Le mani
Dalla nostra vocazione, in preghiera per le vocazioni
Febbraio 2016
Canto: PADRE MIO (o altro conosciuto dalla comunità)
G. Le mani di Dio si lasciano rendere apparentemente
impotenti, inchiodate sulla croce. Ma è proprio da quelle
mani ferite che i discepoli possono riconoscere in Gesù il
Signore Risorto dalla morte.
Il samaritano disinfetta e lenisce le piaghe del
malcapitato con olio e vino; dalle ferite di Gesù sgorgano
sangue ed acqua, i sacramenti della salvezza, che
purificano e sanano le nostre piaghe spirituali.
Lasciamoci curare per prenderci cura, solo così le nostre
mani potranno custodire la vita anziché dare la morte.
Dal Vangelo
Insegnava ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene
consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso,
dopo tre giorni risorgerà». (Mc 9,31)
Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È
venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei
peccatori. (Mc 14,41)
Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. (Mc 14,46)
Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. (Gv
18,24)
Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò
loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. (Gv 20,19b-20)
Tommaso disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non
metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo
fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e
c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e
disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le
mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo,
ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». (Gv 20,25-28)
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Polisalmo
La mia preghiera salga a te, come incenso, Signore,
le mie mani sono aperte verso il cielo.
Ant. Cantata:
O Signore, Signore nostro,
che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?
Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi. (Sal 8,5-7)
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l'opera delle nostre mani,
l'opera delle nostre mani rendi salda. (Sal 90,17)
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno. (Sal 24,3-4)
Odiate il male, voi che amate il Signore:
egli custodisce la vita dei suoi fedeli,
li libererà dalle mani dei malvagi. (Sal 97,10)
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani. (Sal 63,5)
La mia preghiera salga a te, come incenso, Signore,
le mie mani sono aperte verso il cielo.
Ant. Cantata:
Silenzio
Canto: CON TE FAREMO COSE GRANDI (o altro canto conosciuto dalla
comunità)
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Le mani dei santi
Come sono le mani dei Santi? Due autori le presentano così:
Don Primo Mazzolari dice: «Gli uomini buoni sono la mano con cui Dio tiene
su il mondo». Vorrei fare memoria di questi uomini buoni e delle loro mani
sante. «Mani stanche, incallite, deformate dall'artrite e dal lavoro. Mani che
sostano in attesa, in preghiera. Hanno lavorato, accarezzato e curato.
Conoscono l'umidità della terra, l'arsura del sole, il gelo invernale, il calore
delle mammelle delle mucche, la dolcezza dei corpo dei bambini, il dolore
delle ferite e l'angoscia di chiudere, per sempre, palpebre care. Sono belle
come l'ancora di una nave o come i fiori della montagna. Mani vecchie, mani
che l'anello, pegno di amore e fedeltà matrimoniali, ha benedetto nel lento e
paziente scorrere dei giorni e degli anni. Mani che, nella corona recitata e
meditata, hanno trovato un aiuto ed una forza, nelle ore di gioia e di
speranza, di impegno e di prova, nelle ore di angoscia e di morte. In esse
ritroviamo le mani delle nostre nonne, delle nostre mamme, dei nostri cari
che in Te hanno sperato ed amato, che per Te hanno faticato e donato.
Permetti o Signore che anche noi, diciamo: «Così sono le mani dei Santi!»
In un altro libro si legge: Mani di Dio, mani di santi, mani di uomini segnati
dalla morte che diventano Eucaristia, Corpo e presenza di Cristo, nella carità
in mezzo ai fratelli. Guardiamo questa sera le nostre mani e ringraziamo per il
seme che oggi hanno deposto nel solco degli uomini. Non temiamo di sentirci
per esse lusingati. Per loro siamo inadeguati. Esse sono in prestito: «Cristo
non ha più mani, ha soltanto le nostre mani per fare le sue opere» (Mario
Pomilio, Il quinto Evangelio)
Essere in buone mani
Nel 1998 scelsi di essere la numero 100 della sperimentazione trapianto di
cellule staminali non compatibili: io scelsi quello che altrove si chiamava
“assurdo biologico”, improponibile. E pure io la considerai l’unica scelta
verosimilmente buona per me.
Buona perché, aldilà dei dati di sopravvivenza e percentuali di successo che
già saltavano gli occhi, c’era la sensazione di essere in buone mani: quel
quanto in più.
Sentirsi in buone mani può molto, non saprei dire quanto perché non c’è
misura; sentirsi in buone mani è fidarsi perché si è guardato bene come
lavorano queste mani: la cura e attenzione che ci mettono. Sono mani che
hanno perizia, esperienza, ma anche premura e rispetto per me paziente.
Mani che nel momento in cui mi raccolgono, mi stanno tirando fuori dalla
tempesta, la tempesta della paura e nella disperazione Il mistero della
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solitudine impotente che si trova ai margini della vita, senza sapere come e
perché ci è finita.
Questi sono i momenti in cui servono le “buone mani”: qualcuno che ci sa
stare vicino, e ci aiuta a compiere un viaggio, così la paura può diventare
arma di difesa e di attacco contro la malattia. Come qualcuno sa stare vicino
a noi? In molti modi: lo fa il teorico ricercatore che non conosce il mio nome,
il medico, la mia sentinella sempre in guardia, per cui sono sia il numero 100
sia la collega che fa poche domande, il tecnico di laboratorio che maneggia il
mio DNA, e qui magnifici infermieri che, anche con le mani danneggiati dai
citostatici non risparmiano le carezze, e l’inserviente che gioca con me e
traffica con la frutta sciroppata per darmi una razione in più, e la regione
Umbria che paga il telefono per noi malati perché “fa parte delle cure”, e,
intorno a noi, e alle nostre famiglie stremate e tramortite, loro, la grande
famiglia di Daniele Chianelli che ha saputo fare un’associazione viva e vera,
concreta: il vero volontariato che lavora col cuore, libera dall’esibizionismo e
dal protagonismo o peggio dall’appetito di potere che sono il pesante tarlo di
molti falsi associazionismi.
(http://www.comitatodanielechianelli.it/la-mia-guarigione-testimonianza-di-maria-valentino)
Segno possibile
Scrivo su un foglietto un gesto donato e un gesto ricevuto che hanno lenito
ferite.
Silenzio - Tempo di riflessione
 Come sono le mie mani? Quali gesti compiono?
 Quali semi ho deposto oggi nei solchi della mia giornata?
 Con il mio atteggiamento lego le mani a Gesù o contemplando le sue mani
ferite mi lascio guidare dalla fede?
Padre Nostro
Benedizione
Iddio vi benedica con benedizioni producenti gran frutti nella vostra
vigna.
Canto: ASCOLTA LA PREGHIERA (o altro canto mariano conosciuto dalla
comunità)
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