Emilio Rossi Il destino dei BRICs: più differenze e meno crescita Le economie emergenti sono assai diverse tra loro. Continueranno a modificare gli equilibri mondiali anche nei prossimi anni, in cui vedranno comunque tassi di crescita meno tumultuosi. Rispetto agli altri giganti (Russia, India, Cina, che pure hanno gravi problemi di stabilità interna) il Brasile deve varare riforme importanti per sfruttare il suo potenziale. Il sistema politico è quindi una variabile decisiva. Aspenia 64 marzo 2014 1 L’acronimo bric fu coniato da Jim O’Neill della Goldman Sachs in un paper pubblicato il 30 novembre 2001 intitolato “Building Better Global Economic brics”. Da allora, nell’immaginario collettivo, i brics hanno rappresentato la forza emergente di paesi fino ad allora considerati “in via di sviluppo” e quindi ai margini del progresso economico e della rilevanza politica. L’analisi di O’Neill fu pubblicata nel pieno della crisi seguente all’attentato alle torri gemelle e molti allora lo interpretarono solo un modo intelligente da parte di Goldman Sachs di attrarre l’attenzione su nuovi temi di investimento. Qualsiasi fosse l’intenzione degli autori, da allora la definizione bric è entrata nell’uso quotidiano di economisti e politologi Emilio Rossi è presidente di EconPartners e senior advisor alla Oxford Economics, a Roma. 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 1 21/02/14 09.05 e ha certamente contribuito ad attrarre l’attenzione del mondo sui quattro grandi paesi emergenti: Brasile, Russia, India e Cina. Il tema fondamentale sintetizzato nell’acronimo bric è la percezione del potenziale economico e politico rappresentato dai quattro paesi – e per estensione dall’intero mondo emergente. Dopo oltre un (tumultuoso) decennio, è legittimo chiedersi: in che misura questa percezione si è fondata su solide basi, e come evolverà il potenziale espresso dai bric e dai paesi emergenti in generale? La prima riflessione da fare è che al di là della visione immaginifica della forza di un mondo fino ad allora vissuto ai margini del benessere, la sigla non è rappresentativa dell’insieme dei paesi emergenti. I quattro paesi sono inoltre profondamente diversi tra loro, per storia, cultura, e anche per struttura economica. Tuttavia, essi trovano nell’elemento dimensionale, sia Figura 1 • PIL a prezzi costanti Aspenia 64 marzo 2 2014 bric 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 1980 1985 1990 Cina 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 2 1995 2000 India 2005 Brasile 2010 2015 2020 Russia 21/02/14 09.05 in senso geografico che demografico, una caratteristica comune che li ha posti giustamente all’attenzione del mondo in un momento storico di passaggio. RADIOGRAFIA DI QUATTRO ECONOMIE MOLTO DIVERSE. I bric sono i quattro paesi non-ocse più grandi per dimensione geografica, e comprendono oltre un quarto della terraferma. Inoltre, secondo i dati della Banca mondiale riferiti al 2012 (ultimo anno disponibile), i bric rappresentano circa il 42,4% della popolazione mondiale, con Cina (1.370 milioni di abitanti) e India (1.248 milioni) a fare la parte del leone – ognuno dei due paesi ha una popolazione maggiore di quella dell’intera area ocse. I “quattro” possono contare anche su ingenti risorse naturali, materie prime e materiali hanno un pil pari al 27% di quello mondiale (calcolato a parità di potere d’acquisto) e la loro quota nel commercio mondiale costituisce circa il 16% del totale. Questi paesi beneficiano anche della presenza di elevate risorse 2014 marzo terre coltivabili; detengono quasi il 40% delle riserve valutarie e in oro; 64 un quinto della produzione mondiale di petrolio; possiedono un terzo delle 3 Aspenia rari; detengono quasi un quarto della produzione di gas a livello globale e intellettuali e di un enorme serbatoio di lavoro a buon mercato. Come si vede, si tratta di situazioni e numeri oggettivamente molto rilevanti, e il peso politico che ne consegue sulla scena mondiale ha iniziato a manifestarsi in maniera significativa nei primi anni del nuovo secolo. Il paesaggio economico-finanziario globale era cambiato in maniera sostanziale, con la fine della guerra fredda e anche grazie alla crescita dei grandi stati con economia in transizione verso modelli di mercato (Russia e Cina in primis). In questo contesto, lo schema di regolamentazione globale (wto, Doha/Bali Round, Kyoto Protocol, ecc.) ha iniziato a mostrare sempre più spesso dei gravi limiti di funzionamento. Coscienti di essere portatori di esigenze diverse da quelle del mondo occidentale ma anche in risposta a queste lacune 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 3 21/02/14 09.05 nella cooperazione internazionale, i bric decisero di avviare un processo di cooperazione politica ed economica. Inizialmente, fu la Russia a promuovere nel 2002 la cooperazione con India e Cina – ma un’alleanza fondamentalmente asiatica non era in grado di porsi come polo alternativo all’egemonia occidentale e si rendeva opportuna l’aggregazione di potenze di altri continenti. La prima fu il Brasile, maggior paese del continente sudamericano, e in seguito il Sud Africa (su pressione della Cina, che aveva nel frattempo realizzato una forte penetrazione economica e diplomatica in Africa). Dal 2006 il processo si concretizzò in incontri dei ministri degli Esteri, seguiti da regolari incontri dei ministri delle Finanze e di quelli dell’Agricoltura. All’incontro dei ministri degli Esteri a Ekaterinburg del 16 maggio diritto internazionale, ricostruzione del sistema economico-finanziario mondiale, sicurezza globale nel campo degli armamenti, clima, energia, generi alimentari, antiterrorismo. Due anni dopo, il 16 giugno 2009, di nuovo a Aspenia 2014 bric: marzo del 2008 furono tracciate le direttrici della collaborazione dei paesi 64 4 Ekaterinburg si tenne il primo vertice ufficiale dei bric tra i leader dei quattro paesi: Luiz Inácio Lula da Silva, Dmitry Medvedev, Manmohan Singh e Hu Jintao. Oltre a svolgere un ruolo sempre più marcato nella lotta alle conseguenze della crisi finanziaria nell’ambito del G20, i “quattro” hanno preso la prima posizione comune rilevante in sede internazionale con l’astensione in Consiglio di Sicurezza sulla Libia nel marzo 2011. Tutto questo ha permesso al gruppo di acquisire un maggiore peso geopolitico, accentuandone il carattere dinamico e multipolare, ma non sarebbe corretto interpretare i bric come un blocco omogeneo. Come sottolineano vari studi e analisi, infatti, vi sono importanti fattori di tensione tra alcuni di questi paesi: la Russia è una ex-superpotenza con forti ambizioni in Asia centrale e in certa misura nel Pacifico, come anche in Medio Oriente; Cina e India sono potenze con aspirazioni competitive sia nell’Asia continentale 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 4 21/02/14 09.05 che lungo le coste e le gradi rotte oceaniche, e sono alla ricerca costante di risorse naturali e opportunità economiche in Africa, con forti interessi anche in Medio Oriente e nel Golfo Persico. In un contesto economico globale debole, come quello che appare molto probabile nell’intero prossimo decennio, questi fattori di tensione potrebbero acuirsi e la cooperazione subire delle battute d’arresto. È lecito quindi domandarsi se un rallentamento nei tassi della crescita economica sia inevitabile per ognuno dei bric. Le diversità tra i quattro paesi sono profonde e l’analisi di tali diversità consente di valutare quali siano gli sviluppi, le sfide e i rischi per ognuno di essi. Prima di tutto, è bene rimarcare la differenza sostanziale in termini di cre- di pil reale si stacca significativamente e a passo sempre più rapido da quella degli altri tre paesi. Oggi l’economia cinese pesa per circa il 57% del pil del gruppo bric, è più grande di oltre due volte e mezza quella indiana, e 2014 marzo re dal grafico, a partire dai primi anni novanta la crescita cinese in termini 64 molto più dinamico, quasi tumultuoso, rispetto agli altri. Come si può vede- 5 Aspenia scita economica. Il processo di sviluppo economico cinese è infatti stato di oltre cinque volte quella russa o brasiliana (a parità di potere d’acquisto). Anche l’India, pur distanziata ampiamente dalla Cina, ha avuto comunque la capacità di ampliare la propria economia a tassi molto più rapidi di Brasile e Russia. Tuttavia, date le differenze nella dimensione della popolazione, il pil pro capite presenta ancora oggi un gap considerevole in favore di Russia e Brasile – con la Cina e l’India, rispettivamente, a poco più della metà e a circa un quarto del reddito pro capite russo. Queste differenze così rilevanti nel pil pro capite implicano (a parità di altre condizioni) un potenziale più favorevole per la crescita futura di India e Cina, e altresì una maggiore urgenza per i policy makers indiani e cinesi di sostenere e riformare le loro economie al fine di evitare scontri sociali. 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 5 21/02/14 09.05 La Cina, che alcuni definiscono un’economia a “comunismo di mercato” (esperimento storicamente unico), ha al suo attivo oltre due decenni di crescita elevatissima basata sulle esportazioni e sugli investimenti – sia pubblici, sia diretti dall’estero. I fattori che hanno reso possibile questa performance sono la vasta disponibilità di mano d’opera a bassissimo costo (nel manifatturiero, il costo è tra un settimo e un decimo dei paesi avanzati), tassi di urbanizzazione in forte aumento (dal 20% del 1980 a oltre il 50% del 2012), una classe media in rapida ascesa numerica, l’elevata e crescente scolarizzazione e specializzazione della forza lavoro. Inoltre, dopo circa vent’anni di surplus nelle partite correnti, la Cina ha accumulato quasi 3,5 trilioni di dollari di riserve valutarie ed è diventata il maggior possessore 2014 difficoltà oggettive di gestire una crescita così tumultuosa. Il terzo Plenum del Comitato centrale del Partito comunista cinese, nel no- Aspenia creando delle criticità di notevole rilievo, alcune (ma non tutte) legate alle marzo di buoni del Tesoro americani. Nel corso degli anni tuttavia si sono venute 64 6 vembre scorso, ha individuato alcune sfide per il prossimo quinquennio, seppur in continuità con la linea espressa dai precedenti Plenum: lotta alla crescente disuguaglianza sociale, perseguimento di un modello economico più sostenibile nel lungo termine, miglioramento delle infrastrutture, più mercato e meno Stato, urbanizzazione, riduzione delle emissioni di gas serra. Ma gli investitori internazionali guardano anche agli elementi di rischio: la bolla dei prezzi nel settore immobiliare (sostenuta dal settore bancario), da molti temuta come possibile preludio a una crisi grave, il debito accumulato dai governi locali (circa tre trilioni di dollari, il 30% del pil, secondo il China’s National Audit Office) che potrebbe finire per minare la stabilità del settore bancario, la incessante pressione dalle campagne sulle città con i conseguenti rischi per la stabilità sociale. Anche per prevenire la degenerazione di questi rischi, i policy makers cinesi hanno avviato un percorso di 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 6 21/02/14 09.05 transizione a un modello economico più basato sui consumi privati e meno dipendente dagli investimenti (oggi quasi il 45% del pil, un ritmo non sostenibile) e dalle esportazioni. Questo passaggio avrà come conseguenza un rallentamento dei tassi di crescita del paese, essendo abbastanza agevole frenare gli investimenti ma molto più complesso accelerare i consumi. Considerando inoltre che tassi di crescita superiori all’11% sono fisiologicamente insostenibili nel lungo termine, il rallentamento medio della velocità di crescita dell’economia cinese nel prossimo decennio sarà intorno ai quattro punti percentuali (rispetto al decennio precedente), portando il pil a tassi di crescita medi annui di circa il 6,5%. In India, gli anni 2000 hanno visto una forte accelerazione del tasso di in- quelle di merci dall’8,5% al 14,5%, soprattutto grazie agli investimenti diretti dall’estero. Come per la Cina, la forza principale dell’export dell’India risiede nel costo orario del lavoro, contenuto e di poco superiore a quello cinese – ma, come in Cina, anche il contenuto tecnologico dei prodotti è in 2014 dal 2,2% nel 1997 all’8,2% nel 2012 e marzo pil 64 sono cresciute come quota del 7 Aspenia tegrazione dell’economia con il resto del mondo: le esportazioni di servizi costante aumento. Inoltre, la forte crescita dell’economia ha consentito un rapido miglioramento del deficit di bilancio pubblico dal 2002 (6% del pil) fino al 2008 (2,5%), mentre lo sviluppo del settore dei servizi (ormai oltre il 60% dell’economia) è stato funzionale alla creazione di un ampio ceto medio che secondo alcune stime consterebbe di circa 300 milioni di persone. Gli investimenti fissi lordi rappresentano circa il 30% del pil, una quota molto alta ma giustificata dal fabbisogno di infrastrutture, e che porta come conseguenza benigna l’innalzamento dell’output potenziale. Purtroppo però la frammentazione del sistema politico indiano ha portato il paese a lasciar scorrere il boom economico degli ultimi dieci anni senza davvero approfittarne, perdendo un’occasione unica per introdurre riforme 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 7 21/02/14 09.05 profonde. E così, non avendo ampliato nel momento giusto la base fiscale, la natura ciclica del miglioramento delle finanze pubbliche ha avuto modo di mostrarsi non appena il pil ha rallentato da quasi il 10% a “solo” il 6,5% tra il 2008 e il 2009, riportando in pochi anni il deficit pubblico a livelli anche peggiori di quelli del 2002. I seri problemi strutturali del paese hanno contribuito in misura significativa a ridurre il tasso di crescita negli ultimi due anni: l’inadeguatezza delle infrastrutture in settori chiave come l’elettricità e i trasporti che non ha consentito all’offerta di aumentare in linea con la domanda, le barriere all’entrata in alcuni settori che hanno limitato gli investimenti diretti dall’estero, l’ampiezza dei sussidi che, oltre a pesare sulle finanze pubbliche, ha ostacolato il miglioramento della competitività – – non a caso l’India è 2014 stessi innescato, hanno esposto il paese al deterioramento delle condizioni esterne, dando luogo a un sensibile deficit delle partite correnti, salito fino al Aspenia mondiale. Negli ultimi anni questi fattori, insieme al contesto inflattivo da loro marzo ancora al 134° posto nella classifica di “Ease of Doing Business” della Banca 64 8 5% del pil nel 2012 e ancora intorno al 4% nel 2013, e a un assottigliamento delle riserve internazionali. Nel momento in cui gli investitori internazionali hanno spostato la loro liquidità verso paesi a più basso rischio (dal maggio 2013, con l’annuncio della Federal Reserve sulla politica monetaria americana, cioè il rientro del programma di quantitative easing negli Stati Uniti, o tapering) l’inasprimento della politica monetaria e la svalutazione della rupia sono state inevitabili. La difficoltà del quadro politico e l’avvicinarsi delle elezioni politiche del 2014 diventano fattori decisivi, considerato che le riforme strutturali richiederebbero tempi lunghi di implementazione (e ancor più lunghi per coglierne i frutti); intanto, la crescita globale continuerà a essere poco propulsiva. Dunque, ci si può attendere una crescita per il pil indiano nel prossimo decennio minore di almeno un paio di punti percentuali che nel decennio precedente (5,5% versus 7,5%). 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 8 21/02/14 09.05 La Russia è, tra i quattro bric, il paese a più elevato reddito pro capite, sebbene esso non arrivi a un terzo di quello degli Stati Uniti. È anche il paese più grande al mondo per estensione geografica e viene da un passato non lontano di potenza politico-militare globale, caratterizzata da un sistema economico rigidamente statalista. La transizione iniziata negli anni ottanta verso l’economia di mercato non può ancora oggi considerarsi conclusa, data la forte presenza dello stato non solo nell’energia ma in molti settori produttivi (automobilistico, ingegneristico, aeronautico, ecc.). Nel periodo intercorso tra il collasso dell’Unione Sovietica nel 1991 e la fine della pesante crisi finanziaria del 1998, l’economia russa si è contratta di circa il 40%, mentre la popolazione si è ridotta di 5,5 milioni. Ma la successiva vello complessivo di ricchezza, sia il riemergere dell’influenza politica della Federazione Russa nel mondo. L’economia russa, dopo aver vissuto un boom storico nel periodo 2000-2007, ha scoperto con la crisi di essere troppo di- 2014 marzo secondo per riserve di carbone) ha consentito sia un ampio recupero nel li- 64 giore produttore di petrolio e gas al mondo, maggiore esportatore di gas e 9 Aspenia affermazione della Russia come superpotenza nel settore energetico (mag- pendente dal settore del petrolio e del gas (circa il 15% del pil e il 65% del valore delle esportazioni) – e quindi altrettanto dipendente dagli andamenti altalenanti dei loro prezzi. A risentire negativamente di questa forza del settore energetico sono stati i settori non-energetici, su cui ha pesato il cambio reale forte nella media dell’ultimo decennio (fino al già ricordato annuncio della Fed del maggio 2013), e un costo del lavoro per unità di prodotto in termini reali cresciuto a ritmi multipli di quelli degli altri bric e di tutta l’area ocse. A fronte di tassi di crescita molto modesti negli ultimi due anni (una media di circa il 2%), la Federazione Russa si trova oggi a combattere con una inflazione testardamente elevata (oltre il 10% annuo fino al 2010, oggi intorno al 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 9 21/02/14 09.05 dollari Figura 2 • Costo orario del lavoro 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 UE USA Giappone Corea Brasile Cina India Russia 6,5%), che limita lo spazio di manovra in direzione di un allentamento della politica monetaria da parte della Banca centrale, il cui nuovo governatore Aspenia marzo Fonte: Oxford Economics/Haver Analytics. 64 2014 10 Elvira Nabiullina ha peraltro preso posizioni rigidamente ispirate alla lotta all’inflazione. Se da un lato la spirale salari-prezzi è politicamente difficile da domare in un’economia emergente (o comunque in transizione) dall’altro il livello di corruzione nel sistema politico-amministrativo appare decisamente alto, concorrendo alla riduzione dell’efficienza complessiva del paese. Secondo Transparency International il livello di corruzione in Russia è tra i più alti dei paesi emergenti e decisamente il più alto tra i bric, mentre la Banca mondiale riporta un risultato analogo anche per il rispetto della rule of law. Questi fattori appaiono di improbabile soluzione nel breve termine. Peraltro il prezzo degli idrocarburi è previsto fiacco nei prossimi anni, sia per la debolezza della domanda globale (intaccata dalla bassa crescita economica e dal ricorso a fonti energetiche alternative) sia, e soprattutto, per gli elevati livelli di produzione di shale oil e shale gas attesi negli usa e 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 10 21/02/14 09.05 forse anche in altri paesi. La somma di questi fattori fa ritenere che anche per la Russia ci sia da attendersi tassi di crescita non elevati nel prossimo decennio (intorno al 3%), almeno in confronto a quelli del quinquennio precrisi (oltre il 7%). Il Brasile è oggi la settima economia del pianeta, dietro al Regno Unito e davanti a Russia, Italia e India (in base al pil nominale in dollari a tassi di cambio correnti). Negli ultimi decenni del secolo scorso, il Brasile ha avuto una storia economica travagliata, segnata da crisi ricorrenti e caratterizzata da iperinflazione. Dal 1990 ha perseguito una strategia di crescita orientata all’apertura al commercio estero (il totale degli scambi con l’estero è passato dal 14% al 28% del pil) e, a partire dal 2002, ha maturato una disciplina 11 marzo 2014 fiscale più rigorosa che nel passato. Pur non ostentando tassi di crescita del 64 Figura 3 • Andamento 2000 Q1 = 100 Aspenia 900 780 660 540 420 300 180 60 2000 2002 2004 USA Cina 2006 Brasile 2008 Germania 2010 Russia 2012 India Fonte: Oxford Economics. 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 11 21/02/14 09.05 pil paragonabili a quelli di Cina, India o anche Russia, dal 2002 al 2010 ha attraversato un periodo di brillantezza dell’economia (con l’eccezione del 2009, a causa della crisi globale). In questa fase ha beneficiato del recupero di credibilità interna e internazionale ottenuto durante la presidenza Lula, degli alti prezzi delle commodities e dell’andamento positivo dei consumi interni, sostenuti dalla disponibilità di credito. Tuttavia, l’attività economica del Brasile è rallentata durante il 2013. In maggio, l’annuncio del presidente della Fed, Ben Bernanke, sulla politica monetaria americana, ha messo il real sotto pressione, aggravando l’inflazione attraverso il deprezzamento della valuta. La conseguente stretta monetaria della banca centrale brasiliana si è sommata a un rallentamento econo2014 il 25% del suo valore in poche settimane riflettendo le vulnerabilità più evidenti del paese: squilibri nei conti con l’estero, alta inflazione e elevato rap- Aspenia il più colpito dalla dichiarazione di Bernanke. Il real ha perso tra il 20% e marzo mico già in corso. Tra i “quattro” bric, il Brasile (insieme all’India) è stato 64 12 porto deficit pubblico/pil. Questo andamento della moneta brasiliana è stato analogo a quello della rupia indiana, la quale presentava sostanzialmente le stesse debolezze. Come in India, peraltro, anche in Brasile la politica è apparsa titubante e poco propensa (anche in vista delle elezioni di ottobre 2014) ad avviare riforme che ristabiliscano la fiducia di imprese, consumatori e investitori stranieri. Al contrario, le decisioni di politica economica e di bilancio più recenti sono state all’insegna degli “aggiustamenti” di breve periodo: blocco dei prezzi amministrati, contabilità creativa (soprattutto sulle spese delle amministrazioni locali), incentivi fiscali per l’acquisto di beni di consumo durevole, uso delle banche pubbliche per accordare credito. In sintesi, anche per il Brasile si evidenzia una combinazione di fattori che spinge a una revisione verso il basso della crescita attesa, nonostante la spinta iniziale alle esportazioni legata alla svalutazione recente. Ma, in par- 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 12 21/02/14 09.05 te come conseguenza dei più bassi tassi di crescita del pil ottenuti nell’ultimo decennio, il rallentamento della crescita brasiliana sarà probabilmente di entità inferiore rispetto a quello degli altri bric, e solamente di un punto percentuale nella media del prossimo decennio (con la crescita media del pil che da circa il 4% scenderà al 3%). In sintesi, il rallentamento dei bric è inevitabile, ma essi continueranno a costituire un motore dell’economia mondiale grazie a tassi di crescita comunque sostenuti e impensabili per economie mature. In funzione della loro capacità di guadagnare maggiore rilevanza geopolitica a livello globale, diventerà inevitabile anche rivedere la composizione e la governance degli organismi internazionali, come il Consiglio di Sicurezza dell’onu, la Banca 13 Aspenia 64 marzo 2014 mondiale, il Fondo monetario internazionale, il wto. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Oxford Economics. 018-000-Rossi 64 nuovo.indd 13 21/02/14 09.05