nuovi orientamenti per gli impianti di melo

MELO
Nuovi orientamenti per gli impianti di melo
SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO
Il continuo miglioramento delle tecniche vivaistiche nella moltiplicazione delle piante
da frutto ha portato all’ottenimento di piante sempre più disposte ad una entrata
in produzione precoce, con conseguente riduzione dei tempi di ammortamento del
nuovo impianto.
Oggigiorno vengono proposti diversi tipi di piante con rami anticipati e spesso risulta
difficile capire la differenza tra le varie classi.
Qui di seguito riportiamo la classificazione riconosciuta dal Consorzio Italiano Vivaisti
(CIV).
Requisiti biometrici e qualitativi minimi del materiale vivaistico per i nuovi impianti
(pomacee).
CARATTERISTICHE SPECIFICHE
Tipo
Altezza minima
Calibro minimo
della pianta dal
a 10 cm sopra
colletto alla
il punto d’innesto
gemma apicale
(mm)
(cm)
Altezza minima
del punto
d’innesto
dal colletto
(cm)
Rami
Anticipati
Astoni
classe
commerciale
A
10
110 (cv.
Standard)
100 (cv. Spur)
20
0-3
speroni
Astoni con rami
anticipati classe
commerciale
A+
10
110(cv.
Standard)
100 (cv. Spur)
20
3-5
Astoni con rami
anticipati
Classe
commerciale
EXTRA
12
110
20
5-7
Piante
preformate
tipo “KNIPS”
14
(cv. Standard)
140
(cv. Standard)
20
7+
Apparato
Radicale
Ben
strutturato con
radici non
troppo corte e
ben
distribuite
CARATTERISTICHE PREFERENZIALI
3 La parte apicale della pianta deve essere ben lignificata (gemma apicale ferma).
3 Per le varietà standard, i rami anticipati devono avere una lunghezza di almeno 30
cm ed essere inseriti ad un’altezza minima da terra di 55-60 cm. L’angolo d’inserimento deve essere aperto e il diametro non superiore al 30-40% del fusto.
3 Per le varietà appartenenti al gruppo Spur è preferibile che i rami anticipati siano
di lunghezza ridotta tipo “spini”.
167
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
CARATTERISTICHE GENERALI
3 Crescita eretta e lineare.
3“Saldatura integra” all’innesto (solo per astoni).
3 Assenza di sintomi di disidratazione (raggrinzimento).
3 Assenza di danni meccanici dovuti all’estirpazione in vivaio.
3 Non derivanti da reinnesto di materiale non attecchito.
3 Non derivanti da materiale invenduto nelle campagne precedenti (solo astoni).
3 Uniformità della partita del materiale vivaistico.
3 Assenza di gravi ferite non cicatrizzate dovute a grandine e animali.
Scelta del sistema e densita’ d’impianto
Un moderno impianto deve:
3 Consentire una buona distribuzione della luce.
3 Garantire un’adeguata durata del frutteto.
3 Non ostacolare le lavorazioni.
3 Avere la capacità di produrre costantemente quantità e qualità.
VARIETA’
PORTAINNESTO
DISTANZA
(m)
N° piante/ha
Gala
M9
4 x 1-1.30
2500-1950
Golden Delicious
M9
4 x 1-1.20
2500-2100
Fuji
M9
4.20 x 1.20-1.50
2000-1600
Red Delicious (Standard)
M9
4 x 1-1.20
2500-2100
Red Delicious (Spur)
M 26 - M 9
MM 106
3.80 x 0.8-1
4 x 1.2
3300-2650
2100
Braeburn
M9
4 x 1-1.3
2500-1950
DENSITA’ DELL’IMPIANTO
Per la scelta del portinnesto si rimanda al capitolo dei portinnesti (scala di vigoria dei
portinnesti)
I portinnesti di riferimento sono quelli che meglio rappresentano le tipologie di maggiore e minore vigoria. Nella scelta della distanza d’impianto si dovrà tenere conto
della fertilità del terreno, dell’eventuale situazione di reimpianto, dell’esistenza dell’impianto di irrigazione localizzata: tali fattori determinano una variazione del (+/-)
10% sulle distanze riportate in tabella.
168
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
Consigli per l’impianto: la messa a dimora
3 Programmazione anticipata all’inverno precedente per l’ordinativo delle piante.
3 Preparazione del terreno evitando lavorazioni troppo profonde e trasferimenti consistenti di terra che determinerebbe un impoverimento della fertilità; si consiglia,
nelle lavorazioni, l’utilizzo di erpici di superficie (rotofresa).
3 Quando è possibile, va evitata la successione del melo a se stesso; ottimi risultati si
registrano invece quando questa specie succede all’actinidia che conferisce al terreno una situazione di fertilità e di buona attività microbica. Nel caso si rendesse
necessario il reimpianto, si ricorda che le linee guida nazionali di difesa integrata,
non consentono l’utilizzo di geodisinfettanti chimici (Dazomet e altri) e si consiglia
di attenersi alle raccomandazioni riportate nell’apposito capitolo.
3 Concimazione di fondo:
- Eseguire fertilizzazioni con gli elementi per i quali l’analisi del terreno ne evidenzia
la carenza.
- Nel caso sia necessario l’apporto di sostanza organica, quando possibile preferire
letame bovino maturo la cui applicazione non va localizzata alla base della pianta,
ma disposta lungo il filare.
- È sconsigliabile effettuare concimazioni azotate durante il primo anno di vita del
l’impianto, mentre risulterà utile l’apporto di fosforo, compatibilmente con la sua
dotazione nel terreno, in quanto stimola lo sviluppo radicale.
3 Allo scopo di creare le migliori condizioni di idratazione della pianta è consigliabile
provvedere alla loro immersione in acqua per almeno 24 ore prima della messa a
dimora meglio ancora se al liquido si aggiunge una quantità di sostanza organica
(inzaffardatura).
Effettuare un attento esame dell’apparato radicale, scartando le piante le cui radici
presentassero formazioni anomale o dubbie (ingrossamenti, cisti) nel qual caso segnalandolo sempre al proprio tecnico; in tutti i casi risulterà benefica una spuntatura delle radici asportando quelle danneggiate o all’apparenza non funzionali.
3 È importante lasciare il punto d’innesto almeno 10-15 cm fuori dal terreno per non
creare eccessivo vigore ed evitare rischi di “infranchimento”.
3 Appena messe a dimora le piante, provvedere alla loro legatura al primo filo al fine
di evitare lesioni e scollamenti alle radici.
3 Nei primi mesi si deve prestare massima attenzione all’irrigazione localizzata delle
giovani piante. La zona del colletto deve sempre essere mantenuta umida.
169
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
Forme di allevamento e potatura del melo
CRITERI PER LA SCELTA DI UNA FORMA
3 Deve esulare da canoni estetici e da tendenze del momento.
3 Essere di facile esecuzione.
3 Essere economica e che richieda modesti interventi anche in vista di futuri operazioni meccaniche.
3 Consentire una buona penetrazione della luce.
3 Essere predisposta a tutte le operazioni colturali.
3 Adattabile all’impianto antigrandine.
Per soddisfare tali requisiti, le forme di allevamento proponibili e di conseguenza le
tecniche di potatura adottate, si rifanno al sistema ideato dal ricercatore J.M. Lespinasse dell’INRA di Bordeaux ed alle esperienze scaturite dal gruppo di lavoro “Mafcot”
appositamente creato che come si vedrà di seguito è proponibile per i gruppi varietali
più diffusi. Alcuni aggiustamenti andranno applicati a questo sistema per taluni gruppi particolari (es Braeburn e Spur) riguardo alla potatura di produzione.
CONCETTI FONDAMENTALI PER IL CONTROLLO DELLA
FRUTTIFICAZIONE
In modo schematico sono di seguito descritti i punti essenziali per il controllo della
fruttificazione evidenziati nella (Fig. 1)
1. Favorire una ramificazione alta, evitando
le strutture troppo basse, per assicurare un
buono sviluppo delle branche fruttifere.
2. Piegare le branche fruttifere lasciate libere per anticipare l’induzione fiorale e
favorire il rivestimento di fruttificazioni
secondarie.
3. Controllare lo sviluppo dell’albero e del
suo equilibrio con la piegatura della cima
e il mantenimento della totalità della
ramificazione.
4. Controllare la densità dei punti di fruttificazione con l’estinzione gemmaria (extinction) per mantenere l’autonomia di produzione nell’insieme dell’albero.
5. Privilegiare i punti di fruttificazione che si
sviluppano nella parte periferica della ramificazione (conduite centrifuge).
Fig. 1 Forma di allevamento Solaxe
170
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
RACCOMANDAZIONI
ALL’IMPIANTO
3 Rispettare
d’innesto
l’altezza
del
punto
Durante la messa a dimora degli astoni, è importante rispettare un’altezza
minima di 10-15 cm tra il suolo e il
punto d’innesto, condizione importante per la futura omogeneità del
frutteto (Fig. 2).
Fig. 2 Altezza corretta del punto d’innesto
Un punto d’innesto troppo basso può
favorire nel corso degli anni l’affrancamento e il conseguente aumento
del vigore vegetativo, gravando sulla qualità della produzione futura.
Al contrario un punto d’innesto troppo alto può provocare un blocco dell’accrescimento della pianta
3 Piantare presto e legare la pianta ai fili di sostegno
Un impianto precoce favorisce una migliore ripresa
vegetativa. Quando è possibile preferire l’esecuzione
dell’impianto in autunno in modo da consentire un
preventivo sviluppo delle radici in grado di supportare
adeguatamente la parte epigea dell’albero spesso molto sviluppata.
È importante la legatura delle giovani piante per evitare che il vento le scuota troppo, penalizzando l’inizio
dell’attività delle giovani radici.
Fig. 3 Astone all’impianto
completo di tutti i rami
3 L’astone non deve assolutamente essere ribattuto
Devono essere eliminati gli anticipati troppo bassi (al di
sotto del metro) e quelli di vigore uguale o superiore
all’asse centrale (Fig. 3 e 4).
In situazioni di elevato vigore (gruppo Fuji), è consigliabile lasciare qualche ramo in più alla base allo scopo di
meglio controllare la spinta vegetativa verso l’alto.
Conservare gli anticipati aventi la stessa età dell’astone
permette di ottenere una produzione di qualche chilo-
fig 4 Astone all’impianto dopo
l’eliminazione dei rami anticipati bassi
171
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
grammo di mele al 2° anno, ma spesso con la conseguenza di un futuro disequilibrio della pianta.
Tenendo conto delle principali varietà coltivate
nel nostro areale, le forme di allevamento consigliate si possono ridurre alle seguenti:
- Solaxe: asse verticale con piegatura della cima
Sono comprese tutte le varietà di buona vigoria
(Gala, Golden Delicious, Red Delicious Standard,
Fuji, Braeburn ecc.)
- Fuso/Asse verticale
(Red Delicious Spur)
SOLAXE: gruppo Golden Delicious,
Gala, Red Delicious Standard,
Fuji, Braeburn
Fig. 5 Fuji kiku 8 al 2° anno d’impianto
1° e 2° anno del frutteto
3 Favorire lo sviluppo dell’asse centrale e piegare le branche
È importante che il primo anno non ci sia una produzione e che il secondo anno la
pianta non venga sovraccaricata (Fig. 5).
Continuare la legatura dell’astone ai fili superiori e conservare tutte le ramificazioni.
Piegare le ramificazioni al di sotto dell’orizzontale, circa 110° rispetto alla verticale,
per anticipare l’induzione fiorale nella parte apicale del ramo. Su varietà Red Delicious
standard ( Jeromine in particolare ), limitare l’angolo di apertura delle branche a 90°
; valori maggiori determinerebbero un completo arresto dell’apice con eccessivo sviluppo di rami dorsali.
La piegatura deve essere realizzata possibilmente all’inizio dell’autunno o al più tardi
in primavera, alla ripresa vegetativa, su branche che abbiano raggiunto una lunghezza superiore ai 60 cm o meglio quando la loro lunghezza abbia superato la metà della
distanza che intercorre tra due piante.
Evitare la piegatura delle branche lungo il filare, ma disporle verso l’esterno, tra i filari, per favorire una migliore penetrazione della luce (Fig. 6).
Questo concetto potrebbe venire parzialmente modificato in vista di una possibile
introduzione della macchina per il diradamento (vedi
capitolo).
Per dare alle branche il giusto angolo di curvatura si
consiglia l’utilizzo di un filo
di ferro di 1,5 mm di diametro circa e di lunghezza
variabile secondo l’esigenza
Fig. 6 Visione dall’alto, orientamento delle branche fruttifere
(Fig. 7, 8, 9 e 10).
Di norma si consiglia di non
172
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
Fig. 7 Utilizzo del fil di ferro
per la piegatura dei rami
piegare più di 3 o 4 ramificazioni per pianta, poiché la
piegatura di tutte le branche penalizzerebbe il volume
produttivo dell’albero. Ovviamente più la pianta è vigorosa e più branche verranno piegate (Fig. 11).
Durante il periodo estivo (giugno-luglio) risulta molto
efficace l’eliminazione di eventuali ricacci vegetativi
che si sono formati sul dorso delle branche in corrispondenza delle piegature.
Ritardare questa operazione provoca degli squilibri
vegetativi alla pianta, mentre l’eliminazione in verde
dei ricacci favorisce uno sviluppo più equilibrato della
ramificazione fruttifera (Fig. 12).
Gli eventuali ricacci formatisi in posizione laterale alla
branca, se non troppo vigorosi, possono essere mantenuti e successivamente piegati per favorire la formazione di una ramificazione complessa.
3° ANNO DEL FRUTTETO
3 Piegatura delle branche e dell’asse centrale
Fig. 8 Angolo di piegatura
corretto
Fig. 9 Piegatura da evitare
Continuano le operazioni di piegatura delle branche
più vigorose.
La piegatura della cima migliora l’equilibrio generale
dell’albero. Ecco perché quando la cima supera di circa
70-90 cm l’ultimo filo di sostegno, occorre piegarla con
un arco ampio, evitando in modo assoluto piegature
orizzontali. Una volta attaccata la cima bisogna condurla come se fosse una branca fruttifera, evitando di
farla “correre” lungo il filo (Fig. 13 e 14).
In alcune varietà non è sempre necessario forzare la
piegatura poiché le cime piegano da sole con il peso
Fig. 10 Piegatura del ramo con il fil di ferro
173
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
dei frutti.
Inoltre, se nella potatura tradizionale la semplificazione della cima era una priorità, questa necessità ora
viene meno e diventa possibile, in situazioni di elevata
vigoria, lasciare anche due o più cime.
È sempre importante l’eliminazione, durante il periodo estivo, degli eventuali ricacci vegetativi che si sono
formati sul dorso delle branche in corrispondenza delle piegature.
4° ANNO DEL FRUTTETO
3 Piegatura branche e creazione del camino centrale
e extinction
Continuano le operazioni di piegatura delle branche
più vigorose che non piegano sotto il peso dei frutti.
È sempre importante, per mantenere l’equilibrio della
pianta, l’eliminazione degli eventuali ricacci sul dorso
delle branche e della cima. Un elemento molto importante della conduite centrifuge è la luce, fattore indispensabile che garantisce la perennità, l’autonomia e
la qualità dei punti di fruttificazione.
Per questo motivo, durante il riposo vegetativo, si
provvederà a creare un camino di luce nella parte centrale della pianta asportando le lamburde dell’asse
centrale e quelle poste nei primi 15-20 cm dal punto
d’inserzione delle branche con il tronco. Questa operazione, creando una zona senza vegetazione intorno
al tronco, permette alla luce di penetrare anche nelle
parti più basse ed interne della pianta (Fig. 15).
Fig. 13 Piegatura della cima
174
Fig. 11 Piegatura delle branche
Fig. 12 Eliminazione in estate
dei ricacci
Fig. 14 Corretta piegatura della cima
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
Fig. 15 Camino centrale
Fig. 16 Branca prima dell’extinction
Fig. 17 Branca dopo extinction.
Camino centrale più eliminazione delle lamburde poste
sotto il ramo
Il 4° anno, secondo le varietà e se non
ci sono stati problemi durante la formazione delle piante, corrisponde al
primo anno di forte produzione.
L’assenza di tagli di ritorno sulla ramificazione porta all’“invecchiamento”
delle branche e all’aumento nel tempo del numero di punti di fruttificazione (lamburde, brindilli ecc.).
In questa fase diventa dunque importante intervenire sulla pianta per
regolare il rapporto tra produzione e
accrescimento ed evitare di incorrere
in fenomeni di alternanza e comunque
in produzioni eccessive che penalizzerebbero la qualità dei frutti.
Per mantenere un buon equilibrio fisiologico della
pianta non verranno effettuati dei tagli di rinnovo sulla ramificazione fruttifera.
Prendendo in considerazione il comportamento naturale delle diverse varietà, s’interverrà, invece, con l’extinction artificiale che permette di controllare al meglio l’accrescimento vegetativo e la densità dei punti
di fruttificazione. In poche parole si effettuerà un diradamento degli organi fruttiferi.
Quest’operazione sarà realizzata manualmente solo
sulle branche piegate sotto l’orizzontale e ben equilibrate, iniziando con l’eliminazione di tutte le lamburde più deboli e sistematicamente di tutte quelle che
si sono sviluppate sotto la ramificazione, perché poco
esposte alla luce e perché producono frutti di scarsa
qualità (Fig. 16, 17, 18 e 19).
Successivamente diventa importante determinare l’intensità dell’extinction, cioè il numero di organi fruttiferi ideale da lasciare sulla pianta, per ottenere delle
produzioni di qualità.
Ricordiamo inoltre che l’extinction è un’operazione di
potatura, dunque, come tutte le potature, se troppo
severa rischia di rilanciare il vigore con cacciate indesiderate, se troppo blanda rischia di produrre frutti di
scarsa qualità. In entrambi i casi si comprometterebbe
l’equilibrio vegeto-produttivo della pianta.
Il gruppo MAFCOT francese ha messo a punto un metodo oggettivo di misurazione e controllo del numero
di gemme da lasciare per ottenere la produzione desiderata. Questo metodo viene messo a punto attraverso un semplice regolo chiamato equilifruit (Fig. 20) su
175
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
Fig. 18 Branca complessa della Conduite Centrifuge
Fig. 19 Guanto per l’extinction
Fig. 20 Utilizzo dell’Equilifruit
176
cui è indicata l’area della sezione della branca e il corrispondente numero
di gemme da mantenere sulla branca
stessa; questo strumento consente di
velocizzare le operazioni di extinction e migliorare la distribuzione degli organi fruttiferi sull’insieme della
chioma.
Apparentemente, il principio ideato
dal gruppo francese, può sembrare
complesso, ma in realtà è semplice e
soprattutto logico, poiché si basa sulla
misurazione del diametro delle branche fruttifere e sul calcolo del numero
di gemme a fiore da lasciare per ogni
branca.
Precisiamo che la misurazione delle
branche non viene estesa all’intero
frutteto perché comporterebbe un
tempo di esecuzione troppo lungo e
di conseguenza costoso.
Per questi motivi è importante che il
frutticoltore prima di iniziare l’extinction sull’intero frutteto faccia una
simulazione misurando un numero di
piante rappresentative dell’appezzamento, da cui, in base ad un calcolo
che considera la pezzatura desiderata
dei frutti e la produzione ad ettaro
che vuole realizzare, decide il numero
di gemme da lasciare per ogni cm2 di
branca.
Tempi di esecuzione: uno dei maggiori limiti che sovente viene manifestato soprattutto da chi è contrario
a questa pratica è il tempo di esecuzione. In realtà l’elevato numero di
ore (200 - 250/ ore/anno/ettaro) va
suddiviso nei primi 2 anni. Negli anni
successivi il tempo va ridotto a 20-40
ore/anno/ettaro.
Di seguito vengono descritte, con un
esempio, le varie operazioni da seguire per impostare una simulazione di
calcolo.
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
Esempio:
Frutteto di Golden Delicious
4 anni, sesto 4 m x 1,25 m (2000 piante /ha)
Pianta 1
Branche
Pianta 2
Pianta 3
Pianta 4
Pianta 5
Area
Area
Area
Area
Area
Diametro
Diametro
Diametro
Diametro
Diametro
sezione
sezione
sezione
sezione
sezione
mm
mm
Mm
mm
mm
cm2
cm2
cm2
cm2
cm2
br1
14
1,5
12
1,1
12
1,1
15
1,8
14
1,5
br3
15
1,8
12
1,1
13
1,3
14
1,5
13
1,3
br4
11
0,9
13
1,3
14
1,5
15
1,8
12
1,1
br5
13
1,3
14
1,5
15
1,8
17
2,3
19
2,8
br6
13
1,3
14
1,5
15
1,8
13
1,3
16
2,0
br7
14
1,5
15
1,8
13
1,3
16
2,0
17
2,3
br8
16
2,0
14
1,5
14
1,5
13
1,3
18
2,5
br9
14
1,5
13
1,3
16
2,0
18
2,5
14
1,5
br10
12
1,1
16
2,0
14
1,5
12
1,1
15
1,8
br11
13
1,3
13
1,3
12
1,1
16
2,0
18
2,5
br12
14
1,5
15
1,8
12
1,1
12
1,1
19
2,8
br13
12
1,1
17
2,3
14
1,5
13
1,3
Tot
sezioni
cm2
17,9
20,5
18,3
2
2 : 3,14
Calcolo
area
della
sezione
in cm2: 3,14
in mm)
/100
Calcolo
area
della
sezione
in cm
+ raggio
* (raggio
22,0
Media
24,9
20,7
in mm) 2/100
Tabella
di conversione
Tabella
di conversione
Diametro
9
mm
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Area cm2 0,6 0,8 0,9 1,1 1,3 1,5 1,8 2 2,3 2,5 2,8 3,1 3,5 3,8 4,2 4,5 4,9 5,3 5,7 6,2 6,6 7,1
Nell’esempio
riportato,
il potenziale produttivo del frutteto è stimato a 300 q/ha, per un obiettivo
Come
dosare
l’extinction?
commerciale di 5,2 frutti per kg (frutti di pezzatura 75/80 mm per un peso di circa 192 grammi):
1. Valutare il potenziale produttivo del frutteto.
30000
kg/ha
/ 2000
piante per
= 78 frutti
per può
pianta.
Solo il produttore,
con
l’aiuto
tecnico,
puòettaro
valutare
quanto
produrre il frutte* 5,2 del
to prendendo in considerazione età, vigore delle piante, sesto d’impianto e obiettivi
Otteniamo dunque
frutti / 20,7
(sezione media in cm2) = 3,76 frutti / cm2 di sezione.
economici
che si78
vogliono
raggiungere.
2. Determinare la somma delle sezioni delle branche.
Considerando un frutto per mazzetto, con un margine del 10%, per ottenere una produzione di
-Golden
Selezionare
5 piante
rappresentative
delgrammi
frutteto.
D. stimata
a 300 q/ha,
con frutti di 190
circa, durante l’operazione di extinction si
-dovranno
Misurare
il diametro
branche. per ogni cm2 di sezione di branca.
lasciare
4 punti delle
di fruttificazione
semplice
è un mezzo
efficace
per edistribuire
modo calcolarne
ragionato il la
potenziale
-Questo
Calcolare
l’areacalcolo
della sezione
di ogni
branca
per ogniinpianta
media.
produttivo del frutteto sulla ramificazione fruttifera.
2 di sezione
Determinato
il numero
di gemme
da lasciare,
in base alla sezione
branche, della
si procede
con
3.
Determinare
il numero
di punti
difruttificazione
per cmdelle
branca.
l’extinction.
Tale operazione trova la sua migliore attuazione nel periodo che va da mazzetti affioranti (STADIO
Nell’esempio
il potenziale
produttivo
del frutteto è stimato a 300 q/ha, per
D – D3) sino allariportato,
fioritura (STADIO
F – F2) (fig.
21M).
un obiettivo commerciale di 5,2 frutti per kg (frutti di pezzatura 75/80 mm per un
peso
di circa 192 grammi): 30000 kg/ha * 5,2 / 2000 piante per ettaro = 78 frutti per
CAMPI DI APPLICAZIONE
pianta.
PIANTE
TAILLE LONGUE
EXTINCTION
Vigorose
Sì
No (solo camino centrale)
Sì (formazione del camino centrale ed
177
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
D Mazzetti
affioranti
D3 Mazzetti
divaricati
F2 Piena fioritura
Fig. 21 Stadi ottimali per effettuare l’extinction
Fig. 22 Branca esaurita
CAMPI DI APPLICAZIONE
PIANTE
TAILLE
LONGUE
EXTINCTION
Vigorose
Sì
No (solo camino centrale)
Equilibrate
Sì
Sì (formazione del camino
centrale ed eliminazione dei siti
fruttiferi esauriti)
Deboli
Ragionata
Sì
Otteniamo dunque 78 frutti / 20,7 (sezione media in
cm2) = 3,76 frutti / cm2 di sezione.
Fig. 23 Branca rinvigorita dopo
un moderato intervento di
potatura
Considerando un frutto per mazzetto, con un margine
del 10%, per ottenere una produzione di Golden D. stimata a 300 q/ha, con frutti di
190 grammi circa, durante l’operazione di extinction si dovranno lasciare 4 punti di
fruttificazione per ogni cm2 di sezione di branca.
Questo semplice calcolo è un mezzo efficace per distribuire in modo ragionato il potenziale produttivo del frutteto sulla ramificazione fruttifera.
Determinato il numero di gemme da lasciare, in base alla sezione delle branche, si
procede con l’extinction.
Tale operazione trova la sua migliore attuazione nel periodo che va da mazzetti affioranti (STADIO D – D3) sino alla fioritura (STADIO F – F2) (Fig. 21).
ANNI SUCCESSIVI
Dopo i primi 2 anni di extinction la “potatura” annuale sarà un’operazione semplice,
finalizzata al mantenimento dell’equilibrio fisiologico della pianta. Essa sarà realizzata più rapidamente solo per eliminare eventuali ricacci vegetativi, per diradare i punti
178
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
di fruttificazione in esubero ed eventualmente
per eliminare le branche che possano compromettere la penetrazione della luce.
Come già detto più volte, questo tipo di allevamento non prevede cospicui e laboriosi interventi di potatura di rinnovo. In alcuni casi
però, quando l’accrescimento della ramificazione fruttifera nella parte più periferica comincia
ad esaurirsi (cacciate troppo deboli e gemme di
cattiva qualità), diventa necessario ringiovanirla
con moderati interventi di ritorno per rinvigorire
i punti restanti (Fig. 22, 23 e 24). A tale proposito
ritornerà utile mantenere qualche ramo dorsale
non troppo vigoroso in grado di sostituire il prolungamento del ramo esaurito (Fig. 25).
Fig. 24 Ripartizione ottimale dei frutti
nella chioma
CASO PARTICOLARE: JEROMINE (Red Delicious Standard)
Fase di Produzione
Il comportamento di questa varietà che al momento è la più diffusa fra le Red Delicious Standard può essere assimilato a quello di Gala e
Golden, pertanto valgono le indicazioni fornite
per questi gruppi varietali.
Tuttavia tenendo conto della maggior sensibilità
di questa varietà alla butteratura amara si raccomanda di limitare l’eccessiva pulizia di formazioni fruttifere come invece avviene per le altre
varietà.
Sulle piante più vigorose sulle quali
si dovrà asportare
delle branche mal
Fig. 25 Esempio di ricaccio da non eliminare ma da utilizzare in futuro per la
inserite o in nusostituzione della branca esausta
mero eccessivo è
consigliabile eliminarle mediante lo strappo che oltre a evitare l’insorgenza di ricacci favorirà l’indebolimento della pianta e una
migliore cicatrizzazione della ferita (Fig. 26). Per quanto
riguarda la gestione della cima continuare nella piegatura della stessa con lo scopo di mantenere l’equilibrio
generale della pianta.
Fig. 26 Eliminazione di un
ramo con la tecnica dello
strappo
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FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
FUSO: gruppo Red Delicious Spur
Le piante di Red Delicious spur devono essere allevate mantenendo un andamento
eretto della pianta al fine di esaltare la crescita della freccia centrale. La forte caratteristica basitona del gruppo Red Delicious spur fa sì che i rami generati all’impianto,
se non controllati con piegature o tagli, creino una forte competizione con la freccia
centrale compromettendone la crescita. Diventa importante in questi casi la scelta del
materiale vivaistico per l’impianto. Sono da preferire piante con piccoli rami anticipati
(spini) e lamburde fruttifere.
Piante con molti rami anticipati possono solo creare problemi alla crescita della pianta
senza anticipare una raccolta interessante. Per le tecniche di impianto vale quanto
riportato nel capitolo precedente.
1° e 2° anno del frutteto
3 Eliminazione di eventuali ramificazioni troppo vigorose concorrenti con la punta.
3 Piegatura dei rami medi non oltre l’orizzontale
3 Eliminazione dei fiori o dei frutticini originati dalla gemma apicale in particolare
quelli situati sul fusto centrale.
3 Diradamento dei frutticini
Durante il primo anno si dovranno eliminare tutti i frutti
Nel secondo è possibile lasciare 20 frutti per pianta nel caso di portinnesti deboli e 40
frutti per pianta nel caso di portainnesti più vigorosi (Fig. 27).
Fig. 27 Red Chief alla II foglia
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Fig. 28 Eliminazione di branche basali troppo
vigorose
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
3° ANNO del frutteto
3 Soppressione di branche troppo vigorose (Fig. 28).
3 Asportazione delle gemme nella zona più interna della pianta e comunque tutte
quelle in sovrannumero
3 Esecuzione dei primi tagli di ritorno su legno di due anni, preferibilmente su gemma a fiore.
3 Mantenere la freccia priva di rami concorrenti (Fig. 29; 30; 31).
Fig. 29 Red Chief alla IV foglia (le
frecce in rosso indicano i rami
concorrenti vigorosi da eliminare)
Fig. 30 Red Chief alla IV
foglia dopo la potatura
GRUPPO BRAEBURN
Il gruppo Braeburn che, con la recente introduzione di cloni ben colorati (Eve, Joburn ecc.), sta
incontrando un certo favore fra diversi produttori, merita un cenno a parte in particolare per
quanto riguarda la potatura di produzione.
FASE DI ALLEVAMENTO
Fig. 31 Esiti produttivi di Red Chief in
conduzione centrifuga
Nei primi due anni di vita, la conduzione del frutteto è del tutto simile a quella consigliata per il
gruppo Gala e Golden. L’unica differenza sta nel
fatto che, dovendo su questo varietà effettuare
negli anni, tagli di raccorciamento sui rami produttivi, come si dirà fra breve, è possibile mantenere le branche basali a partire da 80-100 cm di
altezza.
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FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
Fig. 32 Clone di Braeburn: taglio su legno di 2
anni.
Fig. 33 Clone di Braeburn: esito dell’extinction
FASE PRODUTTIVA
L’elevato potenziale produttivo di questa varietà costringe, a differenza di altri gruppi, a regolare già in potatura invernale il carico di gemme. Per realizzare ciò, si possono seguire due strade: o effettuando raccorciamenti sui rami di due anni su una
gemma a fiore (Fig. 32) e, su piante in piena produzione, anche sui rami dell’anno
al fine di ridurre l’elevato potenziale produttivo (o, in alternativa, nel caso si volesse
effettuare la pratica dell’extinction (Fig. 33), si dovrà operare esclusivamente da inizio
fioritura quando cioè sia ben definito il reale potenziale produttivo, diversamente si
rischierà di lasciare un numero di gemme a fiore troppo elevato con grave pregiudizio
della fioritura anche in considerazione della difficoltà nel disporre di prodotti efficaci
per il diradamento chimico.
LA POTATURA NEL SISTEMA DI ALLEVAMENTO “BIASSE”
Questo sistema è un’innovazione vivaistica che prevede di
fornire astoni bi-cauli preformati in vivaio ed è registrato
con il termine “Bibaum®”(Fig. 34).
Tale tecnica permette di ottenere un albero a doppio asse
attraverso la cimatura dell’astone al 2° anno, con conseguente ritardo nella formazione della pianta di un anno.
L’astone viene messo a dimora con il doppio asse disposto
nella direzione del filare in modo da formare una forma
appiattita e alta.
Essendo questo sistema adottato da pochi anni non è ancora possibile formulare un giudizio definitivo: tuttavia dalle
prime osservazioni risulta una sensibile riduzione nei tempi
di lavoro nella fase di allevamento e una maggior produzione al 2° e 3° anno.
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Fig. 34 Sistema di allevamento “biasse”
FORME DI ALLEvamento e tecniche di potatura: melo
Fase di Allevamento
In questa fase devono essere eliminate le formazioni
troppo vigorose le quali ostacolerebbero eccessivamente lo sviluppo dell’asse centrale determinando,
nei casi estremi, il suo esaurimento. La cima non deve
essere spuntata ma lasciata libera di crescere fino al
raggiungimento dell’ultimo filo.
Con questo procedimento non è più necessaria la legatura dei singoli rami e ciò rappresenta uno dei punti di forza del sistema.
Fase di Produzione
Allo scopo di avere una pianta equilibrata nel tempo
Fig. 35 Eliminazione delle branche
è necessario procedere ogni anno con l’eliminazione
più vigorose su Fuji in biasse
delle branche più grosse effettuando 3 – 4 tagli per
asse (Fig. 35). Attuando questa serie di tagli su ciascun
asse si favoriscono le branche più piccole (brindilli) che permettono di mantenere una
forma in parete e garantiscono la produzione migliore.
Quando la pianta ha raggiunto l’ultimo filo, per evitare l’eventuale inserimento dell’apice della pianta stessa nella rete antigrandine, si consiglia di procedere con una
cimatura estiva (inizio giugno). E’ stato osservato che con questo tipo di operazione
la pianta rimane equilibrata nel tempo e l’emissione di succhioni risulta limitata (Fig.
36).
Una scorretta gestione della pianta durante i primi anni di allevamento (Fig. 37) può
causare l’affermazione di branche troppo vigorose le quali, da un lato vanno a sottrarre linfa al resto della pianta e dall’altro vanno ad ostacolare la penetrazione della
luce ai rami sottostanti. Questa errata gestione porta ad avere uno squilibrio generale
della pianta che si manifesta con la mancanza di nuovi rami da utilizzare per sostituire
quelli che andranno in esaurimento.
Fig. 36 Corretta gestione della
cima effettuata con taglio di
semplificazione estivo
Fig. 37 Esempio di un’errata gestione con conseguente prevalenza di branche grosse
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