L’IPNOSI ERICKSONIANA NEL TRATTAMENTO DELLA BULIMIA E DELL'OBESITA' Massimo Cotroneo⃰ L’ipnosi è uno straordinario modello di intervento nel trattamento di problematiche psicologiche tra le quali i Disturbi del Comportamento alimentare (DCA), in particolare nei pazienti bulimici o con problemi di obesità (DSM-IV). Tali soggetti mostrano caratteristiche che implicano l’efficace trattamento con ipnosi strutturata ed utilizzo di metafore. L’ipnosi e la relativa trance ipnotica rappresenta la via regia di accesso al nostro inconscio; nella quotidianità sperimentiamo regolarmente stati multipli della coscienza nei quali la nostra attenzione mentale diviene focale, assorbita da quanto è per noi particolarmente significativo a livello emozionale. Questa naturale abilità che abbiamo di entrare ed uscire spontaneamente da stati particolari della coscienza ci consente di utilizzare la stessa nel processo ipnotico e per la risoluzione del problema che porta in terapia. Nel nostro approccio, in particolare, le caratteristiche relazionali e di personalità vengono utilizzate per ritagliare (tailoring) l’intervento sulle “misure” del paziente, che in altre parole significa effettuare uno specifico intervento psicoterapeutico per quell’individuo unico, portatore di bisogni, sentimenti e pensieri che lo caratterizzano. I meccanismi mentali attentivi e percettivi, e la sottostante struttura di personalità che li guida, dunque, possono ottenere vie privilegiate di accesso attraverso ciò che sia in grado di focalizzare l’attenzione conscia e inconscia. L’espressione e la simbolizzazione delle emozioni da parte di questi pazienti appare usualmente ridotta e coartata a favore di un agito che varia dalle caratteristiche abbuffate sino al vomito che alle volte segue l’evento. Un ridotto utilizzo da parte di questi pazienti di simbolizzazioni linguistiche appare correlato alla trappola di un minore utilizzo speculare delle stesse da parte dell’interlocutore, cosicché l’ambiente relazionale tende ad impoverirsi; un approccio allegorico, dunque, può fornire la spinta ad attivare canali di espressione delle emozioni, in special modo all’interno di una efficace alleanza terapeutica. L’approccio con ipnosi comprende in sé l’utilizzo della mente inconscia del paziente implicando l’innesco di una condizione proattiva dello stesso nell’interazione, conferendo al ⃰ clinico anche una migliore possibilità di entrare nel mondo del paziente e in modo più Psicologo, Psicoterapeuta. Specialista in Ipnositerapia. 1 sostenibile per lo stesso. Del resto, storie e metafore utilizzate in psicoterapia parlano del paziente in un modo per lui accettabile, che gli consentono di assumersi un ruolo responsabile e autoprescrittivo. Se ne deduce che il richiamo al linguaggio analogico con l’ipnosi rappresenta una regia via d’accesso al “mondo interno” e alla possibile guarigione. In relazione a tali considerazioni, si mostra particolarmente utile l’utilizzo formale strutturato di ipnosi e metafore connesse ai problemi dei pazienti. Tale approccio terapeutico può essere condotto sia in terapie individuali che collettive effettuate con gruppi di pazienti. L’utilizzo di metafore è legata alle specifiche aree problematiche di questi disturbi e sono utilizzate nelle sedute con successive discussioni terapeutiche, facendo riferimento ai seguenti ambiti: 1. recupero dell’autocontrollo sul controllo alimentare o sulla perdita di questo. Tale area prevede l’utilizzo di metafore strutturate correlate direttamente e indirettamente con i processi simbolici e operativi legati al controllo, con attenzione al processo associativo e dissociativo rispetto alle dinamiche psichiche connesse a tale tematica. 2. strategia delle conseguenze positive e negative (Wright e Wright 1986). Il paziente viene introdotto, in stato di trance, ad un’analisi diretta ed indiretta sulle conseguenze positive e negative dei propri comportamenti utilizzando la tecnica del ponte affettivo per collegare le conseguenze positive allo stato desiderato. 3. concezioni irrazionali e immagine corporea. Qui si impara a ristrutturare le associazioni irrazionali, disfunzionali e negative di sé, apprendendo associazioni positive per un'immagine più appropriata e una migliore autoefficacia percepita (Bandura, 2001). 4. le emozioni e il loro utilizzo. Vengono utilizzate metafore che richiamano il vissuto emotivo dell’individuo in situazioni sia legate all’alimentazione sia a situazioni sociali di vissuti sensibili, evocando associazioni e riassociazioni mentali positive e non emotigene. L’obiettivo del trattamento ipnotico è l’apprendimento di strategie più adeguate per affrontare costruttivamente le difficoltà che questi paziente incontrano nella vita di tutti i giorni e che esprimono attraverso il sintomo. La terapia tenderà al recupero del controllo che spesso tali pazienti perdono (sotto l’egida di crisi bulimiche) e alla autoregolazione degli stati d’animo eccessivamente negativi e disforici, facilitando ed incrementandone le emozioni positive e le competenze socio-affettive; si tratta, dunque, di rendere il paziente abile nell’autoregolazione 2 dei processi emozionali interni senza voler modellare le sue emozioni secondo schemi imposti dal terapeuta. Il percorso è organizzato utilizzando le potenzialità presenti nell’individuo, e finalizzato all’espressione delle stesse per un recupero della stabilità interna e l’abbandono dei sintomi presentati, prendendo contatto con la propria dimensione psico-emotiva e col proprio prezioso corpo da proteggere e di cui prendersi cura. L’obiettivo complessivo è di sviluppando i seguenti aspetti: - Acquisire consapevolezza riguardo alle proprie reazioni emotive, dando la possibilità di ampliare le espressioni verbali per descrivere i propri stati d’animo. - Gestire in modo differente la connessione tra pensieri e sentimenti, elaborando e modificando in modo costruttivo quelli irrazionali. - Fornire un'esperienza cognitivo-affettiva di base alla quale poter ricorrere come riferimento interno e di stabilità. - Acquisire un maggiore controllo sul proprio regime alimentare. - Acquisire un maggior senso di autostima svincolandola dall’associazione mentale tra questa, il peso e la forma del corpo. - Gestire adeguatamente le situazioni che scatenano il comportamento bulimico associato spesso a pensieri e sentimenti negativi agiti. Le pazienti affette da disturbi alimentari, in particolare quelle che tendono ad abbuffarsi, possono trarre vantaggio dall’ipnosi avendo spesso eccellenti capacità ipnotiche (Vanderlinden, 1993; Vanderlinden et Al., 1995). Alcuni studi, condotti dal W.T. Grant Fondation hanno riscontrato che i programmi di prevenzione sono maggiormente efficaci quando insegnano un nucleo di competenze emotive e sociali di base, come il controllo della collera e degli impulsi, e il trovare nuove soluzioni attraverso la creatività per le situazioni sociali difficoltose. Questo è quanto viene perseguito attraverso il processo ipnotico. Riscoprire tali abilità può consentire un vissuto armonico sul piano psicoaffettivo, rendendo probabile una vita relazionale più soddisfacente e recuperando il controllo sulla perdita di controllo ricorrente. Altri studi come quello condotto da Kirsch e colleghi, hanno valutato i benefici di trattamento sulla perdita di peso utilizzando la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) da sola o combinata con l’ipnosi, dimostrando che i risultati sono notevolmente migliori quando la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) è combinata con l’ipnosi rispetto ai casi trattati solo con la CBT, e questo beneficio è risultato ancora più evidente nel tempo. L’accresciuta efficacia del CBT nel controllo della perdita di peso quando combinata con l’ipnosi, 3 suggerisce chiaramente che l’ipnosi e i processi correlati possono giocare un ruolo importante nell’autoregolazione efficace del comportamento alimentare. Numerose ricerche, inoltre, evidenziano un ruolo corrispondente per la suscettibilità ipnotica (e quindi dei processi correlati all’ipnosi) nell’autoregolazione disturbata di alcuni aspetti del comportamento alimentare. Tutto ciò risulta estremamente utile a beneficio di questi pazienti che possono fruire di un strumento terapeutico altamente efficace. 4 Bibliografia di riferimento Bànyai, E.I., (1987), Correlazioni psicofisiologiche dell’interazione tra ipnotista e soggetto, Rivista Italiana di Ipnosi Clinica e Sperimentale, 2, 9-13. Berne E. (1964), A che gioco giochiamo, Milano, Bompiani, 1993. Caprara G.V. e Gennaro A. (1996), Psicologia della personalità, Bologna, Il Mulino. Casilli, C., Ducci, G., (2002), La supervisione nella nuova ipnosi, FrancoAngeli, Milano. Casula C. (2002), Giardinieri principesse porcospini, Francoangeli, Milano. Dan Short, C. C. Casula (2004), Speranza e resilienza. Cinque strategie psicoterapeutiche di Milton H. Erickson, Milano, FrancoAngeli. Del Castello E., Loriedo C., a cura di (1995), Tecniche dirette ed indirette in ipnosi e psicoterapia, Francoangeli, Milano. Di Pietro M. (1999), L’ABC delle mie emozioni, Trento, Erickson. 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