MEMORIA AUTOBIOGRAFICA Psicologia Generale Docente: Ivan Enrici Modulo D ‐ 10 ore (CFU 2) Primo anno Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica Anno Accademico 2014‐15 Lucidi: www.psych.unito.it/csc > People > Ivan Enrici Dimensione episodica e dimensione autobiografica Amnesia infantile Conway et al (2005) Rubin (2000) Memoria autobiografica Memoria Capacità di accumulare informazioni e di recuperarle nel corso del tempo Memoria autobiografica Ricordi che abbiamo su noi stessi e sulle nostre relazioni con il mondo che ci circonda Identità I nostri ricordi definiscono chi siamo Mondo esterno I nostri ricordi definiscono il mondo esterno Processi di interpretazione I nostri ricordi guidano i processi di significato che costruiamo su noi stessi e sul mondo fotografia o processo ricostruttivo? Tradizioni di ricerca nello studio della memoria 1) Apprendimento verbale: studio sperimentale della memoria umana diretta (Ebbinghaus) o indiretta (memoria negli animali, Comportamentismo) Prevalentemente americano Fattori e condizioni (esterni) che spiegano come nuove conoscenze vengono apprese e come queste interagiscono con quelle già possedute Associazioni stimolo - risposta Hermann Ebbinghaus: Liste di parole e non-parole Mappatura dei fenomeni anziché teorie sulla memoria Influenza notevolissima sullo studio della memoria Metodi empirici (arido empirismo) ai quali spesso si ritorna quando le teorie classiche perdono di valore predittivo 2) Psicologia della Gestalt: importanza data alle rappresentazioni interne anziché agli stimoli o alle risposte osservabili Europa e nord America Ruolo attivo della persona che ricorda Endel Tulving: Non tanto associazioni stimolo - risposta ma ruolo attivo dell’individuo nell’organizzazione del materiale 3) Effort after meaning: sforzo della persona nel cogliere il significato Frederic Bartlett: studio degli errori di memoria quale indice dei processi di ricostruzione di un ricordo Assenza di ecologicità degli studi precedenti: non-parole o materiale scarsamente rilevante per l’individuo Schemi: Rappresentazioni interne complesse, assunzioni a priori della persona (anche culturali) Importante influenza sul paradigma HIP e sullo studio cognitivo della memoria Hermann Ebbinghaus (1850 - 1909) psicologo e filosofo tedesco Metodo sperimentale per studio della memoria Non solo processi percettivi Autodidatta e soggetto sperimentale, imparava liste di sillabe senza senso seguendo un preciso protocollo > minimizzare l’effetto della conoscenza pregressa Apprendimento di sequenze di sillabe senza senso es. ZOL Y87 2NF (senza significato anche se pronunciate) Ripetizione ad alta voce (sempre alla stessa ora del giorno) tenendo conto del n. di ripetizioni necessarie per apprendere le sequenze, o riapprendere dopo un intervallo Hermann Ebbinghaus (1850 - 1909) psicologo e filosofo tedesco Quantità del materiale appreso dipende dal tempo che si dedica ad apprenderlo: - doppio tempo doppio materiale - ma non costante: tempo dedicato il primo giorno fa risparmiare quello successivo Prove di riapprendimento Giorno 1 64 prove 32 prove 8 prove Giorno 2 7’ ½ 15’ 20’ 1. Effetto del superapprendimento Dopo sessioni di apprendimento continue la memoria migliora fino a una soglia oltre la quale l’aumento delle ripetizioni non serve 2. Apprendimento massivo distribuito L’apprendimento concentrato in un’unica seduta è meno efficace di quello distribuito nel tempo Hermann Ebbinghaus (1850 - 1909) psicologo e filosofo tedesco 3. Curva dell’oblio La perdita di memoria col passare del tempo è più marcata all’inizio e meno successivamente 4. Effetto seriale Le prime e le ultime sillabe della lista a parità di altre condizioni erano memorizzate più facilmente. Ricordiamo meglio ciò che si colloca all’inizio o alla fine di una serie. Tra cognitivismo e comportamentismo Frederic Bartlett (1886 - 1969) psicologo britannico Studio della Memoria A differenza di Ebbinghaus, Bartlett utilizzava informazioni relative alla vita quotidiana (storie e non sillabe senza senso) ed esaminava gli errori commessi nel rievocarle. Ricordo di ciò che sarebbe dovuto accadere o ciò che si aspettavano accadesse, anziché ciò che era effettivamente accaduto. • Memoria no riproduzione fotografica • Tentativi di ricordare esperienze passate influenzate fortemente dalle nostre conoscenze, convinzioni, speranze, aspirazioni, desideri • Ricordo non solo presente/assente ma ricordo modificato in base alle aspettative Frederic Bartlett (1886 - 1969) psicologo britannico Studio della Memoria Memoria è influenzata non solo dagli stimoli (storie) presentate ma anche e soprattutto dalla conoscenza pregressa dell’individuo Presentazione di storie che producevano un conflitto tra il contenuto presentato e le conoscenze precedenti > storia appartenente ad un cultura diversa dalla propria (cultura degli indiani d’America vs. cultura inglese di inizio secolo) > > > > non un ricordo letterale delle storie ma un processo ricostruttivo: razionalizzazione distorsioni rendevano la storia più convenzionale e accettabile in base alle proprie conoscenze processo ricostruttivo coerente con le conoscenze possedute maggiore l’intervallo di tempo per la rievocazione maggiori le distorsioni Frederic Bartlett - approfondimento: le trasformazioni Nello studio su “The War of Ghosts” Bartlett (1932) descrisse due tipi di trasformazioni a) di riduzione del contenuto: dopo un certo periodo di tempo i soggetti producevano ricordi scritti più brevi. Alcuni elementi in particolare erano eliminati (i testi presentavano un numero inferiore di dettagli e di nomi propri); b) di aggiunta al contenuto (trasformazione costruttiva): i soggetti tendevano ad aggiungere nel ricordo dei testi elementi non presenti nel testo originale (pesca vs. caccia) e più conformi alle loro esperienze culturali. Altre aggiunte avevano il carattere dell’inferenza, servivano a colmare i vuoti del testo. Per spiegare questi risultati Bartlett ricorre al concetto di memoria schematica. > le persone dispongono di strutture mentali per riconoscere ed anticipare gli eventi (schemi). > queste strutture (prototipiche e generalizzabili) governano la comprensione e costituiscono le impalcature su cui il ricordo si costruisce. Essendo esse schematiche, il ricordo non è mai completo ma è sempre una sintesi di ciò che viene letto Essendo esse prototipiche, il ricordo non è mai fedele ma può riflettere aggiunte dovute agli schemi attivati e alle inferenze che attraverso tali schemi vengono fatte Memoria dichiarativa e non dichiarativa Memoria dichiarativa o esplicita: Conoscenza fattuale del mondo: contenuti del pensiero consapevole ad alto grado di flessibilità > Memoria esplicita: saggiare direttamente ciò che il soggetto ricorda > Dichiarativa: informazione recuperata può essere dichiarata (espressa a parole) Memoria non dichiarativa o implicita: Repertorio di regole e abilità mediante le quali agiamo sul mondo Non necessita della consapevolezza: elementi non consapevoli attraverso i quali esperienze precedenti arrivano ad influenzare o facilitare il recupero > Memoria implicita: saggiata attraverso test impliciti, inferita sulla base delle risposte comportamentali > Non dichiarativa: difficile riferirne verbalmente i contenuti knowing that knowing how (Ryle, 1949) Memoria dichiarativa o esplicita Non un sistema unico ma differenti sistemi organizzati in base al tipo di informazione memorizzata e dall’esperienza soggettiva che le accompagna Memoria semantica: rete di fatti e concetti associati che formano la nostra conoscenza generale del mondo Memoria episodica: l’insieme delle esperienze personali passate che sono avvenute in un tempo e in un luogo particolari Memoria episodica lega differenti aspetti del sapere: conoscenza generale del mondo (memoria semantica), luoghi, tempi, persone, conoscenza autobiografica ecc. Per questo più vulnerabile all’oblio e alle disfunzione cerebrali Distinzione non dipende dal tipo di informazione ma dall’esperienza soggettiva che le accompagna (Tulving, 1972) Memoria episodica Recupero dipende da una forma di consapevolezza di tipo auto-noetica o auto-consapevole: rivivere in modo consapevole uno stato d’animo o un episodio del passato che ha un luogo e un tempo Memoria semantica: Recupero dipende da un consapevolezza noetica o di conoscenza: pensare in modo oggettivo a qualcosa che si conosce > No ricordo consapevole del passato Lesioni al lobo frontale: amnesia relativa alla fonte Amnesia relativa a dove o come sono state apprese determinate informazioni Wheeler et al (1997) Neuroimaging: corteccia prefrontale maggiormente coinvolta nella memoria episodica vs. memoria semantica Corteccia prefrontale e memoria episodica Corteccia prefrontale: funzioni superiori (memoria episodica quale funzione superiore) Corteccia prefrontale destra: recupero memoria episodica MA Lesioni prefrontali possono causare deficit generici più ampi e solo in cascata deficit alla memoria episodica Organizzazione cerebrale della memoria semantica Le nostre conoscenze semantiche sono ampiamente distribuite nel cervello Ma la loro organizzazione risponde prevalentemente ad alcune dimensioni rilevanti: percezione, linguaggio, azione. L’organizzazione rispetta le modalità percettivo/sensoriali interessate in fase di apprendimento: Teorie percettivo-funzionali Aree cerebrali coinvolte nell’apprendimento percettivo dipendono probabilmente dalla modalità sensoriale interessata Compiti di completamento di parole (memoria implicita): corteccia occipitale bilaterale > quindi dipendenti dalle aree visive Time to remember One striking feature of autobiographical remembering is that memories take a considerable amount of time to form, relative that is to other types of knowledge access. Access word meaning Image generation Access autobiographical knowledge Autobiographical knowledge with specific cue Retrieval autobiographical memory 100 msec 1000 msec 1200 msec 2‐3 sec 5–7 sec A lengthy construction process, involving search, evaluation and the formation of a stable pattern of activation over autobiographical memory knowledge structures that includes imagery. Conway (2005) Conway (2005) Participants recall specific autobiographical memories to cue words but are presented with a probe signal at 2s, 5s, or are allowed as long as they need to recall a memory (30s). In response to the probe, or if they recall a memory, whichever occurs first, they report the contents of consciousness. (NiM) Nothing in mind Conway (2005) Memoria episodica e memoria semantica nell’amnesia Pazienti amnesici mostrano gravi deficit di memoria episodica mentre hanno una memoria semantica pressoché intatta Dimostrazione della memoria semantica intatta data dalle competenze linguistiche e test d’intelligenza Descrizione di un paziente amnesico MA Distinzione tra acquisizione semantica prima e dopo l’esordio > incapacità di acquisire parole nuove dopo esordio > riconoscimento volti e nomi noti dopo esordio Pazienti amnesici mostrano difficoltà nell’acquisire sia nuove conoscenze semantiche sia nuove conoscenze episodiche Sebbene i sistemi cerebrali si mostrino distinti sono spesso entrambi compromessi nelle amnesie Memoria autobiografica, episodica e semantica Memoria degli eventi della nostra vita: un insieme sovrapposto di ricordi episodici e contenuti semantici e processi di interazione tra le due memorie Conoscenza semantica può influenzare la rievocazione di un episodio La conoscenza di ciò che viene imparato può essere ricordato come episodio Familiarità: sensazione di aver vissuto un episodio del passato senza associazioni specifiche o dettagli del contesto Reminiscenza: ricordi che includono associazioni specifiche e dettagli del contesto Memoria autobiografica, episodica e semantica La memoria episodica include due componenti distinte: 1. Memoria del cosa, del quando e del dove di un esperienza (Evento accaduto in uno spazio e in un tempo preciso) 2. Coscienza autonoetica (autonoetic consciousness): la consapevolezza di sé che ha avuto l’esperienza di un evento nel passato Mental time travel: senso di sé soggettivo che perdura nel corso del tempo Consapevolezza di sé come ‘attore’ di un evento nel passato, e come ‘rievocatore’ dell’evento nel presente Consapevolezza di una personale cronologia o sequenza temporale nella quale l’individuo può collocare gli eventi del passato secondo un ordine temporale, creando il senso di una storia personale. Principali autori nel campo della memoria autobiografica Martin Conway Psicologo britannico (Department of Psychology at City University of London) Robyn Fivush Psicologa americana (Department of Psychology at Emory University of Atlanta) Definizione di memoria autobiografica (Fivush, 2011) La memoria (autobiografica) non è una copia della realtà Autobiographical memory is that uniquely human form of memory that moves beyond recall of experienced events to integrate perspective, interpretation, and evaluation across self, other, and time to create a personal history. Memory of the self interacting with others in the service of both short-term and longterm goals that define our being and our purpose in the world 1. Non un serie di singoli eventi del passato ma un insieme legato di eventi in una storia personale che unisce passato, presente e futuro 2. Non un semplice ricordo di avvenimenti ma una struttura narrativa utile a guidare comportamenti futuri, definizione di sé, sé in relazione e per l’autoregolazione 3. Non un semplice richiamo di eventi del passato ma una consapevolezza di eventi vissuti: autonoetic consciousness Cognition is driven by goals: memory is motivated Philosophical theories of truth that depend on coherence (of propositions) versus those that depend on correspondence with a fact 1. Coherence acts at encoding, post-encoding remembering, and re-encoding, to shape both the accessibility of memories (familiarity) and the accessibility of their content (recollection) Make memory consistent with an individuals current goals, self-images, and self-beliefs 2. Correspondence: Memory should correspond to experience A system that maintained literal or even highly detailed records of moment-by-moment experience would be faced with insurmountable problems of storage and retrieval Memory is a product of the tradeoff between the separate but competing demands of coherence and correspondence All recent memories are ultimately on a forgetting trajectory and will in fact be forgotten unless they become integrated with other long-term memory representations (Conway, 2005) (Klein et al, 2004) Memoria autobiografica ci è permessa a partire da tre dimensioni rilevanti: 1. Capacità di autoriflessione Capacità di riflettere sui nostri stati mentali (to know about my own knowing) Es. Patologie ai lobi frontali e autismo 2. Sensazione di proprietà personale (personal agency personal ownership) Sensazione che i nostri pensieri e le nostre azioni appartengano a noi e che siano da noi causate Es. Schizofrenia (deficit di memoria episodica) 3. Capacità di pensare al tempo come a un insieme di avvenimenti personali centrati attorno a noi stessi Consapevolezza della dimensione temporale come prerequisito al Mental time travel Es. studi scarsi, amnesie Funzioni della memoria autobiografica (Williams, Conway & Cohen 2008) 1. Direttiva: usare la memoria degli eventi del passato per guidare e modellare i comportamenti presenti e futuri (consapevolmente o inconsapevolmente) > avvenimenti tragici (es. 11 settembre) 2. Sociale: condividere la memoria degli eventi passati facilita l’interazione sociale, permette di condividere esperienze, fornisce materiale per le conversazioni, permette la descrizione della propria identità, fortifica i legami intimi, permette di collocarsi in una data cultura o contesto > potenziale pressione adattativa nell’evoluzione filogenetica > Alzheimer 2. Identitaria: gli eventi personali ricordati rappresentano il database attraverso cui costituiamo la nostra identità e il senso di sé > pazienti che non ricordano la propria storia di vita: terapia della reminiscenza Funzioni & metodi di studio Questionario TALE (Thinking about life experience) Richiesta in che misura i soggetti pensassero al loro esperienze di vita in determinate situazioni Categorizzato le risposte in 4 funzioni della AM (sociale e distinta in due dimensioni) > Presenza delle 4 funzioni > Analisi fattoriale evidenzia una parziale sovrapposizione delle dimensioni Necessità di sviluppare metodi appropriati per questo tipo di processo mnestico Rispetto ad altre memorie, scarso controllo della fase di apprendimento Difficoltà di analizzare i processi nella formazione e nell’oblio dei ricordi autobiografici (Baddeley et al., 2011) Metodi di studio della memoria autobiografica Sir Francis Galton (1822 - 1911) esploratore, antropologo e climatologo britannico Contribuì all'affermazione di diverse discipline sperimentali, tra cui la psicometria MEMORY WALK PROCEDURE Object prompt Galton (1907) examined his own thoughts while walking around in a familiar environment, using objects in the environment as prompts for the deliberate retrieval of thought associations and mental images, of which he then took mental note Vedi Tecnica dei loci (tecnica mnemonica) Precursore del Word-prompt method: metodi della rievocazione guidata Metodi di studio • RIEVOCAZIONI LIBERE libere associazioni su periodi di vita • METODO DEI DIARI • USO DI PROMPT O CUE metodi di rievocazione guidata attraverso parole o immagini bersaglio • RETROSPECTIVE ASSESSMENT questionari o interviste su avvenimenti pubblici importanti (flashbulb memory) o su periodi di vita specifici in ambito clinico e in genere al di fuori dal setting sperimentale METODO DEI DIARI Riportare ogni giorno due episodi brevemente descritti e registrati su schede (diari) Scelta di due schede a caso: ricordare l’ordine (l’uno prima o dopo l’altro) e la data di ognuno Linton (1975) studio di 5 anni sulla propria memoria autobiografica Recupero distribuito dell’informazione: maggiore è il numero di rievocazioni di un evento e maggiore sarà la probabilità di ricordarlo Ciò vale anche per i presunti ricordi Wagenaar (1986) studio di oltre 6 anni con due episodi al giorno con l’aggiunta di 4 attributi per ogni episodio: chi, cosa, dove e quando 1. Quantità: numero dei cue (suggerimenti) aumentava la ritenzione degli episodi 2. Qualità: effetto diverso dei cue sulla rievocazione e effetto dei livelli di elaborazione dovuta dall’uso dei cue Numero di episodi ricordati piuttosto alto Problema della ripetizione implicita dovuto al processo di selezione degli episodi (non casuali) chi cosa dove quando Brewer (1988) episodi da registrare casuali, determinati da un cicalino in possesso dei soggetti Descrizione cosa stavano facendo, dove erano, qual era l’importanza di quell’attività, quale scopo aveva e quale lo stato emotivo Ricordo testato con intervalli variabili da 0-46 giorni Su 414 eventi registrati: • solo il 26% di ricordato correttamente • e il 28% in modo erroneo • su tutto il resto nessuna rievocazione MA Tenere un diario richiede perseveranza: non tutti i soggetti predisposti e non rappresentativo della popolazione generale Fase di scelta degli eventi artificiale vs. scelta attiva nella vita naturale Processo di codifica può facilitare l’apprendimento degli eventi selezionati Selective remembering Le persone costruiscono la propria identità: • in parte attraverso il proprio passato • in parte attraverso l’interazione con gli altri In che modo condividere il proprio passato incide sulla memoria autobiografica? Condividere e discutere dei propri episodi di vita: • • • • Costituisce l’impalcatura per lo sviluppo della memoria autobiografica: life narrative Rinforza specifiche memorie autobiografiche Inserisce nuove memorie (Stone et al., 2012) Crea memorie collettive Non tutto viene discusso: alcuni eventi del passato non vengono inclusi nelle proprie conversazioni Discutere del proprio passato include una dimensione selettiva: selective remembering La rievocazione selettiva induce l’oblio di alcuni ricordi sia nel rievocatore sia nell’ascoltatore Within-individual retrieval induced forgetting (WI-RIF) Socially shared retrieval-induced forgetting (SS-RIF) Categorie autobiografiche Due viaggi: Parigi e Istanbul 1. Discussione con un partner di viaggio dei ricordi relativi alle due categorie 2. Rievocazione di alcuni ricordi di una categoria: alcuni ricordi del viaggio a Parigi Tre categorie sperimentali Rp+ (ricordi rievocati di categorie rievocate): ricordi rievocati del viaggio a Parigi Rp- (ricordi non rievocati di categorie rievocate): ricordi non rievocati del viaggio a Parigi Nrp (ricordi non rievocati di categorie non rievocate): ricordi non rievocati del viaggio a Istanbul Risultati Rp+ > Nrp Nrp > Rp- Dimenticanza indotta dalla rievocazione Retrieval-induced forgetting: rievocazione selettiva di un ricordo autobiografico induce l’oblio su ricordi collegati Sia nel rievocatore sia nell’ascoltatore (WI-RIF e SS-RIF) Modello inibitorio la spiegazione più accettata The way people talk about past events can affect the way they remember them How people naturally talk about events from their own lives? Recorde what, when, and how subjects told others about events from their lives Participants talked about recent emotional events, and told them primarily to peers in order to convey facts and/or to entertain Participants labeled 61% of their retellings as distorted (containing exaggerations, omissions, minimizations, or additions) but only 42% of their retellings as inaccurate. Social context shaped the stories people told: they changed stories for different audiences Subjects exaggerated to entertain and simplified to inform People construct stories as they retrieve and use memories in a social context Marsh & Tversky (2001) Marsh & Tversky (2004) METODO DELLA RIEVOCAZIONE GUIDATA Presentazione di una parola con la richiesta di rievocare un avvenimento associato a quella parola > Utilizzato spesso per sondare periodi di vita specifici (es. l’infanzia) Distribuzione dei ricordi nell’arco di vita: due fenomeni interessanti 1. Picco di reminiscenza (Reminiscience bump) Tendenza a ricordare episodi autobiografici nel periodo di vita tra i 15 e i 30 anni 2. Amnesia infantile (Infantile amnesia) Tendenza a ricordare pochissimi se non nessun ricordo autobiografico precedente ai 4/5 anni Conway et al (2005) Differenze culturali nel primo ricordo: 3,8 anni USA vs. 5,4 Cina Differenze culturali nelle rievocazioni autobiografiche: Culture occidentali (USA): più lunghe, elaborate, colorate emotivamente e centrate sul sé Culture orientali (Cina): più brevi e neutre, e con un’impronta collettiva piuttosto che individuale THE AUTOBIOGRAPHICAL MEMORY TEST (AMT; Williams & Broadbent, 1986) A cue‐word paradigm in which cue were themselves the name of a positive or negative emotions (joy, happy, hurt, sorry, sad) (felicità, contentezza, dispiacere, gioia, dolore, tristezza) Words are presented one at a time (pleasant and unpleasant alternated in the original) Participants are asked to produce a specific personal memory in response to the cue word within a given time limit (e.g., 30 or 60 seconds) Original cue words 5 pleasant words: happy, safe, interested, successful, surprised 5 unpleasant words: sorry, angry, clumsy, hurt, lonely If subjects did not retrieve a specific memory: "Can you think of a specific time, one particular episode?" Williams & Broadbent (1986) Moore & Zoellner (2007) After all cue‐words, subjects dated the memory as accurate as possible In the original: visual presentation of words and audio recording of responses Individuals’ responses are scored as specific or non‐specific, with some studies distinguishing between different forms of non‐specific memories, such as categorical or extended memories 1. Specific autobiographical memory is a recollection of an event from one’s life that involved a particular context and took place within one day: “When I went to the store yesterday, I had to stand in line for 30 minutes” 2. General autobiographical memories can be categorized as: 2a. Categorical, referring to groups of events that share common elements “When I go to the grocery store” 2b. Extended, referring to events lasting longer than one day “I spent a week in Hawaii last winter” Moore & Zoellner (2007) RETROSPECTIVE ASSESSMENT Studio della memoria autobiografica involontaria Spesso usato nella ricerca clinica per lo studio dei ricordi intrisivi involontari Richiesta dei 5 più frequenti ricordi e pensieri intrusivi nelle ultime due settimane Per ogni ricordo veniva richiesto: • Stimare la frequenza all’interno del periodo richiesto • Fare una lista delle 3 principali emozioni associate a quel ricordo • Valutare la gradevolezza (pleasantness) del ricordo su una scala a 10 punti da 1 (very unpleasant) a 10 (very pleasant) (Brewin, Christodoulides & Hutchinson, 1996) Negative intrusive memories are not confined to psychopathological conditions, (PTSD and depression) but are a relatively common occurrence, although not as common as negative intrusive thoughts There was considerable evidence that the two phenomena are independent Subjects appeared able to distinguish easily between the two types of cognition The most intrusive memory was associated more often with sadness and happiness, whereas the most intrusive thought was associated more often with fear Women only rating their most common intrusive thought as less pleasant than did men Rasmussen & Berntsen (2009) Rasmussen et al (2014) Maternal reminiscing style Differenti modalità materne di ‘riandare’ e raccontare gli eventi del passato familiare (in genere in età prescolare) Variazione sulla dimensione dell’elaborazione del ‘racconto’ Highly elaborative reminiscing style: conversazioni lunghe e dettagliate, piene di descrizioni e elaborazioni del materiale narrativo Low elaborative reminiscing style: conversazioni meno frequenti sul passato condiviso, meno dettagliate e con scarse elaborazioni del materiale • Open ended question: forniscono informazioni ma incoraggiano il bambino a rievocare gli eventi (es. Cosa abbiamo fatto al parco oggi pomeriggio?) • Shared story: tendenza a integrare le risposte del bambino in un flusso narrativo continuo e condiviso (co-costruito) con differenti elementi narrativi e valutazioni emotive (chi, cosa, quando e dove) (es. Giusto, abbiamo giocato a nascondino. Chi altro c’era? E’ stato divertente, no?) • Joint reminiscing: in caso di mancato ricordo, integrano dettagli già rievocati con altri nuovi in una storia coerente (es. Ti ricordi che oggi siamo andati a giocare a nascondino?) fornendo continuamente ‘pezzi’ di avvenimenti invitando il bimbo a un ricordo condiviso (es. Ti ricordi che Marco era con noi al parco? Ti ricordi quanto vi siete divertiti con la palla dopo il nascondino) “A fundamental assumption in developmental psychology is that parent‐child interactions more generally, and parent – child conversations more specifically, are instrumental in developmental process and outcome” (Fivush et al., 2006; Fivush, 2011) Maternal reminiscing style Tende al essere: • Coerente e costante nel tempo (anche dopo l’età prescolastica) • Non rispecchia solo la loquacità della persona, non sono necessariamente madri che parlano molto in altri contesti conversazionali (es. giochi, racconto di storie, attività ludiche) • Non legato ad uno specifico individuo: tendenza mantenere lo stile anche con altri figli • Non necessariamente legato allo sviluppo delle competenze linguistiche del bimbo E’ attraverso la capacità di condividere rappresentazioni del proprio passato che il bambino diventa consapevole del fatto che la memoria non è una copia della realtà Amnesia infantile Tre principali spiegazioni alla amnesia infantile 1. Sviluppo del sé cognitivo (Cognitive self) Bambini in grado di formare ricordi autobiografici strutturati solo dopo aver sviluppato un senso del sé (fine del 2° anno di vita) al quale poter riferire gli eventi dotati di valenza personale • Riconoscimento visivo di sé (Mirror self): nessun bambino al 1° anno di vita supera il test dello specchio, mentre lo fa il 70% dei bambini tra i 21 e 24 mesi • Uso del pronomi personali («io» e «me») • Gioco di finzione: per fingere di essere un altro bisogna avere un qualche senso di sé Correlazione tra queste abilità e le competenze di memoria autobiografica (migliore memoria degli eventi personali) (Howe & Courage, 1997) Amnesia infantile 2. Teoria socioculturale Linguaggio e cultura hanno un ruolo determinante nella formazione della memoria autobiografica • Dimensione culturale: Studi sul Maternal reminiscing style • Linguaggio utile alla comunicazione dei ricordi personali: abilità linguistiche possedute dai bambini nel momento in cui un’esperienza ha luogo pongono dei vincoli alla rievocazione successiva 3. Immaturità neurofisiologica • Immaturità nello sviluppo dell’ippocampo: ruolo di integrazione tra differenti aspetti mnestici • Sinaptogenesi delle aree prefrontali associata allo sviluppo di differenti abilità cognitive • Cambiamenti nell’efficienza sinaptica e nella modulazione ormonale Picco di reminiscenza Persone tendono a rievocare più eventi autobiografici relativi alla seconda e alla terza decade della loro vita rispetto ad altri momenti di vita Valenza degli avvenimenti di vita e rilevanza personale degli eventi in questo periodo di vita (eventi ad alta salienza) Narrazione autobiografica (Life narrative) Il picco di reminiscenza riflette la costruzione di una storia di vita individuale stabile e coerente elaborata nel corso di vita, segnata da differenti eventi chiave (cfr. Erikson, 1950) Gluck & Bluck (2007): Interviste a 659 soggetti di età compresa tra i 50 e 90 anni rilevando 3541 eventi di vita Giudizio sugli eventi in base a 3 dimensioni: 1. Valenza emotiva 2. Importanza personale 3. Grado di controllo esercitato sugli eventi Picco di reminiscenza solo eventi a valenza emotiva positiva sui quali i partecipanti ritenevano di avere avuto controllo Memoria autobiografica rilevante per la creazione di una storia di vita coerente e positiva Biografia cronologica collocabile in una linea temporale: la storia di come ‘io’ sono diventato quello che ‘sono’ Bias sistematici in alcune psicopatologie (es. la depressione) Memoria congruente con l’umore Nei pazienti depressi difficoltà a rievocare esperienze di vita positive Ricordi negativi maggiormente disponibili Tendenza a confermare la propria identità attraverso una narrazione autobiografica svalutante Self-narrative vs. Life script Self-narrative …set of stories that defines who we are in narrative rather than declarative terms Much in the same way as the novel uses the narrative form to reveal the nature of characters, the self-narrative reveals and maintains the nature of the self via the stories it includes A stable self-concept is developed during young adulthood, giving this period a privileged position in the life narrative and thereby providing an explanation of the bump Life script …primarily derive from shared cultural ideas about the order and timing of major life events—for example, graduation, first employment, marriage, and childbirth. …is a schema of such normative events A life script is a culturally shared part of our semantic knowledge, whereas a life story is unique, individual, and part of our autobiographical knowledge. A life script is measured by a request for the events of a stereotypical life within a given culture. A life story is measured by asking an individual to tell about his or her life Rivermead Behavioural Memory Test Il Rivermead Behavioural Memory Test – Third Edition (RBMT‐3) è un test complementare ai test di memoria tradizionali, capace di predire i deficit di memoria in situazioni ecologiche, cioè nella vita reale (validità ecologica). È stato sviluppato per valutare le abilità di memoria in adulti con e senza cerebrolesioni, e per monitorare i cambiamenti nel tempo delle loro prestazioni di memoria. Il test è composto da 12 prove: 1. Imparare e ricordare il nome e il cognome di una persona sconosciuta mostrata in fotografia. 2. Ricordare dove un effetto personale è stato nascosto. 3. Ricordare un appuntamento a distanza di venti minuti. 4. Riconoscere 10 figure. 5. Ripetizione immediata di un breve racconto. 6. Ripetizione differita del breve racconto. 7. Riconoscimento di facce. 8. Ricordare un breve percorso appena presentato. 9. Ricordo differito del breve percorso. 10. Ricordare di consegnare un messaggio. 11. Orientamento. 12. Data. Giunti OS: http://www.giuntios.it/it/catalogo/DE205 Nomi e volti: Ricordo del nome e del cognome di due persone sconosciute a partire da fotografie del volto mostrate ad inizio test Memoria spaziale (luoghi fisici): Ricordo del luogo in cui è stato posto un oggetto personale ad inizio test Memoria prospettica: Ricordarsi di porre due domande allo sperimentatore al suono di un timer (20/25 secondi dopo l’inizio della somministrazione) Denominazione: denominare 15 oggetti di uso comune a partire dalla presentazione di disegni Riconoscimento (differito): riconoscere i 15 oggetti precedentemente denominati in un gruppo di 30 oggetti (con 15 disegni distrattori) Memoria di prosa: Rievocazione immediata di una breve storia: rievocazione libera di tutto ciò che il soggetto si ricorda di una breve storia letta ad alta voce Memoria di prosa: Rievocazione differita: rievocazione della storia precedente dopo un intervallo di tempo Riconoscimento di volti: riconoscere 15 volti precedentemente presentati in un gruppo di 30 volti (con 15 volti distrattori) Memoria spaziale (percorso): Rievocazione immediata di un percorso compiuto dallo sperimentatore (all’interno dell’ufficio) composto da sei tappe. In una di queste tappe il soggetto deve lasciare una busta contenente un messaggio Memoria spaziale (percorso): Rievocazione differita del percorso CARATTERISTICHE CHIAVE • Capacità di predire i problemi di memoria nella vita reale. • Nuova prova di apprendimento di informazioni. • Presenza di un punteggio generale di memoria e di singoli punteggi per ogni subtest. CAMPIONI NORMATIVI Per il campione italiano sono state analizzate le prestazioni di 231 soggetti normali, 122 donne e 109 uomini, di età compresa tra 18 e 87 anni. Il livello di scolarità variava da 1 a 17 anni. Nessuno dei soggetti risultava affetto da patologie potenzialmente in grado di compromettere il rendimento cognitivo. Sono stati esclusi i soggetti analfabeti, compresi quelli "di ritorno" DATI NORMATIVI Il fattore età e il fattore scolarità risultano sempre significativi. La prestazione delle donne e degli uomini non è risultata significativamente diversa. Vengono riportati i limiti di tolleranza esterno e interno e le soglie per la classificazione in Punteggi Equivalenti (PE).