Psicologia cognitiva della memoria autobiografica

Psicologia cognitiva
della memoria autobiografica
Psicologia Generale
Docente: Ivan Enrici
Modulo D ‐ 9 ore (CFU 3)
Primo anno
Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica
Anno Accademico 2015‐16
Lucidi: www.psych.unito.it/csc > People > Ivan Enrici
Memoria autobiografica
Memoria
Capacità di accumulare informazioni e di recuperarle nel corso del tempo
Memoria autobiografica
Ricordi che abbiamo su noi stessi e sulle nostre relazioni con il mondo che ci circonda
Identità
I nostri ricordi definiscono chi siamo
Mondo esterno
I nostri ricordi definiscono il mondo esterno
Processi di interpretazione
I nostri ricordi guidano i processi di significato che costruiamo su noi stessi e sul mondo
fotografia o processo ricostruttivo?
Tradizioni di ricerca nello studio della memoria
1. Apprendimento verbale: studio sperimentale della memoria umana
diretta (Ebbinghaus) o indiretta (memoria negli animali,
Comportamentismo)
Prevalentemente americano
Fattori e condizioni (esterni) che spiegano come nuove conoscenze
vengono apprese e come queste interagiscono con quelle già possedute
Associazioni stimolo - risposta
Hermann Ebbinghaus: Liste di parole e non-parole
Mappatura dei fenomeni anziché teorie sulla memoria
Influenza notevolissima sullo studio della memoria
Metodi empirici (arido empirismo) ai quali spesso si ritorna quando le
teorie classiche perdono di valore predittivo
2. Effort after meaning: sforzo della persona nel cogliere il significato
Frederic Bartlett: studio degli errori di memoria quale indice dei
processi di ricostruzione di un ricordo
Assenza di ecologicità degli studi precedenti: non-parole o materiale
scarsamente rilevante per l’individuo
Schemi: Rappresentazioni interne complesse, assunzioni a priori
della persona (anche culturali)
Importante influenza sul paradigma HIP e sullo studio cognitivo della
memoria
Hermann Ebbinghaus
(1850 - 1909)
psicologo e filosofo tedesco
Metodo sperimentale per studio della memoria
Non solo processi percettivi
Autodidatta e soggetto sperimentale, imparava liste di sillabe senza senso seguendo un
preciso protocollo > minimizzare l’effetto della conoscenza pregressa
Apprendimento di sequenze di sillabe senza senso
es. ZOL Y87 2NF (senza significato anche se pronunciate)
Ripetizione ad alta voce (sempre alla stessa ora del giorno) tenendo conto del n. di
ripetizioni necessarie per apprendere le sequenze, o riapprendere dopo un intervallo
Hermann Ebbinghaus
(1850 - 1909)
psicologo e filosofo tedesco
Quantità del materiale appreso dipende dal tempo che si dedica ad apprenderlo:
- doppio tempo doppio materiale
- ma non costante: tempo dedicato il primo giorno fa risparmiare quello successivo
Prove di riapprendimento
Giorno 1
64 prove
32 prove
8 prove
Giorno 2
7’ ½
15’
20’
1. Effetto del superapprendimento
Dopo sessioni di apprendimento continue la
memoria migliora fino a una soglia oltre la
quale l’aumento delle ripetizioni non serve
2. Apprendimento massivo distribuito
L’apprendimento concentrato in un’unica
seduta è meno efficace di quello
distribuito nel tempo
Hermann Ebbinghaus
(1850 - 1909)
psicologo e filosofo tedesco
3. Curva dell’oblio
La perdita di memoria col passare del tempo
è più marcata all’inizio e meno
successivamente
4. Effetto seriale
Le prime e le ultime sillabe della lista a parità di altre condizioni erano memorizzate
più facilmente.
Ricordiamo meglio ciò che si colloca all’inizio o alla fine di una serie.
Tra cognitivismo e comportamentismo
Frederic Bartlett
(1886 - 1969)
psicologo britannico
Studio della Memoria
A differenza di Ebbinghaus, Bartlett utilizzava informazioni relative alla vita quotidiana
(storie e non sillabe senza senso) ed esaminava gli errori commessi nel rievocarle.
Ricordo di ciò che sarebbe dovuto accadere o ciò che si aspettavano accadesse,
anziché ciò che era effettivamente accaduto.
• Memoria no riproduzione fotografica
• Tentativi di ricordare esperienze passate influenzate fortemente dalle nostre
conoscenze, convinzioni, speranze, aspirazioni, desideri
• Ricordo non solo presente/assente ma ricordo modificato in base alle aspettative
Frederic Bartlett
(1886 - 1969)
psicologo britannico
Studio della Memoria
Memoria è influenzata non solo dagli stimoli (storie) presentate ma anche e
soprattutto dalla conoscenza pregressa dell’individuo
Presentazione di storie che producevano un conflitto tra il contenuto presentato e le
conoscenze precedenti
> storia appartenente ad un cultura diversa dalla propria
(cultura degli indiani d’America vs. cultura inglese di inizio secolo)
>
>
>
>
non un ricordo letterale delle storie ma un processo ricostruttivo: razionalizzazione
distorsioni rendevano la storia più convenzionale e accettabile in base alle proprie conoscenze
processo ricostruttivo coerente con le conoscenze possedute
maggiore l’intervallo di tempo per la rievocazione maggiori le distorsioni
Principali autori nel campo della memoria autobiografica
Martin Conway
Psicologo britannico
(Department of Psychology at City University of London)
Robyn Fivush
Psicologa americana
(Department of Psychology at Emory University of Atlanta)
Memoria autobiografica
Una definizione
La memoria autobiografica è un sistema di memoria costituito dall’insieme degli episodi della vita di un individuo, in genere collezionati senza un’intenzione consapevole.
È un sistema di memoria complesso basato sulla combinazione di memorie episodiche (esperienze personali e oggetti specifici, persone ed eventi collocati in un particolare tempo e luogo) e memorie semantiche (le conoscenze generali e fatti del mondo).
Memoria autobiografica
Struttura
Dimensione episodica e
dimensione autobiografica
Memoria a lungo termine
Non un sistema unico ma differenti sistemi organizzati in base al tipo di informazione
memorizzata e dall’esperienza soggettiva che le accompagna
Memoria semantica: rete di fatti e concetti associati che formano la nostra conoscenza
generale del mondo
Memoria episodica: l’insieme delle esperienze personali passate che sono avvenute in
un tempo e in un luogo particolari
Memoria episodica lega differenti aspetti del sapere: conoscenza generale del mondo
(memoria semantica), luoghi, tempi e persone
Per questo più vulnerabile all’oblio e alle disfunzione cerebrali
Distinzione non dipende dal tipo di informazione ma dall’esperienza soggettiva che le
accompagna (Tulving, 1972)
Memoria episodica
Recupero dipende da una forma di consapevolezza di tipo auto-noetica
o auto-consapevole: rivivere in modo consapevole uno stato d’animo o
un episodio del passato che ha un luogo e un tempo
Memoria semantica:
Recupero dipende da un consapevolezza noetica o di conoscenza:
pensare in modo oggettivo a qualcosa che si conosce
> No ricordo consapevole del passato
Lesioni al lobo frontale: amnesia relativa alla fonte
Amnesia relativa a dove o come sono state apprese
determinate informazioni
Wheeler et al (1997)
Neuroimaging: corteccia prefrontale maggiormente
coinvolta nella memoria episodica vs. memoria semantica
Memoria episodica e memoria semantica nell’amnesia
Pazienti amnesici mostrano gravi deficit di memoria episodica mentre hanno una
memoria semantica pressoché intatta
Dimostrazione della memoria
semantica intatta data dalle
competenze linguistiche e test
d’intelligenza
Descrizione di un paziente amnesico
MA
Distinzione tra acquisizione semantica prima e dopo l’esordio
> incapacità di acquisire parole nuove dopo esordio
> riconoscimento volti e nomi noti dopo esordio
Memoria autobiografica e sue interazioni
Memoria degli eventi della nostra vita: un insieme sovrapposto di ricordi episodici e
contenuti semantici e processi di interazione tra le due memorie
Conoscenza semantica può influenzare
la rievocazione di un episodio
La conoscenza di ciò che viene imparato
può essere ricordato come episodio
Familiarità: sensazione di aver vissuto un episodio del passato senza associazioni
specifiche o dettagli del contesto
Reminiscenza: ricordi che includono associazioni specifiche e dettagli del contesto
Memoria autobiografica nell’uomo
La memoria autobiografica include due componenti distinte:
1. Memoria del cosa, del quando e del dove di un esperienza
(Evento accaduto in uno spazio e in un tempo preciso)
2. Coscienza autonoetica (autonoetic consciousness): la consapevolezza di sé che ha
avuto l’esperienza di un evento nel passato
Mental time travel: senso di sé soggettivo che
perdura nel corso del tempo
Consapevolezza di sé come ‘attore’ di un evento nel
passato, e come ‘rievocatore’ dell’evento nel presente
Consapevolezza di una personale cronologia o sequenza
temporale nella quale l’individuo può collocare gli eventi del
passato secondo un ordine temporale, creando il senso di
una storia personale.
Dimensioni della memoria autobiografica
(Fivush, 2011)
La memoria (autobiografica)
non è una copia della realtà
Autobiographical memory is that uniquely human form of memory that moves beyond
recall of experienced events to integrate perspective, interpretation, and evaluation
across self, other, and time to create a personal history.
Memory of the self interacting with others in the service of both short-term and longterm goals that define our being and our purpose in the world
1. Non un serie di singoli eventi del passato ma un insieme legato di eventi in una storia
personale che unisce passato, presente e futuro
2. Non un semplice ricordo di avvenimenti ma una struttura narrativa utile a guidare
comportamenti futuri, definizione di sé, sé in relazione e per l’autoregolazione
3. Non un semplice richiamo di eventi del passato ma una consapevolezza di eventi
vissuti: autonoetic consciousness
Cognition is driven by goals: memory is motivated
Philosophical theories of truth that depend on
coherence (of propositions) versus those that depend
on correspondence with a fact
1. Coherence acts at encoding, post-encoding remembering,
and re-encoding, to shape both the accessibility of memories
(familiarity) and the accessibility of their content (recollection)
Make memory consistent with an individuals current goals, self-images, and self-beliefs
2. Correspondence: Memory should correspond to experience
A system that maintained literal or even highly detailed records of moment-by-moment
experience would be faced with insurmountable problems of storage and retrieval
Memory is a product of the tradeoff between the separate but competing demands of
coherence and correspondence
All recent memories are ultimately on a forgetting trajectory and will in fact be forgotten
unless they become integrated with other long-term memory representations
(Conway, 2005)
Schemi, Frame e Script
Rappresentare e comprendere un evento: la maggior parte della conoscenza che possediamo è
strutturata in modo più complesso rispetto alla sola memorizzazione di concetti
Schema:
Costrutto teorico usato per spiegare
l’organizzazione della conoscenza complessa
Gruppo strutturato di concetti per la conoscenza
generica di eventi, sequenze di eventi, relazioni,
situazioni ed oggetti.
Molte le influenze su questi costrutti teorici (Kant; Bartlett;
Schank, 1972 stesso) e molte le teorie sviluppate per
rappresentare e spiegare conoscenze complesse di questo tipo
Teoria degli script di Schank e Abelson (1977)
da non confondere con la teoria della dipendenza
concettuale di Schank (1972)
Una cena da I Soprano, il rito del the, il ballo delle debuttanti
Teoria degli Script
Schank & Abelson (1977)
Rappresentare il tipo di conoscenza che le persone hanno e utilizzano per la
comprensione di eventi ecologici
Incipit di:
Josè Saramago
Cecità (1995)
Usare una conoscenza stereotipata per fare inferenze utili al completamento e alla comprensione
degli eventi ecologici
Script: struttura conoscitiva che codifica sequenze stereotipate di azioni che hanno luogo nella vita
quotidiana
> Azioni e sotto-azioni tipiche che si compiono in una data situazione
> Tipi di oggetti e di attori che ci si aspetta di trovare
> Per ricoprire un “parte” nello schema bisogna rispettare una serie di prerequisiti
• Ottime strutture per la rappresentazione della conoscenza di fondo
• Importanti per comprendere il grado di prevedibilità di certe azioni dato un certo eventi o ambito
Script di una cena al ristorante vs. andare a lezione
Evidenze a sostegno degli script
Bower et al (1979)
Elencare in sequenza azioni o eventi relative ad un
cena al ristorante
> 73% del campione nomina le azioni tipiche di
uno script di questo tipo
> almeno 15 eventi costituiscono la conoscenza di
base comune ad uno script di questo tipo per
l’intero campione
Galambos & Rips (1982)
Decidere rapidamente se un’azione fa parte o meno di uno script specifico
> tempi molto più veloci se l’azione fa parte dello script esaminato
Evidenze a sostegno della rappresentazione mediante schemi
Bartlett (1932)
Ruolo delle aspettative dovute alle conoscenze di base su determinati eventi: ricordi
differenti in base alle conoscenze di fondo
Friedman (1979)
Gli schemi riducono l’elaborazione percettiva concentrandosi sugli aspetti attesi o previsti
> effetto opposto sugli aspetti inattesi: schemi permettono di dare maggior risalto agli
eventi o aspetti non previsti e inattesi
> maggiori gli errori su cambiamenti o parziali alterazioni di oggetti attesi
“L’informazione episodica che viene ricordata di un evento è la differenza tra tale evento e il
suo schema prototipico di rappresentazione in memoria” (Friedman, 1979)
Organizzazione della memoria autobiografica:
Self Memory System (SMS) di Conway (2005)
Self o Working self
Insieme di obiettivi o immagini del sé
attivi in un dato momento e organizzati
come Working Memory
Organizzazione gerarchica di obiettivi
che controllano l’accesso e
l’organizzazione delle conoscenze in
memoria
Autobiographical knowledge base
Memoria concettuale (astratta o
evento specifica e experience-near) ed
episodica sugli avvenimenti della
propria vita
Memoria concettuale su:
• Temi (legati a diversi sé)
• Periodi della vita (cronologici)
• Eventi generali (conoscenza
schematica)
Rievocazione top down
“cosa facevi quando lavoravi al pub?”
Temi legati a differenti sé hanno accesso a
differenti conoscenze: periodi di vita, eventi
generali e memorie episodiche
Esperienze recenti: medesimo periodo di vita
(attuale) ed eventi generali coerenti con il
presente
Eventi recenti tenderanno ad essere rappresentati
come legati ai medesimi obiettivi del working
self ovvero quelli correntemente attivi
La storia di vita (life story) lega insieme gli
avvenimenti della propria vita appartenenti ai
diversi sé e ai diversi momenti di vita
Rievocazione bottom up
“come hai incontrato GC?”
In questa concettualizzazione della memoria
autobiografica il sé è sia chi esperisce che il
prodotto dell’esperienza
(Klein et al, 2004)
Memoria autobiografica ci è permessa a partire da tre
dimensioni rilevanti:
1. Capacità di autoriflessione
Capacità di riflettere sui nostri stati mentali
(to know about my own knowing)
Es. Patologie ai lobi frontali e autismo
2. Sensazione di proprietà personale (personal agency personal ownership)
Sensazione che i nostri pensieri e le nostre azioni appartengano a noi e che siano da noi
causate
Es. Schizofrenia (deficit di memoria episodica)
3. Capacità di pensare al tempo come a un insieme di avvenimenti personali centrati
attorno a noi stessi
Consapevolezza della dimensione temporale come prerequisito al Mental time travel
Es. studi scarsi, amnesie
Funzioni della memoria autobiografica
(Williams, Conway & Cohen 2008)
1. Direttiva: usare la memoria degli eventi del passato per guidare e modellare i
comportamenti presenti e futuri (consapevolmente o inconsapevolmente)
> avvenimenti tragici (es. 11 settembre)
2. Sociale: condividere la memoria degli eventi passati facilita l’interazione sociale,
permette di condividere esperienze, fornisce materiale per le conversazioni, permette la
descrizione della propria identità, fortifica i legami intimi, permette di collocarsi in una
data cultura o contesto
> potenziale pressione adattativa nell’evoluzione filogenetica
> Alzheimer
3. Identitaria: gli eventi personali ricordati rappresentano il database attraverso cui
costituiamo la nostra identità e il senso di sé
> pazienti che non ricordano la propria storia di vita: terapia della reminiscenza
Funzioni & metodi di studio
Questionario TALE (Thinking about life
experience)
Richiesta in che misura i soggetti
pensassero al loro esperienze di vita in
determinate situazioni
Categorizzato le risposte in 4 funzioni
della AM (sociale e distinta in due
dimensioni)
> Presenza delle 4 funzioni
> Analisi fattoriale evidenzia una parziale sovrapposizione delle dimensioni
Necessità di sviluppare metodi appropriati per questo tipo di processo mnestico
Rispetto ad altre memorie, scarso controllo della fase di apprendimento
Difficoltà di analizzare i processi implicati nella formazione e nell’oblio dei ricordi autobiografici
(Baddeley et al., 2011)
Metodi di studio della memoria autobiografica
Sir Francis Galton
(1822 - 1911)
esploratore, antropologo e climatologo britannico
Contribuì all'affermazione di diverse discipline sperimentali, tra cui la psicometria
MEMORY WALK PROCEDURE
Object prompt
Galton (1907) examined his own thoughts while walking around in a familiar
environment, using objects in the environment as prompts for the deliberate
retrieval of thought associations and mental images, of which he then took mental note
Vedi Tecnica dei loci (tecnica mnemonica)
Precursore del Word-prompt method: metodi della rievocazione guidata
Metodi di studio
• RIEVOCAZIONI LIBERE
libere associazioni su periodi di vita
• METODO DEI DIARI
• USO DI PROMPT O CUE
metodi di rievocazione guidata attraverso parole o immagini bersaglio
• RETROSPECTIVE ASSESSMENT
questionari o interviste su avvenimenti pubblici importanti (flashbulb
memory) o su periodi di vita specifici
in ambito clinico e in genere al di fuori dal setting sperimentale
METODO DEI DIARI
Riportare ogni giorno due episodi brevemente descritti e registrati
su schede (diari)
Scelta di due schede a caso: ricordare l’ordine (l’uno prima o dopo
l’altro) e la data di ognuno
Linton (1975) studio di 5 anni sulla
propria memoria autobiografica
Recupero distribuito
dell’informazione:
maggiore è il numero di rievocazioni
di un evento e maggiore sarà la
probabilità di ricordarlo
Ciò vale anche per i presunti ricordi
Wagenaar (1986) studio di oltre 6 anni con due episodi al giorno con l’aggiunta di 4
attributi per ogni episodio: chi, cosa, dove e quando
1. Quantità: numero dei cue (suggerimenti) aumentava la ritenzione degli episodi
2. Qualità: effetto diverso dei cue sulla rievocazione e effetto dei livelli di
elaborazione dovuta dall’uso dei cue
Numero di episodi ricordati piuttosto alto
Problema della ripetizione implicita dovuto al
processo di selezione degli episodi (non
casuali)
chi
cosa
dove
quando
Brewer (1988) episodi da registrare casuali, determinati da un cicalino
in possesso dei soggetti
Descrizione cosa stavano facendo, dove erano, qual era l’importanza di
quell’attività, quale scopo aveva e quale lo stato emotivo
Ricordo testato con intervalli variabili da 0-46 giorni
Su 414 eventi registrati:
• solo il 26% di ricordato correttamente
• e il 28% in modo erroneo
• su tutto il resto nessuna rievocazione
MA
Tenere un diario richiede perseveranza: non tutti i soggetti predisposti e non
rappresentativo della popolazione generale
Fase di scelta degli eventi artificiale vs. scelta attiva nella vita naturale
Processo di codifica può facilitare l’apprendimento degli eventi selezionati
Selective remembering
Le persone costruiscono la propria identità:
• in parte attraverso il proprio passato
• in parte attraverso l’interazione con gli altri
In che modo condividere il proprio passato incide sulla memoria autobiografica?
Condividere e discutere dei propri episodi di vita:
•
•
•
•
Costituisce l’impalcatura per lo sviluppo della memoria autobiografica: life narrative
Rinforza specifiche memorie autobiografiche
Inserisce nuove memorie
(Stone et al., 2012)
Crea memorie collettive
Non tutto viene discusso: alcuni eventi del passato non
vengono inclusi nelle proprie conversazioni
Discutere del proprio passato include una dimensione
selettiva: selective remembering
La rievocazione selettiva induce l’oblio di alcuni ricordi
sia nel rievocatore sia nell’ascoltatore
Within-individual retrieval induced forgetting (WI-RIF)
Socially shared retrieval-induced forgetting (SS-RIF)
Categorie autobiografiche
Due viaggi: Parigi e Istanbul
1. Discussione con un partner di
viaggio dei ricordi relativi alle
due categorie
2. Rievocazione di alcuni ricordi di una categoria: alcuni ricordi del viaggio a Parigi
Tre categorie sperimentali
Rp+ (ricordi rievocati di categorie rievocate): ricordi rievocati del viaggio a Parigi
Rp- (ricordi non rievocati di categorie rievocate): ricordi non rievocati del viaggio a Parigi
Nrp (ricordi non rievocati di categorie non rievocate): ricordi non rievocati del viaggio a Istanbul
Risultati
Rp+ > Nrp
Nrp > Rp-
Dimenticanza indotta dalla rievocazione
Retrieval-induced forgetting: rievocazione selettiva di un ricordo
autobiografico induce l’oblio su ricordi collegati
Sia nel rievocatore sia nell’ascoltatore (WI-RIF e SS-RIF)
Modello inibitorio la spiegazione più accettata
The way people talk about past events can affect the way they remember them
How people naturally talk about events from their own lives?
Recorde what, when, and how subjects told others about events from their lives
Participants talked about recent emotional events, and told them primarily to peers in
order to convey facts and/or to entertain
Participants labeled 61% of their retellings as distorted (containing exaggerations,
omissions, minimizations, or additions) but only 42% of their retellings as inaccurate.
Social context shaped the stories
people told: they changed stories
for different audiences
Subjects exaggerated to
entertain and simplified to
inform
People construct stories as they
retrieve and use memories in a social
context
Marsh & Tversky (2001)
Marsh & Tversky (2004)
METODO DELLA RIEVOCAZIONE GUIDATA
Presentazione di una parola con la richiesta di rievocare un avvenimento
associato a quella parola
> Utilizzato spesso per sondare periodi di vita specifici (es. l’infanzia)
Distribuzione dei ricordi nell’arco di vita: due fenomeni interessanti
1. Picco di reminiscenza (Reminiscience bump)
Tendenza a ricordare episodi autobiografici nel
periodo di vita tra i 15 e i 30 anni
2. Amnesia infantile (Infantile amnesia)
Tendenza a ricordare pochissimi se non nessun
ricordo autobiografico precedente ai 4/5 anni
Conway et al (2005)
Differenze culturali nel primo ricordo: 3,8 anni USA vs. 5,4 Cina
Differenze culturali nelle rievocazioni autobiografiche:
Culture occidentali (USA): più lunghe, elaborate, colorate emotivamente e centrate sul sé
Culture orientali (Cina): più brevi e neutre, e con un’impronta collettiva piuttosto che
individuale
THE AUTOBIOGRAPHICAL MEMORY TEST
(AMT; Williams & Broadbent, 1986)
A cue‐word paradigm in which the cue is the name of a positive or negative emotion (joy, happy, hurt, sorry, sad) (felicità, contentezza, dispiacere, gioia, dolore, tristezza)
Words are presented one at a time (pleasant and unpleasant alternated in the original) Participants are asked to produce a specific personal memory in response to the cue word within a given time limit (e.g., 30 or 60 seconds)
Original cue words
5 pleasant words: happy, safe, interested, successful, surprised
5 unpleasant words: sorry, angry, clumsy, hurt, lonely
If subjects did not retrieve a specific memory:
"Can you think of a specific time, one particular episode?"
Williams & Broadbent (1986)
Moore & Zoellner (2007)
After all cue‐words, subjects dated the memory as accurate as possible
In the original: visual presentation of words and audio recording of responses
Individuals’ responses are scored as specific or non‐specific, with some studies distinguishing between different forms of non‐specific memories, such as categorical or extended memories
1. Specific autobiographical memory is a recollection of an event from one’s life that involved a particular context and took place within one day:
“When I went to the store yesterday, I had to stand in line for 30 minutes”
2. General autobiographical memories can be categorized as:
2a. Categorical, referring to groups of events that share common elements “When I go to the grocery store”
2b. Extended, referring to events lasting longer than one day “I spent a week in Hawaii last winter”
Moore & Zoellner (2007)
RETROSPECTIVE ASSESSMENT
Studio della memoria autobiografica involontaria
Spesso usato nella ricerca clinica per lo studio dei ricordi intrusivi involontari
Richiesta dei 5 più frequenti ricordi e pensieri intrusivi nelle ultime due settimane
Per ogni ricordo veniva richiesto:
• Stimare la frequenza all’interno del periodo richiesto
• Fare una lista delle 3 principali emozioni associate a quel ricordo
• Valutare la gradevolezza (pleasantness) del ricordo su una scala a 10 punti da 1 (very
unpleasant) a 10 (very pleasant)
(Brewin, Christodoulides & Hutchinson, 1996)
Negative intrusive memories are not
confined to psychopathological conditions,
(PTSD and depression) but are a relatively
common occurrence, although not as
common as negative intrusive
thoughts
There was considerable evidence that the
two phenomena are independent
Subjects appeared able to distinguish easily
between the two types of cognition
The most intrusive memory was associated more often with sadness and happiness,
whereas the most intrusive thought was associated more often with fear
Women only rating their most common intrusive thought as less pleasant than did men
Rasmussen & Berntsen (2009)
Rasmussen et al (2014)
Maternal reminiscing style
Differenti modalità materne di ‘riandare’ e raccontare gli
eventi del passato familiare (in genere in età prescolare)
Variazione sulla dimensione dell’elaborazione del ‘racconto’
Highly elaborative reminiscing style: conversazioni lunghe e dettagliate, piene di descrizioni e
elaborazioni del materiale narrativo
Low elaborative reminiscing style: conversazioni meno frequenti sul passato condiviso, meno
dettagliate e con scarse elaborazioni del materiale
•
Open ended question: forniscono informazioni ma incoraggiano il bambino a rievocare gli eventi
(es. Cosa abbiamo fatto al parco oggi pomeriggio?)
•
Shared story: tendenza a integrare le risposte del bambino in un flusso narrativo continuo e
condiviso (co-costruito) con differenti elementi narrativi e valutazioni emotive (chi, cosa, quando e
dove) (es. Giusto, abbiamo giocato a nascondino. Chi altro c’era? E’ stato divertente, no?)
•
Joint reminiscing: in caso di mancato ricordo, integrano dettagli già rievocati con altri nuovi in una
storia coerente (es. Ti ricordi che oggi siamo andati a giocare a nascondino?) fornendo
continuamente ‘pezzi’ di avvenimenti invitando il bimbo a un ricordo condiviso (es. Ti ricordi che
Marco era con noi al parco? Ti ricordi quanto vi siete divertiti con la palla dopo il nascondino)
“A fundamental assumption in developmental psychology is that parent‐child interactions more generally, and parent – child conversations more specifically, are instrumental in developmental process and outcome”
(Fivush et al., 2006; Fivush, 2011)
Maternal reminiscing style
Tende al essere:
•
Coerente e costante nel tempo (anche dopo l’età prescolastica)
•
Non rispecchia solo la loquacità della persona, non sono necessariamente madri che
parlano molto in altri contesti conversazionali (es. giochi, racconto di storie, attività
ludiche)
•
Non legato ad uno specifico individuo: tendenza mantenere lo stile anche con altri figli
•
Non necessariamente legato allo sviluppo delle competenze linguistiche del bimbo
E’ attraverso la capacità di condividere rappresentazioni del proprio passato che il bambino
diventa consapevole del fatto che la memoria non è una copia della realtà
Amnesia infantile
Tre principali spiegazioni alla amnesia infantile
1. Sviluppo del sé cognitivo (Cognitive self)
Bambini in grado di formare ricordi autobiografici strutturati solo dopo
aver sviluppato un senso del sé (fine del 2° anno di vita) al quale
poter riferire gli eventi dotati di valenza personale
•
Riconoscimento visivo di sé (Mirror self): nessun bambino al
1° anno di vita supera il test dello specchio, mentre lo fa il
70% dei bambini tra i 21 e 24 mesi
•
Uso del pronomi personali («io» e «me»)
•
Gioco di finzione: per fingere di essere un altro bisogna avere
un qualche senso di sé
Correlazione tra queste abilità e le competenze di memoria
autobiografica (migliore memoria degli eventi personali)
(Howe & Courage, 1997)
Amnesia infantile
2. Teoria socioculturale
Linguaggio e cultura hanno un ruolo determinante nella formazione della memoria
autobiografica
•
Dimensione culturale: Studi sul Maternal reminiscing style
•
Linguaggio utile alla comunicazione dei ricordi personali: abilità linguistiche
possedute dai bambini nel momento in cui un’esperienza ha luogo pongono dei
vincoli alla rievocazione successiva
3. Immaturità neurofisiologica
•
Immaturità nello sviluppo dell’ippocampo: ruolo di
integrazione tra differenti aspetti mnestici
•
Sinaptogenesi delle aree prefrontali associata allo
sviluppo di differenti abilità cognitive
• Cambiamenti nell’efficienza sinaptica e nella modulazione ormonale
Picco di reminiscenza
Persone tendono a rievocare più eventi autobiografici relativi
alla seconda e alla terza decade della loro vita rispetto ad altri
momenti di vita
Valenza degli avvenimenti di vita e rilevanza personale degli
eventi in questo periodo di vita (eventi ad alta salienza)
Narrazione autobiografica (Life narrative)
Il picco di reminiscenza riflette la costruzione
di una storia di vita individuale stabile e
coerente elaborata nel corso di vita, segnata
da differenti eventi chiave (cfr. Erikson, 1950)
Gluck & Bluck (2007): Interviste a 659
soggetti di età compresa tra i 50 e 90 anni
rilevando 3541 eventi di vita
Giudizio sugli eventi in base a 3 dimensioni:
1. Valenza emotiva
2. Importanza personale
3. Grado di controllo esercitato sugli eventi
Picco di reminiscenza solo eventi a valenza
emotiva positiva sui quali i partecipanti
ritenevano di avere avuto controllo
Memoria autobiografica rilevante per la
creazione di una storia di vita coerente e
positiva
Biografia cronologica collocabile in una linea
temporale: la storia di come ‘io’ sono
diventato quello che ‘sono’
Bias sistematici in alcune psicopatologie (es.
la depressione)
Memoria congruente con l’umore
Nei pazienti depressi difficoltà a
rievocare esperienze di vita positive
Ricordi negativi maggiormente
disponibili
Tendenza a confermare la propria
identità attraverso una narrazione
autobiografica svalutante
Self-narrative vs. Life script
Self-narrative
…set of stories that defines who we are in narrative rather than declarative terms
Much in the same way as the novel uses the narrative form to reveal the nature of
characters, the self-narrative reveals and maintains the nature of the self via the stories it
includes
A stable self-concept is developed during young adulthood, giving this period a privileged
position in the life narrative and thereby providing an explanation of the bump
Life script
…primarily derive from shared cultural ideas about the order and timing of major life
events—for example, graduation, first employment, marriage, and childbirth.
…is a schema of such normative events
A life script is a culturally shared part of our semantic knowledge, whereas a life story is
unique, individual, and part of our autobiographical knowledge. A life script is measured
by a request for the events of a stereotypical life within a given culture. A life story is
measured by asking an individual to tell about his or her life
Berntsen & Rubin (2004)
Rivermead Behavioural Memory Test Il Rivermead Behavioural Memory Test – Third Edition (RBMT‐3) è un test complementare ai test di memoria tradizionali, capace di predire i deficit di memoria in situazioni ecologiche, cioè nella vita reale (validità ecologica). È stato sviluppato per valutare le abilità di memoria in adulti con e senza cerebrolesioni, e per monitorare i cambiamenti nel tempo delle loro prestazioni di memoria. Il test è composto da 12 prove: 1. Imparare e ricordare il nome e il cognome di una persona sconosciuta mostrata in fotografia. 2. Ricordare dove un effetto personale è stato nascosto. 3. Ricordare un appuntamento a distanza di venti minuti. 4. Riconoscere 10 figure. 5. Ripetizione immediata di un breve racconto. 6. Ripetizione differita del breve racconto. 7. Riconoscimento di facce. 8. Ricordare un breve percorso appena presentato. 9. Ricordo differito del breve percorso. 10. Ricordare di consegnare un messaggio.
11. Orientamento. 12. Data. Giunti OS:
http://www.giuntios.it/it/catalogo/DE205
Nomi e volti: Ricordo del nome e del cognome di due persone sconosciute a partire da fotografie del volto mostrate ad inizio test
Memoria spaziale (luoghi fisici): Ricordo del luogo in cui è stato posto un oggetto personale ad inizio test
Memoria prospettica: Ricordarsi di porre due domande allo sperimentatore al suono di un timer (20/25 secondi dopo l’inizio della somministrazione)
Denominazione: denominare 15 oggetti di uso comune a partire dalla presentazione di disegni
Riconoscimento (differito): riconoscere i 15 oggetti precedentemente denominati in un gruppo di 30 oggetti (con 15 disegni distrattori) Memoria di prosa: Rievocazione immediata di una breve storia: rievocazione libera di tutto ciò che il soggetto si ricorda di una breve storia letta ad alta voce
Memoria di prosa: Rievocazione differita: rievocazione della storia precedente dopo un intervallo di tempo
Riconoscimento di volti: riconoscere 15 volti precedentemente presentati in un gruppo di 30 volti (con 15 volti distrattori) Memoria spaziale (percorso): Rievocazione immediata di un percorso compiuto dallo sperimentatore (all’interno dell’ufficio) composto da sei tappe. In una di queste tappe il soggetto deve lasciare una busta contenente un messaggio Memoria spaziale (percorso): Rievocazione differita del percorso
CARATTERISTICHE CHIAVE
• Capacità di predire i problemi di memoria nella vita reale.
• Nuova prova di apprendimento di informazioni.
• Presenza di un punteggio generale di memoria e di singoli punteggi per ogni subtest.
CAMPIONI NORMATIVI
Per il campione italiano sono state analizzate le prestazioni di 231 soggetti normali, 122 donne e 109 uomini, di età compresa tra 18 e 87 anni. Il livello di scolarità variava da 1 a 17 anni. Nessuno dei soggetti risultava affetto da patologie potenzialmente in grado di compromettere il rendimento cognitivo. Sono stati esclusi i soggetti analfabeti, compresi quelli "di ritorno"
DATI NORMATIVI
Il fattore età e il fattore scolarità risultano sempre significativi. La prestazione delle donne e degli uomini non è risultata significativamente diversa. Vengono riportati i limiti di tolleranza esterno e interno e le soglie per la classificazione in Punteggi Equivalenti (PE).