Lo stress psico-fisico nel cane da lavoro e da Protezione Civile

LO STRESS PSICO-FISICO NEL CANE DA LAVORO
E DA PROTEZIONE CIVILE
Dott. Renzo Piccin medico veterinario Consulente del Comando Regionale del Corpo Forestale
dello Stato Nucleo Cinofilo Veneto
I ritmi frenetici della vita moderna hanno fatto si che ormai il termine “stress” sia entrato nel nostro
vocabolario. Nel linguaggio comune assume il senso di tensione, ansia, preoccupazione, senso di malessere
diffuso associato a conseguenze negative per l’organismo e per lo stato emotivo e mentale dell’individuo.
Bisogna però fare una distinzione tra le parole stress propriamente detto e stressor.
-lo stressor è una situazione – stimolo qualsiasi, cioè una qualsiasi cosa accada; questa può essere sia
positiva ( ad es. rivedere il padrone dopo parecchio tempo per il cane, o vincere parecchi euro alla lotteria
per il padrone) che negativa (subire una punizione immotivata per il cane, o subire un tamponamento per il
proprietario).
-lo stress (termine inglese che significa sforzo) propriamente detto è la risposta generica dell’organismo allo
stimolo stressante.
Nel linguaggio comune i due termini, stress e stressor, vengono costantemente confusi, cioè lo stimolo
stressante e la risposta sono chiamati entrambi STRESS.
Ad una condizione di stress acuto l’organismo reagisce con una risposta biologica aspecifica, detta anche
sindrome generale di adattamento, che si può distinguere in tre distinte fasi:
-fase di allarme
-fase di resistenza
-fase di esaurimento.
Nella prima fase ( di allarme) nell’organismo si attivano:
-il sistema endocrino che reagisce immediatamente alle situazioni stressanti improvvise, modificando la
produzione di diversi ormoni: aumentano adrenalina e noradrenalina (catecolamine), il cortisolo, l’ormone
della crescita (GH), la prolattina, più lentamente si innalzano gli ormoni tiroidei; gli ormoni sessuali tendono
ad abbassarsi, la glicemia tende ad aumentare, come pure colesterolo e trigliceridi.
-il sistema nervoso vegetativo che produce adrenalina e noradrenalina per attivare l’organismo e prepararlo a
fronteggiare o ad evitare al più presto la situazione stressante (innalzamento della frequenza cardiaca e della
pressione circolatoria, della tensione muscolare, diminuzione della secrezione salivare).
-il sistema immunitario che è molto sensibile allo stress; in una fase iniziale abbiamo una diminuzione della
risposta immunitaria. Successivamente ci può essere anche un aumento della produzione di anticorpi
(immunostimolazione reattiva).
La reazione che costituisce lo stress investe come abbiamo visto tutto l’organismo ed è estremamente utile
perché favorisce l’adattamento (seconda fase: di resistenza)dell’individuo agli avvenimenti negativi.
Essa è fondamentale per la sopravvivenza e in questa fase gli indici fisiologici tendono a normalizzarsi.
Siamo in una condizione di EUSTRESS.
Quando invece la reazione di stress è troppo intensa o lo stimolo negativo è prolungato entriamo nella fase
di esaurimento: le variazioni ormonali sopra descritte possono diventare stabili, predisponendo l’organismo
a problemi anche gravi sia fisici che psicologici, e perciò non riesce più a difendersi e la naturale capacità di
adattarsi viene a mancare. Questa condizione è definita DISTRESS, o stress cronico.
FATTORI SCATENANTI LO STRESS
Essendo pertanto come abbiamo visto lo stress la reazione dell’organismo a sollecitazioni esterne, potendo
queste variare per natura e intensità, infiniti stimoli e/o offese esterne (variazioni climatiche, maggior
richiesta di lavoro muscolare etc) ,possono quindi contribuire ad alterare l’equilibrio -omeostasidell’individuo.
Sotto questo punto di vista perciò lo stress non è più solo la risposta ad eventi improvvisi, a spaventi e a
shock, caratterizzati dall’eccesso acuto di richieste per l’organismo, ma assume anche valenza di risposta ad
un sovraccarico per così dire cronico, per la somma di piccole contrarietà quotidiane vissute
continuativamente e con frequenza tale da non consentire sufficienti pause di riposo e recupero al riparo
dagli stressor.
Di seguito ci sono soltanto alcuni esempi di fattori che possono concorrere nel causare lo stress.
-malattie che limitano il rendimento fisico:
la scarsa mobilità, o la scarsa funzionalità degli organi interni come cuore, reni etc,possono alterare e rendere
difficile il rapporto tra il cane e l’ambiente che lo circonda.
-malattie degli organi sensoriali:
la sordità, la cecità, una ridotta sensibilità tattile interferiscono nelle relazioni con l’esterno;perciò il soggetto
deve continuamente compensare il suo deficit per interagire con l’ambiente.
-patologie dolorose acute o croniche:
ferite, perdite di sangue,infezioni, traumi, reumatismi, displasia dell’anca o del gomito, spondilosi, sono solo
alcuni fattori che influiscono sulla condizione psico-fisica dell’organismo. Qualsiasi dolore si traduce sempre
in difficoltà nell’affrontare le esperienze quotidiane.
-ipersessualità maschile:
E’ un problema che riguarda soprattutto il maschio, che deve gestire una forte pulsione, e inoltre con la sua
invadenza stressa anche l’oggetto del suo desiderio.
-estro della femmina:
E’ un avvenimento fisiologico, però la femmina si deve difendere dai maschi insistenti nei periodi in cui non
è ancora pronta per l’accoppiamento.
-carenza di sonno:
provocata da malattie, dolori, o impossibilità di ritirarsi e insufficienti pause di riposo.
-stati di esaurimento per eccessive pretese:
sia durante passeggiate, nello sport o nel gioco
-cambiamenti improvvisi:
Traslochi,nuove nascite in famiglia, cambio di proprietario alterano i ritmi normali instauratisi.
-lutto per la perdita di un compagno:
Per la perdita del padrone, di altri animali con cui hanno convissuto, o anche di semplici compagni di gioco
nelle passeggiate quotidiane.
-minacce:
Che la minaccia sia reale o immaginaria poco importa; l’animale non è in gradoni distinguere con il
ragionamento logico se la minaccia è concreta o se è solo percepita come tale, e quindi inoffensiva.
-incertezza nelle aspettative :
Durante un addestramento se vengono impartiti comandi di cui non si ha ancora compreso il significato,
l’animale deve cercare di indovinare che cosa ci si aspetta da lui in base al linguaggio del corpo, alla
gestualità, alla mimica, eventualmente anche in base alla percezione dello stato d’animo e alle esperienze
passate. Non è impresa facile e diventa quasi impossibile se, in più, si è stressati da impazienza, intolleranza,
o addirittura puniti per la presunta inosservanza del comando.
-fallimento:
fallire un’impresa malgrado l’impegno e gli sforzi impiegati è frustante e a ciò spesso si aggiunge la
percezione del disappunto del suo compagno umano.
-metodi di training che procurano ansia e/o dolori:
dolorosi strattoni al guinzaglio che provocano danni alle vertebre cervicali, collari muniti di punte o a
strozzo, dispositivi elettrici,trasformano il training del cane da importante strumento di apprendimento in
esperienza negativa veicolo di forte stress rendendolo insicuro.
-agility, obedience, dog dancing:
Molte volte le corse contro il tempo e le varie fasi della gara impongono una notevole pressione, soprattutto
quando è “obbligatorio” portare a casa una coppa.
-prove di lavoro per cani da utilità e difesa:
la pressione psicologica e la fatica fisica che queste attività richiedono portano ad uno stress enorme.
-puppy parties:
Gruppi troppo numerosi e/o sessioni troppo lunghe richiedono al cucciolo un impegno non adeguato alle sue
possibilità. Esagerando in questo modo si ottiene l’esatto contrario di ciò che si vorrebbe: i cuccioli
diventano insofferenti e piagnucolosi, alcuni si irritano fino all’aggressività vera e propria perché non
riescono più a gestire la loro capacità di assimilazione e quindi le esperienze fatte in questi momenti possono
diventare addirittura negative.
-giochi troppo pesanti e scatenanti:
si possono osservare nei giochi con i cuccioli che cercano di fuggire a quello che per loro non è più un
gioco, battendo in ritirata e rifugiandosi sotto un cespuglio o sotto il divano.Ma anche un cane adulto può
essere messo in difficoltà da un gioco troppo movimentato e carico di aggressione.
-agitazione, violenza, ira, aggressività nel contesto sociale:
L’atmosfera negativa causata da litigi, tensione costante, toni elevati e irritati in famiglia o sul posto di
lavoro, viene percepita dalla sensibilità del cane.
-bambini:
Quando sono troppo piccoli e succede che lo stringono troppo forte, lo sballottano e gli strappano il pelo,
trattandolo come un pupazzo, oppure grida e strepiti durante il gioco, giocattoli rumorosi, mettono in
difficoltà il cane.
-trambusto nella sfera domestica:
Un costante via vai di ospiti e amici, estranei che rivolgono le loro attenzioni non cercate, tolgono quella
tranquillità di cui tutti hanno bisogno.
-correre e rincorrere:
Il gioco a rincorrere la palla o il bastone evoca nel cane la fase finale della sequenza di caccia: quindi ogni
volta che la pallina viene lanciata e rincorsa si ha una scarica di adrenalina. E più a lungo dura il gioco, più
aumenta l’eccitazione e rapidamente il soggetto si ritrova a difendere seriamente la sua preda.
-comportamenti incomprensibili per il cane:
Alle volte l’uomo interpreta in modo errato determinati comportamenti canini, e punisce certi atteggiamenti
che sono assolutamente corretti dal punto di vista dell’animale.
-fenomeni atmosferici:
Forti temporali con tuoni e fulmini, tempeste, piogge intense, grandini e altri fenomeni atmosferici
terrorizzano molti animali provocandone stati di ansia e stress.
-ricovero in pensioni:
L’ambiente insolito, i rumori estranei e soprattutto la separazione dal compagno e dalla sicurezza domestica
portano all’anoressia e anche all’assoluto rifiuto del cibo e alla totale apatia.
-visita dal veterinario:
L’odore della paura degli altri animali presenti, le esperienze spiacevoli delle visite precedenti, l’ agitazione
e la preoccupazione del proprietario, il non rispetto della distanza individuale durante la visita , eventuali
terapie dolorose, non fanno altro che alterare lo stato del soggetto.
-centri di toelettatura:
Il rumore della macchina tosatrice e dei potenti phon, la riduzione della distanza individuale, essere lavati,
insaponati, messi sopra un tavolo, appesi ad un braccio metallico per essere acconciati o per tagliare le
unghie, associato al fatto di essere lasciato da solo, non sono sicuramente situazioni piacevoli per il cane.
-esposizioni cinofile:
I soggetti, letteralmente sommersi dagli stimoli dei visitatori e dei giudici, hanno scarsissima possibilità di
movimento, senza contare il lungo viaggio che devono affrontare per arrivare e poi per tornare a casa.
-viaggi in auto:
Molti soggetti non sopportano la sensazione visiva data dalla velocità, altri associano il viaggio ad esperienze
negative, altri ancora soffrono l’auto e sono colti da salivazione eccessiva o vomito.
-limitazione nei movimenti:
Cani legati alla catena o in un recinto non appropriato, ma anche un bel giardino senza mai il piacere di una
passeggiata.
-solitudine e noia:
Se lasciati soli troppo spesso o troppo a lungo, quando passano poco tempo con la famiglia o semplicemente
non hanno nulla da fare.
-paura dell’abbandono:
Per un animale da branco come il cane non è affatto naturale venire separato dai membri del suo gruppo
sociale, come per esempio legato in attesa davanti ad un negozio,oppure a casa da solo,se non c’è stato un
processo di apprendimento che la situazione è reversibile.
-sovraffollamento:
Quando troppi soggetti vivono in uno spazio non adeguato viene meno la possibilità di ritirarsi in luoghi
tranquilli e la distanza individuale viene costantemente violata. Ne consegue che si instaura un atteggiamento
molesto e violento con rafforzamenti di altri comportamenti aggressivi.
-abbinamenti sbagliati con più cani:
Quando diversi soggetti che non si trovano bene insieme sono costretti a convivere nello stesso posto, senza
che si arrivi immediatamente ad una vera e propria zuffa, soltanto il continuo evitarsi e l’aggirarsi guardingo
l’uno intorno all’altro stressa enormemente.
-necessità emotive del proprietario:
Per il cane che viene umanizzato e quindi non più percepito per quello che è; che viene a volte sommerso di
amore e attenzioni per essere poi messo da parte a seconda degli impegni del proprietario, è difficilissimo
reggere tali variazione emotive senza risentirne.
-contatti fisici troppo frequenti o troppo rari:
Certi cani di piccola taglia o in generale tutti i cuccioli, vengono presi in braccio in continuazione, coccolati,
sbaciucchiati, sicuramente un po’ troppo per loro. Al contrario, altri hanno contatti fisici quasi inesistenti con
il loro proprietario, vengono a mala pene accarezzati: un cane soffre molto per i rifiuti alle sue richieste di
contatto.
-eccesso o carenza di regole:
Il soggetto cui non viene mai concessa la libertà di fare ciò che vuole, a cui ogni istante viene detto cosa deve
o non deve fare, finisce presto sotto stress. Ma non è felice neppure quello che non conosce regole nella
convivenza quotidiana con i suoi umani perchè in tal senso gli manca la sicurezza di rapporti ben definiti.
-abbinamento sbagliato tra cane e proprietario:
Non sempre un cane può essere adatto e quindi soddisfare le aspettative del suo proprietario semplicemente
perché le sue necessità primarie non si sposano bene con lo stile di vita imposto. Ne deriva perciò uno stress
continuo per tutto il periodo di convivenza.