ANNO XXIV - N. 2 - 2013
Sommario
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«Anziani e Società»
Editoriale
è tempo di elezioni (Lamberto Martellotti)
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Associazione
Vecchie e nuove povertà (Gabriella Rasetti)
Dal Welfare State alla Welfare Community
Investire nel Welfare fa bene anche al PIL (Rory Previti)
Libertà è partecipazione (Alessandro Fabbri)
Tagli alle spese militari, è solo fumo negli occhi
Regione Marche: il successo dei “Laboratori dell’Incontro” (Vittorio De Seriis)
Bartolomeo: per la gestionedei Centri Sociali (Andrea Mazza)
Corriamo al Riparo… (Beatrice Riganti)
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Punti di svista
Crisi, tecnici e scatolette di tonno (Alessandro Fabbri)
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4
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Vita dei Centri
Terni: Visita al Centro semi-residenziale Baobab
“Sotto la ruggine. Piccola guida di una città industriale in tre storie”
Ai soci dei Centri ANCeSCAO del Veneto
una convenzione per cure termali di prevenzione (Tonino Franceschetti)
14
Notiziario
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11
Inserto: Rapporto sull’invecchiamento nel 21° secolo
19
Notiziario
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21
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Vita dei Centri
Tutti in famiglia e non solo (Anna Aucone)
Civitanova Marche: il sociale va bene
La musica nei Centri Sociali (Antonietta Silvi)
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Il personaggio
Maria Delle Foglie un’artista pugliese a Bologna
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Una pagina di storia
Il sequestro di Aldo Moro
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25
Libro e film del mese
Lavoro - famiglia: l’eterno conflitto della donna
Alì ha gli occhi azzurri
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Cultura
Le meraviglie dell’arte fiamminga (Gabriella Rasetti)
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Turismo
Dalla luna e… un po’ più in là (Delfina Gulberti)
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Solidarietà
Porto Sant’Elpidio: “Gran Galà di Telethon”
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Salute
Anziani e salute
Modulo nuova adesione
Modulo rinnovo adesione
Mensile dell’ANCeSCAO
P. Iva 02479241206
Registrazione
Tribunale di Bologna n. 7.024
del 4/7/2000
Spedizione in abbonamento postale
Art. 2 comma 20/c legge 662/96
Direttore Responsabile:
Alessandro Fabbri
Redazione:
Vittorio De Seriis
Gabriella Rasetti
Ivonne Tordini
Direzione e redazione:
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40126 Bologna
Tel. 051.631.19.19
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Stampa:
Tipografia Masi
via della Barca, 9 - 40133 Bologna
Tel. 051.614.39.63
Fax 051.615.64.46
e-mail: [email protected]
Hanno collaborato a questo numero:
Anna Aucone
Tonino Franceschetti
Delfina Gulberti
Lamberto Martellotti
Andrea Mazza
Rory Previti
Beatrice Riganti
Antonietta Silvi
In copertina:
Jan Brueghel: Danza nuziale all’aperto
Sedimentazioni laviche a Lanzarote
Pesaro – Una bambina mostra un lavoro realizzato con i vimini
Maria Dalle Foglie: Paesaggio rurale
Alto Sannio: Anche una fisarmonica per la solidarietà tra le generazioni
Segreteria nazionale: Piazza XX Settembre 5 - 40126 Bologna
tel. 051/35.21.78 fax 051/415.02.46 - E-mail: [email protected]
Chiuso in tipografia il 28 gennaio 2013
Editoriale
associazione
è tempo
di elezioni
di Lamberto Martellotti
Siamo nel pieno di una campagna elettorale dagli esiti
ancora incerti e carica di significati per il futuro. Non
intendiamo dare, dato la natura pluralista della nostra
Associazione, indicazioni di voto ai nostri iscritti e ai
lettori di questa rivista. Sapranno essi stessi fare al meglio le loro valutazioni e votare nel proprio interesse e
per quello del nostro Paese.
Mi sento, però, di fare alcune considerazioni generali.
1- Intanto, sembra una banalità ma non lo è, ricordiamo quanto è importante andare a votare perché, come
si è detto più volte, se non si esercita pienamente il diritto costituzionale di voto e di concorrere a scegliere
la composizione del Parlamento e del futuro Governo,
finisce che altri lo esercitino anche a tuo nome e poi
non vale lamentarsi.
Certo esiste una ampia area di non voto (astensionismo,
scheda bianca o altre forme) ed essa è il risultato di una
grande delusione nei confronti della classe politica per
le mancate scelte di riforma del sistema parlamentare,
per le occasioni perdute di moralizzazione della vita
pubblica. E, anche per scelte che, seppure motivate
dalla necessità di riequilibrio del bilancio dello Stato
e dalla oggettiva crisi economica internazionale, hanno
finito per colpire maggiormente quelle classi sociali che
non avevano colpe per il dissesto dei conti pubblici
e che più hanno bisogno di una politica di
sostegno e di solidarietà. Io credo che,
poi, alla fine l’area di non voto si ridurrà e di molto. Ognuno faccia
liberamente e serenamente le
proprie valutazioni e contribuisca con il proprio voto ad
un diverso andamento della
vita pubblica.
2- Al momento delle scelte
si valutino, oggettivamente,
uomini e programmi che, per
storia passata e per il futuro si
impegnino nelle azioni che sono
alla base del nostro fare quotidiano e che sono scritte nei principi
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anziani e società
fondamentali del nostro Statuto. In primo luogo per
una politica di uguaglianza di diritti e di cittadinanza,
di non discriminazione di carattere religioso, politico,
etnico e culturale e di sesso. Che siano impegni per
politiche di promozione sociale delle persone e, in particolare, delle persone anziane, per la tutela del diritto
alla salute, alla dignità ecc…
3- Come sempre, purtroppo, questi temi sono travolti
da altre considerazioni e non trovano molto spazio nel
dibattito elettorale.
Eppure vogliamo essere fiduciosi per il futuro. Mai
come questa volta sono presenti tra i candidati e in più
schieramenti, uomini e donne che provengono dalle
esperienze nel volontariato e promozione sociale. Sia
perché dirigenti di associazioni sia per ruoli svolti al
massimo livello nel Forum del terzo settore.
La speranza è che essi, nel più alto numero possibile,
trovino successo e portino nel Parlamento e poi, nelle
scelte di governo le esperienze acquisite, e le proposte
insieme maturate trovino risposta positiva.
4- Tra questi si spera, dopo anni di impegni non mantenuti, possa trovare soluzione la riforma della legislazione e delle norme del Codice Civile che regolano la
vita dell’associazionismo. Regole sono necessarie
così come garanzie sulla correttezza della
funzionalità e della gestione delle associazioni. Ma deve venire superata l’attuale anacronistica distinzione tra promozione sociale
e volontariato che porta soltanto a creare difficoltà nella attività del nostri centri
sociali.
Ho voluto soltanto fare
brevi riflessioni sul voto:
L’augurio è che tutti si faccia, insieme, la scelta giusta
per nuove politiche sociali e un
migliore futuro per noi e le nuove
generazioni.
Vecchie e nuove povertà
di gabriella rasetti
Il rapporto Caritas 2012 sulla povertà e sull’esclusione sociale fotografa un’Italia caratterizzata da
vecchie e nuove povertà, ma anche
desiderosa “di ripartire”. Una crisi
che morde, nuove emergenze, nuovi bisogni, nuove marginalità sociali, ma anche la volontà di rimettersi
in gioco, l’aspirazione a migliorare
la propria situazione.
Secondo il Rapporto, la crisi ha determinato l’estensione dei fenomeni di impoverimento ad ampi settori della popolazione, non sempre
coincidenti con i vecchi poveri del
passato.
Aumentano i nuovi poveri, “cresce la multiproblematicità delle
persone” con storie complesse che
coinvolgono tutta la famiglia: la
precarietà occupazionale è molto
diffusa; aumentano casalinghe, anziani e pensionati in difficoltà; peggiorano le condizioni di vita delle
fasce più deboli della popolazione.
Sono i nuovi poveri con i loro crescenti bisogni e le loro pressanti richieste di aiuto. Italiani sempre più
poveri ed emarginati, esclusi da un
welfare incapace di farsi carico delle nuove emergenze sociali derivate
dalla crisi.
Secondo il Rapporto, la richiesta di
sussidi economici è molto più diffusa fra gli italiani (spesso a causa
dell’età avanzata e delle varie patologie e disabilità) rispetto agli stranieri. Aiuti che riguardano beni e
servizi: dagli alimenti al vestiario;
dal pagamento di bollette ed affitti
alle spese sanitarie. Dunque lavoro, casa e sanità: i principali bisogni per i quali si è chiesto aiuto alla
Caritas.
Storie di vecchie e nuove povertà.
Storie “spettacolari” di famiglie
in fila alla mensa Caritas, di anziani che rovistano nei cassonetti, di
padri separati che dormono nelle
automobili. Storie “silenziose” di
sofferenze nascoste, di vite appa-
rentemente normali, magari vissute
all’interno di abitazioni di proprietà. Storie di disagio economico e
psicologico, derivanti da condizioni di occupazione fragile, instabile o irregolare. Storie di povertà
causate dalla dipendenza da gioco:
un’immagine “seduttiva”, alimentata spesso dalla forte capacità attrattiva del messaggio pubblicitario. Sale slot dove il gioco diventa
un pretesto per sognare un futuro
migliore.
Eppure, nonostante tutto, il rapporto registra “segni di speranza,
di vitalità” per contrastare le tendenze alla marginalità sociale, un
nuovo desiderio “di ripartire”.
Sono quelli che il rapporto chiama
“i ripartenti”. Non chiedono solo
sussidi, ma anche riqualificazione
professionale, formazione, nuove
opportunità lavorative, anche se
non sempre trovano una risposta
alla loro voglia di rimettersi in gioco. Un vero percorso ad ostacoli in
cui la presenza di barriere e veti incrociati rende impossibile l’esigibilità dei diritti anche in presenza di
oggettive situazioni di bisogno. Un
bisogno che richiede spesso interventi concreti ed immediati.
Le risposte della Caritas si concentrano su una serie di servizi
di carattere socio-sanitario: dalle
mense, all’assistenza ai senza dimora; dalle fondazioni antiusura ai
Centri di ascolto. Oggi, in particolare, l’attenzione della Caritas si focalizza su progetti innovativi, nati
come risposta alla crisi degli ultimi
anni: dal microcredito, al sostegno
a fondo perduto per l’acquisto di
beni di prima necessità (empori di
vendita solidale); dalle carte prepagate agli sportelli di consulenza e di
orientamento per il lavoro e la casa.
La maggiore visibilità del disagio
delle famiglie ha reso la povertà
“un tema non marginale delle politiche pubbliche” che non possono
non tener conto delle condizioni
reali del Paese. Il peggioramento
delle condizioni economiche di larga parte della popolazione, i recenti vincoli di spesa introdotti dalla
spending-review, hanno creato e
nuove e più gravi criticità.
Poiché la prospettiva di un’uscita dal tunnel appare ancora lontana, si pone l’esigenza di misure
urgenti di contrasto alla povertà,
misure capaci di “prefigurare forme di tutela sociale”, lotta alle disuguaglianze anche attraverso una
maggiore equità fiscale. Questioni
certamente non marginali per uno
sviluppo sostenibile del Paese.
Quali le proposte della Caritas per
il welfare e le politiche sociali?
Misure di contrasto alla povertà,
un ripensamento del sistema di
welfare orientato alla famiglia, una
maggiore attenzione al mondo dei
giovani, strategie di inclusione per
immigrati, un maggiore impegno
per le aree più povere e marginali
del Paese.
L’impegno della Caritas assume
una dimensione europea.
Poiché la povertà sta aumentando
anche in Europa, la Caritas Europa
ha lanciato un appello per la lotta
contro le disuguaglianze sociali affinché “il continente europeo sia
una dimora accogliente per i cittadini colpiti dalla povertà e dall’esclusione sociale”.
anziani e società
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associazione
associazione
Dal Welfare State alla Welfare Community
Investire nel Welfare fa bene anche al PIL
Libertà è partecipazione
di Rory Previti
Il 24 e 25 febbraio. Due date molto
importanti, almeno per me: il 24 era
nata mia madre e il 25 è nata mia
figlia. Ma due date che in questo
momento sono molto importanti
anche per l’Italia e gli italiani, o almeno per quelli che sono convinti
dell’importanza
dell’espressione
democratica del voto.
Il 24 e 25 febbraio si va a votare per
le elezioni politiche, quelle elezioni
che servono per formare il governo
del Paese. Su questa scadenza fondamentale incombe però un precedente molto pesante, costituito dalle recenti elezioni per l’assemblea
regionale siciliana: un assenteismo
che ha superato il 50% degli elettori. Chi non si reca a votare spesso
si giustifica sostenendo che “tanto non serve a nulla”, “sono tutti
uguali”, “la politica è marcia”, e
così via. Una serie di giustificazioni più per sé stessi che per gli altri.
Una serie di giustificazioni che però
non giustificano nulla, e men che
meno serve a spiegare la rinuncia
ad uno dei diritti fondamentali della democrazia.
Vent’anni di berlusconesimo e di
non governo, uniti a corruzione e
disprezzo per i più elementari concetti di etica politica e civile, hanno
convinto una massa enorme di elettori a disertare le urne, facendo così
il gioco proprio di coloro che si vorrebbe colpire, che con pochi voti,
opportunamente orientati, possono
continuare a fare i propri comodi.
In una votazione, gli assenti e gli
assenteisti non contano nulla. Nelle
recenti votazioni in Sicilia ci sono
stati 53 elettori su cento che hanno
disertato le urne, altri 13 hanno annullato la scheda o l’hanno lasciata
bianca, e solo un elettore su tre ha
compiuto fino in fondo il proprio
dovere di elettore. Questo significa
che il presidente della regione, con
Il dibattito politico e culturale sul
non profit e sul Terzo Settore è andato via via crescendo di spessore e
di intensità, in parallelo a quello sulla necessità di riorganizzare lo Stato
sociale, alleggerendolo di una serie
di incombenze di cui potrebbero farsi carico, appunto, le strutture del
Terzo Settore.
La dialettica, così come è stata presentata da più parti, sarebbe questa:
una serie di prestazioni fornite sino
ad ora dallo “stato assistenziale” costano troppo e non sono sufficientemente flessibili per rispondere
alle esigenze di una società molto
cambiata da quando quelle prestazioni vennero istituite; dirottare le
risorse verso la maggiore flessibilità
e capillarità dell’intervento offerta
dagli organismi non profit potrebbe
garantire prestazioni più adeguate ai
nuovi bisogni e alle nuove esigenze
sociali, oltre che costare di meno.
Quella del Welfare è veramente
una patata bollente che, pur riposta
a lungo in dispensa, non accenna
minimamente a raffreddarsi. Nato
in America nel 1936 dal sogno di
Francis Delano Roosevelt, il Welfare State si è insediato anche in Europa, ma la sua riforma, oggi, non si
può più rimandare. Lo stato sociale
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anziani e società
deve essere rimodellato sulla società post-industriale in cui l’Italia,
come il resto dell’Europa, attualmente vive. Mentre il governo dei
tecnici ha chiuso i suoi interventi
senza occuparsi né preoccuparsi
dello stato sociale e accentuandone semmai i disagi, l’evoluzione
spontanea versa nuove forme di assistenza procede e cresce di giorno
in giorno. E il volontariato assume
un ruolo così preponderante da
costituire un terzo settore, quello,
appunto del “non profit”. Considerato dagli economisti una tra le
più importanti fonti di lavoro del
futuro, aggrega forze ed energie e
colma i vuoti dell’assistenza a diversi e deboli. Quell’assistenza che
lo Stato non è più in grado di garantire, quale che sia il governo che
prossimamente uscirà dalle urne.
In Italia oggi si stima ci siano sei
milioni di persone impegnate nel
volontariato. Se si regolamentasse
il terzo settore, come da tempo è
stato promesso, anche il Welfare
verrebbe allineato e rivitalizzato
e i suoi problemi potrebbero ridimensionarsi. I volontari sono un
piccolo esercito molto diversificato nella sua composizione. Si va
dalla casalinga allo studente, dal
pensionato al giovane in cerca di
prima occupazione. Ma c’è anche il
lavoratore o la lavoratrice che per
motivi religiosi o puramente etici
sceglie di dedicare qualche ora alla
settimana alla cura dei più deboli.
Troppo poche, però, le associazioni
del settore che formano professionalmente i loro iscritti e molto carenti fino ad ora le politiche sociali.
Manca infatti un raccordo tecnicoamministrativo tra Stato e non profit. Manca un codice deontologico
del volontario, manca insomma
una vera regolamentazione. L’unica
realtà che si tocca con mano tutti i
giorni è il clientelismo con cui associazioni e cooperative ricevono
finanziamenti da comuni, province
e regioni.
I progetti!
Che parolona foriera di possibili
ghiotti profitti! Stendiamo un velo
sul valore sociale e sulla vera utilità
di certi progetti e chiediamoci un
attimo: ma è giusto che qualcuno
e solo qualcuno tra i deboli e gli
svantaggiati riceva servizi e risposte, pur se transitorie, ai bisogni e
tutti gli altri rimangano fuori? E’
giusto che ci sia molto per pochi
ben rappresentati e nulla per tutti
gli altri?
Chi controlla, inoltre, come vengono gestiti i fondi di cui le associazioni dispongono? Chi controlla le
associazioni stesse sul piano fiscale? Ogni tanto si scoprono truffe
grandi e piccole. Non accadrebbe
o sarebbe meno frequente se il non
profit fosse regolamentato e si potesse separare la vera dalla falsa solidarietà.
Solidarietà vera significa etica della
responsabilità. Solidarietà per permettere a tutti un miglioramento
della propria condizione di salute,
di alessandro fabbri
ovvero del proprio stato di benessere psicofisico e socio ambientale.
In particolare agli anziani, sicuramente più delicati sul piano della
salute e bisognosi di maggiori attenzioni e di grande sollecitudine
e sostegno.
La salute non è un diritto negoziabile, anche se la politica fa di tutto
per negoziare.
Economisti e sociologi, in tutto il
mondo, ci dicono che:
più istruzione, più formazione, più
prevenzione nel campo della salute, più coesione sociale,
meno insicurezza nella convivenza urbana, meno disuguaglianza
significano anche più benessere e
più ricchezza.
Investire nel welfare quindi ‘fa
bene’, anche al PIL!
Quanto è diffusa nel nostro paese
questa impostazione?
Sicuramente il volontariato (e
il terzo settore) deve sviluppare
sempre più questa consapevolezza
sulle relazioni virtuose fra le diverse dimensioni del welfare e lo sviluppo ed operare di conseguenza,
costruendo ovunque, con chi sia
disponibile e idoneo, alleanze per
obiettivi specifici, che siano rappresentativi di interessi generali e
che vadano ben al di là della specifica mission di una determinata organizzazione. Per passare dal Welfare State alla Welfare Community,
una welfare community che possa
operare in sinergia con stato ed
enti locali e non in surroga alle sue
trascuratezze. Gli enti locali e lo
stato, a loro volta, devono tesaurizzare le più sane risorse del non
profit dimenticando clientelismi e
opportunismi. Per una società più
equa, per una società per tutti, nessuno escluso.
il suo 30% di voti validi, è stato votato da un siciliano su dieci. Non è
un grande esempio di democrazia,
ma soprattutto è un esempio di
come si può ridurre un paese scoraggiato e stanco di scandali che vedono continuamente coinvolti personaggi politici a tutti i livelli, che
se ne fregano dei loro elettori, dei
cittadini e di quello che gli antichi
chiamavano “il bene comune”.
In un editoriale di Anziani e Società di qualche tempo fa (novembre
2011), stigmatizzando le proteste
fini a sé stesse, ricordavo una famosa canzone di Giorgio Gaber,
quando diceva che “libertà è partecipazione”. Partecipazione alla
vita pubblica, che significa innanzi
tutto partecipazione al voto, ma
anche partecipazione alla preparazione del voto, partecipazione alla
vita pubblica a tutti i livelli. È solo
con la partecipazione che ci si può
riappropriare della politica e si può
cercare di indirizzarla meglio verso
quelli che sono gli interessi del Paese e dei suoi cittadini. Una partecipazione che non significa andare
a Roma un giorno a manifestare il
proprio dissenso (magari in modo
violento) o ascoltare gli insulti grilleschi contro tutto e contro tutti.
Partecipazione significa partecipare giorno per giorno alla attività
politica, contribuendo alle scelte e
alla formazione delle decisioni, sia
piccole che grandi, che coinvolgono
tutti. Significa entrare nelle organizzazioni politiche a livello locale per
contribuire a quelle scelte. Significa
dedicare una parte, anche piccola,
del proprio tempo per cercare di
orientare quelle scelte verso quel
“bene comune” che deve essere la
stella polare del politico, ma che
in questi ultimi anni ha dimostrato
ampiamente di aver smarrito (più o
meno inconsciamente) la bussola.
anziani e società
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associazione
associazione
Tagli alle spese militari,
è solo fumo negli occhi
Forse è il momento di rispolverare
l’articolo 11 della nostra Costituzione. E ripartire da lì. «L’Italia»,
si legge, «ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali». Dopo gli orrori del
secondo conflitto mondiale, l’Italia
faceva a sé stessa una promessa:
«Valga solo la forza della ragione.
Si smetta con le ragioni della forza,
sostenute con le armi». In questi
ultimi anni, però, per aggirare il
dettato costituzionale, si è fatto uso
di ogni contorsione verbale. E si è
ignorato il Magistero dei Papi che
contro il ricorso alla guerra come
strumento per risolvere i contrasti
tra le nazioni hanno scritto pagine
esemplari. Dalla Pacem in terris di
Giovanni XXIII alla Populorum
progressio di Paolo VI, fino al monito di Giovanni Paolo II: «Mai
più la guerra!».
Oggi, l’Italia ha una grande opportunità: discutere in Parlamento sul
modello di Difesa. E su un ponderoso taglio alle spese militari. A
maggior ragione, in tempi di grave
crisi economica. Il ministro della
Difesa, l’ammiraglio Giampaolo
Di Paola, ha annunciato riduzioni
del personale e la rinuncia ad alcuni cacciabombardieri F35. Non ne
compreremo più centotrentuno,
ma soltanto novanta. «Rischia di
essere solo fumo negli occhi», denuncia la società civile. Dalle Acli
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anziani e società
alla Tavola della pace, alla Rete disarmo, alla Focsiv. I tagli alle spese
militari, in realtà, sarebbero solo
“artifici contabili”. Una partita di
giro, per acquistare nuovi sistemi
d’arma. Dal bilancio della Difesa,
in realtà, si sottrarrebbero solo pochi euro. Altro che recuperare ingenti risorse per scuole, ospedali e
posti di lavoro per i giovani! E poi,
nelle stesse ore in cui il ministro
Di Paola rendeva nota la riduzione
degli F35, la Lockheed Martin che
li costruisce s’affrettava a precisare che il costo astronomico di 180
milioni di dollari per ogni cacciabombardiere era destinato a impennarsi ulteriormente.
Nel 2012 le spese militari ammontano, complessivamente, a 23
miliardi di euro. Si fa fatica a intaccare questa montagna di soldi.
Ai cittadini e alle famiglie, invece,
si chiedono ulteriori sacrifici e tagli sui loro miseri bilanci. Forse,
perché non hanno “santi in paradiso” o “stellette” sulle divise.
Un dato colpisce, tra i tanti, oltre
al massacro del Terzo settore e al
seppellimento del principio di sussidiarietà: mentre si riempiono gli
arsenali, si affossa l’esperienza del
servizio civile. Per l’anno in corso,
sono stati stanziati appena 68 milioni. Per il prossimo si vedrà! In
Parlamento, i pochi che lavorano
per coniugare “buona politica” e
“buoni principi” (tra questi Savino Pezzotta, Gian Piero Scanu e
Andrea Sarubbi) agiscono in un
assordante silenzio. Sono giorni
decisivi per decidere di tagliare
drasticamente le spese militari e rivedere il nostro modello di difesa.
Speriamo che Pasqua, ormai prossima, sia all’insegna della pace. E
che, ancora una volta, non la spuntino i “trucchi” del Palazzo.
Carrefour taglia
l’IVA a over 65
E’ stata presentata a Milano
l’iniziativa che vedrà coinvolti assieme Carrefour e FederAnziani per tagliare l’IVA sui
prodotti acquistati dagli over
65.
FederAnziani sosterrà e promuoverà su tutto il territorio
nazionale, attraverso le sue
2.000 sedi, l’iniziativa lanciata
dal gruppo Carrefour, poiché
ciò consentirà ai tre milioni
di aderenti alla federazione
di beneficiare dell’esenzione
dell’IVA negli acquisti che saranno effettuati nei reparti di
macelleria, pescheria, frutta e
verdura, salumi e formaggi,
pane fresco.
“Lavoreremo col massimo
impegno per diffondere capillarmente la conoscenza di
quest’iniziativa – ha dichiarato il Presidente di FederAnziani Roberto Messina – poiché siamo obbligati a farlo, di
fronte al 77% di pensionati
che percepiscono un assegno
di pensione inferiore ai 1.000
euro mensili e di fronte ai dati
INPS secondo i quali il 17%
dei pensionati percepisce un
assegno di 500 euro. Gli anziani in Italia hanno visto distrutto il proprio potere di acquisto e sono oramai stremati,
come si può vedere dall’assalto alle mense Caritas. Anche coloro che fino a qualche
tempo fa riuscivano ad arrivare, sia pure faticosamente e
tra mille sacrifici, alla fine del
mese, oggi si trovano fianco a
fianco con i “clochard” per un
pasto caldo. Per questo le nostre 2.000 sedi – ha concluso
Messina – si attiveranno per
invitare i cittadini a beneficiare di questo sconto importante per la loro sopravvivenza”.
Regione Marche: il successo
dei “Laboratori dell’Incontro”
di vittorio de seriis
Comunanza: Un bambino apprende
l’arte del ramaio
Il progetto regionale “I Laboratori
dell’Incontro”, cofinanziato dalla
Regione Marche e terminato recentemente a conclusione di un anno
di attività, ha inteso promuovere,
in maniera strutturata e diffusa su
tutto il territorio regionale, l’apertura dei Centri Anziani alle nuove
generazioni, in particolare verso
bambini e giovani aventi un’età
compresa tra i 6 ed i 18 anni, mediante la creazione di eventi (mostre ed esposizioni) e manifestazioni culturali, a cui ha fatto seguito
l’allestimento di corsi, nella forma
di laboratori di “Arte e Mestieri
Tradizionali”, a loro dedicati. Tale
apertura ed impegno sono stati
indirizzati sia alla trasmissione dei
saperi tradizionali a giovani e giovanissimi, facendoli venire a contatto con l’esperienza professionale dei volontari dei Centri Sociali
Anziani, ma anche con la cultura
dell’azione volontaria e della solidarietà, sia a stimolare l’attenzione
verso le nuove generazioni da parte
degli anziani, al fine di incentivare
l’edificazione di un “ponte” partecipato di scambio e conoscenza tra
generazioni a volte troppo distanti,
la cui necessità diviene ogni giorno
più manifesta.
Al fine di realizzare gli obiettivi
e dai dirigenti degli Enti interessati. espressioni di gratitudine e apprezzamento per il lavoro svolto.
Le manifestazioni espositive dei
manufatti realizzati, avvenute a:
Comunanza, Osimo, Pesaro e Fermo, Barbara e Corridonia, hanno
visto la partecipazione di amministratori provinciali e comunali, rappresentanti del mondo delle scuole
e hanno suscitato un larghissimo
successo partecipativo e di consensi. La partecipazione delle scolaresche è stata superiore a 250 alunni-studenti, ognuno dei quali ha
risposto a una scheda nella quale si
richiedeva, anonimamente, l’età, il
sesso, il comune di appartenenza,
il Paese di nascita del papà e della
mamma, una valutazione sui laboratori organizzati, l’utilità di imparare cose che non conosceva, la
possibilità di ripetere un’iniziativa
del genere, le impressioni riportate
ed eventualmente suggerimenti. Le
risposte sono state di larghissima
sufficienza e l’impressione più ricorrente è stata quella riguardanti
l’importanza di quanto proposto e
il divertimento che ne è derivato.
E’ stato raccolto un nutrito numero di testimonianze fotografiche e
in alcune occasioni sono stati realizzati dei filmati, che testimoniano il grande successo ottenuto dal
Progetto che Ancescao Marche ha
realizzato, come abbiamo ricordato all’inizio, con il determinante
concorso della Regione Marche.
che erano stati fissati, i dirigenti dei
Centri Sociali Anziani partecipanti
al progetto, hanno svolto, per mezzo del coinvolgimento di esperti,
una breve attività di formazione
ed aggiornamento sui principi del
lavoro di rete, teamworking e progettazione partecipata che, purtroppo, a causa dell’eccezionale
ondata di maltempo che ha investito la Regione nei primi due mesi
del 2012, ha avuto inizio nei primi
giorni del mese di marzo 2012 e
quindi in ritardo rispetto alla prevista data di inizio dell’1-12-2011.
L’attività del Progetto ha interessato 14 Centri Sociali Anziani
di tutte le province dell’Umbria,
con il coinvolgimento di numerose scuole di ogni grado, e ha visto
l’adesione dei Comuni di Osimo,
Barbara, Comunanza, Ascoli Piceno, Monte Urano, Montottone,
Fermo, Pesaro, Corridonia, di alcune Parrocchie, del gruppo “Vola
Libero Jonathan” di Montottone e
Ludoteca Riù di Fermo.
La fase conclusiva si è attuata con
convegni di chiusura in ogni realtà provinciale, interessata dal progetto, e hanno inteso testimoniare
l’impegno svolto dai volontari dei
Centri, quello delle
istituzioni e delle associazioni coinvolte nelle
reti del progetto. Gli
esiti finali dell’impegno
collettivo e l’esposizione dei risultati, sono
avvenuti attraverso la
documentazione raccolta e rielaborata dagli
esperti dott. Francesco
Cirillo e Fabio Piccoli,
ai quali, in varie occasioni, sono state rivolte dai Presidenti dei
Osimo: Taglio del nastro della rassegna:
Centri Sociali Anziani
“I laboratori dell’Incontro”
anziani e società
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associazione
associazione
Bartolomeo: per la gestione
dei Centri Sociali
di Andrea mazza
In occasione dell’assemblea nazionale di Pesaro 2010, ANCeSCAO
ha presentato ufficialmente il
progetto gestionale “BARTOLOMEO”, poi approvato dal consiglio nazionale nel corso dello stesso
anno.
Il progetto nasce per dare una risposta pratica, semplice, efficiente
alle richieste provenienti dalle associazioni affiliate, capace di destinare alle stesse uno strumento informatico idoneo per una corretta
gestione amministrativa / contabile, rispondente alle esigenze delle
leggi vigenti.
“Bartolomeo” si propone per:
. semplicità, chiarezza, trasparenza
e consente di gestire.
Contabilità:
- Replicando le scritture contabili
inserite su di un banale foglio di
prima nota, Bartolomeo aggiorna il
piano dei conti progettato sulle esigenze delle associazioni di promozione sociale e restituisce in tempo
reale il bilancio patrimoniale / economico o rendiconto economico in
base alle esigenze di personalizzazione predisposte dall’utente.
- sempre in tempo reale informa
sulla liquidità di cassa e banca, fornisce la stampa della prima nota, la
stampa / interrogazione della scheda di ogni singolo conto, la stampa
interrogazione dei movimenti di un
periodo specifico.
- dall’immissione delle fatture fornitore indica il progressivo debito
in essere, le fatture scadute, lo scadenzario dei pagamenti, la scheda
del fornitore per tutte le forniture
effettuate.
- predispone per le chiusure e aperture contabili dell’anno.
Soci:
- gestisce l’anagrafica dei soci predisponendo due archivi, il primo
per singolo anno sociale con informazioni e stampe dei soci di ogni
specifico anno, il secondo quale
archivio globale di tutti coloro che
nel tempo sono stati associati.
- predispone per fornire informazioni statistiche per numero, sesso,
età, fascia di età, servizi, attività
praticate, essenziali per la normale gestione delle attività sviluppate
presso il centro sociale.
Bilancio sociale
(in via di definizione):
- guida per la stesura del vero bilancio al quale il centro sociale
deve tendere, il bilancio sociale.
- mediante alcune linee di indirizzo
da personalizzare da parte dell’utente, Bartolomeo raccoglie le informazioni di carattere sociale dal
piano dei conti e dall’archivio dei
soci che interseca con le indicazioni delle attività sociali sviluppate dal centro, e produce il
documento riepilogativo dell’associazione, il “Bilancio Sociale.
Come aderire
al progetto:
• l’associazione affiliata ANCeSCAO manifesta, informando
il proprio coordinamento provinciale, la volontà di aderire al
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anziani e società
progetto chiedendo la licenza d’uso di Bartolomeo;
• Il coordinamento provinciale,
in accordo con le strutture tecniche messe a disposizione da ANCeSCAO, concorda un momento
formativo rivolto alle associazioni
che rappresenta per l’installazione
e l’utilizzo dell’applicativo;
• ANCeSCAO mette a disposizione il supporto tecnico per organizzare uno / due seminari in loco
rivolti ad addestrare i partecipanti
all’uso dell’applicativo;
• I costi della trasferta del supporto tecnico, se rivolti a più affiliati
del coordinamento richiedente,
sono a carico di ANCeSCAO.
• qualora il richiedente fosse la singola associazione, i costi di trasferta sono da concordare tra le parti;
• la licenza all’uso dell’applicativo,
fino a completamento della prima
fase, è a carico di ANCeSCAO;
• per utilizzare Bartolomeo, l’associazione richiedente deve essere in
possesso di un personal computer
operante in ambiente Windows
XP o successivi, collegata alla rete
internet almeno tramite chiavetta
temporanea.
I riferimenti all’uso di Bartolomeo
sono:
• il sito: http://bartolomeo.ancescao.it/;
• il supporto tecnico coordinato
dal socio Andrea Mazza del Coordinamento provinciale ANCeSCAO di Bologna:
o riferimenti e-mail: coordprov.
[email protected]
o tel 051 352302 - 347 0685161
Per quanto riguarda la richiesta di
licenza è sufficiente che il coordinamento provinciale o l’associazione
interessata inoltri, via e-mail all’indirizzo di supporto assistenza di Bartolomeo o all’indirizzo coordprov.
[email protected], domanda d’uso di licenza specificando:
• Nome associazione;
• Indirizzo e-mail del richiedente;
• Coordinamento provinciale di
appartenenza.
Corriamo al Riparo…
...di quanto prima buttavamo via con - diciamocelo – superficiale negligenza. Il frullatore? Il soprabito? Si aggiustano o si ricomprano usati. Le piccole sartorie spuntano come
funghi e riappare perfino qualche ferramenta con laboratorio riparazioni annesso.
di Beatrice Riganti
tendenza moda vera e propria.
In rete (specchio per eccellenza dei
nuovi scenari di consumo) si trovano siti che propongono riparazioni
per rimettere a nuovo i capi, specie
per un’occasione importante. Così
si riesce a fare bella figura e a essere
trendy con un modello personalizzato per stile e taglia, soprattutto
nel caso di abiti vintage che magari
non ci stanno più.
In principio fu l’Olanda e Amsterdam in particolare. Nella Venezia
del Nord il comune pubblica La
Guida del riciclaggio che informa
i cittadini su argomenti quali lotta
al bio-spreco, riuso, merci usate e
informazioni sulla riparazione di
elettrodomestici. Per necessità o
per una maggiore sensibilità ecologica, anche in Italia il fenomeno
comincia a diffondersi e i numeri
sono importanti. Il solo recupero
di ciò che è valutato a torto inutilizzabile ci farebbe risparmiare 11
miliardi l’anno, altro che spending
review.
Fare economia diventa allora qualche cosa di più di un modo di dire:
diventa realizzare un’economia basta su una diversa scala di priorità
educative e procedure concrete, a
partire dai cittadini e dai nuclei familiari. Forse è tempo di dare concretezza a una materia che una volta si insegnava a scuola: l’economia
domestica promossa a economia
nazionale.
Se la necessità sostiene i negozi di
sartoria nelle zone popolari, per altri fa premio la responsabilità verso
l’ambiente o il gusto per una nuova
Soprattutto nel settore degli elettrodomestici l’opzione riparazione
(che prima non esisteva) è presa in
seria considerazione anche a costo
di spendere qualche cosa di più. L’
Are, Associazione riparatori elettrodomestici, rileva che nel 2011
solo un cliente su venti accettava
un preventivo per la riparazione,
mentre adesso si spendono anche
250 euro a fronte di un elettrodomestico che ne vale 400.
Ad Amsterdam, da cui siamo partiti, sono in voga – come un molte
parti d’Europa – i café reparation,
dove ci si scambiano gratuitamente informazioni e consigli su come
riparare gli oggetti fino a ieri considerati irrimediabilmente da buttare e in
alcune città, vicino alle
isole ecologiche comunali, sorgono spazi dedicati al riuso.
In Italia è attiva Remade in Italy, un’associazione riconosciuta
senza scopo di lucro
fondata nel 2009 che
promuove, a livello
nazionale e interna-
zionale, i prodotti “made in Italy”
derivanti dal riciclo.
I prodotti sono contraddistinti da
un marchio che contiene le informazioni sulle caratteristiche di
sostenibilità ambientale del prodotto, in termini di risparmio di
materie prime, riduzione di consumi energetici e contenimento delle
emissioni di CO2. Il marchio Remade in Italy evidenzia le valenze
ambientali del materiale/prodotto
ed è caratterizzato dall’assegnazione di una classe, in base alla percentuale di materiale riciclato/da
riuso presente.
Maddalena Vantaggi, creatrice con
due colleghe dell’università di Venezia del progetto “Rifiuti con affetto” viene invece incontro a chi
non riesce proprio a separarsi dalle
cose per motivi affettivi e, come nei
racconti di Andersen, sente che anche alcuni oggetti hanno un’anima.
Ha creato così un cassonetto-vetrina che chiunque può aprire per
prendere un oggetto e/o lasciarne
uno a sua volta. Un modo gentile
per riciclare un sentimento.
www.remadeinitaly.it
anziani e società
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vita dei Centri
punti di svista
Crisi, tecnici
e scatolette di tonno
di alessandro fabbri
C’è crisi e crisi
Qualche mese fa, parlando dei risultati delle banche, tutti positivi e
con aumenti di utili e di redditività,
mi chiedevo dove fosse la crisi. Vedendo certi titoli di stampa di questi giorni, non posso non ripetere
la domanda.
Mentre il mercato dell’auto è in
crisi, con cadute verticali di vendite, la BMW, che notoriamente non
produce utilitarie, ha avuto un aumento di produzione e di vendite,
con un incremento del 10% circa
sul 2011. Le maggiori borse europee, in un anno di pesante crisi,
hanno chiuso con utili, su base annuale, che vanno dal 7% di Milano
al 20% di Francoforte.
Nel contempo il rapporto Censis
sulla situazione sociale del paese ci
informa che i patrimoni superiori
ai 500 mila euro passano dal 6 al
12 % della popolazione, ma che le
famiglie con ricchezza fra i 50 mila
ed i 500 mila euro sono scese dal
66 al 48 %. Questo significa semplicemente che i ricchi diventano
sempre più ricchi, i poveri sempre
più poveri e la categoria intermedia
tende a sparire.
Una sintesi economica che, se non
sbaglio, ho già sentito enunciare da
un certo Carlo Marx.
Circa cinque anni fa l’arcivescovo
di Treviri (che per ironia della sorte
si chiama Carlo Marx) ha scritto un
libro improntato alla politica sociale della chiesa, con il quale poneva
una domanda: E se Marx avesse
avuto ragione?
Grillo e le scatolette di tonno
Del Parlamento italiano si sono
dette montagne di cose e si sono
consumati fiumi di inchiostro,
fino alla minaccia di trasformarlo
in “bivacco per i miei manipoli”
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anziani e società
(Mussolini), ma nessuno lo aveva
mai paragonato ad una scatoletta
di tonno.
Ha rimediato alla carenza Beppe
Grillo, che dopo aver sostenuto la
necessità di abolire i sindacati, raccogliendo gli applausi di Susanna
Camusso, Angeletti e Bonanni, ha
detto che con i suoi avrebbe aperto
il Parlamento come una scatoletta
di tonno.
C’è da chiedersi come possa un pesce palla (o pallone, magari gonfiato) come lui riuscire ad aprire una
scatola di tonno.
Ercolino Sempre in piedi
Tornano le elezioni e torna Berlusconi. Dopo un ventennio di diversa caratura tra le due guerre,
abbiamo assistito ad un ventennio
di politica asservita ad interessi
personali, che ha ridotto l’Italia in
uno stato precomatoso.
Mancano ormai pochi giorni al verdetto delle urne, e tutti speriamo
che non si ripeta la vergogna siciliana, in cui 54 elettori su cento se
ne è rimasto a casa. Nel frattempo
assistiamo a dibattiti in tutte le salse
e su tutti i canali, dove tutti cercano di vendere al meglio la propria
merce, dichiarandosi i migliori sul
mercato e cercando di denigrare i
concorrenti.
Quello che si agita di più in questa
fase è indubbiamente il Silvio nazionale, sempre presente e sempre
attivo. Sempre pronto a sostenere
le sue tesi sui complotti delle toghe
rosse e sul pericolo comunista. Mi
ricordo un simpatico pupazzo di
gomma con la base equilibrata in
modo da farlo rimanere sempre in
piedi, che era la felicità dei bambini dei primi anni Sessanta del secolo scorso. Si chiamava Ercolino
Sempreinpiedi perché manteneva
sempre il suo equilibrio, in qualunque posizione lo si mettesse.
Il Governo dei tecnici
Quale sia il mio pensiero sul governo dei tecnici non ne ho mai fatto
mistero. Ora però diversi tecnici si
sono scoperti politici, con in testa
il loro capo. Fin qui nulla quaestio.
Il punto però è che il Monti politico sta esaminando l’operato del
Monti tecnico e a poco per volta
sta promettendo di rivederlo, in
particolare per quel che riguarda
i due provvedimenti forse più detestati del pubblico e dagli elettori:
revisione dell’IMU e ripensamento
della riforma del lavoro.
Le inversioni ad U del nostro premier non sono però una novità: basta pensare all’ipotesi di abbassare
di un punto l’Irpef e alzare di un
punto l’IVA. Di fronte alle reazioni di tutti i partiti, e soprattutto di
quella società civile di cui tutti parlano, ma della quale in realtà poco
si interessano, si è rimangiato con
urgenza la proposta. Per non parlare poi della famosa equità di cui
ha solo parlato e mai operato.
Le lenzuolate
È conosciuto per le lenzuolate, ma
pochi ricordano in realtà il Bersani
Presidente dell’Emilia Romagna ed
il Bersani ministro dello sviluppo
economico con Prodi. Ora, forte di
un risultato politico di rilievo alle
primarie del PD, continua a ripetere “Vinceremo”.
Tutti corrono per vincere e nessuno è disposto ad ammettere la propria inferiorità (di voti), ma qualche volta i precedenti dovrebbero
far pensare. E come precedenti
illustri abbiamo Achille Occhetto
con la sua “gioiosa macchina da
guerra”, ed un signore che parlava
dai balconi e continuava a ripetere
“Vinceremo”, senza pensare che
Francia e Gran Bretagna erano altra cosa rispetto all’Abissinia.
Se fossi un iscritto al PD a questo
punto farei tutti gli scongiuri più
noti e anche quelli meno noti.
Terni: Visita al Centro
semi-residenziale Baobab
Il pomeriggio di venerdì 4 gennaio
una delegazione del Centro Sociale
Guglielmi si è recata al Centro semiresidenziale Baobab di Terni.
Maristella Marinelli, responsabile del Gruppo teatrale del Centro
Sociale Guglielmi “Quilli de Poche
Pretese”, insieme alla socia Annunziata Ceccarelli, hanno allietato il
pomeriggio dei bambini del Baobab con gli sketch del Mago Merluzzo. Maristella ha poi consegnato
la befana del Guglielmi ai giovani
ospiti del centro Baobab.
Il centro di accoglienza semiresidenziale “Baobab” è stato realizzato nel 2000 nell’ambito del Progetto Obiettivo “Tutela della Salute
Mentale”. Nel centro si realizzano
intervento terapeutico-abilitativi
nei confronti di minori con età
compresa tra i 3
e i 16 anni. L’intervento garantito
dagli operatori si
caratterizza
per
l’attenzione particolare posta alla
prevenzione e cura
delle
problematiche della salute
mentale
dell’infanzia/adolescenza e risponde alla
necessità di avere una azione convergente sul piano socio-sanitario.
Inoltre, il centro Baobab si dedica
da tempo alla cura dell’autismo, a
tal dine tutti gli operatori del Centro sono stati inseriti in un percorso formativo dedicato all’uso delle
“Tecniche A.B.A. nei minori con
disturbo dello spettro autistico”,
con l’obiettivo di apprendere le metodologie A.B.A..
Il Centro Baobab vuole essere un
luogo che accoglie, aiuta psicologicamente e responsabilizza i ragazzi affinché siano i protagonisti
del loro percorso di vita e della
loro storia, seppur problematica e
complessa, utilizzando al meglio le
risorse offerte dal contesto terapeutico della struttura.
“Sotto la ruggine. Piccola guida
di una città industriale in tre storie”
Sabato 22 dicembre, al Centro
Sociale Guglielmi, nell'ambito di
"Leggere/Pensare - Incontri letterari al Guglielmi" è stato presentato il libro di Gian Luca Diamanti "Sotto la ruggine. Piccola
guida di una città industriale in
tre storie" (Intermedia edizioni,
dicembre 2012).
Oltre all'autore, all'incontro hanno
partecipato tra gli altri: Lorenzo
Gianfelice, presidente del Centro
Sociale; Simone Guerra, Assessore
alla Cultura e alle Politiche giovanili del Comune di Terni; Giuseppe Magroni, giornalista del Corriere dell'Umbria.
Che cosa si sarà messa intesta quella vecchie e sporca città?
Non ci vorrà mica venire a raccon-
tare delle storie?
Proprio lei, poi, che è sempre vissuta all'ombra delle ciminiere...
Ma siccome tutti dicono che era
una città d'acciaio, mentre oggi è
un pò arrugginita, improvvisamente le è venuta voglia di parlare.
E come tutti gli anziani, mescola
realtà e fantasia.
Ma ha tanto da raccontare: le avventure da Far West degli agitatori politici e delle donne operaie
nelle rivolte d'inizio Novecento; i
poeti che rimpiangevano il verde
della valle e se ne allontanavano
per sentieri tortuosi; i celerini di
Scelba che non sapevano andare
in bicicletta, ma erano guidati da
Pecos Bill.
Mille voci, in mezzo al fumo delle
acciaierie, sotto la ruggine, per ricomporre una mappa narrante della città di Terni.
anziani e società
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vita dei Centri
di superlavoro fisico e mentale. Ha
inoltre un’azione di stimolo sul sistema immunitario e sul sistema
endocrino. In tutte le patologie da
stress il Fango si combina in maniera ottimale con il bromo della balneo-terapia termale che ha pertanto effetto rilassante. Diminuendo
l’infiammazione, la terapia inalatoria, eventualmente associata al fango posto su viso e fronte, è ideale
in tutte le forme di sinusite e di infiammazione cronica dell’apparato
respiratorio, dalle otiti alle faringiti
alle laringo-tracheo-bronchiti.
Ai soci dei Centri ANCeSCAO del Veneto
una convenzione per cure termali di prevenzione
di Tonino Franceschetti
Grande adesione alla convenzione
proposta dal Coordinamento Regionale ai soci dei Centri Sociali
ANCeSCAO del Veneto, per un
ciclo di cure termali presso il prestigioso Hotel Terme Preistoriche
di Montegrotto Terme (PD), con
servizio di pullman giornaliero.
La convenzione è già stata collaudata favorevolmente dai due Centri
Sociali Ricreativi Culturali “Azzurro e “Arcobaleno” di Occhiobello (RO), con la collaborazione
dell’Assessorato ai Servizi Sociali e
della Consulta Comunale agli anziani del Comune di Occhiobello.
Sono stati ben 56 gli anziani che
hanno aderito alla proposta di 12
sedute per cure fangoterapiche e di
cure inalatorie, iniziate da 19 novembre fino al 1 dicembre scorso,
partecipando al solo contribuito
per il costo del servizio pullman
giornaliero (4/5 e al giorno), oltre al ticket personale per la cura
termale.
Grazie alla convenzione del Coordinamento Regionale del Veneto con
l’Hotel, gli iscritti ai Centri che parteciperanno alla cura fangoterapica
potranno usufruire gratuitamente
12
anziani e società
anche di:
12 cure fango terapiche e visita medica di ammissione alle cure;
- 12 bagni termali all’ozono;
- 12 inalazioni;
- uso delle piscine termali con idromassaggi;
- del percorso kneipp; sauna e bagno turco;
- più una colazione a buffet prima o
dopo le cure.
Coloro che parteciperanno alla
cura inalatoria potranno usufruire,
gratuitamente, anche di:
- 12 inalazioni;
- 12 aerosol;
- uso delle piscine termali con idromassaggi;
- del percorso kneipp; sauna e bagno turco;
- una colazione a buffet prima o
dopo le cure.
In più alla fine delle cure, la direzione dell’Hotel invita gli anziani e i Dirigenti rappresentanti dei
Centri Sociali a un pranzo finale per il tradizionale arrivederci.
Per i Centri di Occhiobello hanno
partecipato al pranzo finale il Presidente regionale Tonino Franceschetti, gli Assessori Comunali di
Occhiobello Paolo Magon e Davide Valentini e nell’occasione hanno
già concordato con la Direzione
dell’Hotel che quest’anno gli anziani che utilizzeranno della convenzione passeranno da 56 a 110.
Il Coordinamento Regionale sta
divulgando la convenzione a tutti
i Centri Sociali del Veneto e i primi frutti stanno arrivando, infatti
i Presidenti che hanno capito della
grande occasione da offrire ai propri soci stanno lavorando per utilizzare questa opportunità.
È noto che i fanghi delle terme euganee maturano per almeno 2 - 6
mesi in vasche a ricambio continuo
di acqua termale, particolarmente
ricca di sodio, cloro, bromo e iodio,
che sgorga alla temperatura di circa
85° centigradi.
I laboratori del Centro Studi Termali di Abano Terme in collaborazione con le Università di Padova
e di Pavia indicano che i benefici
della fangoterapia sono caratterizzati da un’elevata concentrazione di cianobatteri, isolati per la
prima volta nei fanghi di Abano
e Montegrotto, i quali producono
sostanze ad azione antiinfiammatoria simili al cortisone ma prive di effetti lesivi sullo stomaco
e delle controindicazioni note.
Altre glicoproteine ad effetto antiinfiammatorio sono prodotte dalle
alghe diatomee presenti in alta concentrazione sul fondo delle vasche
di maturazione del fango termale.
Esse sono state analizzate e studiate
in laboratorio.
La fango-balneoterapia alle terme di Abano-Montegrotto stimola
inoltre nel corpo la produzione di
antiossidanti naturali e il rilascio di
endorfine. E’ pertanto ottima nelle patologie da stress e permette di
recuperare le energie dopo periodi
Le principali attività del Centro Sociale “Azzurro” di Occhiobello (RO) - iscritti 400 circa
- servizio bar, serate danzanti, gioco delle carte e della tombola, pranzi sociali, gite turistiche e culturali,
ginnastica dolce, scuola di ballo.
Le principali attività del Centro Sociale “Arcobaleno” S.Maria Maddalena di Occhiobello (RO) - iscritti
1.100 circa.
- servizio bar, serate danzanti, gioco delle carte e della tombola, pranzi sociali, gite turistiche e culturali,
ginnastica dolce, scuola di ballo, scuola di danza per i bambini, scuola ricamo.
anziani e società
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notiziario
Bologna: anche il
cucito serve per
avvicinare
Con il contributo della
Fondazione Del Monte
Comune di Budrio
Coordinamento
Provinciale
PER PARLARE CON TE
Corso gratuito di CUCITO e RICAMO per donne straniere.
Free SEWING and EMBROIDERY course for foreign
women
Course gratuit de COUTURE et BRODERIE pour femmes
étrangéres
Il corso si svolge presso il Centro Sociale La Magnolia
Il mercoledì dalle ore 9,00 alle 11,30.
Inizio mercoledì 20 febbraio 2013
Informazioni ed iscrizioni presso il Centro Sociale.
(Antonietta tel. 0516920897 –
nei giorni di mercoledì
e venerdì
dalle ore 10.00 alle 11.00)
Presso il Centro sociale “la Magnolia” di Bologna è stato avviato un
corso di cucito e ricamo per donne
immigrate.
Il corso di cucito e ricamo ha l’obiettivo di stimolare l’acquisizione
di strumenti atti alla conoscenza
e alla pratica, al fine di mettere in
grado le immigrate di interagire
con la comunità autoctona e il contesto territoriale di accoglienza.
Mettere in atto politiche di attenzione per le donne significa,frequ
entemente,favorire l’inserimento
sociale di un intero nucleo familiare, efficace antidoto ai fenomeni di
devianza e criminalità.
Le esperienze di scambio tra donne italiane e straniere legate all’abbigliamento, alla capigliatura, al
trucco o alla preparazione di piatti
tipici in occasione di laboratori e di
feste etniche, suscitano continuamente curiosità e simpatia, e sono
condizioni indispensabili per una
convivenza pacifica.
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anziani e società
Rai, il giudice la obbliga
a reintegrare due pensionati
Per la serie largo ai giovani la Rai è stata sconfitta davanti al giudice del lavoro di Milano, nella causa intentata da due redattori pensionati che hanno
ottenuto il reintegro nel posto di lavoro fino al compimento dei 70 anni. E’
una sentenza clamorosa (depositata il 23 dicembre 2012) che recepisce il
comma 4 dell’articolo 24 della “manovra Monti- salva Italia” (dl 201/2011
convertito con la legge 214/2011). In questo comma c’è una norma di carattere generale e di grande profilo: i lavoratori potranno scegliere di rimanere
negli uffici, nelle fabbriche e nelle redazioni fino a 70 anni e avranno il
diritto al mantenimento del posto di lavoro.Il comma 4 dice testualmente:
“Nei confronti dei lavoratori dipendenti, l’efficacia delle disposizioni di cui
all’articolo 18 (Riassunzione per sentenza, ndr) della legge 20 maggio 1970,
n. 300 e successive modificazioni opera fino al conseguimento del predetto
limite massimo di flessibilità”. Il mitico articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (legge 300/1970) sancisce la “reintegrazione nel posto di lavoro” in caso
di illegittimo licenziamento. Le aziende non potranno licenziare nessuno
per via dell’età. Se ciò dovesse accadere, il giudice del lavoro ha il potere di
restituire il posto di lavoro al dipendente. Il comma 4 riguarda l’Inps e gli
enti sostitutivi dell’Inps. in un documento dell’Inpgi (Istituto di Previdenza dei giornalisti) si legge: “Non vi è alcuna norma ostativa alla prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i 65 anni”.
Foligno: la befana vien nei Centri
Presso il Centro Ina Casa Flaminio, sede Sassovivo e Uppello raccolta fondi da devolvere in solidarietà per Telethon. Importante
risposta dei cittadini del Quartiere che hanno consentito un ottimo
risultato, eguagliando la raccolta dello scorso anno, malgrado la
crisi che avvolge le famiglie.
Quanto raccolto, oltre trecento euro, saranno devolute interamente
sul conto Nazionale di ANCeSCAO dedicato a Telethon.
Anche presso il Centro Sociale Centro Storico di Foligno, nel mezzo
del pomeriggio danzante del giorno dell’Epifania, si sono ritrovate le
Befane dei Centri per una festa comune; le vecchiette hanno consegnato regalini e dolcetti agli intervenuti
Il Presidente Regionale ANCeSCAO dell’Umbria, Claudio Barbanera, presente all’evento, ha fatto gli AUGURI di BUON ANNO a
tutti e rinnovato il grazie per la raccolta di solidarietà, raccogliendo
l’invito del Nazionale a favore di Telethon.
Rapporto sull’invecchiamento
nel 21° secolo
Pubblicato dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), New York,
e HelpAge International, Londra
Il rapporto presentato il 7 gennaio a Roma presso la
Comunità di Sant’Egidio, analizza la situazione delle
persone anziane ed esamina i progressi effettuati nell’adozione di politiche ed azioni da parte dei governi dopo
la seconda Assemblea mondiale sull’invecchiamento
nel 2002 a Madrid e riguardo all’attuazione del piano
di azione internazionale concepito per rispondere alle
opportunità e alle sfide di un mondo che invecchia. Il
documento rileva che sono stati fatti importanti progressi in molti paesi grazie all’adozione di nuove politiche, strategie, piani e leggi sull’invecchiamento.
L’invecchiamento riguarda tutti i paesi e la sua progressione è più rapida in quelli in via di sviluppo; attualmente 7 tra 15 paesi che hanno oltre 10 milioni di anziani sono in via di sviluppo. Si vive più a lungo grazie
alla migliore alimentazione, ad una maggiore igiene, ed
ai progressi nel campo della medicina, dell’ istruzione e
del benessere economico.
L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che
non deve essere ignorato ed il rapporto pubblicato dal
Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa)
e da HelpAge International ci richiama ad una maggiore attenzione, in modo particolare ai governi ed alle reti
di organizzazioni che rivolgono le loro attività e servizi
agli anziani.
L’ANCeSCAO nazionale ha partecipato a questo importante evento caratterizzato dalla rappresentanza
internazionale dei relatori: Jomo Kwame Sundaram,
Assistant Director General FAO, Silvia Stefanoni, Vicepresidente HelpAge International, Daniela Pompei,
consigliere del Ministro per la Cooperazione Internazionle e l’Integrazione, Giovanna La Vecchia e Giuseppe Liotta della Comunità Sant’Egidio.
causa dopo la Seconda Assemblea Mondiale sull’Invecchiamento. Il documento fornisce esempi di programmi
innovativi capaci di rispondere efficacemente ai problemi dell’invecchiamento e alle preoccupazioni delle persone anziane.
Il rapporto identifica le lacune e fornisce
raccomandazioni sulla strada da seguire per garantire
l’esistenza di una società nella quale giovani e anziani
abbiano l’opportunità di contribuire allo sviluppo e
condividerne i benefici. Il rapporto inoltre mostra che
sono stati fatti importanti progressi in molti paesi grazie
all’adozione di nuove politiche sull’invecchiamento, ma
che bisogna fare molto di più per attuare pienamente
il Piano di Madrid e realizzare il potenziale del nostro
mondo che invecchia.
L’invecchiamento della popolazione
L’invecchiamento della popolazione è un problema che
riguarda tutte le regioni e tutti i paesi. La sua progressione è più rapida nei paesi in via di sviluppo. Una longevità in aumento è uno dei grandi successi dell’umanità. Si vive più a lungo grazie a migliori alimentazione,
igiene, progressi nel campo della medicina, cure mediche, istruzione e benessere economico.
Angelo Formica
Pubblichiamo una sintesi del documento, con le priorità
emerse dalla ricerca e i punti chiave sull’invecchiamento
secondo le previsioni demografiche proiettate al 2050.
L’invecchiamento della popolazione è uno dei fenomeni più significativi di questo secolo che ha conseguenze importanti per tutti i settori della società. In tutto il
mondo, ogni secondo che passa, ci sono due persone
che festeggiano il loro sessantesimo compleanno. Considerando che nel mondo, una persona su nove ha sessant’anni o più e che questa percentuale arriverà a una
su cinque entro il 2050, l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che non può più essere ignorato. Il
documento analizza la situazione attuale delle persone
anziane ed esamina i progressi effettuati nell’adozione
di politiche e azioni da parte dei governi e altre parti in
anziani e società
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La speranza di vita alla nascita è attualmente di oltre
80 anni in 33 paesi; cinque anni fa, i paesi che avevano
raggiunto questo obiettivo erano solo 19. La maggior
parte delle persone che leggono questo rapporto supererà gli 80 anni e taluni i 100. Oggi solo il Giappone ha
una popolazione anziana superiore al 30% del totale;
si ritiene che entro il 2050, 64 paesi raggiungeranno
queste percentuali. Questo cambiamento demografico offre opportunità che sono altrettanto ampie del
contributo che può offrire alla società una popolazione anziana attiva, in buone condizioni economiche e
di salute.
L’invecchiamento della popolazione presenta anche
sfide sociali, economiche e culturali. Come sottolinea il
Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon,
“le conseguenze sociali ed economiche di questo fenomeno sono profonde, e vanno ben al di là del singolo
anziano e della sua famiglia, dato che coinvolgono la
società e la comunità globale come mai prima d’ora”.
Il modo in cui sceglieremo di affrontare le sfide e massimizzare le opportunità di una popolazione anziana
in aumento sarà determinante per poter raccogliere i
benefici del “dividendo della longevità”.
Il numero e la percentuale di anziani che aumentano
velocemente, suscitano preoccupazione sulla capacità
delle società di far fronte alle sfide associate a questo
cambiamento demografico.
Per affrontare le sfide il rapporto invita a considerare nuovi approcci nella strutturazione della società,
del mondo del lavoro e dei rapporti sociali e intergenerazionali. Tutto questo deve essere sostenuto da un
impegno politico forte e da una solida base di dati e
conoscenze che garantiscano un’effettiva integrazione
dell’invecchiamento globale nei più ampi processi di
sviluppo. Uomini e donne di tutto il mondo devono
poter invecchiare con dignità e sicurezza.
La trasformazione dell’invecchiamento
Si considera che una popolazione stia invecchiando
quando le persone anziane diventano una percentuale
proporzionalmente maggiore della popolazione totale.
I tassi di fertilità in diminuzione e una maggiore durata
della vita hanno portato all’invecchiamento della po-
polazione. L’aspettativa di vita alla nascita è aumentata
in modo sostanziale in tutto il mondo.
Nel 1950 nel mondo c’erano 205 milioni di sessantenni, nel 2012 il numero degli anziani è arrivato a quasi
810 milioni. Si prevede che arrivi al miliardo in meno
di dieci anni e che raddoppi entro il 2050, arrivando a
due miliardi.
Come tendenza generale, le donne sono la maggioranza
degli anziani. Attualmente, per 100 donne sessantenni
nel mondo ci sono solo 84 uomini. Fra gli ottantenni
invece, si contano solo 61 uomini ogni 100 donne. Gli
uomini e le donne vivono in modo diverso la vecchiaia.
In molte situazioni, le donne anziane sono più vulnerabili. Ma gli uomini, soprattutto dopo la pensione, possono a loro volta diventare vulnerabili perché hanno
reti di sostegno sociale più deboli. Queste differenze
hanno conseguenze importanti al momento di stabilire
programmi e politiche pubbliche. Gli anziani non sono
un gruppo omogeneo ai quali applicare politiche “taglia unica”. È importante non standardizzare gli anziani come un’unica categoria, ma riconoscere invece che
essi sono differenziati come qualsiasi altra fascia d’età.
Seconda Assemblea Mondiale sull’Invecchiamento
La Seconda Assemblea Mondiale sull’Invecchiamento, tenutasi a Madrid nel 2002 per discutere le sfide
poste dal rapido invecchiamento della popolazione, ha
adottato il Piano di Azione Internazionale di Madrid i
cui punti fondamentali riguardano l’integrazione delle
persone anziane nel tema dello sviluppo, l’evoluzione
di salute e benessere per la terza età e la garanzia di un
ambiente che favorisca sostegno e capacità di iniziativa.
Il Piano di Madrid chiede un cambiamento di comportamenti e abitudini per far sì che gli anziani non siamo
considerati semplicemente come beneficiari dei servizi sociali, ma come partecipanti attivi del processo di
sviluppo con pieni diritti. Invecchiare nel XXI secolo:
un traguardo e una sfida, è un contributo all’esame del
Piano di Madrid dopo dieci anni e alla valutazione dei
progressi nella sua attuazione.
Un dato fondamentale di questo rapporto riguarda la
produttività e i contributi dati dai sessantenni come
collaboratori familiari, elettori, volontari, imprenditori, ecc. Il rapporto mostra anche che l’adozione di
misure ad hoc per garantire cure mediche, un reddito
regolare, reti di rapporti sociali e assistenza legale, genera vantaggi legati alla longevità i cui frutti saranno
raccolti da questa generazione e da quelle a venire.
Il rapporto sostiene l’idea che i governi nazionali e
locali e la società civile debbano impegnarsi al massimo in uno sforzo comune per far sì che la società del
XXI secolo si adatti alla realtà della demografia del
XXI secolo.
Garanzia del reddito
Tra le preoccupazioni più pressanti delle persone anziane c’è la garanzia del reddito. Questo punto, insie-
16
anziani e società
me alla salute, è tra i più menzionati dagli anziani stessi.
Si tratta anche di uno degli argomenti che costituiscono le sfide più importanti per i governi che affrontano
l’invecchiamento della popolazione.
Gli investimenti nel sistema pensionistico sono considerati uno strumento fondamentale per garantire l’indipendenza economica e ridurre la povertà nella terza
età. La sostenibilità di questi sistemi crea preoccupazione nei paesi sviluppati, mentre nei paesi in via di sviluppo la protezione sociale e la copertura pensionistica
per la terza età rimangono ancora una sfida.
E’ necessario attivare delle piattaforme in materia di
protezione sociale per garantire la sicurezza del reddito e l’accesso ai servizi essenziali di natura sociale e
sanitaria per tutte le persone anziane, e fornire una rete
di sicurezza che prevenga l’impoverimento nella terza
età. Non ci sono prove certe sul fatto che l’invecchiamento della popolazione in quanto tale abbia minato lo
sviluppo economico o che i paesi non abbiano risorse
sufficienti per garantire le pensioni e le cure mediche
per la popolazione anziana. Tuttavia solo un terzo dei
paesi ha un sistema di protezione sociale completo, che
nella maggior parte dei casi, copre solo le persone con
un impiego regolare.
Le pensioni sono uno strumento importante in quanto
tale, dato che danno un contributo fondamentale per il
benessere delle persone anziane, ma hanno dimostrato
anche la loro importanza per il sostentamento di intere
famiglie. In tempi di crisi, le pensioni possono costituire la principale fonte di reddito familiare.
Accesso a cure mediche di qualità
Allo scopo di mettere in pratica il loro diritto di godere
dei più alti livelli di salute fisica e psichica, le persone
anziane devono avere accesso a servizi e informazioni
sanitarie adatti alla loro età. Tali servizi devono includere le cure mediche preventive, curative e a lungo termine e attività di prevenzione. Sono necessarie politiche che promuovano stili di vita salutari, tecnologie di
assistenza, ricerca medica e cure riabilitative.
La formazione di operatori e professionisti della salute
è fondamentale per garantire che coloro che lavorano
con gli anziani abbiano accesso alle informazioni per
la cura delle persone anziane. Il rapporto sottolinea
che la salute deve essere l’obiettivo fondamentale della
risposta della società al problema dell’invecchiamento
della popolazione. Garantire che le persone che vivono
una vita più lunga, vivano anche una vita più sana, darà
maggiori opportunità e ridurrà i costi per gli anziani, le
famiglie e la società.
Ambiente favorevole
Un ambiente fisico accogliente che promuova lo sviluppo e l’uso di tecnologie innovative allo scopo di incoraggiare l’invecchiamento attivo, è particolarmente
importante per gli anziani nel momento in cui iniziano
ad avere una mobilità ridotta e una diminuzione di vista e udito. E’ essenziale quindi che gli anziani abbiano
alloggi a prezzo equo e trasporti facilmente accessibili
che favoriscano l’invecchiamento a casa propria, per
permettergli di rimanere indipendenti, favorire i contatti sociali e far sì che gli anziani rimangano membri
attivi in seno alla società.
La strada da percorrere
In molte parti del mondo sono le famiglie ad avere il
carico della cura e il sostegno finanziario degli anziani
non più autonomi. I costi possono essere estremamente elevati, e spesso influenzano negativamente la capacità di risparmiare e di lavorare, e la produttività.
Il rapporto mostra come le abitudini di vita degli anziani stiano cambiando in linea con i cambiamenti della
società. Le famiglie diventano più piccole e il sistema
di sostegno intergenerazionale continuerà ad essere
esposto a cambiamenti importanti, soprattutto negli
anni a venire. I colloqui con persone anziane in tutto
il mondo hanno mostrato l’esistenza di molti casi nei
quali gli anziani aiutano figli e nipoti, non solo nei lavori di casa e occupandosi dei bambini, ma anche con
sostanziosi contributi finanziari alla famiglia.
Il rapporto sottolinea la necessità di affrontare le disuguaglianze sociali, garantendo a tutte le fasce della popolazione lo stesso accesso a istruzione, occupazione,
cure mediche e servizi sociali di base che permetteranno alle persone di vivere decorosamente nel presente
ed risparmiare per il futuro.
L’invecchiamento della popolazione rappresenta una
sfida per i governi e le società. La risposta all’invecchiamento può e deve essere pianificata per trasformare
questa sfida in un’opportunità. Gli anziani sottolineano la loro volontà di rimanere membri attivi e rispettati
della società. Il rapporto esorta la comunità internazionale a fare di più per l’invecchiamento nel campo
dello sviluppo. Nel momento in cui i paesi si preparano
a programmare la strada da seguire, l’invecchiamento
della popolazione e le risposte dei poteri pubblici sul
tema degli anziani devono essere al centro del processo. In un mondo che invecchia rapidamente, è fondamentale avere obiettivi di sviluppo esplicitamente collegati alla popolazione anziana, la cui assenza spicca tra
gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
anziani e società
17
Dieci priorità
per massimizzare le opportunità
delle popolazioni anziane
1. Riconoscere l’inevitabilità dell’invecchiamento della
popolazione e la necessità di preparare adeguatamente
tutte le parti in causa (governi, società civile, settore
privato, comunità e famiglie) all’aumento del numero
di persone anziane. Per far questo, è necessario migliorare la comprensione del problema, rafforzare le capacità nazionali e locali, e attuare le riforme politiche,
economiche e sociali necessarie per adattare le società
ad un mondo che invecchia.
2. Garantire che tutte le persone anziane vivano in condizioni di dignità e sicurezza, che abbiano accesso ai
servizi sociali e alle cure mediche di base e che abbiano
un reddito minimo grazie all’attuazione di piattaforme nazionali di protezione sociale e altri investimenti di natura sociale volti ad aumentare l’autonomia e
l’indipendenza delle persone anziane, prevenire l’impoverimento nella terza età e contribuire ad un invecchiamento in migliori condizioni di salute. Tali azioni
dovrebbero essere basate su una visione a lungo termine, sostenute da un impegno politico forte e da fondi
sicuri che possano prevenire impatti negativi in tempo
di crisi o cambi di governo.
3. Sostenere le comunità e le famiglie per sviluppare un
sistema di sostegno allo scopo di garantire alle persone
anziane più fragili le cure a loro necessarie sul lungo
periodo e promuovere a livello locale un invecchiamento attivo e in buone condizioni di salute per favorire l’invecchiare nella propria comunità.
4. Investire nelle giovani generazioni, attraverso la promozione di comportamenti sani e garantendo istruzione e opportunità lavorative, accesso ai servizi sanitari e
copertura previdenziale per tutti i lavoratori come migliore investimento per migliorare la vita di generazioni
future di anziani. E’ necessario promuovere il lavoro
flessibile, l’apprendimento lungo tutta la vita e l’aggiornamento professionale per facilitare l’integrazione nel
mercato del lavoro degli anziani di oggi.
5. Sostenere gli sforzi nazionali e internazionali per
sviluppare ricerche comparative sull’invecchiamento,
e fare in modo che i dati e i risultati di questa ricerca,
sensibili alle questioni culturali e di genere, siano disponibili per la definizione delle politiche.
6. Integrare l’invecchiamento in tutte le politiche di
genere e le questioni di genere nelle politiche di invecchiamento, prendendo in considerazione le diverse esigenze di uomini e donne anziani.
7. Garantire l’inclusione dell’invecchiamento e delle
esigenze degli anziani in tutte le politiche e i programmi di sviluppo nazionali.
8. Garantire l’inclusione dell’invecchiamento e delle
esigenze degli anziani negli interventi umanitari nazionali, nei piani di attenuazione e adeguamento ai cam18
anziani e società
biamenti climatici e nei programmi di gestione e preparazione alle catastrofi.
9. Assicurarsi che i problemi legati all’invecchiamento
siano adeguatamente presi in considerazione nei programmi di sviluppo post 2015, anche attraverso lo sviluppo di obiettivi e indicatori specifici.
10. Sviluppare una nuova cultura dell’invecchiamento
basata sui diritti e un cambiamento di mentalità e atteggiamenti sociali nei riguardi delle persone anziane,
perché da beneficiari dello stato sociale possano trasformarsi in cittadini attivi e partecipi. A questo scopo,
è necessario lavorare per sviluppare strumenti internazionali per i diritti umani e per il loro recepimento
nelle legislazioni nazionali insieme a misure affermative per combattere la discriminazione basata sull’età e
favorire il riconoscimento delle persone anziane come
soggetti autonomi.
Punti chiave sull’invecchiamento
Cambiamenti demografici
• Nel mondo, ogni secondo due persone festeggiano il
loro sessantesimo compleanno – per un totale di quasi
58 milioni di compleanni all’anno.
• Nel 2050 per la prima volta ci saranno più persone
anziane che ragazzi sotto i 15 anni. Nel 2000 c’erano
già più persone di sessant’anni o più che bambini sotto
i cinque anni.
• Nel 2012, le persone di sessant’anni o più erano 810
milioni, ossia l’11,5% della popolazione totale. Secondo le previsioni questa cifra arriverà al miliardo di persone in meno di dieci anni e raddoppierà entro il 2050,
raggiungendo i due miliardi di persone, ossia il 22%
della popolazione totale.
• Nell’ultimo decennio, il numero di persone di sessant’anni o più è aumentato di 178 milioni di persone
– una cifra che equivale quasi all’intera popolazione del
Pakistan, che si trova al sesto posto tra i paesi più popolosi del mondo.
• L’aspettativa di vita tra il 2010 e il 2015 è di 78 anni
nei paesi sviluppati e di 68 in quelli in via di sviluppo. I
bambini nati tra il 2045 e il 2050 avranno un’aspettativa di vita di 83 anni nei paesi sviluppati e di 74 in quelli
in via di sviluppo.
• Su tre sessantenni, due vivono in paesi in via di sviluppo. Nel 2050, quasi quattro sessantenni su cinque
vivranno nel mondo in via di sviluppo.
• Il Giappone è l’unico paese del mondo in cui oltre
il 30% della popolazione ha sessanta o più anni. Nel
2050 ci saranno 64 paesi nei quali la popolazione anziana rappresenterà oltre il 30% della popolazione.
• Il numero di centenari aumenterà su scala mondiale
passando da 316.600 nel 2011 a 3,2 milioni nel 2050.
• Nel mondo, per cento donne di sessant’anni o più
ci sono 84 uomini della stessa età, e ci sono 61 uomini
ogni 100 donne di 80 anni o più.
notiziario
Diffamazione
su Facebook punita
come quella
a mezzo stampa
Diffamare su facebook è come farlo sulla stampa. Ovvero è un’aggravante e può comportare pene
più severe. Insultare qualcuno
sulla propria pagina facebook può
essere considerato “un delitto di
diffamazione aggravato dall’aver
arrecato l’offesa con un mezzo di
pubblicità” equiparato “sotto il
profilo sanzionatorio alla diffamazione commessa con il mezzo della stampa”. Queste le parole della
sentenza del tribunale di Livorno
riportata da “Il Tirreno”, le cui
motivazioni sono state depositate nei giorni scorsi. Al centro del
caso le affermazioni di una ragazza
di 27 anni: poco dopo essere stata
licenziata dal centro estetico in cui
lavorava, la ragazza ha pubblicato
sulla sua bacheca facebook affermazioni offensive contro l’azienda
e l’ex datore di lavoro. La ventisettenne aveva usato anche espressioni a sfondo razzista nei confronti
dell’uomo, che è albanese. Il giudice ha richiamato l’articolo 595,
terzo comma del codice penale, in
cui il reato di diffamazione è punito più severamente nel caso in cui
l’offesa sia recata con il mezzo della
stampa così come attraverso “qualsiasi altro mezzo di pubblicità”. Secondo la sentenza, facebook ha una
“diffusione incontrollata”. Esprimersi su facebook implica quindi
una “comunicazione con più persone alla luce del cennato carattere
pubblico dello spazio virtuale in
cui si diffonde la manifestazione
del pensiero del partecipante che
entra in relazione con un numero
potenzialmente indeterminato di
partecipanti e quindi la conoscenza
da parte di più persone e la possibile sua incontrollata diffusione”. La
giovane livornese è stata condannata a pagare una multa di 1.000 euro.
Al Centro Sociale Nautilus si è festeggiata
la neo centenaria Anna Conti
Il 23 novembre
scorso la numerosa “famiglia” del
Centro
Sociale
ha preparato una
grande festa. La
torta fornita dai
famigliari, lo spumante e la sorpresa, assai gradita,
del primo cittadino di Riccione
Massimo Pironi il
quale ha espresso
La festa per una splendida centenaria
il suo personale
e affettuoso augurio, e quello dell'Amministrazione comunale e di
tutta al comunità di Riccione ad una concittadina esemplare nell'impegno familiare e nella dedizione quotidiana ai sacrifici di una vita
onesta e laboriosa.
Alla ricorrenza, oltre ai famigliari, erano presenti l'Assessore al Turismo Simone Gobbi, il Presidente del Centro Nautilus Franco Baratti
e i numerosi soci del Centro.
Tutta la manifestazione è stata ripresa dall'emittente televisiva Telerimini VGA con la conduzione professionale di Paolo Teti.
Nell'occasione è stata donata dalla rappresentante dell SPI CGIL
Giuseppina Ugolati (Nuccia) una targa commemorativa del raggiungimento dei cento anni di vita.
Succesivamente si sono tenuti balli e musica dal vivo che hanno rallegrato questa particolare e felice ricorrenza.
Il Consiglio Direttivo
del Centro Sociale Nautilus
Giunge alla quinta edizione
il Premio Letterario Città di Corridonia
Nella cittadina marchigiana il Centro sociale Mons. Raffaele Vita ha
bandito la quinta edizione del Premio
Letterario, un premio di poesia aperto a tutti gli iscritti ai Centri sociali
Ancescao d’Italia.
In questa occasione ci sarà anche una
sezione riservata alla poesia dialettale
marchigiana.
La proclamazione dei risultati è prevista per il 13 aprile prossimo, e le
premiazioni avranno luogo il 4 maggio alle 15,30 presso il teatro Velluti
di Corridonia.
anziani e società
19
vita dei Centri
vita dei Centri
Tutti in famiglia e non solo
di anna aucone
Il coro polifonico “Alto Sannio”,
nello splendido scenario dell’Auditorium di San Bernardino da Morcone
Domenica 30 dicembre 2012 il
Centro Sociale Anziani “Alto Sannio” ha concluso “l’Anno Europeo
dell’Invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni”.
Un’occasione per tutti noi di riflettere su come oggi gli europei vivono
e restano in salute più a lungo, nonché per cogliere le opportunità che
ne derivano. L’invecchiamento attivo può dare alle generazioni degli
anziani la possibilità di restare occupati e condividere la loro esperienza lavorativa, continuare a svolgere
un ruolo attivo nella società, vivere
nel modo più sano e gratificante
possibile; serve anche a mantenere
la solidarietà tra le generazioni in
una società che registra un rapido
aumento del numero delle persone
anziane. La sfida per i responsabili politici e tutte le parti interessate
è migliorare la possibilità di invecchiare restando attivi e di condurre
una vita autonoma, intervenendo
in settori tanti diversi quanto il lavoro, l’assistenza sanitaria, i servizi
sociali, l’istruzione per gli adulti, il
volontariato, gli alloggi, i servizi informativi, i trasporti. Il Centro Sociale Anziani “Alto Sannio” di Morcone, dal 1996, cerca di tramutare
20
anziani e società
in azione quelli che sono i principi
dell’Anno Europeo 2012, infatti, ha
dato corso a diverse attività:
- Laboratorio di ballo;
- Laboratorio di canto, con annesso
coro polifonico “Alto Sannio”, diretto dal M° Anna Majorano, attivo
ed operante da circa quattro anni,
annoverando tra i suoi componenti
e ferventi sostenitori, circa 25 coristi. L’attività canora praticata ha
come scopo prioritario l’educazione ad un uso più consapevole e corretto della propria voce, in un clima
di collaborazione e cooperazione,
presupposto fondamentale del cantare insieme. Per la manifestazione
“tutti in famiglia e non solo” il coro
si esibisce in un repertorio di brani
a 3 e 4 voci, tratti
dalla più bella letteratura musicale
polifonica. Il repertorio spazia dalla
polifonia sacra e
profana del XVI
secolo, alle più
belle pagine della
letteratura classica,
senza disdegnare la
musica popolare,
pietra miliare della
“nostra” epopea storico – musicale.
- Laboratorio di ricamo; Laboratorio di cucina;
- Laboratorio teatrale; Laboratorio
di tecniche manipolative ( costruzione di burattini, di cesti di vimini,
di decoupage).
Il Centro Sociale promuove tour finalizzati alla conoscenza di località
italiane; cure termali; soggiorni marini. Alla sede del Centro Sociale ci
si vi anche per una partita a carte e
per scambiare quattro chiacchiere,
per assistere al cineforum seguito da dibattito, per partecipare a
convegni che riguardano tematiche
sociali. Chiudiamo l’anno Europeo
non con un convegno ma con un
incontro che vede stare assieme diverse generazioni: nonni, mamme,
figlie, nipoti. La manifestazione si è
tenuta presso l’Auditorium di San
Bernardino di Morcone.
E’ stata officiata la Santa Messa
da don Nicola Gagliarde che nella sua omelia ha ricordato l’azione
propulsiva e propositiva del Centro Sociale Anziani “Alto Sannio”
di Morcone. A seguire il concerto “Tutti in famiglia” presentato
dall’animatore Luigi Patierno, durante il quale si sono esibiti: il Coro
Polifonico Alto Sannio diretto con
bravura dalla Maestra Anna Majorano; il Maestro Bao Pasqualino
perfetto esecutore di brani alla fisarmonica; Joseph Soprano; Giada
Iuliani, mentre la parte iconografica è stata curata da Nardo Cataldi e
Stelio di Brino.
Un giovane allievo alle tastiere
Civitanova Marche:
il sociale va bene
Da sinistra, Vittorio De Seriis, Luigi De Nardis, Antonella Sglavo e Angelo Formica
Non accade sovente vedere un’amministrazione comunale così attenta
al sociale come lo è quella di Civitanova Marche, cittadina rivierasca
del maceratese, per cui viene a costituire un bellissimo esempio, dei
tanti che sicuramente esistono. Il
merito va ripartito equamente fra la
dirigenza del centro sociale anziani, diretto con competenza da Luigi
De Nardis, e quello che usualmente
si definisce il Comune, rappresentato da una giovane e impegnata
assessore alle politiche sociali, Antonella Sglavo, e dal sindaco, Tommaso Claudio Corvatta, un medico
di base che conosce perfettamente
quelle che sono le problematiche e
le attese del segmento dell’anzianità
e delle tante persone disagiate che
vivono in ogni contesto sociale.
I due amministratori non solo hanno trovato il tempo per assistere a
un’assemblea di uno dei due centri
sociali anziani cittadini, quello di
via Carnia, ma hanno dimostrato interesse allo statuto che veniva
posto all’approvazione e al bilancio
di previsione. E proprio soffermandosi sul documento contabile, il
sindaco Corvatta, quando ha scorto
fra le uscite, quella delle adozioni a
distanza, ha espresso tutto il compiacimento per un’iniziativa che il
centro anziani poneva nella programmazione annuale. Poi non ha
esitato, quando è stato informato
dal presidente dell’assemblea, Angelo Formica, che il coordinamento provinciale di Macerata attua
da anni un intenso programma di
adozioni a distanza in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio,
che si realizza con un’apposita riunione in una delle cittadine del territorio, non ha esitato un attimo nel
rendersi disponibile ad accordare il
patrocinio del Comune nella prossima occasione. Ben 26 sono state le
adozioni che hanno caratterizzato
la manifestazione del 2012 che si è
svolta a Tolentino nel centro sociale
“Santa Teresa”.
Il Centro sociale anziani di via Carnia di Civitanova Marche sarà perciò il luogo dove il coordinamento
provinciale organizzerà la prossima manifestazione delle adozioni
che rappresenta un’occasione dove
dare concretezza a quei principi di
solidarietà che l’Ancescao si pone a
livello centrale e periferico.
Non va ignorato poi che l’assessore
alle politiche sociali ha ritoccato in
positivo il contributo che annualmente viene erogato in favore della
struttura degli anziani, riconoscendo il valore umano e sociale che
svolge nel tessuto della città.
Un nutrito gruppo di associati ha
presenziato la riunione. Il presidente regionale, Vittorio De Seriis, ha
portato il saluto di Ancescao Marche, che con i 127 centri sociali
esistenti nelle cinque province, con
circa 25.000 associati, costituisce
una bella e consistente realtà dell’associazione nazionale, e ha illustrato
le risultanze di un progetto che è
stato portato avanti con il cofinanziamento della Regione Marche,
che ha consentito di valorizzare gli
aspetti
dell’intergenerazionalità,
per cui anziani e giovanissimi hanno avuto modo di compiere un percorso insieme, attingendo a quelle
che sono le tradizioni lavorative del
passato.
Un’assemblea, presieduta, come abbiamo detto, da Angelo Formica,
con il socio Dante Catini nella veste
di segretario, che è stata, a parte gli
aspetti istituzionali, utilizzata dal
presidente del centro anziani, Luigi
De Nardis, per sollecitare la formazione, in occasione delle prossime
elezioni per il rinnovo dei quadri
dirigenti, di un gruppo dirigente
che possa esprimere qualità e continuità necessarie per la conduzione
del centro sociale al quale vengono
sempre più richieste conoscenze fiscali e amministrative.
RICORDA
nella compilazione della denuncia dei redditi
di firmare la casella Promozione Sociale e Volontariato
e di scrivere il Codice Fiscale di ANCeSCAO
93013450387
avrai così l’occasione di sostenere e finanziare
con il tuo
CINQUE PER MILLE
anziani e società
21
vita dei Centri
il personaggio
La musica nei Centri Sociali
di Antonietta Silvi
Bologna è stata dichiarata dall’Unesco “Città creativa della musica”, prima in Italia e seconda in
Europa dopo Siviglia.
La città vanta infatti una ricca
tradizione musicale in continua
evoluzione ed un serio impegno a
promuovere la musica come mezzo di sviluppo economico e di inclusione sociale e culturale.
In questa tradizione si innesca,
tra altre iniziative musicali pensate dalla Commissione Cultura del
Coordinamento Provinciale (ANCeSCAO), il progetto “Le città
della musica”.
Che con la musica si possa viaggiare in mondi fantastici questo è
ormai risaputo.
Che si possa fare volare l’immaginazione ormai è cosa nota.
Con 5 conferenze all’interno di
diversi Centri Sociali, si viaggia
veramente nella storia e nei luoghi
dove la musica è stata composta
ed ascoltata.
Si viaggia ogni volta in una città
diversa rimanendo, come nel caso
delle prime due conferenze tenute
al Centro Montanari, coi piedi ben
piantati per terra, come è avvenuto nel caso di Bologna (29 ottobre)
e di Parigi (22 novembre).
Senza spostarsi dalla splendida
sala del Centro i numerosissimi
presenti hanno potuto rivivere nel
primo appuntamento la storia di
Bologna attraverso la musica scritta per l’Università e per le Chiese,
per le feste e per il teatro e nel secondo incontro le vicende di Parigi, ‘riascoltate’ nelle note dei musicisti del Re Sole o della Carmen
di Bizet.
Evidentemente la proposta della
dott.ssa Maria Chiara Mazzi ha
davvero suscitato interesse, poiché tra i numerosissimi e attentissimi presenti non erano solo
gli iscritti al centro ma anche nu22
anziani e società
merosi giovani, prevalentemente
universitari, davvero incuriositi da
questo nuovo modo di raccontare
non più solo la storia, ma anche la
geografia della musica.
Dopo essere stati alla Casa del
Gufo, a Bologna, il 22 gennaio,
dove abbiamo potuto assaporare
le atmosfere di Praga magica e misteriosa e rivivere in un racconto
derivato dalle pagine di Mozart e
Mahler fino alla trascinante meraviglia del Klezmer, seguiranno i
prossimi appuntamenti:
Giovedì 21 Febbraio ore 16,00 c/o
il Centro Stella di Bologna “Musica a Venezia”
Martedì 12 Marzo ore 16,00 c/o il
Centro Magnolia di Budrio “Musica a Napoli”
Per quale motivo la Commissione
Cultura Provinciale (ANCeSCAO)
dedica una parte consistente della
sua progettazione all’ascolto guidato della musica?
La scelta dell’ascolto guidato della musica oltre a servire come intrattenimento rappresenta un utile
strumento di comunicazione e socializzazione, perché la musica è
anche recupero di sentimenti e di
ricordi e quindi momento di condivisione con gli altri.
Inoltre è facile capire che
l’ascolto musicale, come il
ballo e la danza, rivitalizza
l’umore, riduce l’aggressività e stimola la memoria,
si può quindi concludere
che migliora la qualità della
vita e favorisce la conquista
di un benessere psico-fisico
In che modo, gli ascoltatori, raggiungeranno una positiva atmosfera e il benessere psico-fisico?
Gli incontri saranno strutturati come ”viaggi musi-
cali” durante i quali gli ascoltatori
verranno accompagnati in un percorso di conoscenza e di approfondimento dove i brani ascoltati verranno illustrati in modo semplice e
gradevole con spiegazioni, citazioni
storiche, aneddoti, lettura di testi e
proiezioni, per rendere comprensibili a tutti il significato artistico e
il contesto socio-culturale sia dei
brani che degli autori.
Gli ascoltatori si troveranno quindi a:
· Scoprire, in un brano, dettagli che
spesso sfuggono al semplice ascolto;
· trovare, in un brano conosciuto,
nuove emozioni;
· “nominare” le emozioni e condividerle con gli altri;
· usare la memoria per ricordare
dove in quale circostanza si è ascoltato un determinato brano;
· collocare la musica ascoltata in un
periodo storico sociale per capirla
meglio;
· riassaporare atmosfere passate;
· allargare la propria mente sperimentando generi musicali non abituali.
In base a quale criterio sono stati
scelti i generi musicali?
I Docenti sono stati liberi di presentare i loro programmi perché
ogni genere musicale trae le sue
radici da un contesto socio-storico
culturale che lo rende degno di essere conosciuto e apprezzato.
Spesso l’approccio con generi musicali a cui non si è abituati riserva
sorprese emozionanti.
Maria Delle Foglie
un’artista pugliese a Bologna
Molti la conoscono come la
Maria del regionale, per la
sua attività nell’ambito del
coordinamento regionale
ANCeSCAO dell’Emilia.
Pochi però conoscono il
lato artistico della sua personalità.
Maria Santa Delle Foglie,
barese di nascita, ma da
quasi 25 anni residente a
Bologna, sposata con Giuseppe Pioli, della segreteria del coordinamento
regionale, è figlia d’arte, in
quanto il padre era pittore ed è stato da lui che ha
imparato i primi rudimenti
della tecnica artistica. Fin
da bambina ha imparato
a pasticciare con i colori,
quando i tubetti ancora
non esistevano, e i colori voluti
andavano preparati mescolando i
colori base. Oltre alla tecnica artistica, dal padre ha appreso anche
la tecnica del restauro, sia di mobili che di dipinti.
do è sereno che quando è nuvoloso, cupo, pieno di pioggia”.
Descrive la sua passione per la pittura come un terapia che cura le
preoccupazioni che la vita riserva. “Quando dipingo un quadro
– dice - molto spesso di notte, è
come se vivessi in un’altra realtà,
fuori dalle beghe quotidiane, che
però riaffiorano inconsciamente
nel quadro che sto dipingendo,
quando imprimo sulla tela i colori
del cielo, nelle varie condizioni in
cui si trova”.
Ha fatto diverse mostre per lo
più in circoli privati in occasione
di gare di pittura estemporanea,
come quella organizzata dal
Coordinamento di Ferrara
alcuni anni fa. Ha venduto
poco, ma non è mai stato
quello il suo obiettivo. Per
lei la pittura è un piacere
fine a sé stesso, non un fatto
commerciale. “In compenso - dice ancora - molti dei
miei amici hanno in casa un
mio ricordo”.
Un ultimo desiderio, che le
deriva dai tanti anni passati tra colori e pennelli “Mi
piacerebbe trasmettere ad
altri l’insegnamento che da
piccola ho ricevuto da mio
padre.” Messaggio inoltrato. Se qualche Centro intende avviare una scuola di
pittura, sa dove rivolgersi.
Di lei Maria dice: ”La mia passione è dipingere la natura e il mare
in genere o comunque l’acqua in
particolare. Mi affascinano i mille
colori che assume il cielo sia quananziani e società
23
un pagina di storia
libro del mese
Lavoro - famiglia:
l’eterno conflitto della donna
Il sequestro di Aldo Moro
L’improvvisa morte di Prospero
Gallinari, avvenuta lo scorso 16
gennaio, ha richiamato alla memoria il tragico episodio del sequestro e dell’assassinio dell’on. Aldo
Moro, Presidente della Democrazia Cristiana e artefice del governo
di unità nazionale degli anni Settanta.
Brigate Rosse (abbreviato in BR) è
il nome di un’organizzazione terroristica di estrema sinistra fondata
nel 1970 da Alberto Franceschini,
Renato Curcio e Margherita Cagol. Di matrice marxista-leninista,
considerata come esempio di avanguardia rivoluzionaria da certa critica, fu il maggiore e più longevo
gruppo terroristico di sinistra del
secondo dopoguerra esistente in
Europa Occidentale.
Non esiste una data ufficiale di
fondazione delle Brigate Rosse.
Trattandosi di un’organizzazione
clandestina, bisogna fondarsi su
quanto riferito parecchi anni dopo,
da coloro che ne avevano fatto parte. In base ai racconti di Renato
Curcio ed Alberto Franceschini,
la decisione di intraprendere la
“lotta armata” fu presa in un convegno tenuto nell’agosto del 1970
in località Pecorile, comune di
Vezzano sul Crostolo (RE). Vi parteciparono un centinaio di delegati
dell’organizzazione di estrema sinistra milanese Sinistra Proletaria,
che nell’ottobre dello stesso anno
annunciò la nascita delle Brigate
Rosse sul suo giornale. Le prime
“azioni” rivendicate come “Brigate
Rosse” risalgono al 1970, e continuano fino al 1982. Nel 1987 Renato Curcio e Mario Moretti, tra i
fondatori delle BR e da alcuni anni
in carcere, firmarono un documento in cui dichiaravano “conclusa”
l’esperienza delle BR.
Secondo l’inchiesta di Sergio Zavoli La notte della Repubblica, dal
1974 (anno dei primi omicidi) al
1988 (omicidio di Roberto Ruffilli)
le Brigate Rosse hanno rivendicato
86 omicidi: la maggior parte delle vittime erano agenti di Polizia
e Carabinieri, magistrati e uomini
politici.
Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo, guidato da Giulio Andreotti, la Fiat
130 che trasportava Moro dalla sua
abitazione nel quartiere Trionfale
zona Monte Mario di Roma alla
Camera dei deputati, fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse all’incrocio tra via Mario
Fani e Via Stresa. Gli uomini delle
BR uccisero, in pochi secondi, i 5
uomini della scorta (Domenico
Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele
Iozzino, Giulio Rivera, Francesco
Zizzi) e sequestrarono il presidente
della Democrazia Cristiana. Fra i
suoi carcerieri ci fu anche Prospero Gallinari.
Dopo una prigionia di 55 giorni
nel covo di via Montalcini, il corpo
di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate
Rosse, fu ritrovato il 9 maggio nel
baule posteriore di un’automobi-
le Renault 4 rossa a Roma, in via
Caetani, emblematicamente vicina
sia a Piazza del Gesù (dov’era la
sede nazionale della Democrazia
Cristiana), sia a via delle Botteghe
Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano).
Fu sepolto nel comune di Torrita
Tiberina, piccolo paese della provincia romana ove lo statista amava
soggiornare. Aveva 61 anni.
Papa Paolo VI officiò una solenne
commemorazione funebre pubblica per la scomparsa di Aldo Moro,
amico di sempre e alleato, a cui parteciparono le personalità politiche
e trasmesso in televisione. Questa
cerimonia funebre venne celebrata senza il corpo dello statista per
esplicito volere della famiglia, che
non vi partecipò, ritenendo che lo
stato italiano poco o nulla avesse
fatto per salvare la vita di Moro,
rifiutando il funerale di stato e scegliendo di svolgere le esequie dello
statista in forma privata.
anziani & società
è come il simbolo di Ancescao: un albero che cresce e una realtà che consolidata nel tempo, trova
linfa vitale nella voce che gli anziani mettono scrivendo e proponendosi dentro e fuori la rivista
che di questi vuole essere la voce amplificata per quanti sono gli iscritti all’Associazione.
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o foto di iniziative o eventi riguardanti il tuo Centro, esprimi il tuo parere sui grandi eventi, collabora
a creare nuove iniziative.
24
anziani e società
La scrittrice Cristina Comencini
nei suoi libri è riuscita sempre a
tirare fuori il cuore dei personaggi. Anche nella sua ultima opera
“Lucy” pubblicata, come i precedenti, dalla casa editrice Feltrinelli,
riesce a creare un legame intimo tra
il lettore e i protagonisti del libro.
Sara è una donna diversa dalle altre, un’antropologa che ha spesso
messo davanti a tutto, persino alla
sua famiglia, il tanto amato lavoro.
Matilde e Alex, i suoi due figli, con
il tempo hanno imparato a fare da
soli. Lei, la più grande, ha sempre
provato a prendersi cura di tutti e
a gestire i rapporti familiari, lui è
partito per il Canada per mettere
chilometri di distanza tra sé e gli
altri. Un giorno la protagonista di
“Lucy” lascia una lettera al suo ex
marito, Franco, e se ne va. Nella
lettera promette delle spiegazioni,
ma all’inizio Franco non può fare
altro che ripercorrere tutte le tappe
del loro legame, che nonostante la
sua nuova vita con una compagna
e un figlio, non si è ancora reciso.
Nel frattempo Matilde e Alex
sembrano riallacciare i rapporti,
soprattutto condividendo i ricordi del passato e la sofferenza della
separazione dei genitori.
E Sara, da lontano, sembra essere
più vicina di quando era realmente
presente, mentre Franco silenziosamente prova a capire…
Cristina Comencini in “Lucy” ri-
esce a trovare le parole giuste per
spiegare l’esistenza di una donna
che cerca le sue tracce in qualcos’altro, ma sa raccontare perfettamente i difficili e delicati rapporti familiari.
film del mese
Alì ha gli occhi azzurri
Stefano e Nader sono due adolescenti, il primo italiano, il secondo
egiziano. I due condividono ogni
momento della giornata, comprese
la rapina al supermercato e la discoteca, ma la loro amicizia è destinata ad incrinarsi.
Il riferimento a Pier Paolo
Pasolini e ai suoi ragazzi di
vita è evidente fin dal titolo,
che echeggia la poesia pasoliniana Alì dagli occhi azzurri. Però il vero nome del
protagonista, un sedicenne
egiziano la cui famiglia si è
trapiantata a Roma, è Nader
e il colore degli occhi, lui, se
lo cambia con le lenti a contatto. Le sue giornate passano
in compagnia dell’amico Stefano, tra una rapina, il furto
a una prostituta romena e
una rissa in discoteca, finita
a coltellate e che innesca una
sotto-trama di vendetta. Quel
che disturba davvero i suoi
genitori però, di stretta osser-
vanza musulmana, è che il ragazzo
frequenti una fanciulla italiana, a
un’età in cui ciò non è ritenuto morale. Nader li trova assurdamente
retrogradi; almeno finché Stefano
non comincia a interessarsi a sua
sorella...
Un Pasolini riletto in chiave multietnica e multiculturale da Giovannesi, che non usa le inquadrature studiate del suo ispiratore, ma
una macchina a mano. Il regista lascia i personaggi parlare, muoversi
esprimersi in libertà, ma il film, pur
nel pregio di un tema importante
(la difficoltà di trovare un’identità
a cavallo di due culture), ha il limite nella sua esile linea narrativa.
Alì ha gli occhi azzurri
Regia: Claudio Giovannesi
Con: Nader Sarhan- Stefano
Rabatti- Brigitte ApruzzesiMarian Valenti Adrian
anziani e società
25
cultura
Le meraviglie dell’arte fiamminga
di Gabriella Rasetti
Pieter Brueghel il Giovane
Le sette opere di misericordia, 1616/1618 ca.
Olio su tavola, 44 x 57,5 cm - Bruxelles, collezione privata
Il Chiostro del Bramante, a Roma,
ospita fino al 2 giugno una grande
mostra dedicata alla più importante
famiglia di artisti fiamminghi attiva
fra il Cinque e il Seicento. Attraverso cento opere, provenienti da musei italiani e stranieri e da collezioni
private, la mostra presenta la storia
famigliare e pittorica di quattro generazioni della dinastia Brueghel.
Un appassionante viaggio nell’epoca d’oro della pittura fiamminga, un’opportunità per ammirare
opere per la prima volta in Italia:
visioni allegoriche, moralistiche,
fantastiche e grottesche che caratterizzano l’arte europea del periodo. Il percorso espositivo si articola in perfetta corrispondenza fra
le vicende familiari e l’evoluzione
pittorica e tematica dei numerosi
componenti della famiglia.
Nella prima sala un’incredibile
opera di Hieronymus Bosch, “Il
Ciarlatano”, che rientra nell’immaginario su cui Bosch si sofferma
26
anziani e società
spesso: chi dà ascolto alle illusioni
perde denaro e si fa schernire da-
gli altri. Un ciarlatano fa spuntare
una rana dalla bocca di un sempliciotto, mentre il complice gli sfila
il danaro. Un quadro divertente, in
cui prevale il “brutto”: figure con
lunghi nasi aquilini, simbolo di cattiveria.
La prima sezione della mostra è dedicata all’ambiente storico culturale in cui si sviluppa l’esperienza del
capostipite della dinastia, Pieter
Brueghel il Vecchio.
A quei tempi i Paesi Bassi facevano
parte dei domini spagnoli di Filippo II, il quale, per convertire i protestanti, mandò il sanguinario duca
d’Alba. Dopo un lungo periodo di
guerre si arrivò alla divisione del
paese fra il sud cattolico (Belgio)
ed il nord protestante (Olanda).
Nel Cinquecento Anversa era un
fiorente centro commerciale, ricco
di vita artistica e culturale. Mentre
in Italia con Michelangelo e Leonardo l’attenzione dell’artista si
concentrava sulla figura umana, nei
Pieter Brueghel il Giovane
Trappola per uccelli, 1605
Olio su tavola, 50,5 x 61 cm - Genève, Collection Torsten Kreuger
Paesi Bassi, anche per effetto della
riforma protestante, l’attenzione si
sposta verso la natura, protagonista indiscussa di alcuni fra i grandi
capolavori. Il paesaggio fiammingo
si caratterizza per le forme immaginarie, colori freddi, un senso di
immensità irreale, figure minuscole
circondate da montagne ciclopiche.
La figura centrale è Bosch, pittore
fondamentale nella formazione di
Brueghel il vecchio, che riprende
dal maestro la carica grottesca, la
visione pessimistica dell’uomo, riuscendo ad approfondire in chiave
terrena il suo insegnamento morale. Ha inizio così un appassionante
viaggio nell’epoca d’oro della pittura fiamminga. L’eredità del capostipite di famiglia viene raccolta
dai figli, Pieter Brueghel il giovane
e Jan il vecchio.
Il primo, in linea con le richieste
del mercato, riprende i temi paterni, riuscendo a svilupparli e arricchendoli con rappresentazioni di
vita quotidiana (la danza nuziale).
Le scene di vita contadina ebbero
successo fra la borghesia ed il ceto
mercantile delle Fiandre. Gli umili
diventano una metafora dell’esistenza umana, ne rappresentano gli
istinti, i vizi, la dissolutezza.
La danza in particolare rappresenta il momento di spensieratezza e
libertà dalle rigide convenzioni
della società borghese. Ma Pieter il
giovane si interroga anche sul destino dell’uomo. Paesaggio invernale con trappola per uccelli rappresenta un paesaggio che contiene
una chiara allusione alla precarietà
della vita: da una parte un allegro
gioco sul fiume, che può diventare
tragedia se il ghiaccio si rompe.
Il fratello Jan, più elegante e mondano, frequenta principi e regnanti
e collabora con Rubens. Soprannominato “Jan dei velluti” per la raffinatezza della sua arte, crea una pittura tattile, con pennellate briose,
colori brillanti e smaltati, come nel
caso delle “Tentazioni di Sant’Antonio nel bosco”, in cui sono presenti figure di esseri spaventosi e
demoniaci. La tecnica e lo stile di
Jan vengono ripresi dal foglio “Jan
il giovane”, che dedica largo spazio
ai fiori e alle visioni simboliche. I
fiori diventano simboli: il giglio
rosso è simbolo dell’amore, la rosa
bianca, della purezza. Fiori simbolo di bellezza, ma anche di vanità,
della precarietà della vita.
Fiori amati, apprezzati soprattutto
dalla ricca borghesia mercantile.
Nuove specie portate dall’America
e dall’Oriente, rappresentate con
l’idea del sorprendente e del meraviglioso. Il concetto di “camera
delle meraviglie” è fondamentale
per comprendere la pittura fiamminga: un luogo che contiene tutte
le meraviglie del creato. Oggetti
esotici, scatole, uccelli imbalsamati, farfalle, conchiglie con cui i
ricchi borghesi arredavano le loro
stanze.
La mostra dedica ampio spazio
anche ad altri pittori entrati nella
bottega dei Breughel per via di matrimonio, come Jan van Kassel, figlio di una sorella di Jan il giovane,
al quale è dedicata una sala ornata
con studi di farfalle, conchiglie ed
insetti.
Infine Abraham, ultimo erede della famiglia, definito il “fracassoso”. Dopo il tradizionale viaggio
in Italia non farà più ritorno nelle
Fiandre, ma rimarrà a Napoli. Il
suo stile si distacca definitivamente
da quello fiammingo, per diventare “più caldo, materico, viscerale”.
Molto lontano ormai dallo stile
raffinato di Jan dei velluti, Abraham chiude l’epopea della dinastia
Brueghel.
Orario apertura
- Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00*
- Sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00*
*(la biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti
- Intero | e 12,00
- Ridotto | e 10,00 | 65 anni compiuti (con documento); ragazzi fino
a 18 anni non compiuti; studenti fino a 26 anni non compiuti (con
documento); militari di leva e appartenenti alle forze dell’ordine;
portatori di handicap; ex ridotti legge; guide con tesserino se non
accompagnano un gruppo
- Ridotto Gruppi | e 10,00 | Prenotazione obbligatoria, min 15 max 25 pax
- Gruppi Scuole | e 5,00 | Scuola primaria e secondaria di primo e
secondo grado, prenotazione obbligatoria min 15 max 25 pax
- Scuola dell’infanzia | e 3,00 | Prenotazione obbligatoria min 15
max 25 pax
- Famiglia | e 30,00 | Solo genitori e figli - minimo 3 persone
- Omaggio | Bambini fino a 4 anni non compiuti; giornalisti con tessera di iscrizione all’Albo; accompagnatori di gruppi (1 ogni gruppo); insegnanti in visita con alunni/studenti (2 ogni gruppo); soci
ICOM (con tessera); un accompagnatore per disabile; possessori di
coupon di invito; possessori di Vip Card Arthemisia Group
- Lunedì Universitario | Tutti i lunedì gli studenti universitari – con
tesserino e senza limiti di età – potranno usufruire di uno speciale
sconto. Il biglietto d’ingresso alla mostra e 5,00 anzichè e 12,00.
Informazioni | Prenotazioni | Laboratori Didattici |
Visite Guidate | Audioguide
Tel +39 06 / 916508451 - 06 / 68809035 - Fax +39 06 / 68213516
www.brueghelroma.it
[email protected] - [email protected]
anziani e società
27
solidarietà
turismo
Dalla luna e…
un po’ più in là
Porto Sant’Elpidio:
“Gran Galà di Telethon”
Dedicato a te, amico da sempre,
in questo tuo ultimo giorno di vita.
di delfina gulberti
Lo scorso mese avevamo pubblicato un articolo di Delfina Gulberti relativo ad un suo amico gravemente malato di Alzheimer. Un articolo che
sembrava una storiella, ma che era tragicamente reale. Ora questo amico
è mancato mentre Delfina col marito è in vacanza lontano, a Lanzarote.
Non potendolo salutare direttamente, ha mandato questo contributo,
quasi una descrizione onirica della sua visione dell’isola che la ospita,
che ce la fa sembrare diversa, non un semplice luogo di villeggiatura, ma
un luogo che si impossessa del turista e lo integra nel paesaggio.
…Ma due occhi che ti guardano così vicini e… grandi…
ti fan scordare tutto il mondo e ti trasportano in un altro…
senza gioie e soprattutto, senza dolori.
Ti guardi intorno e questi fantasmi prendono vita, si animano e
ti raccontano di storie lontane. Tu
li segui e tutto svanisce. Non c’è
più tempo, non c’è più spazio, ti
dimentichi di te, travolto da immagini senza autore, ma piene di
significati oscuri.
Oggi è un giorno speciale, aspetto
la notizia della tua dipartita, una
sensazione strana; la sto vivendo
con una intensità da togliere il fiato. E girovagando in questa landa deserta, vicina alla strada, ma
lontana da ogni logica, sento che
non dovrei essere qui, ma di fianco
a te, tenendoti per mano, perché
non abbia paura in questo viaggio
obbligato, liberatorio. La tua vita
adesso è un inferno, per te che non
puoi comunicare e per i tuoi che
non possono più raggiungerti.
28
anziani e società
Poi , guardando in basso scopri che la vita sta riprendendo.
Timidi, spuntano tra la lava, coloratissimi, fiori piccoli e la
gioia che ti danno è tanta, il loro coraggio ti invita a sperare
nell’avvenire: grandi.
E la fantasia galoppa,
e tu sei diventato piccolo nel tuo lettino,
al buio, solo, spaventato.
no a guardare, fotografare. Il nome
di questa località, potrebbe essere
“los gigantes” o “Il paese dei mostri”; anche se non ha senso voler
dare per forza un nome.
Siamo a Lanzarote
e con la bici o a piedi, ogni giorno è una
nuova scoperta. Ed
ora siamo qui davanti
al paesaggio più strano che abbiamo mai
visto, tra l’ illusione e
la realtà.
Meraviglia?
Salendo con la bici verso una località chiamata “El Mojon”, già il
nome è particolare, si arriva qui;
non so come chiamino questo posto i locali, ma è veramente suggestivo.
Tornare sulla terra
diventa banale.
Gli occhi si sgranano per catturare
ogni particolare… quei solchi ben
levigati, quegli antri, quegli occhi,
quei giganti addormentati….
Mi ci sono tuffata come in un sogno bellissimo.
Questo colore nero che all’inizio
mi aveva dato angoscia, adesso
mi attrae, mi ammalia e lo starei a
guardare per ore.
In effetti sono residui
di colate laviche di
centinaia di anni che
hanno conservato il
loro fascino. Il vento,
un po’ meno la pioggia perché sembra che
qui non piova tanto
spesso, li hanno scolpiti ad arte per stuzzicare la fantasia della Eccoti tra queste pietre millenarie, scure e intriganti. Le guardo
per te, e mi perdo in questo loro contorcersi nello sfidare il
gente. Tanti si fermavento e il tempo.
lo nazionale e nei vari territori, per
cui quando il presidente provinciale Perticarà gli ha prospettato la
possibilità di organizzare la serata
ha ben volentieri messo a disposizione il teatro delle Api. “La vera
felicità – ha detto Andrenacci, rifacendosi a una massima di Mark
Twain - è quella di rendere felici
gli altri e Telethon cerca proprio
di portare un sorriso ai bambini
in difficoltà”. L’assessore Ciarrocchi si è invece soffermato sull’importanza della ricerca, mentre il
delegato D’Addio ha illustrato, in
termini numerici, l’iniziativa che fa
della campagna che viene promossa ormai da oltre vent’anni dalla
fondazione Telethon, un fatto di
straordinaria efficacia nel campo
della ricerca. Ha, quindi donato
ai due amministratori e a Daniela
Perticarà, la sciarpa azzurra di Telethon, mentre al presidente del coordinamento provinciale di Fermo,
Perticarà, ha consegnato un attestato di stima a firma del presidente nazionale di Telethon, Luca
Cordero di Montezemolo.
Un clima, in definitiva, di impegno e generosa testimonianza nel
campo della solidarietà nel quale
l’Ancescao si sta da anni distinguendo, in una giornata in cui tutta l’umanità ha appreso l’orrore di
quanto accaduto a New Town, nel
Connecticut, con la morte di quei
tanti bambini, che quella scuola e
quella comunità non sono riuscite
a difendere.
vds
D’Addio, del presidente
della Titanus di Pesaro,
Luca Veneziano. L’Ancescao era rappresentata da
un nutrito numero di presidenti dei centri anziani
del territorio e dal presidente regionale Vittorio
De Seriis.
Il programma della serata è stato raffinato e di
grande
coinvolgimento
Da sinistra: la prof. Paola Mariotti,
il tenore Alessandro Moccia, il mezzo soprano
e si è articolato con vari
Francesca Maria Sassu e Daniela Perticarà
momenti offerti dalle voci
bianche della “Corale ArE’ stata una delle più riuscite manicobaleno” di Capodarco di Fermo,
festazioni a sostegno della campadal corpo di ballo “Centro danza”
gna in favore di Telethon organizdi Servigliano, dei maestri musicizata nella Marche, quella promossa
sti di Porto S. Elpidio e l’efficace
e realizzata dal coordinamento proinserimento del comico imitatore
vinciale Ancescao di Fermo, in colcabarettista Angelo Carestia.
laborazione con l’amministrazione
Momenti di raffinata bellezza
comunale di Porto S. Elpidio, il
quelli offerti dai maestri musicisti
coordinamento provinciale di Tedel conservatorio Rossini di Pelethon e dell’associazione Titanus
saro, dapprima con il trio “oboedi Pesaro. Luogo della serata, lo
fagotto e piano” composto rispetsplendido teatro delle Api di Porto
tivamente da Nelita Maiolatesi,
S. Elpidio, che il direttore artistico,
Lorenzo Leone e Silvia Duchi, poi
Neri Marcorè, ha fatto diventare
dai cantanti lirici Francescao Mapunto di riferimento di svariate
ria Sassu (mezzo soprano), Alesiniziative culturali del territorio e
sandro Moccia (tenore) e la prof.
dell’intera regione.
ssa Paola Mariotti al pianoforte.
L’impegno profuso dal presidente
Sono stati proposti brani impordel coordinamento provinciale Antanti di musica e canto della grancescao di Fermo è stato ripagato,
de lirica.
se non dalla grande partecipazione
Oltre ai contenuti di indegli spettatori, da una riuscitissitrattenimento, la serata
ma prevendita di biglietti d’ingresè valsa anche per fare il
so che ha garantito un buon ricapunto sui contenuti delvato da devolvere alle iniziative di
la campagna Telethon.
Telethon.
Il sindaco AndrenacLa serata è stata presentata da Daci ha ricordato di aver
niela Perticarà, che ha ben volenascoltato con interesse
tieri assunto il ruolo di padrona di
quanto veniva proposto
casa, presentando i protagonisti
nel corso dell’assemdella serata, e ha visto la partecipablea regionale Ancescao
zione del sindaco Mario Andrenacdell’ottobre scorso e le
ci, dell’assessore ai servizi sociali
iniziative che Ancescao
Da sinistra Sindaco Mario Andrenacci,
Giuseppe Ciarrocchi, del delegato
Luigi Perticarà, Ing. Alessandro D’Addio,
stava prendendo a livelTelethon delle Marche Alessandro
Daniela Perticarà, Luca Veneziano
anziani e società
29
salute
Parlare di anziani in molti giovani provoca una reazione che, nel
migliore dei casi, è di sopportazione. Un argomento decisamente poco interessante, una frattura
generazionale e una negazione
della vecchiaia, in una società che
fa di tutto per ignorarla. I valori dell’anziano appartengono a
un’altra epoca, spesso sono ancora i valori di una società preindustriale, estranea al modo di sentire
degli adolescenti di oggi.
La società contemporanea privilegia la produzione e il consumo
e di conseguenza la vita attiva, il
successo. L’anziano, emarginato
spesso precocemente dal processo
produttivo, sul quale egli stesso
fondava la propria identità, perde
la stima degli altri e di riflesso la
propria. Il suo destino sembra essere l’isolamento, la solitudine, la
mancanza di rapporti personali significativi. La mancanza di cultura
e lo scarso reddito impediscono a
molti anziani di usufruire del proprio tempo libero in termini gratificanti. Le passeggiate e la televisione finiscono per costituire gli unici
svaghi che possono permettersi. La
diminuzione di efficienza in alcuni
compiti, i deficit sensoriali di vista
e udito vengono sottolineati negativamente da una società in cui vige
l’etica della prestazione.
Se l’estromissione dal mondo del
lavoro comporta ripercussioni più
pesanti per l’anziano maschio, per
le donne la vecchiaia pone altri
problemi. I figli, a una certa età,
escono di casa formandosi una famiglia propria, e questo per molte
donne comporta la perdita di una
ragione di vita: identificatasi per
tanti anni nel ruolo di madre, la
donna deve cercare altre ragioni e
altri interessi.
La menopausa può permettere alla
donna di vivere più liberamente la
propria sessualità, ma spesso de30
anziani e società
termina una crisi personale, per
l’impossibilità di divenire ancora
madre e per la percezione di una
progressiva riduzione dell’avvenenza fisica, in cui è difficile stabilire quanto giochi il fattore biologico
e quanto quello culturale. Questi
avvenimenti possono però determinare nella donna una riduzione
dell’autostima.
Quando la sua condizione si accompagna alla malattia, l’anziano
finisce col costituire un intralcio
alla vita “attiva” dei sani, divisa tra
il lavoro e un tempo libero consacrato al consumo e all’esibizione
degli status-symbol.
L’anziano malato è allora destinato
a diventare ospite di quelle strutture-ghetto, che la società riserva a
chi vive fuori dai valori dominanti. Tutto sommato, l’ospedale non
è l’istituzione più emarginante,
fra quelle previste per l’anziano.
Tuttavia la logica paraindustriale
e aziendale della organizzazione
ospedaliera, nonché il tecnicismo
e l’impersonalità degli interventi, fanno dell’ospedalizzazione un
momento di crisi e di violenza per
il malato.
In ospedale l’anziano può risultare particolarmente noioso. Le
modalità di reazione alla malattia
sono quelle descritte nei manuali
di psicologia medica: regressione,
negazione, isolamento, formazione
reattiva. Tutto sembra dipendere
dalla struttura individuale della
personalità e dalle situazioni specifiche del momento.
In questi casi si deve comprendere
che se l’anziano si comporta infantilmente, si lamenta dell’assistenza
o del cibo, nega di aver bisogno di
cure, diventa aggressivo, ciò deriva
non tanto dal fatto che sia cattivo o
deteriorato, quanto da una difficoltà da cui si difende come può.
Ciò non significa che in alcuni
frangenti non sia utile aggredire,
almeno superficialmente tali difese; tuttavia la capacità di operatori e familiari di capire la reazione
dell’anziano ammalato, può già
stemperare parecchio la frustrazione di subire risposte incongruenti.
La conclusione della vita riguarda
ciascuno di noi e l’anziano in modo
particolare. Morte e vecchiaia, un
tempo non necessariamente correlate, perché epidemie, carestie e
guerre mietevano vittime ancora in
giovane età, costituiscono oggi un
binomio inscindibile.
E come già per la vecchiaia, anche
nei confronti della morte la società
occidentale reagisce con la rimozione. La morte contraddice i miti
di felicità e successo dell’uomo
contemporaneo. Egli ne prende le
distanze, la privatizza, la isola dietro un paravento, in un solitario
letto d’ospedale.
A parte artisti e scrittori, pochi
studiosi si sono occupati del tema
della morte, vero tabù culturale dei
nostri giorni. Tra questi la più importante è Elisabeth Kübler-Ross.
La psichiatra riconosce almeno
quattro fasi nella reazione dell’uomo di fronte alla morte: la negazione, la rabbia, la depressione e l’accettazione.
Non è facile assistere un uomo che
muore. L’assistenza completa alla
persona morente è una realtà in
divenire, verso cui la società e la
scienza sembrano essersi sensibilizzati negli ultimi anni, con la creazione, ad esempio degli hospice.
Certamente molto lavoro organizzativo e culturale rimane ancora
da fare.
È tempo che in campo sanitario
l’egemonia del modello scientifico,
tecnologico, sperimentale si attenui per lasciar spazio a un’idea di
assistenza sanitaria globale e multidisciplinare. Soltanto così potremo
affrontare il progressivo invecchiamento della popolazione e i problemi sanitari connessi. E solo così
potremo prenderci cura dell’anziano, nel pieno rispetto di tutte le dimensioni della sua personalità.
Nuova adesione - anno 2013
N.B. ComPIlAre IN modo ComPleto tuttI I CAmPI IN stAmPAtello CoN BIro NormAle
Anziani e salute
Associazione Nazionale Centri Sociali - Comitati Anziani e Orti
Piazza XX Settembre, 5 - 40129 Bologna - C.F. 93013450387 - P.I. 02479241206
tel. 051.352178 - fax 051.4150245 - email: [email protected] - web: www.ancescao.it
datI del SoCIo
tIpo dI
aSSoCIazIone
apS - l. 383/2000
n° ISCrIttI al 31/12/2012
ISCrItta
al regIStro
In atteSa dI ISCrIzIone
reg. nazIonale (Solo per ApS)
C. f.
azzera dati
volontarIato - l. 266/1991
reg. regIonale
reg. provInCIale
altro regIStro p. Iva
denomInazIone (nome registrato nel C.F.) n° IndIrIzzo Comune Cap prov. loCalItà
tel. / fax / Cel. / emaIl SIto weB attIvItà SoCIalI
IntrattenImento-Ballo
SommInIStrazIone dI alImentI e Bevande al Bar
CulturalI
vIaggI e SoggIornI turIStICI
SommInIStrazIone dI paStI
SpettaColI
CorSI e altre attIvItà formatIve
raCColte fondI per fInalItà SoCIalI
rICreatIve
altre attIvItà
datI del rappreSentante legale (preSiDeNte pro-tempore)
C. f. Cognome nome IndIrIzzo n° Cap Comune prov. loCalItà tel. / Cel. / emaIl fax / presa visione dello Statuto anCeSCao
Chiede l’adesione ad ancescao e alle Strutture provinciali o Comprensoriali e regionali competenti per il territorio
data / / Il preSIdente si autorizza il trattamento dei dati per uso interno dell’associazione ai sensi degli artt. 7 e 13. D.lgs. 196/2003.
data / / Il preSIdente Il Coordinamento provinciale/Comprensoriale di con delibera del
/
/
(C.D. o Assemblea del Coordinamento del
/
/
), ha accolto la domanda di adesione dell’Associazione sopraindicata, per la quale, ai sensi dell’art. 6, co. 2, dello Statuto Nazionale, richiede il rilascio
dell’Attestato di Adesione annuale. Le informazioni contenute nella presente richiesta sono veritiere.
Il preSIdente del CoordInamento provInCIale/ComprenSorIale
data / / Associazione Nazionale Centri Sociali - Comitati Anziani e Orti
Piazza XX Settembre, 5 - 40129 Bologna - C.F. 93013450387 - P.I. 02479241206
tel. 051.352178 - fax 051.4150245 - email: [email protected] - web: www.ancescao.it
N.B. ComPIlAre IN modo ComPleto tuttI I CAmPI IN stAmPAtello CoN BIro NormAle
Rinnovo adesione - anno 2013
datI del SoCIo
n° protoCollo
n° ISCrIttI al 31/12/2012
C. f.
tIpo dI
aSSoCIazIone
apS - l. 383/2000
ISCrItta
al regIStro
In atteSa dI ISCrIzIone
reg. nazIonale (Solo per ApS)
azzera dati
volontarIato - l. 266/1991
reg. regIonale
reg. provInCIale
altro regIStro p. Iva
denomInazIone (nome registrato nel C.F.) n° IndIrIzzo Comune Cap prov. loCalItà
tel. / fax / Cel. / emaIl SIto weB attIvItà SoCIalI
IntrattenImento-Ballo
SommInIStrazIone dI alImentI e Bevande al Bar
CulturalI
vIaggI e SoggIornI turIStICI
SommInIStrazIone dI paStI
SpettaColI
CorSI e altre attIvItà formatIve
raCColte fondI per fInalItà SoCIalI
rICreatIve
altre attIvItà
datI del rappreSentante legale (preSidente pro-tempore)
C. f. Cognome nome IndIrIzzo n° Cap Comune prov. loCalItà tel. / Cel. / emaIl fax / presa visione dello Statuto anCeSCao
Chiede l’adesione ad ancescao e alle Strutture provinciali o Comprensoriali e regionali competenti per il territorio
data / / Il preSIdente si autorizza il trattamento dei dati per uso interno dell’associazione ai sensi degli artt. 7 e 13. D.lgs. 196/2003.
data / / Il preSIdente Il Coordinamento provinciale/Comprensoriale di trasmette la richiesta per il rilascio dell’attestato di adesione annuale e conferma il permanere dei requisiti richiesti per la qualifica di Socio.
Le informazioni contenute nella presente richiesta sono veritiere.
Il preSIdente del CoordInamento provInCIale/ComprenSorIale
data / /