LA TECNICA DEL FREDDO Francesca Cappelletti Parte I • Ripasso di teoria sui cicli inversi e la produzione del freddo • Il ciclo a compressione di vapore: componenti • I fluidi refrigeranti • Applicazioni per l’edilizia 2 La produzione del freddo Per refrigerazione di intende il trasferimento di calore da un ambiente che deve essere mantenuto a bassa temperatura ad un altro in cui può essere agevolmente smaltito. Questo processo viene realizzato da un fluido refrigerante in un circuito frigorifero. Il fluido refrigerante deve avere la capacità di asportare calore dall’ambiente da refrigerare evaporando a bassi valori di pressione e temperatura e cederlo all’ambiente esterno condensando a più elevate pressione e temperatura. Il calore che il fluido refrigerante asporta coincide con il suo calore latente di vaporizzazione. 3 Calore latente di vaporizzazione È il calore necessario all’unità di massa [J/kg] di una sostanza per effettuare il passaggio di stato dell’evaporazione ad un certo valore di pressione e temperatura. Nelle trasformazioni liquido vapore e vapore liquido vengono assorbite e rilasciate le stesse quantità di calore. Perciò il calore latente di vaporizzazione per una particolare sostanza è esattamente uguale al calore di condensazione. In generale il calore latente ha valori molto grandi rispetto ai calori specifici delle sostanze in fase liquida e gassosa. ATTENZIONE: il calore latente dipende dalla pressione (e dunque anche dalla temperatura) a cui avviene il cambiamento di fase. 4 Grandezze fisiche fondamentali Temperatura: lo scopo della tecnica del freddo è scendere al di sotto della T ambiente. Pressione: come vedremo, pressione e temperatura sono strettamente legate l’una all’altra. Entalpia: è la grandezza usata in termodinamica (e quidi in tecnica del freddo) per definire lo stato energetico di una sostanza che si trova a determinate condizioni di pressione e temperatura. 5 Unità di misura delle grandezze fondamentali Temperatura: l’intervallo di temperatura si misura normalmente in gradi centigradi valutati sulla scala kelvin [K] o Celsius [°C] Pressione: si misura in Pascal [Pa], ma in questo campo si preferisce il MegaPascal [Mpa] o il bar (1 bar = 0.1 Mpa) Entalpia: essendo un’energia si misura in joule [J] 6 Cambiamento di stato di 1 kg di acqua a pressione atmosferica mediante apporto costante di energia termica 7 Diagramma pressione-entalpia Nella tecnica del freddo i cicli frigoriferi sono rappresentati in diagrammi p-h, dove possono essere evidenziati alcuni aspetti caratteristici del fluido frigorigeno e del ciclo. Punto critico: punto di massimo della curva. Al di sopra della temperatura critica il fluido si presenta solo allo stato gassoso, al di sotto possono avvenire i passaggi di stato (evaporazione e condensazione). 8 Temperatura di saturazione Si definisce temperatura di saturazione di un fluido (in corrispondenza di un certo valore di pressione) quella alla quale ha luogo il processo di vaporizzazione al valore considerato della pressione. Poiché non tutto il liquido evapora contemporaneamente, durante il processo di evaporazione si ha compresenza di liquido e vapore. 9 10 Come si produce il freddo? E’ esperienza comune che il calore passa spontaneamente da corpi a temperatura elevata a corpi a bassa temperatura. Per fare avvenire il processo contrario è necessario mettere a punto degli opportuni dispositivi che vengono detti macchine frigorifere, i quali hanno le seguenti caratteristiche: 1. Funzionano secondo trasformazioni termodinamiche cicliche: alla fine di ogni ciclo la macchina si ripresenta nelle condizioni iniziali pronta trasferire ancora calore. 2. Assorbono calore da una sorgente a bassa temperatura. 3. Cedono il calore assorbito a una sorgente a temperatura elevata. 4. Necessitano di una ulteriore quota di energia immessa dall’esterno sotto forma di lavoro (o calore). 11 Teoria: secondo principio della termodinamica Non esiste una macchina operante in modo ciclico il cui unico effetto sia lo scambio termico con sorgente a bassa temperatura verso una sorgente a temperatura più elevata T1 T1 q1 Lavoro M T1 > T2 q1 M q2 T2 q2 T2 Importante Lo scambio termico avviene spontaneamente da sistemi a temperatura più alta verso sistemi a temperatura più bassa. Esempi Fluido a q = 40 °C cede calore all’aria ambiente a 20°C che si riscalda Fluido a q = -5 °C riceve calore dall’aria ambiente a 20°C che si raffredda Fluido a q = -10 °C cede calore a un fluido a q = -20°C che tende a scaldarsi Evaporatore: scambiatore di calore con fluido in evaporazione Condensatore: scambiatore di calore con fluido in condensazione Tipi di macchine frigorifere • A compressione di vapori saturi (le più usate) • Ad aria (usate nella climatizzazione di velivoli a reazione) • Ad assorbimento (utili se si dispone di cascami termici) • Ad effetto termoelettrico Peltier (usate per piccolissime potenze: qualche watt) 14 Il ciclo frigorifero a compressione Il ciclo inverso a compressione di vapore costituisce uno dei cicli utilizzati nelle macchine per il trasferimento di calore da sistemi a bassa temperatura a sistemi ad elevata temperatura. Il ciclo si basa sul fatto che il passaggio di stato liquido-vapore può avvenire in un verso o nell’altro al variare della pressione e delle condizioni ambientali con assorbimento o cessione di calore. Si utilizza un fluido “frigorigeno” in grado, nel passaggio di stato, di assorbire una elevata quantità di calore per unità di massa. 15 Dispositivi tecnologici Nella realizzazione pratica di un ciclo a compressione di vapore per il trasferimento di calore (ciclo frigorifero) le trasformazioni che lo compongono avvengono in dispositivi tecnologici. I dispositivi più importanti sono i seguenti: • condensatore - scambiatore di calore in cui condensa un vapore; • evaporatore - scambiatore di calore in cui evapora un liquido; • compressore - aumenta la pressione di un gas; • valvola di laminazione - abbassa la pressione di un liquido. 16 Il ciclo frigorifero a compressione compressore Zona raffreddata condensatore Il primo frigorifero a compressione di gas messo a punto da Willis Carrier Il ciclo frigorifero a compressione: schema meccanico 2-3 evaporazione: si ottiene un vapore surriscaldato condensatore 1 Qa 3-4 compressione del fluido con aumento di pressione 4-1 condensazione: si ottiene un liquido sottoraffreddato 4 1-2 espansione isoentalpica: diminuzione della pressione L valvola di laminazione compressore 2 3 Qb evaporatore 18 Il compressore (A) comprime il fluido refrigerante a circa 20bar (che è una pressione dieci volte superiore a quella dei pneumatici delle automobili) e gli fa raggiungere la temperatura di circa 80°C. A questa temperatura il gas arriva al condensatore esterno (B) e cede parte del suo calore all’aria aiutato dal ventilatore. Il gas, quindi, si raffredda e diventa liquido e viene costretto a passare attraverso un piccolo foro (C). Attraversato questo foro il liquido ritorna in parte allo stato gassoso e si raffredda scendendo a circa 5°C. Il gas passa poi all’evaporatore (D) posto all’interno dell’ambiente e aiutato dal suo ventilatore cede il freddo all’aria. A questo punto il gas tornerà al compressore pronto a iniziare un nuovo ciclo. Facciamo il punto sui componenti principali di un circuito frigorifero a compressione Evaporatore: scambiatore di calore in cui il fluido evapora asportando calore dall’ambiente da refrigerare Compressore: componente meccanico che aspira il fluido refrigerante evaporato e lo comprime innalzandone la pressione e la temperatura Condensatore: scambiatore di calore in cui il vapore condensa cedendo il calore latente di condensazione all’ambiente circostante Valvola di laminazione: in cui il condensato si espande diminuendo di pressione e temperatura riportandosi alle condizioni iniziali del ciclo Tubazioni: fungono da collegamento fra i vari organi 20 Coefficiente di prestazione Il COP (Coefficient of Performance) è il rapporto tra l’effetto frigorifero (potenza scambiata dall’evaporatore, qev) e la potenza meccanica scambiata dal compressore Pc. COP qevaporatore Pcompressore Un indice analogo è l’EER (Energy Efficiency Ratio). In questo caso il rapporto tra le diverse grandezze è espresso in unità coerenti (es. W/ W) 21 Il ciclo reale a compressione di vapore Componenti di un circuito frigorifero a compressione di vapore • compressore - aumenta la pressione di un gas (vapore surriscaldato) • condensatore - scambiatore di calore in cui condensa un vapore • evaporatore - scambiatore di calore in cui evapora un liquido • Valvola di laminazione: abbassa la pressione del vapore 23 Compressore Tipi di compressore Alternativo A palette (rotary) Scroll A vite Centrifugo 24 Compressore Alternativo Vantaggi: tradizionalmente conosciuto da riparatori e manutentori; Svantaggi: troppi elementi (scarsa affidabilità) troppe parti in movimento (rumorosità); Destino: è in corso di estinzione a vantaggio dei meno rumorosi e più affidabili compressori Scroll e Vite 25 Compressore Alternativo Vantaggi: tradizionalmente conosciuto da riparatori e manutentori; Svantaggi: troppi elementi (scarsa affidabilità) troppe parti in movimento (rumorosità); Destino: è in corso di estinzione a vantaggio dei meno rumorosi e più affidabili compressori Scroll e Vite 26 Compressore Alternativo 27 Compressore rotativo a palette (rotary) Vantaggi: economicità ed il minimo ingombro che ne fanno la scelta migliore per applicazioni domestica a ridotta capacità (frigoriferi, congelatori, condizionatori). 28 Compressore Scroll Brevettato nel 1905, si riesce a costruire solo da qualche decina d’anni. 29 Compressore scroll 30 Vantaggi del compressore scroll • Elevato rendimento volumetrico (spazio nocivo quasi nullo); • Elevato COP • Bassa rumorosità (circa 8db(A) in meno dell’alternativo); • La compressione avviene con carichi simmetrici (due sacche simmetriche) e ciò riduce al minimo le vibrazioni; • Ottima qualità del rumore (curva acustica spostata verso le alte frequenze: le più facili da abbattere); • Buona resistenza al colpo di liquido; • Elevata affidabilità. 31 Compressore a vite • Elevata affidabilità e durabilità Numero di parti mobili inferiore di circa 10 volte a quello dei compressori alternativi; Si stima che la probabilità di guasto di un singolo compressore sia un quarto di quella di un alternativo; • Regolazione della capacità • • • • • • frigorifera Lunga durata Resistenza ai colpi di liquido Maggiore silenziosità 70% più piccolo di un alternativo 80% più leggero di un alternativo Silenzioso 32 Compressore centrifugo • L'uso è limitato ad elevate • • • • capacità frigorifere e bassi rapporti di compressione (solitamente grandi chiller ad R134a) La capacità frigorifera può essere variata mediante l'impiego di alette che modificano l'angolo di ingresso del fluido nella girante. Molto silenzioso (no parti in contatto) Senza olio Cuscinetti magnetici: no attrito 33 Condensatore Aria: batteria alettata Acqua: controcorrente, a piastre, a fascio tubiero 34 Gli scambiatori di calore: la funzione è di consentire lo scambio termico tra il fluido frigorigeno (interno) e l’esterno (aria o acqua) Evaporatore Aria: batteria alettata Acqua: a piastre, a fascio tubiero 36 I componenti: l’espansione Lo scopo del capillare è di equalizzare le pressione del condensatore e dell’evaporatore compressore Il frigorifero condensatore organo di laminazione evaporatore 38 Nel frigorifero domestico l’evaporatore il condensatore Fluido refrigerante: caratteristiche Non infiammabile, non tossico, non nocivo per l’ambiente, non corrosivo per i tubi. Ridotto volume specifico, per diminuire la cilindrata del compressore. Compatibile con gli olii lubrificanti impiegati nei compressori. Bassa temperatura di saturazione alla pressione atmosferica (es. temperatura di saturazione dell’ammoniaca alla patm= -33.35°C). Valori della pressione di saturazione alle temperature richieste non inferiori a quella atmosferica (per evitare ingressi d’aria nel circuito). Elevati valori del calore latente di vaporizzazione alla pressione atmosferica, per ridurre la quantità di fluido presente a parità di effetto frigorifero ottenuto. 40 Tipologie di refrigeranti utilizzati Fino a circa venti anni fa erano utilizzati: CFC: clorofluorocarburi totalmente alogenati HCFC: idroclorofluorocarburi parzialmente alogenati FREON L’utlizzo incontrollato di questi fluidi ha determinato l’assottigliamento della fascia di ozono (O3). CFC: al bando dal 2003. Produzione completamente eliminata dal 2010 HCFC: la loro produzione come refrigeranti sarà bandita dal 2030 (2040 nei paesi in via di sviluppo) A seguito del protocollo di Montreal (1992) e successive leggi nazionali applicative (L. 549/93), sia CFC che HCFC sono stati progressivamente eliminati e sostituiti con nuovi fluidi privi di cloro (HFC) a potenziale distruttivo dell’ozono nullo, ma che causano l’effetto serra. 41 Effetto Serra - GWP L'indicatore effetto serra viene calcolato considerando, tra le sostanze emesse in aria, quelle che contribuiscono al potenziale riscaldamento globale del pianeta terra. La quantità in massa di ciascuna sostanza, calcolata sull'intero ciclo di vita del prodotto, viene moltiplicata per un coefficiente di peso, chiamato potenziale di riscaldamento globale (GWP, Global Warming Potential). Sommando poi i contributi delle varie sostanze si ottiene il valore aggregato dell'indicatore. Le sostanze che contribuiscono all'effetto serra sono principalmente: CO2, CH4, N2O, CFC, gli HCFC e gli HFC. La CO2 è la sostanza di riferimento per questo indicatore, vale a dire che il suo coefficiente di peso è uguale a 1 e i valori dell'indicatore sono espressi in kg di CO2 equivalente (kg CO2 eq). Assottigliamento della fascia di ozono stratosferico: ODP La riduzione della fascia di ozono stratosferico si calcola come l'indicatore precedente, ma facendo riferimento a diverse sostanze (CFC, HCFC) e con un diverso coefficiente di peso, chiamato potenziale di riduzione dell'ozono (ODP, Ozone Depletion Potential). La sostanza presa come riferimento è in questo caso un cloro - fluoro carburo e precisamente il CFC - 11. Sostanza di riferimento CFC-11 Chemical Name Lifetime , in years ODP1 (WMO 20021) ODP2 (Montreal Protocol) ODP3 (40 CFR) GWP1 (WMO 2002) GWP2 (SAR) GWP3 (TAR) GWP4 (40 CFR) CAS Number Group I CFC-11 (CCl3F) Trichlorofluorometh ane 45 1.0 1.0 1.0 4680 3800 4600 4000 75-69-4 CFC-12 (CCl2F2) Dichlorodifluoromet hane 100 1.0 1.0 1.0 10720 8100 10600 8500 75-71-8 CFC-113 (C2F3Cl3) 1,1,2Trichlorotrifluoroeth ane 85 1.0 0.8 1.0 6030 4800 6000 5000 76-13-1 CFC-114 (C2F4Cl2) Dichlorotetrafluoroet hane 300 0.94 1.0 1.0 9880 9800 9300 76-14-2 CFC-115 (C2F5Cl) Monochloropentaflu oroethane 1700 0.44 0.6 0.6 7250 7200 9300 76-15-3 Group II Halon 1211 (CF2ClBr) Bromochlorodifluoro methane 16 6.0 3.0 3.0 1860 1300 353-59-3 Halon 1301 (CF3Br) Bromotrifluorometha ne 65 12 10.0 10.0 7030 6900 75-63-8 Halon 2402 (C2F4Br2) Dibromotetrafluoroet hane 20 <8.6 6.0 6.0 1620 124-73-2 HFC 134a (Freon R134a) Refrigerante puro, cioè non ottenuto per miscela, pertanto si mantiene inalterato durante le fasi di condensazione ed evaporazione. Viene considerato un refrigerante di nuova generazione, perché ha influenza trascurabile rispetto all’ozono e all’effetto serra. ● HFC 407C (R407c) Miscela composta di R32, R125 e R134a. Presenta il problema, comune a molte miscele, di dar luogo all’effetto glide, fenomeno che si verifica durante le fasi di condensazione ed evaporazione per cui le pressioni di lavoro rimangono invariate ma i componenti del fluido si separano. ● HFC 410A (R410a) Miscela composta di R32 e R125 con effetto glide quasi trascurabile. Sostituisce egregiamente l’R22 negli impianti di climatizzazione perché ha maggiore resa frigorifera e consente di utilizzare componenti di minori dimensioni. Questo tuttavia è anche uno svantaggio perché impone di riprogettare gli impianti. ODP e GWP dei fluidi refrigeranti più comuni Effetto serra (global warming) Calcolo del potenziale di riscaldamento equivalente totale TEWI (total equivalent warming potential) TEWI = DGW + IGW DGW (direct global warming) = M x GWP M è la massa del refrigerante dispersa nella vita utile della macchina compresa la fase di smantellamento della stessa GWP è il global warming potential specifico del refrigerante usato IGW (Indirect global warming = k x E k è la massa, in kg, di CO2 prodotta per produrre 1 kWh elettrico (in Italia 0.71, in UE la media è 0.51) E è energia consumata nel ciclo di vita, in kWh 48 Nomenclatura dei refrigeranti CFC = cloro fluoro carburi, elevato OPD HCFC = idro cloro fluoro carburi, basso OPD, elevato GWP HFC = idro fluoro carburi, OPD nullo, elevato GWP HFO = idro fluoro olefine, OPD nullo, basso GWP HC = idrocarburi, ODP nullo, GWP trascurabile Ammoniaca, CO2 = ODP nullo, GWP nullo o trascurabile 49 Ammoniaca (R717): è un fluido naturale, OPD e GWP nulli, presenta tuttavia tossicità, corrosività ed esplosività tali da renderlo tuttora un refrigerante di nicchia. È utilizzato in purezza in macchine per il condizionamento di piccole dimensioni con ciclo frigorifero tradizionale o in impianti di refrigerazione di grandi dimensioni con ciclo di assorbimento in miscela con acqua, una tipologia piuttosto differente da quelle comunemente utilizzate. Anidride carbonica, CO2 (R744): è un fluido naturale, OPD nullo, GWP=1, non ha le controindicazioni degli altri fluidi naturali e per questo gode favore nei paesi attenti all'ambiente, per esempio nel nord Europa. Tuttavia presenta pressioni di lavoro anche 10 volte superiori rispetto agli altri refrigeranti ed a temperature ambiente superiori ai 20-25°C non può essere condensato. Questo significa che per molte applicazioni il circuito frigorifero deve essere modificato per lavorare in condizioni dette super-critiche, dotandolo di componenti resistenti alle alte pressioni e sistemi di controllo delle pressioni stesse. È in corso l'analisi di fattibilità della sostituzione con R744 dell'R134a nel condizionamento per auto che ovviamente imporrà una nuova progettazione dei sistemi utilizzati oggi. 50 I condizionatori autonomi monoblocco I condizionatori autonomi monoblocco effettuano la climatizzazione ambientale direttamente poiché realizzano autonomamente i trattamenti di raffreddamento, deumidificazione, filtrazione e diffusione dell’aria. I condizionatori da finestra costituivano sino ad un recente passato l’unica soluzione disponibile per il raffrescamento di piccoli ambienti Idonei per applicazioni che richiedono potenze frigorifere non superiori a 6-7 kW (civili abitazioni, piccoli locali…) Tutti gli organi che realizzano il ciclo frigorifero sono collocati all’interno di una piccola macchina posizionata a finestra o incassata in una muratura esterna. 51 Condizionatori autonomi: spot cooler Gli SPOT COOLER sono la naturale evoluzione dei condizionatori da finestra. Sono macchine mobili in grado di seguire l’utente nei vari locali a seconda delle necessità. Macchine molto compatte dotate di filtri in cui un unico motore serve i due ventilatori. Alcuni modelli possono essere utilizzati semplicemente come deumidificatori, effettuando una diminuzione della quantità di vapore presente mediante il fenomeno della condensa. Il raffreddamento del condensatore avviene mediante aria aspirata dall’ambiente che deve essere poi smaltita all’esterno attraverso un tubo di scarico inserito in un serramento o su una parete. Lo smaltimento della condensa viene fatto manualmente. 52 Sistemi SPLIT Gli SPLIT SYSTEM sono condizionatori molto diffusi negli ultimi anni grazie ad una maggiore potenzialità frigorifera in grado di condizionare una civile abitazione o piccoli locali commerciali o per il terziario. Il trasferimento del gruppo motocondensante all’esterno consente di avere una ridotta rumorosità, evitando dispersioni di calore all’interno del locale e superando la difficoltà di realizzare aperture nelle finestre. Le due unità sono collegate da una doppia tubazione flessibile all’interno della quale circola il fluido refrigerante. 53 Unità di uno split Modalità raffrescamento Modalità riscaldamento (pompa di calore) Sistema SPLIT: unità interna L’unità interna è costituita generalmente da un elettroventilatore centrifugo e da una batteria di raffreddamento e deumidificazione ad espansione diretta dotata di filtro d’aria. Unità interna a soffitto Unità interna a pavimento L’unità interna può essere collocata a pavimento, a parete, oppure a soffitto con l’apparecchio montato orizzontalmente all’interno dello spazio creato dalla eventuale controsoffittatura 57 Sistemi Multi-split a espansione diretta Nelle soluzioni con potenze più piccole, le unità motocondensanti possono essere collocate su un balcone o fissate su opportune staffe su una parete esterna, mentre le unità di dimensioni più grandi devono essere poste sulla copertura dell’edificio. Il campo di potenze frigorifere coperto da questo tipo di applicazione è piuttosto ampio; nelle situazioni con potenze più elevate si adotta la soluzione di una unità motocondensante che alimenta più fancoil. 58 Multi Split a espansione diretta Roof-top Per potenze frigorifere superiori a 7- 8 kW si può adottare la soluzione ROOF-TOP con la macchina di condizionamento autonomo collocata all’esterno (di solito sulla copertura) e la distribuzione dell’aria in ambiente attraverso canali passanti attraverso la copertura dell’edificio. Nella gamma di potenze da 12 a 17 kW viene utilizzato un solo compressore con un unico circuito frigorifero. La circolazione dell’aria di raffreddamento del condensatore è assicurata da uno o due ventilatori elicoidali posti nella parte superiore della macchina con scarico verso l’alto 64 Parte II • Applicazioni nell’industria alimentare (catena del freddo, refrigeratori per il trasporto degli alimenti) • Cella Peltier • Ciclo ad assorbimento • Pompe di calore 65 La catena del freddo L'espressione catena del freddo indica il mantenimento dei prodotti surgelati ad una temperatura costante e comunque inferiore ai -18°C, dalla produzione alla vendita. La catena del freddo inizia dal produttore, passa attraverso la fase di stoccaggio, arriva nei magazzini di vendita e prosegue fino al cliente finale. Monitorare la catena del freddo è un'esigenza basilare per le aziende alimentari di prodotti freschi e surgelati. surgelazione (<-18°C): il prodotto surgelato è caratterizzato da piccolissimi cristalli che si formano all'interno del tessuto cellulare senza provocare alterazioni. refrigerazione (<+4°C): all'interno del prodotto si possono formare cristalli di ghiaccio di maggiori dimensioni che perforano le pareti cellulari provocandone la rottura. Frigoriferi: il trasporto su container Frigoriferi: il trasporto su treno Frigoriferi: il trasporto su treno Frigoriferi: il trasporto su autocarro Frigoriferi: il trasporto aereo Frigoriferi commerciali Frigoriferi commerciali Frigoriferi commerciali Frigoriferi commerciali: schema di circuito Frigoriferi domestici: tipologie frigoriferi Total No Frost LG A+++ che garantisce il 60% di risparmio energetico rispetto alla classe A. Effetti termoelettrici L’effetto Peltier In un circuito chiuso formato da due materiali diversi A e B, se viene indotta la circolazione di corrente elettrica di intensità I, si ha, in corrispondenza delle due giunzioni, sviluppo ed assorbimento di calore di entità proporzionale all’intensità della corrente ed alla tipologia di materiali. Una comune cella Peltier è formata da due materiali semiconduttori drogati di tipo N e di tipo P, collegati tra loro da una lamella di rame. Se si applica al tipo N una tensione positiva e al tipo P una tensione negativa, la lamella superiore si raffredda mentre quella inferiore si riscalda. Invertendo la tensione lo spostamento di energia termica viene invertito. In commercio esistono celle Peltier isolate e celle Peltier non isolate: le prime sono rivestite sotto e sopra da materiale ceramico e garantiscono rendimenti maggiori delle seconde. Un semiconduttore con eccesso di elettroni è detto semiconduttore di tipo N, mentre un semiconduttore con un eccesso di lacune è detto semiconduttore di tipo P. I droganti più comuni di tipo N per il silicio sono il fosforo e l‘arsenico. Da notare che entrambi questi elementi sono nel Gruppo V della tavola periodica, e il silicio è nel Gruppo IV. Quando il silicio è drogato con atomi di arsenico o di fosforo, gli atomi di questi droganti sostituiscono atomi di silicio nel reticolo cristallino del semiconduttore, ma poiché hanno un elettrone esterno in più del silicio, essi tendono a fornire questo elettrone alla banda di conduzione. Il drogante di tipo P di gran lunga più usato per il silicio è l'elemento del Gruppo III boro, il quale ha un elettrone esterno in meno del silicio e così tende a prendere un elettrone dalla banda di valenza, e quindi a creare una lacuna. Un drogaggio pesante del semiconduttore può aumentare la sua conduttività elettrica di un fattore di oltre un miliardo. Passando dal materiale drogato p a quello drogato n attraverso la giunzione fredda, gli elettroni assorbono energia per superare il locale gradino di potenziale. Dato che l’energia assorbita viene sottratta, sotto forma di calore sensibile, alla piastrina metallica che costituisce la giunzione, questa si raffredda. Al lato caldo succede il contrario, a causa del segno opposto del gradino di potenziale. Le prestazioni in refrigerazione di una coppia termoelettrica possono essere stimate valutando i diversi apporti energetici alla giunzione fredda. Questi sono principalmente causati da: a) effetto Peltier b) effetto Joule (dissipazione elettrica) c) effetto Fourier (conduzione termica) Una cella di peltier è composta da più cellette, dalle 30 cellette in su. In commercio si trovano prevalentemente celle del tipo isolato, con la parete superiore ed inferiore in ceramica, che è un materiale isolante. le celle Peltier assorbono necessariamente un gran quantitativo di corrente elettrica. Una tipica cella di dimensioni 30 × 30 × 4 mm da 25 W, può presentare una caduta di tensione ai suoi capi di 8,5 V e assorbire 2,1 A. Una coppia termoelettrica elementare è costituita da due prismi in materiale semiconduttore. Il materiale semiconduttore, tipicamente una soluzione solida di bismuto-antimonio-tellurio-selenio, presenta drogaggio di tipo p in uno dei due prismi, mentre nell’altro presenta drogaggio di tipo n. Anche per le celle di Peltier si è definito il rendimento energetico il cui il nome è COP altrimenti chiamato, coefficente di prestazione. Questo è il rapporto, in altre parole (Q/P), che rappresenta quanto lavoro ha fatto (= la quantità endotermica Q) di fronte alla energia elettrica gettante (p) che è data alla cella. Ma nel campo realistico di applicazione della cella di Peltier, molte volte il valore è molto piccolo, ad esempio in frigoriferi di piccoli dimensioni il valore è (generalmente) circa 0.2. I consumi Fonte, ENEA, 2003 da qualche tempo sui frigoriferi, congelatori e frigocongelatori è applicata una etichetta colorata con frecce e altri simboli, l’etichetta energetica, la quale permette di conoscere caratteristiche e consumi dei frigoriferi, valutando fin dal momento dell’acquisto il consumo annuo di ciascun modello. Classe kWh/anno Costo per energia elettrica A+++ < 188 < 34,00 A++ 188 – 163 34,00 – 47,30 A+ 263 - 344 47,30 – 61,90 B 344 -468 61,90 – 84,20 C 469 – 563 84,20 – 101,30 D 563 – 625 101.30 – 112,50 E 625 – 688 112,50 -123,80 F 688 – 781 123,8 – 140,6 G > 781 > 140,6 Per un Frigo/congelatore da 300 litri. Costo 1 kWh = 0,18 Euro Frigoriferi domestici: flussi termici Tipiche prestazioni (-18°C ÷ 32°C) termoelettrico assorbimento compressione 0,09 W /W 0,44 W/W 1,3 W/W L’analisi energetica Documento di supporto tecnico (USA – 1995) Le indicazioni per un risparmio dei consumi prevedevano: - aumento delle prestazioni del compressore (EER = 5,45) - ventilatori per aumentare l’efficienza dell’evaporatore; - aumento dell’efficienza dei motori elettrici del condensatore e dell’evaporatore (assorbimento elettrico 4,4 W circa); - controllo dello sbrinamento; - miglioramento delle guarnizioni; - aumento delle superfici di scambio di condensatore e dell’evaporatore Inoltre si prevede l’aumento di 2,54 cm di spessore per l’isolante o l’uso di pannelli con strato sottovuoto Le macchine, funzionanti secondo un ciclo inverso, possono essere fatte operare avendo come scopo primario la cessione di energia termica alla sorgente a temperatura più alta. In questo caso esse sono denominate pompe di calore e, dal momento che l’effetto utile è la fornitura di calore alla sorgente ad elevata temperatura, il coefficiente di prestazione viene definito dalla relazione: q1 q1 COPpompa di calore Pm q1 q2 La pompa di calore utilizzo energia termica ad alta temperatura Le pompe di calore sono macchine termiche che operano trasferendo calore da una sorgente fredda ad una calda. Le macchine presenti sul mercato hanno comunemente campi di azione tra gli 0 ed i 120 gradi e possono quindi essere impiegate per il riscaldamento ambiente, per la produzione di acqua calda sanitaria e per i processi industriali che necessitino di calore a bassa temperatura. Tipologia Acqua – acqua: si riscalda acqua (condensatore) trasferendo energia termica da altra acqua (evaporatore) Aria – acqua: si riscalda acqua (condensatore) attingendo calore da aria (evaporatore) Acqua – aria: si riscalda aria (condensatore) attingendo calore da acqua (evaporatore) Aria – aria: si riscalda aria (condensatore) trasferendo energia termica da altra aria (evaporatore) Al posto dell’acqua può essere usata salamoia (brine) Possono funzionare come macchine frigorifere (reversibilità) Le macchine, funzionanti secondo un ciclo inverso, possono essere fatte operare avendo come scopo primario la cessione di energia termica alla sorgente a temperatura più alta. In questo caso esse sono denominate pompe di calore e, dal momento che l’effetto utile è la fornitura di calore alla sorgente ad elevata temperatura, il coefficiente di prestazione viene definito dalla relazione: q1 q1 COPpompa di calore Pm q1 q2 Nel caso di macchina reversibile, si definisce per il funzionamento in raffrescamento il parametro: efficienza energetica (EER) come rapporto q2/Pm Pompe di calore ad acqua Sistemi impiantistici: a terreno Caratteristiche Temperatura media del terreno (8-10°C) Pompa di calore (COP ≈ 3 -4) Sonda a terreno (anche 100 m)