Sonata per due pianoforti e percussioni La complessa e trascinante composizione è stata concepita in tre movimenti nell’estate 1937 all’insegna di una completa assimilazione del dettato ritmico desunto dalla ricerca sul canto popolare ungherese e sua attualizzazione in rigorose sperimentazioni matematiche. L'esperienza compositiva maturata da Bartòk nella “Sonata per due pianoforti e percussioni” è stata un'importante contributo nei confronti di quel pensiero compositivo che si muoverà, durante tutto il XX secolo, alla ricerca di un nuovo linguaggio musicale. Si può quindi tracciare un’immaginaria linea di congiunzione tra l'opera di Bartòk e quella di Varèse, di Cage, di Stockhausen, di Xenakis, di Kagel (solo per citarne alcuni). La natura timbrica delle percussioni viene infatti indagata da questi compositori proprio con lo stesso atteggiamento con cui Bartòk compone la sonata. L’opera, di raro ascolto, viene proposta dai docenti di pianoforte Franca Bertoli e di strumenti a percussione Roberto Barbieri del Conservatorio “J. Tomadini di Udine che si uniranno ai loro promettenti e già professionalmente attivi allievi Sebastiano Gubian e Francesco Tirelli all’insegna di uno stimolante laboratorio didattico e interpretativo volto all’esplorazione di una delle più importanti creazioni della musica da camera di tutti i tempi.