percussioni - Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli

TURANDOT PER SEMPRE L’Opera fra tradizione e innovazione per il pubblico del futuro Progetto realizzato con il contributo di Innovacultura - Regione Lombardia, Camere di Commercio Lombarde e Fondazione Cariplo
Il progetto è stato realizzato da Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli / Associazione Grupporiani in collaborazione con Associazione Lilopera e Archivio Storico Ricordi
I TIMPANI E LE PERCUSSIONI https://www.youtube.com/watch?v=wgcMG4EijSo https://www.youtube.com/watch?v=qYtrnr4chfU Diffuse in ogni tempo e ad ogni latitudine, le percussioni sono una famiglia di strumenti che si suonano appunto mediante percussione (con le mani, oppure con bacchette, mazze, martelli, ...): essi possono essere costruiti con i più vari materiali (legno, metallo, osso, zucche, ...) e possono produrre suoni ad altezza determinata (es. timpani, xilofono) o indeterminata (es. tamburo, maracas). Nella musica colta occidentale le percussioni accompagnano voci e strumenti fin dal Medioevo (ad es. in danze e cerimonie) e nei secoli successivi i vari timpani, tamburo, grancassa, piatti, triangolo fanno la loro comparsa in orchestra: essi suonano però solo in particolari momenti, con una funzione di mero accompagnamento ritmico per gli altri strumenti. Da inizio Novecento le percussioni aumentano di numero (con i vari xilofono, marimba, gong orientali, tamburi africani, campane tubolari, per citarne solo alcuni) ed assumono spesso ruoli di primissimo piano, soprattutto nelle composizioni da camera o per orchestra dei vari Milhaud, Chávez, Varèse, Boulez, Stockhausen. Il timpano appartiene alla famiglia delle percussioni è uno strumento membrafono che produce il suono mediante la percussione diretta di una pelle, tesa su un bacino metallico emisferico, attraverso l’uso di due mazze le cui estremità sono rivestite di pelle o di feltro. La variazione della tensione della pelle determina l’intonazione del timpano, il cui suono può variare, diventando più velato o delicato, ricoprendo la membrana con un panno o usando mazze con estremità spugnose. L’origine di questo strumento va ricercata nell’Islam medievale, quando, durante le parate militari e le cerimonie, i cavalieri suonavano una coppia di tamburi a paiolo montati ai fianchi dei cavalli. In occidente il timpano compariva in orchestra nella seconda metà del ‘700: il suo numero poteva variare da due a più elementi. Dal XVIII secolo varie migliorie meccaniche furono apportate allo strumento: la tensione della membrana, che all’origine si regolava con una semplice manovella, oggi è intonabile mediante un pratico sistema di pedali, che consentono di variare la tensione della pelle anche durante l’esecuzione. Compositori del ’900 come Chávez e Stockhausen hanno elevato queste percussioni ad una funzione di primo piano, sia in orchestra che nella musica da camera. TURANDOT PER SEMPRE L’Opera fra tradizione e innovazione
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