Daniele Segnini
Storia del tabacco
La pianta del tabacco appartenente alla famiglia delle Solanacee (come patate, pomodori, melanzane e peperoni), un
gruppo vastissimo di vegetali originariamente diffusi nel Nord e Sud America. La comparsa della "malattia del mosaico
del tabacco" fu la spinta che condusse – negli anni ’40 - all'isolamento del virus del mosaico del tabacco, il
primo virus in assoluto ad essere identificato. La produzione mondiale di tabacco vede 3 Paesi dividersi oltre il 60% dei
raccolti: Cina (37%), Brasile e India. Il tabacco viene consumato principalmente fumandolo sotto forma di sigaro,
sigaretta o bruciato in pipe. Altre forme di consumo comprendono il tabacco per uso orale (come il tabacco da masticare
e lo snus svedese) o l'aspirazione di polvere di tabacco (tabacco da fiuto).
Le prime notizie storiche sull’uso di tabacco si trovano nella "Storia generale delle Indie" (1571) del domenicano
spagnolo Bartolomeo de la Casas. Sia per i Maya, che per i pellirosse fumare il tabacco aveva un valore religioso e
rituale. Oltre a fumarlo, il tabacco veniva mangiato fresco appena raccolto, se ne otteneva un succo da consumare come
bevanda ed era impiegato per scopi curativi. Gli Spagnoli importarono la pratica in Europa, dove il tabacco divenne in
breve tempo enormemente popolare e divenne uno dei più importanti prodotti importati dal Nuovo Mondo. La necessità di
manodopera nelle piantagioni di tabacco fu una delle principali motivazioni ad importare – nel 1600 - i primi
schiavi africani in America, soprattutto nelle colonie della Virginia e del Nord e Sud Carolina. Sempre nel 1600, con
quattro secoli di anticipo, comparve il primo documentato “atto d’accusa” contro la nuova abitudine:
si trattava di un opuscolo scritto nel 1604 dal re d’Inghilterra Giacomo I. "A counterblast to tobacco" (Una forte
opposizione al tabacco) denunciava l'uso di tabacco come "un'abitudine spiacevole per l'occhio, odiosa per il naso,
nociva per il cervello, pericolosa per i polmoni". In Inghilterra e in Russia si tentò di contrastare il consumo di tabacco con
leggi ed imposte, ma il commercio di tabacco rimase una fonte enorme di guadagno per tutto il 700 e l’800. Si
calcola che a fine ‘800 le imposte sul commercio del tabacco rappresentassero un terzo di tutte le tasse raccolte
dal governo degli Stati Uniti. L’invenzione della sigaretta è relativamente recente, compare almeno tre secoli dopo
l’arrivo del tabacco. All’inizio non interessò i fumatori di pipa e di sigari, perché percepita come dolciastra o
insipida ma quando, tra le due guerre mondiali, i trinciati si fecero più forti, il “tabagismo” si estese e
assunse le dimensioni di un’epidemia. La spinta al consumo di sigarette fu sostenuta dalla pubblicità –
diretta e indiretta, nei film ad esempio – e dal colpevole silenzio di medici (vedi la pubblicità della foto) e scienziati.
Con poche e lodevoli eccezioni, fino a pochi decenni or sono quasi nessuno parlava dei rischi da fumo, anzi molti medici
e ricercatori furono messi nel libro paga delle multinazionali del tabacco per dichiarare l’assoluta innocuità delle
sigarette. Dal 2005 l’Oms non assume più nuovi dipendenti consumatori di tabacco.
http://www.danielesegnini.it
Realizzata con Joomla!
Generata: 8 June, 2017, 08:08