DIVISA TRA SUDAFRICA E AUSTRALIA LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO DI ASTROFISICA GLOBALE SKA (SQUARE KILOMETRE ARRAY) Nella gara ad ospitare un progetto di astrofisica globale senza precedenti, lo Square Kilometer Array (SKA), non ci sono stati né vincitori, né vinti: dopo che erano rimasti in lizza solo Sudafrica e Australia, il 25 maggio scorso veniva ufficialmente comunicata la decisione di affidare ad entrambi la realizzazione dell’ambizioso progetto. Ciò non vuol dire che i due paesi se lo divideranno in parti uguali. La maggior parte dei membri del consorzio SKA si erano già pronunciati a favore di questa (quasi) salomonica decisione, anche se il comitato consultivo aveva "identificato l’Africa meridionale come sede preferita". La realizzazione del progetto si svolgerà in due fasi. La prima, il cui avvio è previsto nel 2019, vedrà la costruzione della maggior parte delle antenne satellitari in Sudafrica e la loro integrazione con quelle già esistenti di MeerKAT, la rete di antenne radioastronomiche in avanzata fase di realizzazione nella regione del Karoo. Circa la seconda fase, tutte le antenne satellitari e i radioricevitori a media frequenza saranno realizzati nell’ Africa sub-sahariana, mentre le antenne per il rimanente sistema di ricezione dei segnali in bassa frequenza, sia per la prima che per la seconda fase, verranno installate in Australia, a integrazione della rete di radioricevitori di ASKAP (Australian Square Kilometre Array Pathfinder), la controparte australiana di MeerKAT. Al completamento dello SKA, il MeerKAT diverrà il radiotelescopio più grande e più potente dell’emisfero meridionale. Per dare un’idea della portata e importanza del progetto SKA, basti pensare che: • rispetto agli odierni radiotelescopi, lo SKA sarà 50 volte più potente e con velocità di rilevamento 10 000 volte maggiore, per rispondere ad alcune delle più importanti domande circa origine, natura ed evoluzione dell'universo; • una volta completato (si prevede sarà operativo per il 2024), ciascuna delle previste 3000 antenne paraboliche raccoglierà dati in maniera continua, generando fino a 90 milioni di segnali alla volta. Si renderanno necessari supercomputer in grado di elaborare un exaflop al secondo (1.000 milioni di miliardi di operazioni), ben al di là delle loro attuali capacità di calcolo; • i requisiti di alimentazione per lo SKA daranno impulso a nuovi sviluppi nella produzione di energia rinnovabile e tecnologie di risparmio energetico. Queste sfide infrastrutturali e ingegneristiche sono affrontate grazie alla collaborazione tra le varie equipe internazionali di ricercatori del mondo accademico e dell'industria. La realizzazione del progetto SKA, inoltre, fungerà da potente catalizzatore per lo sviluppo delle economie interessate. Per quanto riguarda l’Africa in particolare, sono coinvolti col Sudafrica altri otto paesi: Namibia, Botswana, Ghana, Kenya, Madagascar, Mauritius, Mozambico e Zambia. Mentre il sito nevralgico sorgerà a Carnarvon, nella regione sudafricana del Northern Cape, le numerose sottostazioni previste in Africa saranno costruite proprio in questi paesi: in base alla configurazione finale, infatti, saranno 2500 le antenne paraboliche per media frequenza che verranno installate nell’Africa sub-sahariana. (Per ulteriori informazioni, in inglese: http://www.ska.ac.za/. http://lnx.sudafrica.it/open2b/var/cm/article/files/110.doc ) Il Dr B. Fanaroff, Direttore del Progetto SKA Sudafrica.