TROMBOSI DELLA VENA DORSALE SUPERFICIALE DEL PENE (MALATTIA DI MONDOR): SE LA CONOSCI LA CURI Scopo del lavoro: La malattia di Mondor a livello del pene rappresenta un’importante diagnosi clinica che ogni medico dovrebbe essere in grado di formulare. Scopo del lavoro è descrive la sintomatologia, la diagnosi e il trattamento della tromboflebite della vena dorsale superficiale del pene nella nostra esperienza. Materiali e metodi: in un breve periodo di osservazione di 4 mesi, abbiamo osservato 4 pazienti, di età compresa tra 21 e 39 anni, in condizioni generali di buona salute. I pazienti si recavano dallo specialista urologo per la scoperta di un cordone duro e dolente a livello della zona dorsale prossimale del pene. Il dolore, pulsante e moderatamente intenso, era iniziato circa una settimana prima della visita. In due pazienti il dolore era durato 4 giorni prima di sparire spontaneamente; in uno di questi due pazienti era nuovamente ricomparso con le stesse modalità a distanza di 3 settimane. Nessun paziente riferiva sintomatologia concomitante (secrezioni peniene, ematuria, disuria, febbre, disfunzioni sessuali o aumento di dolore durante l’erezione). Apparentemente non esistevano fattori fondamentali nell’insorgenza dei sintomi (rapporti sessuali prolungati, abuso di farmaci o droghe, traumi, infezioni, neoplasie o patologie ematologiche). Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad ecodoppler penieno dinamico, che confermava la presenza di ostruzione della vena dorsale superficiale del pene da parte di un trombo, mentre la vena dorsale profonda del pene risultava pervia e indenne da malattia. Risultati: Tutti i pazienti sono stati trattati con terapia antiaggregante associata ad antinfiammatori non steroidei. Due pazienti sono stati trattati con eparina a basso peso molecolare per 15 giorni e poi cardioaspirina per 30 giorni, mentre gli altri due pazienti sono stati trattati solamente con cardioaspirina per 30 giorni. I FANS sono stati somministrati allo scopo di ridurre il dolore e la liberazione di citochine. Tutti i pazienti hanno avuto una completa risoluzione del quadro clinico dopo 3 settimane circa (media 25 giorni) senza nessuna alterazione funzionale a lungo termine. Discussione: Questa patologia appare decisamente sottovalutata e nonostante la malattia di Mondor del pene sia un evento raro, pensiamo sia molto più diffusa dei di quanto documentato in letteratura. Le ragioni della scarsità di casi documentati potrebbe dipendere dalla riluttanza al ricorso alle cure mediche, specialmente se i pazienti associano questa patologia ad un comportamento sessualmente deviato. La corretta diagnosi di questa condizione è importante perché può rassicurare il paziente sull’assenza di malattie sessualmente trasmesse o disfunzioni erettili e poiché ci può essere uno stato di ipercoagulabilità dell’individuo che deve essere indagato. Conclusione: La malattia di Mondor del pene è poco conosciuta ma deve far parte del bagaglio culturale di ciascun urologo per poter effettuare una corretta diagnosi e una terapia tempestiva.