una preghiera… prima di prendere cibo

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UNA PREGHIERA… PRIMA DI PRENDERE CIBO
Tutta la Bibbia c’invita a ringraziare il Signore per la Sua provvidenza, per il pane quotidiano che
con il Suo aiuto guadagniamo o che in ogni modo Egli ci fa avere.
In De 8: 10-14 è scritto: “Mangerai dunque e ti sazierai e benedirai il SIGNORE, il tuo Dio, a
motivo del buon paese che ti avrà dato. Guàrdati dal dimenticare il SIGNORE, il tuo Dio, al punto da
non osservare i suoi comandamenti, le sue prescrizioni e le sue leggi che oggi ti do; affinché non
avvenga, dopo che avrai mangiato a sazietà e avrai costruito e abitato delle belle case… che il tuo
cuore si insuperbisca e tu dimentichi il SIGNORE, il tuo Dio…”
In Mt 14: 19,20, Gesù stesso, prima della moltiplicazione e prima di mangiare: “Dopo aver
ordinato alla folla di accomodarsi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi verso il
cielo, rese grazie; poi, spezzati i pani, li diede ai discepoli e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono e
furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene”
In At 27: 35, anche l’apostolo Paolo “Detto questo, prese del pane e rese grazie a Dio in presenza
di tutti; poi lo spezzò e cominciò a mangiare”
In 1Co 10: 31, è ordinato, infatti: “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate
qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio”
Infine, in 1Ti 4: 4,5 “Infatti tutto quel che Dio ha creato è buono; e nulla è da respingere, se usato
con rendimento di grazie; perché è santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera”
La preghiera di ringraziamento, prima di prendere cibo, oltre che in qualsiasi altra occasione,
dev’essere spontanea, fatta dal cuore, con parole tratte dalla Bibbia, in modo semplice, ma
impegnata e breve … La preghiera, tanto per fare un esempio, potrebbe essere così:
“Signore, Creatore del cielo e della terra e che, mediante Gesù Cristo Salvatore, sei diventato
nostro Padre, noi ti ringraziamo per ogni segno del tuo amore e della tua provvidenza.
Ti ringraziamo per la vita, per il tuo aiuto e per la tua provvidenza anche oggi.
Benedici questi cibi che ci hai provveduto e ci dai grazia di prendere. Noi te ne rendiamo grazie
e ti preghiamo, Signore, che tu ne provveda dovunque e a chiunque ne abbia necessità.
Benedici, Signore, anche la nostra famiglia al completo e fa che ci vogliamo sempre bene e che
ci rispettiamo e ci aiutiamo gli uni gli altri. Dacci tanto amore, Signore, affinché, quando possiamo,
aiutiamo quelli che incontriamo sul nostro cammino, come Tu provvedi a noi ed aiuti noi.
Tutto questo, Te lo chiediamo nel nome del Figlio Tuo Gesù Cristo. Amen!”
Le parole possono cambiare, man mano che cresciamo nella conoscenza biblica e nel controllare
le emozioni. Non dobbiamo, però, mai essere lunghi, ma non dobbiamo essere neppure freddi o
formali.
Nella Bibbia, la preghiera più lunga è quella dei Leviti dopo la ricostruzione delle mura di
Gerusalemme (Ne 9), due o tre frasi di più rispetto a quella di Salomone per la dedicazione del
Tempio (1Re 8; 2Cr 6).
La più breve è quella di Pietro in Mt 14: 30 “Signore, salvami”. La più preziosa è quella di Gesù in
Gv 17 (prega per Sé, per i presenti e per i discepoli d’ogni tempo). A proposito dei beni e del cibo, la
preghiera più saggia è quella di Agur in Pr 30: 7-9. Studiamola, ciascuno per conto proprio e
facciamola nostra.
Poche parole, dette a Dio dal cuore e con sincerità, nel nome di Cristo, comunque, valgono più di
una tonnellata di dicerie inutili e di ripetizioni noiose. Gesù, infatti, insegna: “Nel pregare non usate
troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro
parole. Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che
gliele chiediate. Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo. Dacci oggi il nostro
pane quotidiano; rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non
ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno. [Perché a te appartengono il regno, la potenza
e la gloria in eterno, amen.]” (Mt 6: 7-13)
Nel Vangelo di Luca (11: 1-4) “Gesù era stato in disparte a pregare; quando ebbe finito, uno dei
suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi
discepoli».
Egli disse loro: «Quando pregate, dite: "Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi
perdoniamo a ogni nostro debitore; e non ci esporre alla tentazione" (In Matteo, il Padre nostro fa
sette richieste. In Luca, cinque)
Come si può notare, confrontando in Matteo e Luca questo modello di preghiera, il Padre
nostro, insegnato da Gesù, è un po’ più breve ed anche un po’ diverso, proprio per significare che
non va ripetuto formalmente, ma, quando si dice, va fatto una volta sola e con tutto il cuore!
(P. Lombardo)
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