il quadro legislativo ed istituzionale per lo sviluppo dell

IL QUADRO LEGISLATIVO ED ISTITUZIONALE
PER LO SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIALITÀ
SOCIALE NELL’ EUROPA SUDORIENTALE
TEODOR PETRIČEVIĆ
IL QUADRO LEGISLATIVO ED ISTITUZIONALE
PER LO SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIALITÀ
SOCIALE NELL’ EUROPA SUDORIENTALE
TEODOR PETRIČEVIĆ
ČAKOVEC, 2012
IMPRESSUM
Autore: Teodor Petričević
Editore: CEDRA Čakovec
Traduzione in lingua inglese: Petra Pavičić, Tania Reisinger
Layout/stampa: ACT Printlab d.o.o., Čakovec, www.printlab.hr / Printex d.o.o., Čakovec
N. Copie: 500
La registrazione della pubblicazione è disponibile presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di
Zagabria Library in Zagreb sotto il codice 824365.
ISBN 978-953-7899-02-8
Questa pubblicazione è il risultato di una tesi di laurea specialistica sotto la supervisione del
professore V. Pšeničny, PhD presso la Facoltà di Economia e Commercio (FKPV) Celje, in
Slovenia. Questa pubblicazione è stata il frutto di una ricerca condotta nell’ambito del progetto
ESENSEE – la rete dell’Europa sudorientale sui temi di eocnomia ecosociale - www.esensee.
org. Il consorzio del progetto è costituito da “Città Sana” di Spalato, “Slap” di Osijek, dal Centro
Autonomo (ACT) di Čakovec, da ESCOOP - Cooperative Sociali Europee in Italia, dal Gruppo
484 in Serbia, da ORT della Macedonia ORT, da “Little People of Kosovo” in Kosovo.
Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo dell’Unione europea. I contenuti della
presente pubblicazione sono sotto la sola ed esclusiva responsabilità degli autori e non riflettono
le posizioni assunte dall’Unione Europea.
Preservare l’ambiente utilizzando carta riciclata!
I ringraziamenti vanno al Professor V. Pšeničny, PhD per le attività mentoring, al Preside della Facoltà
di Economia e Commercio, Prof. Merkač Skok, PhD e a Ranko Milić ed Igor Bajok per la generosa
assistenza e a tutti i partner del progetto per la cooperazione dimostrata. I ringraziamenti sono anche
rivolti anche alla mia famiglia e gli amici per il loro sostegno.
IL QUADRO LEGISLATIVO ED ISTITUZIONALE
PER LO SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIALITÀ
SOCIALE NELL’ EUROPA SUDORIENTALE
TEODOR PETRIČEVIĆ
IL QUADRO
IL QUADRO
LEGISLATIVO
LEGISLATIVO
ED ISTITUZIONALE
ED ISTITUZIONALE
PER LO
PER
SVILUPPO
LO SVILUPPO
DELL’IMPRENDITORIALITÀ
DELL’IMPRENDITORIALITÀ
SOCIALE
SOCIALE
NELL’NELL’
EUROPA
EUROPA
SUDORIENTALE
SUDORIENTALE
TEODOR PETRIČEVIĆ
TEODOR PETRIČEVIĆ
ČAKOVEC, 2012
1.
1.1.
1.2.
1.3.
1.3.1.
1.3.2.
1.3.3.
1.3.4.
1.4.
1.5.
2.
2.1.
2.2.
2.3.
2.4.
2.5.
2.6.
2.7.
2.8.
ECONOMIA ED IMPRENDITORIALITA’ SOCIALE
Introduzione
La storia e lo sviluppo dell’economia e dell’imprenditoria sociale
Definizione dei termini di economia sociale, l’imprenditoria
sociale, impresa sociale e imprenditore sociale
Definizione del termine “economia sociale”
Definizione del termine impresa sociale
Definizione del termine imprenditore sociale
Definizione del termine imprenditorialità sociale
Gli stakeholders piu’ importanti nel settore dell’economia sociale
Ambiti di attività e modelli di imprenditorialità sociale
Quadro legislativo ed istituzionale per lo
sviluppo dell’imprenditorialità sociale
nell’Europa sudorientale (SEE)
Definizione di imprenditorialità sociale nel sud-est Europa
Quadro giuridico per lo sviluppo di attività delle imprese sociali
Strategie
Quadro istituzionale
I modelli esistenti e tipi di attività delle imprese sociali
I destinatari delle imprese sociali
Fonti di finanziamento per le imprese sociali
Gli ostacoli allo sviluppo delle imprese sociali
13
13
16
20
23
25
36
45
51
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56
56
60
80
85
92
95
97
102
RACCOMANDAZIONI E LINEE GUIDA PER LO SVILUPPO
DELL’ECONOMIA SOCIALE ED IMPRENDITORIALITA’ SOCIALE
105
NELL’EUROPA SUDORIENTALE
106
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110
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131
133
135
137
138
Raccomandazioni per paesi dell’europa sub-orientale
Raccomandazioni per la Croazia
Esempi di buone pratiche
3.
3.1.
3.2.
4.
Green & Clean (Serbia)
Eko Bag (Serbia)
Gostilna Dela (Slovenia)
Pomelaj (Slovenia)
Romani Design (Ungheria)
Bódvalenke Fresco Village (Ungheria)
Centro autonomo - ACT (Croazia)
Cooperativa Ruke (Croazia)
Roda Association (Croazia)
Eco-Mosaic (Bosnia ed Erzegovina)
Artigianato Bosniaco - Artigianato BH (Bosnia ed Erzegovina)
BAN (Austria)
Elpendù (Italia)
La Cordata Hostel & Rooms (Italia)
4.1.
4.2.
4.3.
4.4.
4.5.
4.6.
4.7.
4.8.
4.9.
4.10.
4.11.
4.12.
4.13.
4.14.
BIBLIOGRAFIA
5.
PREFAZIONE
La crisi è un beneficio
La crisi è una possibilità, recita un antico proverbio cinese. Tuttavia, vorremmo fare una dichiarazione ancor più radicale. La crisi è una benedizione.
Vale a dire, le turbolenze globali che stiamo affrontando oggi possono rappresentare una vera e
propria benedizione per noi uomini e per l’umanità nel suo complesso che sa riconoscere le cose
più essenziali, vale a dire, ciò che è veramente prezioso ed importante, qual è il valore dei valori
umani sia per il mondo che per l’economia di oggi.
In un unico sondaggio di opinione condotto attraverso il social network dui Facebook in merito
all’aggravarsi della recente situazione economica e crisi globale, il Forum sull’Economia Mondiale ha raggiunto oltre 130.000 intervistati in Francia, Germania, India, Indonesia, Israele,
Messico, Arabia Saudita, Sud Africa, Turchia e Stati Uniti. Agli intervistati - la maggior parte
dei quali risultava avere meno di 30 anni – è stata chiesta la personale visione sul ruolo dei valori
nell’economia di oggi. Sorprendentemente, oltre due terzi dei 130,000 partecipanti ha ritienuto
che la recente crisi economica è anche una crisi di etica e di valori.
10
La relazione afferma: “L’attuale crisi economica dovrebbe metterci in guardia per ripensare radicalmente lo sviluppo del quadro morale ed i meccanismi di regolamentazione che sono alla base
della nostra economia, politica e interconnessione globale. Sarebbe un’occasione sprecata per
tutti noi se pretendessimo che la crisi fosse semplicemente un ostacolo momentaneo. Se volessimo tenere insieme la società, è necessario, oggi più che mai, dare un senso al significato di
comunità e solidarietà.
Il quesito fondamentale oggi è se siamo in grado di adottare uno spirito più comunitario, o se si ricade
nelle vecchie abitudini ed eccessi, per compromettere ulteriormente, in tal modo, la pace sociale”.
Un’economia ed una società basate sui valori umani universali e sociali rappresentano essere non
solo la via d’uscita dalla crisi, ma anche una nuova opportunità per l’economia di per sé. Vale a
dire, alcuni casi studio sulle imprese sociali mostrano che queste imprese tendono a resistere nei
tempi di crisi e alle sfide oltre ad impattare positivamente sulla società e l’ambiente, complessivamente. Infine, i valori portano nuove prospettive, ma anche un nuovo livello di motivazione,
soddisfazione e appagamento per tutti i dipendenti e per i dirigenti dell’impresa sociale.
Nel riconoscere questa opportuntà come parte della nostra ricerca verso il raggiungimento di
maggiore sostenibilità, di equilibrio e di realizzazione sociale ed economica, un gruppo di attivisti sociali, innovatori, imprenditori e leader di organizzazioni ed istituzioni, hanno deciso di
unire le loro forze e creare un’ampia piattaforma regionale per la messa in moto di una costruttiva azione sociale. Questi, hanno avviato un progetto dal titolo ESENSEE – una rete dell’Europa
Sudorientale che si occupa di temi legati all’Economia eco-sociale. Il progetto, che è stato allegato alla domanda di partecipazione al programma Multibeneficiary IPA per beneficiare di una
sovvenzione a fronte della creazione di un partenariato socioeconomico, ha ricevuto il contributo
europeo. Un consorzio di 7 partner, tra cui 1 partner associato proveniente da 5 paesi ha realizzato questo progetto dal 2010 al 2012 attraverso una serie di attività che si sono sviluppate in 8
paesi dell’Europa sudorientale.
11
Il progetto ha lavorato molto su approcci bottom-up e top-down per aumentare la consapevolezza
dei cittadini e su varie campagne di sensibilizzazione, ha promosso la cooperazione regionale e
gli scambi, ha permesso varie forme di potenziamento delle capacità attraverso eco-sociale accademia, ha sostenuto diversi progetti d’incubazione a livello nazionale e regionale ed ha favorito
lo sviluppo di infrastrutture a supporto dell’ecomia eco-sociale attraverso l’implementazione di
un progetto pilota sullo sviluppo di un cluster di economie eco-sociali.
La presente relazione s’inserisce nelle attività di promozione delle migliori pratiche, nei temi e
nelle sfide dell’economia sociale, compresi i suoi quadri giuridici e istituzionali. Ci auguriamo
che questa rivista di buone pratiche possa essere utile a tutti coloro che sono interessati ad un
tipo di economia basata sui valori umani e sullo sviluppo al fine di aumentare il riconoscimento e
l’utilizzo del suo potenziale per le persone e per le comunità di tutta la regione.
Ci sforzeremo di continuare questo sforzo, anche dopo che il progetto che è ufficialmente completato. Se avete la passione per l’eco-economia sociale, l’innovazione e l’imprenditorialità, ESENSEE è aperto nel considerare le vostre idee, proposte per la cooperazione e nuovi contributi.
Nell’augurarVi il meglio per i vostri valori e per le vostre attività imprenditoriali basate sui valori sociali, vorrei richiamare tutti noi ad un’azione congiunta. Perché, il momento giusto per
un’economia basata sui valori è adesso!
Ranko Milić, ESSENSEE responsabile del progetto
12
ECONOMIA ED
IMPRENDITORIALITA’ SOCIALE
INTRODUZIONE
1.
1.1.
Nel pieno della crisi economica, oggi l’economia ha dimostrato di essere decisamente insostenibile. Problemi economici, sociali, culturali ed ecologici di carattere complesso hanno contribuito a scatenare disordini politici, sociali ed economici in tutto il mondo.
Nel 2000, l’Istituto Mondiale per la Ricerca Economica sullo Sviluppo1 ha rilevato che il 94%
del reddito mondiale è distribuito tra il 40% della popolazione mondiale2, mentre il restante
60% della popolazione mondiale conta solo il 6% del reddito mondiale3. Uno studio elaborato
dal Boston Consulting Group, pubblicato nel 2010, ha rivelato che l’1% della popolazione conta il 39% della ricchezza globale. I risultati di alcuni studi più recenti hanno dimostrato che
la metà della popolazione mondiale vive con 2 dollari o anche meno al giorno, mentre quasi
un miliardo di persone vivono con 1 dollaro al giorno. Il 16% della popolazione dell’Unione
Europea vive al di sotto della soglia di povertà4, mentre questa percentuale è ancora più alta nei
WIDER (World Institute for Development Economics Research) è uno dei centri di ricerca dell’università delle Nazioni Unite
(UNU-WIDER) che ha sede ad Helsinki, in Finlandia dal 1984 - http:// www.wider.unu.edu/
2
Gli studi hanno dimostrato che 300 multinazionali possiedono più di ¼ della ricchezza globale. Ad es nel 2002 multinazionale
WalMart ha realizzato un fatturato superiore al PIL della Turchia, Danimarca e molti altri paesi.
3
http://www.bcg.com/media/PressReleasesLanding.aspx?page=8&
4
Definito come 60% della media del reddito mensile in un paese
1
13
paesi confinanti con l’UE, ad esempio, fino al 50% della popolazione in Albania, Kosovo, ecc.,
vive al di sotto della soglia di povertà. Stiamo assistendo a diversi cambiamenti ambientali e
sociali: il cambiamento climatico, lo sfruttamento crescente di combustibili fossili, la devastazione dei paesaggi naturali a ritmo allarmante (200 specie di animali e vegetali si estinguono
ogni giorno5), la rapida crescita della popolazione (la popolazione mondiale ha superato i 7
miliardi), la migrazione dalle aree rurali a quelle urbane (i 2/3 della popolazione mondiale vive
nelle città), le malattie (10 milioni di bambini muoiono a causa di malattie curabili), la fame
nel mondo (in Somalia muoiono più di 750.000 ogni anno), le guerre (solo l’1% del totale degli
investimenti annuali nelle armi avrebbe pagato per l’istruzione di tutti i bambini del mondo),
il terrorismo, ecc, ecc.
Attualmente, gli sforzi fatti dai governi e dalle diverse organizzazioni nazionali ed internazionali
hanno dimostrato di essere insufficienti, nonché inefficaci nel risolvere tali questioni.
Approcci innovativi sviluppati da parte di imprese sociali ed economiche sono sempre più necessari al fine di creare nuove opportunità attraverso l’utilizzo di tutte le risorse disponibili e di
trasformare queste ultime in generatori di nuovi posti di lavoro e nuovi valori per la collettività.
Una grande speranza per il progresso del genere umano si basa sulla forza e sull’efficienza degli individui motivati ​​e responsabili che vivono per i cambiamenti sociali. Un possibile modello
di mobilitazione locale dell’attività economica è certamente quello dell’imprenditorialità sociale, che è un segmento importante del settore dell’economia sociale. L’espansione e lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale rappresenta una concreta possibilità per il soddisfacimento
delle esigenze di quei gruppi considerati “vulnerabili” e per la risoluzione dei problemi delle
comunità locali. L’imprenditoria sociale e’ importante particolarmente come fattore di stabi14
5
http://www.unep.org/wed/2010/english/biodiversity.asp
lizzazione del mercato del lavoro e come fattore di un tipo tipo di sviluppo ambientale sostenibile. Questo può essere sostenuto dal fatto che le imprese sociali sono meno vulnerabili durante la recente crisi economica globale. I dati disponibili mostrano che la crisi ha drasticamente
ridotto il numero di occupati nel settore economico italiano, mentre il numero degli occupati
nelle cooperative sociali è aumentato del 2,7% e del 4,5% nel 2009 e 2010 rispettivamente
(Roelants B. et al., 2012). Le cifre fornite dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
in Spagna sono ancora più promettenti, ad esempio, nell’ultimo trimestre del 2011, quando la
disoccupazione ha raggiunto il suo picco (5 milioni di disoccupati), e un certo numero di persone occupate nelle cooperative sociali è cresciuto del 7,2%. Questo dimostra concretamente
che un totale di 19.602 persone è impiegato nel settore cooperativo spagnolo.
L’impatto diretto delle imprese sociali è riconosciuto in termini di sviluppo economico che una
comunità o una regione è in grado di determinare ed e’ misurat da:
- le attività di imprese sociali che sono complementari ai servizi di interesse pubblico (ad
esempio i servizi sociali); a volte le istituzioni pubbliche o imprese private non sono in grado
di fornire servizi di qualità;
- l’w la creazione di nuovi posti di lavoro (alcune imprese sociali operano con l'obiettivo di integrare disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro);
- lo stimolo alla coesione sociale e verso lo sviluppo del capitale sociale;
- la istituzionalizzazione a sostegno di imprese informali nel settore privato, ecc…
Gli obiettivi di tutte le strategie rilevanti di carattere europeo e mondiale sono formulati in modo
analogo. Ad esempio, l’Europa 2020 è una strategia che mira a sviluppare “una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, che è in linea con la strategia di Lisbona. Nel contesto degli obiettivi
della strategia, crescita intelligente sta a significare lo sviluppo di un’economia basata sulla co-
15
noscenza e sull’innovazione, sulla crescita sostenibile che implica un’economia più competitiva,
efficiente e sostenibile. Infine, la crescita inclusiva significa promuovere un alto tasso di occupazione dell’economia che, a sua volta, garantisce la coesione economica, sociale e territoriale.
(Europa 2020, n.d.).
1.2.
16
La storia e lo sviluppo dell’economia
e dell’imprenditoria sociale
Il concetto di economia sociale e di imprenditorialità sociale emerge la prima volta nel tardo
18° secolo ed inizio 19° come reazione ai problemi che hanno rappresentato la causa di grandi
cambiamenti nel sistema dell’ economia di quel periodo. Il termine “economia sociale” è stato utilizzato dall’economista francese Charles Dunoyer nel suo “Trattato di economia sociale”
del 1830 dove l’autore invocava un uso maggiore di morale e un giusto approccio all’economia.
Un’altra figura importante che ha contribuito notevolmente a sviluppare il concetto di economia
sociale, fu John Stuart Mill che individuo’ un forte componente etica nell’economia definita in
termini di “felicità di tutti gli uomini” (Principles of Political Economy, 1848). Nel 1852, Mill
fu impegnato con fervore nel processo di adozione della prima legge sulle cooperative in Gran
Bretagna. Leon Walras ha, successivamente, continuato il lavoro dei sui predecessori e nei sui
studi di economia sociale (Teorie della Ripartizione della Ricchezza Sociale, 1896), verso la fine
del 19° secolo, ha avanzato la teoria legata alla formazione dei principi di base e dei valori propri
dell’economia sociale: le attivita’ ed le pratiche di partenariato fondate su assunti democratici, la
solidarietà e la cooperazione. A quel tempo, numerose iniziative emersero con lo scopo di alleviare gli effetti della povertà – la Francia e l’Italia testimoniarono la presenza di cooperative volte
alla produzione del lavoro, mentre in Gran Bretagna nacquero le prime cooperative funzionali.
Una svolta importante nello sviluppo delle cooperative trae origine dalla fondazione di una delle
prime cooperative di consumo nella società mondiale, Rochdale Society of Equitable Pioneers in
1844. L’opera di Robert Owen (1771-1858), il riformatore britannico, socialista e pioniere del movimento cooperativo, motivo’ e rafforzo’ i membri della cooperativa Rochdale. Nel 19° secolo, le
cooperative svolsero un ruolo di primo piano nel settore dell’economia sociale e rappresentarono
una delle forme più antiche e più comuni di impresa sociale.
Nel 20° secolo, nei paesi dell’Europa centrale e orientale che erano strettamente legati al sistema dell’Unione Sovietica e all’economia centralizzata, lo Stato era l’unico fornitore di attività
economica che non lasciava spazio al lavoro di visionari, innovatori ed imprenditori sociali. Sebbene alcuni tipi di cooperative fossero gia’ attive in quel periodo, i principi su cui si fondavano
le cooperative, come per esempio la partecipazione aperta e la gestione democratica, non erano
ancora concetti accettabili (Monzon JL, Chaves R., 2008). Il settore dell’economia sociale in
Europa è stato sviluppato da cooperative, societa’ di muto soccorso ed organizzazioni civiche,
alcuni dei quali sono state ispirate dalle filosofie radicali di Proudhon, Kropotkin e Bucharin. L’
economia sociale e l’imprenditorialità sociale si svilupparono maggiormente nel 1980 perche’
l’economia di mercato tradizionale non riusciva a risolvere i gravi problemi che minacciavano le
comunita’, come per esempio, l’elevata disoccupazione di lunga durata, l’esclusione sociale, le
disagiate condizioni di vita nelle zone rurali, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, ecc.. L’ adozione
di cooperative sociali, disciplinate dalla legge italiana nel 1991, stimolo’ ulteriormente lo sviluppo
di cooperative e dell’imprenditorialità sociale. Anche in precedenza, il concetto di economia sociale e di imprenditorialità sociale avevano rappresentato un tema centrale nel dibattito pubblico.
Per esempio, il termine “impresa sociale” è stato utilizzato in Gran Bretagna mentre si andava
sviluppando il programma europeo “sulla creazione del lavoro” agli inizi degli anni ottanta. Una
comunicazione dal titolo “Le imprese del settore dell’economia sociale di mercato: libero mer-
17
cato come frontiera d’Europa” è stato pubblicato dalla Commissione Europea nel 1989. Nello
stesso anno, la Commissione europea sponsorizzo’ la prima conferenza sull’economia sociale
tenutasi a Parigi e fondò l’Unità di Economia Sociale presso la Direzione Generale XXIII: politica delle imprese, del commercio, del turismo ed dell’economia sociale (ora chiamasi Unita’
dell’Artigianato, delle piccole e medie imprese, delle cooperative e delle associazioni di mutuo
soccorso presso la Direzione Generale Imprese e industria). Da allora, numerose recensioni e
rapporti di economia sociale e di imprenditorialità sociale sono stati pubblicati dal Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE).
Anche il settore dell’istruzione ha mostrato segni di cambiamento sul tema dell’impresa sociale. Nel 1995, J. Gregory Dees (ora professore alla Duke University: Il Fuqua School of Business) diede la sua prima lezione sull’imprenditoria sociale. L’economia sociale, proprio come
l’imprenditoria sociale, è oggi presente nei programmi scolastici di circa 30 scuole di business
negli Stati Uniti. Negli ultimi anni, imprenditoria sociale è stata insegnata presso la Facoltà di
Economia e Commercio di Zagabria (Škrtić M. i Mikic M., 2007.), Facoltà di Economia a Osijek, a Zagabria, presso la Facoltà di Economia e Management dell’Università Juraj Dobrila di
Pola, mentre i programmi di studio sull’imprenditorialità sociale in Montenegro sono offerti dalla
Facoltà di Economia a Podgorica.
18
Nel 21° secolo, l’impresa sociale è diventata un termine utilizzato, a livello globale, in molti
paesi come forma di attività proprie delle organizzazioni solidali. Nel 2003, il settore europeo
dell’economia sociale dell’Unione ha impiegato più di 11 milioni di persone nel 10% delle imprese registrate all’interno dell’UE (2 milioni di organizzazioni), che equivale al 6,7% della popolazione attiva dell’UE (Monzon JL, Chaves R. , 2007). Nel 2006, ci sono state più di 55.000 imprese
sociali iscritte nella sola Gran Bretagna (il 5% delle imprese registrate ha avuto almeno un dipen-
dente, il numero stimato di oggi di imprese sociali è 62.000), generando un fatturato complessivo
annuo di 27 miliardi di euro (il piano di azione sull’impreditoria sociale – Scaling new heights,
2006) ed impiega circa 475.000 persone nel settore (R. Spear, Cornforth C., Aiken M., 2009).
Oggi, le cooperative danno lavoro a più di 100 milioni di persone in tutto il mondo e, nel 1994,
le Nazioni Unite stimano che la metà delle persone di tutto il mondo sono state servite in modo
significativo, in qualche modo dalle cooperative (MacPherson I., 2008). Ci sono 250.000 imprese
cooperative nell’Unione Europea di oggi, possedute da 163 milioni di cittadini (1 su 3 cittadini
comunitari), che impiegano 5,4 milioni di persone6.
Nel 2011, Mondragon uno delle più grandi federazioni cooperative al mondo, ha registrato un
fatturato complessivo di 14,8 miliardi di euro (circa 1/3 del PIL nominale della Croazia), raggiungendo un profitto operativo di circa 343 milioni di euro. Oltre il loro ruolo registrato nel settore
immobiliare, le cooperative hanno un ruolo importante nel settore finanziario, come pure, solo
in Europa ci sono 4.200 banche cooperative locali, con una quota di mercato superiore al 20%.
Queste banche servono più di 45 milioni di membri e 159 milioni di clienti. Alcune delle più
grandi banche del mondo sono banche cooperative: Rabobank, per esempio, ha il 50% dei cittadini olandesi come membri ed è la più grande banca del mondo agricolo, valutata come la terza
banca più sicura del mondo. (DeVries, B., 2009).
Il 19 febbraio del 2009, il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione presentata da Patrizia
Toia sull’economia sociale che offre la priorità ad un modello di business basato su un approccio
democratico, sulla partecipazione degli attori sociali (stakeholders) ed incoraggia l’investimento
della quota pi’ grossa dei profitti nello sviluppo sostenibile. Alla fine del 2011, al fine di contribu6
http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/promoting-entrepreneurship/social-economy/co-operatives/index_en.htm
19
ire alla creazione di un ambiente favorevole per lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale in Europa, la Commissione europea ha adottato una iniziativa denominata “Social Business Initiative
– iniziativa del business sociale7”, che propone 11 misure per stimolare lo sviluppo di settori (lo
sviluppo del contesto giuridico, il miglioramento della visibilità dell’imprenditorialità sociale ed
il miglioramento dell’accesso ai finanziamenti per le imprese sociali).
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha definito il 2012 come Anno Internazionale delle
Cooperative, con l’obiettivo di stimolare tutti i paesi membri a promuovere le cooperative e ad
aumentare la consapevolezza pubblica sul ruolo delle cooperative, nonche’ il loro contributo allo
sviluppo socio-economico. Anche se con una lunga tradizione nel mondo, l’imprenditorialità
sociale è un evento nuovo nei paesi dei Balcani occidentali. L’ampliamento e lo sviluppo
dell’imprenditorialità sociale rappresenta una concreta opportunità di soddisfacimento delle esigenze di gruppi vulnerabili e di risoluzione dei problemi delle comunità locali.
1.3.
Definizione dei termini di economia sociale, l’imprenditoria
sociale, impresa sociale e imprenditore sociale
Non esiste una definizione univoca di economia sociale, di imprenditoria sociale, impresa sociale e imprenditore sociale, sia in Croazia che in altri paesi vicini. In realtà, ogni paese regola
le definizioni secondo le sue reali esigenze e circostanze, vale a dire, all’interno del contesto in
cui queste organizzazioni operano e a seconda dei problemi che essi affrontano. Perciò, accade
spesso che l’organizzazione non è riconosciuta come impresa sociale, quando in realtà soddisfa
tutti i criteri richiesti di un’impresa sociale. Puo’ anche accadere il contrario; le organizzazioni
20
7
http://ec.europa.eu/internal_market/social_business/index_en.htm
che non soddisfano i criteri sono stati identificati come imprese sociali. Al giorno d’oggi, i paesi
che non possiedono un quadro giuridico organizzato che definisce le attività degli agenti operanti
nel settore dell’economia sociale. Il più delle volte essi adottano la terminologia di quei paesi a cui
sono strettamente legati economicamente, socialmente, culturalmente o in termini di importanti
reti di ricerca, vale a dire, di altre organizzazioni di supporto. Un altro problema che si vetifica
in Croazia e nei paesi vicini è la traduzione, nonche’ l’interpretazione dei termini dell’economia
sociale, dell’imprenditoria sociale, di impresa sociale e di imprenditore sociale. Nella maggior
parte dei casi, tali termini non sono altro che traduzioni dirette senza la corretta comprensione
del contesto in cui essi sono stati coniati. La grande maggioranza delle ONG croate, dei rappresentanti del settore pubblico e di altri stakeholders di notevole importanza usano piu’ comunemente termini come socijalna ekonomija, socijalno poduzetništvo, socijalno poduzeće i socijalni poduzetnik. Ultimamente, a seguito dell’utilizzo nel dibattito pubblico che contribuisce alla
promozione della parola “sociale”, quest’utima e’ stata gradualmente sostituita da termini quali:
economia solidale, basata sul valore economico, economia sostenibile, economia responsabile,
economia umana, economia alternativa o imprenditorialita’ basata sulla comunità. Alcuni dei piu’
importanti stakeholders che hanno contribuito allo sviluppo della società civile croata, come per
esempio la Fondazione nazionale per lo sviluppo della società civile, l’Ufficio del Governo per la
cooperazione con le ONG, il Ministero del lavoro, hanno optato per traduzioni piu’ appropriate: društvena ekonomija, društveno poduzetništvo, društveno poduzeće i društveni poduzetnik.
Queste istituzioni sostengono che la parola “sociale” definisca in senso stretto solo attività legate
a questo tipo di imprenditorialità distogliendo, inevitabilmente, il concetto d’innovazione e di
attivita’ imprenditoriale verso il welfare sociale e l’occupazione di gruppi emarginati e quidni
trascurando altre possibili attività significative, come il settore dell’eco-turismo, l’agricoltura
ecologica, la cultura libera e altre attività.
21
Quando si parla di economia sociale e d’imprenditorialità sociale ci riferiamo, di solito, a tutte
quelle iniziative imprenditoriali che perseguono scopi di utilita’ altamente sociale e basata su
principi ecologici sia da parte dei proprietari, o di chi le gestisce direttamente, e quindi si tratta
si attivita’ che non miriano a generare profitti. Anche se c’è molto spazio per la discussione
dell’ipotesi che il raggiungimento degli obiettivi sociali ed ecologici, precedentemente menzionati, sia un obiettivo primario o che sia giusto un obiettivo secondario, il più importante da
raggiungere per l’imprenditorialità sociale, un fatto importante è che queste imprese, diversamente da quelle for profit, sono gestite in conformità del cosiddetto modello Triple Bottom
Line8. Esse, quindi, tendono a misurare il proprio successo non dal solo profitto, come le altre
società, ma dal grado di positivi cambiamenti sociali e ambientali9 che sono in grado di produrre - in una parola sola, l’impatto che determinano sull’ambiente e la società, ed il livello di
I tradizionali principi contabili e di gestione spesso trascurano questioni ambientali e sociali e gli impatti sociali non sono, nella
maggior parte dei casi, espressamente inclusi nel sistema di valutazione o addirittura ignorate di proposito. La triple bottom
line (TBL o 3BL), noto anche come i tre pilastri - persone, pianeta, profitto - catturano uno spettro esteso sia di valori che di
criteri per misurare il successo organizzativo: quelli economici, ecologici e sociali. La linea di fondo della Triple Bottom Line
amplia il quadro di riferimento tradizionale per tener conto delle prestazioni sociali e ambientali di un’organizzazione, oltre
che alla performance finanziaria. La prima definizione della triple bottom line è stata data nel 1981 da Freer Spreckley in una
pubblicazione chiamata “Social Audit - A Management Tool for Co-operative Working (uno strumento di gestione per il lavoro
cooperativo). In questo lavoro, l’autore descrive tutti i criteri che devono essere utilizzati da una impresa sociale per misurare le
prestazioni. Con la ratifica delle Nazioni Unite e ICLEI nel 2007, (Local Governments for Sustainability, fondata dal Consiglio
internazionale per le iniziative ambientali locali) la TBL è diventato uno strumento standard per la contabilità delle comunità.
Da allora il modello TBL è diventato un approccio dominante in materia di contabilità pubblica e privata. La TBL nel settore
privato è attuato attraverso il concetto di responsabilità sociale delle imprese.
9
Moti dei metodi usati per la misurazione dell’impatto sociale, che differisci in termini di approccio e obiettivo, sono: la
scansione degli obiettivi di Sviluppo del Millennio (Scan MDG), valore aggiunto per gli azionisti (SVA), rendimento sociale
degli investimenti (SROI), valutazione del ritorno sociale (SRA), Valutazione dell’Impatto sociale (SIA), analisi sociale dei
costi-benefici (SCBA), Balanced Scorecard (BSC), moltiplicatore economico locale (LEM), Valutazione in corso degli impatti
sociali (OASIS), e simili. Alcuni dei metodi citati sono principalmente destinati ad organizzazioni for profit (SRA), mentre gli
altri sono per lo più utilizzati da organizzazioni non-profit (SROI, OASIS e simili).
8
22
capitale sociale creato. In altre parole, le imprese sociali sono guidate, durante lo svolgimento
delle proprie attività, da quattro principi chiave: la responsabilità sociale delle imprese10, il
principio economico e democratico11, il principio di democrazia partecipativa ed il contributo
per lo sviluppo sostenibile delle comunità locali12.
Definizione del termine “economia sociale”
Nicolau i Simaens (2008) afferma che l’economia sociale di oggi ha avuto un importante ruolo
economico e sociale ed il suo obiettivo primario è stato quello di riempire il vuoto di inattività
creatosi nel settore pubblico e privato. Le organizzazioni che operano nel settore dell’economia
sociale sono iniziatori di sviluppo locale e regionale e hanno un ruolo importante nella fornitura
di diversi servizi rivolti alle comunità locali. In questo contesto, Salamon, L.M. e Anheier H.K.
(1997) sostengono che “l’economia sociale rappresenta un equilibrio tra regole di mercato, che
favoriscono l’efficienza economica, ed intervento dello Stato, che promuove la giustizia sociale”.
Alcuni autori suddividono il settore dell’economia sociale in due sottosettori: il sottosettore del
Il settore pubblico interpreta la responsabilita’ sociale dell’azienda (CSR) cosi’ come lo sono i contributi del settore privato
for-profit verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Eppututtavia, la responsabilita’ sociale delle aziende
riguarda una serie di misure positive o politiche che una societa’ adotta con dtermiazione e che rafforza a beneficio dell’interesse
pubblico della sua comunita’ locale. La differenza tra l’applicazione del CSR nelle imprese sociali e in quelle private di business
sta nel fatto che la responsabilita’ sociale presenta un obiettivo per l’impresa sociale mentre per le attivita’ imprenditoriali
private, vengono presentati solo strumebti per aumentare il valore dei suoi prodotti e servizi sul mercato.
11
E’ il diritto esercitato dai dipendenti delle organizzazioni nel processo di gestione delle stesse. Questo diritto si estende anche ai
fornitori e agli utenti dei servizi di questa organizzazione e, in molti casi, anche ai membri della comunita’ locale che possono essere
il fondatore dell’ipresa sociale. In queso contest si parlerebbe gia’ applicazione del principio di democrazia partecipata
12
Lo sviluppo sostenibile e’ lo sviluppo che soddisfa i bisogni attuali senza mettere in pericolo i bisogni delle future generazioni. Lo
sivluppo sostenibile signifca che e’ un concetto modeno di sviluppo basato sull’armoniosa integrazione di tre principi di sviluppo:
progresso nel settore tecnologico, protezione ambientalee partecipazione dei cittadini nel processo decisionale.
1.3.1.
10
23
mercato (che è costituito da cooperative, associazioni di mutuo soccorso, organizzazioni dei lavoratori, gruppi di imprese, società commerciali) e quello del non mercato (composto da associazioni, fondazioni, ecc.). Archambault, E. (1997) ha osservato che “una maggiore integrazione tra
società ed economia, che rappresenta la visione del settore non-profit, e’ in grado di legittimare
un settore che opera e funziona in quanto tale che ha come obiettivo quello di rivitalizzare la
vita economica e sociale, attuando efficacemente nuovi meccanismi sulla base di uno spirito di
solidarietà e di condivisione “. Egli afferma che “l’economia sociale offre forme alternative di gestione, di condivisione del potere, di trasmissione conoscenze e anche la valutazione dei risultati
di progetti che può generare o ai quali contribuisce“. Quest’ultima rappresenta una definizione
molto acuta e puntuale, in grado di spiegare che “l’economia sociale è intesa come spazio di
costruzione di un soggetto che, attraverso forme associative, cerca di dar conto del contesto di
deistituzionalizzazione in cui essa opera e vive in modo riflessivo e costruttivo” (La Serna, C.,
2009.) Questo spazio è definito da alcune reti di ricerca europee come “la parte dell’economia
che appartiene ne’ al settore delle attivita’ di genere privato, né a quelle del settore pubblico, e né
il suo obiettivo primario è quello di generare profitto finanziario” (Ciriec, 1997).
24
D’altra parte, se dovessimo mettere questa definizione nel contesto della realtà, essa potrebbe
descrivere il settore dell’economia sociale come “un gruppo di imprese private, formalmente
organizzate, con autonomia di decisione e libertà di adesione, create per soddisfare le esigenze
dei propri membri attraverso il mercato e con la produzione di beni e servizi, assicurazioni e
finanza, in cui il processo decisionale e di distribuzione di ogni utile o avanzo tra i membri non
sono direttamente legate al capitale o alle quote versate da ciascun socio, ognuno dei quali esercita il diritto del proprio voto. L’economia sociale include anche i privati, quelle organizzazioni
formalmente organizzate, aventi l’autonomia di decisione e liberta’ di associarsi, che producono
servizi, non di mercato, per le famiglie e dell’eventuale surplus di quei servizi prodotti, non po-
tranno appropriarsi gli agenti economici che li creano, controllano e finanziano”. (Monzon JL,
Chaves R., 2008). La maggior parte dei teorici e professionisti sono generalmente d’accordo su
una caratteristica essenziale – i processi decisionali debbono fondarsi su principi democratici
(una persona - un voto) – affinche’ un’organizzazione possa essere considerata come parte integrante del settore dell’economia sociale.
Definizione del termine impresa sociale
1.3.2.
La definizione succitata è strettamente legata alla comprensione e alla definizione di imprese sociali. Nella sua ricerca, Vaillancourt (2009), stabilisce alcune caratteristiche che le organizzazioni
facenti parte del settore dell’economia sociale debbano possedere:
- creano prodotti e/o elargiscono servizi con una missione chiaramente orientata socialmente
ed ecologicamente;
- possiedono autonomia di gestione e le decisioni vengono prese dai dipendenti, soci e/o dagli
utenti (attraverso un processo democratico);
- possiedono un forte senso di responsabilità individuale e collettiva e di partecipazione per il
rinnovo delle comunità locale.
Nel 1978, Freer Spreckley (1981) ha sviluppato una delle prime definizioni di impresa sociale
definendola come: “un’impresa che è di proprietà di coloro che lavorano in essa e/o dei residenti
in una data località, e’ disciplinata da obiettivi sociali nonche’ da finalità commerciali e gli stessi
sono gestiti in modo cooperativo. Tradizionalmente, l’assunto “il capitale assume i lavoratori” poneva l’accento prioritario sulla creazione di profitto’ al di là di qualsiasi beneficio o per l’impresa
stessa o per la forza lavoro. Contrapposto a questo assunto si pone l’impresa sociale in cui “il
lavoro assume capitale” enfatizzando il concetto del personale e dei benefici ambientali e sociali.
25
In una delle sue conferenze, Spreckley ha definito ancora piu’ chiaramente l’impresa sociale
come “un’organizzazione legalmente registrata che effettua operazioni commerciali e sociali; di
proprietà congiunta dei suoi membri i quali esercitano, singolarmente, il diritto di voto attraverso
il quale l’organizzazione è democraticamente controllata”. (Spreckley, F., 2010)
Frank Janssen e Sophie Bacq, che hanno elaborato un elenco cronologico delle definizioni di
impresa sociale nel loro ultimo lavoro (2011), hanno, inoltre, contribuito notevolmente alla comprensione migliore del termine.
Tabella 1. Definizioni di impresa sociale
26
Autore
Anno
Definizione
Boschee
1995
Sono quelle imprese create da imprenditori sociali che, in genere, rientrano
in una delle due categorie: da un lato, creano un 'business affermativo' volto
a fornire posti di lavoro reali, salari competitivi e garantiscono opportunità
di carriera o creano condizioni di proprieta’ per le persone svantaggiate, sia
fisicamente e mentalmente, sia dal punto di vista economico che educativo
(la quota di dipendenti che sono svantaggiati è in genere il 60 per cento o
superiore). Dall’altro lato ci sono imprese che “forniscono servizi diretti” ai
bambini, alle donne maltrattate, ecc [...] quasi tutte le imprese di questo tipo
provengono, in qualche modo, dal settore no-profit.
Smallbone et al.
2001
Sono imprese sociali che contribuiscono significativamente allo sviluppo
economico locale tra cui la fornitura di beni e servizi che il mercato, oppure
il settore pubblico non sono disposti o, meglio, non sono in grado di fornire;
sviluppano competenze, creano posti di lavoro (con particolare riguardo
alle esigenze delle persone socialmente escluse); creano e gestiscono spazi
lavorativi; concedono prestiti personali a basso costo ed incrementano
la partecipazione civica attraverso un numero di volontari coinvolti. Il
contributo più ampio sociale può anche favorire pratiche rispettose
dell'ambiente e offrire un lavoro e l'esperienza educativa per i giovani.
Thompson
2002
Sono imprese create per fini sociali ma operanti come imprese del settore
del volontariato o del non-profit. Comunque, secondo Thomson, il mondo
principale dell’imprenditore sociale e’ il settore del volontariato (NFP).
Boschee i
McClurg
2003
Sono delle aziende non-profit che enfatizzano il reddito guadagnato, la
sostenibilita’ e l’autosuffienza anziche’ le contribuizioni sotto forma di
beneficenza, i sussidi del governo e la secolare dipendenza da questi ultimi.
Dart
2004
Sono imprese sociali che danno vita ad attivita’ ibride di non-profit e for-profit.
Mair i Martí
2004
L’imprenditorialita’ sociale puo’ assumere diverse forme organizzative: forprofit, non-profit, o ibride.
Alter
2004
Un’ impresa sociale e’ qualsiasi iniziativa imprenditoriale creata per un fine
sociale – che mitiga/riduce un problema sociale o un insuccesso di mercato
– e per generare un valore sociale, operando con la disciplina fininziaria,
l’innovazione e la determinazione propria del settore imprenditoriale privato.
27
28
Haugh
2005
[…] una serie di organizzazioni che commerciano per un fine sociale. Esse
adottano uno dei diversi format giuridici ma hanno in comune quei principi
volti a perseguire soluzioni imprenditoriali al fine di raggiungere fini sociali e
per reinvestire il surplus per il beneficio della comunita’.
Dees i Battle
Anderson
2006
Un’ampia gamma di modelli di business disponsibili agli imprenditori sociali,
siano essi puramente di carattere filantropico o commerciale, con numerose
variazioni tra loro.
Dorado
2006
Le imprese non-profit, for-profit o attivita’ imprenditoriali sociali trasversali
sono considerate sociali perche’ mirano a trattare con prontezza i problemi
che il settore privato non e’ in grado di affrontare. Esse sono anche definite
attivita’ imprenditoriali perche’ i propri fondatori hanno qualita’ tipiche
dell’imprenditore.
Robinson
2006
Un processo che include: l’identificazione di un problema specifico ed una
soluzione altrettanto specifica (o una gamma di soluzioni) per affrontarla; la
valutazione dell’impatto sociale, il modello di business e la sostenibilita’ della
attivita’ imprenditoriale; e la creazione di un’impresa for-profit socialmente
orientata oppure un’entita’ non-profit orintata verso il business che persegue
il modello della doppia (o tripla) bottom line.
Thompson i
Doherty
2006
Sono imprese sociali che hanno un fine sociale; i capitali e la ricchezza sono
utilizzati per creare un beneficio per la comunita’; essi perseguono i propri
fini attraverso il commercio posizionandosi all’interno del mercato facendo
profitto e producendo surplus che non sono distribuiti tra i soci azionisti;
“i soci” o gli impiegati hanno un ruolo definito nel processo decisionale e/o
di governance; l’impresa e’ responabile nei confronti dei suoi soci e di una
comunita’ piu’ ampia; applicando il paradigma della doppia – o tripla bottomline: le imprese sociali piu’ efficaci e dimostrano di avere una florida e solida
performance sociale e finanziaria.
Weerawardena i
Sullivan Mort
2006
Le organizzazioni imprenditoriali sociali devono chiaramente indicare le
strategie di posizionamento del valore e assumere una postura proattiva al
fine di fornire servizi migliori massimizzando la creazione del valore sociale.
Cooney
2006
Sono organizzazioni che si posizionano in due diversi campi, ognuno dei
quali necessita l’utilizzo di tecnologie utili all’organizzazione interna, per
sottolineare le tensioni strutturali che possono emergere all’interno di questi
nuovi modelli ibridi.
Mair i Schoen
2007
Si tratta di un’attivita’ imprenditoriale sociale che rappresenta un’iniziativa
volta ad affrontare bisogni sociali e/o a catalizzare la trasformazione sociale
[…] un’organizzazione autosifficiente che crea un vlaore economico e sociale
[…], il suo obiettivo primario e’ la creazione del valore sociale mentre la
creazione del valore economico rappresenta una condizione necessaria ma
non sufficiente.
Seelos i Mair
2007
Sono organizzazioni che superano ostacoli significativi per servire i
poveri e costruire risorse e capacita’ al fine di raggiungere obiettivi
primariamente sociali.
29
Per fornire una migliore visione d’insieme di quei valori comuni promossi e sostenuti in diversi
paesi, presentero’ altre diverse definizioni di impresa sociale:
“le imprese sociali sono definite come imprese che evolvono per uno scopo sociale o ambientale.
Oltre a soddisfare i loro obiettivi sociali e/o ambientali, devono essere possedere caratteristiche
imprenditoriali e raggiungere obiettivi finanziari e commerciali”. (R. Spear, Cornforth C., AIKEN M., 2009).
“l'impresa sociale è un'impresa destinata principalmente al raggiungimento di obiettivi sociali, il
cui profitto viene reinvestito per raggiungere questi obiettivi attraverso attività lavorative o investimenti fatti nella comunità, invece di concentrarsi sulla massimizzazione del profitto da parte
degli azionisti e proprietari”. (Unità di Impresa Sociale, 2002).
“le imprese sociali sono una forma di comproprietà operanti principalmente nel settore non-profit. In una impresa sociale, l'organizzazione esiste per servire la comunità e spesso viene impostata per affrontare un bisogno sociale o ambientale”. (John Lewis Partnership, 2008).
“le imprese sociali sono organizzazioni con l'obiettivo esplicito di produrre benefici alla comunità,
fondate da un gruppo di cittadini in cui l'interesse materiale degli investitori di capitale è soggetta a
limitazioni stringenti. Il loro valore piu' alto sta nella grande importanza attribuita alla propria indipendenza e all'assunzione di rischi economici relativa alle attività socio-economiche”. (EMES, n.d.)
30
“l'impresa sociale è nata con lo scopo di realizzare un certo obiettivo sociale. I proprietari dell'impresa
possono, nel tempo, restituire il denaro investito nell'impresa, ma i capitali non sono rimborsati agli
investitori in dividendi. Tutti i guadagni vengono conservati all'interno dell'impresa - per finanziare
l'espansione di progetti, per fornire nuovi servizi, per sviluppare nuovi prodotti o per utilizzare il fondo al fine di promuovere il bene comune”. (Yunus, M., 2009.)
Definizione dell’impresa sociale secondo il Decreto Italiano n. 155/06:
“possono acquisire la qualifica di impresa sociale tutte le organizzazioni private, ivi
compresi gli enti di cui al libro V del codice civile, che esercitano in via stabile e principale un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni
o servizi di utilità sociale, diretta a realizzare finalità di interesse generale, e che hanno
i requisiti di cui agli articoli 2, 3 e 4. 2.
Le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, e le organizzazioni i cui atti costitutivi
limitino, anche indirettamente, l’erogazione dei beni e dei servizi in favore dei soli soci,
associati o partecipi non acquisiscono la qualifica di impresa sociale.
Agli enti ecclesiastici e agli enti delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese si applicano le norme di cui al presente decreto limitatamente allo svolgimento delle attività elencate all’articolo 2, a condizione che per tali
attività adottino un regolamento, in forma di scrittura privata autenticata, che recepisca
le norme del presente decreto. Per tali attività devono essere tenute separatamente le
scritture contabili previste dall’articolo 10. Il regolamento deve contenere i requisiti che
sono richiesti dal presente decreto per gli atti costitutivi”.
31
Oggi, prevalgono essenzialmente due approcci che aiutano a comprendere le imprese sociali. Il
contesto delle imprese sociali negli Stati Uniti è stato certamente diverso da quello in Europa.
Negli Stati Uniti, le organizzazioni della società civile e altre organizzazioni non-profit impegnate, in particolare, in attività economiche sono considerate forme di impresa sociale. In Europa,
le organizzazioni della società civile sono viste come produttori di attivita’ che generano reddito,
mentre solo tipi specifici di organizzazioni, in grado di combinare dimensioni economiche e
sociali, sono considerate imprese sociali. Per dimostrare ulteriormente la differenza tra il funzionamento delle organizzazioni della società civile (ad esempio associazioni) e le imprese sociali,
Monzon e Chaves (2008) presentano tre criteri che vengono analizzati in uno dei loro studi:
- il criterio del non-profit – le imprese sociali genrano profitto e propri membri o lavoratori
decidono, da soli, in merito alla distribuzione degli utili;
- il criterio di democrazia – ogni organizzazione della società civile non necessariamente
soddisfa il principio democratico dell’organizzazione;
- il criterio di servire persone – le organizzazioni della società civile sono create con l’obiettivo
di soddisfare le esigenze di individui ed organizzazioni, e nella maggior parte dei casi, le esigenze dei fondatori o donatori di capitali. Le imprese sociali si caratterizzano per l’adesione
autonoma e volontaria individuale e per il soddisfacimento delle esigenze di individui.
Sommando gli elementi più essenziali di queste definizioni, e’ possibile sottolineare le differenze di
base che si riferisocno al funzionamento di una impresa sociale e delle imprese private.
32
Tabella 2. Differenze tra un’impresa sociale e un’attivita’ imprenditoriale privata (Spreckley, F., 2010):
IMPRESA SOCIALE
- facilita e rafforza la comunita’ e i lavoratori
- il processo decisionale si fonda sul principio
democratico
- la resoinsabilita' sociale e ambientale si
integra con tutti gli aspetti all aspects
dell'impresa
- performa il controllo sociale e finanziario
(misura quindi la performance sociale)
- e' guidata da obiettivi commerciali, sociali e
ambientali
- il lavoro assume il capitale
BUSINESS PRIVATO
- monitora e controlla
- il processo decisionale e’ legato
all’ammontare del capitale azionario
- la responsabilita’ non e’ vista come la propria
responsaboilita’
- performa un controllo finanziario
- il motore dell’impresa e’ il profitto
- il capitale assume il lavoro
In riferimento alle differenze e ai criteri precedentemente spiegati, trovo necessario sottolineare
la pratica delle EMES13 - rete europea di ricerca sulle imprese sociali - che ha definito una serie
di criteri per le imprese sociali (Borzaga C. e Defourny J., 2001). Ho adattato questi criteri alle
circostanze di una regione che li rende applicabili nella pratica.
EMES (emergenza delle Imprese Sociali in Europa) e’ una rete di ricerca europea che conduce, principalmente, ricerca nei settori
dell’economia sociale e delle imprese sociali – maggiori informazioni sono disponibili attraverso il seguente link: http//www.emes.net
13
33
Tabella 3. Criteri per la valorizzazione delle imprese sociali
CRITERIO ECONOMICO
CRITERIO SOCIALE
Imprese sociali sono legalemenre registrate e
sono entita’ business di proprieta’ dei suoi soci .
Le imprese sociali sono il risultato della cooperazione e
di una iniziativa da parte dei cittadini che condividono
valori e convinzioni comuni
Le imprese sociali godono di un alto livello
di autonomia – si auto-iniziano e si autogestiscono, senza supporto alcuno di autorita’
pubbliche e organizzazioni private
Le imprese sociali perseguono primariamente fini sociali
o ecologici – profondamente radicati nella repsonsabilita’
ambientale del luogo in cui operano
Le imprese sociali producono continuamente
beni e/o forniscono servizi
I diritti del processo decisionale sono condivisi da parte
di tutti gli stakeholders, (attraverso il principio i „un
socio, un voto“) che assicura una gestione democratica
Le imprese sociali impiegano almeno un
lavoratore il cui reddito e’ finanziato dalle
entrate generate dalla vendita di beni e servizi
Le imprese sociali sono profondamente radicate nella
comunita’ locale–esiste un alto livello di partecipazione
da parte degli stakeholder locali (lavoratori, soci, clienti,
ecc.) nelle attivita’ dell’impresa
I soci delle imprese sociali si assumono i rischi
finanziari
Se i surplus sono distribuiti, la loro distribuzione si limita
a scoraggiare comportamenti volti a massimizzazione il
profitto e a raggiongere, per tanto, fini socilai ed ecologici
Le imprese sociali performano il controllo
sociale e finanziario (attraverso la misurazione
della performance sociale ed ambientale)
34
L'economia sociale ha recentemente sperimentato numerosi processi di transizione. Da un lato,
le organizzazioni della società civile sono state riconosciute come attori importanti nel settore
dell'economia sociale. Nel processo di transizione, le organizzazioni della società civile hanno, in un
primo momento, subito una trasformazione da una forma tradizionale di organizzazione non-profit
verso una forma di organizzazione non-profit che genera reddito attraverso – da attività generatrici,
ad imprese sociali, successivamente. Dall'altro lato, il settore privato ha subito un processo totalmente
inverso; le imprese tradizionalmente for-profit hanno sempre praticato la responsabilità sociale nel
processo di transizione, solo per poi soddisfare pienamente i criteri di imprese sociali. Le organizzazioni non-profit con le prorpie attivita' generatrici di reddito, le imprese socialmente responsabili e
le imprese sociali attive sia nel settore profit che non-profit appartengono allo stesso campo, che i
teorici includono nello spettro ibrido dell'impresa sociale (Alter, SK, 2000). Una tendenza più ibrida
che coinvolge anche il settore pubblico è stato identificato in Gran Bretagna14. Per finanziare un processo di transizione, queste imprese hanno avuto una vasta gamma di opzioni a loro disposizione, il
programma EQUAL dell’Unione europea rappresenta una di quelle più significative.
Tabella 4. Lo spettro ibrido delle imprese sociali (ed. A. Nicholls, 2008;. Alter, SK, 2000)
Organizzazioni
tradizionali nonprofits – finanziate
da sussidi, attivita’
di volontariato e
qualsiasi forma di
attivismo
14
Organizzazioni
non-profit
impegnate in
attivita’ volte alla
generazione del
reddito
Imprese sociali
– completamente
auto-finanziate
Organizzazioni
sotto forma di
corporazione
che praticano
reponsabilita’
sociale
Organizzazioni
tradizionali forprofits- il fine e’ la
massimizzazione
del profitto
http://www.socialenterprise.org.uk/uploads/editor/files/Publications/Social_Enterprise_Explained.pdf
35
1.3.3.
Definizione del termine imprenditore sociale
Quando si parla di eocnomia sociale, la confusione piu’ grande si crea sulla definizione di imprenditore sociale. Per dare alcuni esempi che provengono da epoche antiche, si possono menzionare Florence Nightingale (fondatore della prima scuola per infermieri), e la famosa Maria
Montessori (fondatore della nuova pedagogia). Muhammad Yunus, con la sua Grameen Bank, ha
ottenuto il Premio Nobel per la Pace nel 2006 e ha guadagnato questo premio prestigioso offrendo
“micro-credito” ai cittadini più indigenti del Bangladesh, con particolare attenzione alle donne
che, poiche’ considerate come credito contestato secondo gli standards di altre banche, sono
state aiutate e supportate ad avviare un’attività in proprio. Da allora, c’e’ stato un acceso dibattiso
pubblico sul tema dell’economia sociale, delle imprese sociali, degli imprenditori sociali, in virtu’ del fatto che l’importanza dell’economia sociale è, oramai, riconosciuta in molti paesi sia nel
mondo accademico che nel settore pubblico, privato e dei servizi (terzo settore). Quando si parla
di imprenditori sociali è molto importante distinguere che non siano orientati al profitto. Gli
imprenditori sociali desidera stabilire partenariati e la cooperazione. Essi sono altamente motivati ​​a produrre cambiamenti sociali, sono in grado di organizzare e motivare le altre persone, e a
riconoscere facilmente le opportunità per intraprendere iniziative imprenditoriali. (Spreckley, F.,
2010) Si può dire che un “imprenditore sociale è un individuo che utilizza strategie redditizie al
fine di realizzare il suo/i suoi obiettivi e cercare rendimenti finanziari e sociali, allo stesso tempo,
sugli investimenti fatti”. (Istituto per gli imprenditori sociali, 2002.)
Per una migliore comprensione e’ opportuno elencare altri esempi di definizione di imprenditore
sociale. Bacq, S., F. Janssen (2011):
36
Tabella 5. Definizioni del termine imprenditore sociale
Autori
Anno
Definizione
Boschee
1995
I dirigenti del settore non-profit prestano attenzione alle forze di mercato
senza perdere di vista la loro missione di fondo, per bilanciare in qualche modo
imperativi morali e le motivazioni di profitto - questo equilibrio è il cuore e
l'anima del movimento.
Bornstein
(citing
Drayton)
1998
L’ imprenditore sociale secondo Ashoka è un innovatore/pioniere dell’innovazione
con idee nuove e potenti. E’ colui che unisce la creativita’ visionaria con quella
fondata sulla risoluzione dei problemi reali del mondo, che ha una forte tensione
etica, e chi è 'totalmente posseduto' dal suo/sua visione per il cambiamento.
Catford
1998
Gli imprenditori sociali combinano l’attivismo di strada con abilita’ professionali,
idee visionarie intrise dal pragmatismo, e con una tempra etica piena di fiducia
tattica. Vedono opportunità dove altri vedono solo edifici vuoti, persone inabili e le
risorse non valorizzata.
Dees
1998
Gli imprenditori sociali svolgono il ruolo di agenti del cambiamento nel settore
sociale attraverso il perseguimento di quella missione volta a creare e a sostenere
il valore sociale (non solo valore privato), riconoscendo, ed inesorabilmente
perseguendo, nuove opportunità per servire quella missione; s’impegnanoo
in un processo di innovazione continua, di adattamento e di apprendimento;
agiscono con coraggio, senza essere limitati/condizionati dalle risorse attualmente
a disposizione, e mostrano un’accresciuta responsabilità nei confronti sia delle
comunita’ e dei luoghi serviti e sia nei confronti dei risultati ottenuti.
37
38
Schuyler
1998
Individui che hanno una visione del cambiamento sociale e hanno le risorse
finanziarie a disposizione per supportare le proprie idee […], mostrano tutte le
competenze e abilita’ di imprenditori di successo nonche’ tutto il desiderio e la
volonta’ al cambiamento sociale.
Schwab
Foundation
1998
Qualcuno che: identifica e applica soluzioni pratiche ai problem sociali […];
innova attraverso la ricerca di un nuovo prodotto, servizio o approccio […],
pone l’attenzione […] sulla creazione del valore sociale […]; resiste le trappole
imposte dalle costrizioni idelogiche e della rigida disciplina; possiede una
visione ma anche una roadmap ben contemplata che faciliti il raggiungimento di
quell’obiettivo
De Leeuw
1999
Individui rari che hanno l’abilita’ di analizzare, comunicare, immaginare,
empatizzare, entusiasmare, sostenere, mediare, rafforzare un’ampia serie di
individui ed organizzazioni, i piu’ diversi
Thompson,
Alvy and Lees
2000
Persone che sono capaci di individuare dove esiste un’opportunita’ in grado di
soddisfare alcuni dei bisogni non ancora soddisfatti che il sistema di welfare
del governo non sara’ in grado o non potra’ mai soddisfare. Sono persone che
mettono insieme le risorse necessarie (generalmente persone, spesso volontari,
denaro e strumenti) per “fare la differenza”.
Guclu, Dees
and Battle
ierson
2002
L’imprenditore sociale deve essere in grado di articolare una convincente teoria
sull’impatto sociale con un plausibile modello di business
Sullivan Mort,
Weerawardena
and Carnegie
2002
Per prima cosa, gli imprenditori sociali sono principalmente guidati dalla
missione sociale volta a creare un valore sociale migliore rispetto a quello dei
concorrenti, che si traduce in un comportamento imprenditoriale virtuoso. In
secondo luogo, essi mostrano un giudizio equilibrato, una coerente un'unità
di intenti e di azione di fronte alla complessità. In terzo luogo, gli imprenditori
sociali esplorano e riconoscono le opportunità al fine di creare un migliore valore
sociale per i propri clienti. Infine, gli imprenditori sociali mostrano innovazione,
proattività e propensione all’assunzione di rischi nei loro processi decisionali.
Boschee and
McClurg
2003
Un imprenditore sociale e’ qualsiasi persona, che opera in qualsiasi settore, che usa
strategie volte ad investire il reddito guadagnato per raggiungere un obiettivo sociale
Dearlove
(about
the Skoll
Foundation)
2004
Alla Fondazione Skoll noi definiamo gli imprenditori sociali come “agenti del
cambiamento della societa’”: i pionieri dell’innovazione del settore sociale. Gli
imprenditori sociali hanno abitualmente la visione di qualcosa che essi vorrebbero
risolvere nel settore del sociale
Roberts and
Woods
2005
Sono individui visionari e appassionatamente dedicati.
Peredo and
McLean
2006
L’imprenditorialita’ sociale si esercita dove alcune persone o un gruppo di persone
mira, in modo esclusivo o in maniera prominente, a creare un qualsiasi tipo di
valore sociale e perseguire quell’obiettivo attraverso la diversa combinazione delle
seguenti circostanze: (1) riconoscere e sfruttare le opportunita’ per creare valore,
(2) impiegare e applicare l’innovazione, (3) tollerare il rischio e (4) rifiutare di
accettare le limitazioni derivanti dalle risorse disponibili
39
Sharir and
Lerner
2006
L’imprenditore sociale agisce come agente del cambiamento volto a creare e
sostenere il valore sociale senza essere assoggettato alle limitazioni disponibili in
un determinato momento
Tracey and
Phillips
2007
Sono individui che combinano gli obiettivi sociali con quelli commerciali
attraverso lo sviluppo di soluzioni economicamente sostenibili per risolvere
problemi sociali. Agli imprenditori sociali viene chiesto di individuare e sfruttare
le opportunità del mercato al fine di sviluppare prodotti e servizi che consentano
di raggiungere fini sociali, o per generare surplus che puo’ essere, poi, reinvestito
in progetti sociali
Nicholls
2008
Per gli imprenditori sociali esiste sempre una “motivazione sociale e morale”
oppure una missione sociale che pone l’attenzione alle attivita’ e alle ambizioni
imprenditoriali
Zahra et al. (2008) fanno un ulteriore passo avanti e distinguono tre tipi di imprenditori sociali:
il bricoleur sociale, il costruttore sociale, e l'ingegnere sociale.
40
Tabella 6. La tipologia dell’imprenditore sociale
Tipologia
Il Bricoleur sociale
Il costruttore sociale
L’ingegnere sociale
Ispirazione
teorica
Hayek
Kirzner
Schumpeter
Cosa fanno?
Percepisce e agisce sulla
base di opportunta’ per
trattare un bisogno sociale
locale. Sono motivati e
hanno l’esperiemza e le
risorse giuste per essere in
grado di trattare i bisogni
che ne derivano.
Costruisce e gestisce
strutture alternative in
grado di fornire beni e
servizi che rispondano
alle esigenze sociali che
i governi, le agenzie, e
le imprese non possono
gestire
Creazione di sistemi
sociali più nuovi ed efficaci
destinati a sostituire quelli
esistenti quando questi non
sono adeguati per affrontare
importanti bisogni sociali.
Dimensione,
scopo e tempo
Piccolo nella dimensione e
locale nel raggio d’azione—
spesso episodico in natura.
Da piccolo a grande
dimensioni, da locale ad
internazionale nello scopo,
concepito per essere
istituzionalizzato al fine
di affrontare un cogente
bisogno sociale
Di grande scala e si
colloca nella dimensione
nazionale che è di portata
internazionale e che cerca
di costruire strutture
durature in grado di sfidare
l’ordine esistente.
41
42
Perche’ sono
necessari?
La consapevolezza
dei bisogni sociali e
le competenze utili
a soddisfarli sono
ampiamente disseminate.
Molti bisogni sociali
non sono facilmente
riconoscibili e richiedono
agenti locali per segnalarli e
a cui rivolgersi
Le leggi, le normative,
l’accettabilità politica,
le inefficienze e/o
la mancanza di
volonta’ prevengono le
organizzazioni governative
ed imprenditoriali esistenti
dall’affrontare molti
importanti bisogni sociali
Alcuni bisogni sociali
non sono suscettibili a
miglioramento nell'ambito
delle attuali strutture
sociali. Operatori storici
possono ostacolaere le
azioni per affrontare bisogni
sociali che minano i propri
interessi e qualsiasi forma
di potere.
Significato
sociale
Collettivamente, le loro
azioni aiutano a mantenere
l’armonia sociale contro i
problemi sociali.
Essi ricuciono il tessuto
sociale dove’e’ lacerato,
affrontano le gravi esigenze
sociali nell'ambito delle
più ampie strutture sociali
esistenti e contribuiscono a
mantenere l'armonia sociale.
Essi cercano di distruggere
le strutture sociali esistenti
e sostituirle con altre nuove.
Essi costituiscono un
elemento importante per
il cambiamento sociale e
rivolto ad operatori storici
Effetti
sull’equilibrio
sociale
Le azione atomostiche
degli imprenditori sociali
locali ci muovono piu’
vicino al concetto teoretico
dell’equilibrio sociale
Cerca di colmare le lacune
nella fornitura di beni e
servizi socialmente utili e
crea nuovi "equilibri sociali"
Rompe l’equilibrio
sociale esistente e cerca
di colmarlo con uno piu’
socialmente efficiente.
Fonte di
discrezione
Sono sul posto con la
capacità di affrontare i
problemi locali. Avere
una missione/scopo
locale significa che essi
possiedono risorse limitate
e abbastanza autonome.
Inoltre, lo scopo locale e
dimensioni piu’ piccole
consentono tempi di
risposta piu’ rapidi.
Si rivolgono a quei bisogni
lasciati insoddisfatti e
si trovano davanti ad
competizione limitata
oppure in condizione di
non-competizione.
Essi possono anche
essere accolti ed essere
visti come una "valvola
di sfogo" che previene
una pubblicità negativa
ed i problemi sociali
che possono influenzare
negativamente le
organizzazioni governative
ed imprenditoriali esistenti
Creano condizioni di
supporto pubblico nella
misura in cui le strutture
sociali esistenti osno
incapaci di soddisfare i piu’
importanti bisogni sociali.
Al fine di evitare interpretazioni errate, è importante distinguere tra il significato delle imprese
sociali e quello degli imprenditori sociali. Va sottolineato che le imprese sociali in primo luogo
(quindi non esclusivamente – le imprese sociali con scopo di lucro sono in costante aumento - le
cooperative ad esempio) operano nel settore privato non profit, mentre, gli imprenditori sociali, come gli agenti del cambiamento sociale, operano nel settore privato for-profit, nel settore
pubblico (sia for-profit e non-profit) e nel settore privati ​​non profit, che è chiaramente illustrato
nella figura sottostante.
43
Figura 1. Funzionamento delle imprese sociali e degli imprenditori sociali
44
Definizione del termine imprenditorialità sociale
1.3.4.
Infine, la definizione di imprenditorialità sociale necessita di un ulteriore chiarimento. Si può
semplicemente dire che l’imprenditorialità sociale è il lavoro di imprenditori sociali. Defourny, J.,
Nyssens, M. (2008) definiscono l’imprenditoria sociale come un processo attraverso il quale gli
imprenditori sociali creano imprese sociali e si occupano della loro gestione. Il seguente concetto
è comunemente usato negli ambienti accademici, mentre la Schwab Foundation riconosce che
“l’imprenditorialità sociale riguarda l’applicazione di un approccio pratico, innovativo e sostenibile a beneficio della società in generale, con particolare attenzione a coloro che sono emarginati
e poveri”. (Schwab Foundation , nd). Il Canadian Center for Social Entrepreneurship distingue
due categorie di imprenditorialità sociale:
- in primo luogo, nel settore for-profit, l’imprenditorialita’ sociale comprende tutte quelle
attività che sottolineano l’importanza di un settore privato impegnato nel sociale, e i vantaggi
sono maggiori per coloro che fanno bene facendo del bene;
- in secondo luogo, si riferisce ad attività che incoraggiano un approccio più imprenditoriale
nel non-profit, al fine di aumentare l’efficacia organizzativa e promuovendone la sostenibilità
a lungo termine “(imprenditorialita’ sociale nel Discussion Paper No. 1, 2001).
Bacq, S., F. Janssen (2011) contribuiscono ad offrire una panoramica cronologica delle definizioni di imprenditorialità sociale.
45
Tabella 7. Definizione del termine imprenditorialità sociale
46
Autori
Anno
Definizione
Leadbeater
1997
Una vasta gamma di attivita’ economiche, educative, di ricerca, di welfare,
sociali e spirituali sviluppate da varie organizzazioni
Alvord, Brown
and Letts
2004
L’imprenditorialita’ sociale crea soluzioni innovative a problem sociali
immediate e mobilizza idee, capacita’, risorse e soluzioni sociali richiesti
per il raggiungimento di trasformazioni sociali sostenibili
Mair and Martí
2004
Un processo che consiste nell’uso innovative e nella combinazione di risorse
per esplorare e sfruttare opportunita’, che mira a catalizzare il cambiamento
sociale soddisfando i bisogni humani di base in modo sostenibile
Roberts and
Woods
2005
L’imprenditorialita’ sociale include le nozioni di “costruzione,
valutazione, e raggiungimento di opportuita’” come strumento per
mirare alla “trasformazione sociale” condotta da individui visionari e
passionatamente dedicati
Seelos and Mair
2005
L’imprenditorialita’ sociale crea nuovi modelli per la fornitura di prodotti e
servizi che soddisfano direttamente i bisogni umani di base e che restano
insoddisfatti a causa dell’indifferenza delle istituzioni economiche e sociali
Austin,
Stevenson and
Wei-Skillern
2006
Valore sociale innovative che crea attivita’ che si possono svolgere all’interno
o attraverso i settori imprbeditoriali del non-profit, e del governo pubblico/
privato (questa e’ l’enfasi originale).
Mair and Martí
2006
In primo luogo, noi consideriamo l’imprenditorialita’ sociale come
strumento che crea valore attraverso la combinazione delle risorse in
modi nuovi. In secondo luogo, la combinazione di queste risorse s’intende
primariamente come esplorazione e sfruttamento di opportunita’ volte a
creare un valore sociale stimolando il cambiamento sociale o incontrando i
bisogni sociali. E in terzo luogo, l’imprenditorialita’ sociale, quando e’ vista
come un processo, coinvolge l’offerta di servzi e di prodotti ma si riferisce
anche alla creazione di nuove organizzazioni.
Mair and Noboa
2006
L’uso innovativo della combinazione di risorse per raggiungere opportunita’
volte alla creazione di organizzazioni o practiche che producono o
sostengono benefici sociali. Non delimitiamo deliberatamente la
definizione ad iniziative svolte solamente nel settore del nonprofit sector e
che considerano la nozione di comportamenti assistenziali
Stryjan
2006
L’imprenditorialita’ sociale e’ vista come una categoria imprenditoriale che
e’ primariamente (a) condotta da attori collettivi, e (b) si riferisce a risorse
sociali, essendo il suo ruolo centrale quello di intraprendere un mix di risorse
[…] e alla loro conversione in risorse convertibili (di mercato) e vice versa.
47
48
Mort,
Weerawardena
and Sullivan
2006
- un fenomeno comportamentale espresso in un contest o di una organizzazione NFP volto a distribuire un valore sociale attraverso lo
sfruttamento di opportunita’ percepite.
- l’imprenditorialita’ sociale e’ un costrutto multidimensionale definito/vincolato, profondamente radicato nella missione sociale di un’organizzazione
e nella sua pulsione verso la sostenibilita’ che e’ influenzata e modellata
dalle dinamiche ambientali. Il riconoscimento di opportunta’ e’ legata a
queste tre dimensioni.
- l’imprenditorialita’ sociale s’impegna a raggiungere la creazione di
un valore sociale e cio’ richiede l’adozione di un comportamento proattivo basato sulla gestione del rischio ed innovazione.
- il comportamento dell’imprenditore sociale, per quanto riguarda il rischio e’ altamente vincolato dal suo obiettivo principale volto a costruire
un’organizzazione sostenibile e, quindi, non sostiene l’assunto di Dees
sul fatto che l’imprenditore sociale non consente alla mancanza di risorse iniziali di limitare le loro opzioni.
- in ultima analisi, l’imprenditore sociale puo’rimanere competitive
mentre soddisfa la propria missione sociale.
Nicholls
2008
L’impreditorialita’ sociale e’ una vasta gamma di attivita’ innovative ed
efficaci che si concentrano sulla risoluzione strategica del fallimento del
mercato sociale e sulla creazione di nuove opportunita’ che aggiungano
sistematicamente valore sociale attraverso l’uso di un’ampia scelta di risorse
e fomrati organizzativi per massimizzare l’impatto sociale e per causare il
cambiamento. Semplicemente, l’imprenditorialita’ sociale e’ definite da due
elementi costitutivi: l’interesse strategico e principale sull’impatto sociale e
un approccio innovativo al raggiungimento della sua missione.
Neenan L., Dean T., Sarason Y. (2010), hanno elaborato dieci definizioni di imprenditorialita’
sociale provenienti da altri autori.
Table 8. Definizioni del termine imprenditorialita’ sociale
Autori
Anno
Definizione
Dees
1998
L’imprenditorialita’ sociale e‘ la combinazione tra la passione verso la missione
sociale, l’immagine di una disciplina di tipo imprenditoriale, l’innovazione e la
determinazione
Fowler
2000
L’imprenditorialita’ sociale si riferisce a situazioni in cuiu le attivita’ economiche
sono espressamente disegnate per generare risultati sociali positivi, e dove il surplus
che genera le attivita’ creano simultaneamente benefici sociali e, crea idealmente,
legami economici orizzontali, verticali, sviluppati o sottosviluppati
Davis
2002
L’imprenditorialita’ sociale amplia la definizione di impreditorialita’ enfatizzando la sua
integrita’ etica e massimizzando il valore sociale anziche’ il valore privato o for-profit
Kerlin
2005
L’imprenditorialita’ sociale si verifica quando le attivita’ senza scopo di lucro usano
le attivita’ commerciali per finanziare le proprie missioni
Wolk
2007
L’imprenditorialita’ sociale e’ la pratica del rispondere agli insuccessi di mercato
con innovazioni trasformative e finanziariamente sostenibili al fine di risolvere i
problemi sociali
Sharir and
Lerner
2006
Essenziali per la fondazione e la creazione di qualsiasi iniziativa sociale sono gli
individui e i gruppi che hanno la visione, l’impulso e la perseveranza di fornire
risposte ai problemi sociali e ai bisogni, siano essi legati ai temi educativi,
ambientali, di welfare e della sanita’ pubblica
49
50
Sharfman,
Busenitz,
Townsend
and
Harkins
2007
L’imprenditorialita’ sociale e’ la creazione di iniziative imprenditoriali il cui modello
di business viene disegnato sulla base di necessita’ di appropriazione individuale
di rendite economiche e sulla base di azioni strategiche che generano valore
economico attraverso la creazione di valore pubblico
Short,
Moss and
Lumpkin
2008
L’imprenditorialita’ sociale si rifersice al processo, pratiche e attvita’ decisionali che
conducono alla creazione e alla sostenibilita’ di nuove attivita’ imprenditoriali la cui
missione splicita coinvolge problemi sociali .
Yujuico
2008
L’imprenditorialita’ sociale e’ il raggiungimento di un benessere sociale elevato
simile alle istituzioni non-profit raggiunto attraverso il superamento creativo di
ostacoli che si incontrano in modo specifico nelle istituzioni for-profit.
Murphy
and
Coombs
2008
L’imprenditorialita’ sociale e’ la creazione e l’intrapresa di un’inizaitiva
imprenditoriale volta a promuovere un fine sociale particolare o una causa in un
contesto di mobilizzazione. Per fine o causa sociale s’intendono una vasta gamma di
valori di base che sono desiderabili e importanti in una societa’ civilizzata.
Neck,
Brush and
Allen
2009
La missione fondamentale e le risorse di opportunota’ sono i punti di inizio per
l’imprenditorialita’ Sociale
Murphy
and
Coombs
2009
Il riconoscimento di una convergenza di risorse sociali, economiche, ed ambientali
che consentono l’introduzione potenziale di nuovi beni e servizi, materiale grezzi,
mercati e/o relazioni ai mezzi/fini che rappresentano un’iniziativa imprenditoriale
organizzata colta a generare un valore sociale, economico e/o ambientale all’interno
di circostanze di mobilizzazione
La comunità accademica e gli imprenditori sociali hanno contribuito a definire i termini economia sociale, l’imprenditoria sociale, impresa sociale e imprenditore sociale, anche se i termini
sono ancora ampiamente dibattuti a vari livelli. Contro la presenza di numerose definizioni è
importante comprendere questi termini allo stesso modo, soprattutto nella pratica, perché hanno
in comune alcuni principi. quali la democrazia economica, l’equilibrio tra gli obiettivi economici,
ecologici e sociali che mirano a realizzare nelle comunità locali e al di là di queste, come anche lo
sviluppo sostenibile della comunità.
Gli stakeholders piu’ importanti nel settore
dell’economia sociale
1.4.
Oltre alle imprese sociali, agli imprenditori sociali e alle varie organizzazioni della società civile,
esistono gli stakeholders che appartengono ad altri due settori che maggiormente concorrono a
determinare lo sviluppo dell’economia sociale in Europa - il settore pubblico e il settore profit
privato. In questo modo, non si puo’ trascurare un enorme contributo offerto delle reti di ricerca
nazionali ed europee – le EMES (che sono responsabili nella misura in cui offrono un contributo più consistente nell’interpretazione e promozione dell’economia sociale), dalla rete IRIS15
(Associazione Italiana degli Istituti di Ricerca sull’Impresa Sociale), dall’EURICSE16 (Istituto
Europeo di Ricerca sull’Impresa Cooperativa e Sociale), dal CIRIEC17 (Centro internazionale
di ricerca e d’informazione sull’economia collettiva), ma anche da altre organizzazioni europee,
consigli e comitati, come il Comitato Economico Sociale Europeo18 (CESE), ecc, ecc. Le reti
http://www.irisnetwork.it/
http://euricse.eu
17
http://www.ciriec.ulg.ac.be
18
http://www.eesc.europa.eu
15
16
51
succitate spesso collaborano con il settore dell’istruzione i cui soggetti sono contemporaneamente impegnati allo sviluppo di nuovi, innovativi studi di sviluppo volti a potenziare le capacità
del settore dell’economia sociale e del settore delle imprese sociali. A questo proposito, vale la
pena ricordare le prestigiose università negli Stati Uniti (Yale, Harvard, Columbia, Seattle University, New York University), Canada (University of Alberta), le università e i colleges europei
(Herriot-Watt University, Said Business School dell’Università di Essex, Università degli Studi
di Trento, Università slovena di Gea, ecc, ecc.). Queste istituzioni educative cercano, in primo
luogo, di sottolineare ai propri studenti che ci sono due tipi di approcci all’imprenditorialita’: ci
sono iniziative imprenditoriali, il cui obiettivo è quello di massimizzare il profitto e altre, il cui
obiettivo è quello offire beneficiare ad altre persone (ed. A. Nicholls, 2008).
Nei processi di sviluppo del settore dell’economia sociale e dell’imprenditorialità sociale e’ opportuno citare, certamente, citare i ruolo svolto dagli investitori sociali - individui ed organizzazioni come Acumen Fund, Capital Philantrophy Nuovo, l’Associazione europea Philantrophy, New
Profit Inc., ecc, ecc. Gli stakeholders nel settore dell’economia sociale sono spesso criticati per
la loro mancanza di apparizione in pubblico e le loro attività di promozione. Negli ultimi anni,
diversi attori sociali hanno cercato di migliorare la situazione e, quindi, hanno lavorato sulla sensibilizzazione del pubblico, promuovendo esempi di best practice, sostenendo i risultati della
ricerca, attività di lobbying per l’adozione di strategie nazionali e delle strategie di più ampio
respiro. Questo è il motivo per cui Bill Drayton, un imprenditore sociale, fondo’ la fondazione
Ashoka19 30 anni fa, al fine di contribuire allo sviluppo del “mondo che risponde in modo rapido
ed efficace alle sfide sociali, e dove ogni individuo ha fiducia, libertà e supporto sociale per affrontare qualsiasi tipo di problema sociale al fine di guidare il cambiamento”. (Ashoka Foundation,
nd). Allo stesso tempo, nel 1998/1999, altri due importanti organizzazioni di sostegno sono state
52
19
http://www.ashoka.org/
fondate: la Schwab Foundation20 e la Skoll Foundation21. Le fondazioni hanno avuto un ruolo
significativo nello sviluppo del settore dell’economia sociale attraverso lo svuiluppo di diverse
attività: identificando gli imprenditori sociali ed elargendo premi annuali per i migliori imprenditori, premiando la migliore ricerca nel campo dell’imprenditoria sociale, assegnando borse di
studio a ricercatori ed imprenditori sociali, organizzando vari programmi educativi ed ospitando
una serie di eventi pubblici di cui il World Economic Forum22 - Forum Economico Mondiale - che
deve essere menzionati.
Ambiti di attività e modelli di imprenditorialità sociale
1.5.
La rete di ricerca EMES ha individuato oltre 40 diverse forme organizzative che possono essere
classificate come attori significativi nel settore dell’economia sociale. Le imprese sociali in Gran
Bretagna possono utilizzare una grande varietà di forme giuridiche comprese le cooperative, cooperative di credito, fondi di sviluppo, organizzazioni di beneficenza, la costruzione di società/cooperative, societa’ di mutuo soccorso, società di interesse collettivo23, società per azioni, società a
responsabilità limitata, ecc, ecc. Uno studio condotto dal Ciriec - Centro Internazionale di ricerhttp://www.schwabfound.org/sf/index.htm
http://www.skollfoundation.org/
22
Il Forum Eocnomico Mondiale e’ un’organizzazione non-profit fondata nel 1972. I suoi incontri annuali coinvolgono
imprenditori delle imprese piu’ important, managers, politici, intellettuali e giornalisti per discuteresui temi piu’ recenti e piu’
scottanti nel mondo. Maggiori informazioni si trovano sul sito disponibile: http://www.weforum.org
23
Le società di interesse collettivo (SIC) sono un tipo di società a responsabilità limitata creata dalla Legge sulle Società del
2004 (di controllo, delle investigazioni e delle imprese comunitarie) e dei regolamenti comunitari di interesse societario del 2005.
Le SIC sono state, in primo luogo, create ai fini della registrazione delle imprese sociali che utilizzano risorse della comunità
locale e per reinvestire i surplus al fine di soddisfare gli interessi pubblici piu’ ampi. La formazione e la registrazione è semplice,
le SIC devono soddisfare il criterio dell’interesse comunitario. (reports obbligatori consegnati ad un organismo indipendente - i
benefici della comunità, i metodi di coinvolgimenti dei soggetti nelle attività, il vietato trasferimento di risorse locali a terzi, ecc.)
20
21
53
ca e di informazione sull’economia pubblica e cooperativa - (Barea J., JL Monzón, 2006) definisce cinque forme essenziali di imprese dell’economia sociale: cooperative, associazioni di mutuo
soccorso, gruppi di imprese/consorzi, certamente senza scopo di lucro e al servizio delle imprese
sociali e altre organizzazioni nel settore dell’economia sociale. Una delle forme giuridiche più comuni esistenti nel settore dell’economia sociale, e al tempo stesso, il tipo più comune di impresa
sociale è quella di una cooperativa. E ‘stato stimato che ci sono oltre 800 milioni di soci di cooperative in tutto il mondo organizzati in oltre 750.000 cooperative. Le cifre certamente si aggiungono al
significato e al contesto in cui operano le imprese cooperative (Anonimo, 2011): uno ogni quattro
cittadini negli Stati Uniti e in Germania è membro di una cooperativa, mentre uno su ogni tre
cittadini della UE è membro di una cooperativa, in Francia 21.000 cooperative danno lavoro a oltre
700.000 persone, il 20% delle farmacie in Belgio operano come cooperative, le cooperative a Singapore sono giusto una quota di mercato del 55% rispetto a tutte le catene di vendita al dettaglio, le
maggiori agenzie di viaggio nel Regno Unito operano sotto forma di cooperative.
54
In paesi come l’Austria, l’Ungheria, la Slovenia e altri paesi post-jugoslavi, le organizzazioni della
società civile, le associazioni in particolare, sono nella maggior parte dei casi i responsabili di
progetti pilota ed iniziative di imprenditoria sociale a livello di comunità locale. Un certo numero
di tali organizzazioni è aumentato costantemente e le potenzialità che si ritrovano nel settore
dell’economia sociale sembrano essere notevoli. Venturi P. e Zandonai F. (2012), forniscono i
seguenti dati per il settore dell’economia sociale italiana nel 2011: oltre 85.000 sono le organizzazioni impegnate in attività previste dalla legge sulle imprese sociali (118/05), 380 mila dipendenti,
oltre 50.000 volontari, EUR 10 miliardi di fatturato. Lo sviluppo dell’economia sociale, oggi, è
estremamente rilevante in quanto fornisce le risposte alle più ampie questioni sociali e ai problemi specifici di gruppi socialmente esclusi ed emarginati - disoccupati di lunga durata, i poveri, gli
anziani, le persone con disabilità, ecc, ecc. Inoltre, l’economia sociale ha un forte impatto sulle
strategie che possono essere adottate per affrontare le scottanti questioni ambientali. L’ambito di
attività delle imprese sociali è al tempo stesso molto versatile e molto complementare. Il maggior
numero di imprese sociali è attiva nei seguenti settori: assistenza sociale, sanità, istruzione, sociale, occupazionale sociale, tutela ambientale, gestione dei rifiuti, turismo, cultura, eco-produzione alimentare, le energie rinnovabili, sport, ecc., ecc. Un piccolo numero di imprese sociali sono
specializzata anche nella produzione del tessile, dell’ospitalità e della ristorazione, dell’edilizia e
di altri settori specifici. Recenti studi hanno dimostrato che le attività svolte dalle imprese sociali
rientrano in tre categorie:
1.lavoro di integrazione
2.fornitura di servizi sociali, comunità e servizi ambientali
3.commercio equo e solidale
55
2.
Quadro legislativo ed
istituzionale per lo sviluppo
dell’imprenditorialità sociale
nell’Europa sudorientale (SEE)
24
2.1.
Definizione di imprenditorialità sociale nel sud-est Europa
Italia e Austria sono tra i più antichi degli Stati membri dell’UE, mentre la Slovenia e l’Ungheria
sono diventati membri dell’UE nel 2004. La Croazia è un paese candidato all’adesione all’Unione
europea (finitura negoziati), mentre la Bosnia-Erzegovina e la Serbia hanno ottenuto lo status
di potenziale paese candidato all’adesione dell’UE. Questo contesto politico è estremamente
importante per una migliore comprensione delle differenze nell’ambito del settore di sviluppo
dell’economia sociale nell’Europa Sudorientale.
Nel caso della Bosnia-Erzegovina, la definizione di imprenditorialità sociale viene menzionata in
due strategie nazionali, vale a dire nella “Strategia di sviluppo della Federazione di Bosnia ed Erze-
56
24
L’area del sud est europeo fu definite second il Programma dell’Area del Sud Est che include i seguenti Paesi: Albania, Austria,
Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Romania, Croazi, la Repubblica della Macedonia dell’Ex Yugoslavia, la Grecia, l’Ungheria, la
Serbia, il Kosovo sotto la risoluzione UN 1244, il Montenegro, la Slovacchia, la Slovenia, la Repubblica della Moldavia, l’Italia
e l’Ucraina,
govina 2010 – 2020” e nella strategia per l’inclusione sociale della Bosnia-Erzegovina25. Queste strategie definiscono l’imprenditoria sociale come “l’obiettivo di riconoscere i problemi sociali e della
società utilizzando i principi della imprenditorialità per organizzare, sviluppare e gestire l’impresa
al fine di implementare i cambiamenti sociali. Anche se gli imprenditori sociali, di solito, lavorano
per le organizzazioni non-profit e le associazioni civiche, molti di loro sono impiegati nel settore
privato o folo-governativo. L’obiettivo principale dell’ imprenditorialità sociale è quello di migliorare
gli obiettivi sociali, che non possono essere compatibili con il guadagno e il profitto”.
In Serbia, la definizione di imprenditorialità sociale è stata menzionata solo in due documenti
fino al 2011: la strategia di sviluppo del Comune di Kruševac e nell’articolo 45 della legge sulla
riabilitazione professionale e l’occupazione delle persone con disabilità26. La legge definisce una
impresa sociale come “società costituita per svolgere attività volte a soddisfare le esigenze delle
persone con disabilità, e che impiegano almeno una persona con disabilità, indipendentemente
dal numero totale dei dipendenti”. Tuttavia, nel 2011 e 201227, sono stati progettati numerosi studi
e documenti nuovi che definiscono il contesto di imprenditorialità sociale in Serbia e, per citarne
alcuni, la strategia per il sostegno allo sviluppo della società civile nel territorio di Belgrado, il
piano d’azione per l’occupazione per il 2012 progettato dal Servizio nazionale per l’occupazione,
i report diffusi dal team per l’inclusione sociale e strategie di riduzione della povertà pensate dal
Governo della Repubblica Serbia.
La definizione di imprenditorialità sociale in Croazia è data soltanto nell’ambito della strategia nazionale per la creazione di un ambiente favorevole per lo sviluppo della società civile 2006-2011, anche
http://www.fzzpr.gov.ba/stratbih.htm
http://poslovi.infostud.com/info/saveti/pravnik-odgovara/zakoni/Zakon_o_profesionalnoj_rehabilitaciji_i_zaposljavanju_
osoba_sa_inaliditetom.pdf
27
http://www.uzuvrh.hr/UserFiles/NacionalnaStrategija(1).pdf
25
26
57
se non si può ancora parlare di unica definizione nazionale di imprenditorialità sociale. La strategia
prevede la seguente definizione: “l’imprenditorialità sociale o senza scopo di lucro appare in forme
diverse e con differenti entità generatrici di reddito, con l’obiettivo di ottenere, contemporaneamente,
effetti economici, sociali ed ecologici”. L’imprenditoria sociale rappresenta, a livello pratico, l’idea
dell’economia sociale. Secondo una definizione l’obiettivo imprenditoriale ambisce a creare un nuovo
valore, cioè del reddito. Quando si parla di imprenditorialità sociale o non-profit, è ancora una volta
il caso di parlare di creazione di nuovo valore che non deve essere esclusivamente un valore economico. Il nuovo valore può anche essere visto attraverso obiettivi sociali, come la sostenibilità di una
organizzazione non-profit, la creazione di nuovi posti di lavoro, l’impiego di categorie emarginate, la
promozione dei valori, ecc. Tuttavia, con un valore aggiunto sociale, la differenza fondamentale tra il
profit ed il non-profit imprenditoriale sta nel metodo di distribuzione del reddito. Il non-profit imprenditoriale mira a creare reddito che sara’ utilizzato, poi, da dall’organizzazione che compiera’ la
missione per il quale è stata istituita. Con le organizzazioni non-profit, in ultima analisi, non vi è alcuna distribuzione di proventi ai proprietari, fondatori, i dirigenti o tutti coloro che ci hanno guadagnato.
Per mezzo di decisioni prese dall’organo di gestione dell’organizzazione, il denaro viene utilizzato per
le attività del programma o, più frequentemente, per coprire i costi operativi. “
La situazione negli Stati membri dell’UE è piuttosto diversa. Per esempio, la definizione della
rete di ricerca EMES utilizzata in Austria spiega che le imprese sociali possono essere definite
come “organizzazioni con un obiettivo esplicito volto ad offire benefici alla comunità, avviate da
un gruppo di cittadini, il cui l’interesse materiale da parte degli investitori di capitale è soggetta
ai limitazioni”. Si pone grande importanza all’indipendenza economica delle organizzazioni e
alla propri assunzione di rischi che possono emergere surante il corso di attività socio-economico” (EMES, n.d.). La legge sulla Nuova Impresa Sociale28 in Slovenia definisce l’imprenditoria
58
28
http://www.uradni-list.si/1/content?id=102703
sociale come lo spazio permanente per espletare attività economiche in circostanze speciali di
occupazione, insieme al quale ottenere un profitto che non è né l’unico né il più importante obiettivo operativo. La legge rappresenta, inoltre, che l’imprenditoria sociale “rafforza la solidarietà
e la coesione, richiede la partecipazione ed attivita’ di volontariato, promuove approcci innovativi
alla soluzione per la soluzione dei problemi sociali, economici, ecologici e assicura prodotti di
approvvigionamento supplementari che sono di interesse pubblico, sviluppa nuove possibilità di
occupazione, garantisce offerte di lavoro aggiuntive e assicura l’integrazione sociale, nonché il
reinserimento professionale dei gruppi sociali più vulnerabili sul mercato del lavoro”.
La legge italiana sulle imprese sociali definisce “impresa sociale come un ente privato che fornisce beni e servizi di utilità sociale, che agisce per l’interesse comune e non a scopo di lucro29”.
La legge prescrive inoltre i criteri per le imprese sociali: devono essere organizzazioni private con
un minimo il 70% di prodotti o servizi appartengono ai servizi sociali, ecc., ecc. Anche se non
esiste una definizione chiara nel quadro legislativo o strategico in Ungheria, alcuni ricercatori di
definire, in senso lato, come “imprese sociali implicano tutti i diversi tipi di organizzazioni che
hanno una missione sociale e sono auto-sostenibile a lungo termine” (Horvath, O., 2010).
Il Montenegro ha adottato la strategia nazionale per l’occupazione e lo sviluppo delle risorse
umane per il periodo 2012-2015 in cui si afferma che l’imprenditorialità sociale “contribuisce
alla creazione di nuovi posti di lavoro alternativi, in particolare per coloro che appartengono ai
gruppi più vulnerabili.” Si afferma inoltre che “imprenditorialità sociale aiuta a ridurre la povertà,
sfruttando il potenziale vari” e “è sempre più considerato come uno strumento alternativo e
innovativo per la promozione dell’inclusione sociale e qeulla dei gruppi più vulnerabili”.
29
http://www.segretariatosocialelatina.it/Moduli/Legislazione/LeggiNazionali/LN_118_2005.zip
59
La Macedonia fornisce un quadro di riferimento per la definizione di imprenditorialità sociale
solo nei documenti di ricerca diversi, mentre l’imprenditorialità sociale non è ancora stato definita in un documento strategico o giuridiche.
In Kosovo, il termine di imprenditorialità sociale rimane per lo più sconosciuto al grande pubblico.
Anche le organizzazioni non governative, che si occupano di illiquidità e di mancanza di problemi
di finanziamento su base giornaliera, non hanno riconosciuto il potenziale dell’imprenditorialità
sociale (E. Varga, Villányi V., 2011).
E facile notare che, in fondo, il sistema stesso del valore è presente in tutte le definizioni, e che
ogni organizzazione enfatizza gli obiettivi sociali, ecologici ed economici che rappresentano le
linee guida per le attività delle imprese sociali. A questo proposito, l’ambito delle attività delle imprese sociali nel Sud-Est Europa, in generale, non si discosta molto dalle strutture e dalle attività
delle imprese sociali nel resto del mondo.
2.2.
60
Quadro giuridico per lo sviluppo di attività delle
imprese sociali
Quando si parla di quadro giuridico per lo sviluppo delle attività delle imprese sociali si distinguono: (1) i paesi che hanno una legislazione specifica sull’imprenditorialità sociale; (2) i
paesi che hanno alcune disposizioni di legge, che si riferiscono alla imprenditorialità sociale, e che sono parzialmente costruite e (3) i paesi che non hanno alcuna legislazione sociale
imprenditorialità. Negli ultimi dieci anni soono passate molte leggi, in Europa, che hanno definito il settore dell’economia sociale e le relative attività delle imprese sociali - leggi in materia di
imprese sociali in Finlandia nel 2003 e in Lituania nel 2004, la legge sulle cooperative sociali in
Portogallo e in Polonia nel 2006, la nuova legge sull’economia sociale in Spagna nel marzo 2011,
ecc, ecc. Una grande quantità di imprese sociali in Europa, operano sulla base della legge sulle
imprese sociali, sul diritto delle cooperative e della legge sulle associazioni (ovviamente, nei paesi
in cui svolgere attività economiche è legale - produzione e vendita di prodotti/servizi nell’ambito
di associazioni). La situazione nel Sud-Est Europa è, in realtà, molto simile, il che significa che
quadro giuridico e’ molto stimolante per le imprese sociali che possono essere correlate ai paesi
in cui il quadro giuridico e’ stato già consolidato. La seguente tabella fornisce una breve panoramica del quadro giuridico di ciascun paese:
Tabella 9. Panoramica del quadro giuridico dei paesi del Sud-Est Europa
Italia
Legge sulle Cooperative Sociali (381/1991)
Legge sull’impresa sociale (118/2005 + Decreto Legislativo 155/2006); Statuto per
le Cooperative Europee; Legge sulle ONG (49/1987); Legge sulle Organizzazioni di
Volontariato (266/1991); Decreto Leggislativo sulle ONG (ONLUS) (460/1997); Legge sulla
Creazione di un sistema integato di Servizi Sociali e d’intervento (328/2000); Legge sul
diritto del lavoro dei gruppi svantaggiati (68/1999); Legge sulla promozione sociale e sulle
associazioni promotrici (383/2000)
Slovenia
Statuto per le Cooperative Europee
Legge sulle Associazioni; Legge sugli Istituti; Legge sulle Istituzioni; Legge sugli incentivi
sull’ambiente per l’imprenditorialita’; Legge sulla prevenzione del lavoro e occupazione
illegale; Legge sull’Agricoltura; Legge sulla riabilitazione professional e l’occupazione delle
persone ocn disabilita’; Ordinanza sull’Occupazione delle persone con disabilita’
61
62
Austria
Legge sulla Promozione Mercato del Lavoro; Regolamento sul finanziamento alle
organizzazioni socio-economiche; Regolamento sull’integrazione al lavoro delle Imprese
Sociali; Legge sulle Cooperative; Statuto per le Cooperative Europee; Legge sulle
Fondazioni e dotazioni; Legge sulle Associazioni; Legge sui Laboratori protetti; Legge
sull’Occupazione pubblica
Ungheria
Legge sulle cooperative (141/2006. – decreto VI. 29 sulle cooperative sociali)
Statuto per le cooperative europee; Legge sulle organizzaizoni che promuovono il bene
comune; Legge sulle Associazioni; Legge sulle Societa’; Legge sull’Occupazione pubblica;
Legge sulla trasparenza dei sussidi concessi dai fondi pubblici; Legge sulle attivita’
economiche delle ONG (IV/2006)
Croazia
Legge sulle cooperative
La legge sulle associazioni; La legge sulle fondazioni e sui fondi; La legge sulle Societa’; La
legge sul lavoro; La legge sulla riabilitazione professionale e sull’occupazione di persone con
disabilita’; La legge sull’occupazione pubblica
Serbia
Legge sulle cooperative
Legge sulle Associazioni; Legge sulla reabilitazione professionale e l’occupazione di
persone con disabilita’; Legge sulle Societa’; Legge sull’occupazione pubblica; Legge
sull’assicurazione di occupazione e disoccupazione; Legge sul volontariato; Legge sui
servizi sociali; Legge sulle dotazioni, fondazioni e fondi; Legge sull’occupazione; Legge sui
partenariati pubblico-privati e sulle concessioni
Bosnia
Erzegovina
Legge generale sulle cooperative
Legge sulle Associazioni e Fondazioni; Legge sulle Societa’; Legge sulle entita’ e sulle
persone ocn disabilita’; Legge sui partenariati pubblici e privati; Legge sulla protezione
sociale; Legge sulle organizzazioi di micro finanza; Legge sull’occupazione pubblica
Montenegro
Legge sulle cooperative
Legge sulla reabilitazione professionale e l’occupazione di persone con disabilita’; Legge sul
Volontariato; Legge sulle ONGs
Kosovo
Legge sul servizio sociale e familiare (02/L-17); Legge sulla liberta’ di associarsi in ONG
(03/L-134); Legge sulla reabilitazione professionale e l’occupazione di persone con
disabilita’; Legge sulle organizzazioni imprenditoriali (02/L-123)’
Macedonia
Legge sulle cooperative
Legge sulle Associazioni e Fondazioni; Legge sulle donazioni e sponsorizzazioni; Legge
sull’occupazione di persone con disabilita’; Legge sul welfare sociale; Legge sulle societa’
commmerciali; Legge sulle relazioni lavorative; Legge sul lavoro sociale
Negli ultimi venti anni, l’Italia ha avuto un quadro giuridico strutturato30 per l’attività delle cooperative sociali (la prima legge sulle Cooperative è stato adottata nel 1946, quando solo 91 cooperative sono state registrati, mentre il primo disegno di legge sulle cooperative sociali è stato
redatto nel 1981), che ha rappresentato la maggior parte delle imprese sociali attive in questo
paese e, al tempo stesso, la forma più di attività nel settore dell’economia sociale piu’ rappresentata. Una crescita continua e annuale delle cooperative sociali del 10% - 40% è stato notata sin
dalla prima edizione della legge sulla Cooperativa Sociale (Corrias, C., 2010):
- 1993: 1.479 cooperative sociali (fonte: Dipartimento Nazionale delle Cooperative)
- 2003: 6.159 cooperative sociali (fonte ISTAT)
30
Fino all’adozione della Legge sulle Cooperative Sociali, le cooperative sociali hanno aggiunto lo status solidale al proprio nome.
63
- 2005: 7.363 cooperative sociali (fonte: ISTAT) - 59% di tipo A, 32,8% di tipo B, 8,2% del tipo C31
- 2008: 13.938 cooperative sociali (fonte: EURICSE)
- 2011: 11.808 cooperative sociali (Venturi P., Zandonai F., 2012) – gli imprenditori sociali italiani che hanno partecipato alla ricerca ha stimato circa 15.000 cooperative.
Ai sensi della legge, le cooperative sociali possono combinare il lavoro pagato, lavoro non retribuito e quello volontario nella loro attività (fino ad un massimo del 50% del totale degli occupati).
Quando si parla di applicazione della legge italiana sulle cooperative sociali, si deve rilevare che,
anche se nel pieno rispetto del diritto nazionale, diverse regioni recepirlo in modo diverso perché
da parte delle regioni di legge sono obbligati a passare la legislazione sussidiaria o leggi regionali
che definiscono ulteriormente specifiche attività delle cooperative sociali. La normativa regionale
sulle cooperative sociali prevede disposizioni in materia di modalità di attuazione della legislazione
nazionale, poiche’ il diritto nazionale prescrive soltanto il quadro di attività delle cooperative sociali.
Così, per esempio, l’articolo 5 della legge sulle cooperative sociali, prevede che gli enti pubblici
possono favorire le cooperative sociali in materia di appalti pubblici. Ogni regione applica questo
articolo in modo diverso. Per esempio, tale pratica non è totalmente applicata in Puglia mentre altre
regioni come Lazio, Lombardia32 ed altre stabiliscono, per legge, i criteri supplementari e quote per
il finanziamento delle cooperative sociali attraverso contratti di appalto pubblico. Inoltre, un altra
differenza che sottolinea le divergenze nelle normative regionali in sede di attuazione della legge
sulle cooperative sociali è il divieto di servizi educativi in ​​Puglia (tranne che per i soci, i dipendenti
e gli utenti), mentre le cooperative sociali di altre regioni possono essere anche centri educativi.
La legge italiana sulle Cooperative Sociali distinguee 3 tipi di cooperative: quelle di tipo A che mette insieme fornitori e beneficiary
di un servizio sociale definendolo come socio;quelle di tipo B comprendono lavoratori permanenti e disoccupati che desiderano
essere integrati nel mercato del lavoro (conosciute anche come impresa sociale per integrazione al lavoro); quelle di tipo C sono un
mix di quelle di tipo A e B o consorzio di cooperative sociali.
32
La Regione Lombardia e’ il luogo che ospita un grande numero di cooperative sociali (piu’ di 35,000)
31
64
Le concessioni ed il sistema di incentivi per le cooperative sociali dipende anche dalla legislazione regionale, dal governo regionale e dal processo decisionale, che s’intende attraverso i diversi
tipi di sostegno per lo sviluppo ed il lavoro delle cooperative sociali nel Nord e Sud Italia.
Anche se il concetto di imprenditorialità sociale, cioè, delle imprese sociali, è stato presentato in Italia nel
1990, ci sono voluti 15 anni di attivita’ di lobby e di promozione per far si’ che la legge sull’impresa sociale
entrasse in vigore. Il primo aspetto che deve essere sottolineato è che un’ impresa sociale non è né una
nuova forma giuridica, né un nuovo tipo di organizzazione, ma una categoria giuridica, uno status (impresa sociale), che risulta essere appropriato a tutti i tipi di organizzazione e che soddisfa tutti i criteri, a
prescindere dalla forma giuridica con cui sono state registrate. Pertanto, se soddisfa determinati criteri,
qualsiasi organizzazione privata rientrante nella categoria del quinto libro del codice civile, in teoria,
potrebbe essere un’impresa sociale - una cooperativa, una società di capitali o un’organizzazione della
società civile (associazioni e fondazioni). Prima che la legge fosse approvata, le cooperative sociali erano
giuridicamente considerate delle imprese sociali.
La legge sulle imprese sociali prevede che le cooperative sociali rispettino due criteri affinche’ esse
ottengano lo status sociale delle imprese:
- l’obbligo di effettuare la contabilità sociale e redigere una relazione di audit sociale33 (in base
ai criteri prescritti);
- l’obbligo di informare i propri dipendenti di tutte le attività della cooperativa34 (attività di distribuzione del profitto, ecc, ecc), vale a dire l’applicazione del principio della democrazia economica.
La contabilità sociale è un metodo per misurare gli effetti sociali e ambientali di una organizzazione, tenendo in considerazione le
opinioni di tutti gli stakeholders. Questo metodo viene utilizzato per determinare in quale modo l’organizzazione raggiunge i propri
obiettivi. Il controllo sociale implica la stesura di un report di revisione contabile indipendente che mostra come l’organizzazione
ottiene successo nella realizzazione degli obiettivi sociali, ambientali e finanziari, nonche’ i propri valori ed obblighi.
34
La Legge sulle Cooperative Sociali richiede che la Cooperativa inform ii suoi soci ma non i suoi dipendenti.
33
65
Nel 2006, quattro decreti legislativi, di attuazione della legge 155/2006, sono stati adottati definendo ulteriormente la legge del 2005 sulle imprese sociali.
- Il primo decreto ha definito i criteri che distinguono le attività che producono un impatto
sociale (la legge prevede che tali attività devono rappresentare almeno il 70% delle attività
complessive di un’organizzazione);
- ll secondo decreto definisce la procedura di registrazione e la documentazione necessaria per
la registrazione;
- le linee guida definite dal terzo decreto riguardano la contabilità sociale e la relazione di revisione sociale;
- il quarto decreto definisce le modalità di trasformazione di imprese private e di organizzazioni della società civile in imprese sociali.
Ai sensi della legge sulle imprese sociali, le imprese sociali rientrano in una delle due categorie:
le imprese attive nel settore del benessere sociale, la sanità, l’istruzione, la tutela dell’ambiente,
la cultura, l’eco-turismo sociale, ecc, ecc e le imprese che impiegano in modo permanente o parttime almeno il 30% delle persone svantaggiate con l’obiettivo di inserirle nel mercato del lavoro
(come previsto dalla legge sulle cooperative sociali). Inoltre, i principi di democrazia economica
devono essere applicati alla gestione dell’impresa; sono anche consentite le prestazioni volontarie
non retribuite. Le distribuzione degli utili ai soci e ai lavoratori è vietata, i profitti possono essere
reinvestiti nell’azienda, invece. La legge sulle cooperative sociali ha avviato molti cambiamenti,
anche in atti fiscali nazionali e regionali di sostegno e numerose leggi. Pertanto, ci sono alcune
concessioni che possono essere utilizzate dalle cooperative sociali italiane (la maggior parte delle
concessioni significative sono riportate di seguito):
66
- le riserve finanziarie di imprese sociali sono esenti dall’IVA;
- il reddito annuo assegnato al fondo comune di investimento è esente da IVA;
- in conformità con le disposizioni di cui all’articolo 7.3 della legge sulle cooperative sociali,
alle cooperative sociali e’ applicato il 4% di IVA (contro il 20% dell’aliquota normale che viene
applicata alle aziende profit private), anche se, in base alle recenti modifiche presenti nella
legislazione fiscale, le aliquote IVA stanno cambiando, così il 4% viene applicato solo temporaneamente. Se una cooperativa sociale è nel registro ONLUS35 e se fornisce servizi sanitari
e sociali ed altri tipi di cure che prevedono la somministrazione di farmaci per persone con
AIDS oppure fornisce servizi educativi per i bambini e giovani, questa e’ esente dall’ imposta
sul valore aggiunto;
- le Cooperative pagano un tasso più basso di imposta sulle società (imposta sul reddito delle
società) rispetto ad altri organismi privati;
- i soci svantaggiati36, i lavoratori delle cooperative di tipo B, sono esenti dal pagamento dei contributi previdenziali e soggette ad appalti pubblici preferenziali a condizione che l’ammontare
del contratto sia inferiore a 200.000 euro;
- le donazioni ad organizzazioni private non-profit, comprese le cooperative sociali sono esenti IVA.
Tuttavia, il passaggio della legge sulle imprese sociali non ha portato a traguardi importanti nello
sviluppo del settore dell’economia sociale, negli ultimi sei anni. Il Registro delle Imprese Sociali
35
Il Dectreto legislation sulle ONG - (ONLUS) (460/1997) concede lo status di ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa
di Utilita’ Sociale) alle organizzazioni non profit di utilita’ sociale (cooperative, associazioni, fondazioni, ecc, ecc.)che sono
registrate nel Registro delle ONG presso l’Agenzia delle ONG e che rispetta i criteri stabiiti nel Decreto Legislativo. Secondo il
Decreto queste ONG di utilita’ sociale godono di alcune concessioni e benefici nelle loro attivit’ di business.
36
Secondo la Legge ITaliana sulle Imprese Sociali le persone svantaggiate sono persone con disabilita’ fisiche, mentali e
sensoriali, ex-pazienti di ospedali psichiatrici, persone sottoposte a trattamenti psichiatrici, tossicodipendenti, alcol dipendenti,
ragazzi con difficolta’ familiari, ex detenuti.
67
presso la Camera di Commercio Italiana è stata istituito solo nel 2009, e a causa di capacità e
risorse limitate della Camera di Commercio, l’intero sistema non è riuscito a mostrare i risultati
sperati. (La Camera non è neanche stata in grado di ricevere le relazioni di audit sociale che sono
obbligatori per legge). Secondo Venturi P., Zandonai F. (2012), 365 imprese sociali rientrano nel
Registro, di cui il 10% sono cooperative sociali (altre 404 entita’ – sono state registrate nel Registro della Camera di Commercio con la frase “impresa sociale” nella loro ragione sociale). Si
deve sottolineare che, dal 2005, non vi è stata alcuna ricerca completa sul settore dell’economia
sociale a livello nazionale e nessuna valutazione sull’attuazione della legge sulle imprese sociali
e’ stata mai fatta. In sintesi, quando si parla di figure nel settore dell’economia sociale italiana,
nella maggior parte dei casi si tratta di stime e assunzioni.
A parte le due leggi che presentano un quadro legislativo indirizzato prettamente alle attività delle
cooperative sociali e delle imprese sociali, l’Italia possiede un’ampia e favorevole legislazione a
supporto che disciplina le attività di altre organizzazioni non-profit (oltre 22.000 altre organizzazioni non-profit sono state attive nel 2011 - Venturi . P., Zandonai F., 2012). E’ opportuno menzionare anche le seguenti leggi: la legge sulle Organizzazioni non governative (49/1987), la legge sulle
Organizzazioni di Volontariato (266/1991), il decreto legislativo sulle Organizzazioni sociali (460
/ 1997), la legge per l’istituzione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali (328/2000),
la Legge sulle Associazioni di Promozione Sociale (383/2000) che definisce un processo di pianificazione nazionale per la fornitura di servizi sociali. Alcuni stakeholders importanti nel settore
dell’economia sociale, tra cui la federazione delle cooperative Legacoop37, sono stati intensamente
impegnati nel processo di modifca e approvazione della legislazione, in particolare per le leggi in
materia di benefici, incentivi e agevolazioni per le imprese sociali. Queste attività sono molto significative, soprattutto alla luce della liberalizzazione delle attività svolte dalle imprese sociali.
68
37
http://www.legacoop.it/
La legislazione austriaca è leggermente più scarsa rispetto alla legislazione italiana. Tuttavia, il
processo di elaborazione del progetto di legge sulle imprese sociali è stato finalmente avviato ed
il disegno di legge integra anche regolamenti attualmente attivi nel servizio di pubblico impiego
austriaco relativo al finanziamento delle imprese socio-economiche, nonché i regolamenti del
Ministero del Lavoro, Affari Sociali e Protezione dei Consumatori sull’integrazione al lavoro delle
imprese sociali38. Diversamente da cio’ che avviene in Italia, in Austria, ogni impresa sociale di
qualsiasi tipo è regolata da norme regolamentari. E’ necessario sottolineare che in Austria esiste
un sistema fiscale favorevole e motivante e la legislazione, in base alla quale tutte le imprese, le
cooperative e gli imprenditori indipendenti esercitano attività per il bene comune, hanno diritto
a determinate prestazioni, come ad esempio un’aliquota IVA ridotta e modalità preferenziali di
gara (che è giustificata dal fatto che questi soggetti svolgono attività e raggiungono obiettivi che
il Governo dovrebbe raggiungere e realizzare in ogni caso). A questo proposito, la normativa italiana non collega sgravi fiscali agli obiettivi di un’impresa, ma piuttosto alla forma organizzativa.
Sebbene il settore dell’economia sociale in Slovenia è ancora alle prime armi (oggi rappresenta il
2-3% del PIL), alcune ricerche qualitative e quantitative piu’ approfondite sono state effettuate
nel corso degli ultimi 10 anni, i cui risultati hanno avviato il processo di stesura della legge sulle
imprese sociali. La legge è stata approvata dal Parlamento sloveno nel marzo 2011 ed e’ entrata in
vigore il 1° gennaio 2012. Obiettivo primario della legge slovena sull’Impresa Sociale è quello di
ridurre la disoccupazione, vale a dire che è rivolto verso l’occupazione sociale. La legge prescrive
dei principi per le imprese sociali, che si basano essenzialmente su criteri per le imprese sociali
fissati dalla rete di ricerca europea, EMES:
Questi regolamenti definiscono fome di imprese sociali – Imprese Socio Economiche (SÖBs), Progetti di occupazione Nonprofit (GBPs), organizzazioni periferiche non-profit (AKÜs), imprese integrative (IBs), progetti per l’occupazione di persone
con disabilita’ (BPBs).
38
69
- che sia costituito da un gruppo di individui;
- l’obiettivo non è quello di massimizzare il profitto;
- si avviano con lo scopo di perseguire attività previste dalla legge (attività di interesse generale
che non possono essere altrimenti previste senza concessioni speciali e incentivi - nel mese
di giugno 2012 e’ stato approvato il decreto sulla definizione di attività di imprenditoria sociale che ha armonizzato le attività con la classificazione delle attivita’ a livello nazionale);
- un alto grado di autonomia;
- un processo decisionale e di gestione basato su principi democratici, ecc., ecc;
Ai sensi della legge, lo status di impresa sociale può essere ottenuto da una persona giuridica che:
- ha avviato l’impresa con l’obiettivo di perseguire attività previste dalla legge, il cui il reddito
annuo superiore e’ del 50% del totale dei ricavi e che impiega almeno due lavoratori (impresa
sociale di tipo A);
- ha avviata l’impresa con l’obiettivo di impiegare 1/3 del totale dei dipendenti, essi siano soci
svantaggiati e appartenenti a gruppi svantaggiati39, e che impiega, quindi, un minimo di tre
lavoratori (di tipo B impresa sociale).
La legge prescrive integrazioni salariali speciali per imprese sociali di tipo A, mentre le imprese
di tipo B possono beneficiare di incentivi all’occupazione da parte del Servizio per l’impiego
della Slovenia. La distribuzione degli utili tra i soci e dipendenti è proibito. Un problema grave che deve affrontare la Slovenia e che riguarda l’attuazione di questa legge è l’incapacità di
comprendere il significato delle cooperative nel settore delle imprese sociali (anche se, nella
Secondo la Legge SLovena sulle Imprese Social ii membri dei gruppi svantaggiati sono pesone disabili genete con disabilita’
mentali e fisiche, persone disoccupate da molto tempo (piu’ di 24 mesi nel registro del Servizio di Collocamento Sloveno), i
disoccupati con nessuna esperienza lavorativa pregressa registrati al Servizio di Collocamento della Slovenia da almeno
6 mesi,disoccupati di oltre 55 anni, i Rom disoccupati, disoccupati minorenni, immigrati, i senza tetto, i tossicodipendenti e
alcodipendenti recuperati,ecc, ecc.
39
70
maggior parte dei paesi europei, le cooperative sono state un elemento essenziale, dominante o
addirittura, l’unica forma di impresa sociale), a causa della attuale legge sulle Cooperative che
definisce le cooperative come soggetti giuridici che sono stati istituiti con l’obiettivo di generare
profitti per i suoi soci. Tuttavia, va sottolineato che il settore sloveno delle cooperative, in particolare, ha visto una rapida crescita e sviluppo nel 2011 e 2012. Tra l’altro, la legge sull’impresa
sociale prevede la formulazione di una strategia per lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale,
che ha dato vita al Consiglio nazionale sloveno per l’Imprenditoria Sociale presso il governo della
Slovenia, al Forum sul Imprenditoria Sociale, al Registro delle Imprese Sociali, ecc, ecc. La Slovenia dispone di una serie di normative a sostegno - dalla legge per l’ambiente come stimolatore
dello sviluppo dell’imprenditorialità (incoraggia il lavoro autonomo, lo sviluppo di nuovi modelli
di lavoro, come il lavoro personale supplementare, il lavoro da casa, ecc), la legge sull’agricoltura
(incoraggia le attività agricole ausiliarie per i gruppi socialmente esclusi), la legge sulle associazioni (anche se la legge vieta di impegnarsi in attività generatrici di profitto), la riabilitazione
professionale e l’occupazione dei disabili con la Legge sulle persone (che, oltre che in Croazia,
prevede vari incentivi e concessioni alle organizzazioni che impiegano persone con disabilità cofinanziamento attravero stipendi alle persone con disabilità e l’esenzione dall’imposta sulle
società, ecc, ecc.). Questa legge prevede anche l’esenzione IVA per le attività particolari, a seconda dell’organizzazione che svolge l’attività (istituti, enti per i disabili). Come nella maggior parte
dei paesi ex-jugoslavi, l’articolo 48 della legge sugli appalti pubblici stabilisce che le organizzazioni in questione possono essere favorite negli appalti pubblici, alle stesse condizioni e qualità
degli altri offerenti.
Parallelamente ai risultati di ricerca presentati, al forte sostegno e alle attivita’ di lobby e al lancio
dei fondi strutturali e di coesione, in Slovenia sono emersi diversi tipi di imprese sociali, avviate principalmente da organizzazioni della società civile. Queste imprese tendono ad ottenere il
71
massimo dalle leggi esistenti, come la legge sulle cooperative, la legge sulle associazioni, la legge
sugli Istituti, la legge sulle istituzioni, la legge sulle società (che definisce la non redditività delle
società a responsabilità limitata).
Quindici anni dopo la legge italiana sulle cooperative sociali, il Parlamento ungherese ha approvato il decreto sulle cooperative sociali, che è stato collegato alla Legge sulle Cooperative adottato
qualche mese prima. Il Decreto definisce una cooperativa sociale come una cooperativa che si
propone di fornire posti di lavoro e condizioni di lavoro per i soci appartenenti a gruppi svantaggiati e, in tal modo, a migliorare la loro condizione sociale. È interessante notare che, nel contesto
della presente legge, le cooperative della scuola e degli studenti possono anche essere registrati
come cooperative sociali (Horvath, O., 2010). Negli ultimi 5 anni, lo sviluppo delle cooperative
sociali in Ungheria40 non ha vissuto un vero e proprio boom, come e’ stato il caso in Italia – solo
nell’anno 2011, l’Associazione Nazionale delle Cooperative Sociali ha segnalato la registraizone
di 178 cooperative sociali41. Il motivo potrebbe essere, in parte, attribuito al collasso economico,
ed in altra parte, all’accesso limitato ai fondi strutturali e di coesione (in particolare il Fondo sociale europeo), che solo di recente, hanno iniziato a presentare nuove opzioni e possibilità.
Una svolta rilevante nel settore dell’economia sociale ungherese si è verificato nel 2009, dopo aver superato le modifiche alla legge sulle società42 che ha garantito la possibilità di acquisire lo status di non proft
per tutte quelle forme giuridiche di entità economica (questa possibilità è già stata validata per società a
resposabilita’ limitata dal 2006). Anche se non possiamo parlare del boom di imprese non profit, un gran
numero di organizzazioni di tal tipo hanno portato avanti attività di servizio sociale, istruzione/formazione e la gestione dei rifiuti – questi sono i filoni di attivita’ più comuni delle imprese sociali.
http://szoszov.hu/
http://maps.google.hu/maps/ms?ie=UTF8&hl=hu&msa=0&msid=214819643574443793150.0004a33a40ed22ad7e52a&ll
=47.182246,19.313965&spn=5.323954,9.876709&z=7
42
http://www.zakon.hr/z/458/Zakon-o-zadrugama
40
41
72
Nel caso della Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia ed altri paesi ex-jugoslavi si può dire che sono
più o meno in una situazione simile. Nessuno di questi paesi ha opportunamente strutturato un
quadro giuridico per il funzionamento delle imprese sociali e, in questo senso, si può parlare solo
di una tendenza strategica verso la strutturazione di una propria economia sociale (d’altra parte,
non si può sostenere che l’attuale quadro legislativo impedisce lo sviluppo di sociale imprese).
Nel mese di marzo 2011, sono state approvate le modifiche alla legge sulle cooperative. L’articolo
66 definisce una forma giuridica di cooperativa sociale:
la Cooperativa Sociale è una cooperativa costituita con l’obiettivo di fornire:
- assistenza per soddisfare le esigenze di base delle persone socialmente svantaggiate, disabili
ed altre persone che non possono, altrimenti, soddisfare da soli o con l’assistenza di altri
membri della famiglia, le proprie esigenze a causa di avverse condizioni personali, economiche, sociali e di altro tipo;
- lavoro ed integrazione economica per le persone con ridotte capacità lavorative ed altre persone fisiche che non hanno le risorse per soddisfare i propri bisogni di base, e non sono, quindi,
in grado di far fronte a tali esigenze con mezzi propri, con il proprio lavoro, con il lavoro non
retribuito o qualsiasi altra fonte;
i membri di una cooperativa sociale possono essere utenti o prestatori di servizi o lavoratori della
cooperativa”.
Anche se con 20 anni dopo rispetto all’Italia, questa legge ha istituito un quadro iniziale per lo
sviluppo dell’imprenditorialità sociale e delle imprese sociali. Ci sono numerosi problemi, a tutti
i livelli, per quanto riguarda l’attuazione del presente, e sembra importante sottolineare due questioni strettamente connesse con l’Associazione delle Cooperative croate - “un’organizzazione
indipendente, professionale, imprenditoriale delle cooperative e di associazioni di cooperative
73
sono stabilite con lo scopo di promuovere, armonizzare e rappresentare gli interessi reciproci dei
soci delle cooperative e delle associazioni delle cooperative43”.
1.L’appartenenza all’Associazione delle Cooperative croate è obbligatoria per legge - questa
disposizione viola direttamente uno dei principi di base delle cooperative, cioè la partecipazione aperta e volontaria;
2.L’Associazione delle Cooperative croate non possiedono le capacità di affrontare le nuove
sfide introdotte dagli emendamenti alla legge sulle Cooperative.
A questo proposito, le nuove cooperative sociali di recente costituzione (circa 20 cooperative
sociali sono state iscritte nel Registro delle Imprese della Repubblica della Croazia nel mese di
ottobre 2012) qualora venissero lasciate sole, potrebbero chiedere il supporto tecnico da parte di
altre istituzioni a sostegno per lo sviluppo. Le Associazioni in Croazia sono autorizzate a svolgere
attività economiche nell’ambito della legge sulle associazioni e la strategia nazionale per la creazione di un ambiente favorevole per lo sviluppo della società civile a condizione che tali attività
giustifichino un massimo del 50% dei ricavi complessivi dell’associazione. Nel caso in cui questo
limite venga superato, si raccomanda (in linea con i principi di buona gestione delle organizzazioni della società civile) di stabilire una nuova entità giuridica per le attività definite sia dalla legge
sulle associazioni o dalla legge sulle società. La Croazia ha ottenuto la legge sulla riabilitazione
professionale e l’occupazione delle persone con disabilità che stimola l’occupazione delle persone con disabilità. Tra l’altro, la legge definisce i campi di lavoro per i gruppi svantaggiati, in questo caso, le persone con disabilità. Pertanto un ente, una cooperativa o una società, in cui almeno
il 51% di tutti i dipendenti siano persone con disabilità, ottiene lo status di laboratorio protetto.
Nei casi in cui le persone con disabilità non realizzino più del 50% delle prestazioni di lavoro
adeguato alla loro età, alle loro qualifiche, alle condizioni di lavoro e che non riescano a trovare un
74
43
http://www.zadruge.hr/
lavoro in condizioni generali o particolari sul mercato del lavoro o laboratori protetti, può trovare
impiego in centri di lavoro che sono di derivazione pubblica. I centri di lavoro sono fondati ai fini
della terapia lavorativa come parte dell’abilitazione e riabilitazione delle persone con disabilità.
Almeno l’80% di tutti i lavoratori devono essere persone con disabilità. I mezzi finanziari e di altro tipo per il funzionamento dei centri di lavoro sono, di norma, forniti dal fondatore, dal Fondo
per la riabilitazione professionale e dall’occupazione delle persone con disabilita’44.
Secondo la legge croata sull’occupazione, i datori di lavoro che assumono persone con disabilità
hanno diritto alle agevolazioni fiscali, incentivi finanziari, e altri incentivi previsti45 in un contratto
di lavoro separato per persone disabili. Il presente contratto si conclude tra il Fondo per la riabilitazione professionale e l’occupazione delle persone disabili, il Servizio per l’occupazione croata,
l’Istituto croato per l’assicurazione pensionistica ed altre istituzioni competenti (in base alla decisione di esercitare il diritto all’utilizzo di sussidi per l’occupazione con persone con disabilità46).
La legge sugli appalti pubblici47 sostiene anche lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale e
l’articolo 12 stabilisce che “nelle procedure di appalto pubblico le autorità aggiudicatrici possono
riservarsi il diritto di partecipazione per candidati od offerenti in base al programma di occupazihttp://narodne-novine.nn.hr/clanci/sluzbeni/288162.html
I datori di lavoro che soddisfano determinati criteri hanno diritto agli incentivi che rientrano in due categorie: gli incentivi
regolari e incentivi speciali. Gli incentivi finanziari regolari sono erogati in modo continuativo per un periodo di tre mesi e
si riferiscono agli incentivi in denaro in un ammontare pari all’assicurazione sanitaria e ai contributi lavorativi pagati dal
datore di lavoro, alla compensazione data dalla differenza di salario dovuta dal peggioramento delle prestazioni e dal cofinanziamento della porzione del costo di impiego di un assistente personale. Nel contesto di incentivi speciali i datori di lavoro
hanno diritto a pagamenti una tantum per la formazione di persone occupate con disabilità e la formazione di disoccupati con
disabilità, il diritto al risarcimento dei costi connessi alle modifiche sul posto di lavoro, il diritto al risarcimento dei costi connessi
alle modifiche delle condizioni di lavoro, il diritto ad un interesse agevolato fino al 70% del tasso di interesse stabilito sulla
base del contratto di prestito della banca e il diritto ad una parte sovvenzionata di costi che fornisce assistenza a persone con
disabilità nella masterizzazione di processi di lavoro (terapista occupazionale).
46
http://narodne-novine.nn.hr/clanci/sluzbeni/290194.html
47
http://narodne-novine.nn.hr/clanci/sluzbeni/329474.html
44
45
75
one protetta, o solo per i candidati o gli offerenti il cui numero totale di propri occupati conti un
minimo del 50% di persone con disabilità”.
Disposizioni molto simili alle legge sugli appalti pubblici48 e alla legge sulla riabilitazione professionale e occupazione delle persone disabili si applicano, oggi, in Bosnia-Erzegovina. La legge
sull’entità delle persone con disabilità, inoltre, concepiscono come abbiano avuto inizio quelle imprese volte all’occupazione delle persone con disabilità, dei laboratori protetti e dei centri di lavoro.
In Montenegro, non esiste una legge specifica che regola questioni riguardanti lo sviluppo
dell’imprenditorialità sociale, ma neppure leggi vigenti che regolano lo sviluppo dell’imprenditorialità,
le attivita’ umanitarie senza scopo di lucro e l’occupazione. Il disegno di legge in materia di
imprenditorialità sociale è in corso di elaborazione. Il processo è coordinato dal Ministero del Lavoro
e della Previdenza Sociale. Proprio come in Croazia, Serbia e Macedonia, la legge sulle Organizzazioni non governative - ONG - permette di esercitare attività economiche sempre che tali attività siano
definite dallo Statuto dell’Associazione di una ONG in particolare. A questo riguardo, la presente
legge potrebbe essere la base per avviare lo sviluppo dell’economia sociale. La strategia e la legge sul
volontariato sono strettamente legate alla legge sulle organizzazioni non governative. La legge sulle
cooperative, in pratica, fornisce principalmente un quadro di riferimento per le attività di cooperative
agricole. Anche se il processo di stesura della legge sulle cooperative sociali è stato avviato solo qualche anno fa (che era stata definita in numerosi incontri in alternativa alla obsolte legge esistente sulle
Cooperative), l’intero processo è stato interrotto. La questione del rapporto di lavoro dei gruppi svantaggiati, in particolare le persone con disabilità, è regolato dalla legge sulla riabilitazione professionale
e l’occupazione delle persone con disabilità, che, come in altri paesi ex-jugoslavi, definisce i problemi
relativi alle concessioni, incentivi, all’istituzione di laboratori protetti, ecc., ecc.
76
48
http://narodne-novine.nn.hr/clanci/sluzbeni/329474.html
Il quadro legislativo macedone non riconosce il concetto di economia sociale ed imprenditorialità
sociale. Tuttavia, proprio come in Croazia, il quadro legislativo consente lo sviluppo di attività imprenditoriali sociali attraverso determinate forme giuridiche. Ad esempio, la società civile è più
sviluppata in Macedonia che nei paesi vicini - Kosovo e Albania. Anche se di fronte a molti problemi, le organizzazioni della società civile in Macedonia sono state identificate come generatori
di iniziative per lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale. Ci sono numerosi esempi di organizzazioni ed associazioni che si occupano di lavoro sociale, innovazione sociale, ecc. ecc, che svolgono
attività come in tutti gli altri paesi ex-jugoslavi, ma ciò che e’ particolare in Macedonia è che, sulla
base della legge sulle associazioni e sulle fondazioni della decisione del Ministero della giustizia
e diritti umani, le associazioni impegnate a svolgere attività per il bene comune, sono esenti da
alcune tasse ed hanno diritto ad alcuni incentivi. Inoltre, ai sensi della legge sull’assistenza sociale, le associazioni possono fornire servizi sociali in base anche all’autorizzazione del Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali. In Macedonia la legge per l’occupazione delle persone disabili
determina, tra l’altro, i criteri per la fondazione di laboratori protetti, che sono in realtà molto
simili ai quadri giuridici vigenti in altri paesi – un’organizzazione e’ in grado di ottenere lo status
di laboratorio protetto se impiega, in modo permanente, almeno dieci persone, di cui almeno il
40% delle persone sono disabili. Nonostante il quadro giuridico esistente, ci sono pochi laboratori protetti e centri di lavoro.
Nel mese di ottobre 2011, il Ministero del Lavoro e dell’Occupazione in Serbia, ha avviato la
stesura del progetto di legge per l’imprenditoria sociale. La nuova legge sulle cooperative sociali
è stata redatta nello stesso anno. Nella pubblicazione “L’imprenditorialità sociale: modelli, pratica comparata e quadro giuridico per l’imprenditoria sociale” (Anon, 2011), gli autori affermano
che la legge nazionale vigente sulle Cooperative è stata emanata nel 1996 come legge federale,
con modificazioni nel 1998. La legge nazionale in materia di cooperative, che è stata approvata
77
nel 1989, e’ ancora oggi in vigore. La nuova legge sulle cooperative prevede la fusione del diritto
nazionale e federale in un unico testo normativo. L’articolo 12 definisce quanto segue: “le cooperative sociali svolgono attività diverse, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze della comunità,
garantendo l’inclusione sociale, economica ed occupazionale, nonché altre esigenze simili dei
gruppi svantaggiati49”.
“Le cooperative sociali devono reinvestire una parte del proprio profitto, generato dalle loro attività
volte alla tutela della salute, all’istruzione, all’occupazione, all’inclusione sociale, economica ed
occupazionale, al miglioramento sociale e delle condizioni di lavoro, competenze professionali, tenore di vita, alla tutela dell’ambiente, e al soddisfacimento delle esigenze dei gruppi svantaggiati.“
L’adozione della legge è prevista per la metà del 2013, e il suo impatto sullo sviluppo dell’economia
sociale e dell’imprenditorialità sociale in Serbia dovranno ancora essere valutate in futuro. Va notato che a metà del 2011, il Gruppo 484 di Belgrado ha preparato un progetto di legge sulle cooperative sociali, che si propone, oltre a stabilire il quadro per il funzionamento delle cooperative
sociali, di avviare la stesura del progetto di legge per l’imprenditoria sociale e le strategie per lo
sviluppo della imprenditorialità sociale in Serbia. Nel mese di settembre 2012, il Ministero del
Lavoro e per l’Occupazione, ha cominciato a redigere il progetto di legge per le imprese sociali,
che dovrebbe essere presentato in Parlamento nei primi mesi del 2013. Come nel caso di altri paesi SEE, la legge del 2009 sulle associazioni50 consente alle associazioni di esercitare attività imprenditoriali senza limiti, a condizione che tali attività siano definite dallo Statuto e che l’attività
78
49
Secondo i dettami di questa legge, i membri di gruppi svantaggiati sono persone che appartengono a gruppi sociali che sono in
forti condizioni di bisogno sociale, secondo anche la Legge sulla cura sociale e sulla sicurezza sociale ai cittadini.
50
www.projuris.org/Pogledajte/zakoni1009/26_lat.doc
principale siano iscritte nel Registro. In base alla legge sulla tassa sul reddito delle società51, il
reddito eccedente rispetto alle spese per un importo di più di RSD 400.000 (circa 4.000 euro)
dovrebbe essere tassato secondo l’aliquota imposta sul reddito per le società. In Serbia “le risorse
delle associazioni provengono spesso dai fondatori, soci e utenti delle imprese sociali o provengono da altre fonti di finanziamento per le imprese sociali” (Social Entrepreneurship: Modelli,
pratica comparativa e quadro legale per l’imprenditoria sociale Anon, 2011). Infine, l’articolo 45
della legge sulla riabilitazione professionale e l’occupazione delle persone con disabilità52 definisce altre possibilità di creazione di imprese sociali ed organizzazioni sociali:
“in base a tale legge, l’impresa sociale è una società costituita con l’obiettivo di soddisfare le
esigenze delle persone con disabilità, e che impiega un minimo di una persona con disabilità,
indipendentemente dal numero totale dei dipendenti”.
Una impresa sociale svolge le proprie attività in conformità con i regolamenti relativi alle società
commerciali. Un’organizzazione sociale, ai sensi della presente legge, è una forma giuridica stabilita
con l’obiettivo di soddisfare le esigenze delle persone con disabilità, e che impiega un minimo di una
persona con disabilità. Una impresa sociale ed un’organizzazione devono reinvestire una parte dei
profitti generati dalle attività volte al miglioramento delle condizioni di lavoro, delle competenze di
lavoro, all’integrazione sociale, tenore di vita, e a soddisfare le esigenze dei gruppi svantaggiati. Lo
svantaggio di questa disposizione è che “non definisce con precisione la percentuale di profitto da
reinvestire per l’integrazione dei suoi utenti”, ed il fatto che, a causa della materia oggetto della legge,
le disposizioni di legge non possono essere applicate ad altri gruppi vulnerabili” (Social Entrepreneurship: Modelli, pratica comparativa e il quadro normativo per l’imprenditoria sociale Anon, 2011).
51
La legge interpreta dubbiosamente il sistema fiscal per le attivita’ delle cooperative –non e’ completamente chiaro come calcolare
la tassa sul reddito in riferimento ai profitti generati da attivita’ non economiche (per esempio i diversi eventi di beneficienza).
52
http://poslovi.infostud.com/info/saveti/pravnik-odgovara/zakoni/Zakon_o_profesionalnoj_rehabilitaciji_i_zaposljavanju_
osoba_sa_invaliditetom.pdf
79
E’ evidente che gli Stati membri dell’UE hanno ottenuto un adeguato quadro normativo che stimola lo sviluppo dell’economia sociale, mentre i paesi dei Balcani occidentali devono ancora subire il
processo di formulazione delle leggi e delle politiche per lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale.
2.3.
Strategie
A parte il quadro legislativo di cui sopra, ciascuno dei paesi ha elaborato almeno un documento
strategico che tratta, o definisce, anche le misure necessarie per la creazione di un ambiente
idoneo per lo sviluppo e la gestione di imprese sociali.
Insieme ad un quadro di sviluppo più legislativo, gli Stati membri dell’UE hanno a disposizione tutta una serie di strategie volte a sostenere lo sviluppo dei servizi sociali, del lavoro sociale,
lo sviluppo dell’economia sociale e dell’imprenditorialità sociale. Solo in Ungheria, le seguenti
strategie sono state pertinenti negli ultimi dieci anni: Piano Nazionale di Sviluppo 2004-2006
(concentrato su misure per l’occupazione sociale), il nuovo Piano di Sviluppo d’Ungheria 20072013 (come supporto di nuovi ed innovativi programmi per l’occupazione), il nuovo Piano di
Sviluppo Rurale d’Ungheria 2007-2013 (con l’obiettivo di rafforzare lo sviluppo agricolo sostenibile attraverso misure volte allo sviluppo economico sostenibile delle regioni rurali). La Slovenia
ha strategie che si applicano maggiormente ad un livello regionale, ad esempio il suo programma
sull’incoraggiamento della forza competitiva nella regione di Pomurje 2010-2015, il quale definisce lo “sviluppo dell’imprenditorialità sociale” come uno dei cinque strumenti di attuazione
dell’attività. La creazione della strategia per lo sviluppo della imprenditorialità sociale è tutt’ora
in corso ai sensi della legge imprenditoria sociale.
80
In Croazia, esiste la strategia Nazionale per la creazione di un ambiente stimolante per lo sviluppo della società civile. All’inizio del 2011 e’ stato lanciato il processo di creazione di una nuova
strategia nazionale per la creazione di un ambiente stimolante per lo sviluppo della società civile per il 2012-2016, adottato nel luglio 2012. Un intero sottocapitolo all’interno del capitolo
“Società civile e coesione sociale” è stato dedicato ed utilizzato per impostare gli obiettivi e le
misure per lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale in Croazia. La TACSO53, nel suo documento, stima che sono le esigenze della Croazia a definire le attivita’ di “miglioramento del quadro
legislativo per la fornitura di servizi sociali e lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale”. Inoltre,
all’inizio del 2011, il Forum sull’Imprenditoria Sociale (Sefor) e il Ministero dell’Economia, del
Lavoro e delle Imprese ha avviato il processo di creazione della strategia per lo sviluppo della imprenditorialità sociale nella Repubblica di Croazia per il periodo strategico successivo. Il
processo di creazione della strategia è previsto per fine metà 2013. Oltre alle strategie di cui sopra, il quadro per lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale viene completato da altri vari sviluppi
strategici, come le strategie di sviluppo della province, il memorandum di inclusione sociale
della Repubblica di Croazia (JIM)54, il memorandum congiunto sulle priorità delle politiche per
l’occupazione nella Repubblica di Croazia (JAP)55, il Piano Strategico per il periodo 2012-2014
del Ministero della Imprenditorialità e Artigianato (una delle linee guida per il sostegno sistematico all’imprenditoria determina “ulteriori investimenti nella formazione permanente degli
imprenditori, all’imprenditorialità accademica, al lavoro autonomo e una misura per combattere
l’esclusione sociale, l’imprenditoria sociale”).
Assistenza Tecnica per le Organizzazioni della Societa’ Civile (TACSO) - http://www.tacso.org/
http://www.mzss.hr/medunarodna_suradnja/socijalna_skrb/jim_zajednicki_memorandum_o_socijalnom_ukljucivanju_rh
55
http://www.mingorp.hr/default.aspx?id=2014
53
54
81
In Bosnia-Erzegovina, l’imprenditorialità sociale sta diventando sempre più importante, in particolare nel contesto dello sviluppo regionale e delle iniziative regionali (a causa della sua struttura
specifica), ma anche per la riduzione della povertà, e l’inclusione occupazionale e sociale (Ninković-Papic R., 2012). Nel 2010 due strategie principali per lo sviluppo dell’economia sociale e
imprenditorialità sociale di questo paese sono state adottate (la già citata strategica per lo sviluppo
della Federazione dela Bosnia Erzegovina per il periodo 2010-2012 e la strategia per l’inclusione
sociale). In entrambi i casi, lo sviluppo dell’imprenditoria sociale è una delle priorità chiave per
la lotta contro l’esclusione sociale. La strategia per lo sviluppo della Federazione della Bosnia
Erzegovina per il triennio 2010-2012, stabilisce le linee guida per le attività volte a sviluppare
l’imprenditorialità sociale nel suo capitolo “Priorità 1: Migliorare le condizioni per lo sviluppo
delle imprese esistenti di piccole e medie dimensioni”, mentre la strategia per l’inclusione sociale stabilisce la misura di sviluppo del settore delle imprese sociali nella:
“Priorità 1: Al fine di assicurare l’inclusione di categorie socialmente escluse dal mercato del
lavoro attivo”;
"Misura 2: Sviluppare un sistema di sostegno all'imprenditorialità sociale. Per l'inclusione di categorie socialmente escluse dal mercato del lavoro attivo è necessario sviluppare misure di sostegno
all'imprenditorialità sociale, una delle forme di sviluppo che offre grandi possibilità per l'impiego
di queste categorie. Il sistema di sostegno deve essere sviluppato principalmente a livello di governo locale, nonché gli altri livelli in cui si sviluppa e funziona l'imprenditorialità sociale. Il sistema di sostegno deve essere costituito da una serie di misure che facilitino servizi amministrativi,
il sostegno finanziario e le sovvenzioni. L'esperienza dei paesi membri dell'Unione europea può
essere molto utile per questo caso56”.
82
56
http://www.mft.gov.ba/bos/images/stories/medjunarodna%20saradnja/Bos-C-SSU%20Akcioni%20plan%20BiH.pdf
La Bosnia-Erzegovina ha, inoltre, adottato strategie di sviluppo per le piccole e medie imprese.
Come nel caso delle precedenti due strategie, l’attuazione non va al passo con il programma.
La strategia di formazione all’imprenditorialità, nel sistema educativo della Bosnia-Erzegovina 2012-2015, dovrebbe aiutare direttamente lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale attraverso
l’introduzione della formazione imprenditoriale nel sistema educativo.
La strategia di riduzione della povertà della Serbia57 raccomanda una serie di misure per lo sviluppo delle attività nel settore dei servizi sociali, ed è in realtà, una delle poche e recenti strategie per
l’occupazione sociale e lo sviluppo dell’economia sociale (insieme con la strategia di cui sopra per
il sostegno del Sviluppo della Società Civile sul Territorio di Belgrado). Tuttavia, una dozzina di
progetti diversi sono stati realizzati in Serbia negli ultimi anni dal settore delle ONG, co l’intento
di promuovere e mappare le possibilità di sviluppo dell’economia sociale e dell’imprenditorialita’
sociale in Serbia. Una delle organizzazioni più attive nella regione, il Movimento europeo in
Serbia, ha finora realizzato, o sta ancora implementando, quattro grandi progetti e, nell’ambito
del progetto “Sostegno per l’integrazione europea attraverso la promozione dell’economia alternativa e coesione sociale nella Repubblica Serba”, e’ stata realizzata e pubblicata una ricerca
dal titolo “L’imprenditoria sociale e il ruolo di un’economia attiva nella costruzione europea”58.
Quest’ultima rappresentava una visione d’insieme dello stato dell’economia sociale in Serbia, e
conteneva raccomandazioni e linee guida per il suo sviluppo. Il Gruppo 484 ha trattato il tema
del quadro normativo per l’imprenditoria sociale e le raccomandazioni per il suo sviluppo. Nel
2011, ha pubblicato una ricerca dal titolo “imprenditorialita’ sociale: Modelli, pratica comparata
e quadro normativo59”.
http://www.prsp.gov.rs/download/2.%20PRSP%20-%20Main%20text.pdf
http://www.emins.org/sr/publikacije/knjige/08-soc-preduzeca.pdf
59
http://www.grupa484.org.rs/index.php?option=com_content&task=view&id=475&Itemid=111&lang=english
57
58
83
In Montenegro, molti obiettivi e priorità sono stati creati per lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale e dell’economia sociale. Essi possono essere trovati in molti documenti strategici: la strategia
per lo sviluppo regionale, la strategia nazionale per l’occupazione e sviluppo delle risorse umane,
la strategia di sviluppo e riduzione della povertà, la strategia per lo sviluppo dell’agricoltura, e la
strategia per lo sviluppo sostenibile. In Kosovo, l’unica strategia incoraggiante è quella rivolta alle
piccole e medie imprese per lo sviluppo dell’imprenditorialità 2012-2016. Tra i suoi sette obiettivi
strategici, la strategia definisce l’importanza di incoraggiare lo sviluppo dell’imprenditorialità
femminile, l’occupazione dei gruppi emarginati, ecc, ecc.
La Macedonia è caratterizzata da due strategie che possono contribuire allo sviluppo del settore
dell’economia sociale - la strategia nazionale per l’occupazione e la strategia nazionale volta alla
riduzione della povertà e all’inclusione sociale. Esse non sono affatto rivoluzionarie, ma almeno
forniscono un quadro di riferimento per l’impiego di gruppi emarginati, per lo sviluppo della
formazione e per l’edilizia popolare. Ad esempio, una delle misure contenute prevede sussidi per
l’occupazione delle persone che si trovano in una condizione di inoccupazione da lungo tempo
e l’elargizione di 3.000€ che servono a coprire i costi di start-up up. Un’altra misura e’ volta a
coprire il 50% dello stipendio per madri sole per l’intero arco di 12 mesi.
2.4.
Quadro istituzionale
84
Un quadro giuridico appropriato, avrebbe dovuto costruire un quadro istituzionale efficace, durante il processo di elaborazione, per lo sviluppo e il funzionamento delle imprese sociali. In alcuni paesi, questo quadro si rivela stabile ed efficiente. Tuttavia, nei paesi in cui il quadro giuridico
per lo sviluppo e il funzionamento delle imprese sociali e’ ancora in fase di introduzione, quadro
istituzionale non può ancora essere considerato stabile.
Table 10. Gli stakeholders che supportano il quadro istituzionale per lo sviluppo ed il funzionamento delle imprese sociali.
Italia
Ministero degli Affari Sociali; Ministero del Lavoro; Centri Regionali per le Politiche Sociali;
Centri Locali di consulenza sulle politiche sociali; Consorzi di cooperative sociali; IRIS – la
rete di alcune universita’
Slovenia
Ministero dell’Economia; Ministero del Lavoro, alla Famiglia e agli Affari Sociali; Cosiglio
Governativo allo Sviluppo Strategico; Servizio dell’Occupazione pubblica; Varie ONG
Austria
Ministero dell’Economia; Ministero del Lavoro, agli Affari Sociali e alla protezione dei
consumatori; Servizio dell’Occupazione pubblica; BDV Austria – Unione Nazional e
delle Imprese Sociali; Associazione SÖB– Unione delle imprese Socio-economiche
Ungheria
Ministero del Lavro e degli Affari Sociali; Consiglio delle Cooperative Nazionlali; Serivizio di
Occupazione Pubblica; Servizio Nazionale dell’Occupazione; Fondazione all’Occupazione
civile; Workshop – un’organizzazione generale di altre organizzazioni che operano nell;area
socio-eocnomica
Croazia
*Ministero dell’Economia, del Lavore e dell’Imprenditorialita’; *Ministero della Salute
e Affari Sociali; *Ufficio per la cooperazione con le ONG; *Fondazione nazionale per lo
sviluppo della societa’ civile; Varie ONG
Serbia
*Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; *Ministero dell’Economia e dello Sviluppo
Regionale; *Ministero dell’Agricoltura; *Ministero dell’Ambiente Sociale; *Primo-Ministro;
Team per l’Iclusione Sociale e e Riduzione della Poversta’; Varie ONG
Bosnia
Erzegovina
*Piccole e medie imprese; Agenzia nella Repubblica di Srpska; *Dipartimento di Stato per il
programma di sviluppo in Bosnia Erzegovina; *Direzione per la pianificazioni economica in
Bosnia Erzegovina; Varie ONG
85
Montenegro
*Agenzia per lo sviluppo delle piccolo e medie imprese della Repubblica di Srpska;
*Istituzione federale per la pianificazione dello sviluppo; *Direzione BiH per la
pianificazione ecoomica (DEP); Associazioni di Cooperative della Bosnia Erzegovina;
Fodazione Unicredit; RCC; TACSO; Varie ONG; ESENSEE
Kosovo
* Ministero del Lavoro e del Welfare Sociale; *British Council; *Banca Europea per la
Ricostruzione e sviluppo; TACSO; Varie ONG; ESENSEE
Macedonia
Camera di Commercio Americana e Camera di Commercio del British Council; Varie ONG;
ESENSEE
*Le istituzioni sono coinvolte nello sviluppo di quadri per il funzionamento di imprese sociali
In Austria, i ministeri competenti per il funzionamento delle imprese sociali sono il Ministero
dell’Economia ed il Ministero del Lavoro, degli Affari Sociali e per la Protezione dei Consumatori.
Inoltre, una forte influenza sul funzionamento delle imprese sociali può essere attribuito ai servizi
pubblici (il servizio pubblico di collocamento), ma anche alle cooperative specializzate come il BDV
Austria – l’Unione Nazionale delle Imprese Sociali, l’Associazione SÖB – l’Unione delle imprese
economiche sociali e dei partenariati locali per l’occupazione, che sono finanziati dal Fondo sociale
europeo. Le imprese sociali austriache sottolineano l’importanza della BDV Austria, che agisce
nell’interesse delle imprese sociali prevalentemente attraverso attivita’ di lobby e sostenendo trattative continue con il Servizio pubblico per l’impiego austriaco (Gschopf, H., 2010).
Inoltre, si deve rilevare che, in ciascuna delle nove regioni austriache, vi è una rete onnicomprensiva di organizzazioni che rappresentano le imprese sociali locali (l’adesione è volontaria60). Il
gruppo delle reti di organizzazioni rappresenta principalmente tutte quelle imprese sociali volte
86
60
La lista delle reti provinciali di imprese sociali puo’ essere trovato sul: http://www.bdv.at/landesnetzwerke/
all’inserimento lavorativo. Le loro attività riguardano tre tipi di servizi: consulenza, formazione e
lavoro temporaneo. Per quanto riguarda le risorse finanziarie messe a disposizione per le imprese
sociali (non solo in Austria), esse provengono prevalentemente dalla Banca Good.Bee, che oggi
ha lo status di banca ed offre prestiti alle imprese sociali in condizioni più favorevoli.
Il Ministero degli Affari Sociali, del Ministero del Lavoro ed i Centri Regionali per le politiche sociali
sono gli attori principali del quadro a supporto dello sviluppo dell’imprenditorialità sociale in Italia. In
collaborazione con le cooperative sociali, prioritariamente con i consorzi delle cooperative sociali, le
reti di ricerca ed università, i ministeri garantiscono un efficiente sistema di diffusione delle informazioni, di consultazione e d’istruzione (ad esempio Legacoop, Confcooperative, AGCI, ecc.)
In Ungheria, il modello del Consorzio Italiano di cooperative sociali è stato sostituito dalla rete
delle imprese sociali il laboratorio civico per l’occupazioe (LCO) – un’organizzazione che riunisce un gruppo di sette organizzazioni di impresa sociale ed offre piccole sovvenzioni/crediti per i
propri membri (specialmente le spese per lo start-up), in teemini di assistenza tecnica durante la
pianificazione di programmi, elaborazione di bilanci, ecc, ecc. Il Laboratorio Civico è finanziato
dal Ministero delle Politiche Sociali, e possiede un bilancio annuale di poco più di 200.000 euro.
A metà del 2010, e’ stata fondata un’altra organizzazione a sostegno - l’Unione Nazionale delle
Cooperative Sociali – che ha raccolto oltre 180 cooperative sociali ungheresi. Dal momento che
i paesi ex-jugoslavi non possiedono un quadro normativo definito per le imprese sociali, non si
può parlare di un quadro istituzionale stabilito. In ciascuno di questi paesi, la cooperazione tra il
privato for-profit, le organizzazioni pubbliche ed il settore delle ONG è decisamente un fattore
importante. I Ministeri dovrebbero assumere un ruolo guida. Essi dovrebbero armonizzare e coordinare le attività di tutti i partecipanti. Tuttavia, in pratica, tale ruolo è spesso svolto dal settore
delle ONG. In Croazia, dovrebbe essere il Ministero dell’Economia, del Lavoro e delle Imprese
87
ad assumere questa funzione (perché si occupa di sviluppo dell’economia e dell’imprenditorialità
e perche’ il ministero possiede già una consolidata rete di assistenza tecnica, assieme ad un
sistema finanziario consolidato, ecc, ecc), oppure il Ministero della Sanità e degli Affari Sociali
(che mette in campo sforzi minimi per lo sviluppo dell’imprenditorialità ma che, nonostante
tutto, produce impatti significativi nel settore del lavoro sociale). La Fondazione nazionale per lo
sviluppo della società civile, l’Ufficio per la cooperazione con le ONG (approccio top-down) e le
varie organizzazioni non governative, come SLAP, il Centro Autonomo - ACT, Città Sana (approccio bottom-up), predominano il terzo settore.
L’anno scorso, le organizzazioni hanno lavorato intensamente per la creazione di un ambiente stimolante per lo sviluppo e la gestione di imprese sociali. Nel 2009 e’ stato istituito il Forum
sull’Imprenditorialita’ Sociale (Sefor61), mentre negli ultimi tre anni si sono workshops, progetti,
tavole rotonde e conferenze sul tema dell’economia sociale ed imprenditorialità sociale. All’inizio
del 2012, e’ stato assegnato il primo premio annuale per l’imprenditoria sociale. Nel 2012, si e’
avviato il processo di creazione di cluster per lo sviluppo eco-sociale CEDRA. Esso comprende
sette centri regionali che supportano lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale. Alla fine del 2010,
le tre suddette organizzazioni della società civile, in collaborazione con i partner regionali, ha istituito la Rete dell’Economia Eco-Sociale nell’Europa sudorientale (ESENSEE62) al fine di favorire
88
61
SEFOR promuove l’economia sociale e l’imprenditorialita’ sociale attraverso la ricerca e lo sviluppo, le attivita’ di lobby e
di rete, il rafforzamento, la disseminazione di informaizoni, lo sviluppo delle capacita’ di attori chiave in tutti i settore della
Croazia, e la promozione della ccooperazione, lo scabio e il networking a lovello internazionale, tutti in modo da fornire
un efficiente supporto alle imprese sociali, alle organizzazioni e associazioni nella costruzione di un’azienda piu’ giusta e il
raggiungimento di un bene piu’ grande.
62
ESENSEE è una rete regionale per la promozione della cultura della cooperazione socio-economica e del miglioramento
attraverso i principi ed i valori eco-sociale. L’intera rete è costituita da un consorzio con i seguenti partner: Città della Salute
di Spalato, Slap di Osijek ed il Centro Autonomo (ACT) da Čakovec, ESCOOP- Cooperative Sociali Europee in Italia, Gruppo
484 della Serbia, ORT della Macedonia, Little People del Kosovo , e, in quanto istituzione partener, l’UNDP – con il Progetto
COAST. Per maggiori informazioni, vedi www.esensee.org
un’economia umana ed eco-sociale in grado di offrire “un’alta qualità di servizi per le sfide globali,
nazionali e locali che la società contemporanea e le economie devono affrontare oggi”.
In Croazia, così come gli altri paesi della regione, un supporto significativo allo sviluppo
dell’economia sociale è stato fornito dal Bureau Occupazione, attraverso vari sistemi di misure di
sostegno e sovvenzioni per diversi gruppi di destinatari, piccoli sussidi per il lancio delle imprese,
ecc, ecc. Purtroppo, le infrastrutture di investimento sociale esistenti non sono ancora arrivate
qui, anche se esistono organizzazioni come l’Angel Network (CRANE63) in Croazia.
Un quadro istituzionale analogo potrebbe essere descritto nel caso della Serbia, Macedonia,
Montenegro e Bosnia-Erzegovina.
La Serbia possiede la più ampia cerchia di stakeholders rilevanti, i quali contribuiscono allo sviluppo di un quadro istituzionale per le imprese sociali dei paesi dell’ex-Jugoslavia (dove il team impegnato nell’inclusione sociale e nella riduzione della povertà del governo serbo, rappresentano la
parte più attiva nel settore pubblico). Ciò che caratterizza in modo rilevante la Serbia è una significativa attività di organizzazioni private senza scopo di lucro o associazioni di cittadini. I più attivi
in ​​questo campo sono: il Fondo Balcani per le iniziative locali (BCIF), il Movimento europeo in
Serbia (EPuS), l’Iniziativa per lo sviluppo e la cooperazione (IDC), lo Smart Kolektiv ed il Gruppo
484 – che fondarono, nel febbraio del 2011, la Coalizione per lo sviluppo della imprenditorialità so63
CRANE (Croatian Angel Network) e’ la rete Croata degli angelli del business, o di investitori privati iteressati ad investire
in societa’ innovative e produttive in una fase embrionale di sviluppo. CRANE fu sviluppata attraverso un’iniziativa congiunta
di istituzioni partner: Agenzia per la Promozione degli Exports e degli Investimenti, Poteza Ventures, l’Associazione Croata del
Capitale Privato e del Capitale di Rischio, l’Associazione per incoraggiare i Software e l’imprenditorialita’ online - “Initium”,
nonche’ i seguenti imprenditori di successo: Damir Sabol, Saša Cvetojević and Hrvoje Prpić. Per maggiori informazioni, vedi
http://crane.hr
89
ciale. Rileggendo le rassegne stampa64, la Coalizione lavora “per la creazione di un quadro funzionale di
imprenditorialità sociale in Serbia attraverso la lobby, la sensibilizzazione del grande pubblico in materia
di imprenditorialità sociale, per la riduzione della povertà, aumentando le possibilità d’inclusione per
l’occupazione di emarginati sociali, e la risoluzione di questioni sociali alternativi”. Al fine di raggiungere tali obiettivi in tempi brevissimi, la Coalizione ha perseguito l’obiettivo prioritario che è l’istituzione
di partenariati con gli stakeholders sociali - lo Stato ed il settore privato for-profit. In soli cinque mesi,
la Coalizione ha organizzato un bando dal titolo “Bando per le imprese sociali per il sostegno professionale nel miglioramento del business” (finanziato dal Fondo Spagnolo Achievement MDG65), grazie al
quale hanno partecipato 33 progetti sull’imprenditoria sociale. Uno dei promotori della Coalizione e’
stato il Gruppo 484, che ha fondato SENS66 nel 2011. SENS è una rete di “diverse organizzazioni serbe
che operano secondo i principi di imprenditorialità sociale, anche se non esiste ancora un quadro giuridico in Serbia”. Si tratta di una rete aperta, dedicata allo sviluppo di un settore fortemente innovativo,
inclusivo, sostenibile e ben collegato al lavoro delle imprese sociali in Serbia. La Missione di SENS è
quello di fornire supporto ad una comunita’ inclusiva e creativa in cui l’economia sociale, il rafforzamento economico e l’inclusione sociale promossi contribuiscono, in tal modo, allo sviluppo economico
della Serbia”. Insieme ai partecipanti di cui sopra impregnati nell’imprenditorialità sociale in Serbia,
si dovrebbero citare anche la Fondazione Unicredit, Erste Bank ed il British Council, che offrono,
attraverso i loro programmi, sostegno a progetti di sviluppo nel settore dell’economia sociale. Un altro
giocatore chiave nel campo del lavoro sociale è il Fondo di Innovazione Sociale67, che ha finanziato più
di 25 progetti dal 2003. Nel 2012, e’ stato fondato il primo Centro per l’Imprenditoria Sociale in Serbia.
Sulla superficie totale di 320 m2, con la mostra e lo spazio per la vendita al dettaglio, viene offerto uno
spazio per l’istruzione volto a rafforzare le capacità delle imprese sociali e degli imprenditori.
http://www.sens.rs/article/3007
http://www.mdgfund.org
66
http://www.sens.rs/
67
http://www.sif.minrzs.gov.rs/
64
65
90
Anche se in Bosnia-Erzegovina l’imprenditorialita’ sociale si sviluppa in modo piu’ spontaneo
nell’ambito e grazie al settore delle ONG (non si tratta di uno sviluppo sistematico all’interno
del quadro istituzionale), le tre istituzioni del settore pubblico sono state riconosciute come
organizzazioni chiave per l’attuazione delle misure e delle attività della strategia per lo sviluppo
della Federazione della Bosnia-Erzegovina per il 2010-2020 e della strategia di inclusione sociale: la Direzione per la Programmazione Economica della Bosnia-Erzegovina, l’Agenzia per le
piccole e medie imprese della Repubblica di Srpska, e l’Istituto federale per la programmazione
dello sviluppo. Nel 2012, la Fondazione Unicredit ha organizzato un concorso per il “Premio
all’Imprenditorialita’ Sociale 2012”, all’interno del quale sono stati individuati alcuni potenziali
iniziative socio-imprenditoriali sostenibili iniziative e alcune organizzazioni furono individuate
e, successivamente, fondate.
La Slovenia, pur essendo avanti rispetto ad altri paesi dei Balcani occidentali, nel senso che possiede un quadro legislativo volto a stimolare le imprese sociali, manca di sistemi istituzionali
di supporto consolidati e di un quadro finanziario per l’applicazione della legge sulle Imprese
Sociali (a parte i fondi esistenti come quello del Fonso sociale europeo, il Programma Operativo
di sviluppo delle risorse umane). In questo paese, il ruolo di primo piano dovrebbe essere svolto
da parte del Ministero dell’Economia, Ministero del Lavoro, della Famiglia e Welfare, o dal Consiglio per lo sviluppo sostenibile, ma è molto probabile che sara’ l’Ufficio per l’imprenditorialità
sociale, la cui costituzione è prevista dalla legge sull’imprenditorialita’ sociale, a giocare un ruolo
importante per lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale. Alla fine del 2011, e’ stato fondato il
Forum per l’Imprenditoria Sociale a seguito dell’iniziativa intrapresa dal settore delle ONG e
dalle imprese sociali esistenti, con il pieno sostegno del Ministero del Lavoro, della Famiglia e
del Welfare, così come dal presidente della Repubblica. Nel mese di ottobre 2012, la Fondazione
Unicredit ha organizzato un concorso per il “Premio 2012 Social Entrepreneurship”.
91
Oltre alle suddette organizzazioni di supporto, autorità e istituzioni, lo sviluppo dell’economia
sociale e dell’imprenditorialità sociale nella regione è stata ulteriormente facilitata da altri operatori a livello nazionale, regionale o locale, come gli istituti professionali, gli istituti di ricerca, le
organizzazioni non governative e le imprese for-profit che commercializzano prodotti o servizi
di imprese sociali con l’obiettivo di sviluppare il concetto di impresa socialmente responsabile.
2.5.
I modelli esistenti e tipi di attività delle imprese sociali
In tutto il mondo vi è, in realtà, un problema di definizioni non corrispondenti al significato di
imprenditorialita’ sociale, imprese sociali ed imprenditori sociali. Con queste premesse, non si
puo’ discutere di una piena inclusione di imprese sociali nel settore della ricerca, soprattutto se si
considera la mancanza di un registro unico nei paesi dell’Europa sudorientale. In piu’, è possibile
distinguere i seguenti tipi di attività principali, proprio in quella parte d’Europa, che sono svolte
da cooperative sociali e associazioni di cittadini. Una descrizione più dettagliata è contenuta nella
seguente tabella.
Tabella 11. I tipi più frequenti di attività delle imprese sociali
92
Italia
Cooperative Sociali (di tipo A, B, C ); Associazioni e Fondazioni ONLUS - Non-profit;
Organizzazioni per la promozione del Bene Comune; Imprese non-profit ed imprese fr profit
Slovenia
Associazioni; Istituti di Cooperative Sociali
Austria
Cooperative Sociali; Fondazioni; Associazioni; Imprese economic-sociali (SÖBs); Porogetti
di Occupazione non-profit (GBPs); Oranizzazioni distaccate non-profit (AKÜs); Imprese
integrative (IBs); Progetti di Occupazione per i portatori di disabilita’ (BPBs)
Ungheria
Associazioni; Fondazioni; Cooperative sociali; Imprese Non-profit; Imprese for-profit
Croazia
Associazioni; Scuola delle Cooperative sociali; Cooperative; Aziende Sociali; Imprese for-profit
Serbia
Associazioni; Cooperative; Aziende sociali; Incubatori d’impresa
Bosnia
Erzegovina
Associazioni; Fondazioni; Imprese Non-profit
Montenegro
Associazioni; Imprese/iniziative; Cooperative
Kosovo
Associazioni
Macedonia
Associazioni; Imprese/Iniziative; Cooperative
Nei paesi dell’Europa sud-orientale, le seguenti forme giuridiche di imprese sociali sono considerate le più numerose forme di cooperative sociali in Italia ed altre organizzazioni della società civile
in altri paesi (cooperative, fondazioni) ed imprese (società pubbliche a responsablita’ limitata).
L’Italia e l’Austria sono gli unici paesi che implementano ulteriormente le proprie forme giuridiche, nel senso che concedono specifici status disciplinati dalla legge o da statuto. In Italia, lo
status di ONLUS (Organizzazione Non-profit di Utilita ‘Sociale) può essere concesso alle organizzazioni non-profit da parte dell’Agenzia delle organizzazioni non-profit. Queste organizzazioni devono soddisfare determinati criteri stabiliti da regolamento in modo da poter ottenere diritti
per l’espletamento di determinate prestazioni derivanti dalle proprie attività.
93
Secondo le ultime ricerche, le associazioni dei cittadini in Austria rappresentano il 56,86% delle imprese sociali registrate, mentre le società pubbliche a responsabilita’ limitata rappresentano il 21,57%
delle imprese sociali registrate (WISE e il proprio ruolo nelle politiche europee - Rapporto Nazionale
Austriaco, 2008). Le imprese sociali austriche sono delle imprese sociali volte all’inserimento lavorativo (imprese Sociali per l’integrazione lavorativo - WISE), e sono state create per la prima volta nel
1980 su iniziativa del l’ex ministro per gli Affari Sociali, Alfred Dallinger (il noto programma nazionale
“Aktion 8000”). Il loro periodo di massimo splendore e’ durato fino alla fine del 1990, a causa della
riforma delle politiche in materia di occupazione e mercato del lavoro, ma anche per la disponibilità
di fondi europei (in particolare il Fondo sociale europeo). Quelle imprese sociali si fondano su tre
assi di intervento (qualifiche, consulenza, inserimento lavorativo). Esse mirano a consentire il lavoro interinale alle persone che sono state disoccupati per un lungo periodo (compresa l’istruzione e
l’assistenza sociale e pedagogica), al fine di integrarle nel mercato del lavoro (i risultati di tali imprese
sociali mostrano un grande impatto sulla riduzione della disoccupazione in Austria - il successo avutosi con l’occupazione di dipendenti in transizione nel mercato del lavoro, che e’ dipeso dalla forma
dell’impresa sociale, e’ stato pari al 40-85%). Ci sono attualmente più di 260 forme peculiari di imprese sociali/organizzazioni sociali a livello nazionale come imprese economiche, progetti non-profit
per l’occupazione e aziende non profit per l’occupazione in Austria: 170 aziende socio-economicha
hanno generato 11.500 posti di lavoro, 81 progetti non-profit per l’occupazione e creazione di 5.000
nuovi posti di lavoro, e aziende non profit per l’occupazione e creazione di 500 nuovi posti di lavoro68.
In altri paesi, le forme giuridiche sono stabilite dalla legge sulle associazioni dei cittadini, dalla
legge sulle cooperative sociali, la legge sulle Societa’ e Cooperative, le cui caratteristiche specifiche, per ciascun paese, sono state descritte nei capitoli precedenti.
94
68
http://www.bundessozialamt.gv.at
A livello comunitario, il regolamento della Commissione (CE) 2204/2002, del 12 dicembre 2002,
relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE concernente gli aiuti di Stato a favore
dell’occupazione, necessita una doverosa considerazione.
I destinatari delle imprese sociali
2.6.
L’esclusione sociale e la povertà sono, oggi, sicuramente i due più grandi problemi in materia del sociale. Il lavoro minorile, la violazione dei diritti del lavoro, un ambiente di lavoro malsano e pericoloso, lo
sfruttamento sociale e delle comunità sono questioni che possono essere attenuate ed eliminate solo
attraverso un approccio sistematico. Per quanto riguarda tale quadro, è ovvio che le imprese sociali in
quanto tali, si rivolgono a diversi gruppi di persone che si trovano in posizione di svantaggio o sono emarginate (persone con disabilità, immigrati, minoranze, ex detenuti, ecc), essendo questo il loro obiettivo
primario, così come le persone che si trovano in una situazione di inoccupazione permanente (soprattutto i giovani, le donne e le persone di età superiore ai 55). L’indagine conferma queste premesse.
Tabella 12. I gruppi che sono obiettivo primario delle imprese sociali
Italia
Gruppi diversi svantaggiati e marginalizzati (individui con disabilita’, immigrati, ex carcerati,
ecc, ecc). Per le cooperative sociali, i gruppi che sono obiettivo primario dono definiti dalla
legge piu’ rilevante a proposito (vedi la nota 36)
Slovenia
Persone che sono state disoccupate per tanto tempo (donne, giovani, persone piu’ vecchie di
55 anni), diversi gruppi svantaggiati o marginalizzati (persone con disabilita’, i senza tetto,
minoranze, specialmente i ROM, ecc, ecc)
Austria
Persone che sono state disoccupate per tanto tempo (persone con almeno il 50 % di
disabilita’, con bisogni speciali, altre disabilita’, i senza tetto, o ex tossico dipendenti)
95
2.7.
Ungheria
diversi gruppi svantaggiati o marginalizzati (persone con disabilita’, i senza tetto, minoranze,
specialmente i ROM, ecc, ecc)
Croazia
Persone che sono state disoccupate per tanto tempo, diversi gruppi svantaggiati o marginalizzati
(persone con disabilita’, i senza tetto, minoranze, specialmente i ROM, ecc, ecc)
Serbia
diversi gruppi svantaggiati o marginalizzati (persone con disabilita’, i senza tetto, minoranze,
specialmente i ROM, ecc, ecc)
Bosnia
Erzegovina
Persone che sono state disoccupate per tanto tempo (donne, rifugiati, individui con
disbailita’, i ROM ed altre minoranze nazionali)
Montenegro
diversi gruppi svantaggiati o marginalizzati (persone con disabilita’, i senza tetto, minoranze,
specialmente i ROM, ecc, ecc
Kosovo
Persone che sono state disoccupate per tanto tempo (donne, persone con disabilita’, ecc, ecc.)
Macedonia
diversi gruppi svantaggiati o marginalizzati (persone con disabilita’)
Fonti di finanziamento per le imprese sociali
L’indagine ha dimostrato che l’efficacia del quadro giuridico ed istituzionale, la disponibilità di
diverse fonti di finanziamento ed il tradizionale funzionamento delle imprese stesse, insieme
rappresentano quei fattori principali che influenzano la diversificazione dei mezzi finanziari
delle imprese sociali.
96
Tabella 13: Fonti di finanziamento per le imprese sociali
Italia
Risorse imprenditoriali proprie; Co-finanziamento o contributi finanziari dal settore
pubblico (si applica solo alle ONLUS); Vari strumenti finanziari e criditi
Slovenia
Donazioni internazionali provenienti da fondi strutturali e di coesione (Fondo Sociale
Europeo); Donazioni nazionali; Risorse imprenditoriali proprie
Austria
Co-finanziamento nazionale (Serivizio di occupazione pubblico, province/citta’/comuni,
Ufficio di Stati agli Affari Sociali); Donazioi iternazionali provenienti da fondi strutturali e
di coesione (Fondo Sociale Europeo); Risorse imprenditoriali proprie
Ungheria
Co-finanziamento nazionale (Fondazione Nationale dell ‘Occupazione); Donazioi
internazionali provenienti da fondi strutturali e di coesione (Fondo Sociale Europeo)
Croazia
Donazioni internazionali; Donazioni nazionali; Risorse imprenditoriali proprie
Serbia
Donazioni internazionali; Donazioni nazionali; Risorse imprenditoriali proprie
Bosnia
Erzegovina
Donazioni internazionali; Donazioni nazionali; Risorse imprenditoriali proprie
Montenegro
Donazioni internazionali; Donazioni nazionali; Risorse imprenditoriali proprie
Kosovo
Donazioni internazionali; Donazioni nazionali;
Macedonia
Donazioni internazionali; Donazioni nazionali; Risorse imprenditoriali proprie
Pertanto, nei paesi in cui non si dispone di un quadro normativo, giuridico ed istituzionale opportunamente costituito che rende funzionanti le imprese sociali come unica fonte di finanziamento,
le imprese sociali ricevono donazioni da fonti internazionali e nazionali che rappresentano risorse
aziendali proprie. Il problema principale e’ che le imprese sociali in questi paesi sottolineano la
97
mancanza di fonti di finanziamento per lo sviluppo di attività imprenditoriali che sono utili per
aumentare l’occupazione sociale. Al contrario, come esempio di buona pratica, le imprese sociali in
Italia elencano le proprie risorse aziendali, i vari sistemi finanziari e crediti (attivati, in primo luogo,
da consorzi, associazioni e altre istituzioni finanziarie di cui sono membri e/o banche nazionali etiche e le banche di sviluppo come Banca Etica), nonché il co-finanziamento o contributi finanziari
derivanti dal settore pubblico (che si riferisce solamente alle ONLUS) come risorse finanziarie
fondamentali proprie. Quindi, questo è un concetto di fare impresa completamente diverso.
Table 14. Lo spettro finanziario delle imprese sociali (Alter, S. K., 2000):
Struttura
Tradizionalmente
organizzativa non-profit
Spettro
finanziario
Dipendenza totale Auto-sostenibilita’
dale donazioni/
parziale
sostegno
finanziario
Realizzazione Reddito on
del reddito
genrato. Si basa
sulle donazioni/
sostegno
finanziario nel
senso di supporto
per mantenere le
attivita’ in corso.
98
Tradizionalmente
Impresa sociale Impresa sociale
non-profit / impresa enterprise
sociale
Il reddito generato
copre una certa
parte di costi
operativi o spese di
programma
Impresa sociale
Sostenibilita’
derivante da
Cash flow
Auto-sostenibilita’
operativa
Autosostenibilita’
finanziaria
Il reddito
generato copre
tutte le spese
operative delle
iniziative che
sono piu’ basse
rispetto al valore
di mercato.
Il reddito generato
copre tutte le spese
operative (senza le
spese di mercato
come le spese in
conto capitale e
d’investimento).
Il reddito
generato copre
tutte le spese
operative e di
investimento
secondo il valore
di mercato
Sostegno
finanziario/
donazioni
100% di sussidi/
donazioni
Sostenibilita’ insostenibile.
attraverso il
Richiede un
reddito
supporto
finanziario
esterno continuo
(donazioni).
Rimborso
della spesa e’
cosnsiderato
un profitto
accidentale, e non
un risolutato atteso
dal programma.
Impresa sociale
e/o societa’
madre dipende
maggiormente dai
sostegni finanziari/
donazioni.
E’ in grado di
colmare il deficit
che deriva
dalla differenza
tra il reddito
generato e le
spese, mentre
gli investimenti
in conto capitale
sono per lo piu’
sostenuti/donati.
Le spese in
Nessun sussidio/
conto capital
donazione
sono sostenute
economicamente
mentre i mutui,
i prestiti e gli
investimenti lo sono
solo parzialmente.
Insostenibile. L’
organizzazione
dipende dale
donazioni e sussidi.
Comunque, il
finanziamento di
attivita’ e servizi non
essenziali ed isolati
e’ possibile.
Quasi
sostenibile.
Copre le
proprie spese
dirette; le spese
organizzative
ed operative
sono ancora
sostenute;
il reddito e’
necessario solo
per coprire
le attivita’
giornaliere.
Sostenibilita’ attesa.
I costi operativi sono
coperti dal proprio
reddito generato.
Nessun profitto
aggiuntivo. Le
donazioni e i sussidi
sono ridotti
Sostenibile con
la tendenza verso
la profittabilita’.
Il reddito copre
tutte le spese
operative e
finanziarie. La
crescita ulteriore
e’ finanziata
attraverso il
profitto. Esiste
la possibilita’
di cambiare lo
status da proft a
non-profit.
99
Tipo di
reddito
100
Donazioni
filantropiche,
sussidi, benefici
in natura, lavoro
volontario
Donazioni
filantropiche,
sussidi, benefici
in natura, lavoro
volontario ,
sostegno da parte
dell’organizzazione
madre
Concessioni
per finanziare
il deficit, sconti
e riduzioni
fiscali, lavoro
volontario, o
manodopera
a basso costo
rispetto al valore
del mercato
(tirocinanti e
stagisti), tassi
d’interesse
inferiori al
valore di
mercato,
contratti
preferenziali
Sconti e riduzioni
fiscali, tassi
d’iteresse inferiori
rispetto al valore
di mercato,
sostegno dato
dall’organizzazione
madre, sostegno
attraverso
concessioni per
spese specifiche
e contratti
preferenziali
Riduzioni fiscali
legale quando
l’organizzazione
e’ una nonprofit, e contratti
preferenziali
Le imprese sociali austiache si basano per lo più sul cofinanziamento nazionale (servizio di collocamento pubblico, risorse di bilancio derivanti da province/città comuni, Dipartimento statale
per Affari Sociali), finanziamenti provenienti dai fondi strutturali o di coesione europea (Fondo
Sociale), oppure, in ultima analisi, su risorse proprie. Sebbene il finanziamento proveniente da
risorse pubbliche nazionali è considerato uno strumento per il pagamento delle spese (non più
sotto forma di concessione) che le imprese sociali devono riapplicare ogni anno senza alcuna
garanzia di finanziamento, questo modello si rivela insostenibile nel lungo periodo, non solo per
le imprese sociali, ma anche per il settore dell’economia sociale nel suo insieme, soprattutto se
si considera che la media delle risorse finanziarie distribuite, che è del 40%, proviene da risorse aziendali ed il 60% proviene dal co-finanziamento di attivita’ di origine nazionale, di fondi
strutturali o di coesione.
In generale, per la realizzazione di obiettivi sociali ed ambientali, le imprese sociali possono
applicare strategie diverse - dalla diversificazione del reddito, attraverso la totale sostenibilità
finanziaria, alla riduzione delle spese, alla massimizzazione delle risorse (Alter, SK, 2000). Tale
spettro finanziario delle imprese sociali si fonda su obiettivi commerciali/economici, sul tipo di
impresa e sulla sua maturità. Una descrizione dettagliata dello spettro finanziario di imprese
sociali e’ presentata nella tabella sottostante.
Gli ostacoli allo sviluppo delle imprese sociali
2.8.
Una recente ricerca (Nicholls, A. ed, 2008) ha indicato alcuni ostacoli che si possono verificare
allo sviluppo delle imprese sociali in tutto il mondo su più livelli:
- mancanza di stimolo per lo sviluppo di un quadro giuridico consolidato per le imprese sociali;
- mancanza di un ambiente fiscale favorevole e giusto per le donazioni alle imprese sociali e per
il loro funzionamento;
- un contesto politico sottosviluppato per l’attuazione di campagne e tavole rotonde;
- corruzione e mercato non protetto.
L’elenco può essere completato da alcuni altri ostacoli individuati in altre ricerche e che sono
rintracciabili nella regione dell’Europa sudorientale: la mancanza di strategie nazionali e di sostegno, un capitale sociale sottosviluppato, la mancanza di tradizione nell’imprenditorialità so101
ciale, la mancanza di competenze imprenditoriali nei dirigenti sociali. Le imprese sociali sottolineano che la crisi economica colpisce la sostenibilità e la possibilità della loro crescita, mentre
l’esposizione ai suoi effetti, a lungo termine, rappresenta l’ostacolo piu’ grande.
Le imprese sociali nel paesi dell’ex-Jugoslavia trovano il maggior numero di ostacoli/problemi
nella mancanza di un quadro normativo stimolante e nelle strategie di sviluppo per l’economia
sociale, nella mancanza di capacità e know-how per lo sviluppo di imprese sociali (mancanza di
centri di sostegno per le imprese sociali), associazioni di cittadini che non possiedono risorse
umane adeguate, la mancanza di dati statistici, ed in particolar modo, di ricerca, processi di ristrutturazione economica e di transizione molto lenti, e la mancanza di comprensione, da parte
del settore pubblico e privato for-profit, delle funzioni dell’economia sociale nella risoluzione dei
crescenti problemi di esclusione sociale e di povertà.
Le imprese sociali localizzate nei paesi dell’Unione Europea presentano una serie di problemi/
ostacoli che sono specifici per ciascuno paese.
In Italia, il più grande ostacolo all’uteriore sviluppo e funzionamento delle attività delle imprese
sociali e‘ dato dalla netta distinzione tra le imprese for-profit e quelle non profit, che determina una
debole motivazione e predisposizione psicologica nell’applicazione del modello d’impresa sociale.
Nei limiti del bilancio dello Stato, la riduzione delle risorse disponibili, in particolare la crisi economica, la riduzione del reddito da parte delle imprese, una forte concorrenza delle imprese private for-profit insieme all’obsolescenza ed irrilevanza di una delle leggi fondamentali
dell’economia sociale italiana, poggiano tutte sulla legge delle Cooperative Sociali.
102
In Slovenia, la maggior parte dei problemi riguardano lo sviluppo del quadro legislativo ed istituzionale: le imprese sociali si lamentano perche’ non c’è nessuna strategia per lo sviluppo del
settore privato non-profit, e non esiste nessuna autorità nazionale che si occupa di sviluppo della
società civile e dell’imprenditorialita’ sociale. Le imprese sociali vedono anche un grande ostacolo nell’inerzia del sistema fiscale nazionale, per esempio, nel pagamento anticipato dello stipendio che si riferisce al lavoro straordinario del personale, aliquota IVA, ecc, ecc.
L’impresa sociale ungherese vede la maggior parte dei problemi nella mancanza di cooperazione
all’interno del settore dell’economia sociale, la mancanza di un gruppo di associazioni nazionali/
forum delle imprese sociali, nella debolezza della domanda di prodotti e servizi delle imprese
sociali, di crisi dei mercati finanziari e del lavoro che colpiscono direttamente la sostenibilità
delle comunità locali, e le imprese sociali, la mancanza di un sistema di sostegno finanziario
da parte delle banche per il settore dell’economia sociale, la presenza di un quadro legislativo
sottosviluppato per le imprese sociali, e l’insufficiente finanziamento da parte dello Stato, dei
fondi strutturali o del fondo di coesione.
In ultima analisi, le imprese sociali austriache trovani i maggiori problemi nella “ribellione” di altre
imprese a causa della concorrenza sleale. Tuttavia, si ritiene opportuno rilevare che queste imprese
mettono da parte i propri obiettivi economici/commerciali al fine di occuparsi esclusivamente di
gruppi sociali di emarginati. La consapevolezza delle proprie azioni giustifca il loro trattamento
“preferenziale” sul mercato. Lo stesso problema si presenta anche nel settore delle cooperative,
dove ci sono “ostacoli più piccoli, che si profilano sotto forma di tasse necessarie ai fini di iscrizioni
obbligatorie o come tassa d’iscrizione ad associazioni o cooperative, e l’incapacità di cooperative
a carattere sociale ad assumere lo status di un istituto di beneficenza che puo’ concedere loro un
trattamento fiscale preferenziale” (cooperative dell’economia sociale in Croazia, 2011).
103
3.
RACCOMANDAZIONI E LINEE GUIDA
PER LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA
SOCIALE ED IMPRENDITORIALITA’
SOCIALE NELL’EUROPA
SUDORIENTALE
Oggi, l’economia si basa sul modello di massimizzazione del profitto, ignorando, pertanto, gli
obiettivi sociali e ambientali delle proprie azioni. D’altra parte, nel contesto del terzo settore, le
organizzazioni della società civile basano le proprie azioni sui valori. Le imprese sociali, in gran
parte quelle di orgine privata e senza scopo di lucro, bilanciano gli obiettivi economici con gli
obiettivi sociali ed ambientali. Essi fissano i valori prima del profitto. Al giorno d’oggi le imprese
sociali contribuiscono in modo significativo alla crescita economica e sociale e allo sviluppo.
104
Il settore dell’economia sociale è uno strumento ‘’per la revisione e la modifica del sistema economico tradizionale. Per essere efficace, l’economia sociale necessita di essere efficiente, autosufficiente e costruita. In questa direzione, nei paesi di transizione, è necessario migliorare il quadro
istituzionale (pianificazione e azione intersettoriale) e quello legislativo (sviluppo e adozione della
legge sulle imprese sociali, la creazione di un quadro fiscale più favorevoli), per stabilire i modelli di supporto tecnico, per aumentare la consapevolezza degli stakeholders sulle potenzialità
dell’economia sociale e le imprese sociali, di condurre ulteriori ricerche (a livello nazionale la ricerca qualitativa su esempi di buone pratiche, sui problemi, ostacoli e possibili soluzioni).
Gli Stati membri dell’UE dovrebbero fornire una legislazione specifica e chiara (definizione univoca e chiara, obiettivi chiaramente definiti per l’azione, settori ben definiti di azione, ecc, ecc),
un’efficienza verticale ed orizzontale del quadro istituzionale, sistemi di assistenza tecnica e di
cofinanziamento efficaci e pianificati a lungo termine. Ciò che spicca come elemento cruciale è il
completamento anticipato del processo volto alla definizione concettuale dell’economia sociale,
che pone fine alla sua invisibilità istituzionale ed assicura il suo posizionamento come un pilastro
di utilità sociale tra il settore pubblico e quello privato. (Monzon J. L., R. Chaves, 2007).
Decine di conferenze, tavole rotonde, discussioni pubbliche organizzate, diffusione di progetti
e dei propri risultati, numerosi piccoli studi di ricerca/mappatura in cui si e’ partecipato, negli
ultimi due anni, indicano alcuni orientamenti comuni e delle linee guida chiare per un ulteriore
sviluppo dell’imprenditorialità sociale in Croazia e nei paesi limitrofi.
RACCOMANDAZIONI PER PAESI DELL’EUROPA SUD-ORIENTALE
3.1.
Anche se le questioni concernenti il finanziamento e gli strumenti finanziari sono spesso presenti
nel dibattito pubblico, bisogna considerare come questi debbano essere affrontati sistematicamente e strategicamente – non si auspica uno scenario in cui vengono riposte aspettative molto alte.
Prima di allora, ci dovrebbe essere un investimento sulla costruzione e sul rafforzamento delle
capacità degli attori sociali del settore economia a diversi livelli e con diversi modelli, come per esempio la formazione informale/workshop, oppure la creazione ed il funzionamento di un’accademia
105
regionale di comunità creativa, attraverso programmi educativi sull’imprenditorialità sociale nel
settore dell’istruzione formale (scuole primarie e secondarie), attraverso l’istituzione della rete
nazionale dei centri di supporto ed incubatori che consenta di ottenere un sostegno diretto da
parte degli imprenditori sociali ed imprese (marketing, pianificazione, investimenti, ecc.). Anche
i paesi sviluppati inclusi in questo lavoro di ricerca (Italia, Austria) non possiedono modelli cosi’
emancipati e sviluppati.
In alcuni paesi, ci sono già reti nazionali forti ed integrate localmente che lavorano per lo sviluppo, la promozione dell’imprenditorialità sociale, ma a livello regionale vi è una grande necessità,
riconosciuta da imprenditori sociali e delle imprese, di una maggiore integrazione regionale e la
messa in rete attraverso il patrocinio di reti, cluster, ecc, ecc. Queste reti locali, nazionali e regionali, dovrebbero essere riconosciute in una varietà di processi – come partner sociali significativi,
come co-decisori e propositori di regolamenti regolamentazioni/atti giuridici/leggi, ecc, ecc.
Per quanto riguarda il sistema di finanziamento del settori di impresa sociale, oggi ci sono già
diverse iniziative per la creazione di un fondo regionale per lo sviluppo dell’imprenditorialità
sociale, e in alcuni paesi, anche per la creazione di un fondo nazionale. Tali meccanismi hanno
dimostrato di essere efficaci nei paesi dell’Europa occidentale, nei paesi che hanno una lunga
tradizione di economia sociale e di sviluppo dell’imprenditorialita’ sociale, ma cio’ e’ avvenuto
anche in altri paesi, come l’Italia.
106
La sfida che il nuovo, ma insufficientemente sviluppato settore delle imprese sociali nei paesi dell’Europa sud-orientale (in generale, tutti i paesi tranne che l’Italia) deve urgentemente
affrontare è l’invisibilità istituzionale. Le ragioni sono molteplici: si tratta dello sviluppo di un
nuovo settore per il quale non vi è alcuna identificazione concettuale - non esiste una definizione
unica di economia sociale, di imprenditoria sociale. Nel contesto della promozione e del riconos-
cimento del settore delle imprese sociali, le iniziative come il lancio di un marchio per le imprese
sociali, come il marchio di Impresa Sociale nel Regno Unito69, sarebbe di grande aiuto.
Oltre a quanto e’ stato descritto sopra, è necessario lavorare sulla creazione di un quadro legislativo che non deve essere esclusivo ma incoraggiante e aperto. Nella maggior parte dei paesi si
parla piuttosto di adozione o revisione di leggi esistenti in materia di imprenditorialità sociale/
impresa sociale, leggi/regolamenti in materia di imprese sociali volte all’inserimento lavorativo,
norme sulle cooperative, norme sulle cooperative sociali, leggi sulle associazioni, atti sul welfare
sociale e tutte le leggi di supporto fiscale.
In ultima analisi, in linea con lo sviluppo del settore, è necessario sviluppare sistemi di qualità
per le imprese sociali e meccanismi concepiti per misurare l’influenza e l’impatto delle attività di
impresa sociale al fine di valutare l’effetto dell’impresa sociale attraverso almeno quattro principi
(la responsabilita’ sociale delle aziende, la democrazia economica, la democrazia partecipativa e
lo sviluppo sostenibile), o attraverso criteri definiti nelle leggi nazionali.
Raccomandazioni per la Croazia
3.2.
La Croatia e’ un paese in transizione e ci sono una serie di processi che si stanno verificando
attualmente nell’ambito dell’imprenditorialita’ sociale. Di seguito saranno elencate alcune delle
piu’ importanti raccomandazioni/line guida per il prossimo period strategic di tre anni:
1.È necessario assicurare un maggiore coinvolgimento dei mezzi di comunicazione, al fine di
avvicinarsi ad informare sistematicamente i decisori pubblici all’interno dell’economia sociale e l’imprenditorialità sociale.
69
http://www.socialenterprisemark.org.uk/
107
2.È necessario prevedere una regolazione giuridica incentivante che sarà sufficientemente
aperta alla partecipazione di varie organizzazioni che operano nel settore dell’economia
sociale. Alcune delle possibilità sono modifche agli atti giuridici esistenti o l’adozione di
nuove leggi sulle imprese sociali, come la legge sulle cooperative sociali, ecc, ecc. Questo dovrebbe essere preceduto dall’adozione di una specifica strategia per lo sviluppo
dell’imprenditorialità sociale.
3.È necessario assicurare un investimento sistematico nella capacita’ di costruire e nel supporto infrastrutturale attraverso la creazione ed il rafforzamento di centri di assistenza regionali
(CEDRA), un forum di imprenditorialità sociale e di altre forme di sostegno. In questo contesto, è necessario costruire un sistema educativo per gli imprenditori sociali che operano in
diversi segmenti di attività imprenditoriale (business planning, audit finanziario e sociale,
ecc, ecc.)
4.È necessario incoraggiare il settore privato for-profit a partecipare attivamente ai programmi
di occupazione sociale, ai programmi che forniscono mentoring alle organizzazioni impegnate nello sviluppo dell’imprenditorialita’ sociale e ad utilizzare in maggior misura i servizi ed i
prodotti delle imprese sociali esistenti.
5.È necessario istituire un Fondo per lo sviluppo dell’imprenditorialita’ sociale, o fornire linee
di credito più favorevoli che siano a disposizione delle imprese sociali in tutte le fasi di attività
imprenditoriali.
6.È necessario effettuare ulteriori ricerche approfondite:
a.per studiare lo stato attuale e le prospettive di sviluppo della legislazione in tutta la regione, al
fine di imparare dall’esperienza e trovare un modello ottimale adatto per la Croazia;
b.di sviluppare un’analisi qualitativa/mappatura delle risorse e potenzialità per lo sviluppo
dell’imprenditorialità sociale in Croazia;
108
c.per condurre una ricerca qualitativa delle organizzazioni che sono impegnate nella fornitura di servizi sociali al fine di individuare le migliori pratiche e risolvere i problemi di
accesso al mercato e la creazione di servizi sociali;
d.per condurre una ricerca qualitativa sugli ostacoli che le organizzazioni private for-profit
della società civile incontrano nei processi di transizione verso lo status di imprese sociali.
7.È necessario avviare la creazione di nuove agenzie governative e associazioni indipendenti/alleanze quali il Consiglio nazionale per l’imprenditoria sociale, l’Associazione nazionale
delle cooperative sociali, ecc.
109
4.
4.1.
110
Esempi di buone pratiche
Green & Clean (Serbia)
Attività principale: pulizia, manutenzione aree verdi, piccole riparazioni
Indirizzo Internet: http://www.biziangroup.rs/
Il Gruppo 484, un’associazione di cittadini di Belgrado, lavora intensamente da dieci anni con gli
immigrati, e negli ultimi anni, attraverso una varietà di progetti, sta cercando di operare per la
loro integrazione economica. Nel 2009, la Fondazione Unidea di Milano ha sostenuto economicamente il progetto del Gruppo 484 per un importo di €503.000. L’obiettivo del progetto era quello
di fornire una formazione aggiuntiva e d integrazione lavorativa per gli immigrati, provenienti
da Belgrado, nei centri collettivi (che all’epoca avevano 11 anni, con più di 2000 immigrati), con
l’obiettivo finale di dare lavoro a circa 15 persone. All’interno dei corsi di formazione del progetto
e di specializzazione per le diverse professioni sono stati organizzati (addetti alle pulizie, amministratori aziendali, lavoratori di utilità sociale, ecc, ecc.) con la partecipazione di più di 150
immigrati. Dopo il completamento della formazione, il progetto ha mostrato i primi risultati – dei
50 immigrati che hanno partecipato alla formazione per i lavoratori di utilità sociale (come per
esempio la manutenzione del prato), 20 hanno subito trovato lavoro in un’azienda di pubblica
utilità. Dopo una fase di formazione degli immigrati, e’ stata condotta una vasta ricerca sui bisogni del settore pubblico e privato for-profit per i servizi forniti da imprese sociali, con particolare
attenzione alle professioni per le quali sono stati formati gli immigrati nell’ambito del progetto.
I risultati della ricerca hanno mostrato che vi è la necessità, da parte delle organizzazioni di tutti
e tre i settori, di contrarre servizi di pulizia, per tanto e’ stato sviluppato un business plan per la
fornitura di tali servizi.
Nel mese di ottobre 2009, il Gruppo 484 e IAN - la rete di Aiuti internazionale, hanno fondato
Green & Clean Ltd, un’impresa sociale per servizi di pulizia e manutenzione di zone verdi.
L’obiettivo principale della società è l’inserimento lavorativo degli immigrati, e di altri gruppi
socialmente emarginati. I costi aziendali iniziali sono stati totalmente a carico della Fondazione
Unidea (in importo di € 40 000). Secondo la legge che disciplina la costituzione di società, sono
stati definiti gli organi di gestione, l’organo di distribuzione del profitto (la natura non-profit della società - non vi è alcuna distribuzione degli utili tra i fondatori, membri del consiglio, o dipendenti, ma il profitto viene reinvestito in nuove attività dei fondatori - progetti per l’occupazione
e formazione dei gruppi vulnerabili, attraverso il supporto psico-sociale ed il potenziamento dei
lavoratori beneficiari, il sostegno alla creazione di nuove imprese sociali, ecc, ecc), i principi di
gestione delle imprese sociali (un sistema che prevede la rotazione del processo decisionale - la
“voce autorevole – golden voice”, l’autorità dell’amministratore delegato, i diritti dei lavoratori).
Il management della società è composto da cinque membri - il direttore della società, 2 rappresentanti della società civile dell’associazione Gruppo 484 e 2 rappresentanti di IAN. Oggi Green
& Clean Ltd. impiega 5 dipendenti a tempo pieno - direttore, vice direttore e 3 dipendenti. Ci
sono alcuni utenti permanenti (Instituto Cervantes de Belgrado, Astra Zeneca Ltd, Save the
Children Fund di Belgrado, Press Publishing Group Ltd., ecc), che svolgono continuamente
attività volte a migliorare le vendite (marketing attraverso i siti web, i social network, istituzione
di partnership con i concorrenti).
111
I problemi che l’impresa sociale deve affrontare possono essere riconosciuti a vari livelli: il sistema di welfare sociale nazionale ha creato una cultura di non-azione (i beneficiari dell’assistenza
sociale difficilmente possono decidere di optare per l’occupazione), e i dipendenti sono completamente immotivati a sviluppare l’azienda (cio’ e’ legato al fatto che a loro non e’ concesso alcuno
spazio per partecipare ai processi decisionali, considerato che, oggi, si e’ sempre piu’propensi,
invece, a dividere le azioni della società).
Green & Clean Ltd. è uno dei pochi esempi di aziende in Serbia che contribuisce al miglioramento della società serba offrendo pari opportunità di lavoro per i disoccupati di lunga durata e
di altri gruppi ed individui vulnerabili.
112
Eko Bag (Serbia)
Attività principale: il riciclaggio di carta PVC pubblicitaria, produzione di borse
Indirizzo Internet: http://www.idcserbia.org
4.2.
Eco Bag è un’associazione di cittadini nata nel mese di aprile, dell’anno 2010, con la logica di continuare il progetto “Sostegno ai processi di lavoro e la creazione di impresa sociale per il riutilizzo
dei rifiuti”, finanziato dal Comune di Belgrado, per un importo di € 26 .000. Il principale obiettivo
dell’eco-impresa sociale è dare lavoro delle donne che sono disoccupate da un lungo periodo
attraverso il riutilizzo di rifiuti specifici. I fondatori dell’associazione sono l’associazione civica
IDC Serbia e 9 donne disoccupate sopra i 50 anni di età. L’IDC Serbia esercita un diritto di voto
pari al 30% mentre le nove fondatrici il restante 70% durante il processo decisionale. L’intera
proprietà appartiene ai dipendenti della società. Essa definisce, per Statuto, come distribuire il
reddito in modo tale che l’80% del profitto confluisca nel fondo di sviluppo dell’associazione ed
il 20% direttamente al fondatore della IDC Serbia.
Sei donne con diverse qualifiche sono attualmente impiegate nell’azienda. Il loro impiego si e’
verificato dopo aver svolto un periodo di sei mesi di formazione a cucire rifiuti specifici riutilizzati, poi, nella produzione. Nel laboratorio di cucito (spazio fornito dal Comune Vračar) vengono prodotti vari articoli (borse, portafogli, borse, borsette e simili) di tessuto PVC che viene
utilizzato nelle campagne pubblicitarie. In Serbia, lo smaltimento di questo materiale è un grave
problema ambientale e cio’ conferisce ai prodotti un ulteriore valore aggiunto. In questo modo,
gli stakeholders piu’ rilevanti hanno la possibilità di sostenere le attività imprenditoriali che non
sono solo riciclaggio dei rifiuti urbani, ma anche la produzione di articoli innovativi e originali dai
rifiuti. Il più delle volte, le organizzazioni donano il materiale di scarto per acquistare prodotti
per la realizzazione delle loro attività/iniziative - per i regali d’affari, conferenze, feste, festival e
113
altri eventi. Così si rafforza la propria immagine aziendale, dimostrando responsabilità sociale e
ambientale, ma anche il sostegno finanziario a questa iniziativa imprenditoriale. Alcuni degli ex
partner e clienti sono stati: il Business Center di Belgrado, il Comune di Vračar, Mercedes-Benz
Serbia, Erste Bank, Exit Festival, Città di Novi Sad, ecc. La Eco Bag ha partecipato a numerose
mostre e festival in Serbia (Mixer festival, Moda za poneti, Festival di responsabilità sociale delle
imprese, la mostra presso la Galleria Nazionale, ecc.). Questa impresa sociale in Serbia, attualmente, non ha concorrenza.
L’Eco Bag deve il suo successo anche per l’eccellente visibilità pubblica - la storia dell’impresa
sociale e’ stata trasmessa dalla televisione di Stato, dalle emittenti televisive locali in Serbia e
Bosnia-Erzegovina, B92, Studio B, e diversi supporti di stampa come “Business Ideas”.
Eco Bag, oltre al riutilizzo del materiale di scarto, si occupa della promozione dell’imprenditorialità
sociale, del miglioramento della qualita’ della vita e dell’ambiente, dell’educazione dei cittadini
- in particolare dei bambini e dei giovani educandoli all’importanza di preservare e proteggere
l’ambiente – del sostegno pubblico al cambiamento delle abitudini relative all’uso e alla conservazione delle risorse naturali e la gestione dei rifiuti, di sviluppare la solidarietà tra i membri della
società e di promuovere ed incoraggiare l’occupazione dei disoccupati di lunga durata, ecc
114
Gostilna Dela (Slovenia)
Attività principale: accoglienza
Indirizzo Internet: http://www.tovarnadela.si/
4.3.
Gostilna Dela è una impresa sociale, sviluppata nel 2011 al di fuori di un più vasto progetto a
lungo termine chiamato “Tovarna Dela - nel mercato del lavoro”, condotto da un organizzazione
della società civile DSP nel centro di Lubiana, in collaborazione con altri partner. Il DSP Center è
una delle organizzazioni più attive della società civile in Slovenia che sta lavorando sullo sviluppo
di imprenditorialità sociale. Attraverso varie attività e programmi che aiutano l’integrazione sociale dei gruppi emarginati, l’obiettivo principale e’ condurre attività rivolte ai giovani - disoccupati,
con problemi comportamentali, ecc, ecc.
Gostilna Dela è uno dei primi esempi di imprese sociali in Slovenia, registrata ai sensi della legge
recentemente adottata in materia di imprenditorialità sociale. Si tratta di un classico piccolo ristorante, che dipende interamente dai propri servizi e dalla qualità in termini di posizionamento
in un mercato molto competitivo e saturo, ma la differenza principale è avere anche un grande
vantaggio commerciale - il ristorante non è si aperto per massimizzare i profitti dei suoi fondatori
(partner del progetto - Centerkontura, Vzgojno-izobraževalni zavod Višnja Gora i DSP Center),
ma per creare capitale sociale in termini di istruzione e occupazione dei giovani a rischio di esclusione sociale.
Nel processo di avvio di Gostilna Dela e’ stato coinvolto il pubblico, tranne i partner del progetto
e dei gruppi target. Ne’ il concetto di ristorante d’affari (che è simile al concetto di ristorante Fifteen, il cui fondatore è Jamie Oliver) ne’ il processo di adattamento allo spazio dove il ristorante si
trova, un classico esempio di cooperazione con le organizzazioni di architettura/costruzione, non
115
sono esempi non comuni. Nel processo di ristrutturazione del ristorante, sono stati organizzati
tre laboratori aperti a cui hanno partecipato amici e sostenitori del progetto, gente del quartiere,
beneficiari del progetto - al primo workshop, e’ stato sviluppato il concetto di adattamento allo
spazio, durante il secondo, e’ stato adattato uno spazio (quasi interamente con l’uso di materiali
riciclati che erano disponibili nella sala prima dell’adattamento), e nel terzo workshop, sono state
raccolte le attrezzature assieme agli utensili per la ristorazione. Fin dall’inizio dell’idea, lo slogan
di Gostilna Dela era “un luogo per socializzare”, e questo atteggiament è stato il leitmotiv di
tutte le attività del progetto.
Oggi, il ristorante impiega sette giovani che ogni giorno preparano colazioni nutrienti, spuntini
e pranzi. In qualità di dipendenti possono ugualmente partecipare ai processi decisionali, con il
direttore e i membri del Consiglio, e hanno un approccio strategico e pianificato per lo sviluppo
del ristorante. La missione del ristorante, l’impatto sociale che producono e e la tariffazione ragionevole applicata a tutte le categorie della popolazione e la qualità del buon cibo, garantiscono
che il numero degli utenti sarà lieto di tornare in futuro.
Il progetto è, in parte, finanziato dall’Unione europea attraverso il Fondo sociale europeo, e una più
piccola parte dei fondi è stata elargita dai partner del progetto e da altri vari donatori più piccoli.
116
Pomelaj (Slovenia)
Attività principale: artigianato, programmi educativi
Indirizzo Internet: http://www.pomelaj.si/
4.4.
Lo sviluppo della Cooperativa Pomelaj si e’ avuto sulla base delle esigenze individuate nel 1997,
durante il tempo in cui un gran numero di donne avevno perso il lavoro, molte aziende erano andato
in bancarotta. L’azienda DART, localizzata nel paese di Lendava, ha condotto un ampio studio sullo
sviluppo della regione rurale di Prekmurje dimostrando che la maggior parte della popolazione
è impegnata in agricoltura su piccoli appezzamenti e nell’artigianato. A quel tempo, il Ministero dell’Agricoltura ha lanciato un programma di auto-occupazione nelle zone rurali, come forma
di risposta diretta ad alcuni dei bisogni identificati. Allo stesso tempo, il primo anno sono stati
sviluppati programmi di formazione dedicati alla ceramica e maglieria e sono stati creati i primi
laboratori destinati a formare le popolazioni locali a lavorare a casa (tramite il modello di lobby che
considera il lavoro personale supplementare). Nel periodo dal 2002 al 2005, il Progetto di sviluppo
per la crescita delle zone rurali è stato implementato in Slovenia avendo il compito di svolgere varie
attivta’ di formazione, consulenza, ecc, ecc. Lo Sviluppo della Cooperativa Pomelaj e’ stata fondata
nel 2003 come uno dei dieci centri di sviluppo di recente costituzione, con l’obiettivo di sviluppare
l’imprenditorialita’ nelle zone rurali, di creare un sistema d’istruzione di qualità per la formazione
(in professioni diverse) della popolazione rurale, per aiutare la popolazione rurale a gestire le risorse finanziarie e a come avviare le proprie iniziative imprenditoriali, e per aiutare a vendere i prodotti.
Le aree di interesse per lo svolgimento di attività cooperative sono: ricerca ed l’analisi delle opportunità
di business, sviluppo di nuovi programmi di lavoro, sviluppo di nuovi prodotti (ceramica, artigianato,
maglieria, ecc), di attivita’ motivazionali e di informazione, di formazione di disoccupati, di assistenza
nel mondo delle imprese d’affari, di sostegno sul mercato (acquisto, trasformazione e distribuzione
117
dei prodotti), sviluppo e coordinamento di una rete cooperativa, attività di promozione per i soci della
cooperativa, ecc, ecc. I fondatori della cooperativa sono: il comune di Polama, il Comune di Črenšovci,
il comune di Dobrovnik, la società DART e RKC, l’Agenzia di Sviluppo Regionale di Mura a Murska
Sobota, gli agricoltori locali ed altri collaboratori. Da allora, la cooperativa ha lavorato in un edificio di
proprietà comunale.
Dal 2009, lo sviluppo della cooperativa di Pomelaj ha avuto lo status di centro per l’impiego. Al fine
di ottenere lo status di centro per l’impiego in Slovenia, qualsiasi organizzazione deve rispondere a
diversi criteri. Tra gli altri si devono impiegare almeno 5 persone con disabilità per questioni di sicurezza. Lo Stato co-finanzia lo stipendio delle persone con disabilità con un importo proporzionale alla
percentuale della capacità di lavoro e allo stipendio degli assistenti di lavoro.
118
Oggi la cooperativa ha disposizione di un personale composto da nove unita’ a tempo indeterminato
e circa 50 agricoltori (con cui hanno dei buoni rapporti commerciali e pagano i loro prodotti o servizi
consegnati entro 30 giorni, indipendentemente dal fatto che il prodotto o il servizio viene venduto o
meno). In conformità con i principi cooperativi, ogni membro della cooperativa partecipa ai processi
decisionali in forma individuale. Gran parte del proprio reddito si ottiene attraverso attività derivanti
da progetti di cooperazione (progetti finanziati dai fondi strutturali e fondo di coesione), mentre i
ricavi si ottengono dagli affari che contano circa il 20% del fatturato totale (si precisa che i ricavi dalle
attività crescono ogni anno ed occupano una quota maggiore dei ricavi totali). Il profitto viene distribuito secondo le regole delle cooperative in modo che 5% di esso confluisca nel ​​fondo di riserva della
cooperativa ed il 95% degli utili viene reinvestito nei programmi di sviluppo e cooperazione.
I problemi maggiori che la cooperativa si trova ad affrontare sono: il raggiungimento della sostenibilità
finanziaria che e’ difficile ottenere in questi tempi turbolenti, i problemi di pre-finanziamento e co-finanziamento dei progetti finanziati dall’Unione europea e la mancanza di risorse materiali ed umane.
Romani Design (Ungheria)
Attività principale: Produzione di abiti con motivi tradizionali rom
Indirizzo Internet: http://www.romanidesign.hu/
4.5.
La Cooperativa Sociale Rom Design è stata fondata da sette cooperative nel 2009 con l’obiettivo
di preservare il patrimonio culturale dei Rom attraverso la produzione di vestiti alla moda e accessori di alta qualita’ basati su motivi e materiali tradizionali dei Rom. La Cooperativa leader si
chiama Erika Varga ed è un’attivista da lungo tempo, che conduce ancora numerosi progetti per
promuovere la cultura rom, come ad esempio, la pubblicazione di riviste per bambini e giovani.
Poi c’e’ Glinda (finanziata dalla Fondazione Open Society), che si occupa di temi legati alla cultura, alla storia e alla lingua dei Rom, e ai laboratori per bambini Rom, ecc.
Fin dal loro inizio, un gran numero di agenzie donatrici hanno riconosciuto e sostenuto il lavoro
di questa cooperativa (ad esempio attraverso sovvenzioni dai SEE, e le concessioni dalla Norvegia). Il primo progetto è stato finanziato dalla Fondazione Nazionale per l’occupazione pubblica
(OFA) e, i fondi ricevuti che ammontavano a € 74 000, sono stati spesi per le attività di avviamento, per il sostentamento della cooperativa, per l’acquisto delle attrezzature, per lo sviluppo di un
piano strategico e di business e per avviare l’attivita’ imprenditoriale.
Il Rom design non è un’organizzazione di grande moda. Non è neanche considerata solamente
come una joint venture o un lavoro sperimentale imprenditoriale. Dal punto di vista del Design, la cooperativa Romani è uno strumento di comunicazione, così come il marchio. Le sue
attività fanno da ponte tra i Rom e il resto della popolazione, che contribuisce direttamente
all’eliminazione degli stereotipi nei confronti dei Rom e costruisce un positivo dibattito pubblico
su di loro. Agendo attraverso l’impiego di gruppi emarginati, la cooperativa risponde direttamen-
119
te alle esigenze del mercato: in mancanza di gioielli, abbigliamento e accessori di moda questi
vengono progettati e creati appositamente per i membri della minoranza Rom.
La cooperativa sociale del Rom design e’, oggi, ampiamente riconosciuta come organizzazione in
Ungheria (grazie alle frequenti sfilate di moda) nonostante la sua attività imprenditoriale conserva ancora lo spirito attivista dei suoi fondatori: “Invece di firmare petizioni, organizzazare proteste, utilizziamo i nostri prodotti per comunicare al pubblico che i Rom sono parte dell’Ungheria
e rimarranno tali per sempre”.
120
Bódvalenke Village Fresco (Ungheria)
Attività principale: il turismo, l’istruzione
Indirizzo Internet: http://www.bodvalenke.eu/
4.6.
La storia sul villaggio Rom di Bódvalenke, iniziata nell’agosto del 2009, su iniziativa della Fondazione della Chiesa riformista ungherese di Budapest. I famosi Rom, di fama locale ed internazionale, trasformarono il diroccato, vecchio, e cupo villaggio in uno fatto di colori vivaci e di belle
case dipinte con murales che parlano della storia e della cultura del popolo Rom in un quartiere a
nord di Ungheria. Oggi, secondo i suoi abitanti, i murales sono solo un quadro per lo sviluppo di
nuovi progetti che hanno un impatto sulla riduzione della povertà (il bilancio del governo locale
e’ di soli €135 000): si va da programmi per la salute e l’istruzione, a programmi di occupazione e
imprenditorialità fino a programmi di gestione dei rifiuti e fonti di energia rinnovabili.
La cooperativa sociale deli Affreschi è stata fondata nell’aprile 2010 su iniziativa di 11 locali
ed è impegnata principalmente nel settore del turismo, e tra le piu’ importanti iniziative c’e’
l’organizzazione della Festa del Drago. Attraverso la cooperativa e le opere pubbliche messe in
atto, negli ultimi 2 anni sono stati impiegati 46 su 52 persone residenti in età lavorativa.
I diversi progetti, per un valore totale di € 300.000, inizieranno presto con l’attuazione di un
ristorante etnico, di un museo di arte e artigianato, della costruzione di itinerari turistici nelle
paludi che circondano il paese (in collaborazione con il Parco Nazionale Aggtelek), di laboratori
di cucito, essiccazione e confezionamento di funghi selvatici ed un piccolo mercato per la vendita di prodotti locali. Successivamente e’ prevista una fase di pittura delle 20 case rimanenti,
l’organizzazione di regolari programmi culturali e turistici e campi ricreativi, ecc,ecc.
Nel 2011 la cooperativa ha vinto il premio ERSTE - Fondazione per l’integrazione sociale.
121
4.7.
Centro autonomo - ACT (Croazia)
Attività principale: lo sviluppo dell’imprenditoria sociale
Indirizzo Internet: http://actnow.hr/, http://printlab.hr/, http://act-konto.hr, http://humananova.org/
Il Centro Autonomo – ACT - è un’associazione di cittadini che si occupa di consulenza, formazione e altre forme di sostegno utili allo sviluppo della società civile, eco-sociale, culturalmente libera e socialmente impegnata nell’arte. I soci e i dipendenti condividono una visione della
società, con parità di accesso alle risorse, informazioni e conoscenze, in cui ogni individuo è importante, responsabile e lavora in maniera proattiva per il bene della società e della natura. ACT
ha vinto il premio annuale per l’imprenditorialità sociale nel 2011.
Il centro Autonomo - ACT - offre soluzioni, oggi, ai grandi problemi (utilizzo insufficiente delle
connessioni globali, la struttura di proprietaria di risorse materiali ed informazioni, l’accesso selettivo alle informazioni, alle conoscenze e tecnologie, il degrado dell’ambiente naturale, la creazione di classi sociali e il ristagno dello sviluppo della società nel suo insieme); vede pari opportunità
per tutti, in particolare, nei processi decisionali - che è il presupposto per una società civile, forte e
sviluppata. Il concetto eco-sociale, che include la giustizia sociale e l’uso sostenibile e la protezione
delle risorse naturali, dovrebbe essere introdotta come alternativa al capitalismo neo-liberale, che si
sta rivelando dannoso per la maggioranza della popolazione e della Terra nel suo complesso. Il terzo
presupposto di uno sviluppo sostenibile è che tutto il patrimonio sociale (cultura) diventa proprietà
pubblica e viene utilizzato a beneficio delle comunità locali e della società.
122
Il Centro Autonomo mira ad utilizzare progetti di sviluppo, metodi innovativi e flessibili per
rispondere ai problemi e alle esigenze delle comunità locali e nella regione. Attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori/stakeholders della comunità e la condivisione di conoscenze ed espe-
rienze nella regione, il Centro Autonomo opera a livello locale, ma crea concetti universali che la
comunità la puo’ utilizzare liberamente e supporta ulteriormente gli stakeholders nello sviluppo
ulteriore di queste risorse.
Il Centro Autonomo utilizza diversi metodi di formazione, consulenza ed informazione, cercando
di potenziare i principali stakeholders per lo sviluppo di un particolare argomento. Piu’ comunemente viene usato un approccio dal basso verso l’alto (bottom-up) in termini di contenuto (lavora sulle cause dei problemi) ed in termini di stakeholders (rafforza i gruppi target che potrebbero
essere in grado, solo dopo aver sviluppato le capacità, di avere un impatto sulla risoluzione dei
problemi e delle loro cause). Ad eccezione degli effetti a lungo termine di queste azioni, ci sono
effetti moltiplicatori come la presenza di soggetti abilitati a sviluppare i propri progetti e le proprie attività, a creare nuove collaborazioni e partnership, e a posizionarsi all’interno della loro
comunità. Nell’ambito dell’attuazione dei progetti sarebbe opportuno porre l’accento su temi
che vertono sullo scambio di conoscenze ed esperienze, sulla distribuzione del lavoro attraverso
progetti di partnership con gli stakeholders interessati e operanti in tutti i settori e gli stakeholders di altri paesi.
Nell’anno 2011, otto anni dopo la sua fondazione, il Centro Autonomo possiede sette dipendenti – un project manager, assistenti di progetto ed un tesoriere. Oltre al lavoro sui progetti svolti
nell’associazione, i dipendenti sono attivamente coinvolti in iniziative di partenariato locali, nazionali e regionali, coalizioni di supporto e reti politiche. I dipendenti attribuiscono grande importanza allo sviluppo della propria formazione continua, alla creazione e sviluppo di capacita’.
Nell’associazione si applicano i principi di buona governance delle organizzazioni della societa’
civile, e dal 2007, possiede un sistema di garanzia della qualità per le organizzazioni non-profit
- Sokno. Il Centro Autonomo e’ uno degli iniziatori e fondatori di centri di supporto per lo svilup-
123
po di imprenditorialità sociale in Croazia, e coordina cinque reti regionali delle organizzazioni
specializzate della società civile – es. il Programma JAKO - che è parte di un programma integrato
di sviluppo regionale e del rafforzamento delle capacità delle organizzazioni della società civile a
livello locale e regionale, condotta dalla Fondazione nazionale per lo sviluppo della società civile.
Dall’inizio delle sue attivita’, essa ha sviluppato un archivio unico di pubblicazioni indipendenti e
autopubblicate della regione, che rappresenta solo una parte della ricchezza della Biblioteca “tabula rasa” dell’impresa. La biblioteca ha recentemente aperto le porte all’Ufficio di Volontariato
di Medjimurje, e, recentemente, e’ stato lanciato l’Ufficio per lo sviluppo della cutura multi-disciplinare e dei nuovi media.
Lo scorso anno, per il finanziamento di alcuni progetti, l’associazione ha utilizzato per lo più fondi di
preadesione dell’UE e donazioni nazionali/sponsor utilizzati come fonte di finanziamento.
Parte dell’auto-sostenibilità finanziaria è assicurata mediante la formazione e servizi di consulenza. Dal 2007, una serie di esperimenti imprenditoriali sono stati lanciati che hanno dato luogo alla
stabilità delle imprese sociali: ACT Printlab Ltd., ACT Konto Ltd., Cooperativa Sociale Humana
Nova e Centro per l’eco-sviluppo sociale CEDRA Cakovec. Il portfolio del consorzio sociale delle imprese, nei prossimi 2-3 anni, andrà ad integrare l’eco-cooperativa agricola sociale, la creazione di un
ristorante con cibo biologico/biodinamico, un centro per l’educazione e l’occupazione delle persone
con disabilità ed un centro di assistenza domiciliare e credito per l’unione.
124
Ecco, brevemente, una carrellata sulle imprese sociali: ACT Printlab Ltd., fu creato nel 2007
dal progetto dell’associazione come strumento interessante, innovativo e necessario all’interno
della strategia di sviluppo della società civile e del non-profit sociale, della grafica e del web
design che offre ai partenrs (organizzazioni della società civile, delle imprese sociali ...) in
termini di servizi professionali di alta qualità, prodotti e servizi innovativi. Si avvale di gruppi
emarginati e di altri giovani.
ACT Konto Ltd. è un’organizzazione sociale non-profit creata nel 2009 e specializzata nella fornitura della contabilità professionale e della qualità e dei servizi contabili e delle consulenze
fiscali per le organizzazioni non-profit croate con l’obiettivo di migliorare il proprio business/
attività. Impiega solo persone con disabilità.
La Cooperativa Sociale Humana Nova promuove l’occupazione delle persone con disabilità e
di altre persone socialmente escluse (donne con più di 50 anni), attraverso la produzione e la
vendita di prodotti tessili innovativi e di alta qualità, prodotti da materiali organici e riciclati per
i mercati nazionali ed esteri. I prodotti della cooperativa rappresentano una risposta alle reali
necessità degli utenti finali. La cooperativa contribuisce attivamente allo sviluppo sostenibile
della comunità locale, alla riduzione della povertà e alla conservazione della natura. Ha iniziato la
sua attività alla fine del 2011.
Il Centro Sviluppo Eco’Sociale - CEDRA Čakovec è la più giovane impresa sociale fondata alla fine dell’anno 2011. CEDRA Čakovec è uno dei pochi centri a sostegno dello sviluppo
dell’imprenditorialità sociale in Croazia, nell’ambito del Cluster per l’eco-sviluppo sociale, e che
dovrebbe essere formalizzata a breve. CEDRA Čakovec fornisce servizi imprenditoriali e di consulenza alle imprese (consulenza ed istruzione) ad individui ed organizzazioni attraverso principi di approccio individuale, innovazione e apertura al fine di raggiungere uno sviluppo economico
sostenibile, ecologico e sociale della comunità.
Il Centro Autonomo e le imprese sociali operano in un ufficio di oltre 450 metri quadrati di uffici
nel centro della città di Čakovec.
125
4.8.
Cooperativa Ruke (Croazia)
Attività principale: produzione di ortaggi
Indirizzo Internet: http://www.udruzenje-baranja.hr/
L’Associazione “Baranja” nel Bilje ha fondato, alla fine del 2009, una cooperativa sociale “Ruke”
attraverso il progetto “rafforzamento economico delle donne nelle zone rurali”, che è finanziato dalla Banca Mondiale. Baranja è una zona rurale, con un alto tasso di disoccupazione, e una
struttura educativa piuttosto sfavorevole. Nell’ambito del progetto sono state formate 50 donne
per la produzione di ortaggi in serra, e 25 serre familiari a tunnel con filtro UV sono state acquistate e sono assegnate alla cooperativa per l’uso dei soci e dei subappaltatori. Oggi, le donne disoccupate, vittime di violenza domestica, ragazze madri, donne provenienti da famiglie numerose
con un reddito di meno di £ 1000 per membro della famiglia sono impegnate nella coltivazione,
su 2.500 metri quadrati, di ortaggi di stagione nelle serre (peperoni, pomodori, cetrioli e cipolle che si vendono nel mercato del Beli Manastir, Darda, ma anche porta a porta).
126
L’idea di avviare una cooperativa è stata concepita da un’organizzazione della società civile che
ha condotto vari programmi per la prevenzione della violenza contro le donne, ed ha aiutato le
vittime di abusi per ottenere tutta l’assistenza necessaria da parte delle autorità competenti. Dal
momento che si e’ considerato che, spesso, le donne subiscono violenza a causa della dipendenza
economica, si ‘e quindi deciso di aiutare le donne in questo segmento economico. Il progetto
per l’empowerment – rafforzamento - delle donne e’ perdurato nel tempo attraverso il sostegno
finanziario derivante dal programma IPA - Programma di sviluppo delle risorse umane e quello
proveninte dalla chiesa luterana di Osijek. Il progetto comprendeva 22 donne che hanno completato con successo il programma educativo per la produzione di pepe macinato, ed altre 10 serre
di 100 metri quadrati sono state acquistate, oltre ad una di 200 metri quadrati, che ha un sistema
di riscaldamento installato, e viene utilizzata per le lezioni pratiche/laboratori (le serre si trovano
nella proprietà consegnata della chiesa a Bilje). Il marchio “Baranjka” è stato sviluppato per i
produttori di peperoni da utilizzare per l’inserimento dei loro prodotti.
La cooperativa opera oggi con 11 membri e 9 sub-appaltatori che decidono autonomamente cosa
produrre e si preoccupano anche dell’inserimento dei prodotti nel mercato.
L’obiettivo dello sviluppo dell’imprenditorialità sociale, nel quale e’ impegnata l’associazione Baranja, in cooperazione con Ruke, non è la produzione di peperoni o verdure, ma la creazione di
un ambiente e di ipotesi di base per avviare attivita’ di business a minimo rischio ed investimenti
per gli utenti dell’idea. A seguito della sua partecipazione alla Cooperativa, l’Associazione fornisce supporto in termini di conoscenze e competenze che contribuiscono alla sostenibilità e
lo sviluppo delle cooperative. Il piano è diretto verso il profitto che deriva dallo sviluppo di tali
attività imprenditoriali grazie al finanziamento di nuovi progetti e al supporto per l’occupazione
e l’empowerment – rafforzamento - dei membri dei gruppi emarginati.
127
4.9.
Roda Association (Croazia)
Attività principale: produzione e vendita di pannolini di stoffa
Indirizzo Internet: http://www.roda.hr/, http://pelene.info/
Roda è un’associazione che riunisce i cittadini che vogliono cambiare la società in una società che
agisce in modo responsabile nei confronti di bambini, genitori, futuri genitori e famiglie - attraverso l’informazione, l’istruzione, la lobby attiva e l’inclusione nei processi di cambiamento, così
come i genitori incoraggianti ed altri gruppi sociali, a mettere in discussione lo status quo e di
essere parte del cambiamento. L’Associazione opera sul territorio croato da dieci anni.
Fin dalla sua fondazione, le entrate dell’associazione derivano da varie forme di auto-finanziamento (cioè la vendita di magliette con messaggi che promuovono la visione dell’associazione, la
vendita di banner pubblicitari sui forum di internet, l’organizzazione di bazar per la vendita di
abbigliamento per bambini usati e apparecchiature, ecc). Dal 2006 (grazie al sostegno di AED e
NESsT), l’Associazione ha iniziato a produrre pannolini di stoffa e quindi ha contribuito, con le
sue attivta’, a fondere due obiettivi - una migliore disponibilità di pannolini di stoffa per gli utenti
croati, e l’incoraggiamento di altre piccole imprese ad iniziare con la produzione di pannolini di
stoffa come fonte di ulteriori fondi per l’associazione. I pannolini di stoffa hanno molti vantaggi
rispetto a quelli usa e getta - sono più comodi e più sicuri per il bambino, proteggono l’ambiente
da migliaia di tonnellate di rifiuti duri biodegradabili (quasi una tonnellata a bambino), e rispetto
ai pannolini usa e getta costano 5.000 kune in meno ad uso.
128
Quando possibile, l’Associazione Roda utilizza materiali e prodotti da cucire prodotti in Croazia
o nei paesi vicini, al fine di ridurre l’impatto ambientale dei trasporti. Roda incoraggia l’uso di
materiali naturali e non trattati, quindi offrono pannolini in cotone biologico, bambù o canapa. I
pannolini di stoffa “Roda’s kiss” sono creati in laboratori protetti presso la Scuola professionale a
Varazdin. Il Laboratorio assume persone con disabilità, ed è stato fondato nel 2006 e ha lavorato
con il supporto della Provincia di Varazdin. Nel 2009, il laboratorio protetto è stato premiato dalla
UNDP e dal portale Moj posao come miglior datore di lavoro per le persone con disabilità.
Con continui investimenti in termini di qualità, varietà e disponibilità dei loro prodotti, Roda
è leader nella produzione di pannolini di stoffa in Croazia. I prodotti possono essere acquistati
nel negozio online e presso la sede (Nest Roda) a Zagabria. Tutti i proventi delle vendite sono
utilizzati per garantire il funzionamento dei progetti e dei programmi, di utilità sociale per gli
utenti finali.
129
4.10.
130
Eco-Mosaic (Bosnia ed Erzegovina)
Attività principale: produzione di miele e erbe aromatiche
Indirizzo Internet: http://www.ekomozaik.ba/
La Bosnia-Erzegovina è conosciuta per l’alta qualità del miele. Ogni anno in Bosnia-Erzegovina si producono circa 1.100 tonnellate di miele, mentre parallelamente, circa 1.500 tonnellate di miele viene importato, soprattutto dalla Croazia e dalla Slovenia. Allo stesso tempo, i bosniaci sono tra i maggiori consumatori di miele pro capite in Europa.
Presso il sito della ex caserma “Bisina” in Sekovici si gestisce, ora, la più grande e moderna serra presente
in questa parte d’Europa per la produzione di erbe biologiche (piante di lavanda e miele destinati al pascolo delle api), fiori, piante di frutta e verdura, ortaggi in serra e miele di alta qualità certificata. La serra è di
proprietà dell’impresa sociale EkoMozaik Ltd., il complesso dell’ex caserma militare che è stato prestato
a EkoMozaik dal Comune di Sekovici (20 anni gratis, a condizione di impiegare la popolazione locale).
Oltre alla produzione di miele biologico (circa 50-200 tonnellate all’anno) attraverso 3.000 colonie di api,
EkoMozaik e’ diventato il più importante produttore di oli essenziali biologici nel Sud-Est Europa. Un
impianto per la produzione di alveari è dotata all’interno dello spazio caserma. La costruzione di una serra
di 5000 metri quadrati, è stata finanziata da USAID, il governo della Repubblica ceca e della Fondazione
Mosaico di Sarajevo. Attraverso il progetto “Ekobilje – si e’ avviato e realizzato un progetto di empowerment delle donne attraverso la produzione di erbe biologiche”, da parte della Fondazione Mosaico nel corso degli ultimi 2 anni: circa 70 donne provenienti dalle zone rurali dei comuni Sekovici, Osmaci i Zivinice
(comuni con la più alta tasso di disoccupazione in Bosnia-Erzegovina - più del 60%) sono state impiegate.
EkoMozaik è una impresa sociale con il 100 per cento della proprietà della Fondazione Mosaico. Tutti i
profitti aziendali sono diretti verso i programmi di sviluppo della Fondazione Mosaico., che oggi impiega
11 persone, e con EkoMozaik Ltd. gestisce un’altra impresa sociale - MASTA srl - Agenzia per la promozione della responsabilità sociale delle imprese.
Artigianato Bosniaco - Artigianato BH (Bosnia ed Erzegovina)
Attività principale: produzione di abbigliamento con motivi tradizionali bosniaci
Internet addresshttp :/ / www.bhcrafts.org/
4.11.
“Non solo shopping” è il motto principale di un impresa sociale Artigianato BH di Tuzla, che si
occupa della promozione e vendita di Artigianato Bosniaco - abbigliamento ed oggeti decorativi
fatti a mano.
La storia è cominciata con una donazione di lana e aghi per maglieria alle donne che hanno vissuto
nei campi profughi nei dintorni di Tuzla da parte di una ONG di aiuti umanitari norvegese nel
1995, su iniziativa di Lejla Radoncic. Quest’utimo lancio’ questa iniziativa, che inizialmente aveva
carattere umanitario, e oggi è diventata un business di successo orientato alle esportazioni che continua a sviluppare con successo. Per i primi 4 anni, l’Artigianato bosniaco ha operato con la forma
giuridica di associazione, e per gli ultimi 13 anni come una società a responsabilità limitata.
Il gruppo target dell’impresa sociale sono donne, i cui mariti, figli, fratelli e padri sono stati uccisi
durante la guerra – oggi l’Artigianato bosniaco lavora grazie a più di 500 donne di diversa estrazione religiosa ed etnica (come subappaltatori dell’artigianato bosniaco - attraverso una rete di
90 cooperative locali o associazioni). In questo modo si rendono conto della loro indipendenza
economica (40% del prezzo di vendita del prodotto viene pagato al produttore).
A parte il suo obiettivo primario che e’ l’occupazione delle donne che vivono ai margini della
società, l’obiettivo dell’impresa sociale non-profit è la conservazione di tecniche antiche e del
patrimonio culturale della Bosnia-Erzegovina per non dimenticarle.
131
Tutti i prodotti sono realizzati a mano, utilizzando tecniche tradizionali, materie prime locali, svolgendo tutto con dedizione e perseveranza, confezionando imballaggi che non inquinano
l’ambiente (sacchetti di carta, scatole di cartone). Grande attenzione è riservata alla qualità dei
prodotti (il controllo avviene attraverso 5 livelli), e, ad eccezione del certificato del commercio
equo e solidale, l’azienda è in fase di introduzione di certificazione ISO. Per ogni prodotto confezionato da questa impresa sociale compare il nome della persona che lo ha creato e che dà una
dimensione piu’ realistica al “semplice shopping”.
Sciarpe di lana, calze, pantofole e altri capi d’abbigliamento possono essere acquistati presso 50
negozi specializzati di tutto il mondo (dai lussuosi grandi magazzini degli Stati Uniti “Nieman
Marcus”, attraverso Agnes B, National Geographic, catalogo Sundance e diverse boutique in Europa (Svezia, Francia , Regno Unito, Italia), Giappone, Stati Uniti, ed alcuni negozi a Sarajevo).
Fino ad oggi, non si e’ ricevuta una sola lamentela.
Fin dall’inizio dell’attivita’, l’Artigianato bosnico impiega tutti gli sforzi verso l’auto-sostenibilità.
Il 100% del profitto della società veine investito in programmi di formazione e di occupazione
delle donne condotte da parte dell’Artigianato bosniaco non-profit (parte delle attività finanziarie
sono realizzate attraverso il finanziamento di progetti da parte di UNIFEM, CIDA, Banca Mondiale, Unione Europea, ecc.). Nel 2001, l’Artigianato bosniaco ha ricevuto il premio dalla Fondazione Schwab come uno delle 40 migliori imprese sociali di tutto il mondo.
132
BAN (Austria)
Attività principale: integrazione dei disoccupati di lunga durata, il riciclaggio dei rifiuti
Indirizzo Internet: http://www.ban.at/
4.12.
BAN è una impresa sociale (Sozialökonomische Betriebs GmbH), che ha l’obiettivo principale di
reintegrare i disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro attraverso l’occupazione temporanea nelle condizioni e situazioni di mercato reali. Si ottengono risultati eccezionali in quanto
- dopo un lavoro temporaneo in BAN, oltre il 50% delle persone si trova in una condizione di
occupazione nel mercato del lavoro.
L’attività principale del BAN è la raccolta, il riutilizzo e la vendita di mobili antichi e attrezzature varie per la casa (in 800 metri quadrati di negozio al dettaglio). BAN nasce nel 1983 come
joint-venture della provincia della Stiria, della città di Graz, e dei servizi regionali e senza scopo
di lucro. Essa genera più della metà dei ricavi dalla vendita di prodotti e prestazioni di servizi,
mentre il resto delle entrate deriva da progetti annuali svolti con l’Agenzia regionale del lavoro
per l’assunzione di disoccupati (in gran parte attraverso il Fondo sociale europeo) .
Come per ogni impresa sociale, la sua azione si basa su 3 pilastri/obiettivi:
- obiettivo sociale: fornire occupazione e formazione (training on the job) di gruppi di disoccupati a lungo termine e gruppi marginali della società garantendo l’aumento della qualità della
vita nella comunità locale;
- obiettivo economico: assicurare la sostenibilità attraverso la vendita totale di prodotti e servizi, il profitto rimane all’interno dell’organizzazione e viene reinvestito per l’ulteriore sviluppo
dell’azioneda e per attività educative;
133
- obiettivo ecologico: le attività delle imprese si basano sul principio della 3R (ridurre, riutilizzare, riciclare) - riduzione dei rifiuti, riutilizzo e riciclaggio, contribuendo così direttamente alla riduzione dello sfruttamento delle risorse naturali. Più di due terzi delle attrezzature
mobili che sono ancora in buono stato vengono generate ogni anno. Nello stesso periodo, 60
dipendenti di BAN si occupano di riparazione e riutilizzo di più di 1.000 pezzi di mobili o
altra attrezzatura. In questo modo, il Comune di Graz, in quanto autonomia locale, risparmia
circa € 100 000, a causa di una riduzione dei costi nella gestione dei rifiuti.
Dato che è molto difficile, per le imprese sociali, raggiungere un elevato livello di applicazione
dei principi di democrazia economica, la gestione di BAN e’ verticale - le decisioni più importanti
sono fatti da dipendenti a tempo indeterminato, anche se la responsabilità maggiore risiede nel
direttore/amministratore. La soddisfazione del personale è valutata/esaminata da indagini anonime ed da regolari riunioni mensili.
Si tratta di una delle poche imprese sociali che hanno implementato un sistema di garanzia della
qualità per le imprese sociali che viene autorizzato da BDV Austria e da Quality Austria. Ogni anno
le prestazioni sociali vengono misurate con metodi SROI (rendimento sociale degli investimenti).
134
Elpendù (Italia)
Attività principale: consorzio di cooperative sociali
Indirizzo Internet: http://www.elpendu.it
4.13.
Elpendù e’ un consorzio di cooperative sociali (formato da 23 soci), e come da suo statuto, è
“un’organizzazione che mira ad aumentare il reciproco interesse volto a migliorare la qualità
della vita e l’integrazione sociale mettendo in collegamento le varie iniziative imprenditoriali a
quelle sociali, al fine di creare un’impresa sociale”. Elpendu’ implementa progetti in Francia,
Finlandia, Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Ungheria, Germania, Belgio, Croazia, Macedonia, Serbia, Kosovo, Grecia, Olanda, ecc, ed è socio e coordinatore del Comitato ESCOOP - cooperativa sociale presente in diversi paesi europei.
Elpendù svolge varie attività:
- progetta e realizza progetti pilota innovativi nel campo del welfare sociale, dell’integrazione
sociale e lavorativa di gruppi emarginati
- conduce ricerca nel campo del welfare sociale
- riprende le attività delle organizzazioni pubbliche e private non-profit: gestisce servizi sociali,
sanitari e scolastici, ma realizza anche attività incentrate sulla promozione dell’inserimento lavorativo dei gruppi emarginati
- organizza e conduce corsi di formazione professionale e corsi, così come i vari programmi di
riqualificazione, formazione e aggiornamenti
- crea agenzie e centri di monitoraggio, con l’obiettivo di studiare, monitorare e promuovere le
cooperative sociali in diverse aree in cui vi è un bisogno - attraverso queste esso fornisce i servizi
supportati dalle fonti di finanziamento regionali, nazionali o locali
135
- promuove, organizza ed implementa diverse conferenze, viaggi di studio e di ricerca volte a
migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociale
- diffonde informazioni, interpreta i lavori scientifici e le ricerche che sono legati alla ricerca nel
campo del welfare sociale, dell’economia sociale e dell’imprenditorialità.
I progetti recenti condotti da Elpendù (come capofila o partner) si concentrano sulla riqualificazione e l’occupazione nel settore agricolo delle persone con disabilità, sulla certificazione dei vari
curricula per la formazione dei gruppi socialmente emarginati, sui programmi di formazione al
lavoro, ecc.
136
La Cordata Hostel & Rooms (Italia)
Attività principale: servizi di alloggio, ospitalità, ristorazione
Indirizzo Internet: http://www.ostellolacordata.com/
4.14.
L’obiettivo principale della cooperativa sociale “La Cordata” è l’integrazione dei giovani che si
trovano in condizioni di difficolta’ nella società e nella comunità locale in cui vivono, e la promozione della vita indipendente.
Dal 1994, la Cooperativa ha fornito a breve termine (4-5 anni), servizi di alloggio per i giovani
provenienti da famiglie in difficoltà o una casa per bambini a Milano e Roma in strutture ricettive
che potrebbero essere classificate come ostello e alloggi per gli studenti, così come i servizi di
alloggio per i turisti a prezzi accessibili.
La cooperativa gestisce due ostelli a Milano - uno per le giovani donne e l’altra riservata ai giovani. Un quarto della struttura ricettiva e’ riservato a coloro che ne fanno domanda presso il dipartimento dei servizi sociali del Comune di Milano. La sistemazione è di tipo aperto, il che significa
che i restanti 3/4 delle camere disponibili possono essere affittati da altre persone, a prezzi molto
competitivi (270 € al mese). Questo è di solito il tipo di alloggio scelto dagli studenti del sud Italia che vengono a studiare a Milano o dai giovani turisti. Sono tutti consapevoli di convivere con
persone che si trovano in situazioni difficili e che sopportano mella massima misura possibile
attraverso attività quotidiane comuni. Ogni giorno, gli inquilini hanno il team di assistenti sociali
a loro disposizione.
Gli inquilini dell’ostello gestiscono regolarmente incontri mensili con i dipendenti ed i soci della
cooperativa, in cui vengono prese le decisioni sulle attività, questioni o esigenze principali.
137
5.
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