ovest la porta doppia denota l’apposizione del soggiorno a una cucina comunicante. Un’altra recente reinterpretazione delle soluzioni abitative ginevrine consiste in una ibridazione di due modelli già citati, risalenti agli anni Trenta: la planimetria bilaterale organizzata in strati (corbuseriana) e quella libera su due arie contrapposte che si sviluppa in trame (braillardiana). Tale ibridazione dà origine alla planimetria a «baionetta»,20 una disposizione in quinconce degli spazi comuni che consente di preservare a un tempo la doppia esposizione e la bilateralità dell’alloggio. Seguendo questa logica, le camere si dispongono in alternanza sulle due facciate principali, come nella Note 1. Manfredo Tafuri, Vienne la Rouge. La politique immobilière de la Vienne socialiste, 1919-1933 (1980), Pierre Mardaga éditeur, Bruxelles, Liège 1981, p. 206. Edizione originale Manfredo Tafuri, Vienna la Rossa. La politica residenziale nella Vienna socialista 1919-1933 (1980), Electa, Milano. 2. Walter Gropius, Fondements sociologiques de l’habitation minimale sur la population industrielle des villes (1929), in Architecture et société, Editions du Linteau, Paris 1995, p. 78. 3. Sulla Cité-Vieusseux vedi Isabelle Charollais, Bruno Marchand, Cités-jardins ou blocs locatifs? Rationalisme et espace domestique: la Cité-Vieusseux (1928-1932) et l’immeuble à la route de Frontenex 53-57 (1933-1934) à Genève, in Isabelle Charollais, Bruno Marchand, Architecture de la raison. La Suisse des années vingt et trente, PPUR, Lausanne 1991, pp. 165-197. 4. Inès Lamunière, Maurice Braillard: l’immeuble Gallatin (1911-13). Un prototype pour l’urbanisme genevois?, in «Faces», n. 13, autunno 1989, pp. 46-49. 5. Vedi a proposito di questo complesso Louis Vincent, A propos du quartier des Deux-Parcs à Montchoisy-Genève, in «Das Werk», n. 12, 1929, pp. 353-368. 6. Marina Massaglia, Maurice Braillard, architecte & urbaniste, Fondation Braillard architectes, Georg Editeur, Genève 1991, p. 151. 7. Maurice Braillard, Square A: première étape de construction du quartier des Deux-Parcs: architectes Braillard et Vial, in «Das Werk», n. 12, 1929, pp. 358. 8 . Catherine Courtiau, Un atelier expérimental de concepteurs, in Luca Bellinelli (a cura di), Le Corbusier. La construction de l’immeuble Clarté, Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana, Mendrisio 1999, p. 25. 9. Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Oeuvre complète 1929-34, Girsberger, Zurich 1934, p. 66. 10. Bruno Reichlin, Jeanneret - Le Corbusier, painter-architect, in Eve Blau, Nancy J. Troy (a cura di), Architecture and Cubism, Centre Canadien d’Architecture/MIT Press, Montréal, Cambridge 1997, pp. 202-203. 11. Isabelle Charollais, Bruno Marchand, De l’opacité à la transparence, in «Faces», n. 21, autunno 1991, pp. 40-45. 12. La cucina-zona pranzo è parte integrante di numerosi progetti di questo periodo: oltre che nell’esempio citato, essa viene utilizzata simultaneamente dai fratelli Honegger nell’immobile Frontenex, 53-57 (1933-34) e da Francis Quétant nella costruzione in Chemin de Roches, 1-3. 13. All’inizio degli anni trenta l’ingegnere tedesco M. Mengeringhausen aveva studiato il costo delle guaine e canalizzazioni idriche in funzione della distribuzione planimetrica degli appartamenti, la sua analisi è riportata nell’articolo Le prix de revient des canalisations d’eau dans les bâtiments, in «Habitation», n. 3, 1932, pp. 21-22. 14. A proposito di questa fabbrica vedi Dominique Zanghi, Espoirs et aléas de la préfabrication en Suisse romande. Le cas de l’usine Igeco à Etoy, in «Matières», n. 3, 1999, pp. 86-95. 15. Bruno Zevi, Le gourou des cavernes, in Christian Hunziker, Le Schtroumpf à Genève, Fricke, Cologne 1986, p. 44. 58 ABITARE A GINE VR A 11. 11. Lopes & Perinet-Marquet, proget to vincitore del concorso della Petite Boissiere, 2011, planimetria tipo (documento Lopes & Perinet-Marquet) 12. Aebi & Vincent, edifici a Pinchat (2007-2011), planimetria ag gregata di due appar tamenti (documento CI A ) 12. proposta dello studio Bunq per il concorso dei Grands-Hutins a Céligny (2012) e nella recente realizzazione a Pinchat (2007-2010) di Aebi & Vincent. In quest’ultimo caso la doppia esposizione degli spazi comuni è sottolineata dal loro prolungarsi all’esterno su balconi continui che corrono lungo le due facciate. I bandi di concorso e l’economia spaziale ricercata nei contesti residenziali popolari, in linea con le esigenze dei plq, spiegano la ricorrente proposta di un’altra soluzione: blocchi abitativi dalle forme irregolari che raggruppano alloggi di varie tipologie e di profondità differenziata; un buon esempio di questa tendenza è il progetto vincitore del concorso della Petite Boissière realizzato nel 2011 dallo studio Lopes & Périnet-Marquet. Le circolazioni verticali occupano il centro di un blocco disarticolato e servono più appartamenti per livello. In questo caso quelli in testata sono mono o bi-orientati, mentre quelli interni si allungano sulle due facciate. Ne risultano abitazioni libere su due arie, piuttosto profonde, articolate attorno a un nucleo di distribuzione generoso e collegato alla zona 16. 17. 18. 19. 20. Il progetto riprende alcuni tratti di due esperienze precedenti: gli «alloggi espansivi a investimento progressivo», progetto in varie fasi sviluppato nel 1969 e premiato dal «Programme pour une Architecture Nouvelle» (PAN) del 1972, e gli alloggi economici realizzati sull’Ile Saint-Denis a nord di Parigi (1975-1977). Vedi su questo argomento Christian Hunziker, Habitat expansif à investissement progressif, in «Werk», n. 3, 1973, pp. 303-312 e «A+U», n. 165, 1984, pp. 57-61. Christian Moley, L’innovation architecturale dans la pro duction du logement social, bilan des opérations du planconstruction 1972-1978, Plan Construction, Paris 1978, p. 38. Concours pour un nouvel habitat économique en milieu urbain, relazione della giuria, Ville de Genève, marzo 1985. Il concorso non ha condotto a realizzazioni. Patrick Devanthéry, Inès Lamunière, Projet pour un nouvel habitat économique, Quartier des Acacias à Genève, 1985, in «Werk, Bauen + Wohnen», n. 5, 1986, p. 52. Questo progetto ricorda la Casa Borsalino (1948-1952) costruita ad Alessandria da Ignazio Gardella. Progetto vincitore di un concorso organizzato nel 2001 dalla Caisse de Prévoyance du Personnel de l’Instruction Publique et des Fonctionnaires de l’Administration du Canton de Genève (cia). La planimetria a »baionetta» è stata dapprima introdotta nella Svizzera tedesca. Vedi ad esempio la Siedlung Leimbach di Galli & Rudolf e la Kolonie Katzenbach di Zita Cotti, entrambe del 2007. giorno, un vasto spazio polimorfo variamente utilizzabile. Tale articolazione, risultante dal lavoro sulle diagonali, si rivela un modo efficace di dilatare lo spazio. Questi pochi esempi contemporanei ci danno modo di constatare che la doppia esposizione degli alloggi e lo sfruttamento spaziale della profondità rimangono tra le caratteristiche più apprezzate dagli architetti. La ricerca progettuale, certamente adeguata alla morfologia urbana ginevrina, ha condotto a soluzioni che hanno ormai raggiunto un elevato grado di complessità e si rivelano del tutto adeguate alla pluralità degli attuali stili di vita. * architetto, professore di Critica e Teoria dell’Architettura all’EPFL ** architetto, ricercatrice al Laboratorio di Teoria e Storia dell’Architettura all’EPFL Die Gestaltung von Wohnungen, die von einer Gebäudeseite bis zur anderen reichen, ging aus der Notwendigkeit hervor, nach Massgabe der modernen Gesundheitskriterien des 20. Jahrhunderts sowohl Sonneneinstrahlung als auch Frischluftzirkulation zu garantieren. In Genf nimmt diese Ausprägung eine besondere Form an, die sich aus der räumlichen und funktionalen Anordnung sowie aus spezifischen wirtschaftlichen Aspekten ergibt. Das Verschwinden des Gegensatzes Strasse/Hof, ein neues Verhältnis zwischen Wohnzimmer und Küche, die allgemein zur Verfügung stehende Technik und die industrielle Fertigung beim Bau sind ebenfalls Faktoren, die insbesondere zu einer grossen Tiefe der Gebäude und oft auch zu einer räumlichen Ausnutzung dieser Tiefe durch die Architekten führen. Wie nun wird diese Tiefe heute genutzt und wie entwickelt sie sich? Mehrere repräsentative Beispiele zeigen eine ständige Weiterentwicklung und stellen die in der letzten Zeit erfolgte Hybridisierung der beiden vorherrschenden Modelle heraus, durch die sich der Wohnraum in Genf auszeichnet – die Durchgangsebene in parallelen Linien und die bilaterale Ebene in aufeinanderfolgenden Schichten. Diese Hybridisierung erfolgt oft durch die Implementierung einfacher Einrichtungen, etwa durch die Verbindung mittels doppelter Türen oder die Einrichtung besonderer Aussichtspunkte in der Diagonalen. Diese Planungsmittel erweisen sich als effiziente Möglichkeit, die räumlichen Eigenschaften der Durchgangsebene komplexer zu gestalten und die in Genf vorherrschende urbane Morphologie dabei den unterschiedlichen Gepflogenheiten der Einwohner dieser Stadt anzupassen. 59 ABITARE A GINE VR A Hochleistungsarchitektur Die Effizienz Genfer Gebäude als Grundlage der langfristigen Energiestrategie Andrea Roscetti Architettura di haute performance L’efficienza degli edifici ginevrini alla base della strategia energetica di lungo termine 700 1. 9% 13% 18 35% 600 16 17% 4% 500 5% 5% 7% 14 4% 12 Indice energetico (MJ/mq*anno) 400 10 3% 6 4 2001-2005 1981-1985 1986-1990 1991-1995 1996-2000 1961-1980 1946-1960 100 1919 - 1945 fino al 1919 200 2 0 0 5 0 10 15 Superficie di riferimento energetico (milioni di mq) e % sul totale costruito 20 25 Anno di costruzione Biomassa Legno 200 175 Olio da risc. Petrolio grezzo 12’200 Gas 14’900 1’100 8’600 Gas Telerisc. Rifiuti domestici 400 Elettricità 100 10’500 Biomassa, FV 10’100 Acqua Carburanti 13’800 Petrolio grezzo 10’200 Perdite Energia elettrica 2805 GWh (24%) 15’800 Energia termica 5940 GWh (51%) Energia finale (TJ) Energia primaria (TJ) Mobilità (carburanti, eccetto aeroporti) 2830 GWh (25%) 2. 8 1% Litri di olio/mq*anno 300 Energia primaria 15670 GWh (~ 4 000 W/abitante, con una popolazione di ~ 454 000) A fine gennaio 2013 è terminata la procedura di consultazione lanciata dall’Ufficio federale dell’energia riguardante il progetto di sviluppo della strategia energetica 2050. Essa fissa obiettivi riguardanti sia i livelli di efficienza da raggiungere sia l’impiego di energie rinnovabili, al fine di gestire la riduzione di risorse energetiche dovuta all’uscita dalla produzione nucleare nel medio termine garantendo l’approvvigionamento energetico nazionale. La proposta ha come obiettivo finale, a metà xxi secolo, una riduzione del 50% dei consumi pro capite rispetto al valore rilevato per l’anno 2000. L’avanprogetto della strategia di lungo termine ha portato alla partecipazione attiva alla discussione, con contributi inoltrati da quasi 300 tra enti, associazioni e gruppi di interesse sensibili alla tematica. Entro pochi mesi sarà confezionata la versione definitiva che dopo l’estate arriverà al Consiglio Federale, al fine di terminarne l’iter legislativo entro il 2015. Le strategie energetiche di lungo termine sono attive sin dagli anni novanta e fissano già oggi gli obiettivi a livello sovranazionale, nazionale e locale: Cantone e Città di Ginevra promuovono in quest’ambito diverse azioni specifiche per raggiungere un livello elevato di sostenibilità energetica entro il 2020 e azzerare l’utilizzo dell’energia nucleare. A livello locale si prevedono interventi su oltre 800 immobili comunali esistenti, la creazione di strumenti che favoriscono il ricorso alle fonti rinnovabili (solare, biomassa e geotermia) e la continua ricerca di soluzioni alternative al ricorso illimitato alle energie fossili. L’obiettivo per gli edifici di proprietà comunale è particolarmente ambizioso: questi utilizzeranno a regime esclusivamente risorse rinnovabili per il riscaldamento degli spazi. Grazie alla riduzione del fabbisogno e alla sostituzione attuata in due fasi degli impianti di produzione, nel breve termine ci si converte al gas e gradualmente si integrano le fonti rinnovabili. Il Cantone di Ginevra nel suo complesso consuma annualmente circa 12 000 GWh di energia finale: l’energia termica per gli edifici (principalmente da gas e olio combustibile) rappresenta oltre il 50% del totale e la restante parte si divide equamente tra consumi di elettricità e carburante per la mobilità. Una parte preponderante dei consumi è imputabile agli edifici costruiti negli anni sessanta-settanta, come avviene in altre grandi città d’Europa: tale patrimonio edilizio, su cui ci si appresta a intervenire con le manutenzioni ordinarie nel corso di questo decen- 1. Periodo di costruzione, super ficie di riferimento energetico (mq e %) e consumi energetici finali per edifici residenziali multifamiliari nel Canton Ginevra. Fonte J. Khour y, 2012 2. Consumo di energia del Canton Ginevra in milioni di kWh, Novatlantis, 2006 Rielaborazione J. Khour y, Università di Ginevra, 2010 nio, dalle stime risulterebbe essere responsabile di quasi il 20% del fabbisogno di energia termica a livello cantonale. Nei prossimi anni si ipotizza un possibile risparmio di oltre 800 GWh termici grazie agli interventi su questa classe di edifici. Analizzando i dati riguardanti le superfici costruite da oltre vent’anni con i relativi consumi specifici, appare evidente l’elevata priorità di intervento sugli stessi per ridurre la domanda energetica complessiva e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di lungo termine che il cantone si è impo- 60 ABITARE A GINE VR A sto all’inizio del nuovo millennio: gli obiettivi della «società 2000W» entro il 2050. I punti principali della nuova strategia energetica cantonale sono espressi chiaramente, dal marzo 2010, nella nuova legge sull’energia e nei regolamenti attuativi. Le attenzioni maggiori della nuova legge si concentrano sulla corretta progettazione degli edifici nuovi e sulla miglior qualità energetica delle ristrutturazioni, prevedendo ispezioni e verifiche sugli edifici esistenti (audit) e verifiche in fase autorizzativa per la parte impiantistica, che si uniscono a una pianificazione energetica territoriale molto dettagliata. Qualità energetica degli edifici targati GE Il regolamento di attuazione della legge energetica rappresenta il punto chiave per le definizioni della qualità degli edifici. Dal 2010 le prescrizioni per gli edifici di nuova costruzione o per gli ampliamenti importanti prevedono il concetto di «elevata performance energetica» imponendo il rispetto di un valore limite di fabbisogno piuttosto stringente, affiancato all’obbligo dell’installazione di collettori solari per la produzione di acqua calda sanitaria. L’obbligatorietà di dotarsi di fonti rinnovabili rappresenta il secondo punto chiave della strategia: a regime esse dovrebbero coprire il 40% dei fabbisogni totali di energia termica per gli edifici nuovi, la metà rispetto a quanto imposto a oggi al sud delle Alpi. Per gli ampliamenti importanti la soglia prevista è pari al 30%. Rispetto a quanto avviene in altri cantoni, è stato previsto uno snellimento burocratico grazie all’introduzione della procedura semplificata, con l’inoltro di una parte della documentazione per la fase autorizzativa e il completamento un mese prima dell’inizio dei lavori. L’attenzione agli aspetti energetici in fase autorizzativa è maggiore per i progetti definiti «importanti», come quelli pubblici o di grandi dimensioni o quelli che necessitano di deroghe, per cui è obbligatorio consegnare il concetto energetico. Sono definiti «edifici importanti» gli edifici residenziali esistenti con superfici riscaldate superiori ai 3000 mq e gli altri edifici (terziario) superiori ai 2000 mq. Se si prevede la ristrutturazione in questo caso sono in vigore delle richieste di fabbisogno energetico maggiorate del 20% rispetto alla norma ed è obbligatorio il ricorso ai collettori solari in caso di intervento sulle coperture. Il documento obbligatorio che descrive il concetto energetico include una descrizione generale con i principi architettonici e i dettagli tecnici utili a definire le strategie di riduzione del fabbisogno energetico e di ricorso alle energie non rinnovabili, oltre che uno studio di fattibilità che dimostri la non convenienza di varianti più performanti. Si deve basare su un concetto architettonico e tecnico che tenga conto dei bisogni dell’utenza, dei vincoli e delle opportunità che presenta il contesto di progetto. La legislazione afferma nuovamente il ruolo esemplare del settore pubblico, che si traduce nell’obbligo di redigere una strategia energetica per ogni edificio pubblico, di dotare gli immobili di un certificato energetico e di esporlo, di valutare le esternalità ambientali nel calcolo della redditività e di conseguire o considerare nelle varianti lo standard con performance energetica molto elevata per le grandi costruzioni (sopra i 10mila mq di superficie). A supporto degli interventi è prevista una regolazione del rincaro dei canoni di locazione in funzione degli interventi di miglioramento, che si affianca al sistema federale e cantonale di incentivazione degli interventi di risanamento energetico. A livello cantonale è previsto anche il controllo sui consumi reali di tutti gli immobili: a partire dal 2013 anche per i piccoli edifici vige l’obbligo di calcolare e trasmettere l’indicatore di dispersione di calore, denominato idc – indice de dépense de chaleur – espresso in mj/mq anno, che identifica la quantità annua di energia utilizzata per il riscaldamento e la produzione di acqua calda da un determinato edificio in rapporto alla superficie riscaldata. L’Ufficio dell’Energia è in grado così di popolare il catasto energetico, strumento utile per valutare le performance energetiche del parco immobiliare ginevrino e individuare gli edifici problematici. Nella pratica se l’idc di un determinato edificio supera una determinata soglia, è previsto l’obbligo di esecuzione di un audit energetico per la valutazione del sistema edificio-impianto, finalizzato alla produzione di scenari per il risanamento energetico utilizzabili per l’intervento obbligatorio negli anni successivi. L’obbligo di verifica periodica dei consumi, tramite indici o contabilizzazione energetica, è in vigore anche per la produzione di freddo per la climatizzazione con impianti con potenze medie ed elevate (>20 kW), la cui nuova installazione è scoraggiata da una rigida normativa. 61 ABITARE A GINE VR A 401.18 401.15 401.06 pente 1.5% 401.15 401.03 400.72 plafond en bois FT01 - fenêtre bois-métal rail à rideau Silent Gliss 6035 dalle de loggia préfabriquée avec pente vers l'extérieur, pose sans isolation au raccord à la dalle coulée sur place 398.33 398.30 398.21 398.16 pente 1.5% 398.30 398.18 397.76 397.88 397.76 faux-plafond métallique suspendu isolation Lambda roof sur largeur 1m depuis vitrage d'entrée faux-plafond métallique suspendu var. La definizione di «elevata performance energetica» per nuovi edifici rende obbligatorio il ricorso all’etichettatura Minergie® o a costruzioni con un fabbisogno che rispetti valori più stringenti rispetto alla norma sia 380/1: almeno del 20% inferiore al limite, che rappresenta la soglia massima ammissibile a oggi per edifici nuovi in Ticino. In caso di ristrutturazione il regolamento non prevede un inasprimento delle soglie rispetto alla norma ma, come per gli ampliamenti, obbliga al ricorso dei collettori solari. Per i piccoli ampliamenti la legge ginevrina richiede una trasmittanza (valore U) inferiore del 15-25% rispetto ai limiti di norma per essere definiti di alta qualità. Il modello definito si applica anche alla definizione di «edifici con performance energetica molto elevata»: o si costruisce Minergie-P® oppure con un fabbisogno al di sotto del 50% dei limiti sia. Il ricorso alle energie rinnovabili in questo caso è ulteriormente elevato sino a coprire la metà del fabbisogno termico. vitrage système Jansen VISS-TV caniveau Aco passavant V100 béton lavé chape étanchéité baraprène Delta-MS isolation Lambda roof double placoplâtre chape terrazzo niv.-1 hall d'entrée 395.01 200 Oleg Calame Abitazioni e spazi commerciali in Chemin des Cour tillets a Lancy Sezione ver ticale della facciata in corrispondenza dello zoccolo, ingresso, PT, P1. 200 Devanthér y-Lamunière Villa urbana alla Roseraie Sezione ver ticale, orizzontale e vista delle finestre tipo D ed E. Isolamento esterno 16 cm., serramento esterno in legno, montato a filo esterno della facciata. 62 ABITARE A GINE VR A SDUTXHW FP FKDSHFLPHQWFP LVRODWLRQSKRQLTXH[FP GDOOHED FP HQGXLWSOkWUH FP GDOOHWWHVVXUWDTXHWVHWFURLVLOORQV EDQGHGHVHUUDJHLQR[ UHOHYppWDQFKpLWpjFPGHQLYÀQLLQWpULHXU WDTXHWV;36 pWDQFKpLWp(3 GpJRUJHRLU PPDYHFSODTXHGHFROODJH GpERUGHPHQWVHORQGpWDLODQQH[H pWDQFKpLWpFXQHWWH À[DWLRQSRUWHVIHQrWUHVVXUGDOOH SURÀOpVDOXPLQLXPW\SHUH\QHDUV V\VWqPHJDUGHFRUSVW\SH JODVWURHVFKVZLVVUDLOLQJÁDW YHUUHIHXLOOHWpjERUGVURGpV YHUUHpPDLOOpVXUKGHÀ[DWLRQ COMPOSITION TOITURE gravier rond lavé 50 mm voile de polyester non tissé étanchéité EP4V 4 mm étanchéité EGV 3.5 mm isolation EPS 70-280 mm barrière vapeur EGV 3.5 mm dalle de béton armé 220 mm JDUGHFRUSVYHUUHW\SHJODVWURHVFK S \S \ GDOOHWWHVEDSUpIDEWDTXHWVFURLVLOORQV FP OppWDQFKpLWpELWXPLQHX[(3 FP OpGHSURWHFWLRQSURYVFRQVROH(3FP GDOOHEDQHUYXUpH FP SUpGDOOHEDSUpIDEULTXpIRQGGHFRIIUDJH FP GARDE-CORPS main-courante horizontale fer plat 50x10 mm barraudage vertical fer plat 36x6 mm fixation entre éléments de façade réfabriqués tête de mur brut alignement p-f couliss. CP155 joint silicone (gris) À[DWLRQIHQrWUHV sur allège panneau sandwich SURÀOpVDOXPLQLXPW\SHUH\QHDUV parois de séparation balcons: cadres en profils métalliques 40x40 mm couverts par tôles perforées MRLQWVHQWUHpOpPHQWVSUpIDEULTXpV EPDM TENSA NEOFERMA JULV PDVWLFK\EULGHFP serrurerie en thermolaqué anthracite mat SHLQWXUHLQWpULHXUH enduit plâtre 1.5 cm SDQQHDXVDQGZLFKSUpIDEULTXp DOOqJHEDSUpIDE FP isolation therm. EPS 18 cm SDUHPHQWEpWRQDSS FP DALLE BALCON dalle de béton armé 320 mm élément préfabriqué finition brute fixation par console isolante contre dalle d'étage FODYDJHYHUWLFDO [[FP SDUTXHW FP chape ciment 8.8cm LVRODWLRQSKRQLTXH[FP GDOOHED FP enduit plâtre 1 cm DALLE D'ETAGE TYPE carrelage grès-cérame 10 mm chape flottante 70 mm chauffage au sol feuille PE isolation phonique 20 mm dalle béton armé 220 mm pulsion air frais noyée plafond lissage plâtre dispersion blanche plafonnet diffusion air SXOVpHQYFP3/ml) SOTTAS UHWRXUpWDQFKpLWpVXUSUpIDEULTXp réserve architecte IDoDGHqPH FAÇADES SUR PARC élément porteur préfabriqué monolithique en béton armé 180 mm vert teinté dans la masse surface ondulée selon matrice Bassicarella Architectes Appar tamenti in Chemin des Fleurettes Sopra: riduzione del ponte termico dovuto ai balconi grazie all’ elemento Schöck Isokorb tipo K150. fenêtres balcons: cadres bois sapin abouté, double-vitrage isolant U = 1.0 W/m2k, Rw = 32 dB fenêtres rez et attiques: bois-métal thermolaqué anthracite double-vitrage isolant U = 1.0 W/m2k, Rw = 32 dB Sot to: isolamento in EPS da 18 cm, intergato in pannello sandwich prefabbricato. Isolamento fonico nel pavimento di 2+2 cm. Canali di ventilazione da 75 mm posati nel get to della solet ta. FAÇADES SUR RUE & PIGNONS élément porteur préfabriqué de façade: parement ext. béton armé min. 80 mm, vert teinté dans la masse, surface ondulée selon matrice isolation PE 150 mm panneau porteur béton armé gris 150 mm lissage plâtre dispersion blanche élément de corniche préfabriqué fixation par console isolante contre dalle d'étage MPH architectes Abitazioni al Foyer de Sécheron Tet to con spessore isolante 20 cm. Le facciate sono rivestite da elementi prefabbricati in CA ondulati e colorati in pasta in verde in 3 formati, lo spessore di isolante 15 cm. in PE. Serramenti in legno-metallo con vetri termoisolanti da 1 W/mq°K. fenêtres: bois-métal thermolaqué anthracite double-vitrage isolant U = 1.0 W/m2k, Rw = 32 dB 63 ABITARE A GINE VR A A fianco del calcolo obbligatorio dell’idc, l’associazione dei comuni ginevrini (acg) ha intrapreso con il sostegno del Cantone nel 2011 una campagna di termografia aerea sul territorio per visualizzare le dispersioni energetiche dalle coperture degli edifici. Ciò rappresenta uno strumento di diagnosi preliminare per la qualità degli involucri, disponibile su piattaforma gis e consultabile online. A livello pianificatorio il Cantone obbliga i piani direttori a includere strategie e concetti energetici a livello territoriale, che dettaglino obiettivi di medio e lungo termine e forniscano gli strumenti pratici per facilitare lo sfruttamento del potenziale delle fonti di energia rinnovabile e pianificare le nuove infrastrutture energetiche. È prevista anche l’imposizione della creazione di reti di distribuzione energetica per migliorare l’efficienza complessiva e sfruttare e ottimizzare le risorse locali. Il concetto energetico territoriale è definito come un approccio elaborato a scala locale, indirizzato a organizzare le interazioni tra l’ambiente e i soggetti istituzionali, professionali ed economici presenti, a ridurre i fabbisogni energetici grazie alla costruzione di edifici che rispettino standard di elevata prestazione energetica e utilizzino tecnologie di conversione energetica efficaci sfruttando il potenziale energetico rinnovabile locale e gli scarti termici. Teoria e pratica: misure sugli edifici A fianco delle nuove realizzazioni di alta qualità energetica e che considerano vari aspetti della sostenibilità ambientale ci sono i grandi interventi sul patrimonio edilizio esistente. Il Gruppo Energia dell’Università di Ginevra – che opera da oltre tre decenni anche sulla tematica dell’efficienza energetica degli edifici – ha effettuato negli ultimi anni analisi di dettaglio anche sui grandi complessi residenziali della città: il Pommier, tre fabbricati nuovi ad elevata qualità energetica a Grand Saconnex e il primo intervento di riqualificazione di un grande edificio residenziale da oltre 5000 mq ad Onex. Il nuovo complesso, realizzato nel 2004 secondo lo standard Minergie®, presentava valori di consumo reale di oltre il triplo rispetto a quanto previsto in fase di progettazione. Le reali condizioni di utilizzo dell’edificio, quali le temperature interne più elevate, i tassi di ventilazione superiori al previsto, gli elementi ombreggianti mal gestiti in inverno, unite a elementi trascurati in fase di realizzazione (presenza di ponti termici) giustificherebbero l’incremento del fabbisogno energetico. L’analisi evidenzia la convenienza nel lungo termine di un maggiore isolamento dell’involucro ma suggerisce di non considerare i risultati dei calcoli standard di fabbisogno per valutare i consumi futuri, influenzati dalle reali condizioni di utilizzo causate dal comportamento degli occupanti. L’analisi dell’immobile riqualificato di Avenue du Gros-Chêne 40-42, risalente al 1963, si avvale di un monitoraggio continuo per la valutazione dell’intervento di ristrutturazione secondo lo standard Minergie®. È stato realizzato il confronto con i valori calcolati in fase di progetto e con la parte restante del complesso al civico 36-38, identico a quello in analisi ma soggetto esclusivamente all’intervento di allacciamento alla rete di teleriscaldamento locale. Gli interventi effettuati sul primo blocco, vale a dire il miglioramento termico dell’involucro e la chiusura dei balconi trasformati in logge vetrate, l’installazione dei collettori solari e del sistema di ventilazione meccanica, hanno però portato a risultati inferiori rispetto a quanto preventivato. L’analisi dei dati rilevati è rappresentativa poiché l’edificio ha le caratteristiche della media del parco edilizio residenziale ginevrino costruito negli anni sessanta: multipiano, tipologia traversante, con balconi su tutta la lunghezza della facciata e alimentato a olio combustibile. L’indice di consumo termico pre-intervento si situava poco sopra la media, 670 mj/mq anno, mentre oggi si è ridotto a 390 mj/m2 anno, grazie al risanamento effettuato e all’allacciamento alla rete cadiom di teleriscaldamento. I costi globali dell’intervento si sono attestati a circa 1000 chf/mq di sre, di cui due terzi sono strettamente legati al miglioramento energetico. L’esperienza è stata giudicata come positiva, anche se sembrerebbe possibile identificare lacune e margini di miglioramento, grazie al monitoraggio dettagliato e al raffronto con i calcoli teorici. Si potrebbero ridurre le temperature interne degli appartamenti e gestirle in funzione dell’orientamento, oggi sono oltre 2°C superiori al necessario. Sarebbe inoltre necessario responsabilizzare gli occupanti sul corretto utilizzo delle logge vetrate, che rappresentano l’elemento debole dell’involucro quando non vengono gestite correttamente sia nella stagione invernale, a causa delle dispersioni termiche, sia in quella estiva, per proteggere di giorno e raffrescare di notte. Dalla rassegna delle azioni in atto a livello istituzionale, risulta evidente la volontà politica congiunta a livello cantonale e comunale riguardo gli obiettivi energetici di lungo termine: l’efficienza del parco edilizio pubblico e privato e del sistema energetico locale è centrale nella strategia complessiva di riduzione dei consumi. A livello cittadino è evidente la stretta collaborazione tra i diversi attori. Il comune e l’azienda energetica multiutility sig hanno strategie comuni per quanto riguarda l’installazione degli impianti di generazione che sfruttano energia rinnovabile e le reti di distribuzione del calore. Gli studi effettuati sugli edifici di elevata qualità energetica da poco realizzati o risanati, mostrano la necessità di interventi più efficienti unita alla sensibilizzazione dell’utenza, per non vanificare gli sforzi progettuali ed economici intrapresi. Il potenziale di 64 ABITARE A GINE VR A risparmio delle nuove costruzioni ricade anche nell’impatto sui consumi energetici per i trasporti, uno degli obiettivi della pianificazione urbana ginevrina è riportare gli abitanti verso la città, e ciò avrà un impatto enorme a livello di mobilità sostenibile e a una ridefinizione del livello di qualità di vita. Si ringrazia J. Khoury del Gruppo Energia dell’Università di Ginevra per la disponibilità dei dati. Bibliografia – http://etat.geneve.ch/dt/energie – http://ge.ch/geoportail/infoenergie/ – M. Garbely, L’ancrage de la politique de l’énergie dans la législation, Office cantonal de l’énergie (OCEN), febbraio 2013 – Directive relative au concept énergétique de bâtiment, République et Canton de Genève, Département de la sécurité, de la police et de l’environnement, Service de l’énergie, 2010 – J. Khoury, Rénovation énergétique des logements: un défi pour Genève, Université de Genève, marzo 2012 – F. Mermoud, J. Khoury, B. Lachal, Suivi énergétique du bâtiment 40-42 de l’avenue du Gros-Chêne à Onex (GE), rénové selon le standard MINERGIE® - Aspects techniques et économiques, Université de Genève, 2012 – Thèse J-M. Zgraggen, Bâtiments résidentiels locatifs à haute performance énergétique: objectifs et réalités. Retour d’expérience basé sur le suivi énergétique approfondi d’un complexe de logements Minergie (Pommier à GE), Université de Genève, 2010 Genfer Wohngebäude sind ein Schwerpunkt der kantonalen Energiestrategie, da 50 % des lokalen Energieverbrauchs auf sie entfallen. Das neue kantonale Energiegesetz aus dem Jahr 2010 vereinfacht die bürokratischen Verfahren, stellt jedoch neue Anforderungen an Neubauten und an sanierte Gebäude. Die Handlungsfelder sind vielfältig. Bei Neubauten wird der Mindesteffizienzstandard über die Norm SIA 380/1 hinaus angehoben, für Bestandsgebäude muss ein hoher Anteil von Energie aus erneuerbaren Energiequellen nachgewiesen werden. Für alle Gebäude muss die Wärmebedarfskennzahl berechnet werden. Bei öffentlichen und sehr grossen Gebäuden sieht das Verfahren die Erstellung eines Energiekonzepts vor, in dem das Umfeld des Bauvorhabens und die örtlich verfügbaren Energiequellen berücksichtigt werden müssen. In den letzten Jahren hat die Energiegruppe der Universität Genf Daten gesammelt und detaillierte Analysen zu neuen und sanierten Gebäuden erstellt, die den Minergie-Standards entsprechen. Bessere Gebäudehüllen sind in Hinblick auf den Energieverbrauch die beste Investition, aber das Verhalten der Bewohner übt einen grossen Einfluss auf den Verbrauch von hochwertigen Gebäuden aus. 65 ABITARE A GINE VR A Bassi Carella foto Didier Jordan Appartamenti in Chemin des Fleurettes L’edificio situato nel quartiere della «Ginevra internazionale» pone termine al processo dei piani di quartiere iniziato oltre venti anni fa. Il declassamento di questa zona residenziale di lusso ad area di sviluppo 3 contribuisce a mitigare l’enorme carenza di alloggi della città di Ginevra e, più in generale, dell’intero Cantone. Il bando del concorso su invito insisteva principalmente sull’esigenza di edificare una grande varietà di alloggi, dal monolocale al duplex di sette locali. La densità degli immobili e i loro allineamenti hanno stimolato lo sviluppo di planimetrie che consentono di ridurre gli affacci diretti sulle costruzioni circostanti. La diagonale afferma il proprio dominio sugli spazi vuoti. La decisione di costruire un immobile a stecca, profondo 15 m, si deve in parte alla volontà di rispettare la mappa parcellare redatta dagli urbanisti responsabili del piano di quartiere. L’ingresso principale del fabbricato è costituito da un incavo nello zoccolo che sbocca in un ampio atrio ve- trato alto due piani e mezzo. La luce naturale che invade questo spazio valorizza anche l’accesso pedonale al parcheggio. La «messa in scena» di un generoso spazio di ingresso risponde alla volontà del committente di creare un bene immobiliare dalle qualità ben definite. Ai mono e bilocali del piano terra fanno seguito gli alloggi di 4,5 e 6,5 locali ubicati al primo, secondo e terzo piano, mentre al quarto piano e negli attici trovano posto duplex di ben 7 locali. L’ampio open space che caratterizza gli appartamenti di maggiori dimensioni è prolungato da balconi che danno modo di apprezzare il paesaggio vicino e lontano. La facciata, composta da lastre in calcestruzzo prefabbricato, si espande in balconi e vetrate continui che racchiudono con grande fluidità le varie tipologie abitative. La scansione dei balconi e la loro mancata sovrapposizione sono state sfruttate per creare una dinamica di rotazione del volume e rimarcare la «diagonalità» che caratterizza gli appartamenti. Immobile residenziale, Chemin des Fleurettes 3; Ginevra Architet ti Andrea Bassi, Rober to Carella, Bassicarella Architectes; Ginevra Collaboratori A. Miola, J. Kurzo, O. Lauechli, B. Henriques Date concorso a invito 2007 realizzazione 2011-2012 66 ABITARE A GINE VR A 67 ABITARE A GINE VR A Pianta attico Pianta piano rialzato Pianta quarto piano Pianta secondo piano Pianta piano seminterrato Sezioni 68 ABITARE A GINE VR A 69 ABITARE A GINE VR A 70 ABITARE A GINE VR A 71 ABITARE A GINE VR A Dévanthér y & Lamunière foto Fausto Pluchinot ta Villa urbana alla Roseraie «Villa urbana» suddivisa in appartamenti – uno per piano – dotati di accesso indipendente tramite ascensore e di una grande terrazza aperta a sud-ovest, la costruzione poggia su uno zoccolo in cemento pigmentato che riprende il vecchio muro di sostegno e ospita – allo stesso livello – l’ingresso, i garage e le cantine. È un edificio sopraelevato dalle facciate differenziate, caratterizzate sul lato a valle da grandi vetrate e ampi balconi in aggetto e, sul lato a monte, da finestre ritagliate nello spessore della facciata come quadri sul bosco. Tali aperture distribuite nella nudità della facciata affermano all’esterno la continuità planimetrica. All’interno la grande finestra fissa priva di parapetto, dalla cornice in larice, poggia su una panca. La ventilazione è assicurata da persiane in legno munite di gelosie. Una tenda regola l’oscuramento. Per le loro caratteristiche – gli orientamenti diversificati e l’accesso indipendente tramite ascensore – gli appartamenti, che occupano l’intero piano, si presentano come altrettante «ville urbane». Ciascuna abitazione è caratterizzata da una grande infilata di locali: biblioteca, soggiorno, sala da pranzo e cucina a sud. Pareti scorrevoli consentono eventuali chiusure. Un mobile appendiabiti separa le zone giorno e notte (a nord) senza tuttavia compromettere la continuità e la fluidità spaziale dell’insieme dell’appartamento. I balconi disposti in quinconce consentono ai residenti di celarsi agli sguardi dei vicini, ma lasciano fluire la luce e l’aria come avverrebbe in un duplex. Si tratta, data la loro ampiezza, di vere e proprie terrazze; un’espansione degli spazi abitativi che rimanda al concetto di villa mentre ne elude la necessità, limitando così il consumo di territorio. Grazie alla sua posizione ai margini dell’abitato questo immobile dagli affacci multipli permette di combinare i vantaggi della vita cittadina con il bisogno di intimità. Villa urbana Avenue de la Roseraie; Ginevra Architet ti dl-a, designlab architecture Ginevra Collaboratore V. Clavien Ingeniere civile Pillets SA ; Bernex Ingegnere RV SB technique C V ; Ginevra Ingegnere sanitario Schumacher sa; Losanna Impresario costrut tore Consorzio Massey; Ginevra Date concorso 2006 realizzazione 2007-2009 SA ; 72 ABITARE A GINE VR A 73 ABITARE A GINE VR A Pianta piano tipo Pianta primo piano Sezioni 74 ABITARE A GINE VR A 75 ABITARE A GINE VR A 76 ABITARE A GINE VR A 77 ABITARE A GINE VR A MPH Architectes foto Thomas Jantscher Abitazioni al Foyer de Sécheron La realizzazione è il frutto di un concorso in due tappe organizzato dalla città di Ginevra riguardante un intero isolato. mph Architectes, dopo aver sviluppato il piano di insediamento, stabilito le sagome dei cinque futuri edifici e le regole destinate ad assicurare l’unitarietà architettonica del complesso, ha poi condotto la realizzazione di due fabbricati, del parcheggio e del parco. I due edifici residenziali hbm (ad affitto moderato) si inseriscono in questo insieme di cinque blocchi, ripartiti su un unico lotto, le cui volumetrie consentono di preservare la vegetazione arborea esistente e lasciano spazio a un parco pubblico centrale. Ubicati a nord e a ovest del complesso, essi costeggiano rispettivamente i binari delle ffs e l’Avenue de France. Gli attici non arretrano rispetto alle facciate sulla strada così da orientare gli immobili verso il parco interno. L’architettura dei fabbricati ne sottolinea la vocazione residenziale e urbana, mentre la geometria esalta l’unitarietà dello spazio pubblico; gli angoli smussati degli affacci sull’interno del lotto aprono vedute laterali sull’ambiente cittadino con cui il complesso stabilisce un rapporto privilegiato. Costruzione I vani scala costituiscono i nuclei verticali della struttura portante. Solai e pareti interne sono stati gettati in opera. Il colore verde delle facciate, costituite da elementi prefabbricati in calcestruzzo dalla superficie irregolare alti da solaio a solaio, rimanda alla pregevole vegetazione del sito. Tutte le aperture hanno la stessa altezza, le testate dei solai sono marcate lungo il perimetro degli edifici e degli ampi balconi continui si affacciano sul parco. Tecnica Il riscaldamento dell’intero complesso è assicurato da un impianto centralizzato, collocato nel piano interrato dell’edificio ovest, collegato alla rete di teleriscaldamento gln (Genève-Lac-Nations) della società sig. Il rispetto dello standard energetico Minergie garantisce la ventilazione ottimale a finestre chiuse e un grande comfort acustico. Programma di unità, organizzazione I piani inferiori – seminterrati – ospitano allo stesso livello sia gli ingressi che i locali tecnici e di deposito, ciò consente di sfruttare al massimo la volumetria per le abitazioni ai piani superiori. Gli appartamenti sono progettati per ottimizzare le superfici abitabili nel pieno rispetto delle norme hbm: niente corridoi, ma una distribuzione dei locali a partire da un vestibolo luminoso e aperto su un vasto spazio multifunzionale (soggiorno, cucina, zona pranzo) che si affaccia sul parco. Il raggruppamento dei servizi permette di razionalizzare gli impianti e – nell’edificio ovest – il dimensionamento della cucina consente in qualsiasi momento di «chiudere» quest’ultima tramite un mobile o un tramezzo. 393.70 poussettes 78 / jeux ABITARE A GINE VR A Abitazioni al Foyer de Sécheron Immobili a pigione moderata; Ginevra Commit tente Fondazione della Cit tà di Ginevra per gli allog gi sociali Architet ti Olaf Hunger, Nicolas Monnerat, Franck Petitpierre, MPH architectes; Lausanne Capo proget to A. Wagnières Collaboratrice C. Gantner Direzione lavori Patrick Defago, Samuel Big gel, Olivier Bolay, Quar tal; Vevey Ingegnere civile Amsler, Bombeli et Associés S A ; Losanna Ingegnere RCVS Ingénieurs Conseils S A ; Carouge Date concorso 2003 proget to e realizzazione 2008–2011 79 ABITARE A GINE VR A Pianta piano attico Pianta piano tipo Pianta primo piano 07 06 05 09 03 08 04 10 11 12 16 15 14 13 12 11 10 9 1 2 3 4 5 6 7 8 Décai ss. -60 cm P3 Pianta piano seminterrato 80 ABITARE A GINE VR A Sezione 81 ABITARE A GINE VR A 82 ABITARE A GINE VR A 83 ABITARE A GINE VR A Annette Gigon Mike Guyer foto Joël Tet tamanti Residenza Pré-Babel L’edificazione di immobili residenziali di altezza e tipologia differenti all’interno dell’ex parco e centro sportivo Pré-Babel risponde al principio della densificazione scrupolosa che consente di preservare la continuità degli spazi verdi e gli alberi esistenti. La prima fase dell’intervento – Pré-Babel I – comprende tre immobili a tre piani (edifici 1, 2 e 3) per un totale di ventotto abitazioni d’alta gamma in condominio. Nella seconda fase – Complesso residenziale del Parco di Grange-Canal – è prevista la costruzione sullo stesso lotto di tre palazzi più alti destinati a ospitare appartamenti di fascia media e – nel rispetto della legge ginevrina sulle costruzioni – anche alloggi sovvenzionati. Una delle sfide nell’urbanizzazione di questo parco è stata quella di trovare il linguaggio architettonico e gli involucri più adatti alle tre tipologie abitative. La distribuzione e la forma degli immobili creano un’alternanza tra spazi alberati e superfici erbose. Le unità abitative, con triplo o quadruplo affaccio, godono tutte di un variegato panorama di prati e boschetti. I viali di accesso agli edifici 1, 2 e 3 serpeggiano all’interno del parco e conducono a ingressi leggermente ribassati rispetto alla quota del terreno. Allo scopo di alterare il meno possibile il paesaggio del parco gli accessi ai parcheggi sotterranei sono completamente nascosti alla vista. Le vie di accesso al parco e al parcheggio sotterraneo confluiscono nel vestibolo di ingresso di ciascun immobile. I corrimano in acciaio cromato e i pavimenti grigio chiaro in graniglia e marmo artificiale contribuiscono a espandere otticamente lo spazio. Gli ingressi degli appartamenti sfoggiano porte in rovere scuro accostate a dispositivi di illuminazione dello stesso formato. Le spoglie pareti in cemento a vista contrastano con questi elementi di estremo pregio. La tromba delle scale rischiarata dalla luce naturale serve due o tre appartamenti e un monolocale per piano. Le abitazioni – disposte su un unico livello – hanno dimensioni generose, tre affacci e soffitti dell’inconsueta altezza di 2,70 metri. A partire dall’ingresso si dividono in due aree principali: da una parte la zona giorno con cucina, sala da pranzo, soggiorno e biblioteca, dall’altra la zona notte composta da camere letto, sale da bagno e guardaroba. Tutti gli appartamenti sono dotati di un balcone coperto e di una veranda vetrata. Una delle abitazioni all’ultimo piano di ciascun immobile possiede un accesso indipendente a una vasta terrazza sul tetto riparata da una sorta di padiglione. Nella composizione degli immobili – di ispirazione quasi classica – si combinano elementi in calcestruzzo prefabbricato orizzontali e verticali. Alle bande orizzontali tinteggiate in grigio si accostano pannelli verticali di larghezza variabile, la cui tonalità gialla richiama il colore della pietra calcarea impiegata nelle costruzioni ginevrine. Finestre scorrevoli realizzate con snelli profilati in alluminio si alternano agli elementi in cemento di colore giallo. Le finestre e i parapetti specchianti riflettono la vegetazione arborea circostante. Tali elementi rafforzano inoltre l’impressione trasmessa dalla facciata di una «trama geometrica intessuta di fili d’argento». Résidence du Pré-Babel Résidence du Parc de Grange-Canal 1 3 2 84 ABITARE A GINE VR A Complesso residenziale Pré-Babel, Ginevra Commit tente Frontimmo SA ; Chêne-Bougeries; Ginevra Architet ti Annet te Gigon / Mike Guyer; Zurigo Collaboratori concorso: G. Daf flon, K. Fröhlich realizzazione: G. Daf flon, M. Clivio, C. Jahn, A. Pochon, P. Rabijns, K. Fröhlich, M. Wagner Direzione lavori–appalti Rober to Carella architectes; Ginevra Architet to paesag gista Schweingruber Zulauf architectes paysagistes; Baden Calcoli strut turali Fiechter ingénieurs S A ; Chêne-Bourg Impianti elet trici ECE SA ; Bernex Domotica R yser Eco S . A . R . L .; Ginevra Mike Humber t; Ginevra Date concorso 2003–2004, 1er prix proget to–realizzazione 2004–2008 85 ABITARE A GINE VR A Piano attico Primo piano Secondo piano Piano terreno Sezioni 86 ABITARE A GINE VR A 87 ABITARE A GINE VR A 88 ABITARE A GINE VR A 89 ABITARE A GINE VR A 2dlc & Oleg Calame foto Fausto Pluchinot ta testo Charles Pictet Abitazioni e spazi commerciali in Chemin des Courtillets a Lancy Il progetto è il frutto di un concorso su invito bandito per la realizzazione di ventiquattro appartamenti, vari spazi commerciali, un parcheggio pubblico e un altro, coperto, riservato ai residenti. L’edificio completa un’isola residenziale. È ubicato lungo una strada in leggera pendenza. A monte, la testata dell’immobile si affaccia su una piazza. Al fine di attenuare le limitazioni tipologiche, la planimetria della porzione residenziale si sovrappone a quella del piano interrato. L’ingresso pedonale all’edificio è collocato nel punto più basso della strada laterale. La circolazione si divide così tra il marciapiede che segue la pendenza naturale del terreno e un piazzale semi-privato ribassato cui si accede tramite una scala. Questo dispositivo consente di collocare tre scale all’interno di un unico, ampio atrio che non intacca la volumetria destinata alle abitazioni. La struttura dell’edificio è in cemento armato gettato in opera. Le facciate portanti sono costituite da elementi prefabbricati in calcestruzzo. Edificio abitativo e commerciale in Chemin des Courtillets a Lancy – Ginevra Commit tente Cit tà de Lancy Architet ti 2dlc & Oleg Calame architet ti associati; Ginevra Collaboratori D. Walther, J. Loiacono Ingegnere civile ESM Ingegneria SA; Ginevra Ingegnere elet trotecnico Dumont-Schneider SA; Plan-les-Ouates Consulente energetico CSD Ingénieurs SA; Onex Date proget to 2005 realizazzione 2007–2009 90 ABITARE A GINE VR A 91 ABITARE A GINE VR A Pianta terzo piano Pianta secondo piano Pianta primo piano 0191 211 3 54 15111 678 432 Sezioni Pianta piano terreno 92 ABITARE A GINE VR A pente 8.8% Pianta piano seminterrato 93 ABITARE A GINE VR A 94 René Risi Responsabile di vendita Gli ascensori sono faccenda mia Se progettate il vostro ascensore, io e miei colleghi facciamo al caso vostro. Ci distinguiamo per rapidità e competenza su impianti speciali. Graphic Work Parlatene con noi. Semplicemente. CAFIM Visione Dalla multimedialità alla multifunzionalità – I sistemi di arredamento USM costituiscono il programma flessibile al servizio delle esigenze che cambiano e delle nuove idee. Tecnica e arredamenti per l’ufficio e l’industria Dick & Figli SA - Via G. Buffi 10, 6900 Lugano Tel. 091 910 41 00 - www.dickfigli.ch Consulenze Amministrazioni Fiduciaria Immobiliari Mediazioni Studio d'architettura [email protected] Cafim SA Via Cantonale Casella postale 228 CH-6805 MEZZOVICO Tel. 091 946 20 31- 32 Fax. 091 946 20 58 www.cafim.ch Il prestatore di servizi globale. Implenia ragiona e costruisce per la vita. Con piacere. Sede Lugano-Breganzona www.implenia.com ORDINE DEGLI ARCHITETTI A cura di Claudio Castiglioni Ordine Architetti Ppc di Varese Una città e il suo lago È stato recentemente presentato alla stampa nelle splendide sale di Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese, il concorso di idee per la progettazione di infrastrutture di servizio e nuove architetture per la valorizzazione del percorso ciclopedonale del lago di Varese. L’iniziativa è frutto di un grande lavoro di collaborazione e organizzazione iniziato lo scorso anno tra l’Ordine Architetti e la Provincia di Varese, con l’Agenzia del Turismo e i Comuni i cui territori insistono sulle rive del lago – Varese, Azzate, Bardello, Biandronno, Bodio Lomnago, Buguggiate, Cazzago Brabbia, Galliate Lombardo, Gavirate. Il supporto e il contributo di così tante realtà ha reso possibile dare forma e concretezza all’idea di intervenire a supporto dei tanti convinti fruitori del percorso e di giungere alla redazione di un bando concorsuale, il cui obiettivo mira alla realizzazione di costruzioni di notevole qualità architettonica lungo la pista ciclabile del lago di Varese, per l’accoglienza e la ristorazione, ma anche come info point e noleggio attrezzature sportive e non. La pista circumlacuale rappresenta per Varese un’infrastruttura importante che sembra aver risposto ad un bisogno inespresso, o forse poco corrisposto, di spazi verdi, di oasi di tranquillità per rilassarsi, fare sport, vivere la natura. A distanza di anni la struttura riscuote un successo e un gradimento che va ben oltre le più rosee aspettative, era quindi giusto rispondere a questa sorta di chiamata collettiva offrendo un percorso che alle bellezze paesaggistiche affiancasse anche quelle strutture di servizio in grado di rendere ancora più piacevole e ricca l’esperienza di chi vi si avventura. A giudicare i progetti è stata chiamata una Giuria internazionale, composta di professionisti di altissimo livello il cui contributo assicurerà scelte di innegabile qualità architettonica: Laura Gianetti, presidente Ordine Architetti ppc della Provincia di Varese; Michele Arnaboldi (Svizzera); Alfonso Femia, 5+1AA (Italia); Luca Molinari (Italia); Joao Nunes, proap (Portogallo). Gli elaborati dovranno pervenire entro le ore 12 del 22 luglio 2013, il bando è scaricabile dal sito dell’Ordine Architetti di Varese (www.ordinearchitettivarese.it), sezione «Concorso Lago di Varese» o dal portale espazium. Desideriamo infine rammentare che continuano gli appuntamenti del ciclo «going public, gli spazi pubblici per la città del futuro» nella splendida cornice offerta dalla Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo (Varese). I prossimi incontri avranno come protagonisti il 29 maggio Cino Zucchi Architetti con «Aree Dismesse», il 26 giugno Winy Maas dello studio mvrdv con «Stazioni Ferroviarie» e infine il 17 luglio «Spazi per il commercio» con Piuarch; le «lecture» sono moderate da Luca Molinari. 97 VA ORDINE DEGLI ARCHITETTI Elena Sacco Paolo Danelli foto Luigi Filetici Biblioteca civica Elsa Morante Il progetto della Biblioteca civica del comune di Lonate Ceppino, firmato dal milanese Dap Studio, ha previsto il restauro dell’ex oratorio San Michele e la realizzazione di un volume di ampliamento. L’edificio storico costituisce una delle presenze architettoniche emergenti all’interno del territorio comunale. Il recupero è avvenuto nel rispetto della preesistenza: i nuovi interventi e le scelte di materiali e finiture hanno avuto, come obiettivo primario, la valorizzazione delle sue caratteristiche originarie. Parallelamente al fronte est è stato realizzato un nuovo volume che si accosta in modo discreto alla preesistenza e che contiene i collegamenti verticali, i locali di servizio e i montanti degli impianti. Questa scelta ha consentito di adeguare l’edificio storico alle esigenze funzionali «portando fuori» tutti quegli elementi che sarebbero risultati maggiormente invasivi, permettendo di minimizzare gli interventi demolitivi e facilitando la condivisione degli spazi di servizio. L’architettura del nuovo volume è caratterizzata da un profilo che si assottiglia nelle parte più alta, con un lato inclinato che pare ritrarsi per lasciare maggiore spazio alla copertura a falde della preesistenza. La dialettica tra edificio storico e nuovo ampliamento è la chiave di lettura di tutto l’intervento ed è il tema che ha orientato le scelte progettuali. Il rapporto tra le due presenze è stato giocato contrapponendo matericità e leggerezza, solidità e instabilità, materiali opachi e materiali riflettenti: l’enfatizzazione delle differenze valorizza le peculiarità di entrambi i volumi, in un reciproco rapporto di figura e sfondo. La Biblioteca, al primo piano dell’edificio storico, è caratterizzata da un grande spazio aperto organizzato per aree specifiche: la zona reference con piccola emeroteca in prossimità della zona di ingresso, l’area bambini, le scaffalature e i tavoli per la consultazione. Al piano soprastante, la sala delle capriate è uno spazio polifunzionale e flessibile, destinato a ospitare convegni ed esposizioni indipendentemente dagli orari di apertura della Biblioteca, grazie alla posizione baricentrica dell’area di ingresso. Un ulteriore collegamento tra i volumi è stato assicurato al livello del primo piano realizzando un volume rivestito, esternamente, in legno. Il volume di ampliamento articola i locali di servizio, i cavedi tecnici e le risalite al livello superiore, anche se la promenade di collegamento non si esaurisce alla quota del primo piano. Laddove lo spazio interno si contrae, una passerella inclinata prosegue fino ad un piccolo ambiente illuminato da una vetrata angolare: è questo il punto in cui l’architettura si smaterializza e i confini tra interno ed esterno si confondono. Questo piccolo ambito è il punto di arrivo della particolare sequenza spaziale che si sviluppa all’interno dell’edificio e può essere utilizzato come spazio per l’attesa o la lettura. Il progetto, pubblicato su prestigiose riviste e cataloghi di architettura, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali citiamo: Premio Philippe Rotthier 2011 (progetto premiato); Premio Mies van der Rohe 2011 (progetto selezionato); European Aluminium in Renovation Award, Bruxelles 2009 (progetto premiato); Premio Alluminium in Renovation, 2009 (premio sezione italiana); Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana, premio promosso dalla Triennale di Milano 2009 (menzione d’onore). 98 VA ORDINE DEGLI ARCHITETTI Restauro e ampliamento oratorio San Michele, biblioteca civica Elsa Morante; Lonate Ceppino ( VA ) Commit tente Comune di Lonate Ceppino ( VA ) Architet ti Elena Sacco, Paolo Danelli, Dap Studio; Milano Proget to strut ture Studio G. Scolari Proget to impianti Andrea Bronzoni, Luigi Piantoni Coordinamento, coordinamento sicurezza, direzione lavori Paolo Danelli Date proget to 2005–2006 realizzazione 2006–2008 99 VA ORDINE DEGLI ARCHITETTI Pianta primo piano Pianta piano terra Sezioni 100 VA ORDINE DEGLI ARCHITETTI Assemblaggio libreria 101 VA ORDINE DEGLI ARCHITETTI VA – tet to in tegole marsigliesi dim. 25.5x41 cm + listonatura – guaina impermeabilizzante – isolamento in polistirene espanso estruso tipo L aripan – nuova trave in legno di abete – capriata esistente – – – – – canale di gronda in acciaio inox lamiera verniciata R AL 9010 masset to di pendenza e isolamento solaio in laterocemento finitura interna in smalto lucido su car tongesso rasato con montanti a «C» da 3 cm – nuova muratura di cordolo – muratura esistente in mat toni pieni – nuova controparete in car tongesso con idropit tura – muratura in c.a. get tato in opera – guaina impermeabilizzante – pannelli isolanti in polistirene sp. 5 cm stuccati con colla per capot ti da esterno e rinfor zate con rete in fibra di vetro – lamiera forata verniciata alle polveri colore bianco R AL 910 – rivestimento esterno in compensato marino essenza okome – strut tura di sostegno alla lamiera ancorata alla muratura por tante – – – - – nuovi serramenti in acciaio decapato tipo Palladio «5020» – parapet to tubolare di acciaio decapato esterno al serramento pavimento in resina colore bianco solaio in laterocemento lampadfina ad incandescenza controsof fit to in car tongesso con finitura a smalto luciso colore bianco R AL 9010 – pavimento in listelli di rovere decapato – masset to in c.a. – pannelli radianti – finitura con idropit tura colore R AL 9010 – serramento tipo Palladio «5027» in acciaio decapato – canale di gronda in acciaio inox – intercapedine d’aria – apparecchio illuminante tipo via Bizzuno mod. C1 – controparete in car tongesso con lastra da 13 mm e finitura con resina colore bianco R Al 9010 – muratura esistente in mat toni pieni lasciati a vista, con vernice protet tiva incolore previa sabbiatura di tut te le super fici a vista – apparecchio di illuminazione tipo via Bizzuno mod. «let tere» – soglia in acciaio decapato – ante armadio contenitore e mobile Q.E. laccato bianco – mobile arredo reception – pavimento in resina colore bianco R AL 9010 – masset to in c.a. – pannelli radianti e isolante – vespaio areato – magrone – pavimento in listelli di rovere 102 STUDIO B IMAGE STUDIO E PROGETTAZIONE SEGNALETICA ORIENTATIVA INTERNA/ESTERNA INSEGNE LUMINOSE TOTEM E SINOTTICI OPACIZZAZIONE/SABBIATURA VETRI PELLICOLE DI PROTEZIONE SOLARE RAGGI UV Lavello e rubinetto Sinos SINOS – IL BELLO DEL RETRÒ SEGNALETICA DI SICUREZZA Studio B Image è una realtà poliedrica, multisfaccettata che sa cogliere al balzo tutte le opportunità che si presentano, grazie a 40 anni di esperienza con spirito giovanile e dinamico. Un’azienda ben radicata nel tessuto economico ticinese che fornisce servizi a 360° e oltre: studio grafico e di comunicazione, studio di sistemi orientativi di segnaletica personalizzata, atelier di produzione e servizio di stampe digitali su diversi supporti. Inoltre si offre un servizio di consulenza per tutti i clienti, basato su soluzioni “cucite su misura” come nei migliori atelier, evitando proposte ed idee standardizzate e preconfezionate. È di moda il Retrò; uno stile che piace. Le forme sinuose con il fascino del passato si sposano perfettamente ai materiali moderni. L’eleganza filigrana di Sinos armonizza con l’architettura della cucina. Una perfetta sinergia, anche con gli accessori. Sinos è la soluzione ideale per committenti che amano soluzioni particolari. www.franke.ch Studio B Image SA | Lugano-Giubiasco | 091 857 48 42 | www.studio-b.ch Aziende che hanno partecipato alla realizzazione dei progetti Villa urbana alla Roseraie Ventilazione AEROVENT TECHNOLOGIES SA; Meyrin (GE) Rivestimenti BONVIN REVETEMENTS SA; Plan-les-Ouates (GE) Serramenti/Costruzioni metalliche CERGNEUX SA; Ginevra Ponteggi ECHAMI ECHAFAUDAGES; Vernier (GE) Rivestimenti di solette CHILLEMI & CIE SA; Ginevra Pavimenti esterni WALO-BERTSCHINGER AG; St.Sulpice (GE) Impresa generale RAMPINI & CIE SA; Vernier(GE) Riscaldamento J.D.S. ECHAFAUDAGES SA; Satigny (GE) Ascensori OTIS SA; Petit-Lancy (GE) Impianti di riscaldamento DESPLATS A. SA; Les Acacias (GE) Fotovoltaico GEORGES DENTAN SA; Les Acacias (GE) Tetti ANDRE J.-J. SA; Yens sur Morges (Vaud) Impianti elettrici EGG-TELSA SA; Ginevra Pulizia e pavimentazioni MULTINET SERVICES SA; Petit-Lancy (GE) pag. 7 Appartamenti in Chemin des Fleurettes Abitazioni e spazi commerciali a Lancy pag. 36 Impresa generale INDUNI & CIE SA; Petit-Lancy (GE) Impresa generale BELLONI SA; Carouge (GE) Elementi prefabbricati PRELCO; Vermier (GE) Ventilazione ECTA SA; Grand-Lancy (GE) Porte e finestre EGO-KIEFER SA; Les Acacias (GE) Carpenteria e lattoneria ARDIZIO TOITURE; Petit-Lancy (GE) Imoresario costruttore THR SA; Grand-Lancy (GE) Protezioni solari GRIESSER SA; Meyrin (GE) Vetri Vitrerie de Lancy et Stores; Grand-Lancy (GE) Impianti elettrici TERRIER MICHEL; Carouge (GE) Riscaldamento BOSSON & PILET; Petit-Lancy (GE) Ventilazione e climatizzazione TRAITAIR SA; Les Acacias (GE) Cucine FORSTER; Carouge (GE) Gestione posteggi VON BALLMOOS; Horgen Ascensori THYSSENKRUPP ASCENSEUR SA; Petit-Lancy (GE) Pittore e gessatore D.S.D.; Chêne-Bougeries (GE) Costruzioni metalliche REVAZ SA; Petit-Lancy (GE) Falegname NORBA ENTREPRISE SA; Les Acacias (GE) Porte KABA GILGEN SA; Gland (GE) Isolamenti LIROM Chapes SA; Le Landeron (GE) Pietre naturali MARDECO SA; Crassier (GE) Piastrelle GATTO SA; Ginevra Pavimenti SOL PINTO; Meyrin (GE) Isolamento ISOLFEU Lancy SA; Châtelaine (GE) Pulizie MULTINET SERVICES SA; Petit-Lancy (GE) Segnaletica SIGNAL SA; Vernier (GE) Parchi e giardini BOCCARD PARCS ET JARDIN SA; Ginevra Chiusure automatiche GETEBA; Petit-Lancy (GE) Ambiente e sicurezza ECOSERVICES SA; Carouge Lancy (GE) Ricliclaggio SERBECO; Satigny (GE) Abitazioni al Foyer de Sécheron pag. 95 Terrazze HTP SA; Vernier (GE) Calcestruzzo RENE MATHEZ SA; Chêne-ourgeries (GE) Prefabbricati PRELCO SA; Satigny (GE) Facciate SOTTAS SA; Bulle (FR) Fotovoltaico GEORGES DENTAN SA; Les Acacias (GE) Protezioni solari STORAMA AG; Burgistein (BE) Impianto elettrico EGG-TELSA; Ginevra Riscaldamento BOSSON & PILET; Petit-Lancy (GE) Ventilazione CGD DALKIA SA; Thonex (GE) Sanitari DUBOUCHET SA; Carouge (GE) Cucine TEK CUISINES SA; Les Acacias (GE) Ascensori AS ASCENSEURS SA; Ginevra Impresa generale BELLONI SA; Carouge (GE) Porte in metallo OUVRAGES METALLIQUES SA; Nyon Costruzioni metalliche MORAND & FILS SA; La Tour-de-Trême; Ginevra Porte in legno LOUIS GENEVE SA; Le Lignon Arredamento in legno ALPINA BOIS SA ; Meyrin Rivestimenti di solette CHILLEMI & CIE SA; Ginevra Piastrelle GATTO SA; Ginevra Pavimenti BERNARDINO RIVESTIMENTI SARL; Meyrin Pulizie DUARTE OCTAVIO ; Carouge (GE) Gestione rifiuti ECOSERVICES SA; Carouge (GE) Centro commerciale a Chiasso pag. 36 pag. 37 pag. 37 pag. 36 pag. 36 Impresa di costruzioni MARTI Ginevra SA; Meyrin (GE) Impresa di costruzioni RAMPINI & CIE SA; Vernier (GE) Porte finestre ANDRÈ SA; Yens sur Morges (GE) Fotovoltaico GEORGES DENTAN SA; Les Acacias (GE) Protezione incendi FIRE SYSTEM SA; Les Acacias (GE) Protezioni solari ROCCALU; Cahrrat (VS) Ventilazione AEROVENT TECHNOLOGIES SA; Meyrin (GE) Sanitari e coperture CONSTANTIN SA; Plan-les-Ouats (GE) Telecomunicazioni SEDELEC SA; Carouge (GE) Ascensori KONE SA; Sion (VS) Riscaldamento e climatizzazione CGD DALKIA SA; Thonex (GE) Sistemi costruttivi ISOTECH; Carouge (GE) Pittore CLEMENT PEINTURE & BERNASCONI; Fribourg (FR) Isolamenti LIROM Chapes SA; Le Landeron (GE) Metalcostruttore PROGIN; Bulle (FR) Rivestimenti DI CHIARA SA; Vernier (GE) Decorazioni d’interni REYMOND DECORATION SA; Thonex (GE) Cucine PIATTI; Carouge (GE) Falegname FERREIRA ASSUNCAO; Meyrin (GE) Ingegneria civile ERBEIA SA; Vandoeuvres (GE) Chiusure PAWI Sarl; Carouge (GE) Pulizie MULTICLEAN; Thonex (GE) pag. 36 pag. 44 pag. 36 Scavo generale e pompaggi FONTANA; Muggio Impresario costruttore Consorzio BARELLA-MEDICI; Chiasso Ponteggi STELLA PONTEGGI – Ludiano Costruzione guscio (calcestruzzo) MUTTONI; Bellinzona Struttura in legno NEUE HOLZBAU; Lungern Costruzioni metalliche (rivestimento guscio) BTF; Vezia Isolazioni e impermeabilizzazioni guscio PLUIMERS BV, Rijssen (NL) Costruzioni metalliche BTF; Vezia Metalcostruzioni JELMINI; Bellinzona Metalcostruzioni OFFICINE GHIDONI; Riazzino Metalcostruzioni SANGIORGIO METALCOSTRUZIONI; Castel San Pietro Impianti elettrici ALPIQ IN TEC Ticino; Lugano Impianti RV Consorzio AERIMPIANTI-CLIMA; Sorengo-Camorino Impianti sicurezza DITTA TYCO FIRE & INTEGRAL SOLUTION; Manno Gestione posteggi VON BALLMOOS; Horgen Costruzioni in vetro GALVOLUX; Bedano Ascensori FALCONI; Morbio Inferiore Scale mobili SCHINDLER; Bioggio Gessatore GIOTTO; Manno Gessatore PASI; Chiasso Falegname FRIDEL; Vacallo Isolazioni antifuoco COIBENTAZIONI SA; Novazzano Sottofondi NOVASTRADA; Taverne Sottofondi B&L LAUDATO; Vacallo Illuminazione iGuzzini; Davesco-Zurigo La lista delle aziende è stata fornita dagli studi d’architettura. Spot da incasso a LED di prima qualità al miglior prezzo Tic Illuminazione Ufficio Ticino: 091 941 23 70 [email protected] Webshop: www.opticline.ch OpTic LED OpTic LED Q OpTic LED Wave • In aluminio spazzolato oppure bianco • In aluminio spazzolato oppure bianco • Bianco • Bridgelux-POWERLED • Bridgelux-POWERLED • 104 x 104 mm / P: 111 mm • ⌀ 100 mm / P: 75 mm • 100 x 100 mm / P: 75 mm • 13 W / 3000 K / 935 lm • 9 W / 3000 K / 660 lm • 9 W / 3000 K / 660 lm • Bridgelux-POWERLED warning-studio comunicazione stra passione; tre 90 anni la no ol da a nt a, se re pp le ra ere d’eccellenz La pietra natura o la pietra in op iam . rm gie sfo olo tra cn e te o importiam delle più moderne da tutto il mondo mediante l’ausilio +41 91 7516653 7 | 7516208 - F. 64 11 75 91 om 1 +4 iss-stone-group.c (Switzerland) | T. p.com - info@sw - 6600 Locarno ou gr a CH ehis 22 cc ton -s lli lse iss Ga /va www.sw youtube.com Valsecchi SA | Via lsecchisa facebook.com/va agenturamflughafen.com Per proteggervi dalle insidie del clima Deumidificazione dell’aria Climatizzazione Purificazione dell’aria Umidificazione dell’aria Come fornitori di servizi per passione abbiamo un preciso obiettivo: facilitare la vita alla nostra clientela. Ecco perché la Krüger è il partner ideale per uffici, negozi, centri commerciali e alberghi. I collaboratori cortesi e un capo simpatico non bastano per creare un buon clima aziendale. Solo un clima ambientale adatto motiva le persone a prestazioni d’eccellenza. O agli acquisti. Noi raffreschiamo e purifichiamo l’aria. I nostri purificatori dell’aria completamente automatici eliminano perfino killer del benessere come polvere, pollini, fuliggine e fumo. Con massima efficienza energetica. E quel che più conta: ci occupiamo anche del servizio e della manutenzione degli apparecchi. Krüger fa molto di più – dal 1931. Krüger + Co. SA, 9113 Degersheim Telefono 0848 370 370, [email protected], www.krueger.ch Succursali a: Brügg, Delémont, Dielsdorf, Forel, Frauenfeld, Gisikon, Giubiasco, Grellingen, Meyrin, Münsingen, Oberriet, Rothrist, Samedan, Sciaffusa, Steg, Wangen, Zizers.