Si fa presto a dire sesso: guida ragionata per la mente e per il corpo

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Si fa presto a dire sesso: guida ragionata per la mente e
per il corpo
Author : Roberto Tunzi
Date : apr 13, 2015
Abstract
Gli italiani dichiarano di avere in media nove rapporti sessuali al mese, più della media
mondiale, ma sono anche tra i più insoddisfatti e per una coppia su quattro, il rapporto non
supera i due minuti. Le disfunzioni sessuali sono un’ampia classe di patologie vascolari,
neurologiche, ormonali e psicologiche che si caratterizzano per un alterato rapporto sessuale o
per il dolore associato al rapporto stesso.
La Società Italiana di Sessuologia e Psicologia definisce un rapporto sessuale completo,
costituito da quattro fasi: desiderio, eccitazione, orgasmo e rilassamento. Le disfunzioni sessuali
possono manifestarsi in una o più di queste fasi. Le più frequenti sono l’impotenza e
l’eiaculazione precoce nell’uomo e il calo della libido e l’anorgasmia nella donna. In alcune
circostanze la causa è di tipo organica, ma nella maggior parte dei casi il problema è di tipo
psicologico. Gettiamoci sotto le coperte per comprendere e porre rimedio alle disfunzioni
sessuali.
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Sin dai tempi più antichi, il sesso ha rappresentato per l’uomo un bisogno fondamentale; nel
corso della storia, il modo di considerare, così come l’abitudine al sesso sono cambiati
profondamente. Oggi, immagini di corpi nudi o riferimenti al sesso, sono praticamente ovunque:
giornali, tv, internet.
Gli italiani dichiarano di avere in media nove rapporti sessuali al mese, più della media
mondiale, ma sono anche tra i più insoddisfatti e per una coppia su quattro, il rapporto non
supera due minuti. Cerchiamo di capire qual è il motivo che lascia inappagati più di otto milioni
d’italiani. Le disfunzioni sessuali sono un’ampia classe di patologie vascolari, neurologiche,
ormonali e psicologiche che si caratterizzano per un alterato rapporto sessuale o per il dolore
associato al rapporto stesso.
Dobbiamo sfatare un luogo comune che vede gli uomini, essere aggiormente affetti dalle
disfunzioni sessuali; esse colpiscono un’ampia fetta della popolazione, tra il 10% e il 52% di
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quella maschile e tra il 25% e 65% di quella femminile. L’eiaculazione precoce e la disfunzione
erettile negli uomini, lo scarso interesse sessuale e l’anorgasmia nelle donne,
rappresenterebbero i più comuni disturbi sessuali dell’Europa meridionale, Italia compresa. I
fattori metabolici, in particolare la sindrome metabolica e l’obesità, rappresentano i fattori
eziologici (cause) più importanti. La sindrome metabolica consiste in una costellazione di
anomalie metaboliche che possono causare elevati rischi cardiovascolari e diabete mellito; è
caratterizzata da ipertensione (pressione arteriosa >130/85 mmhg), alti livelli di trigliceridi (>150
mg/dl), bassi livelli di colesterolo buono (HDL 100 mg/dl), obesità addominale (circonferenza
vita >102 cm nell’uomo e >88 cm nella donna) e iperuricemia (acido urico > 6,2/7 mg/dl).
L’obesità è a sua volta diagnosticata in base all’indice di massa corporea (BMI), dato dal
rapporto tra peso e quadrato dell’altezza espressa in metri (BMI 18,5-24,9 normopeso, 25-29,9
sovrappeso e >30 obesità).
Secondo la Società Italiana di Sessuologia e Psicologia, il normale rapporto sessuale può
essere diviso in quattro fasi:
- Desiderio: fantasie sull’attività sessuale e sul desiderio di praticare sesso;
- Eccitazione: sensazione soggettiva di piacere sessuale e concomitanti modificazioni
fisiologiche (tumescenza del pene ed erezione nel maschio, vaso congestione pelvica,
lubrificazione e dilatazione della vagina e tumescenza dei genitali esterni nella donna);
- Orgasmo: raggiungimento del picco del piacere sessuale, con allentamento della tensione
sessuale e associato all’eiaculazione dell’uomo e a contrazioni della vagina nella donna;
- Rilassamento: sensazione di rilassamento muscolare e di benessere generale. Nell’uomo si
associa a detumescenza del pene e refrattarietà all’erezione per un periodo variabile di tempo;
la donna, al contrario, può essere in grado di rispondere a nuove stimolazioni quasi
immediatamente.
I disturbi sessuali possono verificarsi in una o più di queste fasi. Gettiamoci sotto le coperte per
capire quali sono le cause e i rimedi alle disfunzioni sessuali. Sia nell’uomo sia nella donna i
disturbi della fase del desiderio sono il desiderio ipoattivo e l’avversione sessuale. La
caratteristica fondamentale è l’insufficienza o l’assenza di fantasie sessuali e del desiderio di
compiere attività sessuale. Questo calo della libido può essere globale e quindi comprendere
ogni forma di manifestazione sessuale o di affetto, oppure può essere specificamente rivolto
verso un solo partner o tipo di attività sessuale. La mancanza di desiderio riconosce numerose
cause: alterazioni ormonali (livelli di testosterone, estrogeni, ormone della crescita,
corticosteroidi), alterazioni endocrinologiche (diabete, sindrome metabolica, neoplasie),
alterazioni psicologiche (mancanza di attenzioni da parte del partner, ridotta attrazione fisica,
stress, depressione), abitudini di vita (farmaci, alcool, sostanze stupefacenti).
La depressione rappresenta un fattore di rischio associato a un’elevata mortalità, causata da
fattori psicosociali, genetici e biologici e spesso occupa un ruolo preponderante nello sviluppo
dei disturbi sessuali. Chi soffre di calo del desiderio sessuale, ha scarsa motivazione a cercare
stimoli, non prende l’iniziativa sessuale, ma è recettivo, ossia, se è adeguatamente stimolato
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accetta l’esperienza sessuale e ne gode a sua volta, o, nel caso peggiore, non manifesta
emozioni negative a proposito. Spesso la causa del calo del desiderio risiede nell’ansia da
prestazione, la quale lega sensazioni sessuali e sentimenti a precedenti timori di perdite. La
paura del fallimento si presenta a inizio della risposta sessuale, quando il soggetto anticipa il
pensiero del sesso, da cui si difende sopprimendolo tramite elaborazione di un pensiero
negativo con conseguente calo del desiderio sessuale. Il risultato di un evento è
esclusivamente percepito sul giudizio dell’altro, tanto che un minimo allontanamento da questo
ideale di perfezione è inteso in modo eccessivamente negativo. Basta un solo errore per far
precipitare l’autostima e generare uno stato di profondo malessere.
L’ansia da prestazione può essere generata da fattori individuali che riguardano uno solo dei
due partner (forti convinzioni religiose, personalità ossessivo-compulsiva, fobie sessuali, stress)
o riguardare l’intera coppia (conflitti coniugali, mancanza di attrazione reciproca, scarse abilità
sessuali). Fra i giovani d’oggi l’ansia da prestazione nasce soprattutto dall’incapacità di
accettarsi fisicamente, nonché il credere di avere organi genitali non adeguati alla pratica
sessuale. Alla base di questo, vi è generalmente un evento traumatico passato, avvenuto in
ambito familiare, scolastico, lavorativo, sessuale o relazionale. I canoni di bellezza cui fanno
riferimento top model e attori del settore hard non rispecchiano la maggior parte della
popolazione e possono provocare un trauma psicologico in un giovane adolescente
predisposto, pregiudicando una sana vita sessuale.
Cerchiamo di sfatare le leggende popolari riguardo alla dimensione del pene nell’uomo e le
zone erogenenella donna.
La Società Italiana di Andrologia afferma che la maggior parte degli uomini che si recano dal
chirurgo per
un intervento di allungamento del pene, hanno in realtà un organo di dimensioni nella media e
che la cattiva informazione riguardo alla pratica sessuale deriva dall’eccessiva visualizzazione
di materiale pornografico che mostra “falli dalle dimensioni animalesche e rapporti dalla durata
infinita”. Le tabelle dell’istituto Kinsley mostrano che la lunghezza media del pene a riposo è
compresa tra i 6,5 cm e i 10 cm ed ha una larghezza di 8-9 cm; il pene in erezione misura circa
12-13 cm con valori compresi tra 7,5 cm e 17,5 cm. Queste misure s’intendono con paziente
sdraiato e dalla base dell’osso pubico sino alla punta del glande, lungo la superficie laterale del
pene. Misure maggiori sembrano essere deleterie, più che vantaggiose: un pene troppo grande
può causare lacerazioni nella donna che diminuiscono il desiderio e il piacere sessuale potendo
causare in particolari situazioni anche repulsione e rifiuto dell’atto sessuale.
Queste affermazioni trovano riscontro pratico nel fatto che la profondità del canale vaginale
durante un rapporto sessuale varia tra i 7 cm e i 12 cm e che la maggior parte dell’innervazione
sensitiva è presente nella parte più esterna. Evidenze scientifiche dimostrerebbero, ancora,
l’inesistenza di aree a maggiore densità d’innervazione nella parete della vagina. Questo
segnerebbe la morte del così detto Punto G. Per meglio dire, quello che sino ad ora si è ritenuto
essere il punto G, corrisponde a una porzione a metà della parete vaginale anteriore, a stretto
contatto con la superficie posteriore del clitoride. La stimolazione di questa regione, stimolando
in via indiretta il clitoride, porta al raggiungimento del piacere sessuale culminante
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nell’orgasmo.
Il disturbo da avversione sessuale, invece, non si caratterizza solo per il calo della libido, ma il
solo pensiero di attività sessuale con il partner, genera ansia, disgusto, paura. A loro volta i
disturbi da avversione possono essere rivolti contro ogni manifestazione sessuale e di affetto o
solo nei confronti di una particolare pratica sessuale. I condizionamenti originari che danno
origine a questa associazione possono avere diverse origini: atteggiamenti genitoriali negativi
verso il sesso, traumi sessuali, costanti pressioni da parte del partner, dubbi circa il proprio
orientamento sessuale.
I disturbi sessuali più comuni della fase dell’eccitazione sono l’impotenza nell’uomo e la
mancanza di eccitazione sessuale e la lubrificazione nella donna. La disfunzione erettile
(impotenza) è una condizione patologica frequente, caratterizzata dall’incapacità di
raggiungere o mantenere l’erezione per un tempo sufficiente allo svolgersi dell’atto sessuale.
Tale disfunzione presenta un carattere in parte evolutivo nel tempo e il paziente può passare da
una condizione lieve, in cui raggiunge l’erezione, ma la perde durante il rapporto sessuale, a
una condizione grave, in cui neanche la masturbazione è in grado di provocare la tumescenza
del pene.
I disturbi dell’erezione sono molto frequenti: ne sono affetti circa il 10-15% dei maschi adulti,
con percentuale che raggiunge il 50%, se si sale con l’età (70 anni). L’impotenza riconosce
numerose cause, sia organiche (disfunzione dell’organo vero e proprio), sia psicologiche, sia
iatrogene. In entrambi i casi, l’incapacità di ricoprire un ruolo da maschio sessualmente attivo,
mina la serenità e le capacità relazionali dell’individuo, con conseguente manifestarsi di ansia,
timore del fallimento e preoccupazioni. Il senso d’inadeguatezza è, a sua volta, causa di
mancanza di libido, con conseguente aggravamento della disfunzione sessuale e rinnovo del
circolo vizioso. Questi problemi possono compromettere le relazioni coniugali o sessuali e
possono essere la causa di matrimoni non consumati e sterilità.
Tra le cause organiche riconosciamo: sindrome metabolica, obesità, diabete, ipertensione,
aterosclerosi, ipertrofia prostatica benigna, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, malattia di
Alzheimer, ipogonadismo, iperprolattinemia, sindrome di Peyronie. Queste patologie colpiscono
i vasi, i nervi e il tessuto connettivo del sistema riproduttivo maschile. Il fumo è un fattore di
rischio della disfunzione erettile; il numero di sigarette fumate al giorno e la durata
dell’abitudine al fumo sono direttamente correlate all’insorgenza di un deficit erettile. Altre
condizioni predisponenti sono l’uso di droghe e l’alcolismo.
Tra le cause iatrogene riconosciamo: la terapia farmacologica con ormoni e antipertensivi, la
radioterapia e gli interventi chirurgici a livello della pelvi. La causa psicologica preponderante è
sicuramente l’ansia da prestazione. La presenza di erezioni spontanee notturne e al risveglio,
nonché la capacità di mantenere l’erezione durante la masturbazione sono prove inequivocabili
che la disfunzione erettile non è provocata da cause organiche o iatrogene.
Come si diagnostica la disfunzione erettile? Innanzitutto è necessario comprendere quale sia la
causa, se organica, psicologica, iatrogena; a tal scopo il paziente è invitato a compilare un
questionario IIEF (indice internazionale della funzione erettile), specifici per inquadrare alcuni
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aspetti dell’attività sessuale e abitudini di vita. Segue esame obiettivo (visita) da parte del
medico urologo e la prescrizione di analisi di laboratorio (glicemia, assetto lipidico e livelli
ormonali) e strumentali (ecodoppler penieno). La terapia della disfunzione erettile si avvale di
dieta ed esercizio fisico, terapia farmacologica (inibitori della fosfodiesterasi-5 come il viagra),
terapia ormonale e terapia chirurgica (iniezione di farmaci nei corpi cavernosi e protesi
idrauliche).
Veniamo alle Ladies. La caratteristica fondamentale del disturbo dell’eccitazione femminile
(colpisce il 15-50% delle donne) è la persistente o ricorrente incapacità di raggiungere o
mantenere una corretta eccitazione sessuale da permettere lubrificazione e tumescenza degli
organi genitali. Tale disturbo può essere primario (non ha mai sperimentato la fase di
eccitazione) o secondario (la fase di eccitazione, in certa misura, è stata sperimentata in
passato); a sua volta il disturbo secondario può essere rivolto nei confronti di ogni
manifestazione sessuale o di affetto, o esclusivamente rivolto a un partner o attività sessuale
specifica. Spesso il disturbo di eccitazione si associa all’incapacità di raggiungere l’orgasmo.
La difficoltà nel raggiungere la corretta eccitazione ha origine comune con la mancanza di
libido:
l’esperienza sessuale può lasciare indifferenti, causare disagio, essere vista come un compito
da mantenere, provocare repulsione. La funzione sessuale è il risultato di un delicato equilibrio
tra mente e corpo. Nella donna, a differenza dell’uomo, la reazione sessuale è meno
vulnerabile a malattie e invecchiamento, ma è molto influenzata da fattori psicologici. Questi
ultimi comprendono: rapporto sessuale inadeguato, stimolazione insufficiente, violenza, scarsa
comunicazione tra i partner. La donna passa dall’essere attrice a spettatrice dell’atto.
Queste preoccupazioni mentali innescano una serie di processi psicologici che inibiscono la
corretta funzionalità organica e quindi un’adeguata eccitazione. Alterazioni organiche e
psichiche possono portare allo sviluppo dei Sexual Pain Disorders, ossia quei disturbi dolorosi
che compaiono durante l’attività sessuale, e che comprendono dispareunia e vaginismo. La
dispareunia è un dolore che la donna avverte a livello di vagina e pelvi durante il rapporto
sessuale e che può causare ripercussioni sulla qualità della vita e sul rapporto di coppia. La
dispareunia riconosce numerose cause: infettive, infiammatorie, ormonali, anatomiche,
muscolari, iatrogene, ma molto spesso la componente psicologica ha un ruolo patogenetico
fondamentale. Questa condizione colpisce spesso le donne in post-menopausa e la causa
principale è un’insufficiente lubrificazione del canale vaginale per invecchiamento (atrofia) della
mucosa. I preparati ginecologici contenenti sostanze idratanti e lubrificanti sono utili per ridurre
bruciore e secchezza vaginale; la terapia estrogenica locale è utilizzata nella dispareunia postmenopausale.
Il vaginismo è una condizione psico-somatica che causa una contrazione riflessa dei muscoli
della vagina e nel perineo, tale da impedire la penetrazione o la stessa visita ginecologica. Tra i
diversi fattori che possono contribuire all’origine del vaginismo, vi sono ricordi traumatici di
passate esperienze sessuali o abuso fisico; tuttavia, in un’alta percentuale di casi, il vaginismo
non dipende da esperienze vissute ma da un’alterata gestione delle emozioni e rapporto con la
corporeità.
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L’orgasmo rappresenta il momento culmine dell’atto sessuale, consistendo in un complesso
fenomeno neuromuscolare che esita in una fase di piacere ed estasi. Nell’uomo è associato
all’eiaculazione, nella donna a contrazioni perivaginali, alle quali in alcuni casi si
accompagnano fenomeni escretori (eiaculazione femminile).La funzione naturale dell’orgasmo
è, attraverso eiaculazione e contrazioni vaginali, quella di favorire la fecondazione; è
importantissimo, allora, che si verifichi simultaneamente nei partner. Ironicamente, le disfunzioni
sessuali dell’orgasmo riguardano l’eiaculazione precoce nell’uomo e la frigidità nella donna.
L’eiaculazione precoce è la disfunzione sessuale più comune fra gli uomini, giacché colpisce il
loro 25-40%. Non esiste un intervallo grazie a cui definire l’eiaculazione precoce; essa è però
definibile come una condizione persistente o occasionale che porta al coito il paziente in seguito
a stimolazione sessuale, anche minima, oppure prima, durante o poco dopo la penetrazione. In
ogni caso, l’eiaculazione è raggiunta prima di quando il soggetto desidererebbe. Questa
condizione crea notevole disagio nell’uomo, che non è in grado di controllare l’eiaculazione ma
mina anche il rapporto di coppia poiché impedisce alla donna il compiersi dell’attività sessuale.
Anche per questa disfunzione possiamo considerare una forma primaria (eiaculazione precoce
sempre presente) e una forma secondaria (intervenuta dopo un periodo di attività sessuale
soddisfacente), generalizzata o situazionale. Le cause dell’eiaculazione precoce possono
essere organiche (ipersensibilità del glande, anomalie anatomiche, stati infiammatori) oppure
psicologiche, in genere a seguito di un’attività autoerotica condotta con fretta e frenesia
nell’età adolescenziale, spesso per via di sensi di colpa latenti o per nascondere tale pratica
agli adulti. Alla difficoltà nel controllo dell’eiaculazione può contribuire l’ansia da prestazione e
più in generale difficoltà nel gestire ed esprimere le emozioni.
I trattamenti farmacologici offrono una soluzione temporanea e prevedono l’uso di preservativi
ritardanti, anestetici locali o di antidepressivi (dapoxetina). La terapia psicologica e
sessuologica, soprattutto se fatta in coppia rappresenta il trattamento migliore. La caratteristica
principale del disturbo dell’orgasmo femminile è un persistente o ricorrente ritardo, o assenza,
dell’orgasmo (anorgasmia) dopo una fase di normale eccitazione sessuale. Come ricordato in
precedenza, la componente psicologica svolge un ruolo preponderante per raggiungere il
piacere sessuale, in particolar modo nella donna. L’anorgasmia da cause organiche è molto
rara. Autocontrollo troppo forte, insufficiente stimolazione da parte del compagno, eccessiva
attenzione al piacere del partner o ansia da prestazione, sono le cause più importanti di
anorgasmia.
Il disturbo dell’orgasmo femminile riconosce anch’esso una forma primaria, una secondaria
generalizzata o specifica. Nella maggior parte dei casi, la donna riferisce di poter raggiungere
l’orgasmo tramite adeguata stimolazione del clitoride, ma non raggiunge la piena soddisfazione
con la penetrazione. In un numero minore di donne, tuttavia, traumi psicologici come le violenze
sessuali nella prima infanzia, possono causare uno stato di totale repulsione o disgusto nei
confronti di qualsiasi pratica sessuale o manifestazione d’affetto (frigidità).
Intervistando la popolazione femminile, è emerso che la maggior parte delle volte, l’anorgasmia
è il risultato di un rapporto sessuale non abbastanza duraturo, chiamando in causa
l’eiaculazione precoce e l’egoismo degli uomini. Secondo un’indagine Durex, la durata media
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di un rapporto sessuale sarebbe di venti minuti circa e comprenderebbe sia i preliminari che i
tempi della penetrazione; normalmente il tempo dedicato al rapporto sessuale in senso stretto
(penetrazione) è inferiore ai sei minuti. Uno studio condotto dall’associazione europea di
sessuologia ha stabilito che la durata ideale della penetrazione dovrebbe essere compresa tra i
sette e i quindici minuti, con una frequenza di 2/3 volte a settimana (un’ora di sesso può far
consumare più di 600 kcal). Tuttavia, non esiste una variabile tanto soggettiva quanto la durata
di un rapporto sessuale.
I trattamenti delle disfunzioni sessuali di origine organica trovano ampio spazio nella terapia
farmacologica e chirurgica. Nei pazienti in sovrappeso, con sindrome metabolica o diabete
mellito è fortemente raccomandata una dieta ipocalorica associata ad attività fisica.
L’abolizione del fumo rimane una delle raccomandazioni principali. Alimentazione sana e tanta
attività fisica sono alla base del trattamento delle disfunzioni sessuali. Le disfunzioni di origine
spirituale richiedono trattamento psicologico e sessuologico e non sempre hanno successo. La
strategia vincente è il “to cope” (affrontare): bisogna individuare, riconoscere e affrontare il
problema! Questo percorso può essere intrapreso da soli ma spesso, richiede la guida di un
esperto del settore, quale uno psicologo o un sessuologo, che, affrontando le difficoltà che sono
alla base del problema (personalità del soggetto, relazioni con le persone, idea sulla sessualità,
contesto socio-culturale), può aiutare a ridimensionare le paure e ad accogliere la possibilità di
essere accettati socialmente anche se non “perfetti”.
Spesso, la battaglia più dura da vincere è quella contro se stessi. I problemi di coppia vanno
invece affrontati insieme: la terapia comportamentale implica una serie di prescrizioni ben
precise e di esercizi da eseguire, che il terapeuta suggerisce nel corso delle sedute per curare
la disfunzione sessuale e ricostruire il benessere di coppia. Oggi si mercifica troppo il sesso, e
lo stesso atto in sé ha perso il profondo valore che un tempo aveva. Non dobbiamo dimenticarci
che siamo fatti di mente e corpo, e il preferire uno all’altro è causa delle disfunzioni sessuali.
Abbiate il coraggio di riconoscere un rapporto logorato e irrecuperabile e abbiate il coraggio, di
dire basta; cercare di recuperare una relazione ormai conclusa, può non mettere fine al vostro
disturbo sessuale. Per una piena esperienza sessuale, necessariamente bisogna avere un
coinvolgimento emotivo. Maggiore è il feeling tra i partner, maggiori saranno i benefici per la
coppia. Lo stress e l’abitudine possono però destabilizzare un rapporto; ecco perché è
necessario “aggiungere del pepe” a una relazione: uscire per cena, fare un viaggio o
un’esperienza insieme, sperimentare nuove posizioni, fare sesso in luoghi diversi, giochi di
ruolo…. l’importante è cercare di venire incontro alle necessità o i bisogni del nostro partner. Per
quanto gli studiosi possano cercare di capire delle regole dell’attrazione, le emozioni e le
esperienze legate al sesso e all’amore, sono in parte un mistero.
“Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei
anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore,
ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cervello c’è logica, nei
ragionamenti del cuore ci sono le emozioni.” R. L. Montalcini
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Harrison, principi di medicina interna XVIII edizione (2013);
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Manuale di ginecologia e ostetricia, G. Bolis, ed. Edises;
Malattie dei reni e delle vie urinarie, F. Schena, L. Gesualdo;
Oxford textbook of clinical nephrology, A. Davison;
Psicologia generale e clinica, A. Carone, V. Martino;
www.ipsico.it
www.sisponline.it
www.andrologiaitaliana.it
www.siams.info
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