Bisogni educativi speciali: I incontro: I presupposti teorici e la normativa di riferimento per l’inclusione LE RECENTI DISPOSIZIONI MINISTERIALI IN MATERIA DI Bisogni Educativi Speciali DIRETTIVA MINISTERIALE 27 DICEMBRE 2012 : «STRUMENTI DI INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA», documento emanato dal Dipartimento per l’Istruzione . Direzione generale per lo studente , l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione e firmato dal Ministro Profumo; C.M N. 8 DEL 6 MARZO 2013:INDICAZIONI OPERATIVE PER LA DIRETTIVA, emanata dal Dipartimento per l’Istruzione, a firma del capo Dipartimento, Lucrezia Stellacci. ORDINANZA MINISTERIALE N. 13 DEL 24 APRILE 2013, Esami di Stato 2012/2013: art. 18. c.4 «alunni con difficoltà di apprendimento di varia natura» NOTA prot. 01551 del 27 GIUGNO 2013. Il PAI e le modalità di richiesta delle risorse di sostegno. NOTA prot. n. 2563 del 22 novembre 2013 - Chiarimenti SI TRATTA DEL PUNTO DI ARRIVO (ad oggi) DEL PROCESSO DI DEFINIZIONE DI NORME IN MATERIA DI INCLUSIONE 2 USR Lombardia – Formazione BES UN PROCESSO CHE HA ATTRAVERSATO LA SCUOLA ITALIANA DEGLI ULTIMI 50 ANNI Il concetto chiave è quello della centralità della persona. Ci sono tradizioni filosofiche, oltre che pedagogiche dietro, riferite al personalismo cristiano, all’attivismo, ad altri apporti della ricerca. 3 USR Lombardia – Formazione BES SEGREGAZIONE INSERIMENTO INTEGRAZIONE INCLUSIONE L’inclusione descrive il processo per la cui la scuola cerca di rispondere agli alunni come persone, riconsiderando la sua organizzazione e la sua offerta curricolare. Le scelte fondanti: • • • • accettare la diversità assicurare la partecipazione attiva sviluppare pratiche di collaborazione costruire una scuola che impara da se stessa e promuove il cambiamento e lo sviluppo 4 USR Lombardia – Formazione BES LA SFIDA DELLE DIVERSITÀ “ non c’è peggiore ingiustizia che far parti eguali tra diversi “ (Don Milani, “Lettera a una professoressa”,1967) 5 USR Lombardia – Formazione BES UN PROCESSO CHE VIENE DA LONTANO Art. 3 ed Art. 34 Costituzione Dopo l’avvio con la Legge 118 del 1971, il processo sI è affermato nel 1977 con la Legge 517, che ha determinato la progressiva chiusura delle scuole speciali e l’affermazione di un nuovo modo di fare scuola . Nella normativa, le principali tappe che riguardano la DISABILITÀ: Sentenza della Corte Costituzionale n. 215 del 3 giugno 1987, Legge 104 del 1992, che é il primo intervento legislativo di carattere organico,relativo cioè all’intero orizzonte esistenziale della persona disabile. Le norme con specifico riferimento al sistema d’istruzione sono state riprese nel D.Lgs. 297/94, T.U. ( capo IV artt. 312-318). (2006 : Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata con legge 3 marzo 2008, n. 18) LE LINEE GUIDA del MIUR sull’integrazione degli alunni con disabilità (4 agosto 2009, prot. n. 4274). 6 USR Lombardia – Formazione BES LA LEGGE 104/1992 per la scuola L’art. 12 sancisce il diritto all’integrazione in ogni ordine e grado di scuola, sottolineando che il diritto all’educazione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap. L’art. 13 ribadisce che l’integrazione stessa si realizza nelle classi “comuni” e che in tutte le scuole di ogni ordine e grado sono garantite le attività di sostegno mediante l’assegnazione di docenti specializzati. Nella scuola secondaria superiore le attività di sostegno sono strutturate secondo aree disciplinari. Si conferisce la con-titolarità delle sezioni e classi in cui insegnano, ai docenti specializzati, specificando inoltre che essi partecipano a tutte le attività scolastiche degli organi collegiali, secondo la loro competenza. L’art. 14 stabilisce l’obbligo da parte del Ministero di provvedere alla formazione e all’aggiornamento del personale docente , tutto il personale docente e non solo gli insegnanti di sostegno, in tema di integrazione. L’art. 16 tratta una materia di particolare delicatezza, tuttora questione aperta in tema di integrazione dei disabili: la valutazione del loro rendimento e delle prove d’esame che deve rapportarsi al PEI (Piano educativo individualizzato) approvato dai competenti organi collegiali. 7 7 USR Lombardia – Formazione BES IL DLgs 297/1994 TESTO UNICO IN MATERIA DI ISTRUZIONE Le norme della Legge 104 con specifico riferimento al Sistema d’istruzione sono state riprese nel D. Lgs. 297/94: CAPO IV - Alunni in particolari condizioni Sezione I - Alunni handicappati Paragrafo I - Diritto all'educazione, all'istruzione e alla integrazione dell'alunno handicappato Art. 312 - Principi generali Art. 313 - Soggetti aventi diritto Art. 314 - Diritto all'educazione ed all'istruzione Art. 315 - Integrazione scolastica Art. 316 - Modalità di attuazione dell'integrazione scolastica Art. 317 - Gruppi di lavoro per l'integrazione scolastica Art. 318 - Valutazione del rendimento e prove d'esame Paragrafo II - Interventi specifici e forme di integrazione e sostegno Art. 319 - Posti di sostegno Art. 320 - Interventi a favore di alunni portatori di handicap nella scuola elementare Art. 321 - Programmazione educativa nella scuola media Paragrafo III - Scuole speciali per non vedenti e per sordomuti ed altre scuole con particolari finalità Art. 322 - Obbligo scolastico per gli alunni non vedenti Art. 323 - Obbligo scolastico per gli alunni sordomuti Art. 324 - Scuole con particolari finalità Paragrafo IV - Titoli di specializzazione per l'insegnamento agli alunni portatori di handicap, non vedenti e sordomuti Art. 325 - Istituzioni abilitate in via transitoria a rilasciare titoli di specializzazione per l'insegnamento agli alunni handicappati, non vedenti e sordomuti 8 8 USR Lombardia – Formazione BES I SOGGETTI AVENTI DIRITTO L’art. 313 DLgs 297/94 rinvia all’art. 3 Legge 104 “ E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.” 9 Art. 314 - Diritto all'educazione ed all'istruzione 4. All'individuazione dell'alunno come persona handicappata ed all'acquisizione della documentazione risultante dalla diagnosi funzionale fa seguito un profilo dinamico-funzionale, ai fini della formulazione di un piano educativo individualizzato, alla cui definizione provvedono congiuntamente, con la collaborazione dei genitori della persona handicappata, gli operatori delle unità sanitarie locali e, per ciascun grado di scuola, personale docente specializzato della scuola (…) Il profilo indica le caratteristiche fisiche, psichiche, sociali ed affettive dell'alunno e pone in rilievo sia le difficoltà di apprendimento conseguenti alla situazione di handicap e le possibilità di recupero, sia le capacità possedute che devono essere sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte culturali della persona handicappata. 1 0 10 USR Lombardia – Formazione BES Art. 315 - Integrazione scolastica L'integrazione scolastica della persona handicappata nelle sezioni e nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado si realizza, fermo restando quanto previsto dagli articoli 322 e seguenti anche attraverso: a) la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio-assistenziali, culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio gestite da enti pubblici o privati b) la dotazione alle scuole di attrezzature tecniche e di sussidi didattici nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico, ferma restando la dotazione individuale di ausili e presidi funzionali all'effettivo esercizio del diritto allo studio, anche mediante convenzioni con centri specializzati, aventi funzione di consulenza pedagogica, di produzione e adattamento di specifico materiale didattico; c) la sperimentazione di cui agli articoli 276 e seguenti da realizzare nelle classi frequentate da alunni con handicap. 1 1 11 USR Lombardia – Formazione BES Art. 316 - Modalità di attuazione dell'integrazione scolastica Il Ministero della pubblica istruzione provvede altresì: a) all'attivazione di forme sistematiche di orientamento, particolarmente qualificate per la persona handicappata, con inizio almeno dalla prima classe della scuola media; b) all'organizzazione dell'attività educativa e didattica secondo il criterio della flessibilità nell'articolazione delle sezioni e delle classi, anche aperte, in relazione alla programmazione scolastica individualizzata; c) a garantire la continuità educativa fra i diversi gradi di scuola, prevedendo forme obbligatorie di consultazione tra docenti di scuole di grado diverso in modo da promuovere il massimo sviluppo dell'esperienza scolastica della persona handicappata in tutti gli ordini e gradi di scuola consentendo il completamento della scuola dell'obbligo anche sino al compimento del diciottesimo anno di età; 1 2 12 USR Lombardia – Formazione BES Art. 318 - Valutazione del rendimento e prove d'esame 1.Nella valutazione degli alunni handicappati da parte dei docenti è indicato, sulla base del piano educativo individualizzato, per quali discipline siano stati adottati particolari criteri didattici, quali attività integrative e di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione parziale dei contenuti programmatici di alcune discipline. 2. Nella scuola dell'obbligo sono predisposte, sulla base degli elementi conoscitivi di cui al comma 1, prove d'esame corrispondenti agli insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. 3. Nell'ambito della scuola secondaria superiore, per gli alunni handicappati sono consentite prove equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza di assistenti per l'autonomia e la comunicazione. 4. Gli alunni handicappati sostengono le prove finalizzate alla valutazione del rendimento scolastico, comprese quelle di esame, con l'uso degli ausili loro necessari. 1 3 13 USR Lombardia – Formazione BES … E NEGLI ANNI HA VISTO COSTRUIRE IMPALCATURE FORTI PER LA DIDATTICA INCLUSIVA Lo stesso impianto dell’Autonomia scolastica è stato concepito e realizzato come condizione più favorevole alla promozione del successo formativo per tutti gli alunni Si veda come recita il DPR 8 marzo 1999, n. 275 art 1, c2 - Natura e scopi dell'autonomia delle istituzioni scolastiche «L'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento. « … Art. 4 . Autonomia didattica (…) 2. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l'altro: a) l'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività; b) la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione, nell'ambito del curricolo obbligatorio di cui all'articolo 8, degli spazi orari residui; c) l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo quanto previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n.104 14 USR Lombardia – Formazione BES IL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO DI TUTTI I RAGAZZI ALLA PERSONALIZZAZIONE DELL’APPRENDIMENTO La legge 53 del 2003 segna il riconoscimento del diritto di tutti i ragazzi alla personalizzazione dell’apprendimento, visto che impone di riconoscere e valorizzare le diversità individuali attraverso piani di studio personalizzati per i singoli alunni, per tutti i singoli alunni, e non solo per gli alunni in situazione di handicap, perché tutti i singoli alunni sono diversi l'uno dall'altro. art. 1 «favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione" 15 USR Lombardia – Formazione BES I PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI DLgs 59/2004 Implicano un percorso di apprendimento rapportato alle potenzialità di sviluppo dell’allievo, o del gruppo di allievi, e caratterizzato da: • organizzazione dell’oggetto di studio in forme adeguate ai livelli di competenza effettivamente raggiunti • programmazione di attività per successivi stadi di sviluppo • adattabilità e flessibilità 16 USR Lombardia – Formazione BES LE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO Infanzia e primo ciclo - 2012 (…) Una scuola di tutti e di ciascuno La scuola italiana sviluppa la propria azione educativa in coerenza con i principi dell’inclusione della persona e dell’integrazione delle culture, considerando l’accoglienza della diversità un valore irrinunciabile. La scuola consolida le pratiche inclusive nei confronti di bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana promuovendone la piena integrazione. Favorisce inoltre, con specifiche strategie e percorsi personalizzati, la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica e del fallimento formativo precoce; a tal fine attiva risorse e iniziative mirate anche in collaborazione con gli enti locali e le altre agenzie educative del territorio. Particolare cura è riservata agli allievi con disabilità o con bisogni educativi speciali, attraverso adeguate strategie organizzative e didattiche, da considerare nella normale progettazione dell’offerta formativa. Per affrontare difficoltà non risolvibili dai soli insegnanti curricolari, la scuola si avvale dell’apporto di professionalità specifiche come quelle dei docenti di sostegno e di altri operatori. 17 USR Lombardia – Formazione BES FINALITÀ EDUCATIVE E COMPITI FORMATIVI DEI DIVERSI LIVELLI DI SCOLARITÀ Secondo ciclo ISTITUTI TECNICI – Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento (…) Allo scopo di garantire il più possibile che “nessuno resti escluso” e che “ognuno venga valorizzato”, il secondo ciclo è articolato nei percorsi dell’istruzione secondaria superiore (licei, istituti tecnici, istituti professionali) e nei percorsi del sistema dell’istruzione e della formazione professionale di competenza regionale, presidiati dai livelli essenziali delle prestazioni definiti a livello nazionale. (…) Si tratta di valorizzare le potenzialità di ciascun allievo, soddisfare le aspettative di crescita e di miglioramento, individuare percorsi rispondenti ai bisogni degli studenti. 18 USR Lombardia – Formazione BES FINALITÀ EDUCATIVE E COMPITI FORMATIVI DEI DIVERSI LIVELLI DI SCOLARITÀ Secondo ciclo ISTITUTI PROFESSIONALI – Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento (…) A fronte di una pluralità di modi di acquisizione di saperi e competenze, infatti, è necessario diversificare i percorsi formativi in base alle caratteristiche personali degli studenti che provengono da contesti sociali molto diversificati, spesso da altri Paesi. (…) il processo di personalizzazione si fonda sull’idea che ogni studente ha propri tempi e modalità di apprendimento, oltre che attitudini personali e propensioni da sviluppare. 19 USR Lombardia – Formazione BES FINALITÀ EDUCATIVE E COMPITI FORMATIVI DEI DIVERSI LIVELLI DI SCOLARITÀ Secondo ciclo I LICEI - Profilo educativo, culturale e professionale dello studente Sono “la progettazione delle istituzioni scolastiche, attraverso il confronto tra le componenti della comunità educante, il territorio, le reti formali e informali, che trova il suo naturale sbocco nel Piano dell’offerta formativa; la libertà dell’insegnante e la sua capacità di adottare metodologie adeguate alle classi e ai singoli studenti”, ad essere decisive “ai fini del successo formativo”. I LICEI – Indicazioni Nazionali Le Indicazioni non dettano alcun modello didattico-pedagogico. Ciò significa favorire la sperimentazione e lo scambio di esperienze metodologiche, valorizzare il ruolo dei docenti e delle autonomie scolastiche nella loro libera progettazione e negare diritto di cittadinanza, in questo delicatissimo ambito, a qualunque tentativo di prescrittivismo. La libertà del docente dunque si esplica non solo nell’arricchimento di quanto previsto nelle Indicazioni, in ragione dei percorsi che riterrà più proficuo mettere in particolare rilievo e della specificità dei singoli indirizzi liceali, ma nella scelta delle strategie e delle metodologie più appropriate, la cui validità è testimoniata non dall’applicazione di qualsivoglia procedura, ma dal successo educativo. 20 USR Lombardia – Formazione BES LE LINEE GUIDA DEL MIUR SULL’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ 4 agosto 2009, prot. n. 4274 La scelta di proporre le Linee guida sulla disabilità a 40 anni dalla Legge 517 non è stata per caso. In una fase di bilancio, mentre la crisi economica incideva con tagli degli organici sulla scuola e, a fronte di circa 200.000 alunni disabili iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado, si contavano più di 95.000 docenti di sostegno, il MIUR, un po’ sotto accusa, ha inteso ribadire in forma ampia ed articolata tutti i principi fondamentali della “TOTAL INCLUSION” italiana. Forse anche per esorcizzare le tentazioni crescenti di qualche revisione di un modello tanto «ardito» da non aver uguali nelle esperienze scolastiche estere. 2 1 21 USR Lombardia – Formazione BES LE LINEE GUIDA DEL MIUR SULL’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ 4 agosto 2009, prot. n. 4274 Contengono un forte richiamo al lavoro comune di tutti i docenti per l’inclusione e pongono l’accento sulle strategie didattiche e gli strumenti: «La progettualità didattica orientata all’inclusione comporta l’adozione di strategie e metodologie favorenti, quali l’apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a coppie, il tutoring, l’apprendimento per scoperta, la suddivisione del tempo in tempi, l’utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici « Mettono in evidenza (v. sottolineatura del ruolo dei Dirigenti Scolastici) come a favorire l’integrazione concorrano in grande misura anche scelte di tipo organizzativo e gestionale che interessano l’intera scuola. Invitano a far riferimento fondamentale all’elaborazione del progetto di vita per il soggetto disabile e individuano nel Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) il momento concreto in cui si esercita il diritto all’istruzione e all’educazione dell’alunno con disabilità. 2 2 22 USR Lombardia – Formazione BES Linee Guida MIUR ( 2009) Riconoscimento L. 517/77 e L. 104/92 Riconoscimento della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità (Legge 18/2009) Riconoscimento/ assunzione del “modello bio-psicosociale della disabilità”: “Il modello ICF prende in considerazione i molteplici aspetti della persona, correlando la condizione di salute e il suo contesto, pervenendo così ad una definizione di “disabilità” come ad “una condizione di salute in un ambiente sfavorevole”. 23 USR Lombardia – Formazione BES Convenzione ONU Ratificata dal Parlamento Italiano in data 24 febbraio 2009 (Legge 3 marzo 2009, n. 18) Ratificata dall’Unione Europea in data 23 dicembre 2010 Diritto alla vita indipendente e all’ inclusione nella società Diritto a un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento continuo lungo tutto l’arco della vita Diritto al lavoro e all’ occupazione ( a potersi mantenere con un lavoro scelto o accettato liberamente) Diritto alla partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport 24 USR Lombardia – Formazione BES Programmazione scolastica (dalle Linee Guida Miur) Costruzione condivisa del PEI Vietati i laboratori che accolgono più alunni con disabilità Gruppi di lavoro orientati al Progetto di vita Partecipazione di tutti i docenti curricolari Cura della documentazione Cura della continuità 25 USR Lombardia – Formazione BES LA VIA ITALIANA PER LA SCUOLA INTERCULTURALE E L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI Nel corso degli anni, vari documenti ministeriali (ultimo nel 2007) hanno sostenuto la scelta forte delle scuole per l’integrazione degli alunni «migranti», con la piena affermazione del loro diritto allo studio e l’indicazione di percorsi personalizzati (v. protocolli di accoglienza), per non disperdere talenti. PERCHÉ NESSUNO RESTI INDIETRO 26 USR Lombardia – Formazione BES LE SCELTE RECENTI PIU’ STRUTTURATE Le norme in materia di DSA Dopo alcuni anni di note e di sostanziale vuoto normativo … Legge 170 dell’ 8 ottobre 2010 - Norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico Decreto Ministeriale n. 5669 del 12.07.2011 Articolo 5 - Interventi didattici individualizzati e personalizzati La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate. LE LINEE GUIDA (allegate al DM del 12.07.2011) Approfondiscono l’analisi dei disturbi; danno indicazioni in materia di interventi didattici e di valutazione; dettagliano l’impiego di strumenti compensativi e di misure dispensative; definiscono compiti e responsabilità dei diversi attori. 27 USR Lombardia – Formazione BES LE LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA LE MISURE DISPENSATIVE Sono interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. Prevedono anche la possibilità di assegnare maggior tempo per lo svolgimento di una prova o di far svolgere la stessa su un contenuto comunque disciplinarmente significativo, ma ridotto. 28 USR Lombardia – Formazione BES 28 LE LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA LE MISURE DISPENSATIVE (da alcune prestazioni non essenziali) dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa organizzazione di interrogazioni programmate valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma strategie di aiuto specifico per l’apprendimento della seconda lingua straniera, con la possibilità anche dell’esonero 29 USR Lombardia – Formazione BES 29 LE LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA GLI STRUMENTI COMPENSATIVI Sono strumenti didattici o tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Tali strumenti sollevano il soggetto da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo. 30 USR Lombardia – Formazione BES 30 LE LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA GLI STRUMENTI COMPENSATIVI sintesi vocale registratore programmi di videoscrittura con correttore ortografico calcolatrice altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali 31 USR Lombardia – Formazione BES 31 LE LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DSA GLI INTERVENTI PERSONALIZZATI L’uso degli strumenti e delle strategie didattiche deve estendersi alle forma di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all’Università nonché gli esami universitari. 32 USR Lombardia – Formazione BES 32 REGIONE LOMBARDIA:LEGGE REGIONALE N. 152 Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento - 26 gennaio 2010 Art. 1(Finalità ed ambito di applicazione) 1. La presente legge prevede disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento (DSA), quali la dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, come identificati dalla letteratura scientifica ed ha lo scopo di: a) garantire le condizioni affinché i soggetti con DSA si realizzino nella scuola, nel lavoro, nella formazione professionale e in ogni altro contesto nel quale si sviluppi e realizzi la persona; b) promuovere la diagnosi precoce dei DSA nell’ambito di una stretta collaborazione tra strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, pubbliche e private, sistema di istruzione e formazione professionale regionale, famiglie e associazionismo; c) promuovere specifiche iniziative volte a favorire la riabilitazione, facilitare l’apprendimento, agevolare l’integrazione e le pari opportunità dei soggetti con DSA. Art. 2 (Iniziative di informazione e sensibilizzazione) 1. La Regione promuove iniziative di informazione e di sensibilizzazione sulle problematiche dei soggetti con DSA. 2. Le iniziative di cui al comma 1, promosse anche con la partecipazione e la collaborazione dell’associazionismo, sono rivolte, in particolare, alle famiglie, alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, pubbliche e private, al sistema di istruzione e formazione professionale regionale, agli operatori sanitari e sociali nonché ai consultori pubblici e privati accreditati. 3. Gli enti locali partecipano all’attuazione delle iniziative di cui al comma 1, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. 33 USR Lombardia – Formazione BES 33 REGIONE LOMBARDIA:LEGGE REGIONALE N. 152 Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento - 26 gennaio 2010 Art. 3 (Interventi per la formazione del personale docente) 1. Nell’ambito del programma annuale di cui all’articolo 7, la Regione prevede, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale e con il sistema di istruzione e formazione professionale regionale, l’attivazione di iniziative formative rivolte al personale docente, per fornire adeguati strumenti di individuazione precoce dei DSA e consentire l’adozione di percorsi didattici specifici, nonché il monitoraggio dei DSA. 2. Le iniziative di cui al comma 1 sono realizzate anche in collaborazione con le società scientifiche e le associazioni che si occupano dei DSA. Art. 4 (Contributi) 1. La Regione prevede l’erogazione di contributi alle famiglie, finalizzati all’acquisto di strumenti tecnologici, per facilitare i percorsi didattici degli studenti e favorire lo studio a domicilio dei soggetti con DSA. 2. I contributi di cui al comma 1 sono erogati nell’ambito delle attività di cui all’articolo 4 della legge regionale 6 dicembre 1999, n. 23 (Politiche regionali per la famiglia). 34 USR Lombardia – Formazione BES 34 REGIONE LOMBARDIA:LEGGE REGIONALE N. 152 Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento - 26 gennaio 2010 Art. 5 (Interventi in ambito sanitario) 1. La Regione sostiene le attività diagnostiche e riabilitative rivolte ai soggetti con DSA attraverso: a) l’organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento degli operatori sanitari preposti alla diagnosi e alla riabilitazione; b) la identificazione di centri di riferimento per la diagnosi ed il trattamento dei soggetti con DSA, presso le unità operative di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (UONPIA) delle strutture pubbliche e private accreditate; c) la previsione in ogni UONPIA di operatori specializzati nei DSA; d) la predisposizione di iniziative volte a favorire l’individuazione precoce e il monitoraggio dei DSA. Art. 6 (Concorsi regionali) 1. La Regione garantisce pari opportunità ai soggetti con DSA, sia nei bandi di concorso, sia durante lo svolgimento delle prove concorsuali, anche mediante l’utilizzo di strumenti adeguati alle necessità dei soggetti con DSA. 35 USR Lombardia – Formazione BES 35 REGIONE LOMBARDIA Nota del 5.07.2011 Direzione Generale della Sanità Certificazione di disturbo specifico di apprendimento (DSA) Precisa che la diagnosi di DSA può essere effettuata dalle UOMPIA delle strutture pubbliche e private accreditate in alternativa, da operatori di altre strutture specialistiche che abbiano in carico gli utenti. In entrambi i casi, essa deve avvenire secondo i criteri previsti dalle Linee di indirizzo regionale per la NPIA (DGR 6860/2008) e dalla Consensus Conference nazionale per i DSA del 2007. Per la diagnosi di DSA sono necessari: la presenza di un’equipe multiprofessionale con competenze specifiche, che includa il neuropsichiatra infantile, lo psicologo e il terapista del linguaggio l’utilizzo per la valutazione della testistica validata e standardizzata indicata dalla Consensus Conference esplorando le necessarie componenti cognitive, psicologiche, neurologiche, sensoriali e neuropsicologiche. Ai genitori va restituita una relazione clinica chiara e dettagliata, con allegata l’indicazione dei test effettuati e dei punteggi conseguiti. In caso di dubbio, l’ente che riceve la certificazione può richiedere un parere all’UOMPIA. 36 USR Lombardia – Formazione BES 36 Certificazione di Disturbo Specifico di apprendimento (DSA): Nota regionale Nota Regionale – Dir. Gen. Sanità del 21.11.2012 E’ introdotta una nuova modulistica Dispense, strumenti e flessibilità didattica sono solo suggeriti Si invita chiaramente ad indicare i codici dell’ICD10 Si pone una significativa attenzione all’area emotivo-relazionale 37 USR Lombardia – Formazione BES Certificazione Istituzione presso le ASL degli elenchi dei soggetti autorizzati a effettuare attività di prima certificazione diagnostica valida ai fini scolastici enti privati devono essere inseriti in elenchi ASL che vengono aggiornati e resi disponibili sul sito ASL entro il 30 settembre di ogni anno l’elenco ha valore su tutto il territorio regionale da settembre del 2013 basta un’unica firma per la certificazione di un processo diagnostico che è comunque multiprofessionale 38 USR Lombardia – Formazione BES LA DIRETTIVA SUI BES una linea di continuità Abbiamo visto che i presupposti normativi per sollecitare le scuole e i docenti ad adottare piani/iniziative di personalizzazione esistevano già, così come una consapevolezza diffusa sul piano pedagogico e una forte pratica didattica, specie nel primo ciclo di istruzione. 39 USR Lombardia – Formazione BES 39 LA NORMATIVA SUI BES: nuovi presupposti di pensiero Il termine rimanda a studi e riflessioni collegate al sistema di concettualizzazione del funzionamento umano dell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) e alla prospettiva con cui l’OMS nel 2002 legge la situazione di salute e di funzionamento di una persona. Il modello ICF è la base per la diagnosi funzionale e per il riconoscimento dei «bisogni educativi speciali». Il concetto di salute che sta alla base del modello ICF: SALUTE NON E’ ASSENZA DI MALATTIA, MA BENESSERE PSICOFISICO. Salute e funzionamento sono la risultante di un’interconnessione complessa, globale e multifunzionale tra una serie di fattori: condizioni fisiche funzioni e strutture corporee attività personali partecipazione sociale fattori contestuali (ambientali e personali) 4 0 40 USR Lombardia – Formazione BES Cos’è l’ICF ? E’ la classificazione delle caratteristiche della salute delle persone all’interno del contesto delle loro situazioni di vita individuali e degli impatti ambientali. Prima: “salute” = assenza di malattia Ora: “salute” = stato di benessere fisico, psichico e sociale L’individuo non viene considerato in sé ma nel rapporto dinamico interattivo con il proprio ambiente di vita 41 USR Lombardia – Formazione BES Una nuova prospettiva OLTRE IL MODELLO MEDICO (la disabilità è un problema della persona causato direttamente da malattie, traumi o altre condizioni di salute che necessitano di assistenza specialistica. La gestione della disabilità mira alla cura o all’adattamento dell’individuo e a un cambiamento comportamentale) OLTRE IL MODELLO SOCIALE (la disabilità è un problema principalmente creato dalla società e va affrontato in termini di piena integrazione nella società) PROSPETTIVA BIOPSICOSOCIALE 42 USR Lombardia – Formazione BES Presupposti teorico / pedagogici Concezione tradizionale Secondo ICF Menomazione: esteriorizzazione di uno stato patologico Disabilità: oggettivazione della menomazione (restrizione o carenza della capacità di compiere una attività, malattia o disturbo) Handicap: socializzazione del deficit (condizione di svantaggio conseguente alla menomazione) Non più disabilità’ ma “limitazione delle attività personali” Non più “handicap” ma ”diversa partecipazione sociale” Disabilità come risultante dell’interazione tra funzionamento umano e fattori contestuali. Disabilità come fenomeno sociale multidimensionale 43 USR Lombardia – Formazione BES L’ICF Condizioni fisiche (disturbo o malattia) Funzioni corporee Attività personali Strutture corporee Partecipazione sociale Fattori contestuali Fattori personali Fattori ambientali 44 USR Lombardia – Formazione BES Focus 45 USR Lombardia – Formazione BES Alcune conseguenze dell’ICF Tutti possono avere difficoltà di interazione con il contesto. Ognuno di noi può incorrere, nel corso della vita, in una situazione di limitazione dell’ATTIVITA’ e della PARTECIPAZIONE, vissuta in prima persona. Intervenendo sul contesto si riduce la disfunzionalità La scuola deve cominciare a tener conto di questo orientamento 46 USR Lombardia – Formazione BES Protocollo d’intesa tra MIUR e Ministero della Salute per “La tutela del diritto alla salute e del diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disabilità” 12 luglio 2012 Garantire l’integrazione degli interventi per l’affermazione del diritto alla salute e all’istruzione Applicare progressivamente il modello ICF adeguato alla realtà italiana Favorire iniziative di formazione comune e congiunta per operatori di scuola e sanità 47 USR Lombardia – Formazione BES IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE Quando si determina un bisogno educativo speciale? Quando il soggetto osservato presenta problemi di funzionamento rispetto ad una o più polarità del modello. Un alunno con BES è un alunno con apprendimento, sviluppo e comportamento in uno o più dei vari ambiti e competenze, rallentato o problematico e questa problematicità è riconosciuta per i danni che causa al soggetto stesso. Questi rallentamenti o problematicità possono essere globali e Pervasivi (es. autismo), specifici (es. DSA), settoriali (es. disturbi da deficit di attenzione con iperattività) e più o meno gravi, permanenti o transitori. I fattori causali possono essere a livello organico, psicologico, familiare, sociale, culturale, ecc. 4 8 48 USR Lombardia – Formazione BES I contenuti della DIRETTIVA Di fronte alla complessità delle “problematiche” che presentano gli alunni nelle nostre scuole, intende far proprio un approccio decisamente educativo, «per il quale l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla base della eventuale certificazione che certamente mantiene utilità per una serie di benefici e di garanzie, ma allo stesso tempo rischia di chiuderli in una cornice ristretta» Riconosce l’apporto anche sul piano culturale del modello diagnostico ICF e tenta di definire normativamente l’innalzamento del livello di inclusività della scuola italiana. Va a identificare un’area vasta di svantaggio scolastico: certificato, non necessariamente certificato, non sempre certificabile. 49 USR Lombardia – Formazione BES 49 LA DIRETTIVA BES, tre grandi sotto-categorie DISABILITÀ DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI ( a loro volta da distinguere in DSA / deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria e in più, per la comune origine in età evolutiva, disturbo dell’attenzione e dell’iperattività) AREA DELLO SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO, CULTURALE. (funzionamento intellettivo limite è definito area di confine tra 1 e 2; interessa il 2,5% degli studenti, circa 200.000 alunni) 50 USR Lombardia – Formazione BES 50 LA DIRETTIVA QUALI INTERVENTI PER I BES? Il richiamo è alla personalizzazione prevista dalla Legge 53, ma soprattutto alla Legge 170 che «apre un diverso canale di cura educativa» e «concretizza i principi di personalizzazione dei percorsi di studio della legge 53/2003». Si afferma la prospettiva della “presa in carico” da parte di tutti i docenti curricolari e non solo dell’insegnante di sostegno. Si dice che alcune tipologie di disturbi non esplicitati nella legge 170/2010 danno diritto ad usufruire delle stesse misure previste (v. disturbo dello spettro autistico lieve, v. ADHD.) Per alunni con BES è necessario un percorso individualizzato e personalizzato, anche attraverso un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, con la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. 51 USR Lombardia – Formazione BES 51 LA DIRETTIVA ALTRE INDICAZIONI Nelle classi c’é la necessità di una didattica inclusiva più che di una didattica speciale. Si rilancia la formazione dei docenti, specie curricolari. Si definisce la riorganizzazione dei Centri Territoriali di Supporto, che vanno ripensati nel ruolo e nelle funzioni: supporto all’inclusione, nel legame con le altre istituzioni operanti sul territorio, fornitura di servizi con particolare riferimento all’ uso delle NT consulenza, formazione, nella logica di un modello cooperativo di intervento 52 USR Lombardia – Formazione BES 52 La Circolare n. 8 del 6 marzo 2013 LE INDICAZIONI OPERATIVE La Circolare ha messo mano a qualche importante precisazione e dato più stringenti indicazioni. Sono i Consigli di classe a decidere, anche in assenza di certificazione, dove è opportuna e necessaria l’adozione della personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative. Possono attivare percorsi didattici personalizzati per il tempo strettamente necessario al superamento del bisogno. I Consigli di classe (o i team docenti) devono monitorare l’efficacia degli interventi. Viene rilanciata la progettazione didattico-educativa per es. calibrata sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita, che viene definita più utile di misure dispensative e compensative. Il percorso ipotizzato va esplicitato in un Piano Didattico Personalizzato, che è deliberato dal C. di classe e sottoscritto da DS, docenti e famiglia. Si rinviano alle ordinanze specifiche le indicazioni per gli Esami di Stato 53 USR Lombardia – Formazione BES 53 Compito dei Consigli di classe o dei teams dei docenti “ indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni” 54 USR Lombardia – Formazione BES La Circolare n. 8 del 6 marzo 2013 LE CERTIFICAZIONI I casi di disabilità e di DSA rimangono soggetti a obbligo di certificazione; per altri BES, in assenza di certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe verbalizza le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche. L’ampliamento delle maglie della certificazione (v. per i DSA quando tarda la certificazione pubblica) viene raccomandato ai consigli di Classe sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Viene però richiamato per gli anni terminali il 31 marzo come data limite di presentazione della certificazione da parte delle famiglie (v. Conferenza Stato-Regioni). Lo svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale va individuato sulla base di elementi oggettivi (segnalazioni dei servizi sociali) o di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Soprattutto per gli stranieri è da monitorare l’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative . La dispensa dalle prove scritte di lingua straniera non si determina se non nei casi previsti dal DM n. 5669 del 12 luglio 2012. Si ricorda che il DPR n. 89 del 2009 consente l’utilizzo delle 2 ore di seconda lingua comunitaria per l’insegnamento dell’italiano agli alunni stranieri. 55 USR Lombardia – Formazione BES 55 La Circolare n. 8 del 6 marzo 2013 LE AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA I compiti del GLHI si estendono alla tutela delle problematiche relative a tutti i BES: nasce i GLInclusione. I compiti: rilevazione casi, raccolta e documentazione degli interventi, focus/confronto sui casi, monitoraggio e valutazione dei livelli di inclusività della scuola, con criticità e punti di forza, raccolta delle proposte di dotazioni organiche dai singoli GLHO, elaborazione di proposta del Piano annuale per l’Inclusività, lavoro nella rete dei CTI. Il Collegio dei Docenti delibera il Piano annuale per l’Inclusività da inviare ai competenti Uffici USR, a GLIP e GLIR per la richiesta di organico di sostegno e alle altre istituzioni territoriali per la richiesta delle risorse di competenza. 56 USR Lombardia – Formazione BES 56 Azioni a livello di singola scuola GLH di Istituto = G.L.I. ( Gruppo di lavoro per l’inclusione) costituito da: funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, assistenti alla comunicazione e all’autonomia, docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola 57 USR Lombardia – Formazione BES La Circolare n. 8 del 6 marzo 2013 LE AZIONI A LIVELLO TERRITORIALE Viene rilanciata l’azione dei Centri Territoriali per l’Inclusione. Sono assegnati nuovi compiti, vengono ridefinite l’organizzazione e le modalità di lavoro interistituzionale , è ben tratteggiato il profilo professionale del personale chiamato ad operarvi 58 USR Lombardia – Formazione BES NOTA prot. 01551 del 27 GIUGNO 2013. Il PAI e le modalità di richiesta delle risorse di sostegno. Apre una fase di sperimentazione. Chiarisce che le risorse di sostegno vanno richieste secondo le modalità consuete. Continuano ad essere assegnate alle classi in cui è presente un disabile certificato. La certificazione di disabilità ai sensi Legge 104 è il presupposto giuridico-normativo per l’attribuzione di tale risorsa. Ogni altro utilizzo di tale dotazione (per esempio in presenza di un alunno certificato come caratterizzato da DSA) non è legittimato dalle norme. 59 USR Lombardia – Formazione BES NOTA prot. n. 2563 del 22 novembre 2013 - chiarimenti Si conferma la opportunità di una sperimentazione nel corso di questo anno scolastico. Viene ribadita la piena responsabilità del Consiglio di Classe cui spetta non di certificare alunni con BES, ma di riconoscere che certe condizioni di difficoltà oggettiva e grave necessitano di interventi specifici. Si sottolinea che non c’è obbligo di definire un PDP a fronte di una diagnosi o documentazione clinica presentata dalla famiglia, se il Consiglio di Classe non ravvisa la necessità di un particolare intervento. 60 USR Lombardia – Formazione BES IL PROBLEMA PIÙ DELICATO: LA VALUTAZIONE La valutazione dell’allievo, disabile o con bisogno educativo speciale, è l’indicatore più importante e delicato di tutta l’inclusione, in quanto oscilla sempre tra due posizioni opposte: da una parte un’eccessiva severità e dall’altra un inefficace “buonismo” che spesso nasconde “benefici” più per i docenti che per i disabili. La normativa attuale consente già una valutazione che tenga conto dei livelli di partenza e del raggiungimento delle competenze e dei traguardi di apprendimento «di base». Il problema potrebbe porsi per i momenti «topici» della valutazione: prove INVALSI ed esami di stato. Attendiamo indicazioni operative in merito per quest’anno scolastico. 61 USR Lombardia – Formazione BES 61 ALUNNI CON BES – LA VALUTAZIONE (ad oggi) ORDINANZA MINISTERIALE n. 13 del 24 aprile 2013, Esami di Stato 2012/2013 Art. 18, comma 4 Per altre situazioni di alunni con difficoltà di apprendimento di varia natura, formalmente individuati dal Consiglio di classe, devono essere fornite dal medesimo Organo utili e opportune indicazioni per consentire a tali alunni di sostenere adeguatamente l’esame di Stato. 62 E OGGI, NELLE SCUOLE? Gli alunni con disabilità certificata ai sensi L104 sono 215mila, 300mila gli alunni con DSA. Sono tra 80 e 100mila gli alunni con ADHD, secondo stime dell’Istituto superiore di Sanità , 400mila gli studenti con «funzionamento cognitivo limite», i border cognitivi, cioè con lieve ritardo mentale o di maturazione (QI soglia è 85, da 70 in giù è riconosciuta la disabilità, questi si collocano tra 71 e 84 di QI). Gli alunni con cittadinanza non italiana sono circa 800mila, di cui il 5% - 8% neo-arrivati, quelli con i maggiori problemi di apprendimento, a causa della non conoscenza della lingua italiana e delle condizioni di particolare disagio anche psicologico. Quelli con svantaggio socio-economico non sono quantificabili. 63 USR Lombardia – Formazione BES 63 I CARE – avere cura Costruire identità a partire dalle fragilità (la fragilità al centro e non al limite) La centralità della fragilità all’interno della convivenza . Insegnare che le fragilità sono “sopportabili” Costruire interventi a partire dal diritto del fragile Evitare la trappola degli specialismi che ci fanno prendere le distanze attraverso la separazione (c’è un dovere del sapere) Coltivare i legami tra le parti Il “merito” è un debito nei confronti degli altri (se sei più bravo hai la fortuna di poter fare qualcosa di più per gli altri ) (Ivo Lizzola) 64 USR Lombardia – Formazione BES Principi dell’inclusione( C. De Vecchi, 2013) 65 USR Lombardia – Formazione BES LA DIVERSITA’ COME VALORE E FATTORE DI SVILUPPO 66 USR Lombardia – Formazione BES E nel sistema-scuola ? URGE UN CAMBIO DI DIREZIONE Le differenze ( anche i nonapprendimenti) sono distanze dalla norma, scarti da riempire/ recuperare Processo di ins/appr = standardizzazione Organizzazione scuola = contesto organizzativo omologante, statico, non inclusivo Processo di ins/appr = co-evoluzione, co-costruzione Processo di ins/appr = adattamento ai bisogni degli alunni Le abilità differenti degli alunni “offerte” ai docenti e alla scuola 67 USR Lombardia – Formazione BES 3 tipi di specialità (Ianes) La specialità dei bisogni educativi in particolari condizioni di human functioning (Special Educational Needs su base antropologica ICF/OMS); La specialità delle “normali” differenze individuali ; La necessaria ed efficace specialità di alcuni interventi. 68 L’HOMO COMPLEXUS di E. Morin “…tutto ciò costituisce la stoffa propriamente umana”. USR Lombardia – Formazione BES LA «SPECIALE NORMALITÀ» specialismo normalizzazione Risposte uguali Risposte speciali ….terapie Laboratori speciali Rappr teatrali Gite/uscite Esplorazioni Solo per lui 69 69 Per tutti ma NON in risposta al loro bisogno USR Lombardia – Formazione BES Fatica della «SPECIALE NORMALITÀ» 70 USR Lombardia – Formazione BES Le buone pratiche inclusive Soluzione documentata e trasferibile di un problema Pratiche con “principi attivi” che funzionano in diverse situazioni (Canevaro, Ianes) Pratiche che raggiungono i risultati attesi Pratiche “trasgressive” orientate al Progetto di Vita (Canevaro) Pratiche viabili, co-adattive, utili ( Fornasa) Pratiche orientate alla “speciale-normalità” (Ianes) Pratiche “normali” orientate a mantenere le differenze (Booth e Ainscow) 71 USR Lombardia – Formazione BES FATICA DELL’INCLUSIONE come “partecipazione di tutti i membri di una comunita’ (non solo di quelli portatori di istanze particolari) al suo cambiamento secondo un progetto in comune in cui sono garantite le condizioni della libera espressione e il progetto di vita di ciascuno” 72 USR Lombardia – Formazione BES “…in particolare nei sistemi educativi e formativi “includere” significa rimuovere ogni barriera agli apprendimenti e alla partecipazione superando la logica e la pratica dei “bisogni educativi speciali” (Booth T., Ainscow M.,2004) 73 USR Lombardia – Formazione BES LA QUALITA’ DELL’ INCLUSIONE E’ QUALITA’ DELLA SCUOLA