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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Venerdì 28 Novembre 2014
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I ricercatori francesi sono in prima fila nell’approfondimento della malattia di tipo 1
Guerra al diabete, nuove piste
Si cerca di rigenerare le cellule che producono insulina
DI
L
ETTORE BIANCHI
a ricerca scientifica per
battere il diabete sta
esplorando nuove strade. Una di esse viene
percorsa in Francia, precisamente all’Istituto di biologia
Valrose dell’università di Nizza, ed è guidata da Patrick
Collombat, responsabile
dell’équipe genetica del diabete. Il gruppo sta lavorando
su un procedimento di rigenerazione delle cellule che
producono insulina. L’obiettivo è fare passi in avanti nella
lotta contro il diabete di tipo
1 che è chiamato, appunto,
insulino-dipendente.
Questa malattia riguarda il
10% di tutti i casi di diabete a
livello mondiale, che ammontano a circa 300 milioni. Il resto appartiene al diabete di
tipo 2. Da una ventina d’anni
il numero di casi del tipo 1
è in aumento del 3-4% ogni
anno. La patologia deriva dal
fatto che il corpo distrugge
le cellule beta delle isole di
Langerhans pancreatiche, le
uniche a produrre insulina,
un ormone vitale che regola
il tasso di zucchero nel sangue, cioè la glicemia. Questa
disfunzione comporta anche
un eccesso prolungato di concentrazione di glucosio nel
sangue. Come spiega Collombat, ciò rende il sangue molto
meno fluido: la circolazione
è meno efficace e questo può
dar luogo a lesioni vascolari
che aumentano il rischio di
aterosclerosi, di infarto e di
incidenti vascolari cerebrali.
In pericolo si trovano anche
i reni e i nervi degli arti inferiori. Nonostante la attuali
terapie che prevedono la somministrazione di insulina, i
pazienti hanno una speranza di vita inferiore di cinqueotto anni rispetto alla media
e una qualità della vita molto
più bassa.
Gli scienziati francesi, ricorrendo a esperimenti sui
topi, si sono cimentati con
la ricostruzione di cellule in
grado di produrre insulina. È
emerso che due geni hanno
questa capacità di evoluzione delle cellule. Quindi, attivando un solo gene chiama-
I casi di diabete di tipo 1 crescono del 3-4% all’anno
to Pax 4, i ricercatori hanno
trasformato cellule alfa del
pancreas, produttrici di glucagone, in cellule beta: ciò ha
permesso di guarire un diabete chimicamente indotto
in alcuni topi geneticamente
modificati.
Ora si tratta di verificare
questo meccanismo nell’uomo. La tappa successiva consiste nel trovare una molecola
farmacologica che riproduca
l’effetto del gene Pax 4. Proprio a questo sta lavorando
l’équipe francese in tandem
con l’Istituto Max-Planck di
Goettingen, in Germania, con
il Broad Institute di Harvard
e con il laboratorio danese
Novo Nordisk. La ricerca è finanziata dall’ente americano
Juvenile Diabetes Research
Foundation con 5 milioni di
euro. La messa a punto di un
farmaco richiede un periodo
di cinque-dieci anni.
Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, che interessa
il 90% dei casi complessivi
della malattia, si conosce
una sessantina di geni, ma
la questione è sapere se un
soggetto diventerà o meno
diabetico misurando i suoi
biomarcatori. Determinanti
rimangono il sovrappeso e
l’inattività fisica. La prevenzione in questi ambiti è fondamentale. Basti pensare al
caso di un uomo parigino, il
cui tasso di emoglobina glicata era vicino allo sviluppo del
diabete di tipo 2: egli, grazie
allo sport praticato tre volte
a settimana, ha visto il valore
non aumentare per sei anni.
In ogni caso, rileva l’endicronologo Philippe Froguel, dell’Istituto Pasteur di
Lilla, la glicemia non è che un
aspetto nel diabete perché,
oltre all’insulina, a funzionare male sono altri ormoni.
In questo momento si sta approfondendo ciò che può uccidere i diabetici: è il caso dei
disturbi lipidici, responsabili di patologie alle arterie, e
delle loro connessioni con il
malfunzionamento dell’assorbimento di glucosio.
© Riproduzione riservata
Ogni programma deve ottenere il via libera di Pechino Siglati accordi con Amazon e Alibaba
Le serie televisive di Hbo Burberry vola
debuttano online in Cina Vendite a +14%
accordi con realtà come Universal, Miramar,
Lionsgate e Disney. La rivale Sohu, dal canfilm e le serie televisive prodotte dal- to suo, ha raggiunto recentemente un’intesa
la casa di produzione americana Hbo con 20th Century Fox per diffondere online I
(Home Box Office), filiale del colosso Simpson: è la prima volta che questo cartone
Time Warner, sbarcano in Cina. Ma, per animato viene presentato in maniera legale
poter essere trasmesse, dovranno ottenere il al pubblico cinese.
Del resto, nel paese asiatico è appena covia libera del governo di Pechino. Hbo ha siglato un accordo con Tencent, il gigante cinese minciata la battaglia dello streaming. Il fatturato proveniente da
del web: un’iniziativa
questo settore è auche permette di distrimentato dell’83% su
buire alcuni dei probase annua nell’ultimo
grammi più gettonati
trimestre avvicinandoal mondo in questo
si a 900 milioni di euro
momento.
(6,8 mld di yuan). PerHbo diffonderà dunciò i protagonisti della
que a pagamento sultecnologia sono molto
la rete cinese le serie
attenti a non lasciarsi
Boardwalk Empire,
sfuggire le occasioni.
Game of Thrones (Il
Il produttore di smarTrono di spade) e True
tphone Xiaomi ha inDetective. Per gli ameI
protagonisti
della
serie
Il
Trono
di
Spade
vestito 1,8 miliardi di
ricani si tratta di un
yuan (235 mln euro)
importante ingresso
legale nell’ex Celeste impero, proprio mentre nel motore di ricerca Baidu, numero uno
molti cinesi seguono le nuove puntate dei pro- nell’ex Celeste impero. Inoltre Alibaba, gigangrammi preferiti accedendo a siti fuorilegge. te dell’e-commerce, ha acquisito una quota del
Ma il beneficio è anche per Tencent, che ha 18,5% nella piattaforma Youku Tudou.
Tutti quanti, però, sono avvisati: il ministero
l’opportunità di arricchire il proprio catalogo. Secondo gli addetti ai lavori, la società che controlla i media ha comunicato che tutti
ha già un traffico importante, ma rispetto ai i contenuti video non approvati dovranno spaprincipali concorrenti ha un tempo di con- rire dai siti entro il prossimo mese di marzo.
I protagonisti cinesi del web
nessione più limitato a causa
sono stati invitati a impordella debolezza dei contenuti.
Le
due
pagine
di
«Estetare unicamente programmi
Hollywood 360, la piattaforro
Le
notizie
mai
lette
che risultino, si legge in una
ma a pagamento di Tencent
in Italia» sono a cura
nota, sani e positivi quanto a
su cui saranno disponibili
contenuti e stile.
i programmi di Hbo, ha già
di Sabina Rodi
nel proprio paniere alcuni
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DI
I
ELISABETTA IOVINE
B
urberry viaggia controcorrente ed è uno
dei pochi gruppi del
lusso ad avere messo
a segno una crescita superiore ai dieci punti percentuali.
La società inglese ha visto il
suo fatturato aumentare del 14%
nel primo semestre, raggiungendo 1,1 miliardi di sterline
(1,4 mld euro).
Meglio di Hermès, che pure
si è comportata
bene grazie a un
+12% registrato
nei primi nove
mesi dell’anno.
Burberry ha
realizzato un incremento a doppia cifra anche in Cina e a
Hong Kong, due mercati che
stanno attraversando un momento di difficoltà. Intanto
continua la razionalizzazione dei punti vendita in tutto
il mondo: aperture e chiusure
si susseguono (una quarantina quest’anno), con un’attenzione particolare a 25 grandi
città. Più di due terzi del giro
d’affari provengono dai negozi controllati direttamente.
Burberry sottolinea i buonissimi risultati nelle ven-
dite online. L’obiettivo è ottimizzare le convergenze fra
Internet e i negozi tradizionali. Un quarto del fatturato prodotto dal sito proviene
dagli iPad, che si trovano nei
punti vendita e permettono
ai venditori di presentare
l’intera collezione. D’altro
canto, un quinto delle vendite online sfocia nel ritiro in
negozio.
Burberry, in anticipo rispetto ai concorrenti, ha iniziato a lavorare in tandem
con giganti dell’e-commerce
come Amazon e Alibaba. Qui
i ricavi sono ancora bassi, ma
il beneficio consiste nel buon
posizionamento sui siti dei
due colossi.
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